Un grave danno per il paesaggio e per l’ambiente
Moscufo, 9 luglio 2022. La splendida roverella storica sulla Statale 151 è stata condannata a morte. Dopo l’indignazione dei residenti, scesi in campo per difendere la quercia, sulla questione interviene anche il Coordinamento Regionale Co.n.al.pa. Abruzzo. “Una scelta senza senso che va a impoverire il patrimonio arboreo della Val Tavo e della stessa area Vestina.” commenta l’associazione, “Il grande albero, da sempre punto di riferimento di questa zona di Moscufo, in prossimità dell’area industriale, ha svolto egregiamente, per più di 80 anni, i suoi servizi ecosistemici per tutta la comunità.
La colpa della sua condanna a morte? La nuova rotatoria sull’incrocio e una presunta sicurezza stradale. Certo, stiamo parlando di una delle strade più pericolose e trafficate d’Abruzzo, dove avvengono incidenti spesso mortali, ma bisogna smetterla di dare la colpa sempre agli alberi. Forse bisognerebbe prendersela con la disattenzione e la velocità degli automobilisti.”
“Pur apprezzando i lavori per la messa in sicurezza di una strada così pericolosa, la nostra associazione non può assolutamente accettare la logica del “tabula rasa” di tutti gli alberi presenti. Un albero non può essere ritenuto “pericoloso” solo perchè si trova in prossimità di una strada. La presunta pericolosità di un albero dovrebbe essere valutata scientificamente, attraverso analisi strumentali, dettagliate ed eseguite da personale altamente qualificato.”
“Un albero di queste dimensioni, sano e in salute, aiuta a combattere il particolato atmosferico“, continua l’associazione, “contribuisce alla mitigazione della canicola estiva ed è una grande casa per avifauna e biodiversità. Inoltre, questa roverella rappresenta un simbolo del paesaggio agreste locale. È un sopravvissuto eccellente che per decenni ha scandito la storia di questi luoghi e allietato la visione di automobilisti e residenti.”
“Stiamo parlando di un patrimonio che appartiene a tutta la comunità. Le soluzioni ci sono e si possono trovare e attuare immediatamente. Basterebbe un minimo di buona volontà e di partecipazione, lavorando insieme per il territorio, amministratori, associazioni, addetti ai lavori, esperti del settore, cittadini ecc… Quali possono essere le soluzioni? In primis le potature di pulizia del secco e dei rami pericolanti, se ci sono. Poi occorre migliorare lo spazio vitale della pianta e la famosa “rizosfera”. In tal caso il terreno intorno è stato quasi tutto cementificato, a danno dell’albero stesso. Bisognerà intervenire per ripristinare lo stato naturale dei luoghi.”
“Abbattere questo storico albero sarà come togliere di mezzo un grande climatizzatore naturale che produce ossigeno, aria pulita, ampia ombra e mitigazione del clima torrido. Insomma, tanti benefici scaturiscono da un albero di questa grandezza.”
“Non si potrà tornare indietro una volta fatto lo scempio.” continua l’associazione, “Assolutamente fuori luogo la scelta di piantare solo due nuovi alberi come compensazione. In realtà due alberelli giovani non possono eguagliare i servizi ecosistemici di una grande quercia di 80 anni. Per sviluppare tali servizi ecosistemici, in assoluta perfezione, un albero impiega almeno 50 anni tra cure, innaffiature, corretta gestione ecc.…”
“C’è sempre un prezzo da pagare, elevatissimo, quando si distruggono i grandi alberi“, conclude l’associazione, “In questo caso i danni colpiranno un territorio e una comunità. Ci sarà maggiore inquinamento atmosferico e niente ombra sulla SS-151. I cittadini e i residenti saranno i primi a pagarne le conseguenze. Un appello agli amministratori: si trovino tutte le soluzioni per evitare un simile scempio.“
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