MOBILITY MANAGER e PSCL

Chi, quanti e come?

Pescara, 16 gennaio 2023. Quattro sono i Comuni che in Abruzzo superano i 50.000 abitanti: Pescara, L’Aquila, Montesilvano, Teramo. Ad una incollatura c’è Chieti e poi, a dieci abitanti di distanza, Avezzano e Vasto.

Stando al DI 179 – 12/5/2021 (decreto interministeriale): “Istituzione della figura del “Mobility manager aziendale“, e successive modifiche e integrazioni, ai Comuni capoluoghi di Regione, di Provincia ovvero che superano la soglia dei 50 mila abitanti, quindi L’Aquila, Pescara, Teramo, Chieti e anche Montesilvano, è fatto obbligo di nominare il mobility manager, aziendale ma anche di area, individuandoli tra il personale in ruolo. Ma anche tutte le aziende che hanno più di cento dipendenti per unità territoriale, e che rientrano all’interno del perimetro dei comuni indicati, devono nominare un mobility manager.

I Mobility Manager, avendo preliminarmente sottoposto un questionario dedicato ai dipendenti, provvedono a predisporre un Piano Spostamenti Casa Lavoro (PSCL) che poi l’Ente/Azienda adotta e sottopone entro il 31 dicembre di ogni anno al Mobility Manager di area del Comune di riferimento. Entro i successivi 60 giorni il comune stipula con l’impresa o l’ente pubblico proponente eventuali accordi di programma per l’applicazione del piano. Quest’ultimo deve essere poi aggiornato con un rapporto annuale che dovrà contenere la descrizione delle misure adottate ed i risultati ottenuti.

I PSCL contengono tutte le misure, e il budget relativo, che l’azienda si propone di attuare “al fine di favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale”. Ancora meglio, come recita il primo decreto del 1998, il Piano è “finalizzato a consentire la riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare privato nelle aree urbane e metropolitane, promuovendo la realizzazione di interventi di organizzazione e gestione della domanda di mobilità delle persone che consentano la riduzione dell’uso del veicolo privato individuale a motore negli spostamenti sistematici casa-lavoro e favoriscano il decongestionamento del traffico veicolare“.

A questo punto sarebbe interessante capire quanto le amministrazioni sopra elencate, e le tante aziende numericamente obbligate, abbiano adempiuto alla norma e quali le misure messe in atto, e se è stata monitorata la loro efficacia nel corso del tempo. Magari escono fuori cose insospettabili!

Giancarlo Odoardi

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