ABRUZZO FRI Start

Altre 27 imprese da finanziare con lo scorrimento della graduatoria

Pescara, 25 novembre 2022. Fi.R.A. e Regione Abruzzo hanno proceduto nei giorni scorsi lo scorrimento della graduatoria approvata in data 29 ottobre 2021 relativa al bando Abruzzo FRI Start.

La misura favorisce la nascita di nuove imprese, attraverso un’agevolazione combinata di un prestito a tasso zero ed un contributo a fondo perduto, per l’attuazione di progetti di investimento in Regione Abruzzo.

L’incremento della dotazione finanziaria da parte dell’Assessorato Regionale allo Sviluppo economico, per un ammontare di circa 3,1 milioni di euro, permetterà di finanziare ulteriori 27 progetti imprenditoriali, che si aggiungono alle 32 nuove imprese finanziate con lo stanziamento iniziale di circa 4 milioni di euro.

“L’interesse che la misura ha riscontrato – dichiara l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Daniele D’Amario – ci ha spinto a implementare la dotazione finanziaria. Ad inizio settembre è stato firmato un nuovo accordo di finanziamento tra Regione Abruzzo e Fi.R.A., proprio finalizzato a dare una risposta alle tante domande di finanziamento ricevute e soddisfare così la voglia di nascere di nuove imprese”.

Per il presidente di Fi.R.A., Giacomo D’Ignazio: “La misura Abruzzo FRI Start è stata pensata per sostenere la creazione di nuova imprenditoria. Ogni impresa che nasce va ad incrementare l’economia regionale e noi siamo contenti di aver trovato anche con questa misura il modo di andare incontro alle esigenze di chi vuole fare impresa in Abruzzo e contribuire allo sviluppo economico della nostra regione”.




UN LIBRO PER SPIEGARE cos’è la Seo

Come avvalersene per espandersi sul web

Maggioli Editori, per la sua collana Digital Generation, ha chiesto allo specialista SEO Michele De Capitani, di spiegare cos’è la SEO e come un’attività può avvalersene, per promuoversi ed espandersi sul web.

La collana “Digital Generation” di Maggioli Editore ha raggiunto il traguardo dei 30 titoli pubblicati. Per ogni titolo, la storica casa editrice ha coinvolto specialisti di spicco del panorama del digital italiano, che hanno messo a disposizione le proprie competenze e know how, per dare al pubblico le nozioni necessarie a comprendere e familiarizzare con il vasto mondo del web e dei social.

Il soggetto relativo al complesso e specialistico mondo del SEO è stato affidato dal direttore della collana – l’esperto web Gaetano Romeo – a Michele De Capitani, considerato in Italia uno degli esperti in materia.

Michele De Capitani, vicino agli imprenditori da sempre, ha realizzato interventi operativi finalizzati all’aumento della visibilità e la conquista del mercato per 3.000 aziende italiane ed internazionali.

Questa sua familiarità con imprenditori e professionisti gli hanno ispirato un testo finalizzato a rendere molto semplice ed avvicinabile un soggetto considerato oggi estremamente complesso come la SEO e le dinamiche – in costante evoluzione – del motore di ricerca di Google.

Michele De Capitani ha scritto il libro SEO Specialist, come diventare leader su Google basandosi su 20 anni di esperienza e di passione sul campo del digital marketing.

Lo scopo del libro è rendere semplice il mondo digitale, rendendo accessibile a tutti l’utilizzo di Google come strumento per portare le aziende ad espandersi prima sul web e poi sui motori di ricerca.

SEO Specialist, come diventare leader su Google è stato scritto per gli imprenditori che vogliono comprendere in prima persona gli strumenti ed i processi per aumentare la visibilità organica e per i giovani che desiderano intraprendere la oggi molto ricercata carriera di specialista SEO.

SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, ottimizzazione per i motori di ricerca. Sono tutte quelle attività fatte su un sito web per ottenere visibilità su Google, quando l’utente cerca il prodotto o servizio del cliente sul principale motore di ricerca.

Il libro è in vendita oltre che su Amazon, nelle principali librerie italiane, tra cui La Feltrinelli, Mondadori, Hoepli, ecc.

MICHELE DE CAPITANI Specialista SEO, imprenditore e titolare di Web Leaders, agenzia di digital marketing specializzata nel posizionamento sui motori di ricerca. È speaker per i più prestigiosi eventi di digital marketing nel territorio nazionale e formatore presso aziende ed università.




DALLA MONTEDISON a Baghdad

Dal ginepraio della finanza alle eterne crisi del Medio Oriente” di Lino Cardarelli

Imago Museum ospita la presentazione del volume IL 25 novembre 2022

Pescara, 25 novembre 2022. È in programma lunedì 28 novembre, alle ore 17:30, negli spazi Hall dell’Imago Museum la presentazione del volume “Dalla Montedison a Baghdad. Dal ginepraio della finanza alle eterne crisi del Medio Oriente” di Lino Cardarelli, pubblicato da Guerini Editore nel 2022.

Una vita al vertice di grandi gruppi e banche internazionali. Fino alla responsabilità di ruoli istituzionali nella ricostruzione dell’Iraq e per il riordino del Mediterraneo. Lino Cardarelli si racconta in questo volume, negli anni che l’hanno reso protagonista della storia, durante alcuni dei capitoli più importanti delle vicende industriali e finanziarie italiane e del contesto internazionale.

All’incontro, introdotto da Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, interverranno Paola Nardone, Professoressa di Storia Economica all’Università di Chieti-Pescara, Lao Petrilli, Giornalista e reporter di guerra e l’autore del volume, Lino Cardarelli. A moderare la presentazione sarà il giornalista Marco Panara.

Sullo scenario dell’industria italiana del Novecento dominata dalle grandi dinastie degli Agnelli, dei Falck, dei Pirelli, degli Olivetti, solo per citare le più note, la figura di Lino Cardarelli si presenta senz’altro come una curiosa quanto eloquente anomalia. Figlio di un ferroviere, personalità dall’eccezionale riserbo ma di adamantina determinazione, Cardarelli è stato uno dei protagonisti in diverse delle vicende industriali e finanziarie in Italia tra gli anni Sessanta e Novanta, dalle esperienze in Agip, Olivetti, Hill & Knowlton e Snia Viscosa ai vertici di primarie banche internazionali (Gruppo Bnl, Bankers Trust) e soprattutto del Gruppo Montedison. Un talento manageriale innovativo prestato anche al servizio dello Stato, per la costituzione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e per la ricostruzione dell’Iraq fra Baghdad, Kuwait City, Amman e Roma ai vertici dell’Unione per il Mediterraneo fra Barcellona e Bruxelles nella prima decade del terzo millennio.

Ripercorrendo una vita condotta lontano dalle effimere notorietà dei canali mediatici, l’autore si racconta ai nipoti in alcuni dei capitoli più importanti per la storia sulle eterne crisi del Medio Oriente, nel campo di tenzone tra pubblico e privato, tra progetti di crescita e trampolini per il potere nel contesto internazionale.

Lino Cardarelli (Parma, 1934) è stato prima direttore pianificazione, finanza e controllo, poi amministratore delegato del Gruppo Montedison negli anni Ottanta.  Sono seguiti incarichi dirigenziali nel Gruppo Bnl, in Bankers Trust, in Legler e in altri gruppi industriali. Segretario generale ad interim nella fase di costituzione del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti dal 2001 al 2003, viene poi chiamato ai vertici del Project Management Office, la struttura responsabile a Baghdad dell’avvio del progetto di ricostruzione dell’Iraq, di cui coordina anche la Task Force in Italia fino al 2010. È stato inoltre segretario generale vicario dell’Unione per il Mediterraneo dal 2011 al 2014. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.




FRANCO BATTIATO. La Voce del Padrone

Film evento di Marco Spagnoli dal 28 novembre al 4 dicembre solo al cinema, ecco le sale abruzzesi

Le più emozionanti interpretazioni di Battiato si intrecciano con testimonianze d’eccezione, in un viaggio nella musica e nella vita di un cantautore unico. Un omaggio al musicista e al suo storico album ‘La Voce del Padrone’, il primo in Italia a superare il record di oltre 1 milione di copie vendute nel 1982.

Chieti, 25 novembre 2022. Per celebrare Franco Battiato, genio indiscusso della musica italiana, arriva sul grande schermo, dopo la presentazione al Taormina Film Fest 2022, il film evento Franco Battiato – La Voce del Padrone diretto da Marco Spagnoli, dal 28 novembre al 4 dicembre solo al cinema in 200 copie in tutta Italia, grazie alla distribuzione theatrical di qualità firmata Altre Storie e RS Productions.

Prodotto da RS Productions e ITsART, la piattaforma streaming dedicata all’arte e alla cultura italiana, il film evento Franco Battiato – La Voce del Padrone è un viaggio nella musica e nella vita di Battiato, attraverso le sue esibizioni più significative, immagini di repertorio e i racconti di testimoni d’eccezione che ci restituiscono la sua storia e la sua personalità.

Ad accompagnare lo spettatore in questo viaggio è Stefano Senardi, tra i più grandi produttori discografici italiani, autore del film insieme al regista, e caro amico di Franco Battiato. Partendo da Milano e arrivando fino a Milo, nella casa di Franco Battiato, Senardi incontra personalità molto diverse: Nanni Moretti, Willem Dafoe, Oliviero Toscani, Caterina Caselli, Mara Maionchi, Morgan, Alice, Carmen Consoli, Vincenzo Mollica, Andrea Scanzi, Francesco Messina, Roberto Masotti, Francesco Cattini, Alberto Radius, Carlo Guaitoli e tanti altri che lo conoscevano bene e che possono restituire al pubblico uno spaccato della sua musica e della sua filosofia di vita.

Nel film evento troviamo alcuni brani dell’album ‘La voce del padrone’ e altri selezionati in esibizioni esclusive. Fra i principali: Cuccurucucù, Centro di gravità permanente, Bandiera Bianca, La Cura. Lo score è composto dal Maestro Paolo Buonvino, vincitore del David di Donatello e Nastro D’Argento e autore delle musiche di Muccino e Moretti.

“Franco Battiato è stato e rimarrà un artista unico da tanti punti di vista – ha affermato il regista Marco Spagnoli – e la presenza di Stefano Senardi ci aiuta a comprenderlo sotto diversi aspetti: umano, artistico, amicale, intimo.  Ad accompagnarlo in questo meraviglioso viaggio troviamo personalità strepitose dell’entertainment italiano ed internazionale che, per la prima volta, elaborano dinanzi alla macchina da presa una riflessione sul perché e sul come sono stati anche loro protagonisti del lavoro e della vita di questo cantautore”.

“Questo viaggio ha un motivo preciso – ha dichiarato Stefano Senardi – trattare con cura quello che Battiato ci ha lasciato. E riuscire a comprendere il senso ultimo di una vita eccezionale come la sua, raccontandola in una biografia plurale ed intima attraverso i ricordi, gli aneddoti dei suoi amici, i materiali di repertorio e le meravigliose canzoni di questo artista straordinario e indimenticabile. Speriamo di esserci riusciti”.

Sinossi ufficiale

Un viaggio musicale. Un viaggio fisico, ma anche ideale, da Nord a Sud dell’Italia per raccontare Franco Battiato e la sua influenza sulla cultura del nostro paese, attraverso testimoni d’eccezione che ci restituiscono la storia e la personalità di Battiato. Un racconto che, tra arte e memoria, non solo renda omaggio alla storia del musicista e del suo storico album “La Voce del Padrone”, ma riesca anche a celebrare l’eredità morale ed estetica di questo cantautore unico.

TUTTE LE SALE ABRUZZESI

Chieti – Guardiagrele (Ciak City Garden)

Chieti – Rocca San Giovanni (Ciak City)

Pescara – Montesilvano (The Space Cinema)

Pescara – Spoltore (Arca)

Pescara (Massimo)

Teramo (Smeraldo)

Luca Bramanti




UNITEDOC: IL RETTORE ISTITUISCE LA SCUOLA DI DOTTORATO dell’Università di Teramo

La richiesta di dediacarla a Giulio Regeni

Teramo, 25 novembre 2022. Ai genitori, che oggi pomeriggio hanno seguito in collegamento la prima edizione di UniteDoc, il rettore Dino Mastrocola ha chiesto di intitolare la Scuola di Dottorato dell’Università di Teramo, di cui è stata appena annunciata l’istituzione, a Giulio Regeni, il giovane ricercatore italiano dell’Università di Cambridge torturato e ucciso al Cairo il 25 gennaio 2016.

Il Rettore, nel ringraziare la famiglia Regeni, che si è resa disponibile, ha sottolineato che «l’intitolazione della Scuola di Dottorato dell’Università di Teramo, con i suoi sette percorsi nei diversi campi del sapere, vuole far sì che il nome di Giulio Regeni sia impresso in tutte le pergamene dottorali dell’Ateneo, pergamena che Giulio, per un vile e ancora impunito delitto, non è riuscito ad avere».

UniteDoc è la prima cerimonia pubblica di conferimento dei diplomi di Ph.D e di benvenuto ai 35 dottorandi iscritti al nuovo ciclo all’Università di Teramo.

Dopo la consegna dei 52 diplomi da parte del Rettore e della delegata di Ateneo all’Alta formazione in ricerca Barbara Barboni, è stato conferito il Premio alla memoria di Giulio Regeni (III edizione). (SEGUE)

I vincitori del premio Giulio Regeni

Sono sette, uno per ogni corso di dottorato, i dottori di ricerca ai quali è stato conferito il Premio Giulio Regeni dell’Università di Teramo, nel corso di UniteDoc, la cerimonia di consegna dei diplomi di Ph.D.

Sara Ponziani «…per l’approccio multidisciplinare in ambito biologico, chimico e medico che hanno arricchito la sua formazione di ricerca su sviluppo e produzione di molecole ad attività antitumorale» (Dottorato di Biotecnologie cellulari e molecolari, coordinatore prof.ssa Barbara Barboni).

Davide Trentacoste «…per il percorso di formazione svolto nelle attività del Dottorato e nel quadro della co-tutela internazionale con l’Université Sorbonne Nouvelle – Paris 3» (Dottorato in Studi storici dal Medioevo all’Età Contemporanea, coordinatore prof. Paolo Coen).

Annalisa Scroccarello «…per la sua attività di ricerca che ha contribuito all’avanzamento delle conoscenze nel campo dei nanomateriali» (Dottorato in Scienze degli Alimenti, coordinatore prof. Mauro Serafini).

Andrea D’Alessio «…per la capacità di stabilire rapporti di ricerca con importanti centri di studio esteri» (Dottorato in Processi di armonizzazione del diritto tra storia e sistema, coordinatore prof.ssa Paola Bellocchi).

Simone Morelli «…per l’elevata produttività scientifica in termini di numero di pubblicazioni e di qualità̀ delle riviste scientifiche internazionali indicizzate» (Dottorato in Scienze mediche veterinarie, Sanità pubblica e Benessere animale, coordinatore prof.ssa Cristina Di Francesco).

Sara Santella «…per l’ampia e appassionata ricerca sul grande tema dell’autorità e del potere» (Dottorato in Governo dell’impresa, dell’amministrazione e della società nella dimensione interazionale, coordinatore prof. Romano Orrù).

Giovanni Provvisiero «…per l’apporto alla letteratura nell’analisi della disciplina della governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza» (Dottorato in Economic and Social Sciences, coordinatore prof. Christian Corsi)




CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO per la cittadinanza onoraria al mecenate Alfredo Paglione

Diversi i riconoscimenti. L’Amministrazione consegna le chiavi della città al prefetto Forgione e gli encomi e gli elogi scritti agli agenti della Polizia Municipale che si sono distinti per il servizio alla comunità

Chieti, 25 novembre 2022. Una giornata di ringraziamento pubblico quella di oggi in occasione del Consiglio comunale straordinario riunitosi al Marrucino per conferire la cittadinanza onoraria al mecenate Alfredo Paglione. Oltre alla delibera votata all’unanimità per il riconoscimento a questo speciale concittadino e consegnato nelle mani della sorella, Maria Paglione e di Luciano Di Tizio, presidente della Fondazione Immagine istituita dallo stesso Paglione, l’Amministrazione ha consegnato una simbolica chiave della città al Prefetto S.E. Armando Forgione, che sta per concludere il suo incarico a Chieti. In chiusura della seduta, sono stati consegnati anche degli encomi e degli elogi scritti agli agenti di Polizia Municipale che si sono distinti per l’attività di servizio svolta in particolari situazioni.

Cittadinanza onoraria. Alla consegna dell’atto appena votato alla sorella di Paglione, hanno partecipato anche il Prefetto Armando Forgione e il Commissario governativo Giovanni Legnini, oltre al presidente della Fondazione Immagine, Luciano Di Tizio.

“Tanti in Abruzzo hanno detto grazie ad Alfredo Paglione – così il sindaco Diego Ferrara, la vicepresidente del Consiglio comunale Silvia Di Pasquale e il vicesindaco e assessore alla Cultura Paolo De Cesare –  Chieti si unisce a questo coro significativo di tante realtà regionali, con un riconoscimento unanime e sentito e condivide la gratitudine della città non solo per le opere donate, ma per averci consentito di arricchire la nostra esposizione museale e, soprattutto, di condividerne valore e bellezza con la cittadinanza e la comunità tutta”.

Saluto al Prefetto. Chiusi i lavori del Consiglio, il sindaco ha consegnato una simbolica chiave della città realizzata in 3D, con il saluto dell’Amministrazione.

“Abbiamo voluto dare uno speciale arrivederci – così il sindaco nel presentare la consegna – La Città di Chieti saluta un uomo delle istituzioni, un amico, una persona appassionata di bellezza e cultura e pronta a spendersi per la Comunità, com’è accaduto durante gli anni difficili della pandemia. A lui una chiave per aprire le porte di una città dove tornare sempre e ritrovare immutati l’affetto e la stima di tutti”.

Encomi ed elogi scritti alla Polizia Municipale. Il Consiglio si è concluso con la consegna di encomi ed elogi scritti a diversi agenti della Polizia Municipale impegnati nello svolgimento del progetto Strade sicure e che si sono distinti per aver prestato soccorso a un collega, a due signore in estrema difficoltà e per aver supportato l’attività di monitoraggio e controllo degli alloggi ERP insieme all’Unità di progetto comunale istituita per fare il punto della situazione abitativa negli alloggi comunali.

“Abbiamo colto l’occasione per ringraziare gli agenti che si sono distinti per il progetto Scuole Sicure e anche per altre tre situazioni degne di elogio – così il sindaco Diego Ferrara – è stato oltremodo importante stringere la mano a uomini e donne sempre a disposizione della nostra città, interpreti quotidiani di uno spirito di servizio verso la comunità e che consolida la nostra tradizione di città accogliente, rendendo Chieti più forte e più aperta alla solidarietà”.

–        Encomio per aver lavorato alla piena riuscita del progetto “Scuole Sicure” che ha distinto il Corpo a livello nazionale, in materia di prevenzione, sicurezza e conoscenza delle tossicodipendenze a vantaggio dei giovani delle scuole teatine agli agenti: Tenente colonnello Donatella Di Giovanni, maresciallo capo Antonio Carozza, maresciallo ordinario Enrica Fermi, Giuseppe Rossi, Graziano Marinelli; appuntati Giordana Zulli, Manuela Diodato, Monica Faieta, Sara Bassetta, Michele Perta, Paolo Iezzi, Claudia di Fabrizio. E per la partecipazione a: maggiore Fabio Primiterra, maggiore aiutante Fausto Costa e Alberto Cirotti, appuntato Maria Sanna, agente scelto Alessandro De Leonardis.

–        Elogio Scritto per il fattivo supporto dato dal 20 maggio al 31 ottobre 2022 all’Unità di progetto istituita dall’ Amministrazione al fine di effettuare una ricognizione puntuale sulle condizioni degli alloggi E.R.P. e di emergenza abitativa, sia sotto l’aspetto del rispetto delle regole, sia sullo stato manutentivo delle abitazioni a: maresciallo ordinario Graziano Marinelli, appuntato Giordana  Zulli, appuntato Maria Sanna, appuntato Michele Perta, appuntato Paolo Iezzi, appuntato Claudia Di Fabrizio, appuntato Antonio Quintilio.

–        Elogio scritto per aver effettuato, il 25 luglio 2022, un intervento decisivo per la vita di una donna che stava tentando di togliersi la vita alla Villa comunale. Grazie alla prontezza la delicata azione persuasiva è stato possibile convincerla ed evitare il peggio a: appuntato Marianna Denterino e appuntato Giuseppe Sannino, appuntato Cristina Perillo, appuntato Michele Perta.

–        Elogio scritto per aver effettuato, il 28 luglio 2022, un intervento decisivo per la sicurezza di una donna 83enne allontanatasi dalla sua abitazione di via Milano in stato confusionale. Grazie alle ricerche portate avanti dagli agenti e al conseguente ritrovamento, la vicenda ha avuto un lieto fine per la signora e per la famiglia. Agli appuntati Camillo Vanni e Danilo Iori.

–        Elogio scritto per aver effettuato, il 20 novembre del 2020, un intervento decisivo per la vita del collega, il maresciallo Umberto Grasso, vittima di un malore nella sua abitazione, soccorso dalla squadra e salvato dal tempestivo sopraggiungere del 118, allertato dagli agenti intervenuti: appuntato Claudia Di Fabrizio e appuntato Paolo Iezzi.




SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE, ma dovunque è la cultura che deve cambiare

L’appello della presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Teramo, Diana Giuliani, promotrice dell’iniziativa del taglio di capelli svoltasi questa mattina in tribunale

Teramo, 25 novembre 2022. “Abbiamo voluto esprimere ancora una volta la nostra solidarietà alle donne iraniane, che stanno lottando da più di settanta giorni contro il regime che limita le loro libertà, ma la nostra solidarietà va a tutte coloro che combattono quotidianamente una battaglia in difesa dei lori diritti. Dobbiamo convincerci che è la cultura, innanzitutto, che va cambiata”. È l’appello lanciato da Diana Giuliani, presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Teramo, durante l’iniziativa del taglio di capelli promossa oggi, 25 novembre, in tribunale, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

In molti – tra avvocate, avvocati, giudici e personale degli uffici giudiziari -erano presenti questa mattina, all’ultimo piano del palazzo di giustizia, per rispondere all’invito di tagliarsi in pubblico di una ciocca di capelli, un gesto divenuto simbolo di lutto, condivisione del dolore e dissenso contro il regime iraniano e in memoria di Mahasa Amini, la ragazza arrestata e picchiata a morte per non aver indossato correttamente il velo islamico in pubblico.

“Ringrazio il Comitato Pari Opportunità per il lavoro proficuo e costante che sta portando avanti – ha detto Antonio Lessiani, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Teramo –, che si aggiunge a tutti gli sforzi prodotti a livello locale in difesa delle pari opportunità e per la prevenzione della violenza sulle donne. È necessario insistere e non abbassare la guardia”.

“Ci sono dei piccoli Iran anche nel nostro Paese – ha dichiarato nel suo intervento il presidente del tribunale, Carlo Calvaresi – e spesso si annidano nelle famiglie dove le leggi vengono fatte da mariti o familiari violenti. Va ripristinato un ordine all’interno e noi, come istituzione, possiamo fare la nostra parte garantendo innanzitutto una sempre maggiore efficienza della risposta penale”.

“Bisogna passare dalla logica emergenziale del codice rosso – ha sottolineato il sostituto procuratore Davide Rosati, intervenuto in rappresentanza del procuratore Ettore Picardi – a un vero cambio di mentalità che coinvolga tutti. Non dimentichiamoci che, in passato, da noi vigeva il delitto d’onore”.

Tra gli interventi, si è registrato anche quello di Farzaneh Alizadeh, dipendente del tribunale di Teramo di origini iraniane, la quale ha letto un breve discorso su quanto sta avvenendo in Iran intitolato “Donna, Vita, Libertà”. “La soppressione delle proteste pacifiche – ha detto tra le altre cose – è stata una routine quotidiana nel corso degli ultimi quarantatré anni; ma quello che sta succedendo ora ai bambini, ai prigionieri e ai curdi dall’inizio delle proteste e soprattutto in questa ultima settimana è una delle pagine più nere della storia della repubblica islamica. L’assalto delle forze repressive nelle scuole femminili, nelle carceri e i pestaggi, le uccisioni e i rapimenti di studentesse minorenni sono una tragedia che va oltre l’eccidio di manifestanti nella strada”.

Hanno partecipato alla manifestazione svoltasi in tribunale, tra le altre, anche la giudice Angela Di Girolamo, presidente della sezione civile, e le avvocate Gabriella Zuccarini, direttrice della Scuola Forense, e Maria Magda Di Taranto, presidente dell’ADU Teramo (Associazione Difensori d’Ufficio).




GIORNATA INTERNAZIONALE contro la violenza di genere

Presentate le iniziative dell’Ente e della Commissione provinciale Pari Opportunità

I dati del centro antiviolenza “La Fenice”

Teramo 25 novembre 2022. Con il debutto della nuova Presidente della Commissione Pari Opportunità, Amelide Francia, avvocato penalista (eletta a maggioranza ieri pomeriggio, due voti sono andati alla componente Paolo Di Felice) questa mattina il vicepresidente Luca Frangioni ha presentato le iniziative della Provincia per sostenere le pari opportunità e i servizioni antiviolenza Casa Maia e La Fenice. La coordinatrice del centro, Michela Fazzini, ha illustrato i dati della Fenice che confermano l’andamento – alto rispetto allo storico – delle donne prese in carico:  ad agosto di quest’anno erano 50. Dal 2020, anno del lockdown, il numero si stabilizza attorno agli 80 l’anno. Dalla relazione (vedi allegato) si evince l’importanza dell’informazione che insieme ai servizi sociali e alle forze dell’Ordine svolge un ruolo molto importante nell’aiutare le donne a “riconoscere” la condizione di maltrattata e a denunciare.

“Anche per questo – ha sottolineato Frangioni –  attraverso una collaborazione che consolidiamo anche con gli atti, abbiamo coinvolto l’Ufficio scolastico provinciale e la Camera di Commercio per campagne di informazione gli Istituti scolastici e gli esercizi commerciali. Gli adesivi da posizionare nei servizi igienici, unico luogo dove le donne maltrattate sono sole e possono telefonare liberamente, saranno di nuovo distribuiti con la loro collaborazione”.

“C’è un enorme gap fra quello dispongono le leggi e la vita quotidiana” ha detto Clara Moschella responsabile dell’Ufficio scolastico provinciale: “tutti possono attraversare momenti difficili, situazioni disfunzionali non riconosciute possono sfociare in violenza. E’ un problema della persona è un problema della collettività: ci vuole un’azione decisa della governance istituzionale che si occupa di antiviolenza”.

Amelide Francia ha anticipato i temi messi a fuoco ieri nella prima riunione della Commissione provinciale: “Certamente la scuola, i giovani per educarli a riconoscere i caratteri della violenza anche solo verbale, iniziative con gli Ordini Professionali, diritti delle persone disabili; protocolli d’intesa con il Tribunale perché il nostro materiale sia ben visibile proprio nelle aule del Palazzo di Giustizia, collaborazione con i Comuni per rivedere la toponomastica che ignora la storia delle donne”. Infine, ha raccontato la Presidente CPO: “vogliamo lavorare con il carcere per organizzare corsi di professionalizzazione alle detenute”.

A  dare l’augurio di buon lavoro alla CPO anche l’onorevole marchigiana Rachele Silvestri mentre il Lions di Giulianova rappresentato da Pierluigi Tarquini ha consegnato i buoni pasto che saranno distribuiti fra le donne in carico al Centro.

Pina Manente




ACCANTO ALLE DONNE, sempre. con impresa e lavoro si previene la violenza

Le imprenditrici di Confartigianato Chieti L’Aquila per il 25 novembre

Chieti, 25 novembre 2022. Il Movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, che rappresenta circa mille imprenditrici, aderisce alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

La provincia di Chieti, secondo uno studio elaborato alcuni mesi fa dall’associazione, è al terzo posto per imprese femminili sul totale delle imprese (12.813, 28,4%) e alla stessa posizione per quanto riguarda le imprese femminili artigiane sul totale delle imprese artigiane (1.785, 22,2%). L’Aquila, invece, è al diciottesimo posto per quanto riguarda l’incidenza delle imprese artigiane femminili sul totale delle imprese artigiane (1.275, 19,5%) e venticinquesima per quanto riguarda il peso delle imprese femminili sul

“Vogliamo testimoniare concretamente – sottolinea la presidente Erika Liberati – il valore dell’imprenditorialità e del lavoro come antidoto alla sopraffazione e alla violenza. Per le donne l’impresa può essere un presidio sociale, un luogo capace di garantire indipendenza economica, realizzazione personale, autostima. La violenza contro le donne si previene anche rendendole consapevoli del loro valore, del loro talento, consentendo di esprimerlo in un’attività d’impresa e liberandole così da soggezione psicologica e condizionamenti di tipo economico”.

La presidente di Donne Impresa considera quindi indispensabile investire sull’occupazione delle donne, in particolare sostenendo l’imprenditorialità femminile, sia nelle fasi di avvio dell’azienda che nel passaggio generazionale, e promuovendo un’efficace rete di servizi per favorire la conciliazione lavoro-famiglia e il welfare territoriale. Un’attenzione particolare va dedicata alla formazione delle competenze delle nuove generazioni, poiché in Italia su 1,1 milione di Neet under 35, ben 820mila sono donne.

Donne Impresa Confartigianato Chieti L’Aquila ricorda che l’Italia è al primo posto in Europa per numero di imprenditrici e all’ultimo per tasso di occupazione femminile. Le donne italiane sono infatti le più intraprendenti d’Europa, con 1,4 milioni di lavoratrici indipendenti, davanti a 1,2 milioni della Francia e a 1 milione di Germania e Spagna. Ma c’è ancora molto da fare per aumentare il tasso di occupazione delle donne tra 15 e 64 anni che nel nostro Paese è pari al 51,4%, inferiore di 13,7 punti percentuali rispetto al 65,1% della media Ue, e che ci colloca in fondo alla classifica dei Paesi europei.




IL MONDO CHE VA. Prossima l’uscita del nuovo libro di Goffredo Palmerini

È in corso di pubblicazione Il mondo che va, dodicesimo libro di Goffredo Palmerini, che uscirà per le Edizioni One Group nei primi giorni di dicembre. Con il consenso dell’editore, se può essere d’interesse, si anticipa la Presentazione di Mario Narducci, che apre il volume, con l’immagine di copertina.

L’Aquila, 23 novembre 2022. Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore, ha pubblicato i volumi “Oltre confine” (2007), “Abruzzo Gran Riserva” (2008), “L’Aquila nel Mondo” (2010), “L’Altra Italia” (2012), “L’Italia dei sogni” (2014), “Le radici e le ali” (2016), “L’Italia nel cuore” (2017), “Grand Tour a volo d’Aquila” (2018), “Italia ante Covid” (2020), “Mario Daniele, il sogno americano” (2021), tradotto e pubblicato anche negli Stati Uniti, “Mosaico di Voci” (2021).

Nel 2008 gli è stato tributato il Premio Internazionale “Guerriero di Capestrano” per il contributo reso alla diffusione della cultura abruzzese nel mondo. Conferiti nel 2014 il Premio Roccamorice e a Lecce il Premio Speciale “Nelson Mandela” per i Diritti Umani. Gli sono inoltre stati conferiti Premi alla Cultura a Galatone (2016), Spoleto e Montefiore Conca (2019). Nel 2020 il Premio Nazionale Pratola per la Letteratura e dall’India il riconoscimento di “Scrittore d’eccellenza” dal World Pictorial Poetry Forum. Nel 2021 il Premio internazionale Città di Firenze per la Cultura.

Nell’attività giornalistica Palmerini ha vinto nel 2007 il XXXI Premio Internazionale Emigrazione. Gli sono poi stati tributati, sempre per il Giornalismo: lo Zirè d’Oro nel 2008, il Premio internazionale “Gaetano Scardocchia” (2017) il Premio Nazionale “Maria Grazia Cutuli” (2017), il Premio Giornalistico 2017 dall’Associazione Stampa italiana in Brasile, il Premio internazionale “Fontane di Roma” (2018). Nel 2021, per il Giornalismo sulla stampa italiana nel mondo, gli sono stati conferiti a Spoleto il Premio “I Grandi Dialoghi”, a Rimini il Premio alla Carriera dalla Universum International Academy, a Roma il Premio Eccellenza Italiana alla Carriera, a Cefalù il Premio internazionale Federico II, a Erice il Premio internazionale alla Carriera “L’Anfora di Calliope”.

Da molti anni svolge un’intensa attività con le comunità italiane nel mondo. Studioso di emigrazione, è membro del Comitato scientifico del “Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo”, per la quale opera è anche uno degli Autori. È membro di prestigiose istituzioni culturali internazionali, sia in Italia che all’estero.

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PRESENTAZIONE di Mario Narducci

Coincidenza vuole che questa dodicesima fatica editoriale di Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore di riconosciuta e consolidata fama, veda la luce dopo il suo ritorno dalla missione americana in occasione del Columbus Day, che dopo la costrizione impostagli dall’imperversare del Covid, ha segnato la ripresa dei suoi viaggi nel mondo dell’emigrazione dove la sua presenza non solo è ambita dai nostri connazionali all’estero, ma è elemento saldante dei rapporti che intercorrono tra due realtà che, per suo merito, sono andate avvicinandosi, nel tempo, sempre di più. I volumi di Palmerini sono oramai un appuntamento irrinunciabile. Sono la sintesi di un’attività frenetica che la sua vivacità culturale e il suo amore per una storia di amarezze e di glorie, quale quella dell’emigrazione, hanno saputo tessere con capacità organizzative rare e risultati positivi acclarati.

Goffredo Palmerini, già membro del CRAM, l’organo istituito dalla Regione Abruzzo per mantenere saldi i rapporti tra gli emigranti e la loro Patria d’origine, è riuscito negli anni con destrezza e puntiglio là dove le istituzioni s’erano sempre arrestate. Dalle conferenze annuali di partenza, Palmerini aveva tratto l’idea di intessere veri e propri rapporti stabili, utilizzando un mezzo, quello della stampa in particolare, fino ad allora pressoché ignorato. Lasciato il suo pluridecennale impegno nella politica attiva, quasi fosse naturale sbocco, Palmerini ha impugnato la penna diventando firma dei maggiori quotidiani e periodici editi dagli italiani all’estero. È iniziato così quello scambio di notizie tra due mondi solo apparentemente così distanti, ma in realtà sempre vicini per via degli affetti che hanno sempre tenuto legati i nostri emigranti ai luoghi d’origine.

Palmerini dedica a questa sua attività giornalistica buona parte della giornata. I suoi servizi toccano tutti i continenti ampliando il raggio di conoscenza del nostro Abruzzo e del nostro Paese e rilanciando notizie e servizi che giungono dall’estero. Per questa sua preziosissima attività ha ricevuto riconoscimenti unanimi e premi di grande prestigio. La sua scrittura, sempre appropriata, profonda, esaustiva, sta tra il giornalismo militante e la saggistica breve. Egli non si accontenta di “riportare” o “narrare”. Scrive invece per “dire” cose che altrimenti resterebbero sconosciute ai più perché date per scontate mentre scontate non sono.

La sua scrittura, dunque, non è mai scontata e sempre rivela la sua personale scelta di campo che lo porta quotidianamente, anche nella vita privata, a stare con gli ultimi e in  particolare con un mondo, quello dell’emigrazione, la cui storia, vestita di fame e di tragedie, ha segnato il nostro passato mentre inorgoglisce il presente per le figure di connazionali all’estero che attraverso una personale affermazione, hanno contribuito spesso in maniera determinante a fare grande il Paese ospite. Questo dodicesimo volume “Il mondo che va” non fa eccezione, sia pure nella forzata assenza di reportage dall’estero a causa del covid. Ma la traccia resta pressocché identica, dipanandosi essa tra il privilegio della memoria, gli eventi culturali, i servizi dalle città, i contributi di amici prestigiosi.

Nutrito è il campo della memoria ove si propone il ricordo di personalità che ci hanno lasciato e che in qualche modo hanno fatto la storia della nostra Regione, in Italia e all’estero. Citiamo per tutti Franco Marini e Antonio Falconio, politici di razza, l’avvocato Attilio Cecchini e l’ingegner Marcello Vittorini, la poetessa Anna Ventura, della quale Palmerini presentò il libro sul terremoto “Tra domenica e lunedì”, il Mario Daniele del sogno americano. Palmerini riserva sempre un posto d’onore alla memoria di personaggi illustri, nella certezza che la pedagogia del ricordo mantiene sempre intatto il suo valore presso le nuove generazioni.

Assai vasto è il campo culturale, con Omero Sabatini, l’aquilano che ha svelato i Promessi Sposi agli americani, i “Grandi dialoghi” di Anna Manna a Spoleto, con premio alla carriera giornalistica proprio a Goffredo Palmerini, il decennale del Premio Pratola, il Premio d’eccellenza Città del Galateo e la presentazione della Perdonanza celestiniana dell’Aquila con il suo riconoscimento UNESCO a Patrimonio immateriale dell’umanità, nonché la presentazione del Gran Duo Italiano e – ma la citazione di eventi sarebbe troppo lunga – le due mostre dedicate a Santa Francesca Saverio Cabrini, la madre degli emigranti, vera antesignana di solidale accoglienza, infine la Cittadinanza onoraria al Presidente Emerito dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini, che nel suo discorso candida L’Aquila a Capitale degli Appennini. Quanto alle città promosse da Palmerini nel mondo, ecco figurare per tutte Erice, “brillante perla della Sicilia Occidentale”, dove il nostro ha ricevuto il prestigioso premio alla carriera per la stampa estera.

Significativa la dedica posta da Palmerini al volume: a Papa Francesco: dopo Celestino V, ha fatto all’Aquila il dono più grande. Una dedica, questa, che fa storia, come il volume intero, del resto, che è un vero e proprio documento di un lasso di tempo in cui l’autore, se pure rinunciando ai suoi viaggi all’estero causa Covid, non ha rinunciato a proporci gli aspetti salienti di un mondo, quello dell’emigrazione, che fa parte della nostra pelle e della nostra identità.

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MARIO NARDUCCI è nato all’Aquila il 23 febbraio 1938. Giornalista professionista, ha lavorato per Il resto del Carlino, La Gazzetta del Popolo, Avvenire e Il Popolo, seguendo per quest’ultimo quotidiano, come Vaticanista e inviato speciale, i viaggi apostolici dell’ultimo scorcio del pontificato di Paolo VI e per 10 anni quelli del pontificato di Giovanni Paolo II, raccontati poi nel volume, esaurito, Le ragioni dell’anima (Calderini, Bologna, 1989). Ha fondato e dirige il periodico di Lettere, Arti e Presenza culturale Novanta9, al quale collaborano docenti dell’Università dell’Aquila e di Urbino e personalità insigni della cultura nazionale. È stato Direttore responsabile di TVUno; Direttore responsabile del mensile L’Eco di San Gabriele (200 mila copie di tiratura); Responsabile cultura dell’ANSA Abruzzo, Direttore responsabile del settimanale satirico dell’Aquila Ju Zirè. Attualmente conduce, per l’emittente abruzzese LAQTV, la trasmissione culturale del sabato sera, “Novanta9”. È presidente dell’Istituto di Abruzzesistica e Dialettologia, con il quale promuove iniziative culturali a largo raggio e i Premi L’Aquila “Zirè d’oro”, giunti alla 25esima edizione, intitolati ad Angelo Narducci, direttore storico di Avvenire, poeta, Parlamentare europeo nella prima legislatura. È stato membro di Commissione negli esami di iscrizione all’Ordine Nazionale dei Giornalisti ed è conferenziere in varie regioni d’Italia, soprattutto per quanto attiene ai temi di cultura religiosa e della pace. È stato Presidente regionale delle ACLI abruzzesi, Delegato provinciale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, di cui è Commendatore, nonché per due legislature Vicepresidente del CREI (Consiglio Regionale Emigrazione e Immigrazione).

Ha pubblicato, per la poesia, La ragazza di un mese (Ceti, Teramo, 1965), Prefazione di Luigi Marra e Giuseppe Porto; Se insiste la speranza (Cannarsa, Lanciano, 1991), Prefazione di Vito Moretti; Sdrucciolo dei Poeti (Lo Zirè, L’Aquila, 1992), Prefazione di ValerioVolpini; Il deserto e i giorni – Poesie per il tempo quaresimale (L’Arca, L’Aquila, 2003),  con saggi e contributi critici di Alda Merini, Paolo Giuntella, Pasquale Maffeo, Claudio Bottini, Giuseppe Molinari; Le offese stagioni (Confronto, Fondi, 2007), Presentazione di Anna Maria Giancarli, contributo critico di Pasquale Maffeo, libro vincitore del Premio Nazionale Libero De Libero 1998; Tempo di Passione – Lamento per L’Aquila ferita ( Iaed Edizioni, L’Aquila 2010), con saggi e contributi critici di Liliana Biondi, Anna Maria Lenti, Gastone Mosci,  Angelo Paoluzi, Fabio Maria Serpilli e disegni originali di Domenico Colantoni, Teofilo Masulli, Maria Giovanna Narducci, Augusto Pelliccione, Massimina Pesce, Vincenzo Tiboni; L’Amore che resta (Calderini, Bologna, 2012); Quando piovono i cieli (IAED, 2015); Poesie per l’Avvento, con saggi introduttivi di Pio Cerocchi, P. Claudio Bottini, Gastone Mosci, la Badessa delle Clarisse dell’Aquila Madre Rosa Maria Tufaro; I giorni che sconvolsero l’Europa dell’Est – Il primo viaggio in Polonia di Papa Wojtyla (IAED, 2020), Prefazione di Goffredo Palmerini; Via delle Bone Novelle -Racconti in tempo di quarantena (IAED 2021). E’ Presidente e componente di Giuria di prestigiosi premi letterari nazionali. Nel 2013 gli è stato assegnato il premio Polidoro di Giornalismo alla carriera, promosso dall’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo. Nell’aprile 2018 gli è stato assegnato all’Università La Sapienza di Roma, Centro Altiero Spinelli, il Premio “Il poeta per un nuovo umanesimo” e nel 2019, presso il Libero Sindacato Scrittori in Roma, il Premio “Il poeta ebbro”, promossi dalla poetessa e scrittrice Manna Manna. In occasione della Perdonanza 2022 gli è stato conferito all’Aquila, per il suo impegno culturale e professionale, il Premio “La Croce di Celestino” promosso ogni anno dal Lions International Club.




REGINA ELENA: È VINCENTE LO SCREENING UNIVERSALE per sindrome di Lynch

La malattia rara aumenta il rischio di tumore soprattutto al colon retto e all’endometrio, fondamentali screening e sorveglianza per interventi tempestivi. All’IRE test molecolari a oltre 1000 pazienti oncologici evidenziano aumento delle diagnosi di questa malattia 

Roma, 25 novembre 2022La sindrome di Lynch è una malattia rara che predispone a sviluppare tumori in vari organi, quelli più coinvolti sono il colon-retto, fino al 61%, e l’endometrio, fino al 54%. Identificare le persone colpite da sindrome di Lynch è di cruciale importanza sia per il paziente che ha già una diagnosi di cancro che per i suoi familiari “stretti”, che hanno una probabilità del 50% di avere ereditato la sindrome, al fine di impostare efficaci protocolli di sorveglianza oncologica sugli organi a rischio. Dal 2020 all’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) si effettua per questa malattia u il cosiddetto “screening universale”: tutti i pazienti con tumore del colon-retto e dell’endometrio sono sottoposti ai test genetici. Prima eseguivano un test molecolare solo i pazienti con determinati requisiti tra cui la giovane età, o familiarità alla malattia. Introdotto lo screening universale, in 3 anni ne sono stati fatti oltre 1000 all’IRE, di cui 350 solo nel 2022, con importante incremento delle diagnosi.
“Si stima, purtroppo, – spiega Vittoria Stigliano Responsabile della unità clinica di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva IRE – che i criteri clinici (Amsterdam, Bethesda) utilizzati per individuare i soggetti da sottoporre a screening per sospetta sindrome Lynch, consentano di identificare circa un terzo dei casi e che il 68% rimanga misconosciuto. Per questo motivo, oggi, viene raccomandato lo screening universale per massimizzare l’individuazione della sindrome ed agevolare l’accesso alle cure con corrette tempistiche.”
E a proposito di screening sta partendo all’IRE il progetto ItaLynch. “ Si tratta di uno studio clinico osservazionale multicentrico – evidenzia Lupe Sanchez, gastroenterologa – che ha come obiettivo principale quello di migliorare la diagnosi precoce della malattia grazie a programmi di sorveglianza ben delineati. Percorsi ad hoc permettono di prevenire le malattie oncologiche associate o diagnosticarle quando sono in una fase iniziale e curabile.” 

All’IRE ne hanno parlato oggi gli esperti sulla sindrome di Lynch, una occasione per fare il punto su innovazione nella diagnosi e trattamento. Si tratta di eventi preziosi che nascono dalla necessità di offrire nuove possibilità di cura a questi malati rari e una diagnosi tempestiva, che salva vite e ne migliora la qualità. 

Ricordiamo che gli IFO Regina Elena e San Gallicano sono Centro di Riferimento Regionale per 22 malattie rare tra cui la sindrome di Lynch. La malattia è causata da una mutazione a carico di geni detti Mismatch Repair. “Tali geni –spiega Lupe Sanchez – sono coinvolti nei processi di riparazione degli errori che avvengono durante la replicazione del DNA. Il loro mancato funzionamento determina un accumulo di errori e quindi un aumento del rischio oncologico.”
Grazie allo screening universale che viene eseguito all’Istituto Regina Elena, tutti i pazienti operati di tumore al colon retto o all’endometrio sono sottoposti a un test di screening sul tessuto tumorale. In caso di esito positivo, si procede al test genetico su sangue per la ricerca di una mutazione dei geni responsabili della malattia. I familiari di primo grado dei pazienti colpiti dalla sindrome dovranno anche loro effettuare il test genetico su sangue. È importante ricordare che in caso il test fosse positivo, i familiari ereditano il rischio e non la certezza di sviluppare un cancro!  

Al Regina Elena pazienti con sindrome di Lynch sono seguiti da un’equipe multidisciplinare di gastroenterologi, genetisti, anatomopatologi, oncologi, ginecologi e psicologi, ogni assistito segue un puntuale programma di sorveglianza oncologica per gli organi a rischio. “Ad oggi – conclude Vittoria Stigliano – l’unica strategia di cura per la sindrome di Lynch è seguire programmi di sorveglianza. Sono inoltre allo studio farmaci per la chemioprevenzione.”   




Il TROVATORE di Giuseppe Verdi

Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane – Coro dell’Opera di Parma, domenica 27 novembre ore 17.00  Teatro Comunale M .Caniglia. Regia di Alessandro Brachetti

Sulmona, 25 novembre 2022. È il momento  della lirica per la Camerata Musicale Sulmonese. Appuntamento con gli appassionati del bel canto per quella che è tra le opere maggiormente eseguite nei teatri di tutto il mondo. Nell’annuale incontro con l’Opera a cura dell’Ateneo Internazionale della Lirica, sul palcoscenico del Teatro Comunale “M.Caniglia” di Sulmona domenica 27 novembre (sabato 26 Teatro dei Marsi di Avezzano) eccezionalmente alle ore 17,00,  va in scena  “Il Trovatore”, melodramma in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Salvatore Cammarano tratto da El Trovador di Antonio García Gutiérrez. Messa in scena con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane Maestro Concertatore e Direttore Stefano Giaroli, il Coro dell’Opera di Parma diretto dal M° Emiliano Esposito, e con la regia di Alessandro Brachetti. Scene  e Costumi  a cura di Arte Scenica di Reggio Emilia, Coordinamento Musicale di Carlotta Arata.

Gli interpreti:

Danilo Formaggia (tenore) nei panni di Manrico, Marzio Giossi (baritono) è Il Conte di Luna, Renata Campanella (soprano) è Leonora, Marina Ogii (mezzosoprano)  la zingara Azucena, Massimiliano Catellani nelle vesti di Ferrando, mentre Elena Rapita è Ines, Giacomo Gandaglia è Ruiz e Franco Montorsi interpreta un vecchio zingaro. Assieme a Rigoletto e La Traviata, Il Trovatore fa parte della cosiddetta trilogia popolare di Verdi. Rappresentato per la prima volta il 19 gennaio 1853 al Teatro Apollo di Roma, “Il Trovatore” divenne in breve l’opera più amata ai tempi di Verdi che fu maestro di cembalo per le prime tre recite. Fin dalla sua prima rappresentazione fu un successo senza precedenti. La Gazzetta Musicale parlò di un trionfo meritato e Il Trovatore fu definito, come tutt’oggi si considera, un capolavoro.

La storia ambientata in Spagna al principio del XV secolo racconta passioni come l’amore, la gelosia, la vendetta, l’odio. Con un intreccio piuttosto articolato, la vicenda si  snoda intorno a Leonora, dama di compagnia della principessa d’Aragona, e innamorata di Manrico, il trovatore, che pure la ama. Anche il conte di Luna è innamorato di Leonora che però lo respinge: la trama verte quindi intorno al conflitto tra i due uomini che si fronteggiano fino alla morte come nemici, senza sapere che sono fratelli. Come già in Rigoletto, anche nel Trovatore il compositore si concentra su un personaggio anticonvenzionale: la zingara Azucena, protagonista indiscussa dell’opera, dominata da passioni contrastanti, sete di vendetta per la morte della madre arsa viva con l’accusa di stregoneria, e l’amore per il figlio adottivo Manrico.

 I protagonisti:

Danilo Formaggia il tenore che interpreta Manrico è “…un bell’esempio di tenore antico e moderno…suoni di vecchia ottima scuola, ma musicalità e gusto interpretativo attuali…” scrive di lui la critica. Nato a Milano studia pianoforte e canto, perfezionandosi con Alfredo Kraus e Magda Olivero. Nel 1998, unico tenore italiano in concorso, si aggiudica il Premio “Enrico Caruso”.  ha collaborato con Claudio Abbado, Sir Colin Davis, Donato Renzetti, Nello Santi, Gianluigi Gelmetti, Claudio Scimone e con registicome Franco Zeffirelli, Lindsay Kemp, Graham Vick, Robert Carsen, Dmitri Bertman, Denis Krief, Filippo Crivelli, Giancarlo Cobelli, Franco Ripa di Meana.

Marzio Giossi è il Conte di Luna. Baritono bergamasco, 37 anni di carriera, apprezzato interprete verdiano, vincitore del 25º Premio Mascagni d’oro (2005), vanta nel suo curriculum esibizioni in tutto il mondo: dall’ Italia a Francia, Olanda, Stati Uniti, Giappone ed altre nazioni, sui palchi dei principali teatri, diretto da importanti maestri (Gavazzeni, Muti, Abbado…) e da grandi registi (tra cui Ronconi, Gregoretti, Miller).

Renata Campanella è Leonora. Soprano catanese, laureata all’Istituto Musicale “Vincenzo Bellini”. Vincitrice e finalista in prestigiosi Concorsi Lirici Internazionali tra cui  “Voci Verdiane”( 2013). Recentemente ha cantato in concerti in onore di Renato Bruson e Rolando Panerai. Con l’Ensemble Nuove Musiche ha cantato rivisitazioni di liriche verdiane da camera per l’inaugurazione del Bicentenario Verdiano a Busseto proseguendo poi con  una tournée in Europa. Non nuova al pubblico del Teatro Caniglia dove ha già cantato in passato nel ruolo di Tosca.

Marina Ogii è Azucena Mezzosoprano, nata a San Pietroburgo dove studia e si diploma nel 2005 all’Accademia Musicale “Rimsky-Korsakov”. Debutta nell’opera di Menotti The old maid and the thief, sotto la regia di Carl Ratner (USA). Il successo arriva subito con il debutto  nel  ruolo di Olga in Evgenij Onegin di Čajkovskij. Approda in Italia interpretando Rosina nel Barbiere di Siviglia, seguono tournée internazionali. Ha lavorato con direttori e registi come Andrea Battistoni, Wayne Marshall, Valerio Galli, Giampaolo Bisanti, Johannes Wildner, Francesco Pasqualetti, Fabio Mastrangelo, Davi de Livermore, Marco Spada, Rosetta Cucchi, Carl Ratner, Alexey Stepanyuk, Philippe Auguin, Dario Argento, Gavriel Heine, Mikhail Tatarnikov, Dmitri Jurowski, Fabio Luisi.

Il Coro dell’Opera di Parma, rinomato gruppo vocale che raccoglie la secolare tradizione corale della città, nasce dall’esigenza di creare una realtà composta da artisti di ottima preparazione musicale e, insieme, straordinaria capacità di movimento sulla scena. Partecipa a numerose produzioni liriche nei principali teatri italiani. Nel 2015 il coro è chiamato da Giovanni Allevi ad incidere un brano che diventa poi l’Inno ufficiale del campionato di calcio della Serie A.

Fondata nel 2003 dal M° Stefano Giaroli per valorizzare giovani musicisti dell’Emilia-Romagna, l’ Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane si caratterizza oggi come una delle più vivaci e dinamiche realtà orchestrali italiane accogliendo elementi di spicco che collaborano con prestigiose orchestre nazionali ed internazionali. Negli anni ha acquisito un vasto repertorio operistico e annovera esibizioni in Italia e all’estero.

 L’Ateneo Internazionale della Lirica di Sulmona, di cui è presidente il M° Gaetano Di Bacco, fondato nel 1996, rappresenta,  insieme all’Associazione Harmonia Novissima di Avezzano, una delle poche realtà che organizza la lirica nel territorio.

La serata è realizzata anche con il contributo del Consiglio Regionale, Comune di Sulmona e Fondazione Carispaq.




AREA DI CRISI COMPLESSA, ancora una vittoria della CGIL Abruzzo Molise

Riconosciuto anche il Bonus 200€ ai lavoratori in mobilità in deroga. Adesso si lavori per un futuro occupazionale.

Pescara, 25 novembre 2022. Come richiesto a luglio dalla CGIL Abruzzo Molise e dall’intero CICAS Abruzzo coordinato dall’assessorato regionale al lavoro, dopo il Bonus 150 €, l’INPS (con il messaggio n° 4231 del 23 novembre 2022) ha riconosciuto ufficialmente il diritto per i lavoratori in mobilità in deroga anche alla percezione del Bonus 200 €, misura che verrà messa in pagamento nel prossimo mese di dicembre.

Una vittoria importante per i circa 150 lavoratori in mobilità della Val Vibrata e per i 300 molisani dell’area di crisi complessa di Venafro, Bojano e Campochiaro. Una battaglia i cui benefici saranno estesi a tutte le 19 aree di crisi complessa riconosciute nel Paese.

Adesso però si deve passare dalla politica di bonus e sussidi, a quella dell’occupazione. I riconoscimenti delle aree di crisi, infatti, non sono certo stati certo risolutivi per i problemi dei territori.

In Vibrata, dopo la crisi del tessile prima e del metalmeccanico poi (Veco e Atr le ultime due grandi vertenze finite con la perdita di 300 posti di lavoro), non vi è mai stato il recupero di occupazione ed economia in quella che un tempo era una delle zone a più alta vocazione industriale della regione. Stesso discorso per l’area di crisi del Molise, dove nell’ambito avicolo, agroalimentare, tessile e metalmeccanico, non è più rinviabile un intervento di riqualificazione per una risposta, oltre ai lavoratori in mobilità, anche a quelli dipendenti di aziende in cassa integrazione straordinaria.

Necessario trovare una soluzione occupazionale per queste persone, mediamente ultracinquantenni, condannate da più di cinque anni a vivere con meno di 500 € al mese, nel limbo dei “troppo vecchi per lavorare e troppo giovani per andare in pensione”.

Non è quindi il furore ideologico con cui questo governo da un lato penalizza i poveri con il taglio di reddito di cittadinanza e maggiorazioni sulle pensioni e dall’altro avvantaggia i ricchi con una tassa piatta che diminuisce le imposte per i redditi fino a 85.000 euro, l’approccio utile a risolvere i problemi.

Occorrono politiche pubbliche, occupazionali e industriali, che offrano vere opportunità di lavoro a chi oggi non riesce a trovare un’occupazione e domani rischia di rimanere senza nessun sostegno, aggravando una situazione economica e sociale di famiglie che già adesso sono in difficoltà.

Per queste ragioni, la battaglia per il riconoscimento dei bonus non sarà certa l’ultima. La CGIL Abruzzo Molise continuerà, nelle piazze, nelle aziende e in ogni luogo da dove possa arrivare la richiesta di giustizia sociale, a lottare al fianco di lavoratrici e lavoratori, disoccupate e disoccupati, pensionate e pensionati, studentesse e studenti, perché nessuno venga lasciato indietro.

Carmine Ranieri, Segretario Generale CGIL Abruzzo Molise

Mirco D’Ignaizo, Coordinatore regionale INCA CGIL Abruzzo Molise




ROCCO SIFFREDI: la dipendenza dal sesso ha una natura diabolica

In una recente intervista televisiva la star italiana del porno ha parlato della sua schiavitù dal sesso vissuta con grande sofferenza, ed ha affermato che questa folle ossessione ha caratteristiche demoniache

di Silvia Lucchetti

Il 15 novembre scorso Rocco Siffredi, il re del porno, è stato ospite del programma Belve di Rai2 condotto dalla giornalista Francesca Fagnani.

Perché dovremmo parlarne su un giornale cattolico? molti si domanderanno. Generalmente ci si aspetta poco di autentico, anzi, pochissimo, da una persona come lui. E infatti gli inizi dell’intervista hanno rispettato i pronostici: al saluto della conduttrice il pornodivo risponde con la classica battutina a doppio senso.

Rocco Siffredi e la sofferenza causata dalla schiavitù dal sesso

Ma c’è un passaggio che mi ha particolarmente colpito, e che esce fuori dalla solita narrazione del pornodivo fatta di prestazioni, particolari hard, guadagni da capogiro ed episodi accaduti sul set. Siffredi, ha confidato commosso qualcosa di profondo e doloroso di sé: il desiderio di castrarsi e di morire per liberarsi dalla dipendenza dal sesso.

E non è tutto. L’intervista apre a una seria riflessione che non ci saremmo mai aspettati venire stimolata da questo personaggio.

Con 1700 film all’attivo, e 130 premi vinti, l’attore ha annunciato una (semi)novità: ha smesso da pochi mesi per la terza volta (sperando sia quella buona) di recitare nei film pornografici, ma non di girarli. Perché: “il porno non è solo la mia vita è anche il mio lavoro”.

“Non recito più”

Finalmente sembra che mi sono fermato eh!  – afferma –  da un po’ di tempo non faccio più nulla come attore, non più davanti alla telecamera. (…) E sembra che ce la sto facendo, perché ho detto tre volte mi fermo e poi ci ricasco, sono molto debole da quel punto di vista. (…)  mi dirigo completamente verso mia moglie. Una volta mi dissero: “Rocco, il segreto è guardare solo tua moglie e tutta l’energia solo su di lei”. Devo dire che sta funzionando.

Siffredi è sposato da 29 anni con la moglie Rozsa e sono genitori di due figli.

L’abisso della promiscuità

Nel 2004 aveva per la seconda volta lasciato il mondo del porno proprio per dedicarsi alla famiglia, per avere un rapporto più puro e autentico con Rosa. Ma purtroppo non riesce a rispettare questo proposito. La giornalista legge una passata dichiarazione di Siffredi:

“Sono andato con più di mille prostitute per strada perché ero pazzo. Mia moglie è così carina ma mi mancava la varietà”.

Uomini, donne, trans

Lui la commenta così: Non solo prostitute, tutto quello che la dipendenza ti dà. Esci e vedi uomini, donne, trans. Tutto. (…) i bambini mi dicevano: “papà giochiamo, papà giochiamo”. E io dicevo: “papà deve uscire adesso, poi arrivo arrivo”. Tutti i giorni, tutti i giorni.

E invece tornava a casa tardi la sera, dopo aver avuto per tutta la giornata “rapporti no stop”.

Rocco Siffredi: andavo con chi capitava senz’anima

Non mi sono fatto mancare nulla – continua – semplicemente andavo senz’anima, andavo. Uscivo e se non avessi trovato una prostituta sarebbe stata un prostituto, era uguale, era tutto uguale. 

Francesca Fagnani legge una seconda dichiarazione dell’attore:

“Quando questa voglia mi assale nella sua forma più violenta, arrivo persino a pensare che vorrei castrarmi per risolvere il problema. Ma è proprio a quel punto che chiedo aiuto a Dio tramite l’intercessione di mia madre”.

“CHIEDEVO A DIO DI FARMI MORIRE”

Il pornodivo aggiunge e spiega cosa la dipendenza ha causato alla sua persona: il desiderio di morire. Questo è uno dei passaggi più forti di tutta l’intervista:

“Cosa chiedeva in quei momenti a Dio o sua madre?” domanda la giornalista.

Siffredi risponde piangendo: “di farmi morire semplicemente”.

Un periodo tragico e difficilissimo durato a lungo, racconta, e da cui oggi ne è uscito “abbastanza fuori” con l’aiuto di sua moglie.

Ho paura che completamente fuori non ci sarò mai, però devo cercare di dirigere le mie energie per riuscirci. Devo dire che sono migliorato molto. Riesco a gestire la mia personalità, a non essere troppo debole.

Rocco Siffredi: “oggi il diavolo è il sesso”

La conduttrice legge una terza dichiarazione:

Lei una volta ha definito questa dipendenza una sorta di diavolo affermando: “mi manda a volte fuori di testa, fino al punto di farmi diventare quasi aggressivo. C’è stata una volta in cui ho avuto paura di non sapermi fermare”.

Il pornostar commenta: Quando si parla di diavolo secondo me oggi il diavolo è il sesso. (…)

La dipendenza dal sesso ha caratteristiche demoniache

È un’affermazione fortissima, in quanto pronunciata da un uomo assolutamente lontano dalla fede. E qualunque accezione si voglia dare al termine da egli usato: “diavolo”, non vi è alcun dubbio che Siffredi viva la sua ossessione per il sesso come qualcosa di demoniaco. Quindi come una forza maligna a cui è non possibile resistere, che prende stabilmente possesso della vita mentale portando l’individuo, attraverso la seduzione di un piacere illimitato, all’autodistruzione.

Le parole di Rocco Siffredi per un credente risuonano angosciosamente come la rappresentazione vivente della modalità subdola con cui il demonio – oggi più che mai – si impossessa di un’anima, rendendola schiava e asservita a sé.

In questo senso egli diventa senza volerlo il “testimonial perfetto” di quanto la Chiesa afferma con forza riguardo i danni gravissimi che la schiavitù dal sesso e la pornografia arrecano agli individui, specialmente i più giovani, svuotandoli della loro vitalità e lasciandoli tremendamente infelici.

https://it.aleteia.org/2022/11/24/rocco-siffredi-belve-dipendenza-sesso-diavolo/




SPAZIO BIANCO si colora d’amore e solidarietà

La galleria d’arte e cultura di Pescara inaugura il Natale con DoniAmoArte

Pescara, 25 novembre 2022. Prende il via domenica 27 novembre alle ore 17 nella galleria d’arte Spazio Bianco l’evento artistico DoniAmoArte, una sorta di gara di solidarietà tra artisti in occasione del Natale ormai alle porte. L’impareggiabile Gisella Bianco, titolare di questo spazio nella centralissima piazza Salotto a Pescara, ha organizzato con la sua collaboratrice Noris Nocci una splendida iniziativa a scopo benefico: ha invitato gli artisti della sua galleria e tanti altri a realizzare piccoli addobbi natalizi da donare a due associazioni abruzzesi, la Casa Madre Ester di Scerne di Pineto e la Alda e Sergio di Pescara, che si occupano di aiutare bambini in difficoltà.

Entrambe sopravvivono grazie alle donazioni e al volontariato. La prima accoglie al suo interno bambini vittime di abbandono, violenza o abuso, la seconda spende il suo tempo per l’assistenza sociosanitaria di bambini con disagio sociale. L’appello è stato raccolto con grande entusiasmo e così palline colorate, presepietti, quadretti e tante idee di stoffa, di carta, di terracotta, di vetro o di legno sono scaturite dalla fantasia e dalla mano di oltre una ventina di artisti che si sono messi al lavoro per realizzare piccole opere d’arte. Tutte si potranno acquistare da domenica in poi fino ad esaurimento nella galleria dove gli oggetti sono appesi e visibili anche dalla vetrina. L’intera cifra ricavata sarà devoluta in beneficenza per i bambini.

“Tutti gli oggetti avranno lo stesso prezzo per non creare disparità tra un artista e l’altro – spiega emozionata Gisella Bianco impegnata nell’allestimento – e chiunque avrà la possibilità di fare un regalo “di cuore” a sé stesso o ad altri. È la magia buona del Natale che ci rende tutti più umani”. All’inaugurazione parteciperanno anche i rappresentanti delle associazioni pronti a spiegare quanto sia importante l’aiuto delle donazioni per i piccoli che lo riceveranno.




FESTA degli alberi 2022

Il Co.n.al.pa. dona alberi e arbusti mediterranei a quattro scuole pescaresi

Pescara, 25 novembre 2022. Il Co.n.al.pa. sezione Pescara-Chieti, nell’ambito della Festa nazionale degli Alberi, ha donato specie arboree e arbustive mediterranee e svolto lezioni di educazione ambientale in quattro scuole pescaresi.

I plessi scolastici coinvolti sono stati i seguenti: il 21 novembre la Scuola dell’Infanzia paritaria Sacro Cuore e l’Istituto comprensivo Pescara 6 con la scuola primaria “Pineta dannunziana”; il 24 novembre la Scuola secondaria “Benedetto Croce”  e l’Istituto comprensivo Pescara 10 “Renzetti” con la Scuola Primaria e   la Scuola dell’Infanzia.

L’associazione ha donato   Corbezzoli,  Filliree e  Rosmarini, specie simbolo della macchia mediterranea, che sono state piantate nei giardini dei plessi scolastici.

Il Corbezzolo, prezioso alberello sempreverde, è famoso per la sua eleganza e longevità; la Fillirea, arbusto o piccolo albero sempreverde, è apprezzata per la sua rusticità e capacità di adattarsi a lunghi periodi siccitosi; infine, il Rosmarino, arbusto aromatico molto longevo, eccellente per la sua resistenza e rusticità in ambienti assolati e siccitosi.

Le lezioni di educazione ambientale sono state svolte dalla presidente locale del Co.n.al.pa. Annalisa Petrucciani, dalla consigliera di sezione Silvia Pennese e dall’esperto di giardini e coordinatore Co.n.al.pa. Abruzzo Alberto Colazilli.

“La scorsa estate la morte di tanti alberi per colpa del gran caldo ha imposto un’attenta riflessione sulla corretta gestione del verde urbano.” spiega Colazilli, “E’ importante cominciare a scegliere le specie arboree e arbustive più idonee, capaci di resistere alle ondate di calore, che possono essere utilizzate con successo in molteplici situazioni negli ambienti cittadini.”

“C’è ormai la necessità di migliorare la gestione del verde cittadino contro i cambiamenti climatici.” spiega Petrucciani, “Ne abbiamo discusso con i bambini. Scegliere alberi e arbusti resistenti significa anche abbattere gli sprechi di acqua e può ridurre i costi di gestione.”

“Sono state lezioni molto partecipate, con tante domande e tanta curiosità da parte dei bambini”, conclude Petrucciani, “Prossimamente ci saranno altri eventi in cui continueremo a educare le scolaresche sull’importanza del verde urbano nella città di Pescara.”




UNIVERSITARI INGANNATI: all’Ater senza servizi e con le bollette da pagare

Assistiamo all’ennesima giravolta sul futuro degli studenti e studentesse universitarie dell’Aquila

L’Aquila, 25 novembre 2022. un mese fa la presidente dell’ADSU, Eliana Morgante, in commissione di vigilanza del Consiglio Regionale prospettava per loro un futuro roseo nel complesso Il Moro di appartamenti dell’ATER (tra Pettino e Cansatessa) perché quel complesso sarebbe stato, a suo dire, dotato di ogni servizio (dal bar, alla palestra, alle sale studio) e ben collegato con tutti i poli universitari grazie a una interlocuzione con l’AMA che sarebbe dovuta cominciare di lì a poco.

Il quadro che emerge dal Consiglio di Amministrazione ADSU di ieri è del tutto diverso oltre che desolante: niente mensa, niente servizi, niente trasporti. Non ci sono i fondi necessari per nulla di tutto questo. Addirittura, neanche ci sarebbero i fondi per aprire di sera la mensa di Coppito (che dovrebbe sostituire la mensa di Campomizzi che dal 31 luglio 2023 chiuderà i battenti).

L’ATER inoltre avrebbe manifestato la propria volontà di non acquisire più l’immobile da 1320 mq che avrebbe dovuto ospitare questi servizi accessori, e questo perché, se l’ADSU starà presso Il Moro soltanto 6 anni, l’ATER non rientrerebbe dell’investimento. Grazie all’intervento della nostra rappresentante Martina Fusari l’atto non è stato votato ma rinviato. Come Sindacato Studentesco ci poniamo le seguenti domande: può essere la questione della carenza dei fondi riversata sugli studenti?

Possono dei servizi essere chiusi e basta?

Siamo sicuri (e lo speriamo) che tra 6 anni il problema della residenza definitiva sia risolto visto che non si è risolto nei 13 anni già trascorsi e visto che sulla Carducci non c’è ancora un progetto?

Pretendiamo che ci sia subito tra l’ADSU e la Regione Abruzzo la interlocuzione necessaria per reperire i fondi essenziali per l’assicurazione dei servizi minimi per le studentesse e gli studenti che studiano e vorranno studiare all’Aquila. Per quanto riguarda il complesso il Moro dell’ATER, che dovrebbe sostituire la Campomizzi fino alla sistemazione definitiva della residenza universitaria ci chiediamo: “Perché uno studente dovrebbe scegliere di prendere alloggio tra Pettino e Cansatessa, senza dei trasporti che gli consentano di raggiungere i poli universitari (o le mense) in tempi umani e, per di più, dovendo pagare le bollette e le tasse come se fosse in una casa privata?

Quale sarebbe il vantaggio?

E quale la tutela del diritto allo studio di studentesse e studenti che, è bene ricordarlo, non hanno le possibilità economiche di fare i fuorisede?”.

UDU L’Aquila




24 NOVEMBRE, San Flaviano

La Messa solenne in duomo ha concluso questa sera le cerimonie religiose dei festeggiamenti. Monsignor Lorenzo Leuzzi ai ragazzi: “Non dimenticate Calcedonia”.

Giulianova, 25 novembre 2022. Si sono conclusi ieri, giorno di San Flaviano, i festeggiamenti in onore del santo, patrono di Giulianova. Alle 19, alla presenza di un folto numero di fedeli e con la partecipazione dei parroci delle tre parrocchie cittadine (don Enzo Manes per San Flaviano, don Ennio Di Bonaventura per l’ Annunziata e don Luca Torresi per la Natività di Maria Vergine), il Vescovo di Teramo-Atri Monsignor Lorenzo Leuzzi ha presieduto la Messa in duomo. Alla sua destra, la statua del venerato patrono, ai piedi dell’altare l’urna con le sacre reliquie. Sulla sinistra, il gonfalone della Città di Giulianova, rappresentata, al primo banco, dal Presidente del Consiglio Comunale Matteo Francioni.

Il Vescovo ha raccomandato la frequentazione assidua della parrocchia e, soprattutto ai ragazzi che riceveranno la Cresima, ha consegnato una parola da tenere bene a mente, una parola decisiva per capire e dunque amare San Flaviano: Calcedonia (a Calcedonia, com’è noto, si tenne nel 451 il concilio che riaffermò la natura umana e divina di Cristo, sconfessando il monofisismo sostenuto da Eutiche. Per difendere quella verità di fede, Flaviano, Patriarca di Costantinopoli, nel 449 aveva perso la vita ).




25 NOVEMBRE, raddoppiato il numero delle donne in carico alla rete antiviolenza

Di Loreto e Maretti: “È un dato positivo, significa che la violenza emerge e viene affrontata”. Sindaco su linguaggio: “Indispensabile sconfiggere il patriarcato per formare generazioni senza ipoteche su stereotipi di genere”. Oggi lo spettacolo teatrale al Barbella

Chieti, 25 novembre 2022. Importante punto sui dati inerenti le donne prese in carico dalla rete del Centro Antiviolenza Alpha della città di Chieti e anche sul linguaggio che accompagna la narrazione della violenza di genere: due appuntamenti che ieri sono stati di casa nel Salone storico della Prefettura come seconda tappa della rassegna di eventi de La violenza non è amore, un’iniziativa voluta da Giunta e Presidenza del Consiglio comunale, nata in sinergia con la Centro antiviolenza Alpha, motore della rete comunale e realizzata con il patrocinio della Prefettura di Chieti e con la preziosa collaborazione delle associazioni cittadine che sono anima e cuore degli appuntamenti. Prima la conferenza della Rete, con l’ufficializzazione dei nuovi dati sull’attività compiuta dal centro sul territorio cittadino.

Poi l’incontro pubblico, Le parole che fanno male a cui hanno preso parte oltre al sindaco, all’assessore alle Politiche Sociali e al Prefetto Armando Forgione, al Questore Francesco De Cicco e ai rappresentanti delle forze dell’ordine, due relatrici importanti Paola Spadari, consigliera segretaria dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, I media e il racconto della violenza; Ernesta Bonetti, avvocato di Alpha Centro Antiviolenza, Sterotipi e pregiudizi nel linguaggio della giustizia, moderato dall’esperta in tematiche di Genere del Collettivo Fucsia, Benedetta La Penna.

Domani il programma andrà avanti con il seguente programma:

–              Ore 15 piazza Vico: presentazione panchina rossa (da confermare), a cura della CGIL  e SPI-CGIL Chieti

–              Ore 15.30 Sala Cascella Camera di Commercio: Evento “No alla violenza sulle donne”, saluti di Alessia Antenucci, Segretaria Generale SPI Chieti, Anna Piccone, responsabile coordinamento Donne SPI Chieti, proiezione del film “La scelta di Anne (L’evenement)” regia di Audrey Diwan.

–              Ore 17.30-19.30 Anagrafe della sede comunale di Corso Marrucino: Corso gratuito di difesa personale Donne al sicuro, “Diciamo NO alla violenza sulle donne”, a cura dell’associazione I.P.T.S.

–              Ore 21 Pinacoteca Barbella: spettacolo teatrale itinerante “I panni sporchi stendili fuori”, a cura dell’Associazione Donn’è.

I dati in breve. Da novembre 2021 a oggi le donne che si sono rivolte anche solo telefonicamente al centro, per informazioni e consulenze psicologiche e legali sono state 252, di cui 150 per informazioni ne 43 per consulenze legali. Quelle prese in carico sono in tutto 102: si tratta di donne per lo più fra i 30 e i 39 anni (36%), quelle fra i 40-49 sono il 26%, fra i 20 e i 29 anni il 18 e poi, a scendere, fra i 50-59 il 14%, fra i 60 e 69 il 4 e il 2 % fra i 70 e 79. L’84 per cento delle donne prese in carico è di nazionalità italiana, piccole le percentuali di quelle straniere, fra cui donne dall’Ucraina, Marocco, Cuba, Romania, Tunisia, Bangladesh e Venezuela. Autori della violenza per il 43% i mariti, per il 18% il compagno, per il 16% l’ex marito, per il 9% l’ex fidanzato e, ascendere, il fidanzato, un conoscente, un famigliare, l’ex compagno. L’autore della violenza di riferimento è di nazionalità italiana per l’86% dei casi.

Il nostro Centro incontra la realtà di queste donne per lo più a fronte di una denuncia, così è accaduto dal 2015 a oggi, da quando la rete antiviolenza è nata: sono state oltre il 70 per cento le donne che hanno denunciato, oltre il 30 quelle che hanno avuto l’allontanamento dei maltrattanti, sotto il 10 quelle ospitate nelle case rifugio. Tanti i tipi di violenza subita: principalmente quella psicologica, il 36%; poi quella fisica, il 24%; poi quella economica, il 16%; a segui re il 14% violenza sessuale e il 10 stalking.

“Il numero delle donne prese in carico dal Centro Antiviolenza è aumentato, ma non è un fatto negativo – illustra la responsabile del Centro Antiviolenza comunale Marialaura Di Loreto – C’è stato un aumento, perché le donne cominciano ad avere fiducia nell’esistenza di questo Centro e ci chiedono di essere protette. Questo aumento è anche l’onda lunga del Covid, che ha visto esplodere in maniera evidente i casi. L’altro dato è che purtroppo sono aumentate le richieste sulla fascia di età più bassa, sono state tante le donne fra i 19 e i vent’anni di età, ciò significa che va fatta una sensibilizzazione a tappeto nelle scuole per prevenire i casi e formare le donne.

Altro dato positivo è che abbiamo inserito diverse donne nell’empowerment lavorativo che ci consente farle operare nelle aziende che fanno parte della rete e ricominciare. A queste donne va dato atto del grande coraggio che hanno nell’affidarsi al centro antiviolenza, chi chiede aiuto ha sempre molto coraggio, una forza che ci consente di aiutarle a tornare a vivere e lavorare, oppure cominciare a farlo per quante non avevano una vita professionale alle spalle”.

“Quando si parla di violenza contro le donne e di femminicidio non parliamo purtroppo di uno stato di eccezione o di emergenza, ma dell’estrema conseguenza della cultura che lo alimenta e lo giustifica – così il sindaco Diego Ferrara –  È un fenomeno strutturale e come tale va affrontato anche a livello istituzionale. Bisogna farlo abbattendo gli stereotipi perché soggezione e obbedienza, rassegnazione, sono ciò che l’uomo della società patriarcale si aspetta dalle donne. Disinnescando già in età scolare la bomba in via di fabbricazione della misoginia e sessismo, si arriverà a non farla esplodere.

Il Comune collabora con la Rete e Politiche sociali e servizi mirati a questo e concertati con il mondo che opera in questo campo. Lo facciamo con l’auspicio di arrivare a ciò che auspicava la poetessa Susanna Chavez in un’affermazione divenuta famosa in tutto il mondo e che purtroppo non le ha salvato la vita: non una donna in meno, non una donna morta in più. A questo dobbiamo e vogliamo tutti puntare lavorando dentro le istituzioni e dentro le famiglie”.

“L’Amministrazione sta utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per potenziare interventi e presenza – così l’assessore alle Politiche Sociali Mara Maretti – in primis il Piano sociale, ma soprattutto i servizi alle famiglie, perché il collegamento con gli asili nido, le ludoteche le scuole sono ponti che consentono ai nostri operatori di agire a contatto con le famiglie, cosa per cui sono formati, in modo da poter prevenire i fenomeni e riconoscerli.

Noi abbiamo un atteggiamento sussidiario rispetto alle realtà che operano in questo settore: cooperative, associazioni, che ogni giorno agiscono prendendo in carico le situazioni di fragilità. Io ringrazio tutti coloro che si stanno dando da fare perché oggi le amministrazioni sono assolutamente e giustamente obbligate a creare reti sul territorio con le attività del terzo settore ed è un piacere farlo perché questa azione ci aiuta nella gestione delle criticità del territorio e nella prevenzione. Queste forze sono per noi un braccio operativo, un sostegno concreto, una linfa davvero vitale”.

“Le parole sono pietre – conclude Paola Spadari, segretaria dell’Ordine nazionale dei Giornalisti – I giornalisti devono fare la loro parte nel racconto della violenza al femminile, usando termini corretti e non cadendo nei luoghi comuni degli stereotipi e usando un linguaggio continente, non aggiungendo particolari che sono finalizzati solo a suscitare istinti in chi legge che non remano nel migliorare la cultura rispetto a questo fenomeno, ancora molto significativo, della violenza sulle donne.

Come ordine dei Giornalisti nazionale, nella giornata contro la violenza di genere abbiamo richiamato i colleghi al rispetto delle regole per un’informazione corretta e un linguaggio adeguato a tutela delle vittime. Un assassinio è un assassinio e non si uccide per amore e come tale va descritto anche dai media”.