AMBIENT’AZIONI Musicali

Campus Estivo Internazionale di Alto Perfezionamento Musicale. Decima Edizione 4 – 10 luglio 2022

Capistrello, 2 luglio 2022. Capistrello si prepara ad accogliere la decima edizione di “Ambient’Azioni Musicali”. Dopo varie edizioni nei comuni di Morino, Corcumello, Civita d’Antino, L’Aquila, Ventotene, il campus estivo “Ambient’Azioni Musicali” torna a Capistrello per il suo decimo anno. Si tratta di un appuntamento imperdibile per tantissimi giovani musicisti desiderosi di perfezionarsi e intraprendere uno studio musicale serio e appassionato.

Professionisti e studenti provenienti da tutta Europa, arriveranno per dare il via a un’intensa settimana di studio e concerti seguiti dai maestri Alessandro Deljavan, concertista e docente pianoforte presso il Conservatorio “U. Giordano” di Rodi Garganico; Adrian Pinzaru, concertista e docente di violino presso l’Accademia di Pinerolo; Paolo Bonomini, concertista e docente di violoncello presso la scuola di musica di Fiesole e l’Hochschule di Hannover; Renata Lamanda, concertista e docente di tecnica vocale presso l’Accademia Paolo Grassi di Martina Franca e la Fabbrica (Young Artist Program) del Teatro dell’Opera di Roma; Serena Marino, concertista e direttrice del Coro Giovanile d’Abruzzo, del Coro Gamut, dell’insieme vocale Vox Aurea di Teramo e del Coro della SOMS di Spoltore.

Le lezioni si svolgeranno dal 4 al 10 luglio nei locali della scuola media “A.B. Sabin”, della Sala “Ottaviani” e della sede della corale “Caput Castrorum”. Un grande evento che richiede mesi di preparazione ma che viene premiato dalle numerose adesioni, sempre crescenti. Queste le esibizioni previste durante la settimana del Campus:

7 luglio ore 21,00 – Sede della Proloco, Avezzano – via Camillo Corradini, 75

8 luglio ore 21,00 – Piazza “Fontevecchia”, Capistrello

9 luglio ore 21,00 – Chiesa del Santissimo Salvatore, Pagliara dei Marsi

10 luglio ore 18,00 – Sala Ottaviani , Capistrello

Tutti i concerti saranno ad ingresso libero.

L’organizzazione di “Ambient’Azioni Musicali” è curata dall’Associazione Culturale “Maxima

Entropia” con la direzione artistica di Claudia Scatena e patrocinata dal comune di Capistrello.




AFTERIMAGE al Maxxi L’Aquila

A cura di Bartolomeo Pietromarchi e Alessandro Rabottini

L’Aquila, 2 Luglio 2022 – Presentata in conferenza stampa Afterimage, la nuova mostra del MAXXI L’Aquila a cura di Bartolomeo Pietromarchi, direttore MAXXI L’Aquila e di Alessandro Rabottini, co-curatore ospite aperta al pubblico da oggi, 2 luglio 2022 fino al 19 febbraio 2023.

26 gli artisti internazionali coinvolti, appartenenti a differenti generazioni, tra pittura, scultura, fotografia, installazione, video e sperimentazione digitale, in un dialogo tra nuove commissioni, installazioni site specific, opere provenienti dalla Collezione della Fondazione MAXXI e importanti prestiti.

Nove le opere site specific frutto di nuove commissioni: Francesco Arena, Benni Bosetto, June Crespo, Thomas Demand, Oliver Laric, Hana Miletić, Luca Monterastelli, Dahn Vo e Dominique White.

Afterimage è una riflessione per immagini sui temi della memoria e della metamorfosi. Il titolo della mostra fa riferimento all’illusione ottica conosciuta come afterimage (in italiano “immagine residua”), un fenomeno per cui uno stimolo visivo – come il flash della macchina fotografica, ad esempio – produce un’impressione sulla retina che persiste anche dopo il proprio passaggio.

A partire da questa suggestione, la mostra è concepita come un poema visivo che riflette sul

coesistere di permanenza e transitorietà come condizione universale, radicata nella natura stessa dell’esistenza umana e dei nostri corpi, nel destino dei manufatti, dei luoghi, dei significati e delle immagini.

Afterimage incoraggia gli spettatori a esplorare le 15 sale del museo e i suoi passaggi, a stabilire associazioni intuitive e spontanee tra le opere, l’architettura di Palazzo Ardinghelli e la storia di L’Aquila, città che testimonia quotidianamente l’equilibrio tra memoria del passato e impulso alla trasformazione, e che quotidianamente rende manifesto quanto il principio della metamorfosi trattenga ciò che è stato e generi ciò che sarà.

Attraverso un’ampia varietà di media, la mostra include sperimentazioni storiche e contemporanee nei campi della fotografia e del film, interventi installativi, pittura e scultura ed esplora la coesistenza di iconografie frammentate, materiali mutevoli, memorie tattili e corpi in trasformazione.

Afferma Bartolomeo Pietromarchi:“Tre fili si intrecciano in Afterimage: le nuove commissioni e le installazioni site-specific di artisti italiani e internazionali, le opere della collezione della Fondazione MAXXI e le memorie che gli spazi di Palazzo Ardinghelli evocano. La molteplicità degli sguardi che gli artisti in mostra portano ciascuno con sé ci pongono in una relazione vitale con lo spazio espositivo, di cui sono esplorate tanto le sale quanto l’esterno e i passaggi funzionali, nel tentativo di guardare all’architettura come un organismo vivente, un luogo che ha attraversato i secoli e che ora abita il presente con una nuova identità, ovvero quella di museo d’arte contemporanea. Afterimage è un dialogo a più voci tra passato e presente, realtà e suggestione, immaginazione e ricordo. La mostra è nata dalla volontà di riconoscere la specificità de L’Aquila e della sua storia senza trasformare la memoria dell’evento sismico del 2009 in un pretesto narrativo ma, al contrario, di aprire lo sguardo e la riflessione su ciò che sopravvive intorno a noi e che insieme a noi si trasforma”.

Aggiunge Alessandro Rabottini “In Afterimage le immagini e le cose, così come i corpi e le storie, sono colti all’interno di una dinamica di perenne trasformazione. I nostri ricordi e gli spazi che abitiamo, le cose che ci circondano così come i simboli che interpretiamo, sono in costante movimento: mutano all’interno della nostra memoria e nella loro stessa essenza materiale. Per quante cose scompaiono altrettante emergono, e Afterimage è il tentativo poetico di guardare ai momenti di fragilità e di impermanenza che punteggiano le nostre vite, ponendosi in ascolto del senso di potenzialità che essi portano con sé. La mostra è anche un omaggio al contesto che la ospita, un contesto che è tanto spaziale quanto umano, nel desiderio di porre in dialogo tra loro opere che provengono da tempi e luoghi differenti ma che qui possono attivare inediti significati e, speriamo, nuove riflessioni”.

NUCLEI NARRATIVI Concepita come un poema visivo, Afterimage si sviluppa attorno a nuclei tematici non circoscritti alle singole sale, secondo un’idea di allestimento che supera il concetto di “sezioni” a favore di quattro percorsi narrativi che attraversano gli spazi incrociandosi tra loro e suggerendo un’architettura formale e immateriale all’interno dell’architettura fisica del museo.

La prima linea narrativa è dedicata al connubio di “Materie e memoria” ed accoglie opere che esplorano la capacità dei materiali, siano essi durevoli o effimeri, di assorbire e restituire il trascorrere del tempo. Le opere di June Crespo (nuova commissione), Anna Maria Maiolino ed Esther Kläs stabiliscono un dialogo tra materia e corpo, tra la temporalità dei gesti e quella delle forme, mentre le nuove commissioni di Francesco Arena e Luca Monterastelli pongono in relazione il tempo geologico della pietra con la transitorietà del tempo umano. Bronwyn Katz e Dominique White (nuova commissione), infine, trasformano materiali comuni e di recupero, vicini alla quotidianità, per raccontare un presente in continua trasformazione e all’interno del quale elaborare traumi del passato.

Altro nucleo di indagine è quello dedicato alla “immagine mutevole” e muove dalla considerazione che le immagini non esistono solo in quanto messaggi e significati ma che, come noi, esse vivono nel tempo e nello spazio, incarnandosi in supporti e materiali che cambiano secondo un destino quasi biologico. È questa l’idea che possiamo rintracciare nelle opere di Mario Cresci, Paolo Gioli e Luca Maria Patella, tre pionieri della sperimentazione fotografica e filmica che, a partire dagli anni Sessanta, hanno ampliato i confini della rappresentazione, esplorando artisticamente limiti e possibilità della pellicola, dell’obiettivo e dei procedimenti di stampa. A questo versante storico e analogico, fanno eco le sperimentazioni digitali contemporanee che troviamo nelle fisionomie mutanti di Massimo Grimaldi e nell’ambiguità percettiva tra immagine fotografica e supporto con cui l’opera di Elisa Sighicelli accoglie gli spettatori all’inizio del percorso espositivo. Il rapporto tra passato e presente, tra la materialità del reperto archeologico e l’immaterialità dell’informazione digitale, è evocato dalla nuova commissione di Oliver Laric, posta in dialogo con le opere pittoriche di Tala Madani e Mario Schifano in cui corpi e schermi sono sospesi tra evanescenza e bagliore.

“Il corpo dischiuso” è il terzo percorso narrativo, e guarda ai corpi umani e alle loro molteplici identità e forme di rappresentazione. Quelli in mostra sono corpi che reagiscono agli eventi e che insieme a loro cambiano, sia sul piano materiale sia su quello metaforico. Nelle opere di Francis Alÿs e di Frida Orupabo, ad esempio, il corpo si scompone e ricompone di continuo, e dai suoi frammenti nascono nuove narrazioni per immagini. Attraverso un corpo instabile e sospeso, Paloma Varga Weisz esplora le possibilità della scultura figurativa di esprimere una condizione umana sospesa tra caduta e salvezza, mentre He Xiangyu offre l’immagine silenziosa di un’adolescente colto tra la solitudine del presente e l’attesa del futuro. Corpi in costante metamorfosi sono anche quelli di Marisa Merz, in un dialogo tra le forme dell’esperienza interiore e quelle della storia dell’arte. Infine, le iconografie tradizionali –  dalla pittura bizantina a quella cubista – agisce sui corpi e sulle figure nella pittura di Pietro Roccasalva in un gioco di continue incarnazioni.

Il quarto filone narrativo, ovvero “L’architettura interiore” muove dalla riflessione che, al pari delle entità geologiche e delle architetture, anche le immagini si stratificano nel tempo, accumulando significati, memorie e trasformazioni. Afterimage è percorsa da opere in cui l’immagine si fa essa stessa spazio e interagisce profondamente con l’architettura di Palazzo Ardinghelli, di cui sono allestite non solo le sale ma anche l’esterno e il ballatoio. Nelle opere tessili di nuova commissione di Hana Miletić, fotografia e spazio urbano si fondono tra loro in maniera tattile, mentre nella grande sala concepita per l’occasione da Thomas Demand la simulazione digitale e la fotografia creano un’architettura nell’architettura, uno spazio sospeso tra la realtà e le potenzialità dell’immaginazione. L’installazione ambientale di Benni Bosetto (anch’essa una nuova commissione) trasforma antiche memorie legate alla tradizione orafa locale in una fantasmagoria di forme umane, animali e vegetali. L’intervento appositamente ideato da Dahn Vo, invece, stabilisce un rapporto con l’architettura del palazzo che ci induce a riflettere sulla necessità di ripensare la relazione tra natura e cultura. Infine, immagini di spazi abitati si incarnano in diversi materiali, rivelando le qualità tattili dell’immagine fotografica, come nelle opere di Stefano Arienti.

PERCORSO DI MOSTRA Afterimage anima ed esplora ogni spazio di Palazzo Ardinghelli a partire dalla facciata e dall’ingresso. Posta sulla soglia del museo, accoglie il visitatore l’opera site specific realizzata per l’occasione da Francesco Arena, Masso con gli ultimi 5 giorni: un blocco di pietra di oltre cinque tonnellate e attraversato da un carotaggio nel quale, ogni giorno, il personale del museo inserirà un quotidiano, così da creare una costante tensione tra il tempo geologico della pietra, indifferente alle vicende umane, e lo stratificarsi delle notizie quotidiane che incessantemente si susseguono. Superata la corte a esedra, l’opera fotografica stampata su raso Senza titolo (5016) di Elisa Sighicelli sovrasta il maestoso scalone dal sapore borrominiano e ci invita ad addentrarci in un percorso in cui immagini e significati mutano costantemente sotto i nostri occhi.

Acquista piena identità di spazio espositivo il ballatoio ad anello che affaccia sulla corte: qui troviamo Saturniidae, opera site specific di Benni Bosetto che trae ispirazione dall’entomologia e dall’astronomia e che, ispirandosi alla tradizione artigiana abruzzese, evoca con forza il principio della metamorfosi.

Una selezione di scatti della serie Interni mossi, realizzata fra il 1967 e il 1979 da Mario Cresci, i dipinti tragicomici Corner Projection (Dog), Screen Ghost e Ghost sitter dell’artista iraniana Tala Madani e il grande dittico su tela Inventario di Mario Schifano animano le pareti della prima sala del piano nobile, al centro della quale campeggia Sleeping Figure, una nuova commissione di Oliver Laric che ha scansionato, ricreato con tecnologia 3D e moltiplicato una statua romana cui ha ricostruito le sembianze originali precedenti a una manomissione del XIX Secolo.

Nella sala successiva, l’opera site specific Untitled dell’artista danese di origini vietnamite Danh Vo interviene nell’ambiente con una struttura in legno concepita in relazione a un monumentale camino di Palazzo Ardinghelli, e all’interno della quale troviamo fotografie di fiori selvatici del giardino dell’artista accompagnate dai nomi latini delle piante trascritti da suo padre, dando così origine a un dialogo tra l’architettura della natura e lo spazio costruito dall’uomo. Nella stessa sala, l’opera dell’artista Bronwyn Katz Groei Grond, realizzata con lana e reti di materassi trovati a Johannesburg, riflette sul destino della città sudafricana attraverso materiali che trattengono le memorie delle persone che li hanno utilizzati, persone che, a seguito della gentrificazione della città, hanno dovuto lasciare le proprie case. Completano l’allestimento della sala opere della serie Cameron Obscura del 1981 di Paolo Gioli, che guarda all’archeologia della tecnica fotografica per attivare una riflessione sui concetti di traccia e memoria.

Di grande impatto l’installazione ambientale site specific realizzata da Thomas Demand nella Sala della Voliera, composta da un intervento a parete e da una serie di opere fotografiche realizzate nell’archivio dello stilista franco-tunisino Azzedine Alaïa (1935-2017). Nella sala centrale di Palazzo Ardinghelli, Demand mette in scena un dialogo tra simulazione e realtà, tra corpo umano e architettura, tra forme digitali e sagome tattili, secondo l’idea che “tutto sia un modello per qualcosa di più grande che verrà” per citare lo stesso artista.

La relazione tra corpo e architettura è presente anche nelle opere Untitled (Voy, sì) di June Crespo, che esplora le possibilità formali ed espressive di materiali tanto duraturi quanto effimeri, mentre nella stessa sala l’installazione di nuova commissione Fiume buio di Luca Monterastelli crea uno spazio in cui la pietra locale e forme che ricordano reperti archeologici paiono misteriosamente riposare.

A seguire, una successione di sale monografiche, a partire da quella dedicata a Pietro Roccasalva: nelle opere Il Traviatore, From Just Married Machine e The Skeleton Key troviamo la tensione fra ascensione e caduta come metafore del desiderio umano di conoscenza, insieme con il tema della continua generazione e rigenerazione delle iconografie. Immediatamente accanto, la scultura di Paloma Varga Weisz Man, Hanging è sospesa tra il ritratto di un uomo reale e la versione a grandezza naturale di un manichino d’artista e, nella precarietà della sua posizione, diventa simbolo di una condizione esistenziale che percorre l’intera mostra. Il percorso prosegue con la profonda e coinvolgente riflessione sulla figura femminile dell’artista norvegese Frida Orupabo che, attraverso le opere Untitled, Labour Ii, Mother and Child I e Angst riattiva materiali fotografici di archivio per decostruire stereotipi razziali e di genere. Da qui si accede sala dedicata alle opere di Francis Alÿs, con la proiezione di diapositive Sleepers II che ritrae uomini e cani randagi ritratti mentre dormono per le strade di Città del Messico, includendo così nella narrazione visiva della città anche coloro che sono spesso ignorati e la cui presenza risulta invisibile. In mostra anche le due poetiche tavolette dell’opera Untitled (Redemption) e i suoi i relativi studi preparatori, in cui scorgiamo due figure umane immerse nell’acqua intente a scrivere ciascuna sulla schiena dell’altra qualcosa che sarà destinato a scomparire presto.

Il tema della relazione tra il corpo, la sua traccia e la sensibilità dei materiali è al centro delle opere Crescendo, BA/// e Bronzato e di Esther Kläs, poste in dialogo con l’enigmatica scultura in ceramica raku dell’artista italo brasiliana Anna Maria Maiolino.

Anche la sala successiva, dedicata a Stefano Arienti, è ispirata ai concetti di traccia e di impressione, questa volta nella memoria retinica e nella relazione tra fotografia e materiali: gli arazzi tessuti a Penne, in provincia di Pescara, della serie Retina traspongono sulla seta memorie di soggiorni dell’artista sul Gran Sasso, in un dialogo tra elaborazione digitale ed eccellenze artigianali locali. L’elaborazione digitale è al centro anche delle opere di Massimo Grimaldi che, con la serie Scarecrows, presenta immagini processate attraverso filtri ed effetti che, sommati fra loro, producono anatomie distorte e figure a mala pena umane, anticipando l’ormai imminente coesistenza tra un’arte umana e un’arte delle macchine.

Da qui ci si imbatte nell’opera site specific di Dominique White Land, Nation-State, Empire, che esplora in modo viscerale il simbolo della bandiera e i suoi significati culturali, storici e politici fino a mostrarne tanto la fragilità quanto la persistenza attraverso l’accumulo e il deterioramento dei materiali scultorei. Il racconto di Afterimage prosegue con la misteriosa scultura di He Xiangy, Asian Boy, in cui il linguaggio della scultura figurativa e iperrealista traduce gli incerti stati d’animo tipici della giovane età, posti qui in dialogo con le altrettanto enigmatiche immagini della serie Fotofinish di Paolo Gioli, in cui calchi di visi transitano in forme naturali.

Da questa sequenza di sale siamo invitati a percorrere gli spazi curvi del ballatoio, che ospitano la serie Materials dell’artista croata Hana Miletić, in cui immagini scattate nelle città di Zagabria e Sisak dopo gli eventi sismici del 2020 sono trasformate in delicate opere tessili: gesti di riparazione spontanei e provvisori diventano così duraturi e tangibili. Ci si avvia dunque verso la fine della mostra attraverso la sala intima e raccolta che ospita l’opera Senza Titolo di Marisa Merz, un dittico che richiama la forma delle pale d’altare e che suggerisce un’osmosi tra pittura e scultura, tra esseri umani ed esseri angelicati, tra l’atto della creazione artistica e la dimensione della maternità. La mostra si conclude quindi con la sala dedicata alla proiezione dell’opera filmica Terra Animata di Luca Maria Patella, un viaggio onirico tra gli elementi naturali e le azioni umane e che prefigura un paesaggio cromatico dall’aspetto alieno.

PUBLIC PROGRAMM Nella giornata del 2 luglio i protagonisti della mostra Afterimage, moderati dai curatori Bartolomeo Pietromarchi e Alessandro Rabottini assieme a Fanny Borel dell’Ufficio Curatoriale del MAXXI L’Aquila, incontrano il pubblico del Museo per raccontare le opere esposte nel nuovo allestimento. Dall’interesse sulla capacità dei materiali di assorbire la memoria, sia che si tratti di supporti duraturi che di materiali più effimeri, alle sperimentazioni digitali contemporanee e dunque al rapporto tra passato e presente, tra materialità e immaterialità.

Un incontro per scoprire e comprendere, attraverso lo sguardo degli artisti, come la coesistenza di permanenza e transitorietà, materico e immateriale, rappresentino una condizione universale, radicata nella natura stessa dell’esistenza umana e dei nostri corpi, nel destino dei manufatti, dei luoghi, dei significati e delle immagini.

Il primo, alle ore 12, avrà come protagonisti Luca Monterastelli, Francesco Arena e Massimo Grimaldi in dialogo con Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI L’Aquila. Nel pomeriggio, alle 15 Paloma Varga Weisz, Hana Miletić e June Crespo in conversazione con Alessandro Rabottini e con Fanny Borel.

Elisa Cerasoli




INAUGURAZIONE DELLA PISTA CICLABILE sul lungomare monumentale

Domenica, 3 luglio 2022, alle 18.30. Presenzierà al taglio del nastro la soubrette Valeria Marini.

Giulianova, 2 luglio 2022. Nei prossimi giorni, anche l’inaugurazione della “Fanciulla” di piazza Dalmazia, con la partecipazione della Fondazione Franco Summa.

Sarà inaugurata domani, domenica 3 luglio, la nuova pista ciclabile sul lungomare monumentale. Il taglio del nastro è fissato per le 18:30. Con l’Amministrazione comunale parteciperà all’evento la soubrette Valeria Marini.




VIA GLI ANIMALI dagli spettacoli circensi

Si al circo, purché faccia a meno degli animali

Roseto degli Abruzzi, 2 luglio 2022. Il Sindaco di Roseto degli Abruzzi ha sottoscritto un’apposita ordinanza, la n. 60 del 29 giugno 2022, con cui si vieta nel territorio rosetano l’utilizzo di animali negli spettacoli circensi, uno spettacolo dove non ci sono fruste o cerchi di fuoco da attraversare solo per produrre un ipotetico divertimento, ma è comunque consentito l’attendamento esclusivamente ai circhi che rispettino i requisiti prescritti dalla Commissione CITES istituita presso la Commissione dell’ambiente, con deliberazione del 10.05.2000 “criteri per il mantenimento di animali nei circhi e nelle mostre viaggianti” e successive modifiche ed integrazioni, emessa in ottemperanza alla Legge 07.02 1992 n. 150 e successive modifiche ed integrazioni.

Rispondendo alle crescenti motivazioni che sono dietro al rifiuto, sempre più forte e coerente, della pratica circense con animali, il primo cittadino Mario Nugnes, con il parere favorevole del servizio veterinario della ASL di Teramo, ha emanato una ordinanza con la quale “è fatto divieto di attendamento, nel territorio comunale, dei circhi con esemplari delle seguenti specie: primati, delfini, lupi, orsi, grandi felini, foche, elefanti, rinoceronti, ippopotami, giraffe, rapaci diurni e notturni”.

“Oltre al fatto che continuare a consentire la presenza in città di “certi circhi” sarebbe stato in contrasto con la dichiarazione universale sui diritti degli animali proclamata su iniziativa dell’UNESCO – ha dichiarato il Sindaco Mario Nugnes – la cosa sarebbe stata palesemente in contrasto con un punto importante del nostro programma amministrativo nel quale indichiamo Roseto come una città “pet friendly”, pertanto amica degli animali”. Largo quindi ad un programma che privilegi le abilità artistiche, acrobatiche e comiche di equilibristi, trapezisti, giocolieri e clown, capaci di dare vita ad uno show per tutta la famiglia senza lo sfruttamento di poveri animali.

“Voglio che sia ben chiaro che ho firmato l’ordinanza non perché convinto che in tutti i circhi gli animali vengano maltrattati, perché farei “di tutt’erba un fascio” e questo non appartiene né guida il mio agire di amministratore – ha spiegato il Sindaco – ma l’ho fatto perché i tempi sono cambiati, e sono certo, essendo stato anch’io bambino ed essendo padre di tre figlie, che le nuove generazioni siano più propense ad ammirare spettacoli con contenuti artistici piuttosto assistere ad esibizioni di animali costretti a vivere fuori e in contrarietà ai loro rispettivi habitat”.

“Finalmente diamo attuazione a un sentimento comune e molto forte nella nostra città – ha concluso il primo cittadino – infatti nell’ottobre 2020 la passata Amministrazione portò in Consiglio, su proposta di quattro giovani colleghi, un’apposita risoluzione che, anche dall’opposizione, votai convintamente. Peccato che da quel momento questa è rimasta ferma e non ha mai trovato attuazione, noi invece oggi diamo seguito, con questa ordinanza, a una volontà comune a tanti cittadini rosetani che, ne sono certi, apprezzeranno e appoggeranno questa nostra scelta”.




ALLENARSI PER LA SALUTE into the wild

Alla D’Annunzio il prestigioso riconoscimento della Bocconi School of Management

Chieti, 2 luglio 2022. Alla presenza del Ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il progetto “Allenarsi per la salute into the wild” del Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento dell’Università “Gabriele d’Annunzio” (DMSI) di Chieti-Pescara è stato premiato dalla “SDA Bocconi School of Management” con una menzione speciale, nella sezione sport del premio “Valore pubblico. La pubblica amministrazione che funziona”. Ideato ed attuato sotto la direzione del professor Giorgio Napolitano e coordinato dal dottor Andrea Di Blasio, ricercatore della “d’Annunzio”, il progetto “Allenarsi per la salute into the wild” è stato realizzato in coordinamento con il DMSI della “d’Annunzio” e con l’Ambulatorio di Medicina Integrata, attivato dalla ASL Lanciano-Vasto-Chieti e dal DMSI presso l’ospedale “G. Bernabeo” di Ortona, a completamento e supporto delle attività della Breast Unit.

Il progetto – spiega il dottor Andrea Di Blasio – è nato con lo scopo di trasformare in pratica i risultati della ricerca di base, per supportare la prevenzione primaria, terziaria a quaternaria del tumore mammario anche attraverso l’allenamento in ambiente naturale. Il progetto è in continuo ampliamento e prevede la ricerca degli effetti psicofisici di diverse discipline e di diversi ambienti naturali, nonché la loro mappatura, e la caratterizzazione di quelli che, in Abruzzo, contengono le caratteristiche più importanti per la salute. L’organizzazione di allenamenti supervisionati ed itineranti, nella nostra regione, lo completano. Nell’A.A. 2020/2021, il progetto ha visto l’istituzione e la realizzazione di un corso di perfezionamento, aperto a laureati in “Scienze e Tecniche delle Attività motorie preventive ed adattate”, volto a creare competenze specifiche, nel territorio, per l’allenamento di trattate per tumore mammario. In forza degli effetti positivi psicofisici dell’esercizio fisico in ambiente naturale, il progetto è replicabile anche in altri contesti, come abbiamo parzialmente fatto col progetto “Not Just Walking”, realizzato per le patologie cardiovascolari e dismetaboliche. Un importante ringraziamento – aggiunge il dottor Di Blasio – va all’Ateneo d’Annunzio, al DMSI ed alla ASL Lanciano-Vasto-Chieti che hanno reso possibile il progetto, nonché ai nostri partner, “Il Bosso Soc. Coop.”, l’Associazione “ISA” e l’Associazione “Amici per la Vita-Onlus”, che lo hanno in parte sostenuto economicamente con il loro contributo incondizionato. Un ringraziamento particolare va ai nostri borsisti universitari, costantemente coinvolti nella raccolta dati, nelle mappature e nella conduzione degli allenamenti: i dottori Teresa Morano, Federica Lancia, Alessandra Di Marco, Gianluca Viscioni e Simone Grosso. Quello ottenuto, infatti, – conclude il dottor Di Blasio – è un riconoscimento importante al lavoro di un’equipe multidisciplinare sostenuto dalle Istituzioni e da qualificate Associazioni del territorio.

Maurizio Adezio




AL FLAIANO 2022 premiato il viaggio delle radici

Maxi Manzo vincitore del Premio Flaiano di Italianistica sezione Under 35 con il docufilm “El Vestito de Dora”

Pescara, 2 luglio 2022. Esiste un’altra Italia nel mondo composta da circa ottanta milioni di persone che sognano di tornare nei luoghi da cui sono partiti gli avi per scoprire, attraverso un “viaggio delle radici”, le proprie origini e risanare la ferita provocata dallo sradicamento dell’albero genealogico.

Tra questi Maxi Manzo, un giovane argentino italo-discendente di origini abruzzesi e molisane che ha vinto il Premio Flaiano 2022 per la prima edizione Under 35 della sezione di Italianistica, con il progetto interculturale e docufilm musicale “El Vestido de Dora”.

Il Premio, che verrà ritirato il prossimo 2 luglio nell’ambito della prima delle due serate dedicate al teatro D’Annunzio di Pescara, è stato promosso ed organizzato dalla Fondazione Edoardo Tiboni, dall’Associazione Culturale Ennio Flaiano in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con gli Istituti Italiani di Cultura all’Estero: “Il documentario – ha dichiarato la Presidente della Fondazione Carla Tiboni – è un valido tentativo di promuovere la cultura italiana nel mondo attraverso le nuove generazioni e attraverso nuovi strumenti di comunicazione, obiettivi questi perseguiti dal Premio Internazionale Flaiano di Italianistica “Luca Attanasio”.

Il progetto

Il progetto tratta il tema degli oriundi italiani residenti all’estero che compiono questo viaggio di ritorno in Italia per ritrovare la propria identità individuale e collettiva. Il documentario, infatti, che racconta l’esperienza dell’autore, vuole mostrare, attraverso una profonda ricerca personale, gli effetti dello sradicamento forzato all’interno di un nucleo familiare emigrato dall’Italia e che si ripercuotono sulle generazioni future. Questo avviene con alcune semplici azioni della vita quotidiana, trasmesse di generazione in generazione, che possono risvegliare un’infinità di emozioni e che vengono canalizzate attraverso l’immaginazione dell’individuo. Altre azioni più complesse, invece, permangono nell’inconscio familiare influendo sulla personalità di un soggetto, come una ferita da guarire. Tutto parte delle testimonianze dei nonni italiani emigrati in Argentina che rievocano passaggi della loro vita, in un momento attuale di solitudine e introspezione. La narrazione dell’autore parte da Tornareccio, piccolo borgo in Provincia di Chieti, paese d’origine della nonna Dora, che con i suoi racconti sulle tradizioni e le storie d’Abruzzo ha segnato la sua giovinezza, spingendolo a conoscere da vicino i luoghi che gli descriveva fin da piccolo. Attraverso i filmati dell’archivio di famiglia il viaggio continua con il racconto della comunità italiana d’oltreoceano, con la nascita delle famiglie italo-argentine negli anni ’60, con l’adozione di nuovi costumi che si sviluppano attraverso la fusione delle tradizioni di entrambi i Paesi. In alcuni momenti si percepiranno fasi di negazione, di nostalgia, di rabbia, ma tutto ciò non impedirà la nascita della vita associativa negli anni ’70 e ’80. Nel docufim si parla anche di quello che la comunità italiana, attraverso la sua rete associativa, ha dato al protagonista, così come a tanti altri giovani: la possibilità di realizzare i loro sogni e di esprimere le loro vocazioni.

L’autore

Nato a Mar del Plata nel 1987, musicista e operatore culturale, Maxi Manzo ha avuto da sempre un legame speciale con le sue radici italiane: è Consigliere del CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo) e della Consulta dei Molisani nel Mondo, ed è inoltre membro della Rete dei Giovani Italiani nel Mondo della Commissione VII del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), che include circa 150 rappresentanti under 35 delle collettività italiane all’estero. Negli ultimi 8 anni ha vissuto nella Città di Buenos Aires e ha svolto funzioni nella “Direzione della Collettività del Governo della Città di Buenos Aires” come coordinatore artistico del programma “Buenos Aires Celebra”, collaborando alla diffusione della cultura delle oltre quaranta collettività che hanno sede in detta città. Nel periodo della pandemia da Covid-19, ha compiuto un’intensa ricerca della sua storia familiare, che lo ha portato a raccontare il suo viaggio alla scoperta delle radici e a realizzazione questa preziosa testimonianza.

Il progetto ha il patrocinio della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Dichiarato di interesse dall’onorevole Consiglio Deliberativo del “Partido de General Pueyrredón”, ed è stato realizzato con il sostegno della Regione Abruzzo (CRAM) – Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo, la Regione Molise – Rapporti con i molisani nel mondo e il  Consolato d’Italia di Mar del Plata, e con la collaborazione dell’Associazione Raíz Italiana, del Governo della Città di Buenos Aires (Direzione Generale delle Collettività), l’ENIT – Ente Nazionale Italiano per il Turismo – Sede Buenos Aires, l’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, l’Associazione Famiglia Abruzzese di Rosario, la Fedamo Abruzzo, il Centro Abruzzese Marplatense, l’Associazione dei Carovillesi e Hijos del Molise, l’Associazione Vinchiaturese in Argentina, l’Unione Molise, Federazione delle Associazioni Italiane di Mar del Plata e Zona, Colectividad Mafaldese y Molisana.

Il docufilm

Il documentario è stato realizzato tra l’Argentina e l’Italia, l’autore infatti negli ultimi mesi è venuto a perfezionare il suo lavoro tra Abruzzo e Molise per completare le riprese. Qui il protagonista, attraverso l’incontro con il territorio italiano ha trasformato in realtà le favole raccontate dai suoi avi, ha ritrovato le tradizioni musicali che fanno parte della sua ricerca interiore e che significano la cura del suo albero genealogico.

Poi il ritorno in Argentina a febbraio scorso per presentare il progetto in anteprima a Mar del Plata, suo paese natale, il 12 marzo 2022 presso il museo MAR della città di Mar del Plata. Si è susseguito poi un fitto calendario di appuntamenti per un tour di presentazione del docu-film che ha toccato diverse città: il 25 marzo 2022 a Buenos Aires, presso la sede argentina dell’Università di Bologna, nell’ambito dell’incontro “Le comunità italiane nel mondo e i viaggi delle radici” organizzato dal Centro di Alti Studi dell’Università di Bologna in collaborazione con Marina Gabrieli, responsabile del Progetto di Ricerca del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna “Verso un Turismo delle radici in Emilia-Romagna”. Il 3 aprile è stato proiettato nuovamente, con grande successo di pubblico, al Museo Mar di Mar del Plata con la collaborazione della Federación de Sociedades Italianas Mar del Plata, l’Unione Molise Centro Abruzzese Marplatense, e il Comites Mar del Plata. Il tour è proseguito poi in Patagonia il 6 maggio presso l’Associazione Italiana di San Martin de Los Andes e il 9 maggio all’Istituto Dante Alighieri Bariloche, in collaborazione con l’Associazione Italiana Socorro Mutuo Nueva Italia di Bariloche, dove i giovani studenti italo-discendenti di diverse fasce di età, sono stati invitati, attraverso la testimonianza del film, a scoprire le loro radici in Italia e a realizzare i loro sogni e desideri più profondi, seguendo le proprie vocazioni e onorando le tradizioni italo-argentine. Il 3 giugno è stato presentato di nuovo a Mar del Plata, presso le associazioni italiane Centro Abruzzese Marplatense e l’Unione Regionale del Molise.

Oggi di nuovo in Italia, dopo la consegna del premio Flaiano, l’artista presenterà il suo progetto domenica 3 luglio alle ore 20.30 a Tornareccio, suo paese di origine, presso la Sala Polifunzionale Remo Gaspari”, con una proiezione del suo docufilm e della storia di emigrazione della sua famiglia e sul viaggio di ritorno che lo ha riportato in Abruzzo.

Una speranza per il futuro

Ed è proprio grazie al mondo globalizzatoche i nipoti degli italiani sono in grado di ricostruire l’albero genealogico, di connettersi con le famiglie italiane, di comprendere da dove vengono anche attraverso il viaggio delle radici; quindi, percorrendo i paesini e i campi di cui tanto hanno sentito parlare nei racconti dei loro nonni. Vogliono sentirsi italiani, vogliono vivere l’Italia, scoprire la sua vera essenza, far conoscere le sue storie. A volte vengono delusi dalla realtà che non coincide con l’immaginazione e il sogno, così si ostinano a cercarla nei luoghi in cui pensano che possa ancora continuare a vivere. E quello del documentario è un finale aperto a una ricerca emotiva che rappresenta i sentimenti di tanti giovani che vibrano allo stesso modo, un ricongiungimento con le radici dell’albero, una rinascita con un messaggio di speranza in un momento di apertura con un mondo nuovo che cerca di riconnettersi con i bisogni primari.

La squadra di progetto

Genere: docufilm musicale

Autore e produzione: Maxi Manzo

Regia: Mati Long

Montaggio: Mati Long

Sceneggiatura: Maxi Manzo

Revisione sceneggiatura: Celeste Veleda

Direzione musicale: Julián Gándara

Paesi: Argentina/Italia

Anno: 2022

Turismo delle radici, volano per ripartire nell’era post Covid

Prende il via il Progetto del Pnrr “Il turismo delle radici – una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post covid-19”, che si inserisce nell’investimento per l’“Attrattività dei Borghi” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e propone un ampio raggio di offerte turistiche mirate alla vasta platea di italo-discendenti e di oriundi italiani nel mondo (stimati in circa 80 milioni).

Con la firma dell’accordo fra Ministero della Cultura ed il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale si pongono le basi per il Progetto attraverso il quale le comunità italiane all’estero presenti in tutto il mondo verranno coinvolte nella valorizzazione della nostra offerta turistica, all’interno di in una strategia volto a invertire il processo di depauperamento dei borghi italiani per sostenere attivamente il rilancio post Covid della nostra cultura, del nostro turismo e della nostra economia. L’obiettivo è consentire una riscoperta “a tutto tondo” dei luoghi di provenienza, consentendo ai visitatori di riappropriarsi della cultura delle loro origini anche attraverso tradizioni, testimonianze, artigianato e gastronomia.




START DAY, il futuro nel settore ferroviario

Avvio dei corsi di alta specializzazione

Ortona, 2 luglio 2022. L’Istituto Tecnico Superiore Per La Mobilità Sostenibile di Ortona, in collaborazione con Tua Spa, Sangritana Spa, dà avvio ai corsi di alta specializzazione nel settore Ferroviario dedicato a n. 25 giovani abruzzesi che hanno superato gli esami di selezione e di idoneità per le licenze di “Preparatore Treno” e “Condotta Treno”. Nella mattinata di lunedì 04 luglio p.v., l’agenzia formativa nazionale Forfer, partner dell’Its Most, presenterà insieme alle istituzioni pubbliche promotrici dei corsi e alla Regione Abruzzo, il piano formativo di 500 ore che sarà propedeutico all’ottenimento delle licenze necessarie per accedere al lavoro.

“Poter formare nell’ambito del settore ferroviario”, dichiara il Presidente della Fondazione its most, Ing. Alfonso DI Fonzo, “non rappresenta solo l’alta specializzazione offerta ai giovani dal nostro Istituto, ma una risposta concreta alle esigenze di crescita del sistema intermodale della nostra regione e dunque al mondo della logistica e dei trasporti”.

Il sostegno dell’Azienda Pubblica di Trasporto Tua Spa e di Sangritana esprime l’elevato fabbisogno di figure professionalmente preparate per i trasporti ferroviari, in un contesto competitivo in cui il trasporto via treno è in grado di dare risposte in termini di sostenibilità economica e ambientale alle esigenze distributive dell’industria e dei cittadini.

Il contribuito finanziario della Regione Abruzzo, che per la prima volta ha consentito l’attivazione nella nostra regione di questa tipologia di corsi altamente specialistici, ha permesso l’accesso ad un ampio bacino di giovani che, seppur con elevate attitudini e conoscenze, incontra gravi difficoltà nell’occupabilità.




PIANO DI CONTROLLO delle popolazioni di cinghiale

In tre anni meno incidenti stradali e danni alle colture, più sicurezza per i cittadini

Rocca San Giovanni, 2 luglio 2022 –  Bilancio positivo per il piano triennale 2020/22 di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiale nella Riserva naturale regionale Grotta delle Farfalle, nei Comuni di Rocca San Giovanni e San Vito Chietino. 154 gli esemplari abbattuti in due anni, in circa 80 giornate di interventi.

”Un risultato importante – spiega il sindaco di Rocca San Giovanni Fabio Caravaggio – che ha contribuito ad arginare il fenomeno a vantaggio dell’intera collettività”. L’intervento in effetti ha portato a ridurre i danni alle coltivazioni, limitare il numero degli incidenti stradali e preservare l’aspetto naturalistico nei 500 ettari di riserva coinvolti dal progetto.

“Il merito è stato di tutti gli attori che hanno partecipato alla realizzazione dell’iniziativa – ha commentato il primo cittadino Caravaggio – dai due Comuni coinvolti, alla polizia provinciale e al dott. Fabio De Marinis. Vogliamo che il progetto vada avanti ed è per questo che chiediamo il coinvolgimento di altri enti, in primis la Regione Abruzzo, attraverso finanziamenti ad hoc che sostengono le attività di gestione e controllo dei cinghiali che finora sono state realizzate con le sole forze dei due Comuni. Non siamo, quindi, inermi di fronte al fenomeno, nonostante esso non sia di facile soluzione”.

Il progetto ha previsto nello specifico la collocazione di due recinzioni elettrificate all’interno della riserva Grotta delle Farfalle, una insistente su un piccolo orto nel Comune di San Vito e l’altra su una coltura di favino nel territorio di Rocca San Giovanni. “La riduzione dei danni nelle due aree recintate è stata notevole – ha spiegato Fabio De Marinis, biologo e tecnico faunistico negli Ambiti territoriali di caccia di Pescara, Sulmona e del Chietino Lancianese -. Lo studio preliminare di fattibilità del progetto  è durato quasi un anno, al quale sono seguiti due anni di attività. Insieme alla polizia provinciale e ad alcuni cacciatori volontari con abilitazione specifica, abbiamo effettuato degli abbattimenti selettivi programmati. Una volta abbattuti, i capi sono stati ritirati da ditte specializzate nella lavorazione di carni selvatiche, portati in centri di lavorazione, commercializzati e poi venduti”.

I proventi delle vendite, e questa è una particolarità dell’iniziativa, sono tornati nelle tasche dei due Comuni coinvolti e sono stati utilizzati per la gestione della riserva naturale. Insomma un piccolo circolo virtuoso che inoltre punta a far diventare, attraverso questo percorso, la carne di cinghiale prodotto tipico, simbolo del territorio. Trasformando il problema in una risorsa.

“Il piano di intervento è nato tre anni fa, prima della pandemia, e allora il problema era molto più evidente di oggi – ha dichiarato il sindaco di San Vito Chietino Emiliano Bozzelli -. Abbiamo contenuto la problematica affrontandola, riducendo i danni agli agricoltori, il numero degli incidenti stradali e tutelando la sicurezza della cittadinanza, ma adesso per andare avanti abbiamo bisogno che la Regione ci aiuti economicamente”.




ENERGIA GEOTERMICA: il progetto di Rfi sulla tratta Terni, Rieti, L’Aquila e Sulmona

Al centro del primo laboratorio geotermia-idrogeno

Roma, 2 luglio 2022. Il progetto di RFI sulla nuova linea a treni a idrogeno verde del cratere sismico di Terni, Rieti, L’Aquila e Sulmona sarà al centro del primo laboratorio geotermia-idrogeno che si terrà in Umbria. L’iniziativa, promossa dalla Rete di Imprese H-Circular, nasce per rispondere alle esigenze dell’energivoro e grande emettitore di CO2 come le Acciaierie Speciali di Terni, l’utilizzo del biogas e bio metano prodotto dagli impianti che smaltiscono i rifiuti organici e appunto il progetto di RFI sulla nuova linea a treni a idrogeno che interessa i comuni di Terni, Rieti, L’Aquila e Sulmona, che potrebbe giovare di una fornitura di idrogeno stabile senza condizionarsi a grandi impianti fotovoltaici o eolici.

Il primo progetto di economia circolare in Europa che vede chiusura del ciclo dei rifiuti, produzione di idrogeno verde per grandi cicli industriali e alimentazione del trasporto ferroviario.

A annunciarlo è stato il Presidente Associazione Geotermia Zero Emissioni, Diego Righini, in occasione degli Stati Generali della Geotermia, organizzati nei giorni scorsi dal Consiglio Nazionale degli Geologi.

La geotermia è attualmente la soluzione energetica più efficace e immediata per rispondere alla crisi di energia in Europa. Nel corso dell’appuntato è stato presentato il quadro generale degli impianti presenti oggi in Italia, che vede 34 centrali in Toscana, e la programmazione per il 2035 con la realizzazione di altre 15 centrali tra Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata e Sicilia. Le nuove centrali saranno il frutto della collaborazione tra gli studi compiuti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e delle Università italiane presenti nelle regioni. Il lavoro sarà coordinato dall’Unione Geotermica Italiana e il piano industriale sarà redatto da Enel con la collaborazione delle PMI geotermiche coordinate dal manager di ITW Geotermia Italia, Diego Righini.

“E’ necessario un maggiore impegno di studiosi, ricercatori, Ordini dei geologi regionali e altri tecnici nel rispondere alle critiche pubbliche rivolte ai progetti geotermici presentati in Italia”, afferma Diego Righini, “Progetti che non devono più vedere sovraesposti gli imprenditori nel dibattito con i Comitati contrari o critici, ma i gli ordini professionali, le Università e gli Istituti scientifici che fanno molti convegni ma hanno dimostrato poco coraggio nel affrontare critiche non giustificate sui temi delicati della sismicità e dell’inquinamento delle falde acquifere, fatta eccezione dell’INGV che da quando ha come presidente Carlo Doglioni risponde caso su caso sul tema della sismicità smentendo collegamenti con i progetti completamente diversi di Strasburgo, San Gallo e Basile”.

Secondo Righini “Regioni e Comuni non dotati di uffici tecnici competenti chiedano supporto a CNR, Università e Geologi per rispondere ai quesiti tecnici rivolti sui progetti. Non deve essere più consentito ai politici di rispondere sui temi tecnici sulla geotermia con risposte qualunquiste prive di ogni nozione tecnica”.




RINNOVO RSU alla Hydro Building

Alla SGLM la Uilm è il primo sindacato

Aielli, 2 luglio 2022 – La Uilm vince le elezioni alla Hydro Building e alla Sglm (società cooperativa che gestisce un reparto per Hydro) di Aielli, eleggendo in entrambi i casi 2 Rsu su 3. In Hydro la Uilm ottiene 50 voti su 79 votanti, pari al 63.2 per cento, mentre la Fim ottiene 26 voti pari al 32 per cento.

Nella lista UILM sono stati eletti Antonello Quadrato, primo degli eletti con ben 45 preferenze ed anche Rls, e Andrea Bernardi, ai quali vanno i migliori auguri di buon lavoro da parte di tutta la segreteria provinciale.

In Sglm la Uilm ottiene 24 voti su 47 votanti pari al 51 per cento, mentre la Fim ottiene 20 voti pari al 49 per cento. Nella lista Uilm vengono eletti Simplicio Baruffa, primo degli eletti con ben 17 voti ed anche Rls, e Gennaro Melillo, ai quali la segreteria provinciale rinnova i migliori auguri di buon lavoro.

“Con questa tornata elettorale – commenta Michele Paliani, segretario Uilm L’Aquila Teramo – la Uilm provinciale conferma il primato in tutte le aziende del territorio marsicano eleggendo il maggior numero di Rsu rispetto alle altre organizzazioni sindacali. Tutto questo è il risultato di un operato che i lavoratori e le lavoratrici metalmeccaniche riconoscono ai delegati e alle delegate che compongono le liste oggetto di elezione e che quotidianamente si adoperano per fornire assistenza ai colleghi delle aziende. A loro il merito di tutto ciò. La segreteria provinciale esprime grande soddisfazione perché ancora una volta la trasparenza, la dedizione, il lavoro di squadra e il sano confronto prevalgono sulle bizzarre critiche e illazioni che taluni cercano di millantare senza avere successo”.

Piergiorgio Greco