La Storia culturale dell’espressione artistica tra la fine del ’900 e il nuovo Millennio
di Renato Mammucari
Roma, 3 settembre 2022. Certe grandi mostre che si realizzano ogni anno denotano la crisi del sistema dell’arte contemporanea che perdura ormai da quindici, venti anni se non di più. Il sistema dell’arte contemporanea s’imposta su rudimenti che spesso non richiedono neanche più la ricerca del pregio artistico. Spesso i maggiori avvenimenti dell’arte contemporanea diventano indicazioni di questo peggioramento che il sistema non ha nessuna voglia di affrontare, perché quello che vale sono solo l’eccessivo denaro che può ricavarne. Il vero avverso del concetto di arte sta proprio nel mercato perché non intuisce la ricerca della genialità nel lavoro dell’artista. E se è vero, com’è vero, che l’arte è espressione dei sentimenti, della vita vissuta e dell’essenza di una persona, allora possiamo essere certi che quanto stiamo vivendo, si ripercuoterà necessariamente anche nell’arte, rendendo tangibile e manifesto quel turbinio di emozioni che oggi ci attanaglia più che mai. Siamo sempre più sicuri, specie oggi più che mai, che la storia dell’arte è più rilevante di qualsiasi mercato e denaro. Alla denominazione ‘mercato’ si dovrebbe usare il termine Arte = Crescita civile e morale. Cosicché la creazione delle opere d’arte possa recuperare quei soggetti simbolici e visionari che hanno da sempre caratterizzato l’arte, in quanto esprimente idee universali. In breve, l’arte deve avere quell’impronta individuale, che più delle volte va contro corrente, perché è intrinseca alla visione personale del mondo. Insomma, la vera arte ha sempre qualcosa che ci racconta il mondo e quel qualcosa che la fa rimanere eterna al di fuori di ogni moda.
La Pandemia da Covid-19 ha messo a soqquadro l’intero mondo. Coronavirus, lockdown e crisi economica-sociale hanno messo KO lavoro e imprese, così anche il mondo dell’arte (non certo quello del sistema), ha procurato sottrazione di attività lavorativa e condizioni sfavorevoli per i giovani. Il Coronavirus ha danneggiato intere generazioni, con un grande numero di morti, specie tra gli anziani e ledendo le nuove generazioni, ponendo su tutti un sintomo profondo di malessere nell’animo umano.
Il mondo è cambiato e nulla può tornare come prima. Siamo concordi a pensare che ci troviamo davanti ad una svolta epocale. Ed a questa nuova epoca dovremo dare necessariamente delle risposte per poterla superare, se vogliamo rispondere in termini di arte, perché l’arte e il sapere sono stati da sempre trainanti anche per le altre discipline e per l’evolversi dell’umanità.
Storia culturale dell’espressione artistica tra la fine del ’900 e il nuovo Millennio
Un’originale lettura dell’arte di fine ’900 ed inizio del nuovo millennio riflette sulla sua relazione con il tempo che stiamo vivendo. Reale e Virtuale, entità alle quali si sente sempre più parlare di cui si possano creare nuove possibilità per i curatori di eventi artistici e letterari. L’arte ha superato i confini dell’isolamento di questi circa tre anni per una nuova visione artistica post Covid che si estende in un approfondimento delle tematiche contemporanee partendo dagli anni ’80 che hanno dato grande vitalità sia in Europa sia in America.
Negli anni ’80 con la Transavanguardia, il Transrealismo, i Graffitisti, riprende una certa pittura e riconsegnano all’artista e agli appassionati d’arte il fascino e il godimento del colore e del disegno, in un periodo in cui l’arte collocava la pittura come qualcosa di trascorso. Gli anni ’80 risanano la ricerca della forma reale e il ritorno all’immagine in criteri certo originali, sul principio, ispiratori della storia dell’arte, che hanno anche contribuito al design, alla pubblicità, ed alla cultura in generale, dando origine ad un composito di legami costruenti e proficui. Gli anni ’80 sono stati il vero viatico, il vitale luogo di indirizzo di un rendiconto che si sarebbe sviluppato nei decenni successivi in cui si rilevano caratteristiche di continuità che persistono ancora oggi. Infatti, la filosofia del realismo è rimasta a condizionare il mondo, influenzando la cultura degli anni Ottanta, il nuovo assetto dei Novanta, e l’era recente che elabora dottrine filosofiche e scientifiche contemperate. Dunque, possiamo ammettere che tutto questo porta ad una successione ancora oggi interminabile portandola ad una successione di favorevoli conseguenze.
Alla fine degli anni ’70 a New York, si era instaurata la nascita di una generazione di artisti formatasi nel quartiere dell’Empire State Building: Jean-Michel Basquiat, Julian Schnabel, David Salle, Eric Fischl, Robert Longo che hanno contribuito assieme ad altri artisti alla ricomparsa del soggetto figurativo. Oltre a quelli americani potremo citare quelli europei come il tedesco Sigmar Polke ed allora, il più giovane, l’artista italiano Francesco Guadagnuolo. Questi artisti lavorano evidenziando un tipo di pittura vicino alla tradizione europea ed alimentando un interesse al nuovo figurativo visionario. Nel passato erroneamente si è considerato il figurativo in netta opposizione all’astratto, invece, negli anni ’80 questa netta distinzione è stata letteralmente cancellata, mentre ha continuato ad esistere una storia consolidata nei secoli di un’arte della realtà europea, se pensiamo che il primo realista del XV secolo è stato Hieronymus Bosch.
Gli anni ’80 hanno avuto un’influenza su un evidente numero di artisti, tra cui Jeff Koons, Julia Wachtel con le sue composizioni fotografiche, Jerry Kearns con le sue opere che passano dal fumetto ad un certo influsso religioso ed ancora Barbara Kruger, Cindy Sherman.
Aveva ragione il filosofo Rosario Assunto quando ha presagito negli anni ’60 con lucidità mentale la filosofia del realismo di cui è rimasta a condizionare il mondo contemporaneo: “…l’unica realtà che il mondo può avere per l’arte è una realtà estetica, cioè una realtà di forme, una realtà di apparenze… La forma è l’apparenza allo stato puro; è la condizione di possibilità dell’apparenza, come apparenza che non è il contrario della realtà, che non è illusione, ma che, anzi, è la vera realtà, perché l’essere è reale quando appare: sia esso l’essere della pittura che non ci sarebbe se non apparisse, sia l’essere degli esseri viventi, sia il mondo. Il mondo è qui perché appare, è come appare; è come appare vuol dire com’è esteticamente, in quanto forma: la realtà assoluta è forma, la vera arte, quindi, non è altro che perseguimento della forma assoluta, cioè assoluto formalismo… In rapporti puramente misurabili, traducibili in numero ed equazioni, s’inserisce qualche cosa che non è traducibile in numero, cioè che non è quantitativo; avviene una specie di salto che, in fondo, è la rivendicazione della qualità: non contro una visione scientifica, cioè come irrazionale, ma come qualità che, novità qualitativa, emerge dall’interno della stessa visione scientifica, non la nega, ma la integra; va al di là perché la visione scientifica e anche la costruzione scientifica non bastano. Qui è la stessa costruzione scientifica che reclama un salto fantastico, una rottura dei propri schemi rigidi…”.(Rosario Assunto – da Sperimentale p., Quaderno 1964, Ed. Il Bilico, Roma).
Quindi “Arte e Realtà” analizzano oggi le ultime correnti artistiche che hanno cambiato il pensiero sull’arte contemporanea degli ultimi quarant’anni e ci accorgiamo che ridanno autenticità e verità alle opere d’arte degli artisti contemporanei.
Pertanto, tutta l’arte, compresa quella contemporanea, ci deve fare riflettere su quell’impellenza connaturale nell’uomo che traspone il suo pensiero impulsivo, stimolando la metamorfosi creativa che aspira al valore massimo, scoprendo il sovrasensibile e diventando eterna quando è autentica.
Per menzionare un resoconto che nel corso del tempo è diventato ‘Storia culturale dell’espressione artistica’ dagli anni ’80, nel passaggio di fine ’900 e l’inizio del nuovo millennio, esamineremo cosa è successo in alcune Nazioni europee e negli Stati Uniti approfondiremo la storia di alcuni artisti contemporanei con l’opportuna conseguenza di quale futuro potremo parlare per un’arte post pandemia.
Apriamo con l’Italia
Francesco Clemente, Sandro Chia, Mimmo Paladino, Enzo Cucchi, Nicola De Maria sono gli artisti scelti da Achille Bonito Oliva riuniti sotto il nome di Transavanguardia che attuano una ricerca del citazionismo nell’attraversare la storia dell’arte del ’900 con ricchezza di colore spesso violenta. Mimmo Paladino, tratta una traccia primordiale riprendendo i miti del Sud e le tradizioni popolari con un ingrediente onirico e visionario, in una combinazione di linguaggi. Sandro Chia, sviluppa un’espressione composta di colori eccitati e violenti, con un segno veloce ed espressivo. Si ravvisa in alcuni dipinti Chagall, la metafisica di De Chirico o la rilettura delle avanguardie, tali echi riaffiorano solo trasversalmente nell’energia del suo linguaggio. Mentre Enzo Cucchi ravvisa il senso della materia vigorosamente visionaria, amalgamandosi a rievocare il senso della storia dell’umanità. In Clemente si sente una sospensione del tempo nelle sue composizioni simboliche, mentre per De Maria emerge una qualità poetica attraverso componenti cromatici.
Francesco Guadagnuolo è l’artista scelto da Antonio Gasbarrini in nome del Transrealismo nell’introduzione a L’idea di “visionario”. Dalla 3D alla RV, Angelus Novus 1995 (3D riferisce alla visione tridimensionale, RV sta per Realtà Virtuale) con connessa mostra presso il “Castello Forte Spagnolo” – Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, che notifica a Francesco Guadagnuolo il massimo artista annoverato. Gasbarrini è il primo critico d’arte in Italia che con lungimiranza percepisce il cambiamento avvenuto all’interno della nostra società con l’instaurarsi già negli Stati Uniti dell’era tecnologica digitale, fra arte reale e arte virtuale con interpolazione scientifica. E lo vede in Italia con Francesco Guadagnuolo denominando le sue opere transreali.
Il Transrealismo letterario, nato in America con l’uscita di ‘A Transrealism Manifesto’ stilato nel 1983 dal matematico-scrittore Rudy Rucker, in cui si puntualizza: gli archetipi di una letteratura innovatrice riconosciuta nel combinare immaginativo e presenza reale degli esseri umani nel trasfigurato evolutivo attuale tecnologico e scientifico. Di diverso significato è il Transrealismo artistico italiano che percorre l’analisi pittorica e scultorea di Francesco Guadagnuolo erettasi visionaria e interdisciplinare. Nel contempo egli stesso Direttore artistico nell’esaltante spazio artistico-culturale innovatore “Castelli Arte” a Ciampino – Roma nel periodo che va dal 1990 al 2000, dove nei dieci anni di arte, scienza, letteratura, musica, cinema, poesia, astronomia, informatica, conseguirono trascinanti dibattiti, negli innumerevoli risultati culturali, con l’intervento di rilevanti personaggi internazionali di primo piano di diverse scienze segnando con il Transrealismo l’avanguardia italiana degli anni ’90 divulgando l’idea delle unità delle arti. Un Transrealismo, quello di Francesco Guadagnuolo, originale quanto energico nel progresso neoavanguardistico dell’impaginato composito pittorico e degli schemi formali scultorei. L’artista libera una visionarietà fuori dall’ordinario, esaminando la realtà sociale, politica, letteraria, musicale, tecnologica, scientifica della cui cultura siamo impregnati, in una realtà vigorosamente trascesa, di cui Guadagnuolo fonda e rilancia valori di origine umanistica, etica e religiosa, che riesce a unificare nell’imperversante dimensione incorporea del web.
In America
Julian Schnabel, pittore, scultore, regista cinematografico. Alla base della sua pittura, c’è dietro la storia dell’arte europea, molte volte verso ritratti, immagini di ogni tipo e anche religiose. Le opere di Schnabel hanno momenti ispiratori nell’antica arte musiva, esempio quando usa i piatti rotti incollati su grandi superfici e colorati. Le sue opere anche se hanno un carattere ‘devozionale’ rammentano l’arte popolare con un occhio più distaccato a differenza della tradizione europea. Dal 1980 comincia a sviluppare una pittura e scultura neoespressionistica con assemblage di diversi materiali usurati dal tempo, che hanno dietro una realtà vissuta, manufatti recuperati dipinti con forza e gestualità ed ancora tendoni navali, telai, carta da parati, tutto gli può essere utile. Come dice Schnabel nella sua monografia CVJ (1987): «non credo che la battaglia tra figurazione e astrazione sia anche un problema. Tutto ciò può essere un modello per un dipinto – un albero di pioppo, un’altra pittura, una macchia di sporcizia». Vi si nota nelle sue opere un rapporto di contraddizioni che mostrano il molteplice discorso vitale e reale di Schnabel.
David Salle, esponente del bat painting. Salle ispeziona le relazioni tra soggetto/figurazione in un mondo sovrastato dai media. Le sue pitture fin dalla metà degli anni ’80 si sono distinte da una ripresa alla figurazione, con richiami alle opere di artisti del Barocco: da Bernini a Velázquez, da Cézanne al surrealista Magritte, sino alle figure tormentate di Giacometti, interpretandoli da un punto di vista della cultura americana. Le sue opere si sono evolute seguendo uno stile che l’ha caratterizzato da immagini per lo più tratte da giornali, riviste, fotografie, moda, figurazioni erotiche, fumetti, film, il tutto ben assemblato come farebbe un artista con la tecnica più tradizionale del collage. «Da quando ho cominciato a dipingere – ha chiarito l’artista – ho cercato di ottenere la fluidità e la sorpresa della connessione dell’immagine, la simultaneità del montaggio cinematografico nella pittura». Infatti, servendosi dei metodi cinematografici, le opere di Salle hanno l’idea della simultaneità di stampo ipertestuale. Questi collegamenti vengono particolarmente studiati dall’artista da creare uno spirito nuovo dal punto di vista compositivo.
Tra altri artisti americani potremo menzionare: Holly Solomon, Robert Longo, Troy Brauntuch.
In Germania
Sigmar Polke, tratta la realtà con uno sguardo critico e spietato, meditando sull’egemonia delle immagini della collettività odierna. L’arte di Polke negli anni ’80 oltre al disegno e alla pittura s’incrementa attraverso il percorso dei diversi media che confluiscono e si congiungono: fotografie, fotocopie, installazioni e film che assorbono immagini già esistenti che l’hanno caratterizzato tra i protagonisti del neoespressionismo ed esponente del Neue Wilde. Con gli artisti Gerhard Richter e Konrad Fischer è stato fondatore del Realismo Capitalista, in polemica alla Pop Art, che criticava la poetica del consumismo. Polke con le esecuzioni della fotografia nella pittura, in una forma che ruotava tra figurativo e astrattismo ha manifestato una certa suggestione su alcuni giovani artisti come la scultrice, Annette Messager e gli artisti multimediali, Peter Fischli e David Weiss.
Nella tradizione dell’Espressionismo tedesco abbiamo altri artisti: Anselm Kiefer, Markus Lüpertz, Georg Baselitz, A. R. Penck, Jörg Immendorff, Michael Buthe, Salomé denominati “Nuovi Selvaggi”.
In Francia
Gérard Garouste, interessato all’iconografia religiosa e lettore della Bibbia. Pittore di profondità arcane realizza dipinti mitologici e simbolici, in certe occasioni viene indicato come “pittore post-moderno”. Difensore della rilancio del figurativo, egli non ha timori nel citare artisti del calibro di Tintoretto o il Greco. I suoi quadri, di grandi dimensioni, rappresentano esseri umani dai corpi infranti all’interno di complessi di elementi impenetrabili che paiono più scolpire la psiche umana sempre accompagnate da un alone di segretezza, potremo dire che le sue opere nascono tra filosofia, letteratura e psicoanalisi.
In Svizzera potremo citare: Martin Disler, Rolf Winnewisser.
In Inghilterra: Tony Cragg.
In Spagna: Miquel Barceló.
Quale futuro propone l’arte post pandemia?
La storia ci ha mostrato che da cicli cupi sono sorte le arti più rivelanti. Si è palesato che prima o poi si sarebbe giunti ad un rinnovamento quello che già è in atto cioè l’era digitale. Perché l’arte s’immette in uno sviluppo di cambiamento storico, una mutazione antropologica profondissima, definiremo epocale con grandi novità: processi mentali e processi formali. Il Transrealismo oggi rappresenta la condizione favorevole da esplorare, sicuri che questa risolutiva metamorfosi diventa la condizione migliore che aiuta ad affrontare anche la vita medesima. È un avvenimento di sviluppo e rinascita per il mondo dell’arte, che destina, non solo agli artisti, ma a tutti i campi della cultura, nuove adeguate ricerche. Si rapporta con l’attuale mondo tecnologico e si presenta l’urgenza di comunicare la realtà mutante per essere meglio compresa, in un criterio totalizzante per conseguire una moderna coscienza che ha tutta la consistenza, la spaziosità di produrre nuovi pensieri, che riconosca nuove visioni e linguaggi nelle opere d’arte. Insomma, il Transrealismo negli anni si è imposto come un movimento essenziale per lo sviluppo di un nuovo modo di concepire l’arte e il ruolo dell’artista.
Il dramma Covid è stato un’opportunità per riflettere sul significato di arte e come intendere la cultura artistica del dopo… Se è vero che l’arte testimonia la vita, è proprio in questo tempo 2020/’21/’22 che ci si sente più sedotti dalla vita. Filosofia dell’Arte e filosofia della realtà sono intimamente associate, l’arte è consapevolezza della vita. Dovremo porci un interrogativo: è la Storia Umana che dà vita all’arte o è l’arte che dà vita alla Storia Umana? O meglio è l’arte che dà la percezione del mondo e della vita?
Guadagnuolo realizza una serie di opere ispirate al Covid-19 e sulla recente guerra Russia-Ucraina. E se c’è un linguaggio d’arte che può tradurre questa condizione inquietante, Guadagnuolo lo fa in forma rivelativa, facendo vedere il senso dell’inquietudine e l’aspettativa del dopo. É come vedere la transitorietà dell’esistenza e immaginare un ipotizzato futuro. Il Transrealismo rappresenta la condizione di poter meglio capire l’Essere, ma più di capire l’Essere in realtà lo traveste nell’intento di capire qualcosa di più rispetto al complesso di elementi che avviluppano il nostro modo di vivere. Arte – cultura e tecnologia diventano rappresentazione di vivere, il modo di intendere la realtà, un incorporarsi l’uno con l’altro divenendo ricerca di un qualcos’altro che avvertiamo come Trans-Realtà, di una realtà che va oltre la stessa realtà, a dar conto della realtà in cui viviamo. Dunque, tra le altre cose l’incombenza del Transrealismo è quella di consentire di immetterci nella filosofia del passaggio che sarebbe quella di trovare una ragione di vita nella grande costellazione di apprensioni, come accade oggi in un mondo accerchiato dalla pandemia con i correlativi virus, le guerre, gli incendi, i nubifragi, carenza energie, gas, cambiamenti climatici ecc., ecc. Tutto questo porta Guadagnuolo artista, ad una nuova meditazione sulla condizione umana con un’espressione evolutiva alla comunicazione elettronica e al valore metaforico. Con un Transrealismo che genera il referto dell’operazione, generando un dibattito che prima non esisteva ed era ancora di più impensabile. Per questa ragione l’arte transreale di Guadagnuolo è filosofia di vita che porta a vivere accompagnata da un consapevole artificio di vita, cioè una sorta di metafora umana comportamentale, in uno stato d’animo colmo di ansia e oscuramente vivente.
L’artista mette in evidenza, dal punto di vista psicologico, le paure, esprimendo il caos in cui viviamo, da cui assurdamente si cerca riparo e conforto nel meccanismo sociale generato dai social, ciò accade quando viene a mancare specie tra i più giovani il soccorso reale, e si ripara con il soccorso virtuale, un rischio, che sta espandendosi sempre di più con una sottomissione ai social network degli ispiratori virtuali, in cui rappresentazioni e narrazioni, divengono argomento di negazione e imitazione. Per cui è fondamentale argomentare il rapporto tra generazioni per salvaguardare di più gli adolescenti dai pericoli esistenziali derivati dal web. Guadagnuolo fa intendere che non si affrontano, né si risolvono i problemi attraverso i social network ed è così che l’artista mette in evidenza ciò che è marginale da ciò che è rilevante nella vita. Questo provoca una forma di estraniamento di fronte alla realtà, perché questa diventa non più controllabile col pericolo dell’alienazione. Comunque vada, la vita scorre continuamente, nulla può fermarla! Ciò nonostante, la vita potrebbe essere influenzata favorevolmente attraverso complessi di elementi reali e complessi di elementi virtuali che si assommano nella ricerca di una relazione di arte e filosofia per ritrovare l’Essere. Detto ciò, Guadagnuolo si fa carico, attraverso la sua arte-ricerca-verità di una liberata-Arte connotata da un’antologia trans-reale-critica nonché storica-estetica-umana, un’eredità culturale artistica che va salvaguardata negli anni a venire, come uno scorrere della memoria-vissuta e per ogni occasione consultabile.
Filosofia del passaggio di un’Arte-Presagio del mondo questa è una delle tante peculiarità del Transrealismo di Guadagnuolo, egli riesce a catturare il presente attraverso il passato, ma anche un certo futuro. L’artista riesce così a immaginare ciò che potrebbe verificarsi di vicende che possono accadere nel mondo che con l’Arte Presagio ci autorizza ancor prima di avere pronta coscienza. Questo succede quando una moltitudine di uomini e donne si raccolgono attorno ad un pensiero Transreale per avviare un’insolita visione del mondo, applicandola alla realtà sotto lo studio estetico, morale, scientifico e politico. Portando così il Transrealismo a recepire tutti i bisogni dei mutamenti della nostra vita che, in questo caso quando sarà passata la pandemia, la guerra e altre varie situazioni connesse, la storia culturale non sarà più quella di una volta. Allora l’arte può contribuire a cambiare il mondo, la politica può rapportarsi ai contenuti dell’arte coadiuvando al cambiamento. Sarà come andare oltre per una conoscenza universale delle cose e abbandonare i resti dell’umanità e le rovine lasciate sulle illusioni della storia. Guadagnuolo con il suo Transrealismo riesce a porsi al di là del tempo e dello spazio per capire nella totalità cosa significa volgere lo sguardo verso il mondo, verso Dio e l’universo per avere una visione d’insieme. Facendo così mostra gli sconvolgimenti del mondo del suo tempo e l’ambiguità tra il bene e il male, nonché la caducità delle cose terrene. L’arrivo del suo transrealismo è stato travolgente per il supporto delle società moderne. Egli si è mostrato molto più avanti ed è l’iniziatore di una filosofia di cui abbiamo preso consapevolezza dopo, riguardo al suo lavoro precedente. Osservando la sua arte non c’è argomento che non può trattare nell’ interesse per tutto lo scibile umano.
Il Transrealismo è l’occasione per riflettere e valutarne l’importanza come terzo percorro attraversabile all’interno dell’avviato dibattito culturale tra i promotori del Postmodernismo e quelli del Nuovo Realismo fra tanti, i filosofi Gianni Vattimo e Maurizio Ferraris.
Concludendo sul Transrealismo, generato inizialmente negli Stati Uniti come fenomeno letterario, estendendosi oltre all’America Latina poi, come movimento artistico dall’Italia all’Europa. In un’intervista di Christian Besemer a Lawrence Ferlinghetti del 23 Novembre 2012, risponde lo scrittore a proposito della sua poesia: «…trans-realismo. Si, trans-realismo! Prendere immagini visive, utilizzarle in modo inaspettato che incrocia e supera il senso…».
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