La Costituzione Italiana e il MSI
Chieti, 31 dicembre 2022. La Costituzione della Repubblica Italiana è stata promulgata il 27 dicembre 1947 ed è entrata in vigore il 1° gennaio 1948. Due rappresentanti del governo, esponenti di Fratelli d’Italia, la senatrice Isabella Rauti, Sottosegretario di Stato alla Difesa, e il senatore Ignazio La Russa, Presidente del Senato, hanno celebrato l’anniversario della fondazione, il 26 dicembre 1946, del MSI, manifestando, con due messaggi sui social, profonda nostalgia.
Rauti: “76 anni fa alcuni uomini appassionati fondarono il Movimento Sociale Italiano.
Il resto è storia! Buon compleanno! Le radici profonde non gelano mai”.
La Russa celebra l’anniversario: “Nel ricordo di mio padre, che fu tra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse con il MSI per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana”.
Contro La Russa e Rauti sono fioccate le polemiche. La presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, ha dichiarato: “Noi ribadiamo l’aspettativa di sentire condannare non solo le leggi del ’38 come male assoluto, ma il fascismo e la sua propaggine della Rsi come male per l’intera Italia, così come la sua eredità prima celata e oggi sempre più manifesta. La responsabilità istituzionale e la coerenza costituzionale impongono oggi la rinuncia a ogni sentimento nostalgico”. Il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo: il post di La Russa “è uno sfregio delle istituzioni democratiche”. Il deputato del Pd, Stefano Vaccari: “ Isabella Rauti e Ignazio La Russa sono incompatibili con i loro ruoli di governo e istituzionali. Una deriva culturale inqualificabile. Dimissioni”.
Isabella Rauti è figlia di Pino Rauti, un radicale missino che non condivise la trasformazione del MSI in AN (fondò e guidò il Movimento sociale – Fiamma tricolore, di ispirazione neofascista)
La Russa ha una lunga carriera politica. Dapprima aderì al Movimento di Rauti, dirigendo il Fronte della Gioventù; in seguito, confluì nel Popolo della Libertà; infine fondò Fratelli d’Italia.
Le radici culturali e politiche dei due rappresentanti di alte cariche istituzionali sono legate, tramite l’educazione ricevuta dai loro padri, a un partito, il MSI, fondato a Roma da alcuni reduci della RSI e del PNF (i più noti: Arturo Michelini, Pino Romualdi, Giorgio Almirante). La scelta del nome fu semplice: da RSI a MSI (M= Movimento ma anche Mussolini) Questi alcuni punti programmatici del partito: impiego del referendum per cambiare la Costituzione; soppressione delle leggi sull’epurazione; conservazione dei Patti Lateranensi firmati da Mussolini; difesa del corporativismo e della proprietà privata.
Soffre di nostalgia per il MSI anche Giorgia Meloni. Nella conferenza stampa del 29 dicembre lo ha difeso con orgoglio, reinventandone la storia. Cito solo due affermazioni.
1. “Il MSI ha avuto un ruolo molto importante, traghettando verso la democrazia milioni di persone dopo la guerra”. Affermazione chiaramente falsa. Dopo la guerra il MSI, piccolo partito antidemocratico, erede del fascismo che aveva rovinato il Paese, poteva solo vigilare sulla piccola fiamma tricolore, scelta come simbolo del movimento, per non farla spegnere.
2. “Il MSI ebbe un ruolo importante anche nella lotta contro il terrorismo”. Affermazione veramente sorprendente, smentita dai documenti. La leader di Fratelli d’Italia mantiene un forte legame affettivo con Giorgio Almirante. Nel libro “Io sono Giorgia. Le mie radici, le mie idee”, si dichiara sua figlia spirituale.
Abile uomo politico, Almirante, primo segretario del partito, lo convinse a seguire una linea legalitaria, consentendogli una crescita elettorale. Proponendosi come baluardo dell’anticomunismo, il MSI ebbe il sostegno anche finanziario del Vaticano e della DC. Il 5 novembre del 1947 il democristiano Salvatore Rebecchini fu eletto sindaco di Roma con l’apporto determinante dei voti fascisti. Ma il giorno prima dell’elezione la questura di Roma diramò il seguente comunicato: “Il dr. Giorgio Almirante, Segretario della Giunta Esecutiva del Movimento Sociale Italiano, già redattore capo de Il Tevere e di Difesa della Razza, è stato deferito alla Commissione Provinciale per il Confino quale elemento pericoloso all’esercizio delle libertà democratiche, non solo per l’acceso fanatismo fascista dimostrato sotto il passato regime e particolarmente in periodo repubblichino, ma più ancora per le sue recenti manifestazioni politiche di esaltazione dell’infausto ventennio fascista e di propaganda di principi sovvertitori delle istituzioni democratiche ”. Almirante non andò al confino perché era ben protetto.
Nel 1960 il MSI sostenne il governo Tambroni, provocando a Genova la reazione degli antifascisti. Nel 1970 sostenne la rivolta autonomista di Reggio di Calabria e alcuni suoi esponenti furono coinvolti in episodi di eversione e nella ‘strategia della tensione’.
Come mai il partito neofascista ha potuto svolgere liberamente attività politica fino alla svolta di Fiuggi del 1995, quando Fini fondò Alleanza Nazionale? La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, approvata dopo lungo dibattito dai costituenti, vietava “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”, ma non espelleva definitivamente dalla vita politica i suoi capi responsabili ; potevano essere rieletti dopo cinque anni.
Perché il MSI, partito chiaramente neofascista, non è stato sciolto? L’art. 3 della Legge Scelba del 20 giugno 1952, “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale”, recita:
“Qualora con sentenza risulti accertata la riorganizzazione del disciolto partito fascista, il Ministro
per l’interno, sentito il Consiglio dei ministri, ordina lo scioglimento e la confisca dei beni
dell’associazione, del movimento o del gruppo”.
Le disposizioni di questo articolo non sono state mai applicate Per i reati commessi dai neofascisti la legge stabiliva di comminare solo sanzioni penali e multe.
La Legge Mancino del 25 giugno 1993, “ Modifiche a disposizioni vigenti”, nell’art 4, conferma solo le sanzioni penali e pecuniarie per “chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche.”
Conclusione: gli eredi del MSI, nemici della Costituzione nata dalla Resistenza contro la dittatura nazifascista, democraticamente eletti, agevolati dalla debole opposizione degli antifascisti, hanno conquistato il potere. EVVIVA!!!
Filippo Paziente
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