Cari giovani,

la mia lettera vi giunge pochi giorni dopo l’inizio dell’Avvento e in vista dell’inizio dell’Anno Berardiano, celebrativo del IX centenario della morte di San Berardo, Vescovo e patrono della Diocesi di Teramo-Atri e della città di Teramo, il prossimo 19 dicembre.

Il Vescovo Berardo era un monaco benedettino.

Per me è stata una sorpresa e, soprattutto, una grande sollecitazione a riflettere sul motto di San Benedetto, patrono d’Europa: “ora et labora”.

Prega e lavora!

Oggi non è difficile constatare la difficoltà di coniugare insieme la preghiera e il lavoro. Molti pregano, ma non lavorano. Altri lavorano, ma non pregano.

Perché pregare? Perché lavorare?

Nella società moderna la partecipazione non è più garantita.

Si può pregare e si può lavorare, ma senza partecipare.

In passato si pregava e si lavorava quasi spontaneamente, quasi per inerzia.

Oggi non è più così!

È la grande illusione di essere protagonisti, ma in realtà siamo solo un oggetto che si muove o si sviluppa nel tempo.

Il monaco Benedetto aveva anticipato i tempi: la preghiera e il lavoro non sono due vie per evadere, per nascondersi.

Ora et labora!

È la via per partecipare senza lasciarsi trasportare dalle onde, rimanendo padroni di se stessi nelle vicende della vita.

Aver paura delle onde?

No, cari giovani!

Tu puoi attraversarle continuando il tuo percorso di vita, il tuo desiderio di essere protagonista.

Chi può aiutarmi ad immergermi nelle onde senza naufragare?

La mia mente, così come quella di San Berardo, corre verso la Grotta di Betlemme!

In quella Grotta le onde si sono fermate!

In quella mangiatoia c’è Colui che è il Signore della storia!

Non dobbiamo aver paura delle difficoltà della vita perchè

nelle onde, e dietro ogni onda, si nasconde Lui, quel Bambino che dobbiamo imparare a prendere in braccio e a portare con noi.

Ora et labora!

Ogni giorno, dal mattino fino alla sera: quel Bambino mi ricorda che se vivo la mia esistenza quotidianamente con Lui, Lui cammina con me in ogni momento della giornata.

Il Natale non è la festa della favola dei personaggi di carta o di plastica, ma della certezza che il tempo non è più vuoto.

Con San Berardo evita di sciupare il tempo!

In ogni scelta ci sono sempre proposte superficiali e proposte impegnative.

Tu cosa scegli?

Non è facile scegliere la via più impegnativa, che può chiedermi di rinunciare a qualcosa che mi affascinava.

Sii coraggioso!

“Alzati e parti in fretta”, come ci ha invitati papa Francesco in preparazione alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù.

Ricordando sempre: Ora et labora!

Vi benedico di cuore.

Vostro,

+ Lorenzo, vescovo




UN ALBERO per ogni nuovo nato

Una legge di 30 anni fa!

Pescara, 30 novembre 2022. Era il 1992 quando venne promulgata la L. 113/92: “Obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica” (la cosiddetta Legge Rutelli). Un legge di grande importanza e lungimiranza, potremmo diure oggi, essenzialmente per due ragioni: la prima perché questa è nata come una legge proiettata verso il futuro, visto i tempi con cui gli alberi crescono, quindi rivolta ai cittadini di domani, alle future generazioni; la seconda, allo stesso modo, perché le aree destinate ad accogliere le piante poi non potevano e non possono cambiare di destinazione d’uso (“Tali   aree   non   possono   comunque   essere successivamente destinate a  funzione  diversa  da  quella  di  verde pubblico”, recita l’articolo 3).

Più recentemente la norma è stata modificata e completata, con la L. 10/2013: “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, che introduce anche il “bilancio arboreo”: ogni sindaco deve far sapere quanti alberi ha trovato al suo insediamento e quanti ne lascia al termine del mandato.

Una norma nel complesso ancora troppo disapplicata in ambito nazionale, in quanto non sono previste sanzioni per gli inadempienti, se non quella politica, e che solo localmente ha avuto riscontri interessanti. Pescara è una delle città in cui dal 1992 si è fatto qualcosa, ma evidentemente non in termini incisivi, come auspicato dalle norme.

Se dal ‘92, fossero stati piantati alberi 800 piante ogni anno, ovvero circa il numero dei nuovi nati da quell’epoca per ogni anno, oggi avremmo un bosco con 24.000 alberi per una estensione anche di 60 ettari, vincolato, cioè il raddoppio della Riserva Dannunziana (56 ha).

Una breve nota esplicativa del DM 2 aprile 1968, n. 1444 può far capire meglio il senso della proiezione. La norma disciplina gli aspetti quantitativi del verde pubblico e fissa come soglie minime per abitante: (…) 9 mq di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade e 2,5 mq di aree di parcheggi. Prendiamo Pescara come esempio, con 120.000 abitanti:

9 mq/ab fanno 108 ettari: la Riserva Dannunziana è poco più di 50 ha, poi ci sono tante altre aree verdi …

2,5 mq/ab di parcheggi per auto fanno 30 ettari. Se però moltiplichiamo il numero di auto per abitanti (media Italia oltre 6/10) e considerando lo spazio statico occupato da un’auto in 10 mq, si ottengono 72 ettari, ovvero già oltre 40 in più di quelli minimi previsti dalla normativa. Ma se consideriamo lo spazio dinamico (25 mq, dovendo un’auto entrare e uscire da un parcheggio), allora gli ettari diventano 150, cioè 120 in più, cioè oltre 10 volte l’area del Parco centrale. Dentro 120 ettari, con un sesto di impianto 5×5, ci entrano quasi 50.000 alberi, ADULTI;

Se applicassimo quindi lo stesso schema logico del parcheggio per il verde pubblico, dovremmo avere una superficie dedicata al verde di 540 ettari, cioè 10 Riserve Dannunziane, oppure 40 volte il Parco centrale, a verde!

Qualcosa non torna.

Giancarlo Odoardi




IL CARDINALE TROIANO ACQUAVIVA D’ARAGONA, giuliese illustre ed eminente erudito

Presentazione della  nuova opera di Roberto Ricci in sala Buozzi sul mecenate del Settecento, sabato 3 dicembre

Giulianova, 30 novembre 2022. Sarà presentato sabato 3 dicembre, alle ore 17,  nella Sala “Buozzi” di Giulianova Alta, a cura della Biblioteca civica “Vincenzo Bindi”, la nuova opera del professor Roberto Ricci, storico, membro della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi e dell’Istituto storico italiano per l’età moderna e contemporanea di Roma, dal titolo “Il cardinale Troiano Acquaviva d’Aragona tra erudizione e storia”, pubblicato quest’anno da Hatria.

Oltre all’autore interverranno Ottavio Di Stanislao, direttore emerito dell’Archivio di Stato di Teramo e direttore dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche, e Sirio Maria Pomante, direttore della Biblioteca comunale “Vincenzo Bindi” e del Polo Museale Civico di Giulianova.

Il volume rappresenta la prima biografia del cardinale Troiano Acquaviva d’Aragona, ambasciatore di Filippo V e Carlo III di Borbone a Roma (1735 – 1747), risultato dei personali e diversi contributi dell’autore svolti tra Italia e Spagna, attraverso anni di ricerche negli archivi e nelle biblioteche in entrambi i paesi.

Insieme all’opera storiografica del suo bibliotecario Baldassarre Storace, “Istoria della famiglia Acquaviva Reale d’Aragona” (Roma, Bernabò 1738), che si acclude in un elegante cofanetto, rappresenta una sintesi dell’opera del cardinale di Atri che ha così una sua importante collocazione storica e storiografica.

“Un personaggio di rilievo nella storia italiana della prima metà del ‘ 700 – spiega l’autore – fu tra i protagonisti della Successione e la nascita del nuovo regno di Napoli con Carlo di Borbone nel 1738. Legatissimo allo “Stato d’ Atri ” e alla sua Giulianova, dove nacque. Fu  mecenate verso l’ arte e la storia. Tra l’altro  a  lui si deve il patrocinio della terza edizione della Scienza Nuova di Giovan Battista Vico nel 1744.”




AL VIA I MERCATINI di Natale

Shopping ed eventi per avvicinarsi alle Feste puntando su qualità e tipicità

Chieti, 30 novembre 2022. Il Natale teatino accende i motori da questo fine settimana. A Chieti Scalo il 3 e il 4 dicembre arrivano mercatini ed eventi e dall’8 dicembre all’8 gennaio si aggiungerà anche Corso Marrucino con uno speciale allestimento dei mercatini di Natale.

“Quest’anno proporremo mercatini del tutto inediti – così il vicesindaco e assessore agli Eventi Paolo De Cesare e l’assessore al Commercio Manuel Pantalone – che accenderanno il clima natalizio e trasformeranno tutta la Città nel luogo dove cercare e acquistare pensieri e strenne, alimentando anche la ripresa economica del comparto. Per l’occasione allestiremo, insieme all’associazione Aniac 11 delle caratteristiche casette di legno, che saranno addobbate con ghirlande e luminarie e riempite di articoli artigianali, prodotti enogastronomici e le tipicità natalizie.

Tutto all’insegna di un Natale che sappia far percepire quell’energia necessaria per lasciarci alle spalle le tante difficoltà congiunturali che affliggono da mesi la categoria prima per la pandemia, poi per l’inflazione e i rincari energetici. Con questi appuntamenti siamo convinti che la Città e l’intero comparto trarranno significativi benefici. Mercatini, ma non solo, stiamo introducendo anche una serie di eventi che renderanno il “Natale Sotto l’Albero”, un appuntamento atteso ed importante dell’inverno teatino che all’insegna della sobrietà cercheranno di animare le feste, tenendo conto del momento”.

Gli eventi. Si comincia da Chieti Scalo, i prossimi 3 e 4 dicembre con “Aspettando Babbo Natale”, a cura dell’associazione Nuova Teate Aps del presidente Remo Bascelli e con la compartecipazione dell’Amministrazione comunale. L’iniziativa prevede l’isola pedonale su via de Virgiliis e via Scaraviglia, nonché il coinvolgimento delle scuole, con gli alunni che prepareranno albero di Natale e presepe, gli eventi a cura del Giardino delle pubbliche letture e la Banda dei Babbo Natale che scalderanno il clima e animeranno l’intrattenimento per grandi e piccini, il tutto accompagnato da mercatini che resteranno per tutto il periodo natalizio.

L’8 dicembre, invece, mercatini speciali anche nel centro storico cittadino e tanti appuntamenti per celebrare le Feste.




CON L’ISA a Città Sant’Angelo e L’Aquila

Adriana Ferreira e Calogero Palermo suonano Mozart

Venerdì 2 dicembre, ore 21.00 – Città Sant’Angelo, Teatro Comunale

Sabato 3 dicembre, ore 18.00 – L’Aquila, Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini”

L’Aquila 30 Novembre 2022 – Due incredibili solisti per un concerto che offre al pubblico una coppia di capolavori di Wolfgang Amadeus Mozart. Sul palco dell’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, diretta dal M° Giancarlo De Lorenzo, i musicisti AdrianaFerreira e Calogero Palermo, rispettivamente primo Flauto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e primo clarinetto solista dell’Orchestra Royal Concertgebouw di Amsterdam.

Due gli appuntamenti: sabato 3 dicembre alle 18.00 al Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini” venerdì alle 21.00 al Teatro Comunale di Città Sant’Angelo per il Città Sant’Angelo Music Festival e replica, sabato 3 dicembre alle 18.00 al Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini” dell’Aquila.

Il Concerto, parte di una produzione realizzata in collaborazione con la Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo che ne condivide i contenuti e i protagonisti, completa il ciclo di concerti della 48° stagione ISA dedicati alle più belle pagine composte dal genio di Salisburgo per strumenti a fiato dopo il primo appuntamento dello scorso ottobre, diretto da Andrea De Rosa.

Il programma prevede l’esecuzione del Concerto in sol maggiore K. 313 di Mozart, un autentico capolavoro, fra i capisaldi della letteratura per questo strumento di cui l’autore riesce ad esaltare le qualità tecniche ed espressive in maniera straordinaria. Nel secondo tempo verrà proposto il Concerto per clarinetto e orchestra K. 622, un’opera che ha cambiato il destino del clarinetto e che offre un universo sonoro in cui si resta avvolti e coinvolti emotivamente e sensorialmente.

Con questo concerto, l’Orchestra dell’ISA torna per la prima volta nell’ambito della sua 48° Stagione sul palco del Città Sant’Angelo Music Festival.

Così Alessandro Mazzocchetti, direttore del Festival: “Sono molto contento che anche quest’anno si rinnovi la preziosa collaborazione con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, ospite della nostra stagione dal 2019, presente quest’anno con la sua Orchestra in tre concerti nel nostro cartellone. La condivisione delle produzioni, della musica di qualità, di giovani e di importanti solisti, è un aspetto fondamentale per permettere a tutti di emozionarsi insieme. Ogni realtà è diversa per peculiarità territoriali e per forza produttiva, ma è fondamentale una costruttiva condivisione di progetti perché la vera vittoria oggi è di chi, trovata l’idea migliore, la mette a disposizione di un’utenza quanto più vasta”.

I biglietti per i due concerti potranno essere acquistati presso i rispettivi botteghini due ore prima dell’ora di inizio. Per il solo concerto dell’Aquila è possibile acquistare il titolo di ingresso in prevendita su ciaotickets.com e presso le rivendite autorizzate.




ADDIO ad Alfredo Paglione

Una vita da mecenate coraggioso e appassionato

Pescara, 30 novembre 2022. La Fondazione Pescarabruzzo si unisce al cordoglio per la perdita di Alfredo Paglione, gallerista e mecenate italiano, nato a Tornareccio (Chieti) il 3 marzo 1936.

Ha allestito mostre d’arte negli USA, in Canada, in Giappone e in vari paesi del Sud America, oltre che nella sua “Galleria 32”, in Piazza della Repubblica 32 a Milano, diventando il crocevia di tutti i più grandi nomi del panorama artistico nazionale ed internazionale del secondo ‘900.

Paglione è stato, tra le altre cose, il collezionista che più di tutti ha donato all’Abruzzo opere di enorme valore artistico (circa 1500). Alla Fondazione Pescarabruzzo ha donato l’intera collezione dedicata all’arte figurativa: 131 opere tra dipinti, serigrafie e sculture, dal 2021 esposte in mostra permanente all’Imago Museum di Pescara. Un ricco novero di artisti, ben 73 tra pittori e scultori, attivi soprattutto nella seconda metà del Novecento (tra i quali Ortega, Hernandez, Mensa, Maya, Quetglas della realidad spagnola; Rivers, Caroll, Forrestall e altri tra gli autori nordamericani; Aligi Sassu, Omar Galliani e Ruggero Savinio della scuola figurativa italiana).

«Ho voluto rendere visibile questa mia sfida a favore dell’arte per immagini, della grande arte italiana ed europea, creando nella mia regione un’isola felice per offrire una bellezza da contemplare, soprattutto per i giovani», scriveva Alfredo Paglione nel volume Una vita per la bellezza, edizioni Crocevia 2016.

«Alfredo, oltre alla importante donazione fatta alla Fondazione Pescarabruzzo, ha liberamente offerto le sue opere, acquisite lungo una vita intera, a tante altre istituzioni e musei dell’Abruzzo: Vasto, Atessa, Chieti, all’Università degli studi Chieti-Pescara e tante altre città. La gratitudine della Fondazione per il suo gesto a favore della comunità abruzzese e dei suoi concittadini è infinita. Lascia in eredità le sue opere ma anche tanto di sé: la bellezza di colui che sa guardare oltre», ha dichiarato Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo.




L’AQUILA FILM FESTIVAL. Si conclude tra ospiti d’onore e film vincitori

Grandissimo l’entusiasmo del pubblico presente in sala

L’Aquila, 30 novembre 2022. Nella serata di martedì 29 novembre sono calati i titoli di coda sulla quindicesima edizione del L’Aquila Film Festival, – sostenuto dal Ministero della Cultura, dal Comune dell’Aquila, dalla Fondazione Carispaq – che ha portato nel capoluogo abruzzese ospiti nazionali ed internazionali di elevatissima fama, capaci di unire generazioni di amanti del Cinema. Se l’apertura del Festival ha offerto al pubblico aquilano l’occasione di incontrare l’immenso Toni Servillo, nella serata conclusiva si è confrontato col pubblico il giovane attore Federico Cesari, già punto di riferimento del Cinema e della Serialità televisiva italiani, amatissimo dalle più giovani e dai più giovani. Grandissima è stata la risposta del pubblico all’intero Festival e alla sua serata finale, nella quale sono state annunciate e premiate le opere vincitrici dei due Concorsi del L’Aquila Film Festival, quello dei Cortometraggi e quello dei Lungometraggi. Il Concorso Cortometraggi ha avuto una giuria selezionatrice d’eccezione: le ragazze ed i ragazzi del PCTO (Percorso per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) degli istituti aquilani Andrea Bafile e Domenico Cotugno. Nel corso dei mesi di ottobre e novembre le studentesse e gli studenti hanno avuto modo di vivere la vita organizzativa di un Festival, in tutte le sue attività. Tra queste, la selezione della rosa dei Cortometraggi da proporre al pubblico cittadino.

Dei nove Corti proposti in Concorso è stato proprio il pubblico a decretare il vincitore, in una modalità, ormai diventata abitudine, che ogni anno risulta assai gradita. “Un’Ora Sola”, di Serena Corvaglia, vince il Concorso Cortometraggi del Quindicesimo LAQFF. Serena Corvaglia è stata ospite della serata finale e ha raccontato al pubblico del suo lavoro, dei suoi progetti futuri e della collaborazione con il grande Giuliano Montaldo, che di “Un’Ora Sola” è stato attore protagonista. Quanto al Concorso dedicato ai Lungometraggi, due sono state le giurie chiamate a decretare il Film migliore tra i cinque proposti e proiettati a L’Aquila da ottobre a metà novembre: una giuria tecnica, composta da Michelangelo Iuliano, Giornalista Mediaset, Andrea Magnani, Regista, Sceneggiatore e Produttore, ed Eleonora Nascimben, Reporter e Comunicatrice sociale, ed una giuria UnivAQ composta da tre studenti tirocinanti del DSU UnivAQ, Luca Cialfi, Leonardo Di Pietrantonio e Arianna Tomassini.

La decisione delle due giurie è stata unanime nell’incoronare vincitore “Rebel”, film belga dei Registi Adil El Arbi e Bilall Fallah. Adil e Bilall, che con Rebel sono tornati a girare in Europa dopo numerose esperienze ad Hollywood, sono stati graditissimi ospiti della serata conclusiva, accolti in maniera festosa dal pubblico aquilano che non li ha risparmiati quanto a foto, selfie e autografi. La Prof.ssa Ornella Calvarese, Docente del Centro linguistico di Ateneo presso UnivAQ, ha dialogato con i due Registi. Ospite d’onore e padrino del Festival è stato Federico Cesari, amatissimo dagli spettatori e dalle spettatrici più e meno giovani, dato l’incandescente successo delle Serie TV “Skam Italia” e “Tutto chiede salvezza”. A dialogare con Cesari, che è stato subissato di domande dalla sala gremita, è stato il Prof. Gianluigi Rossini, Docente di Televisione e Serialità di UnivAQ e UniTE. Anche per Cesari c’è stato l’immancabile momento di entusiasmo popolare, con foto, selfie e autografi. L’Orchestra di Piazza Palazzo, formata da Armando Rotilio, Loris Coccia Colaiuta, Emanuele Castellano, Fabrizio De Melis e Alain Jackson Bizimana, poliedrica e polistrumentista,ha accompagnato l’intera serata. Quella del 29 novembre è stata una serata che ha posto il sigillo su una stagione di Cinema ricchissima e polisemica, qualificandosi come il miglior auspicio possibile per un’edizione 2023 che confermi le ambizioni e il livello qualitativo che stabilmente il Festival mette a disposizione della Città.




IL MAXXI L’AQUILA ACCOGLIE il mese di dicembre

Aperture prolungate ed eventi per grandi e piccoli

L’Aquila, 30 Novembre 2022 – Già protagonista della mostra di inaugurazione del MAXXI L’Aquila Punto di equilibrio. Pensiero spazio luce da Toyo Ito a Ettore Spalletti, torna a Palazzo Ardinghelli venerdì 2 dicembre dalle 16.30, il fotografo Stefano Cerio che, nell’ambito de Il territorio non è indifferente. Forme d’arte all’Aquila, offrirà al pubblico la performance Aquila. Nella corte del Museo verrà montata dall’artista una chiesa gonfiabile con la forma di quella di Onna, uno dei borghi più colpiti dal terremoto del 2009 e già soggetto degli scatti presentanti in Museo. La performance prevede un gonfiaggio della struttura molto rapido, in contrapposizione ai tempi lunghi necessari per la ricostruzione dell’intero centro alla periferia est del capoluogo abruzzese.

A seguire, nella Sala Polifunzionale, una conversazione realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e Hatje Cantz. Introduce il direttore del MAXXI L’Aquila, Bartolomeo Pietromarchi. Interventi di Stefano Cerio, fotografo e videoartista; Stefano Chiodi, storico dell’arte, critico e curatore; Maria D’Alesio e Barbara Drudi, rispettivamente direttrice e vicedirettrice Accademia di Belle Arti dell’Aquila; Francesca Franco, docente di Storia dell’arte contemporanea sempre dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.

L’incontro unisce il libro dedicato al progetto di Stefano Cerio al volume Joseph Beuys: l’uso della parola e del linguaggio è una forma d’arte, che raccoglie da un lato ricerche bibliografiche e d’archivio sull’attività didattica, artistica e politica messa in opera dall’artista tedesco sin dai primi anni di insegnamento, e dall’altro, approfondisce le vicende biografiche dell’artista durante gli anni della sua lunga collaborazione con i coniugi Durini a Bolognano (Pescara).

L’ingresso libero fino a esaurimento posti.

Dal 2 al 4 dicembre, inoltre, il MAXXI L’Aquila ospita con MAXXI Mobile Lab il workshop di “lettura diffrattiva” Le storie dello Chthulucene sul testo Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto di Donna Haraway, che interroga la centralità delle narrazioni legate al progresso, alla crescita infinita e alla natura come mera risorsa passiva. Il workshop, a cura di Isabella Pinto, con Donatella Saroli e Fanny Borel, coinvolge alcune realtà artistiche, culturali e sociali del territorio aquilano. Oltre trenta i partecipanti che hanno aderito nei giorni scorsi tramite registrazione sul sito del Museo.

APERTURE STRAORDINARIE PER L’IMMACOLATA: La prossima settimana aperture prolungate: da giovedì 8 a domenica 12 dicembre il museo sarà aperto dalle 10 alle 19.

Giovedì 8 dicembre 2022 alle 11.00 inoltre, per le famiglie con bambini dali 5 agli 11 anni si terrà il laboratorio “Ritratti di gruppo” nell’Edulab e nelle sale del Museo. I partecipanti esploreranno la mostra Afterimage e, ispirati dall’opera dell’artista Frida Orupabo, si cimenteranno nella realizzazione di un autoritratto tramite la tecnica del collage. Scambiando poi le parti del proprio autoritratto, ciascuno darà forma a personaggi nuovi, veri e propri ritratti collettivi.

Per partecipare è necessario prenotare il proprio posto sul sito del Museo all’indirizzo: https://maxxilaquila.art/evento/ritratti-di-gruppo/: Il costo è di 5 euro a bambino oltre al biglietto d’ingresso ridotto a 5 euro per l’adulto accompagnatore.

E ancora, giovedì 8 e sabato 10 dicembre, alle ore 17.00, visita guidata per adulti alla mostra Afterimage . Prenotazioni sul sito del museo o direttamente in biglietteria fino a esaurimento posti. Costo della visita 5 euro più 5 di biglietto ridotto.

Venerdì 2 dicembre ore 16:30 performance e talk | Il territorio non è indifferente. Forme d’arte all’Aquila

Venerdì 2 – Domenica 4 dicembre Workshop | Le storie dello Chthulucene

8 dicembre ore 11.30 | laboratorio per famiglie | Ritratti di gruppo

8 e 10 dicembre ore 17| visita guidata




UN NUOVO PULMINO all’AGBE il dono del Lions Clubs di Abruzzo, Molise e Marche

La consegna sabato mattina alla presenza della Governatrice distrettuale Francesca Ramicone

Vasto, 30 novembre 2022. Dopo due anni di progettazione, condivisione e raccolta fondi i Lions Club di Abruzzo, Molise e Marche hanno proceduto nella mattina di sabato alla consegna delle chiavi di un nuovo furgone all’AGBE, l’associazione Genitori Bambini Emopatici di Pescara. Un esempio luminoso dei risultati che la collaborazione, il senso di appartenenza, lo spirito di servizio che lega i soci del Lions Clubs International possono aiutare a conseguire e che hanno portato l’associazione pescarese a poter usufruire di un nuovo mezzo per il trasporto dei bambini colpiti, purtroppo, da gravi patologie del sangue da casa al luogo della somministrazione delle terapie e viceversa. La cerimonia di consegna, guidata dal cerimoniere di Circoscrizione Giuseppe Carulli, è avvenuta all’interno della Sala Pinacoteca di Palazzo d’Avalos dove il sindaco della Città del Vasto, Francesco Menna, ha accolto gli ospiti ed ha inteso ringraziare quanto i Lions sono capaci di fare e per l’obiettivo che è stato raggiunto che testimonia ancora una volta la vicinanza dei Lions ai bisogni della comunità. È toccato a Luigi Iubatti, coordinatore distrettuale LCIF per l’anno sociale 2022-23, esprimere ‘grande gioia perché dopo due anni ce l’abbiamo fatta’ ricordando che ‘è grazie anche alla possibilità di avere contributi dalla Fondazione internazionale (LCIF) che abbiamo avviato questo progetto’. Progetto il cui iter e la cui consistenza sono stati illustrati da Annalisa Bolognese, che, in qualità di officer di Circoscrizione per LCIF nel 2019-20, ha dato avvio al percorso che si è concluso sabato. ‘Quando ho appreso che la Fondazione Internazionale avrebbe potuto contribuire per il 50 per cento ad eventuali iniziative meritevoli nel campo del sostegno alla causa dell’oncologia pediatrica – ha detto la Bolognese – ho subito pensato all’AGBE.’ ‘Nel corso di una visita nella casa accoglienza nei pressi dell’ospedale di Pescara – ha ricordato – abbiamo potuto conoscere le attività dell’AGBE ed in quella stessa circostanza i volontari ci raccontarono un servizio molto bello che l’associazione svolgeva, ovvero attraverso un pulmino di 9 posti i volontari la mattina prelevano dalle loro case i bambini che devono sottoporsi a terapie oncologiche e li accompagnano all’ospedale S. Spirito per poi riportarli a casa dopo le sedute terapeutiche. Quel mezzo però aveva diversi chilometri e quindi necessitava di una sostituzione. Di qui l’idea di condividere questo progetto di sostituzione del pulmino con i Lions Club della Zona per la quale ero officer per la LCIF ed ho trovato subito grande partecipazione e condivisione sia dal punto di vista emotivo che da punto di vista della compartecipazione economica. Finalmente nel maggio del 2022 siamo riusciti a presentare alla LCIF il progetto e ad agosto 2022 ci è stato comunicato l’accoglimento del progetto con un finanziamento di 18.875 dollari’. Quindi la Bolognese ha ringraziato i due officer distrettuali per l’oncologia pediatrica Piernicola Pelliccia e Maurizio Sangiovanni soprattutto per il fundraising, e i Lions Club che hanno aderito all’iniziativa, ovvero i Lions Club Termoli Tifernus, Termoli Host, Larino, Campobasso, San Salvo, Vasto Host, Vasto Adriatica Vittoria Colonna, Vasto New Century, Casoli – Val di Sangro, Lanciano, Ortona, Pescara Valpescara, Roseto degli Abruzzi – Valle del Vomano, Montesilvano, Chieti Host, Chieti I Marrucini, Avezzano, Teramo, Val Vibrata, Isola Del Gran Sasso – Valle siciliana, Atri – Terre del Cerrano, Jesi ed Osimo. Un ringraziamento particolare è stato destinato al Distretto Leo 108A ‘che ha dato un contributo notevole e determinante per la chiusura del progetto’ e ad Elisabetta Scozzoli, coordinatrice distrettuale LCIF all’avvio del progetto. Dinanzi anche a tutto il direttivo di AGBE, al segretario distrettuale Lions Francesco D’Adamio, alla tesoriera distrettuale Monica Davide, al presidente di Circoscrizione Antonio Moscianese e quello di zona Paolo Affaldani e alle assessore comunali Anna Bosco e Paola Cianci, Achille Di Paolo Emilio, co-fondatore del sodalizio dal 1999 ed attuale presidente, non è riuscito a nascondere la propria emozione. ‘Sono veramente orgoglioso di essere qui con voi quest’oggi – ha detto – noi consideriamo questo dono di enorme importanza per le nostre famiglie. Non ci piacerebbe usare questo pulmino, diciamo la verità, però purtroppo la realtà è quella che è e viene usato tutti i giorni per moltissimi chilometri e moltissime famiglie. Quest’anno sono particolarmente felice perché oltre ad avere inaugurato un’altra casa di 5 appartamenti partendo da zero adesso, grazie a tutti i Lions a tutti i Club che hanno collaborato a questo progetto, siamo riusciti a raggiungere quest’altro obiettivo. È emozionante sapere che non siamo soli, che ci sono persone come voi che ci supportano’. E di grande emozione ha parlato anche la Governatrice del Distretto Lions 108A Italy Francesca Ramicone. ‘Oggi mi riesce difficile, come madre e come nonna, esprimere quello che provo nel pensare a quei bambini che non stanno bene’ ha detto prima di ricordare che in merito alle attività dei Lions ‘è tutto rimesso nelle mani dei nostri soci, dei volontari della nostra associazione. Andando in giro per il Distretto mi sono resa conto che il più delle volte sono le singole persone a fare la differenza, perché sono quelle che danno il la a un’idea e il crederci in maniera così ferma e determinata ha coinvolto tante altre persone’. ‘Noi abbiamo tanti progetti da portare avanti – ha sottolineato la Governatrice distrettuale – sono tante le richieste che vengono fatte ai Club, per cui ogni tanto bisogna saper muovere le corde giuste per arrivare in fondo ad una raccolta così consistente come quella che è servita per l’acquisto del pulmino; eppure è bastato un incipit che molti Club si sono associati immediatamente una volta che una parte, certamente non la più consistente, era stata ottenuta tramite la Fondazione internazionale’. Quindi ha ricordato lo spirito che unisce i soci Lions di tutto il mondo affermando che ‘la nostra solidarietà non deve avere né confini né bandiere e lo abbiamo visto in più occasioni ed oggi ne abbiamo avuto una prova ulteriore, perché, al di là dell’utilizzo che verrà fatto e della zona, il sostegno è arrivato anche da Lions Club lontani ed è questa vicinanza ideale che ci contraddistingue e che supera anche i confini nazionali, perché nell’acquisto di questo pulmino c’è anche il cuore di Paesi lontani, quel cuore che noi dobbiamo poi mettere ogni qualvolta ci venga una richiesta anche da lontano.’ ‘Io – ha chiosato Francesca Ramicone – oggi sono veramente orgogliosa di dire grazie a tutti coloro che hanno supportato questo progetto.’ La cerimonia si è conclusa con il ‘classico’ taglio del nastro che incorniciava il mezzo posizionato all’ingresso di Palazzo d’Avalos che ha fatto seguito alla benedizione impartita da don Luca Corazzari, parroco della cattedrale di S. Giuseppe.

foto Massimo Molino ed altri




I DISASTRI AMBIENTALI e la congiura dei … colpevoli

30 novembre 2022

Per il “condonismo” di cui ci parla Alessandro Diotallevi (CLICCA QUI) anche ad Ischia stiamo a piangere l’ennesima tragedia ambientale e alle conseguenti vittime. Come in tante altre occasioni, una questione vera, com’è quello del cambiamento climatico, emerge che il problema non è creato dal cielo, bensì da quello che viene combinato a terra. Ed emerge, soprattutto, che c’è una “congiura” che coinvolge classe politica, nazionale e locale, istituzioni e cittadini.

È evidente come esistano responsabilità degli amministratori locali. Ma oltre alla necessità di premettere quanto siano spesso lasciati soli, travolti da un insieme di leggi e leggine, di norme che non possono essere applicate perché mancano i fondi e il personale qualificato, non si può dimenticare ciò che grida vendetta al cielo in materia di salvaguardia del territorio e la mancanza di una cultura popolare adeguata. E’ questa mancanza diffusa che ha contribuito ad andare avanti con ripetuti e a far trionfare l’impossibilità, l’incapacità e la non volontà di prendere quei provvedimenti fermi necessari, almeno, a risparmiare tanti esseri umani. In particolare, in quelle aree dove si è totalmente abbandonato il territorio, ma comunque si continua a costruire, o in quelle ad alto valore turistico dove gli amministratori locali sono posti ogni giorno di fronte al dilemma tra il rispetto delle norme, che pure non mancano, e la rielezione.

È troppo comodo oggi limitarsi a prendersela con questo o quel sindaco che hanno la sventura di vedere il proprio territorio travolto da una frana. È troppo comodo anche per taluni magistrati “svegliarsi” solo quando ci sono solo da contare dei morti, come l’illegalità fosse stata messa in essere cinque minuti prima di un’alluvione. È pure troppo comodo per i cittadini che hanno voluto costruire dappertutto, che si trattasse o meno di stravolgere gli argini dei corsi d’acqua, di deturpare colline e montagne con sempre nuove strade, di partecipare alla distruzione delle difese naturali del loro territorio.

Ischia, ma tanto altro c’è stato in precedenza e, ahinoi, si ripeterà nel futuro, sta solo a confermare il perverso circolo chiuso in cui finiscono una pessima classe dirigente e le popolazioni che amministrano pretendono, magari, di farsi la casa dappertutto senza rispetto per quelle leggi naturali che, poi, finiscono inevitabilmente a ristabilire equilibri millenari. Ovviamente al costo di distruzioni e di morti.

Siamo un po’ tutti vittime di un salto culturale, cui non si è voluto porre la dovuta attenzione per tempo. Dalla società contadina che viveva un rapporto dinamico, e di sostanziale rispetto, per l’ambiente si è passati alla logica dello sfruttamento intensivo e della massimizzazione dei vantaggi a dispetto della storia dei territori e ignorando i tanti messaggi che la natura lascia nel corso dei secoli. E sempre con l’idea che la “campana” suoni per qualcun altro.

I disastri ambientali e la congiura dei … colpevoli – Politica Insieme

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BENEDETTO XVI ULTIMO PAPA. Cosa pensa Ratzinger della Profezia di Malachia?

Il Papa emerito ha risposto in modo sorprendente, facendo riferimento a San Filippo Neri e ai protestanti “inquieti”

Benedetto XVI ultimo Papa: parola di Malachia, abate e arcivescovo cattolico irlandese, titolare dell’arcidiocesi di Armagh. Malachia visse tra il 1095 e il 1148, e fu proclamato santo da papa Clemente III, il 6 luglio 1190.

La devozione dei fedeli gli attribuisce diversi miracoli e una visione riguardante l’identità degli ultimi papi, le cosiddette Profezie sui papi, raccolte (sulla base di un manoscritto attribuito, appunto, a Malachia) nell’omonimo volume, pubblicato nel 1595, a Venezia, dal monaco benedettino Arnold Wion.

Cosa dicono le profezie

Le profezie sarebbero la conseguenza di una visione avuta da Malachia a Roma nel corso del pellegrinaggio che aveva compiuto al soglio di San Pietro.

Si tratta di 111 descrizioni sintetiche di altrettanti pontefici, fatte con brevi frasi latine. Dopo le 111 frasi, ecco che l’autore del testo conclude la sua esplorazione del futuro con questa ulteriore e ultima profezia, secondo cui:

“durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano, che pascerà il suo gregge fra molte tribolazioni; quando queste saranno passate, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo”.

La gloria dell’ulivo

Scorrendo l’elenco dei papi descritti da Malachia, ci accorgiamo che i 111 papi da lui descritti sono trascorsi. Benedetto XVI corrisponderebbe all’ultimo, contrassegnato come De gloria olivae, la gloria dell’ulivo, che richiama un simbolo benedettino.

Siamo dunque arrivati a «Petrus Romanus»? È papa Francesco, il vescovo arrivato dalla «fine del mondo», come ebbe egli a definirsi la sera dell’elezione parlando alla folla di piazza San Pietro, l’ultimo vicario di Cristo? E ora cosa succederà? La fine del mondo e dei tempi, o forse «soltanto» la fine della Chiesa? Il tutto, naturalmente, se prendiamo in considerazione che le profezie di Malachia siano attendibili.

Si è molto discusso sull’autenticità di questo testo, e molti sono i misteri che lo circondano. Una delle indagini più approfondite, l’ha compiuta Paolo Gulisano in “Malachia, tra storia e misteri” (Ancora editrice).

Il contesto della profezia

La perdita della libertà, la persecuzione religiosa, la devastazione materiale che si abbatterono sulla Chiesa nelle isole Britanniche, in Inghilterra prima e poi in Irlanda e in Scozia, possono essere all’origine delle Profezie sui papi attribuite a Malachia.

È questa l’ipotesi sorprendente e suggestiva che è stata fatta proprio dal 111° pontefice della lista, Benedetto XVI. Nel libro-intervista Ultime conversazioni, il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald pone al Papa emerito questa domanda:

«Lei conosce la profezia di Malachia, che nel medioevo compilò una lista di futuri pontefici prevedendo anche la fine del mondo, o almeno la fine della Chiesa. Secondo tale lista il papato terminerebbe con il suo pontificato. E se lei fosse effettivamente l’ultimo a rappresentare la figura del papa come l’abbiamo conosciuto finora?».

Tra ironia e San Filippo Neri

La risposta di papa Ratzinger è sorprendente:

«Tutto può essere. Probabilmente questa profezia è nata nei circoli attorno a Filippo Neri. A quell’epoca i protestanti sostenevano che il papato era finito, e lui voleva solo dimostrare, con una lista lunghissima di papi, che invece non era così. Non per questo, però, si deve dedurre che finirà davvero. Piuttosto che la sua lista non era ancora abbastanza lunga!».

Benedetto XVI, non senza una certa ironia, sembra dare la sua risposta all’enigma sul quale si sono arrovellati a lungo gli studiosi.

Dopo un possibilista «tutto può essere», ecco l’ipotesi che non era mai stata avanzata da nessuno: la profezia verrebbe da san Filippo Neri o da quelli che il papa chiama «circoli» che erano attorno al santo dell’allegria. Una ipotesi originale e suggestiva, mai formulata prima. Le profezie, dunque, sarebbero di san Filippo, e della sua compagnia, e non di san Malachia?

Il fondatore della Congregazione dell’oratorio

San Filippo, diventato sacerdote a trentuno anni, diede vita a Roma ad una comunità, che più tardi – per volere delle autorità ecclesiastiche e dei suoi stessi amici e discepoli – divenne una congregazione religiosa. Nacque così, senza un progetto preordinato, la «Congregazione dell’oratorio»: la comunità dei preti che nell’oratorio avevano non solo il centro della loro vita spirituale, ma anche il più fecondo campo di apostolato.

Nei «circoli» attorno a san Filippo, come li definisce Ratzinger, c’era fin dagli inizi un giovane di nome Cesare Baronio, un nome che ritornerà più avanti. Sarebbe diventato anch’egli sacerdote e membro della Congregazione dell’oratorio. Sarebbe poi divenuto il primo successore di san Filippo come Superiore della comunità. Uomo di grande fede e pietà, si dedicò con grande intensità agli studi. Divenne uno dei più grandi studiosi della storia della Chiesa.

Le provocazioni dei protestanti

Torniamo alle dichiarazioni di Benedetto XVI: il Papa emerito suppone che la pubblicazione delle profezie fosse una sorta di risposta alle provocazioni di parte protestante che davano il papato come finito. Quali protestanti? In quel momento storico la parte del variegato mondo protestante più aggressiva era quella inglese. In Francia l’anno prima il re protestante Enrico IV si era appena riconciliato con la Chiesa («Parigi val bene una messa»), grazie all’azione di un ecclesiastico di grande cultura e prestigio che era stato inviato presso di lui per riconciliarlo con la Chiesa e mettere fine alla guerra tra cattolici e calvinisti: Cesare Baronio. Si ancora lui, l’allievo prediletto di San Filippo Neri.

In Inghilterra invece regnava trionfalmente Elisabetta I, che in quegli anni aveva fatto dell’Inghilterra un impero che dominava pressoché in tutti i continenti. Una regina che odiava profondamente la Chiesa, che l’aveva perseguitata con un odio implacabile, che aveva dichiarato guerra senza pietà alla principale potenza cattolica, la Spagna. Una donna che formalmente era protestante, ma che nei fatti si circondava di alchimisti, di maghi, come il celebre John Dee, e che aveva promosso una sorta di culto idolatrico della sua persona. I cattolici inglesi perseguitati erano bollati col nome di «papisti», tanto era l’odio della sovrana per coloro che riconoscevano nel successore di Pietro la guida della vera Chiesa di Cristo.

Ecco allora che le sibilline frasi di Benedetto XVI – che non hanno mai avuto un ulteriore chiarificazione – ci possono suggerire almeno tre ipotesi.

1) I circoli di San Filippo Neri

In primo luogo, nei circoli attorno a san Filippo Neri si sviluppa un interesse di tipo apologetico per il papato, che produce un documento in cui si elencano ben centoundici pontefici.

Una risposta agli stregoni della corte elisabettiana che predicevano l’imminente fine di Roma, la «nuova Babilonia». Il risultato però è quello di centoundici enigmatiche definizioni, che si concludono con una visione tragica, drammatica: la fine di Roma, la fine del papato. Esattamente quello che sognavano i protestanti.

2) Cesare Baronio

Un’altra ipotesi è quella che Cesare Baronio fosse venuto effettivamente in possesso – magari in Francia, dove si recava di frequente – di un manoscritto rimasto fino a quel momento inedito, le profezie di Malachia.

Il manoscritto potrebbe essere rimasto per secoli tra le mura silenziose di Clairvaux. Possiamo immaginare che Malachia lo avesse con sé durante il suo ultimo viaggio, terminato anzi tempo a Clairvaux.

E poi Baronio, una volta avuto tra le mani il manoscritto, lo avrebbe portato a Roma e diffuso nei “circoli” di San Filippo.

3) Falso storico

Per molto tempo gli storici hanno sostenuto anche l’ipotesi di un falso. A sostenere questa ipotesi il sospetto che la profezia di Malachia potrebbe rientrare nella consuetudine di usare sedicenti testi profetici come armi psicologiche, per influenzare gli eventi, prospettando come sicuri e inevitabili gli sviluppi più congeniali a chi aveva elaborato il testo. L’ironico commento di Ratzinger potrebbe anche far pensare che il Papa emerito suffraghi questa ipotesi.

Tuttavia, sembra strano che abbia voluto rivelarla proprio in quello che potrebbe essere il suo ultimo scritto, una sorta di testamento spirituale.

https://it.aleteia.org/2019/10/10/profezia-papi-malachia-risposta-benedetto-xvi/



OPEN DAY dei corsi di teatro

Le Associazioni di San Salvo creano rete

San Salvo, 30 novembre 2022. Sabato 3 e domenica 4 dicembre presso Via delle Rose 10, si riuniranno alcune delle associazioni culturali di San Salvo tra cui: Attivamente APS, Lory a colori, Officina culturale 66050 e CreatiVita in occasione degli Open Day di teatro gratuiti organizzati e tenuti da quest’ultima al fine di sponsorizzare il bello, avvicinare la comunità e valorizzare la cultura del territorio. Due eventi privati che fanno riflettere e ricordano che ci sono uomini e donne che da anni investono le loro energie sul territorio, con sforzi e sacrifici personali, che lavorano per migliorare la città facendo parlare più i fatti che le parole.

“Noi ci teniamo al tessuto sociale della città, è per noi una missione portare bellezza e cultura a San Salvo. È bello sentire da parte dei cittadini una grande stima e condivisione degli eventi. Sappiamo bene che se le associazioni facendo rete, collaborando tra loro, possono veramente fare la differenza per questo paese. Stiamo piantando un seme perché l’unione fa la forza – queste le parole del vicepresidente di CreatiVita, Luigi Cilli – le associazioni vi aspettano!”




SORPRESO PESCATORE ABUSIVO che posizionava reti da posta

Le attività della Guardia Costiera

Giulianova, 30 novembre 2022.Utilizzava una piccola barca come vera e propria unità da pesca con tanto di reti a bordo, il pescatore abusivo sorpreso nei giorni scorsi dai militari dell’Ufficio Circondariale marittimo di Giulianova, appostati sul litorale di Cologna Spiaggia nel comune di Roseto, dove era intento a trasbordare il frutto dell’attività di pesca illecita praticata.

Credendo di non essere osservato aveva posizionato nei giorni precedenti 3 reti da posta, utilizzate solitamente da pescatori professionali muniti di apposita licenza ed era in procinto di sbarcare il prodotto ittico irregolarmente pescato, ma sul posto era già presente la Guardia Costiera di Giulianova pronta a contestargli la condotta illecita.

Effettuati i controlli di rito, i militari appuravano anche l’assenza della polizza assicurativa del motore utilizzato a bordo dell’unità e pertanto, oltre a procedere al sequestro di circa 400 metri di reti da posta, del motore fuoribordo e di 65 chilogrammi di prodotto ittico di varie specie, sanzionavano il pescatore abusivo per aver effettuato attività di pesca sportiva con attrezzi non consentiti e per aver navigato in assenza di copertura assicurativa, per un importo complessivo pari a 2165 Euro.   

Il pescato, frutto dell’attività illecita, dopo esser stato dichiarato idoneo al consumo umano dall’Autorità sanitaria, veniva donato in beneficienza all’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona n° 2 di Teramo.

Le attività di verifica condotte dall’Ufficio Circondariale marittimo di Giulianova, al fine di garantire il rispetto delle pertinenti normative in materia di pesca, proseguiranno anche nei prossimi giorni al fine di tutelare i consumatori, la risorsa ittica e gli operatori che svolgono, nel rispetto delle leggi, le attività di pesca professionale.   




ART SOUP. Impara l’arte e non metterla da parte

Si chiama così il nuovo programma Rai ideato, scritto e condotto da  Jenny Pacini e prodotto da Mente Locale. Quindici puntate, in onda dal 30 novembre alle 16.40 su Rai Kids, con un focus dedicato all’Abruzzo. In programma interviste a personaggi come Eike Schmidt, Millo, Zuzu, Murubutu e una caccia al tesoro organizzata al Maxxi L’Aquila

30 novembre 2022

Andrà in onda su Rai Kids a partire dal 30 novembre il nuovo programma Rai ideato, scritto e condotto da Jenny Pacini, giornalista abruzzese, e prodotto da Mente Locale, dal titolo “Art Soup – Impara l’arte e non metterla da parte”. Ben quindici le puntate registrate da Nord a Sud dello Stivale, con un focus dedicato anche all’Abruzzo.

La serie tv live action dedicata al mondo dell’arte e rivolta ai più giovani, è caratterizzata da un linguaggio e un approccio freschi, accattivanti nella loro naturalezza, né accademici né verticali. Sarà disponibile in anteprima a partire dal 25 novembre su RaiPlay e in seguito, da mercoledì 30, su Rai Kids, canale 42, alle 16,40 tutti i giorni tranne il martedì e il sabato.

“L’arte è una forma universale d’espressione – dichiara la giornalista Jenny Pacini – ed è fatta della stessa sostanza della libertà. Con questo programma mi rivolgo ai ragazzi con l’intento di far scoprire loro come possa essere uno strumento arricchente. Sia per il piacere della fruizione, sia, perché no, per quello della creazione stessa di un’opera”.

“Art Soup – Impara l’arte e non metterla da parte – spiega Vincenzo d’Aquino, titolare di Mente Locale – è la seconda produzione nazionale per Rai Ragazzi che ci vede impegnati in veste di producer insieme a Jenny Pacini come autrice e conduttrice, dopo l’esordio dello scorso anno con “GoWild – Animali in città”, ossia venti puntate dedicate agli animali selvatici in città. Ancora disponibile su Rai Play”.

La nuova serie tv vede un team proveniente da tutta Italia: oltre agli abruzzesi Vincenzo d’Aquino, producer, Jenny Pacini nei panni di ideatrice, autrice e conduttrice e Maurizio Di Fazio, giornalista e scrittore di respiro nazionale nonché coautore del programma, ci sono: Riccardo Alessandri, regista; Fabrizio Trematore, direttore della fotografia; Cosimo Franchini, responsabile di postproduzione; Stella Controguerra, assistente di produzione; Alessandro Romeo, autore delle musiche e Housdada, società torinese che si è occupata dell’ideazione e realizzazione della sigla e delle grafiche. 

In ogni puntata, di dieci minuti l’una, ci sarà un ospite principale tra artisti digitali e analogici, direttori di realtà museali, curatori, divulgatori ed educatori artistici, street artist, fumettisti, galleristi, illustratori, art sharer e influencer di settore, e ci saranno i ragazzi, parte attiva degli episodi e delle esperienze formative.

“Abbiamo puntato molto sulle scuole e sui più giovani – aggiunge la giornalista – pensando che imparare divertendosi sia sempre il miglior motore per arrivare alla conoscenza. Ringrazio a questo proposito tutti i ragazzi che hanno partecipato con entusiasmo al programma inclusi gli studenti del Liceo Artistico Musicale Coreutico Misticoni Bellisario e quelli dell’istituto e dell’IIS A. Volta di Pescara, ma ce ne sono tanti altri e in tutta Italia”.

E così, dagli Uffizi di Firenze al Museo in grotta di Matera; dall’arte digitale di Giacomo Costa alla Sugar Art di Barbara Regini, fino al Museo egizio di Torino e ai musei immersivi di Napoli, si avrà una panoramica ricca e variegata sui capolavori d’Italia e d’Abruzzo e mille spunti per riflettere sull’importanza dell’arte.

Interessanti anche le puntate dedicate al territorio che vedono come protagonisti, ad esempio, Millo, uno degli street art più apprezzati al mondo, che Pacini ha incontrato per parlare delle sue ultime opere e di Aielli (AQ), paese più volte terremotato e tornato a risplendere grazie ai colorati murales a grandezza naturale che gli hanno ridato una nuova vita. Presente anche il nuovo museo Imago, a Pescara, dove l’autrice e conduttrice ha incontrato il presidente Nicola Mattoscio e i ragazzi dello staff. Inaugurato nel 2021 alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Imago è una vera e propria eccellenza nel panorama del medio-adriatico. Museo in love è, invece, una puntata dedicata alle lettere d’amore e al museo di Torrevecchia Teatina (CH), che ne raccoglie circa 20mila esemplari di diverse epoche. Protagonisti il direttore Massimo Pamio con sua moglie Giuseppina Verdoliva, e il rapper letterario Murubuto, intervistato a Reggio Emilia.

Prevista poi una caccia al tesoro al MAXXI L’Aquila dove il museo, voluto dal Ministero per i Beni e le attività culturali, ha il duplice scopo di potenziare la rinascita di una città e avvicinare i visitatori più giovani all’arte, facendogliene scoprire la bellezza. C’è inoltre un Ritorno al futuro, puntata dedicata al museo ElettroLudica di Avezzano (AQ), dove è possibile visitare la più grande esposizione permanente di videogame vintage e modernariato tecno-ludico. Durante la puntata grandi e piccoli giocheranno con alcuni dei videogiochi presenti, pezzi davvero rarissimi. E non manca Stefano Schirato nell’episodio dedicato all’arte di fotografare e al suo metodo “Prima di scattare, pensa”.

Girata in circa 6 mesi nel 2022, la serie è un condensato d’arte, tocca diverse epoche e si presenta come una vera e propria “zuppa” che, nella sigla e nel logo, omaggia la famosa lattina della Campbell’s Soup, diventata iconica e pop grazie ad Andy Warhol, tra i più influenti artisti del XX secolo.