Dalle idee di Elena e Alessandro Nicodemi, nascono Cocciopesto Trebbiano Doc e Notàri Cerasuolo Superiore Doc.
I due fratelli, per l’occasione, hanno presentato alla stampa i due vini e raccontato le ultime novità aziendali della cantina di Notaresco
Notaresco, 15 giugno 2022. Dalla ricerca, nella tradizione così come nella contemporaneità, dalle idee e soprattutto da una buona dose di coraggio, nascono i progetti Cocciopesto Trebbiano Doc e Notàri Cerasuolo Superiore Doc firmati Fattoria Nicodemi.
L’azienda, fondata da Bruno Nicodemi nel 1970, è oggi guidata con passione dai fratelli Elena e Alessandro Nicodemi, che hanno voluto dare ai loro vini uno stile personale e riconoscibile. La cantina si trova a Notaresco, nel cuore delle colline teramane.
Ogni anno la produzione è di 200.000 bottiglie soltanto da uve di vigneti di proprietà, circa 38 ettari di cui 30 vitati e i restanti dedicati a oliveto, e sono soltanto uve autoctone, Montepulciano e Trebbiano, declinate nelle denominazioni Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane DOCG e Trebbiano d’Abruzzo DOC. L’amore per la terra e il rispetto per l’ambiente che li ospita, hanno orientano da sempre l’azienda verso l’agricoltura biologica, senza utilizzo di pesticidi, diserbanti o concimi chimici, ma limitando i trattamenti solo a zolfo e rame.
Dopo quasi due anni di stop dagli eventi, Elena e Alessandro, lo scorso 13 giugno, hanno voluto invitare alcuni giornalisti del settore per una degustazione dei vini Cocciopesto Trebbiano Doc e Notàri Cerasuolo Superiore Doc, gli ultimi nati della cantina. Nello specifico, i giornalisti hanno degustato, guidati da Elena e l’enologo della cantina Mirko Nicolai, le annate 2017, 2018, 2019, 2020 del Trebbiano e il 2021 del Cerasuolo.
Il progetto Cocciopesto inizia nel 2017 con la prima vinificazione del Trebbiano in giare di Cocciopesto, realizzate con un impasto a crudo di laterizi, frammenti lapidei, sabbia, legante e acqua. L’antica miscela, differente dalla terracotta, veniva utilizzata, sin dai tempi dai Romani, ma già conosciuta dai Fenici, per rivestire gli acquedotti, le cisterne e le vasche termali. La vinificazione avviene oggi per macerazione, in una vecchia pergola di 50 anni, la cui configurazione si ispira alla tradizione del dolium romano, a forma interna a uovo che favorisce, con i suoi moti convettivi, il ricircolo del mosto nella vinificazione. Le uve vengono diraspate, ma non pigiate, e fermentate nel cocciopesto con lieviti indigeni. Dopo dieci giorni di macerazione e follature manuali, eseguita la svinatura, il vino torna nel cocciopesto per terminare la fermentazione e dove successivamente affina fino all’imbottigliamento che avviene senza filtrazione. Una delle principali caratteristiche del cocciopesto è quella di favorire la micro-ossigenazione, grazie alla notevole microporosità di questo materiale che porta ad esaltare, nella vinificazione e nel successivo processo di affinamento, le qualità organolettiche, arricchendo e amplificando l’aroma del vino. Una differenza sostanziale con la terracotta è che l’essiccazione del cocciopesto avviene all’aria.
Altre peculiarità del Cocciopesto sono il processo di asciugatura che dura almeno 30 giorni e l’assenza di trattamenti di vetrificazione interna, per via della purezza dei materiali usati per la realizzazione dell’impasto. Il risultato è un vino che dall’antichità torna al futuro con una forte identità, un vino fine e delicato con un carattere decisamente minerale.
“Sulla scia della sfida costante che ci porta a sperimentare e ricercare nuove idee su terreni poco battuti – racconta Elena Nicodemi- prende respiro l’ultimo progetto aziendale, Notàri Cerasuolo Doc Superiore. Con questo spirito abbiamo prodotto per la prima volta, con la vendemmia del 2020, un vino che rispetti la tipicità del Cerasuolo, ma che al contempo risulti più complesso, strutturato, intenso, frutto del nostro desiderio di scoprire un lato diverso delle uve Montepulciano”. Un vino di grande eleganza e struttura che entra a far parte della linea Notàri, l’antico nome del comune di Notaresco, con cui intendono evocare il carattere delle colline e dei vecchi vigneti, tesoro della loro produzione.
Gli ospiti sono stati accolti dapprima nella cantina, cuore pulsante dell’azienda, per poi visitare gli altri spazi, una terrazza e la sottostante sala degustazione con una vista mozzafiato sui vigneti, fino al patio all’aperto a bordo vigna, dove si è svolta la seconda parte dell’evento con una degustazione gastronomica a cura del ristorante PerVoglia di Castelbasso (Te).
L’azienda, lo ricordiamo, fa parte del Consorzio Tutela Vini Colline Teramane Montepulciano D’Abruzzo Docg, nel quale Alessandro ha ricoperto anche il ruolo di presidente. Nel Consorzio, la famiglia Nicodemi esprime una massima eccellenza in particolare per i rossi della Cantina, improntati sull’eleganza e su una forte identità.
Foto Erwin
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