SISMA 2016: nuova programmazione per le chiese

Via alle delocalizzazioni di Arquata del Tronto e Accumoli

Roma, 30 dicembre 2022. Approvato oggi in Cabina di Coordinamento sisma 2016 un altro importante pacchetto di Ordinanze per accelerare la ricostruzione dei centri più colpiti, ed impegnare nuove risorse per la ricostruzione e riparazione degli edifici di culto danneggiati dal terremoto. La Cabina ha inoltre definito le nuove scadenze per la ricostruzione privata e pubblica, in accordo con il Dipartimento di Protezione civile per quanto riguarda i progetti dei beneficiari di Contributo di autonoma sistemazione e di Soluzioni abitative d’emergenza.

Le ordinanze speciali

Le Ordinanze emanate dal Commissario Straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, sulle quali si è trovata l’intesa dei sindaci e dei presidenti delle quattro regioni, riguardano le frazioni di Arquata del Tronto, Amatrice, Norcia ed un quartiere di Pioraco. Nella scorsa Cabina avevano ricevuto l’intesa anche le Ordinanze relative alle delocalizzazioni di Accumoli e al centro storico di Preci. Le Ordinanze speciali individuano e finanziano interventi e procedure semplificata per le opere di ricostruzione pubblica più complesse, necessarie per un effettivo avvio della ricostruzione privata. Dopo un primo pacchetto di interventi in deroga che nell’ultimo anno hanno riguardato principalmente i centri storici più colpiti, ora che quegli stessi Comuni si sono dotati anche per le frazioni dei Piani straordinari di ricostruzione e dei Piani attuativi, si sono potute definire le relative Ordinanze speciali per accelerare gli interventi pubblici e dare così una prospettiva temporale chiara anche alla progettazione della ricostruzione privata. Nella prossima Cabina di coordinamento saranno esaminati invece i testi relativi alle Ordinanze speciali di San Severino, Bolognola, Serravalle del Chienti e Campotosto, rinviate su richiesta delle Regioni interessate.

Con L’Ordinanza speciale di Arquata del Tronto, dopo l’approvazione definitiva dei Piani urbanistici attuativi da parte del Comune lo scorso 2 dicembre, si finanziano con 36,4 milioni di euro interventi che consentano di sistemare i dissesti, realizzare i sottoservizi e ripristinare la viabilità nelle frazioni di Pretare, Piedilama, Vezzano, Pescara del Tronto, Tufo, Capodacqua e Trisungo. L’Ordinanza stanzia anche le risorse per la delocalizzazione di Pescara del Tronto, che solo in parte sarà ricostruita dov’era. Le altre abitazioni saranno ricostruite in altre aree individuate dal Comune, per cui saranno necessarie opere di urbanizzazione precedentemente finanziate.

Anche ad Accumoli si avvia finalmente il piano per la delocalizzazione delle frazioni di Libertino, San Giovanni, Fonte del Campo, Illica e alcuni edifici del Capoluogo, che non possono essere ricostruiti perché si trovano in aree a forte rischio idraulico e di frana, o in versanti instabili, se non in prossimità dei fossi e degli alvei. A definire le aree di atterraggio degli edifici delocalizzati è un’integrazione al Programma Straordinario di Ricostruzione di Accumoli e per la loro realizzazione vengono introdotte procedure molto semplificate e si ricorrerà al nuovo istituto del permesso edilizio convenzionato.

Ad Amatrice, con circa 68 milioni di euro, comprensivi dei 25 milioni dell’Ordinanza 129/2022, si finanziano gli interventi di eliminazione delle situazioni di dissesto, di ripristino e realizzazione dei sottoservizi e di ripristino della viabilità, delle infrastrutture e dei cimiteri nel capoluogo e in 35 frazioni, sempre a seguito della definizione del Psr da parte del Comune. Con 6 milioni si finanzia inoltre la nuova viabilità del centro storico. L’Ordinanza introduce due importanti novità. La prima è l’istituzione del Presidio di qualità della Ricostruzione, con il compito di verificare nell’ambito dello sviluppo della progettazione degli interventi di ricostruzione degli edifici pubblici e privati del centro storico di Amatrice il rispetto dei caratteri architettonici tipici o peculiari, la coerente riproposizione o reinterpretazione degli stessi e la definizione di tutti gli elementi concorrenti alla caratterizzazione delle facciate, fornendo indicazioni prescrittive e raccomandazioni. La seconda è la definizione del cronoprogramma per la ricostruzione del centro storico, con la possibilità per la Struttura commissariale di intervenire con poteri sostitutivi in caso di mancato rispetto, garantisce ai cittadini una tempistica chiara anche per gli interventi privati.

A Norcia si interviene nelle frazioni di Campi Alto, e San Pellegrino. Nelle due frazioni, gravemente danneggiate dal terremoto, si dovranno ricostruire sottoservizi, accessi stradali e provvedere a mitigare i rischi idrogeologici. Per procedere in modo più rapido ed efficace, così da coordinare al meglio tutti i cantieri coinvolti, si procederà con un intervento di ricostruzione unitaria, che affronta tutti gli interventi pubblici e privati in modo coordinato e integrato. L’Ordinanza completa anche gli interventi nel centro storico di Castelluccio di Norcia, già oggetto di un’Ordinanza speciale in deroga dedicata. In totale l’Ordinanza stanzia 23,7 milioni di euro.

A Pioraco il PSR comunale, per il quale viene definita una procedura molto semplificata, definirà la delocalizzazione parziale del quartiere de Le Madonnette. Gli edifici che occupano l’area, adiacente al fiume e soggetta a rilevante amplificazione sismica, potranno essere ricostruiti in sicurezza ricorrendo a tecniche innovative, ma limitandone l’altezza, così che occorrerà delocalizzare le superfici in eccedenza, per le quali si introducono procedure innovative. Per tali interventi l’Ordinanza stanzia 8,3 milioni di euro.

A Preci si stanziano 34 milioni di euro per varie opere urgenti, tra le quali il Palazzo Comunale, la caserma, vari edifici pubblici, il cimitero, la frana di Roccanolfi.

Nuovo programma per la ricostruzione delle chiese

La Cabina ha raggiunto l’intesa anche sul nuovo elenco degli interventi di ricostruzione delle chiese danneggiate dal sisma. L’Ordinanza approvata oggi dispone la programmazione per 341 nuovi interventi, per un valore di 194 milioni di euro, tra cui 28 interventi, per un valore di 22 milioni, gestiti da enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, e altri 313 interventi gestiti dalle Diocesi e Arcidiocesi delle quattro regioni.

Altri 94 milioni di euro sono utili invece a integrare 91 progetti che avevano bisogno di ulteriori risorse a causa dell’aumento dei prezzi. In totale l’Ordinanza stanzia 286 milioni di euro.

Gli interventi finanziati per le chiese salgono quindi a 1.246, e risultano così finanziate il 62% delle chiese danneggiate.

Le nuove scadenze

I cittadini beneficiari di Cas o Sae che ancora non abbiano provveduto, come già comunicato in occasione della Cabina del 20 dicembre, possono presentare fino a domani (31 dicembre) il progetto di ricostruzione in forma semplificata, da completare poi entro il 15 marzo 2023. Chi non è riuscito a rispettare il termine potrà presentare il progetto, ma solo in forma definitiva, entro il 31 gennaio 2023. Per tutti gli altri progetti la nuova scadenza è fissata al 31 dicembre 2023.




MESSAGGIO della Regina della Pace

Santo Natale 25 dicembre 2022

Medjugorje, 30 dicembre 2022. “Cari figli!  Oggi vi porto mio Figlio Gesù perché siate la Sua pace e il riflesso della serenità e gioia del Cielo. Pregate, figlioli, perché siate aperti ad accogliere la pace, perché molti cuori sono chiusi alla chiamata della luce che cambia i cuori.

Sono con voi e prego per voi affinché vi apriate ad accogliere il Re della Pace che colma i vostri cuori di calore e benedizione.  Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”




CEDIMENTO DEL PONTE sul Salinello a Collerenti

Non ci sono danni alle persone

Teramo, 30 dicembre 2022. Nella notte tra ieri ed oggi il ponte che collega i comuni di Bellante e Sant’Omero – in località Collerenti, tra le provinciali 8 e 12 – ha ceduto. Non ci sono danni alle persone.

L’opera, realizzata in epoca immediatamente successiva alla Seconda guerra mondiale, era stata oggetto nel 2018 di un intervento di consolidamento delle fondazioni sulla pila “a sud”, che ricade quindi nel comune di Bellante, con fondi propri della Provincia. «Da un primissimo sopralluogo condotto dagli uffici tecnici, si è potuto riscontrare un cedimento della spalla lato Bellante che sembrerebbe non essere riconducibile al cedimento della fondazione e che, probabilmente, potrebbe essere riconducibile ad un sovraccarico non conforme ai limiti di carico imposti sulla strada», riferisce il dirigente dell’area Francesco Ranieri.

Sul posto sono prontamente intervenuti i Vigili del Fuoco e le squadre di primo intervento.

«Stamattina ho sentito il sottosegretario regionale Umberto D’Annuntiis e gli uffici del Genio Civile. Da un loro primo sopralluogo, si farà subito la messa in sicurezza con lavori per 200 mila euro. È già ipotizzabile che sarà necessario l’abbattimento e la ricostruzione per una previsione di spesa di circa 2 milioni di euro.»

«L’Italia ultimamente sta dimostrando che, su questi tipi di lavori, anche in meno di un anno si può ridare al territorio un’infrastruttura pronta. Sono però preoccupato: questi vecchi ponti erano stati costruiti per un’altra mobilità. Oggi invece, i mezzi che vi transitano hanno pesi diversi rispetto a cinquanta anni fa. Ci vorrebbe un “piano Marshall” in Italia per abbatterli e ricostruirli tutti.»

Conclude il presidente: «Adesso recuperare il tempo perso non sarà semplice ma possiamo e dobbiamo farlo.»




PRESUNTA AGGRESSIONE DA ORSO: i dubbi del Parco

In relazione alla notizia di stampa sulla presunta aggressione che un orso bruno marsicano avrebbe fatto ad un cittadino nell’area contigua del versante laziale del Parco si ritiene opportuno fare un po’ di ordine e chiarezza per evitare le tante possibili strumentalizzazioni.

Pescasseroli, 30 dicembre 2022. I fatti risalirebbero addirittura al 21 dicembre, cioè 9 giorni fa, e la prima notizia è arrivata al Parco la mattina del 22 quando l’interessato ha chiamato il Servizio di Sorveglianza per denunciare la scomparsa del proprio cane a seguito dell’evento, raccontato sommariamente, in una breve conversazione telefonica. La notizia, ovviamente delicata e meritevole di grande attenzione e approfondimento, ha immediatamente portato alcuni a contattare e raggiungere sul posto il sig. Rabbia sia per accertarsi sulle condizioni di salute, sia per supportarlo nella ricerca del cane che, stando alle indicazioni fornite poteva essere rimasto vittima egli stesso dell’aggressione da parte della femmina di orso oppure, visto che era stato riferito che aveva il guinzaglio, nella fuga, avrebbe potuto restare incagliato nel bosco ed essere vittima di aggressione da parte di altri predatori.

Immediatamente quindi sono state organizzate attività di ricerca che nei giorni successivi sono proseguite a cura dei Guardiaparco anche con l’impiego dei cani del Nucleo Cinofilo Antiveleno del Parco, fino a quando nel pomeriggio del giorno 23 dicembre il cane è stato ritrovato a San Donato in buone condizioni di salute, senza traccia di guinzaglio e riconsegnato al proprietario.

Il giovane, nel frattempo, ero tornato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Cassino ed aveva, nelle interlocuzioni, che nel frattempo avvenivano per le ricerche del cane, riferito della prognosi riportata con la distorsione ad un piede e una abrasione/ferita all’addome, che lo stesso mostrava al Capoguardia del versante laziale consentendo anche di documentarla con una foto.

Fermo restando la solidarietà del Presidente e del Consiglio Direttivo del Parco, informati in occasione della riunione dello scorso 22 dicembre, espressa al giovane dai Guardiaparco, i toni della vicenda sono sembrati subito poco chiari perché nella zona dei fatti è stata più volte avvistata, anche nei giorni successivi, una femmina di orsa con due cuccioli dell’anno, senza che però mai la stessa abbia dato problemi di nessun tipo.

A destare perplessità però sono state soprattutto le informazioni riferite in merito allo svolgimento dei fatti: “….l’orsa che aggredisce e morde alla pancia……”; “….giovane e orsa che cadono insieme lungo il dirupo ….e lui che riesce a tenersi ad un albero fermando la caduta….”; il cane che sarebbe stato al guinzaglio, quindi davanti al suo padrone, che però evita l’orso e poi viene ritrovato palesemente senza guinzaglio, il tutto su un sentiero largo alcune decine di centimetri; questi e altri aspetti ancora, di cui, certamente, si parlerà nelle sedi opportune.

Di una cosa siamo sicuri, In Appennino non è mai stata registrata nessuna aggressione da orso ad una persona, e questo sarebbe in assoluto il primo caso, ma il condizionale è assolutamente d’obbligo proprio per le circostanze complessive relative a questa vicenda, alla dinamica raccontata ed ai molti lati oscuri che il racconto del giovane contiene.

Il Parco è ovviamente a disposizione per collaborare con le autorità competenti e fornire ogni supporto, come peraltro fatto nell’immediatezza dei fatti per la ricerca del cane, e lo farà anche con l’ausilio dei tecnici a cui è stata mandata la foto della zona in cui l’orsa avrebbe morso il Sig. Rabbia, a cui auguriamo una pronta guarigione e di ritrovare la giusta lucidità per raccontare un po’ meglio l’accaduto.




ANNO NUOVO, vita nuova

Magari! Questo detto popolare è usato solitamente per augurare un buon anno nuovo con la speranza che esso porti delle buone novità, migliori rispetto a quelle dell’anno precedente. L’augurio lo formuliamo ad ogni Capodanno, ma, da un po´di tempo a questa parte, esso sembra più un malaugurio che il vaticinio di buone cose.

Forse ne sa qualcosa Papa Francesco. Infatti, in occasione del suo 80º compleanno, a coloro che gli formulavano gli auguri rispondeva: “grazie, ma dirò una cosa che vi farà ridere: nella mia terra fare gli auguri in anticipo porta iella e chi fa gli auguri in anticipo è uno iettatore”.

Se così è, beh, noi non siamo in fondo granché superstiziosi, ma non si sa mai…  ecco… forse sarebbe opportuno evitare di formulare gli auguri manifestamente e affidarci silenziosamente al nostro cuore, ovvero a ciò che vorremmo si avverasse.

E di buone cose ne avremmo tanto bisogno: non a caso l’affanno, lo sconforto e, infine, l’apatia improntano a mestizia l’esistenza del genere umano. Guerre, carestie, povertà, recessioni, migrazioni, aggregazioni psicopolitiche, omologazioni sociali di massa e malaffare sono le cause di questo preoccupante stato di cose, in buona parte imputabile, secondo alcune rispettabili correnti sociologiche, alla tanto questionata globalizzazione.

Il malaffare, eterna piaga!

Ah, ecco, a questo proposito, prima che ci si perda in altre considerazioni, ci sia consentito aprire una parentesi sulla corruzione, definita dal Papa “il cancro che uccide l’uomo e la società”. Essa, in effetti, è esistita in ogni tempo, tant’è che già nel Vangelo molteplici sono le figure di corrotti: da Erode a Erodiade, fino ad arrivare a Giuda e così via. Ai nostri giorni, boh… si è perso il conto dei continui casi di malcostume e corruzione: con i recentissimi ‘Qatargate’ & Maroc-Leaks, con buona pace di Ulpiano, persino il sedicente tempio dell´«honeste vivere», l’Europarlamento, si trova coinvolto in una vera e propria bufera giudiziaria e avrà una bella gatta da pelare prima di venirne fuori; probabilmente non immacolatamente, stante l’osceno sinedrio di politicanti e spregiudicati affaristi che da tempo si aggirano nelle stanze del potere.

Altro che obiettare al nostro governo i limiti del POS e l’innalzamento dei contanti… guarda un po’… proprio per combattere la corruzione! Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere e, cogliendo la palla al balzo, troveremmo per davvero tanto da ridire ai moderni soloni e agli pseudo-moralisti di Bruxelles, ma questo discorso, nell’ottica del fenomeno complesso della globalizzazione, merita un bel capitolo a parte e, certamente, ce ne occuperemo quanto prima.

Il Nuovo Ordine Mondiale

Ritornando invece alla globalizzazione propriamente detta, ecco che le asserzioni dei sociologi circa i malefici effetti della stessa, neanche a dirlo, solleticano freneticamente la fantasia complottista e voilà: nasce il NWO (acronimo inglese di Nuovo Ordine Mondiale).

Il NWO, come è noto, pone a base di partenza un ipotetico gruppo oligarchico e segreto che influenzerebbe i destini dei popoli attraverso la globalizzazione economica, per poi prendere in maniera totalitaria il controllo del ‘gregge’ umano.

Ma v’è di più: Aggiungendo a questa altre supposizioni più o meno strampalate e, perché no, anche la teoria escatologica religiosa, caratterizzante spesso l’anticristo, si arriverebbe alla configurazione distopica di un mondo dalle seguenti caratteristiche: piatto; abitato da organismi cibernetici; e guidato da “angeli caduti”, massoni e illuminati. Insomma!

Ciò che conta è solo l’azione

Nulla di più vero: c’è chi sensatamente sostiene che i fatti confondono le teorie e che esse sono esposizioni senza valore se non confermate dalla realtà. Siamo d’accordo con queste affermazioni; oltretutto perché tecnicamente convalidate. Infatti, la globalizzazione e le connesse conseguenze non hanno per nulla prodotto l’ipotizzato dominio del mondo da parte dei poteri occulti, ma hanno fatto scaturire ben altro: una ‘Babilonia’ cui daremmo il nome di New World Disorder (Nuovo Disordine Mondiale).

Di conseguenza, le previsioni dei teorici del complotto si sono dimostrate fallimentari come, tanto per fare un esempio, quelle di Putin sulla guerra lampo in Ucraina. Tant’è.

In realtà, nel nuovo disordine in cui ci hanno infilati, il mondo di oggi è occupato precipuamente da una grande massa di automi, che vaga senza meta in un manicomio a cielo aperto. Ormai non si interloquisce più col Creatore, con i nostri simili, con sé stessi: imperversano, oltre all´accennata corruzione, la piaga della mediocrità culturale e spirituale; l´impecorimento delle genti; e il crogiolarsi nella rinuncia e nell´indifferenza. Non a torto il Santo Padre ha etichettato il nostro tempo con la dicitura “Globalizzazione dell’indifferenza”!

Ciò stante, sulla globalizzazione un dato è assodato: essa è sinonimo di omologazione, ovvero di unificazione delle sfere economiche, ideologiche, morali e associative di tutti i popoli del mondo. Ne viene di conseguenza che culture differenti andranno inevitabilmente ad amalgamarsi in un’unica dottrina sociale, dettata dalle leggi di mercato, e così perderanno le specificità, le radici e le ricchezze che le contraddistinguono.

E non solo. Purtroppo, a causa dell’omologazione, non miglior sorte toccherà ai vari settori del nostro stile di vita, non escluso quello eno-agro-alimentare, a noi italiani tanto caro: ci saranno imposti, ben che vada, il vitto standard più andante che mai, ossia il cibo spazzatura prodotto e distribuito dalle grandi catene di supermercati internazionali se non, addirittura, il cibo sintetico “spasmo e moro” (copiando Ariosto) dei super stellati chef bionici, probabilmente già in forza presso i burocrati della sicurezza alimentare Ue.

V’è ancora dell’altro: l’uomo del futuro, a causa dell’incalzante progresso scientifico del mondo globalizzato, tra qualche decennio sarà appiattito, disumanizzato e fisicamente deformato dalla tecnologia. È quanto impietosamente conclude una ricerca commissionata da Toll Free Forwarding.

Ma è proprio questo che vogliamo?

In ultima analisi, se non si tirano le briglie, quanti umani ‘veraci’ sopravviveranno a questo andazzo galoppante che porta allo storpiamento e alla cosificazione definitiva dell’uomo?

Nell’opera meno nota di Pirandello “I Quaderni di Serafino Gubbio operatore” si descrive il dramma dell’ultimo uomo in un mondo di automi. Per Serafino alla vita subentrava la dialettica, ai sentimenti il calcolo logico e razionale, alla effettività l’immaginazione, alla fratellanza l’indifferenza.

Purtroppo, il grande gregge del genere umano non legge Pirandello e, come se non bastasse, neanche le messe in guardia di Stephen Hawking (nel 2014 allertava a dritta e a manca sui pericoli dell’intelligenza artificiale, considerandola una seria minaccia per la sopravvivenza dell’umanità), lo distolgono dal tirare a campare nell’indifferenza più assoluta.

Punto di non ritorno

Gli studiosi dei fenomeni sociali affermano che, allo stato, disponiamo di un certo tempo prima che si giunga al «punto di non ritorno», sì, abbiamo scritto un «certo tempo» perché dobbiamo tener conto dell’imprevedibilità degli eventi e delle nostre scelte (il c.d. “butterfly effect” o effetto farfalla), ragion per cui urge liberarci dal male dell’indifferenza e ritornare a noi stessi quanto prima possibile, se non vogliamo permettere che si arrivi a vivere in una società atomizzata, governata dalle macchine che, dotate d’intelligenza artificiale, prima o poi si rivolteranno contro i loro propri operatori e… nemmanco s’immagina ciò che accadrà.

«Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita». Bene, dunque, se si è colto il senso dell’aforismo gramsciano, ci piacerebbe pronosticare, in punta di piedi… per non portare iella, che il nuovo anno ci consenta di ritrovare con entusiasmo noi stessi e ci aiuti a liberarci dai peggiori mali: l’egoismo e l’indifferenza verso il prossimo!

Ci riusciremo dopo così tanti fallimenti? «Il buon esito è la capacità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo» Winston Churchill. O dunque, che si aspetta? Se il grande statista inglese dicesse il vero: entusiasmo! E pace e bene si baceranno.

Giuseppe Arnò

Direttore della Gazzetta italo brasiliana




FESTA DI FINE ANNO alla capanna di Betlemme

di W. Centurione

Chieti, 30 dicembre 2022. Molte sono le persone che vivono con difficoltà, che arrivano alla fine del mese strozzate da una crisi che sta perseguitando questi ultimi nostri 15 anni. A falcidiare ancora di più le nostre forze economiche anche la guerra che purtroppo da marzo scorso ha condizionato il nostro vivere quotidiano oltra che le vite di uomini donne e bambini dell’Ucraina.

In un periodo nel quale si ha sempre più bisogno del prossimo e spesso il prossimo non c’è, una bella notizia arriva da Chieti.

A Chieti, la rinomata casa di accoglienza gestita dalla Comunità Papa Giovanni XXIII “La Capanna di Betlemme” in occasione della vigilia di Capodanno ha pensato bene di organizzare una festa aperta a tutti. Dunque, l’appuntamento è per Sabato 31 dicembre: gli ospiti della struttura accoglieranno tutte le persone senza fissa dimora e tutte quelle famiglie disagiate che non possono permettersi “il cenone” in un ambiente caldo e sereno.

Le parole di Luca Fortunato, responsabile della casa di accoglienza spiegano come si evolverà la giornata:

«Vogliamo stare insieme a chi è solo anche durante le festività. Faremo una tavolata di 270 persone. Alle 18 andremo sulle strade ad incontrare le persone senzatetto per invitarli a venire a festeggiare con noi. Verrà con noi un gruppo di 65 ragazzi provenienti da tutta Italia che stanno passando le feste con noi. Con i giovani sperimenteremo la gioia che non viene dall’abuso di alcol o dallo sballo, ma che viene dal festeggiare insieme a chi è rimasto più indietro».

Una iniziativa, questa che restituirà almeno per poche ore un po’ di quella serenità di cui l’uomo non dovrebbe mai privarsi. La speranza è che sempre più persone si impegnino a seguire l’esempio della “Casa di Betlemme”, così facendo saremmo tutte persone più buone e più dedite ad aiutare il prossimo non solo nelle occasioni ma anche nel quotidiano. Per iniziare a vivere, ma vivere davvero senza se e senza ma. A vivere con le opere, quelle che servono veramente a chi non ha più nessuno accanto e a chi anche se ha qualcuno non viene mai ascoltato abbastanza.




IL DILEMMA DELLA MOBILITÀ urbana

Dare risposte senza conoscere le domande!

Pescara, 30 dicembre 2022. Era la fine dell’estate del 2017: a Pescara si svolgeva la prima edizione, poi rimasta unica,  degli Stati Generali della Mobilità Urbana, con un fitto e ricco calendario di eventi, tavoli di confronto, attività formative e finanche la prima Conferenza annuale sulla mobilità urbana, anche quella poi  unica. Già a quell’epoca si anticipavano temi che poi si sono rivelati di dominio pubblico: le app per la sharing mobility, le politiche di mobility management, i PUMS e i Biciplan, l’area metropolitana della Nuova Pescara, ma anche un confronto locale aperto sulle nuove aree strategiche della città: la cittadella dello sport, il parco centrale, il polo della cultura e della conoscenza, il parco nord.

All’inizio del 2018 i primi cittadini Marco Alessandrini per Pescara, Francesco Maragno per Montesilvano, Antonio Luciani per Francavilla, Luciano Di Lorito per Spoltore,  Luciano Marinucci  per San Giovanni Teatino e Gabriele Florindi per Città Sant’Angelo, si riunivano, con assessori e tecnici, presente anche Francesco Chiavaroli Direttore dell’Arta, per affrontare il tema dell’inquinamento atmosferico (all’epoca rilevante quello provocato dalle polveri sottili).

Così recitava un comunicato stampa dell’epoca diffuso dopo il vertice: “Dall’incontro è emersa la volontà di costituire un’Associazione tra Comuni, ai sensi del Testo Unico sugli Enti Locali, finalizzata ad affrontare tutti gli aspetti, legati sia alla prevenzione, che alla lotta all’inquinamento atmosferico, condividendo politiche di mobilità vasta e ambientali comuni per il breve, medio e lungo periodo“. Tra gli strumenti: un piano del traffico generale tra i Comuni, iniziative di bike e car sharing, parcheggi di scambio, potenziamento del TPL. L’idea dell’associazione prese corpo in una bozza di convenzione che all’epoca venne firmata solo dai Comuni di Pescara e Francavilla, e poi dimenticata nei cassetti.

Nel frattempo il Comune di Pescara cominciava a seguire i lavori di CReIAMO-PA, Competenze e Reti per l’Integrazione Ambientale e per il Miglioramento delle Organizzazioni della Pubbliche Amministrazioni, un progetto dell’allora Ministero dell’Ambiente finanziato nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (PON) Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 – Asse 1 “Sviluppo della capacità amministrativa e istituzionale per la modernizzazione della Pubblica Amministrazione” – Azione 1.3.3 “Interventi per il miglioramento della capacità amministrativa, centrale e regionale, per l’integrazione della sostenibilità ambientale”. Il progetto mirava ad assicurare maggiori livelli di efficienza nella Pubblica Amministrazione in campo ambientale affrontando i temi del rafforzamento della capacità amministrativa, dello sviluppo dell’e-government e del miglioramento della governance multilivello. Tra le linee di intervento di progetto vi era la n. 7, dedicata allo “Sviluppo di modelli e strumenti per la gestione della mobilità urbana sostenibile”.

Proprio facendo leva sull’idea del “patto tra le associazioni per contrastare l’inquinamento atmosferico”, il Comune si fece  parte attiva del progetto tanto da diventare una delle 5 città di riferimento per lo svolgimento del cosiddetto “affiancamento on the job“, cioè 4 giornate di approfondimento tematico, con la proposta di confronto sull’idea di una “Agenzia per la mobilità di area vasta” che quindi costituì il tema di discussione dei seminari che si svolsero nelle giornate dal 10 al 14 settembre del 2018, alla presenza di consulenti provenienti da una long-list ministeriale di esperti dedicata al tema.

Da quell’epoca ad oggi difficile dire quanto sia rimasto di quelle pulsioni: forse nulla dell’idea dell’agenzia, che dovrebbe invece un minimo emergere dal dibattito sugli scenari organizzativi della futura conurbazione, ma poco anche dal punto di vista delle occasioni di confronto, relegate ad alcuni isolati appuntamenti di settore (diversi incontri sul Biciplan).

Molto rumoroso, invece, il silenzio sulle richiamate politiche di mobility management, quando invece la normativa vigente richiede un grande dinamismo procedurale, con scadenze annuali di redazione, adozione e approvazione dei Piani degli Spostamenti Casa Lavoro (PSCL). Un recente seminario regionale di due giorni che si è tenuto a novembre a Giulianova (nell’ambito del già richiamato CReIAMO-PA ) proprio sulle modalità di redazione dei PSCL, ha visto l’evidente assenza delle parti in causa (i mobility manager), tranne che per alcune, poche, realtà.

Eppure, la normativa parla chiaro (DI 179 – 12/5/2021 (decreto interministeriale): “Istituzione della figura del “Mobility manager aziendale“): nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti , le aziende che hanno più di 100 dipendenti sono tenute ad adottare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un PSCL del proprio personale dipendente. Il PSCL, finalizzato alla riduzione del traffico veicolare privato, individua le misure utili a orientare gli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente verso forme di mobilità sostenibile alternative all’uso individuale del veicolo privato a motore, sulla base dell’analisi degli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, delle loro esigenze di mobilità e dello stato dell’offerta di trasporto presente nel territorio interessato. Il PSCL definisce, altresì, i benefici conseguibili con l’attuazione delle misure in esso previste, valutando i vantaggi sia per i dipendenti coinvolti, in termini di tempi di spostamento, costi di trasporto e comfort di trasporto, sia per l’impresa o la pubblica amministrazione che lo adotta, in termini economici e di produttività, nonché per la collettività, in termini ambientali, sociali ed economici” (art. 3, comma 4). Entro la data indicata, le diverse aziende sottopongono preventivamente i PSCL al Mobility Manager di Area (comunale) per l’approvazione e il coordinamento. Si tenga conto che i mobility manager si occupano di mobilità sistematica, quella ricorrente, dei pendolari: si tratta dei flussi di spostamenti più significativi, che vanno gestiti in quanto domanda di mobilità prima ancora che offerta.

E invece, mentre sul primo fronte, cioè dell’analisi della domanda, non si vedono indagini di sorta, sul fronte dell’offerta si nota al contrario una grande vivacità progettuale, che si concretizza soprattutto sul piano delle infrastrutture e delle dotazioni di mezzi, con proposte di interventi “hard”! Poco o nulla, invece, accade sul piano “soft”, delle modifiche dei comportamenti, delle abitudini ovvero della prevenzione. Su questi punti si incardina il contributo strategicamente dei mobility manager, orientato a sostenere un modello organizzativo degli spostamenti in cui l’utente finale è protagonista del cambiamento e non un semplice passeggero.

Pur rimanendo nei limiti della pianificazione locale e non di ampio respiro, visti i vincoli dei confini amministrativi degli attuali ambiti territoriali, è sicuramente indispensabile agire ora. Ma per l’applicazione della norma richiamata, lo scenario della Nuova Pescara costituisce il più idoneo spazio di manovra.

Le aziende coinvolte e soprattutto i relativi Enti locali hanno grandi responsabilità al riguardo, se solo si volesse considerare l’obbligatorietà delle procedure (ce ne sarà pure una ragione) e le tante e ricorrenti opportunità formative, in questi anni distrattamente disertate dai potenziali interessati: in apparenza potrebbe sembrare un percorso più lungo, forse anche effimero per l’intangibilità delle soluzioni prospettate per l’assenza di binari, funi, carrozze e cabine, ma sicuramente il meno costoso e alla fine forse anche il più breve, in termini realizzativi (Pescara, ad esempio, se si puntasse un compasso alla foce del fiume, starebbe tutta dentro un raggio di 5 km, distanza che, a piedi, si percorre in un’ora).

Dieci, venti o trenta PSCL di comuni e aziende varie (per citare solo quelle sanitarie: ospedali e sedi territoriali varie, o amministrative: agenzia delle entrate, INPS e altro, o formative, come scuole e università, ecc.), coordinati dai mobility manager di area, ovvero da una sola agenzia per la mobilità di area vasta, potrebbero essere molto efficaci, da subito, nel razionalizzare gli spostamenti quotidiani di decine e decine di migliaia di utenti.

Riprogettare la città partendo magari dalla “mobilità attiva”, quella di pedoni e ciclisti, e poi lavorando sul piano della consapevolezza e delle responsabilità individuali e collettive, porterebbe vantaggi immediati, per l’ambiente, il territorio, la salute, la socialità, il benessere, ecc., ben prima di qualsiasi opera o mezzo di trasporto, ancorché innovativi.

E allora, a 5 anni dal 2017 se non a 25 dal 1998 (anno dal primo decreto ministeriale  in materia di mobility management), ripensare ad un grande momento di confronto tra le parti, tante, sarebbe auspicabile se non indispensabile, per non dire propedeutico a tanti piani che spesso e volentieri propongono risposte non conoscendo le domande.

Giancarlo Odoardi




SUL PODIO DEI DIPARTIMENTI di Eccellenza italiani

C’è il Dipartimento di Neuroscienze Imaging e Scienze Cliniche della d’Annunzio

Chieti, 30 dicembre 2022. Con la recente pubblicazione della graduatoria dei Dipartimenti di Eccellenza Italiani finanziati dal MUR si conferma la posizione di assoluto prestigio del Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche (DNISC) dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, diretto dal professor Stefano Sensi. L’importante finanziamento, pari a 13,5 milioni di euro, ottenuto dal Ministero, al termine di una severa e rigorosa selezione, pone il DNISC e la “d’Annunzio” ai vertici delle più prestigiose università italiane per quanto concerne la ricerca nell’ambito delle scienze mediche. Il Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche della “d’Annunzio” si classifica infatti secondo, a pari merito con il Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università “La Sapienza” di Roma ed a un solo punto dal primo classificato che il Dipartimento di Medicina Traslazionale della Università “Federico II” di Napoli.

Questo importante risultato – spiega il professor Stefano Sensi, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche della “d’Annunzio” – è frutto di una grande attenzione alla ricerca di qualità ma anche di una attenta politica di reclutamento da parte del DNISC. Il DNISC ha privilegiato l’acquisizione di talenti richiamati dall’estero ed operato importanti investimenti sulle nuove tecnologie biomedicali. Quello ottenuto – prosegue il professor Sensi – è un riconoscimento che consolida il ruolo del DNISC come polo di riferimento nazionale per le Neuroscienze. Il finanziamento che assomma ad un totale di 13 milioni e mezzo di euro, permette al DNISC di raccogliere le sfide offerte dall’implentazione degli strumenti della medicina del futuro: medicina personalizzata e uso dell’intelligenza artificiale. È un investimento considerevole che consente un balzo in avanti tecnologico da applicare alle più moderne tecnologie di imaging e che ci consentirà lo studio, sempre più dettagliato, dei meccanismi che sottendono al funzionamento del cervello in condizioni fisiologiche e di malattia. Il risultato ottenuto dal DNISC della “d’Annunzio” – conclude il professor Sensi – è anche una grande opportunità per la nostra Regione perché consente di rilanciare un’assistenza e ricerca clinica di altissimo livello.

Maurizio Adezio




SCOPERTE SU COVID-19 e Long-Covid

Individuato da ricercatori delle università di Teramo e di Chieti-Pescara un ruolo chiave del metabolismo del ferro

Teramo, 30 dicembre 2022. Importante scoperta sul ruolo del ferro nel COVID-19 e nel Long-COVID, grazie a un gruppo di ricercatori dell’Università di Teramo e dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara.

Il team di ricercatori dell’Unità di Ricerca di Biochimica e Biologia Molecolare dell’Università di Teramo coordinato dal professor Enrico Dainese, in collaborazione con l’Unità di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara coordinata dal professor Vincenzo De Laurenzi, e con le U.O.C. di Malattie Infettive e di Pneumologia dell’Ospedale “S.S. Annunziata” di Chieti, è riuscito a evidenziare un nuovo ruolo funzionale del metabolismo del ferro nella patologia COVID-19.

I ricercatori hanno individuato un’alterazione di proteine fondamentali per il metabolismo del ferro nei pazienti infetti dal SARS-CoV-2 e anche in pazienti affetti dal Long-COVID, condizione che si presenta in un’ampia percentuale di pazienti che manifestano una sintomatologia variabile anche dopo la risoluzione dell’infezione. Studiando le cellule del sangue di questi pazienti i ricercatori hanno evidenziato significativi cambiamenti dei livelli delle proteine coinvolte nel metabolismo del ferro. Gli autori del lavoro spiegano come tali proteine sarebbero responsabili di un duplice meccanismo: da una parte di contrastare gli effetti dell’alterazione del metabolismo del ferro dovuti all’infezione e dall’altra di attivare la 5-lipossigenasi. Questo enzima rappresenta, insieme alla ciclossigenasi, il principale bersaglio di molecole antinfiammatorie impiegate a scopo terapeutico. L’attivazione dell’enzima risulterebbe così coinvolta nell’eccessivo rilascio di mediatori dell’infiammazione responsabili della famosa tempesta citochinica molto pericolosa nelle forme gravi di COVID-19.

Il lavoro, pubblicato dalla prestigiosa rivista International Journal of Molecular Science evidenzia nuovi aspetti e individua possibili nuovi biomarcatori da indagare ulteriormente per la patologia COVID-19 e per il Long-COVID.

Il professor Enrico Dainese sottolinea che «tali risultati rappresentano un importante tassello nella comprensione dei meccanismi molecolari della patologia nei pazienti affetti dal COVID-19 e dal Long-COVID».

«Inoltre – aggiunge Dainese – suggerisce ulteriori studi per individuare nuove strategie terapeutiche in patologie infiammatorie acute e croniche, degenerative e tumorali, oltre che nelle infezioni virali».




I FONDI PER DISABILITÀ e il Centrosinistra

Grazie alla mobilitazione del centrosinistra sono stati erogati oltre 3,5 milioni di euro ai destinatari dei contributi per la vita dipendente. In Consiglio ora chiederemo che quelli per il 2023 vengano subito aumentati

L’Aquila, 30 dicembre 2022. “È stato grazie all’impegno e alla mobilitazione del centrosinistra a tutela degli abruzzesi più deboli e vulnerabili che oggi la Regione ha potuto erogare 3.562.760 euro ai 24 Enti Capofila di Ambito Distrettuale Sociale a vantaggio dei beneficiari dei contributi per la vita indipendente”, così i consiglieri del Pd, di Legnini Presidente, di Abruzzo in Comune  e Gruppo misto sull’erogazione della misura.

“Si tratta di risorse preziosissime perché consentiranno a chi ha gravi disabilità di avere un sostegno economico per migliorare le proprie condizioni di vita e guadagnare maggiore autonomia, sostenendo le famiglie di appartenenza – spiegano i consiglieri Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Marianna scoccia e Sandro Mariani – In occasione dell’assestamento di bilancio, a novembre, abbiamo chiesto che le risorse fossero potenziate in modo che potessero essere pagate tutte e 400 le domande giunte e nessuno venisse lasciato indietro. Così è stato ed è del 27 dicembre la determina che assegna i fondi agli Ecad che ora potranno procedere a distribuirli a tutti i beneficiari. Era un tema che abbiamo sostenuto fortemente e continueremo a farlo. In sede di bilancio, infatti, chiederemo che le risorse per il 2023 attualmente pari a 2,4 mln siano aumentate e parificate a quelle totali del 2022, affinché non si corra più il rischio che disabili così gravi restino senza queste essenziali coperture”.




TORNA LA SAGRA della Polenta

Il 6 gennaio degustazione del piatto della tradizione carbonara

di Luca Cellini

Pettorano sul Gizio, 30 dicembre 2022.  È in programma per il prossimo 6 gennaio, a partire dalle ore 12, in piazza Umberto I a Pettorano sul Gizio (L’Aquila), la sessantunesima edizione della Sagra della Polenta. Lo storico appuntamento per degustare il piatto per eccellenza della tradizione carbonara pettoranese torna a svolgersi nel giorno dell’Epifania dopo un percorso itinerante che negli anni scorsi lo ha visto svolgersi sia in estate che ad inizio aprile, come nel 2022. Quest’anno la Sagra della Polenta rientra nella sua collocazione storica e giunge alla sua sessantunesima edizione, segnale che la storia di questo appuntamento prosegue e si rinnova, con i canoni che l’hanno resa famosa e sempre frequentatissima. Al centro della giornata di festa quello che molto spesso viene identificato come uno dei piatti poveri della cucina italiana, la polenta, e che invece a Pettorano sul Gizio trova la sua esaltazione con una preparazione che risale ai tempi degli antichi carbonai. Dunque, l’utilizzo della farina di granturco, rigorosamente ricavata da mais a otto file, macinata in mulino a pietra, utilizzando essenzialmente acqua del fiume Gizio di ovidiana memoria, olio extravergine, con condimento speciale denominato ‘rognosa’, costituito da carne di maiale, formaggio pecorino, e salsiccia, il tutto mescolato a dovere con una cottura lenta e lavorata.

La Sagra della Polenta del prossimo 6 gennaio sarà garantita in tutta sicurezza visto saranno allestiti in piazza Umberto I, in caso di maltempo o condizioni non ottimali, gazebo dove ripararsi e ristorarsi al meglio. Previsto per gli avventori che vorranno degustare la polenta di Pettorano anche un intrattenimento musicale ad hoc che ripercorrerà la tradizione dei tipici canti abruzzesi tradizionali. Inoltre, da ricordare, come parallelamente alla Sagra in piazza Umberto I, saranno protagoniste anche le attività di ristorazione ed i bar di Pettorano sul Gizio, dove ci sarà spazio per le opzioni di polenta coi mugnoli (verdura che proprio nel territorio peligno viene coltivata e trova la sua unicità), per le crustole, i mognele e chezzerieje (gnocchetti di patate insaporiti dai mugnoli), per le tipiche pizzelle, e la pizza di San Martino, oltre che una selezione di vini davvero di altssimo livello. Insomma, il prossimo 6 gennaio Pettorano sul Gizio torna ad indossare il vestito buono della festa con la sua storica sagra, pronta ad accogliere a braccia aperte turisti, avventori e appassionati della cucina tradizionale peligna abruzzese che vogliano regalarsi una giornata del tutto speciale.




MI PASION: la Tournée di Sylvia Pagni

Il 30 dicembre parte dal teatro di Atri

Atri, 30 dicembre 2022. La tournée Sylvia Pagni “Mi Pasion” anticipa l’uscita della produzione discografica che sarà presentata al Museo Internazionale della Fisarmonica il 28 gennaio 2023 a Castelfidardo. Si è voluto partire proprio dal Teatro di Atri dove è stato girato il primo videoclip dell’opera discografica con il brano Oblivion di Astor Piazzolla, con il duo dei M° Sylvia Pagni e M° Luigi Piovano.

“MI PASION” è un’opera di Tanghi editi e inediti realizzati dall’artista abruzzese M° Sylvia Pagni; tra i brani inediti uno viene attualmente utilizzato per lo spot pubblicitario di un noto marchio di caffè che viene trasmesso da mesi sulle reti ammiraglie di uno dei maggiori gruppi televisivi nazionali.

Sylvia Pagni “MI PASION” è un concerto di Tanghi arrangiati e composti con l’intento abbracciare un vasto pubblico di appassionati e non del genere musicale, un concerto con lati passionali e frizzanti percorrendo le varie evoluzioni del mondo del tango argentino.

Il seme dell’amore per il tango in Sylvia Pagni è nato in occasione di un incontro avuto con sua S.S. Papa Francesco, che gli ha benedetto la sua fisarmonica dopo aver fatto un’esibizione in suo onore. I brani inediti di Sylvia Pagni “MI PASION” sono di edizione RTI – MEDIASET e lo spettacolo teatrale è una produzione S.L.M. Sound Light Music.

Al concerto del Teatro comunale di Atri ci sarà il duo M° Sylvia Pagni fisarmonica e il virtuoso violinista M° Andrea Aloisi, con la coppia di ballerini tangheros Monica Chiavarini e Gianluca Viola. Voce Narrante Mimmo Zenobio.Regia dello spettacolo Luigi Maurizio Milione. Lo spettacolo è patrocinato dal Comune di Atri