Via Marconi e l’optional del CdS
Pescara, 20 agosto 2022. Percorro Via Marconi tutti i giorni soprattutto in bici, e non nascondo una certa difficoltà a mantenere la destra sulla corsia di marcia, per me quella delle automobili. Andando verso nord, la continua sequenza di tombini non sempre allineati con il piano stradale costringe a procedere pericolosamente a zig-zag, soprattutto per via delle auto che sopraggiungono e che, a loro volta, per mantenere una certa distanza invadono la corsia del bus, se e quando libera. Andando verso sud, invece, procedere a destra sulla corsia delle auto significa trovarsi a ridosso di quella del bus che, solo col suo ingombro, quando arriva ti spinge verso sinistra, dove transitano le auto che per stare a distanza occupano quella del bus ancora più a sinistra, che procede in senso opposto. È un continuo ondeggiare, in sostanza.
Questo induce spesso a fare scelte di transito per ottenere una presunta maggiore sicurezza e non in base alle regole del Codice della strada. Alternative? O sceglierne un’altra via, oppure stare al centro della stessa, in modo chiaro e visibile, o altrimenti, in direzione sud, transitare sulla corsia del bus, fino a quando non arriva un mezzo.
Ma tutte queste incertezze valgono anche e forse soprattutto per gli automobilisti che nelle diverse occasioni ostentano i più vari approcci interpretativi della segnaletica, sia orizzontale che verticale. Soprattutto quella orizzontale, che in Via Marconi costituisce ormai un riferimento cromatico solo di orientamento, non riconducibile a un obbligo o a un divieto.
Fra le infrazioni più frequentemente commesse dagli automobilisti vi è il fermarsi in divieto di sosta, pratica molto diffusa proprio perché i mezzi in transito sulla corsia occupata si possono spostare in quella adiacente, se libera, anche contromano (la corsia bus lato mare ormai è diventata una sorta di “cassa di espansione” del traffico automobilistico che vi si svolge regolarmente).
In secondo piano c’è la svolta irregolare, sia in ingresso che in uscita. Tranne che in presenza di rotatorie, le linee continue agli incroci dicono chiaramente che accedendo si può svoltare solo a destra, non andare diritto né a sinistra, e allo stesso modo uscendo si può girare sempre solo a destra.
L’esempio riportato nella foto è una classica situazione: auto parcheggiata sulla corsia di marcia addirittura contromano (di fronte, tra l’altro, ai cassonetti dei rifiuti impedendone lo svuotamento dato che il mezzo non potrebbe effettuare la manovra); più indietro un’auto si immette su via Marconi svoltando a sinistra, manovra vietata dalla segnaletica orizzontale e verticale, e una terza si accinge a uscire girando a sinistra, superando la linea continua che è invalicabile.
Di queste situazioni via Marconi è stracolma, tutti i giorni e tutte le ore e i minuti, come se le regole in questo tratto di strada fossero sospese e si transitasse solo guardandosi intorno, valutando di volta in volta le possibilità, le opportunità e al limite, se serve, il rischio.
L’istituzione del limite di 30 km/h, imposto con un deterrente anche fisico oltre che sanzionatorio, e certi obblighi di direzione, mitigherebbero la pericolosità e l’arbitrarietà dell’uso di questa strada. Diversamente verrebbe da ritenere sufficiente l’aver rifatto l’asfalto e messe le indicazioni del senso di marcia, nord e sud, lasciando l’uso della via alla libera interpretazione delle regole: com’era prima, tanto è già di nuovo cosi.
Giancarlo Odoardi
Giornalista, ecologista, ciclista urbano
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