QUOTA MILLE a Castel del Monte
Borgo noto per la leggenda delle streghe
Castel del Monte, 1346 metri slm, è uno dei Borghi più belli d’Italia. Posto all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è arrampicato sul Monte Bolza si affaccia splendidamente sulla valle del Tirino. Pochi luoghi come questo sono riusciti a custodire le antiche tradizioni di un mondo ormai scomparso, rendendole volano per il turismo.
La storia di questi luoghi è antichissima: proprio qui, infatti, fu combattuta nel 324 a.C. la guerra che vide prevalere i romani sui vestini. “A ricordarcelo – spiega lo scrittore abruzzese Peppe Millanta – è il colle chiamato non a caso “della Battaglia”, dove sono presenti ancora i resti dell’antico insediamento italico”: ed è qui che si concentra una nuova puntata di “Quota Mille”, rubrica a cura di Paolo Pacitti, con le telecamere Rai di Sem Cipriani.
“Successivamente – prosegue Millanta – fu ricostruito un abitato romano, ma quando fu distrutto secoli dopo con l’arrivo dei longobardi gli abitanti si incastellarono: il nuovo abitato fu così chiamato ‘Ricetto’, ovvero ‘Ricettacolo’ di genti fuggiasche, e corrisponde alla parte più arroccata del paese odierno, che contiene al suo interno chiare tracce medievali”.
La ricchezza del borgo è legata alla transumanza, complice la vicinanza con la piana di Campo Imperatore. E a ricordarlo è la chiesa, detta Madonna dei Pastori, che sorge quasi a strapiombo sulla sottostante valle.
I proprietari delle greggi facevano a gara per abbellirla, e di particolare rilevanza è il grandioso altare in legno scolpito, e rivestito in oro, capolavoro dell’arte barocca. Al centro è possibile vedere anche una statua della Vergine, vestita con l’antico costume del paese.
Come riporta Millanta: “proprio questa statua è al centro di un rito dove riecheggia l’antico mondo transumante: il 2 luglio, infatti, nel giorno in cui i pastori tornavano a casa, la statua della Madonna viene portata in processione presso un’altra chiesa, per poi venire riportata qui l’8 settembre, quando i pastori tornavano si preparavano a ripartire”.
Uno dei problemi principali dei centri fortificati in alta quota è la perenne mancanza di spazio, a Castel del Monte la popolazione ha cercato di rimediare con un sistema caratteristico: gli sporti ossia archi che vanno a formare delle gallerie, scavate nella pietra, che coprono le strette vie del borgo, permettendo così al di sopra di sviluppare due o più piani abitati, guadagnando spazio per le abitazioni.
Il loro fascino arcano ha permesso il fiorire di leggende, come quella delle streghe, tramandataci dal poeta pastore Francesco Giuliani, che racconta come questa fosse una via magica, che permetteva alle donne del paese di scacciare via le streghe che attentavano alla salute dei neonati.
“Ma c’è anche un’altra curiosità che vi voglio raccontare – conclude Millanta. – Si tratta della pietra, posta al di fuori della chiesa di San Rocco. Ebbene, sopra di essa venivano conclusi, in una sorta di patto sacrale, gli accordi fatti tra gli abitanti che prevedevano prestiti. Una sorta di pietra dei contratti potremmo dire: quanto veniva prestato, come ad esempio del cibo in anni di magra, andava restituito qui, sotto gli occhi del santo”.
Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata a Castel del Monte.