Tanti anni oramai, per una comunità ancora nelle mani dei soliti ignoti. Uno contro l’altro, nemici giurati; di colpo amiconi per una successione di eventi che, solo a nominarli, mette brividi.
Tanti anni sono passati. Labili memorie ma una decadenza lenta e continua: irreversibile.
Il grande mondo intorno, comunque, sempre in aiuto; l’inerzia che trascina e la crisi che scagiona, la fortuna che rinfranca ogni pensiero inadeguato, ogni limitata idea per una miserabile realtà che si conforma.
Si sprofonda, ma tenaci e convinti si vuole perseverare.
Il sistema, seppur traballante, regge; si può ancora contare su un apparato lento e dormiente e puntare su una base ansiosa ma indolente.
Macché futuro incerto; il quadro è chiaro, anzi limpido.
C’è poco da ragionare: solo danni irrimediabili nel giovarsi, irresponsabilmente, d’ogni funzione e ruolo, specialmente di vertice. Danni che si accumulano e che si pagheranno sempre nel silenzio: tutti insieme ed inconsapevolmente, purtroppo per gli ignari.
Le voci con i richiami alle cose giuste e fatte per bene, anche se stanche, sono sempre presenti. I congegni del superfluo e del disordine invece, anche se vanno sparendo, non si stancano mai.
Equilibri chiari, dunque; in questo tempo che corre, i pesi si spostano e le coscienze si formano. Si può continuare così, sprofondando sempre più, per quanto si vuole; si può anche spostare qualche peso e formare qualche coscienza in più per invertire il senso.
Nella famiglia la fonte d’ogni disposizione; ed in queste disposizioni, inutile ribadirlo, le sorti e le sventure dei popoli.
nm
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