Giovedì 29 dicembre Alessio Scandurra e Giovanna Fanci, per l’Associazione Antigone, sono stati in visita alla Casa Circondariale di Pescara.
Pescara, 31 dicembre 2022. L’istituto, che risale agli anni ‘60, versa in buone condizioni a seguito di significativi interventi di manutenzione per cui oggi, come previsto dalla legge, le celle di tutte le sezioni sono provviste di doccia ed acqua calda.
A fronte di una capienza regolamentare di 272 posti, i presenti erano 353, con un tasso di affollamento dunque del 130%, superiore alla media nazionale ma meno alto che in passato, quando le presenze hanno superato le 500 unità. Significativa la carenza di personale di polizia, 115 gli agenti contro i 167 previsti in pianta organica, con una media dunque di 3 detenuti per ogni agente, un dato notevolmente più basso della media nazionale.
Nonostante questo, la struttura non sembra presentare gravi criticità ed il clima appare sereno. Probabilmente anche per il numero elevato di persone impegnate nelle attività scolastiche, che si svolgono in un ampio spazio ad hoc collocato sopra le lavorazioni e ben attrezzato, e per le molte impegnate in attività lavorative, anche grazie alla presenza di un calzaturificio che da solo impiega ben 25 detenuti. Gli operatori ci segnalano però alcune difficoltà nel comparto salute, in particolare legate al fatto che i medici di guardia cambiano ogni due mesi, impedendo che si possa instaurare un rapporto di conoscenza e fiducia tra medici e pazienti detenuti.
Desta inoltre preoccupazione la situazione dei molti detenuti affetti da disagio psichico. Secondo i dati che ci sono stati forniti, sono circa 60 quelli che assumono regolarmente stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi. In istituto è presente una Articolazione per la salute mentale, che appare ben gestita e adeguatamente attrezzata, nonostante la mancanza di un tecnico per la riabilitazione psichiatrica. Ma dispone di pochi posti ed era piena al momento della visita, per cui detenuti affetti da patologie anche importanti restano in sezione, o vengono temporaneamente collocati in spazi non adeguati, con le difficoltà che la cosa comporta sia per la convivenza con gli altri detenuti che per il lavoro del personale di polizia.
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