Franco Costabile: l’allievo di Ungaretti, a cura di Filippo D’Andrea
Teramo, 24 aprile 2022 –
Mercoledì 27 Aprile 2022 alle ore 18, nella Sede Caritas la stagione primaverile del Salotto culturale “Prospettiva Persona” 2022 (patrocinio MIC e Fondazione Tercas), insieme con l’UPM, propone un webinar su un poeta del Sud, FRANCO COSTABILE, allievo di Ungaretti a cura di Filippo D’Andrea
L’incontro sarà contemporaneamente in presenza e sulla piattaforma Google meet. È possibile iscriversi gratuitamente, inviando l’adesione (indicando nome, cognome, email) all’indirizzo segreteriasalottoculturale@gmail.com. In presenzaa: si richiedono Green Pass e mascherina FPP2.
Approfondinmento
Franco Costabile nasce nell’agosto 1924 da Concetta Immacolata Gambardella, casalinga appartenente a una famiglia borghese di commercianti amalfitani, e da Michelangelo Francesco Pietro Costabile.
Il padre non si sente a suo agio nel piccolo centro calabrese e dopo il matrimonio si reca in Tunisia per dedicarsi all’insegnamento, abbandonando moglie e figlio. Questo abbandono segnerà il poeta, a cui farà riferimento nel componimento giovanile “Vana Attesa”, pubblicata nel 1939.
Dopo la maturità classica conseguita nella vicina Nicastro, frequenta Lettere, dapprima a Messina e poi – dal 1946 – a Roma, dove si laureerà con una tesi in paleografia. In questo periodo stringe un forte rapporto con Giuseppe Ungaretti, suo professore di Letteratura Contemporanea: in Costabile, Ungaretti rivede il figlio perduto da poco in Brasile, in Ungaretti il poeta sambiasino trova invece l’assente figura paterna. Dopo la laurea, a partire dal 1950 insegnerà in vari licei e istituti tecnici, ma collaborerà anche con riviste e alla stesura di una enciclopedia cattolica.
La sua poesia è stilisticamente ermetica, poiché risente dell’afflusso di Ungaretti, ma è anche neorealista per la descrizione cruda ed essenziale della condizione di vita di un paese del Meridione d’Italia. La Calabria è percepita dal poeta sia come madre che come matrigna, poiché al contempo insegna i valori autentici della vita ma ti costringe a fuggire da essa per vivere dignitosamente.
Dopo varie esperienze dolorose (l’abbandono della moglie e delle due figlie) Costabile decide di togliersi la vita il 14 aprile 1965. Ungaretti, che al poeta si sentiva ancora molto legato, scrive per questo dei versi, prima pubblicati in un libretto stampato a cura di amici, e ora trascritti come epitaffio sulla sua tomba nel cimitero di Sambiase.