Il maggiociondolo è un albero che raggiunge un’altezza di circa sei metri. Il nome simboleggia i fiori a grappoli pendenti che, in maggio, ciondolano. I suoi splendidi fiori sono di colore giallo oro e molto profumati.
Mi piace ricordare una leggenda della tradizione agropastorale abruzzese che racconta l’origine di questa pianta. In Frigia (una regione dell’Anatolia dove adesso si trova Ankara), vivevano delle guerriere ciclopiche, le “magellane”, delle quali Maia, era la più bella. Durante una battaglia, il figlio Mercurio, il dio messaggero, fu ferito, e la madre Maia per salvarlo, lo prese e fuggirono insieme con le altre guerriere, verso il monte Paleno, perché era ricchissimo di erbe medicinali che avrebbero potuto guarire le ferite di Mercurio. (Monte Paleno fu il primo nome della Maiella, da Giove Paleno, poi diventato MAIA). Un’erba risultava miracolosa, ma germogliava sulla cima più alta di questo monte; quindi, si poteva raccogliere solo dopo lo scioglimento della neve. Purtroppo, quando Maia arrivò sul Monte Paleno, c’era tanta neve e la pianta che cercava non era ancora fiorita. Mercurio morì poco dopo e la madre disperata, si lasciò andare ad un inconsolabile pianto. Le sue urla di dolore, si udirono per tutta la vallata. Giove, commosso da questa straziante scena, volle ricordare il povero figlio di Maia, con una pianta simbolica, il Maggiociondolo, un albero con dei fiori gialli a grappolo, che nasce nel mese di maggio, sulla Maiella.
L’escursione, con inizio dalla PIANE DELLE MELE, (930 m), nel parco nazionale della Maiella, in provincia di Chieti, è piacevole e riposante, camminando nel fitto bosco di una faggeta. La zona è ricca di sorgenti, tutte con acqua fresca e potabile.
Si arriva alla BAITA DEGLI ALPINI (1064 m), poi, la VALLE DELLE MONACHE, “vàllë dë lë mònëchë – (1117 m). Ora si va nella direzione del sentiero F5, un tracciato comodo e a mezzacosta, con una altezza costante (1100 m). In poco tempo si arriva ai ruderi dell’eremo di San Giovanni, (990 m), testimoniato dalla presenza di un breve tratto di muro semisepolto dalla vegetazione. Dall’alto di questa valle, si gode il rumore del torrente VESOLA, che si forma poco a monte della Fonte Crocetta (1489 m). Attraverso il torrente, raggiungo la sommità del colle, per poi scendere nuovamente sul greto del torrente. Supero alcuni gradini rocciosi e scivolosi, perché si deve camminare sul tubo della captazione dell’acqua che è umido. Ecco la Cascata di San Giovanni, (1080 m), con un Salto di acqua di 35 metri. Al ritorno, mi sono fermato ai ruderi dell’eremo di San Giovanni, scelta provvidenziale. Sono stato abbagliato dai fiori gialli di sei alberi di MAGGIOCIONDOLO. La cartolina di questa visione è una soddisfazione per la vista, per il silenzio, il profumo. Queste sensazioni mi hanno obbligato a fermarmi, riflettere, dimenticarmi dei problemi della vita quotidiana. Ancora circa un’ora di cammino per arrivare alla fine del percorso.
Distanza A/R 10 km
Tempo senza soste 3 ore 20 minuti
Difficoltà E
Dislivello +/- 350 m
Luciano Pellegrini
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