CALMA PIATTA.  Appiattimento sindacale ma non è una novità

Tutto passa nel silenzio totale mentre, invece, accade di tutto.

Lanciano, 18 gennaio 2023. Continua la “trattativa” di rinnovo del peggior contratto mai realizzato (CCSL) di cui, a parte i comunicati di routine che dicono poco o niente, nulla ci è dato sapere ed il fatto che le basi su cui trattare non siano mai state avallate dai lavoratori la dice lunga.

Intanto passano i giorni e i lavoratori continuano a vedere le proprie buste paga sempre più misere rispetto al continuo aumento dei prezzi su energia e beni primari. Apprendiamo che gli incontri tra sindacati firmatari del CCSL e Stellantis continuano anche a febbraio ma si parte da una richiesta salariale sindacale ben al di sotto di quello che i lavoratori stanno già da tanti anni perdendo e non osiamo immaginare di quanto l’azienda farà scendere ancora le cifre richieste, quali contropartite richiederà e in quanti anni questi aumenti salariali saranno scaglionati.

Nel frattempo, stiamo ancora aspettando gli esiti della richiesta di incontro dei sindacati firmatari del CCSL, fatta ad ottobre, per ottenere l’una-tantum per il caro bollette visto che Stellantis ai propri dipendenti in Francia ha elargito ad ottobre 1400 euro ad ogni lavoratore mentre nelle aziende italiane non hanno visto un centesimo.

Un tombale silenzio avvolge anche il premio di risultato che i lavoratori dovrebbero percepire a febbraio: possono sapere quanto spetta loro oppure e chiedere troppo?

In FCA ITALY SpA Plant di Val di Sangro, ovvero la ex SEVEL assorbita in un’altra società dello scacchiere Stellantis, i cui effetti dal punto di vista delle produzioni future, e di quelli più tangibili che riguardano le ricadute burocratiche sui lavoratori, nessuno osa degnarsi di spiegare. Hanno consegnato le nuove saturazioni di lavoro che, in piena continuità con il passato, ogni volta cambiano in base al mix mai rispettato e come per magia nelle postazioni aumentano sia i carichi che i ritmi di lavoro. Naturalmente i lavoratori continuano a pagare il prezzo più alto di tali modalità e sono costretti a rivolgersi sempre più spesso ai medici competenti per l’aggravarsi delle loro già precarie condizioni di salute, verosimilmente imputabili alle condizioni di lavoro sempre più insostenibili.

Continuano a “licenziare” quei pochi lavoratori precari rimasti in azienda, perché quando c’è da tagliare, a rimetterci sono sempre quei lavoratori precari che prima vengono spremuti, sfruttati il più possibile e poi mandati via nel nome del risparmio sulla mano d’opera dimenticando volutamente che questi giovani hanno un fottuto bisogno di lavorare per la propria dignità, per costruirsi un futuro e per non pesare ulteriormente sulle spalle dei propri genitori.

Per aumenti contrattuali in linea con il costo della vita, per condizioni di lavoro più umane, contro i mancati rinnovi contrattuali ai lavoratori precari e per la democrazia sindacale vera.

L’USB DICHIARA 2 ORE DI SCIOPERO SU TUTTI I TURNI LAVORATIVI DI VENERDÌ 20 GENNAIO

IN TUTTO IL PLANT FCA ITALY VAL DI SANGRO

TURNO A DALLE ORE 09,15 ALLE ORE 11,15

TURNO B DALLE ORE 20,15 ALLE ORE 22,15

TURNO C DALLE ORE 03,45 ALLE ORE 05,45 (21 GENNAIO)




DOMANI ELLY SCHLEIN a Francavilla al Mare

Elly Schlein, candidata alla segreteria del nuovo Partito democratico, nell’ambito del suo “ tour” abruzzese, sarà a Francavilla al Mare domani 19 gennaio alle ore 16.00 presso il foyer dell’Auditorium Sirena, per incontrare e confrontarsi con le associazioni del territorio. Saranno infatti presenti le associazioni culturali e di promozione sociale della città.

L’incontro sarà occasione per ufficializzare il comitato pro Schlein di Francavilla al Mare che vede già l’adesione di numerosi esponenti del Pd locale tra i quali Cristina Rapino, Assessore alla Cultura del Comune e presidente provinciale del Pd , Andrea Catena ,componente dell’Assemblea nazionale e della Segreteria regionale del Pd, Giovanni Battista Natale avvocato e già assessore della Giunta Luciani, e componente del Direttivo, Paride Di Lorenzo, avvocato e componente del direttivo del circolo, Mario Gallo, insegnante e consigliere comunale del Pd, Claudio Ciofani componente del direttivo del circolo, Maurizio Paludi musicista e componente dell’Assemblea provinciale del Pd, Nicola Piattelli imprenditore, Eleonora Insolia, medico specializzata in nutrizione clinica e specializzanda in genetica medica, Isabella Insolia, dottoressa e critica cinematografica, Clarissa Insolia, avvocato specializzata in diritto dello spettacolo.

Le adesioni sono aperte a tutti coloro che vogliono sostenere Elly Schlein e le sue idee per cambiare il Paese, per il lavoro, per la giustizia sociale e climatica, con un nuovo Partito democratico più aperto ed inclusivo.

Alessandra Renzetti




REVOCA CONCESSIONI CIMITERIALI, monta la protesta

M5s: “vergognoso che i cittadini paghino nuovamente loculi che hanno già pagato”

Pescara, 18 gennaio 2023. Il Movimento 5 Stelle torna sulla vicenda già denunciata nei mesi scorsi, quando oltre 620 famiglie erano state colpite dal provvedimento con cui l’amministrazione Masci ha imposto di liberare i loculi occupati da oltre 50 anni nel cimitero di Colle Madonna, anche se legittimati da concessioni pluriennali o perpetue.

“Se è vero che c’è una ‘emergenza loculi’ e la normativa nazionale consente in questi casi di ricorrere alla revoca anticipata delle concessioni – commenta il consigliere M5S Paolo Sola – è vergognoso che si chieda, a chi aveva già pagato in anticipo per una concessione di 99 anni, di sobbarcarsi ora altre spese per liberare anzitempo i loculi e trovare una soluzione alternativa, per evitare che i resti dei propri cari finiscano nell’ossario comunale”.

Questo l’aspetto principale della vicenda fortemente contestata dal Movimento 5 Stelle e dai tanti cittadini a cui il sindaco Masci e l’assessore Carota chiedono, oltre al disagio di spostare i propri cari con svariati anni di anticipo, anche l’onere di contribuire al 50% delle spese per l’estumulazione, la riduzione in resti e l’acquisto di una nuova concessione per riporli in spazi più ridotti. A questo c’è il rischio di dover aggiungere, dove necessario, i costi per un’eventuale cremazione che farebbero lievitare la spesa complessiva tra i 1.000 e i 2.000 euro. 

“In un momento storico come quello che stiamo vivendo – aggiungono i consiglieri Erika Alessandrini e Massimo Di Renzo – è inaccettabile che si voglia gettare sulle spalle di tanti cittadini un’ulteriore spesa non dovuta, costringendoli a pagare le inadempienze della Giunta Masci che in questi 4 anni non ha alzato un dito rispetto al problema della mancanza di loculi. Hanno lasciato che il tempo passasse fino a rendere una carenza di posti una vera e propria emergenza, che ora viene riversata sulle tasche dei pescaresi. Chi ha già pagato per poter usufruire di concessioni più durature – proseguono i consiglieri pentastellati – non dovrebbe pagare nuovamente per liberare un loculo che, tra l’altro, il Comune rimetterebbe subito in vendita, guadagnando quindi di fatto più volte dalla stessa concessione”.

Nei mesi scorsi il Movimento 5 Stelle si era messo a disposizione dei cittadini per raccogliere segnalazioni in merito alla vicenda, portando alla formazione di un vero e proprio comitato cittadino che, grazie all’assistenza legale dell’ACU (Associazione Consumatori e Utenti) e dell’avv. Luigi Di Corcia, ha prodotto e protocollato presso il Comune di Pescara una richiesta formale in cui si chiede un incontro alla Giunta Masci e la possibilità di tornare indietro rispetto alla scelta arbitraria di accollare le spese ai cittadini, viste anche le mancanze da approfondire in merito alla notifica della comunicazione e ai tempi indicati dal Comune.

“E’ vergognoso che a distanza di settimane dalla presentazione di questa richiesta – aggiungono Alessandrini, Sola e Di Renzo – né Sindaco né Giunta si siano degnati di dare un cenno di risposta a questi cittadini che ora, a pochi giorni dalla scadenza del termine ultimo, rimangono con la spada di damocle sulla testa di una estumulazione forzata. Facendo leva sulla minaccia di deporre i resti nell’ossario comunale infatti – concludono i consiglieri M5S – si costringono i cittadini a spendere soldi per porre rimedio alle inadempienze dell’amministrazione Masci. Una vicenda crudele e spietata che trasforma il dolore per i propri defunti in merce e soldi. Chiediamo rispetto per una vicenda così delicata e per tutti quei cittadini che, sempre più spesso, si sentono vessati da chi invece dovrebbe curarne gli interessi”.




XVIII MARCIA PER LA PACE. Nessuno può salvarsi da solo

Tra le strade di Montesilvano Colle il corteo presieduto dall’arcivescovo. Riflessioni, testimonianze e video-collegamento con l’Ucraina

Pescara, 18 gennaio 2023. Il messaggio di Papa Francesco per la 56° Giornata Mondiale della Pace sarà il tema della Marcia organizzata dall’Arcidiocesi di Pescara-Penne. L’appuntamento, giunto alla XVIII Edizione, si svolgerà, quest’anno, a Montesilvano Colle e, «ancora una volta sarà un’occasione – spiega monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne – per ricordarci come la Pace non sia solo una grido di richiesta da rivolgere al cielo, ma è soprattutto una responsabilità personale e comunitaria per la guarigione della nostra società, un impegno serio alla ricerca di un bene che sia davvero comune, ci ricorda lo stesso Papa Francesco».

Raduno alle 17 di sabato 21 gennaio, presso il piazzale della Chiesa Madonna della Neve e corteo guidato dallo stesso arcivescovo per le strade del borgo pescarese.

Diverse i momenti di riflessione che si articoleranno lungo il percorso di via Togliatti, via V. Emanuele II, via G. Di Vittorio, via Delfico, piazza Umberto I, piazza Calabresi oltre alla testimonianza di Shahed Sholeh, attivista dei diritti umani e responsabile Associazione democratiche delle donne iraniane in Italia e «al video-collegamento con Fr. Vyacheslav Grynevych e Mira Milavec, direttore e coordinatrice delle attività territoriali di Caritas – Spes Ukraine – continua Valentinetti – per guardare con i nostri occhi come la pace sia un percorso articolato che non si risolve in una stretta di mano, ma si pianifica in un cammino complesso, in salita, diplomatico. Bisogna crederci, certo, la pace è possibile, ma non bisogna semplificarla in giudizi e in soluzioni di parte». 

*** in caso di pioggia la manifestazione si svolgerà al Pala Dean Martin

Simone Chiappetta




NUBIFRAGIO, spettacolo dal forte impatto emotivo

Inaugurata la stagione del teatro contemporaneo. Doppio appuntamento sul tema dell’ecologia integrale al teatro Fenaroli

Lanciano, 18 gennaio 2023. E se scoppiasse d’improvviso un nubifragio notturno, in una Sicilia contemporanea, ancora pervasa dai miti, mentre una classe di quarta liceo di Lanciano, in gita nella Valle dei Templi insieme alla professoressa di storia, è giunta da qualche ora in un alberghetto a due piani dal suggestivo nome di Athena? È questa la situazione, tutt’altro che paradossale, da cui prende le mosse lo spettacolo Nubifragio, che andrà in scena sabato prossimo 21 gennaio, alle ore 21, presso il Teatro Fedele Fenaroli di Lanciano (prenotazione obbligatoria al numero 340 9775471, costo del biglietto 10 euro). L’appuntamento è il primo dell’attesa Stagione di Teatro Contemporaneo 2022/2023, curata dagli attori e registi Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino e promossa dal Ministero della Cultura, dalla Regione Abruzzo, dal Teatro Fenaroli, dal Comune di Lanciano, dal Teatro del Sangro e dal Teatro Studio Lanciano. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro del Sangro/Teatro Studio di Lanciano per Ecolan Spa, sarà interpretato dalla famosa attrice Autilia Ranieri, nota per il suo ruolo di protagonista nella serie tv Gomorra, che vestirà i panni della professoressa Magda Vitiello, una donna stanca e sconfitta dalle circostanze della vita, e da quattordici allievi-attori del Teatro Studio di Lanciano. La drammaturgia è di Stefano Angelucci Marino, la regia è affidata a Rossella Gesini.

Nubifragio, opera dalla forte carica emotiva, attraverso un linguaggio semplice e immediato risponde all’urgenza di sensibilizzare il pubblico, soprattutto quello delle nuove generazioni, al tema, indifferibile e di grande attualità, dei cambiamenti climatici e della tutela dell’ambiente, secondo la prospettiva dell’ecologismo integrale: una nuova percezione del mondo che “vede nell’uomo un essere integrato nella comunità e nel luogo di appartenenza, aperto al passato e al futuro”. Lo spettacolo, infatti, si inserisce nel più ampio progetto “Ecologia del profondo/due spettacoli per le nuove generazioni”, a cura del Teatro Studio/Teatro del Sangro per Ecolan Spa., già presentato a Lanciano nel mese di ottobre.

Nubifragio, lavoro teatrale che invita a guardare la crisi ambientale da altre prospettive e che sollecita a un cambiamento degli schemi di pensiero, sarà preceduto, alle ore 18 dello stesso giorno, dalla conferenza a ingresso gratuito Il silenzio del cosmo, un’ecologia per tutti contro la hybris del presente e del futuro, che avrà luogo sempre al Teatro Fenaroli e che è promossa da G.R.E.C.E Italia, dal Comune di Lanciano, dal Teatro Studio e dal Teatro del Sangro. L’incontro, che prende spunto dai saggi contenuti nella recente pubblicazione Il silenzio del cosmo, curata da G.R.E.C.E. Italia per le edizioni Arktos, sarà un’occasione per approfondire il tema dell’ecologismo integrale come risposta alla crisi climatica. I relatori saranno Eduardo Zarelli, Francesco Marotta e Andrea Cascioli. Modera Stefano Angelucci Marino.

Trama dello spettacolo Nubifragio: una quarta liceo di Lanciano è in viaggio per la classica gita scolastica di fine anno. Destinazione Valle dei Templi in Sicilia. Accompagna la classe la professoressa Magda Vitiello, docente di Storia, una donna stanca, sconfitta, arresa, estremamente innamorata del marito che l’ha abbandonata da molti anni. Arrivano di sera all’hotel Athena, un alberghetto a due piani che dista poche centinaia di metri dalla Valle dei Templi e dal Museo Archeologico Regionale. In piena notte scoppia un violentissimo quanto improvviso nubifragio. La professoressa Vitiello e i ragazzi si svegliano di soprassalto, paura e incertezza sul da farsi. Una ragazzina, Chiara, figlia di un ingegnere ambientale, prende in mano la situazione e con sicurezza conduce i compagni e la docente in una stanza del secondo piano. Chiusi in quella “gabbia”, impauriti e increduli, tutti si aggrappano alle indicazioni di Chiara, preparatissima sul da farsi in casi come questi e molto informata sui cambiamenti climatici, gestione delle emergenze e calcolo dei rischi. La professoressa Vitiello e i ragazzi resteranno molte ore in quella stanza. In quel contesto, con la luce che va e viene, i cellulari senza campo, la minaccia di una frana imminente, la pioggia che non accenna a smettere, si svilupperà un confronto serrato e drammatico tra tutti i presenti sulle vere cause di quel disastro in corso…

Giuseppina Fazio




L’APPELLO ai liberi e forti

Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo la seguente  Voce del Lessico sturziano (ed Rubbettino del 2013)  

di Giuseppe Ignesti

18 gennaio  2023

Quando, ai primi di novembre del 1918, come si disse allora, “scoppiò la pace”, Sturzo aveva acquisito piena convinzione nel suo animo che i tempi fossero ormai giunti per dare concreta attuazione all’obiettivo che da almeno quindici anni veniva a poco a poco precisando nei suoi termini più chiari, quello della costituzione del partito dei cattolici italiani di fede liberal-democratica. E tale convincimento si era in lui rafforzato sotto lo stimolo di tre eventi di rilievo epocale sopravvenuti in quegli ultimi anni: lo scoppio di una guerra di grande impatto politico e sociale sulla società europea e in particolare su quella italiana; l’elezione alla Cattedra di Pietro di un Pontefice dalle caratteristiche religiose, culturali e politiche quali quelle fin da subito mostrate da Benedetto XV; l’intervento in guerra del presidente americano Wilson con un programma politico dai connotati fortemente innovativi sulla scena europea.

Non perse quindi tempo e, accogliendo un invito giuntogli dagli amici milanesi, si recò nello stesso mese di novembre nel capoluogo lombardo, dove pronunciò un mirabile discorso. Il tema fu quello assai vasto de “i programmi del dopoguerra”, nel quale Sturzo in modo sintetico ed efficace sintetizzò tutte le riflessioni in lui prodotte dagli eventi di quegli anni e le soluzioni relative ai problemi nuovi sorti nella società italiana e nella comunità internazionale. A grandi linee egli tratteggiava i profondi mutamenti prodotti negli animi dei popoli europei dall’immane tragedia della lunga e dolorosa guerra mondiale appena conclusasi, prevedendo un radicale “rivolgimento psicologico nella coscienza popolare” tanto più intenso “quanto più profonde sono le stigmate dei dolori di guerra e delle sofferenze del dopo-guerra, e quanto più debole è la compagine economica e morale di un popolo”.

A tale sconvolgimento così radicale non avrebbe potuto essere sufficiente una risposta che si fosse limitata alla sola questione relativa alla forma di governo, alle sole ragioni di carattere giuridico e istituzionale. La questione, infatti, era ben più profonda: secondo Sturzo, “essa è intima”, di carattere culturale, giacché a suo avviso essa si pone di fronte al crollo delle concezioni e delle strutture imperialistiche delle così dette grandi potenze e, al tempo stesso, di fronte al “riflusso di forze nuove che dall’America viene sul vecchio continente europeo, come a ringiovanirlo – novello Fausto – al tocco delle ingenue energie di popoli forti, che han saputo tendere alla più larga conquista della libertà e al più notevole sviluppo della democrazia politica e sociale”. Libertà e democrazia costituiscono, a suo parere, i due valori indissolubili, sui quali, vivificati dall’insegnamento della Chiesa, i popoli europei, vincitori e vinti, potranno edificare il loro futuro e prospettarsi al di fuori degli eventi, anche indipendentemente dallo stesso organismo della Chiesa, nel campo politico e sociale”. Solo una “ragione di libertà”, – dichiarava Sturzo – e propriamente quella “libertà psicologica rinnovatrice e vivificatrice, nel vincolo di una nuova società cui si appartiene liberamente, la società cristiana” e la libertà individuale, può costituire l’elemento di coesione che fonda un’autentica vita sociale. La libertà così intesa infatti diviene “libertà organica”, la quale sola consente che si formi quell’equilibrio dinamico necessario tra il vincolo statale, cioè la ragione sociale, e la liberazione soggettiva, cioè la libertà individuale.

Una concezione della libertà così concepita, che viene oggi all’Europa come retaggio dall’America, – scriveva Sturzo – “ammette tutte le conseguenze legittime di un principio morale e religioso, riconosciuto come basilare, come essenziale all’ordinamento degli stati”. Questi ultimi, infatti, possono essere retti da veri ordinamenti liberi, nei quali “il vincolo sociale [serve] alla elevazione personale di ciascun associato”, solo se “si cerca il fondamento morale del vivere umano in una legge eterna”, cioè solo se “si rispetta la ragione finalistica ultima dell’uomo”. Dalla democrazia nordamericana viene dunque a Sturzo un modello storico che ben si coniuga con l’idea di una democrazia alimentata da una forte ispirazione morale e religiosa, senza alcun fondamento di tipo integralistico o confessionale, quale si era venuta in lui precisando nel corso delle sue precedenti esperienze. “La rivalutazione dei valori morali e religiosi della società, – affermava infatti nel discorso pronunciato a Milano nel novembre del 1918 – nella più larga tendenza finalistica, si impone alla coscienza pubblica come un vero problema di libertà”.

Ed è la prospettiva di un’ampia riforma della vita politica italiana imperniata sull’ideale della libertà che spinge Sturzo a delineare un vasto programma di rinnovamento dello Stato, della società e delle istituzioni, della legislazione e dell’ordinamento amministrativo. Una riforma della vita politica quindi che si basa essenzialmente su quella che egli chiama una vera e propria “inversione dei termini”: ad uno Stato concepito come “fine ultimo di ogni attività degli associati, legge a se stesso, principio di ogni altra ragione collettiva”, cioè ad una visione di tipo assoluto e panteista, deve sostituirsi la prospettiva profondamente liberale e democratica che “il vincolo sociale deve servire alla elevazione personale di ciascun associato”.

Questa visione consente quindi a Sturzo di prospettare un vasto programma che, accanto a una nuova concezione delle relazioni internazionali tra i popoli all’indomani dell’immane conflitto e insieme a una rinnovata considerazione dei rapporti tra l’Italia e la Santa Sede e della libertà e dell’indipendenza religiosa della Chiesa cattolica nella vita della nazione, pone come momenti fondamentali di riforma la libertà d’insegnamento, la lotta antiburocratica, il decentramento amministrativo, l’autonomia comunale e degli altri enti locali, la organizzazione di classe, e la rappresentanza politica, sia sotto il profilo della legislazione e dell’organizzazione elettorale sia sotto quello delle necessarie e conseguenti riforme costituzionali.

Come si vede, quel che Sturzo prospetta nel discorso di Milano il 17 novembre 1918 – e che aveva già succintamente esposto in un vivace articolo una settimana innanzi sul “Corriere d’Italia” – era già in nuce quanto più distesamente avrebbe illustrato, sulla base delle conversazioni intrattenute dapprima tra un ristretto numero di amici quindi in sede di “piccola costituente”, nell’Appello lanciato al Paese “a tutti gli uomini liberi e forti” il 18 gennaio seguente, nonché nei punti dell’annesso Programma del costituendo Partito Popolare.

Le parole con le quali questo Appello inizia e con le quali l’appello stesso è passato alla storia di quegli eventi italiani del primo immediato dopoguerra meritano una qualche riflessione. Esse sono infatti parole che più volte nel recente passato Sturzo aveva utilizzato e che a conclusione dell’Appello stesso vengono in qualche modo sostanzialmente ripetute, arricchite e precisate nel loro significato.

Non è infatti improprio vedere in esse, quasi in modo succinto, il senso stesso più profondo dell’elaborazione politico-culturale cui egli era pervenuto e che quindi dava all’iniziativa del nascente partito l’impronta d’ispirazione più profonda. Esse infatti apertamente manifestano, nell’estrema sintesi dei due vocaboli, la profonda radice morale della visione culturale che ispira il nuovo partito, in forma del tutto “laica” o, come Sturzo allora affermerà, del tutto “aconfessionale”, in quanto, come viene subito precisato, tali parole si rivolgono a tutti quegli italiani che “sentono il dovere di cooperare ai fini supremi della patria, senza pregiudizi né preconcetti, […] perché uniti insieme propugnino nella loro interezza gli ideali di giustizia e di libertà”. Un appello, dunque, al senso del dovere civico per la promozione nella società della giustizia e della libertà, quali ideali regolativi dell’azione politica. Nessun cenno dunque di carattere confessionale, ma tuttavia la richiesta di un impegno “a sviluppare le energie spirituali e materiali” presenti nella vita stessa dei popoli.

Questa impostazione culturale, prettamente laica ma al tempo stesso profondamente ispirata “ai saldi principi del cristianesimo”, si rivolgeva dunque “a tutti gli uomini moralmente liberi e socialmente evoluti” – come recitava testualmente, quasi ripetendo le parole iniziali, la chiusa finale dell’Appello –, chiedendo a tali uomini di riconoscere “le virtù morali del nostro popolo”, virtù che potevano perciò essere apprezzate, rispettate e promosse da quanti fossero nel profondo del loro animo autenticamente liberi.

La libertà è dunque il principio sul quale si fonda tutta la visione “popolare” dell’individuo, della società nazionale, dello Stato e della comunità internazionale. Una libertà che non è però principio di disgregazione sociale, di disorganizzazione dello Stato e delle istituzioni e quindi di anarchia, ma al contrario è ragione organica di vita di ogni momento sociale e istituzionale della comunità italiana e di quella internazionale. “Ad uno Stato accentratore, – si legge nell’Appello – tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività civica e individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali – la famiglia, le classi, i comuni –, che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private”.

L’anima della “nuova società” così prefigurata nell’Appello consiste dunque in quel che viene definito “il vero senso di libertà rispondente alla maturità civile del nostro popolo e al più alto sviluppo delle sue energie”. Non è difficile leggere in queste brevi e dense parole la riaffermazione di quella concezione della società e dello Stato che dal Rosmini e dal Taparelli in poi si è fatta strada nel pensiero sociale del mondo cattolico fino ad essere poi consacrata da Leone XIII e dai pontefici suoi successori nei principali documenti del magistero pontificio. Una concezione che vede lo Stato non solo rispettoso della società nelle sue articolazioni organiche, ma anche consapevole di dover porre limiti alla sua attività: che consideri piuttosto questa in funzione dello sviluppo delle energie presenti nel popolo, sia nelle sue forme associate di origine naturale, sia in quelle espressione della sua vita e della sua storia, sia in quelle prodotte dalla “personalità individuale” dei suoi membri, incoraggiandone e proteggendone le stesse “iniziative private”.

Nel “Programma” annesso all’“Appello”, i vari momenti di questa visione di una società fondata sulla libertà sono esposti in forma sintetica attraverso dodici articoli, i quali sono organicamente presentati in ordine crescente: dalle articolazioni di base della società nazionale agli aspetti istituzionali dello Stato centrale fino alla organizzazione della comunità internazionale, in piena corrispondenza con la visione politico-culturale dapprima illustrata nel testo stesso dell’“Appello”.

In primo luogo, tutela e difesa della famiglia nella sua “integrità”, contro tutte le iniziative volte alla sua dissoluzione e al suo degrado: di qui una particolare protezione dell’infanzia.

Strettamente legato al tema della famiglia e dell’infanzia è quello della libertà d’insegnamento in ogni ordine e grado, tema particolarmente delicato e da sempre sensibile per il mondo cattolico; interessante è poi, nella visione dello sviluppo socioeconomico italiano propria del pensiero sturziano, l’accenno posto al problema della diffusione dell’istruzione professionale.

In terzo luogo, l’attenzione del “Programma” viene posta sulla libertà dell’organizzazione sindacale, sul suo riconoscimento giuridico, con un particolare cenno al diritto alla pari dignità delle rappresentanze dei lavoratori “senza esclusione di parte”, cioè senza quei privilegi al tempo sanciti in favore di alcune associazioni sindacali.

Sempre in tema di tutela del lavoro, affermazione netta del suo diritto e della sua regolazione, nell’ambito di una concezione che cerchi di ridurre le conflittualità sociali, attraverso la previsione di istituti giuridici a tal fine idonei, quali l’arbitrato, il probivirato, la contrattazione collettiva, la cooperazione e le varie forme di assicurazione sociale. In tale direzione dovevano essere particolarmente incrementate e difese la piccola proprietà, nonché promossa la tutela del bene di famiglia. Allo stesso fine mirava anche la prevista riforma tributaria, basata su una “imposta progressiva globale con esenzione delle quote minime”.

A tal fine era preoccupazione primaria dei popolari l’“organizzazione di tutte le capacità produttive della nazione”, attraverso l’utilizzazione e lo sviluppo delle risorse idroelettriche e minerarie, l’industrializzazione dei servizi generali e locali, l’incremento della produzione agricola, anche attraverso la colonizzazione interna dei latifondi, la regolamentazione dei corsi d’acqua, le sistemazioni boschive delle zone montane e la viabilità agraria. Soluzione “nazionale” del problema del Mezzogiorno. Protezione e sviluppo della marina mercantile.

Questo programma di sviluppo socioeconomico era affidato, piuttosto che allo Stato centrale, a un largo sistema di autonomie locali, che prevedeva il rafforzamento delle competenze degli enti esistenti – comune e provincia – e la nascita del nuovo ente della regione, “in relazione alle tradizioni della nazione e alle necessità di sviluppo della vita locale”. A tale ampliamento delle competenze degli enti locali era necessario corrispondesse una profonda trasformazione e riforma dell’intera burocrazia statale, nonché un largo decentramento amministrativo dello stesso apparato dello Stato, anche attraverso la collaborazione di tutte le forze produttive della nazione, così del capitale come del lavoro. Questo postulava il “rispetto della libertà delle iniziative e delle istituzioni private”.

Si trattava insomma di una sorta di graduale welfare state italiano ante litteram, che solo in prospettiva era rivolto alla generalità dei cittadini, ma che per l’immediato era piuttosto mirato a favorire la nascita di una piccola, media borghesia a partire dal settore agricolo, senza escludere di investire anche il nascente settore industriale, le infrastrutture e la pubblica amministrazione.

Tale sistema generale fondato sul potenziamento e la tutela di tutte le libertà non poteva non coinvolgere anche la “libertà e indipendenza della Chiesa nella piena esplicazione del suo magistero spirituale” nonché la “libertà e il rispetto della coscienza cristiana considerata come fondamento e presidio della vita della nazione, delle libertà popolari e delle ascendenti conquiste della civiltà nel mondo”. Questo riferimento alla “coscienza cristiana” come base stessa della vita sociale, delle libertà e del progresso civile, è certamente l’affermazione più forte dell’intero documento, un chiaro richiamo alla tradizione culturale del cattolicesimo liberale, che in tal modo si innestava sui contenuti sociali sopra esposti, frutto piuttosto delle elaborazioni e delle esperienze dell’intransigentismo.

Questo complesso di riforme doveva necessariamente comportare un incisivo intervento anche nell’intero sistema giuridico istituzionale, con riflessi significativi sulle stesse regole costituzionali del paese, per favorire innanzitutto una più ampia partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, in una fase storica in cui lo stesso coinvolgimento di tutta la società nazionale nella lunga e drammatica “grande guerra” aveva modificato in profondità i comportamenti degli italiani rispetto ai problemi pubblici dell’intera comunità.

Necessaria, dunque, una riforma elettorale che favorisse una tale partecipazione di massa, attraverso un sistema di tipo proporzionale sulla base di collegi plurinominali; così come era necessario l’allargamento del suffragio a tutta la cittadinanza, quindi anche alle donne. Né era più sostenibile il mantenimento nel sistema costituzionale di un Senato di nomina regia, sia pure corretto dalle continue infornate di membri scelti via via dalla maggioranza governativa del momento: se ne auspicava, tra l’altro, una composizione rappresentativa delle varie istanze dei corpi intermedi della società, secondo le aspirazioni tradizionali prevalenti nel pensiero sociale del cattolicesimo italiano.

A livello più alto, quello della dimensione internazionale, si riaffermava l’esigenza di mantenere un sistema di sicurezza basato sulla difesa nazionale. Senza tuttavia che questo significasse in politica estera l’assunzione di una prospettiva di tipo imperialistico, giacché gli obiettivi in tale settore erano ben definiti in tendenze ed interessi di carattere sociale ed economico: in primo luogo, verso la tutela e la valorizzazione della forte emigrazione delle popolazioni della penisola; quindi, per il conseguimento di sfere di influenza utili allo sviluppo commerciale del paese. La stessa politica coloniale, che l’Italia aveva già ampiamente intrapreso nei decenni precedenti, era indicata nella stessa prospettiva socioeconomica, con l’obiettivo che corrispondesse agli interessi della nazione e fosse ispirata a un programma di progressivo incivilimento delle popolazioni interessate.

Sempre sul piano della politica estera, nel “Programma” si riaffermava quanto nell’“Appello” si era solennemente dichiarato a favore degli ideali internazionalisti proclamati da Wilson e dal papa Benedetto XV, respingendo ogni tentazione imperialistica di matrice nazionalista che mirava a creare “popoli dominatori” e “tendenze sopraffattrici” da parte dei più forti. Si dichiarava chiaramente che il partito popolare faceva propria la cultura politica che in tale campo sosteneva la prospettiva della “organizzazione giuridica della vita internazionale”, a partire dalla costituzione di una “Società delle nazioni”, per includere quegli istituti di diritto internazionale che si venivano a poco a poco affermando nella coscienza della comunità dei popoli: l’arbitrato, l’abolizione dei trattati segreti, la progressiva cancellazione della coscrizione obbligatoria, l’obiettivo finale del disarmo universale. Sia pure con una certa dose di sana utopia, si sposavano le idee allora prevalenti in campo internazionale, nella prospettiva di contribuire alla nascita di una comunità delle nazioni fondata sulla pace.

L’Appello “ai liberi e forti” – di Giuseppe Ignesti – Politica Insieme




CALERANNO le bollette

Se continua road map energetica, l’Italia è vincente

Roma, 18 gennaio 2023. “Non possiamo nasconderlo, dall’insediamento del Governo Meloni, abbiamo riscontrato positività ed ottimismo da parte delle aziende dell’Oil & Gas non solo su scala italiana ma internazionale. Una credibilità sul fronte energetico che da oltre dieci anni è mancata, questo si traduce in partnership e rapporti di cooperazione rafforzati. Se la linea Meloni continua, in pochi mesi l’Italia riuscirà a raggiungere notevoli benefici nella propria Strategia Energetica con segno positivo per le famiglie e le imprese” – sono le parole del Presidente di FederPetroli Italia, Michele Marsiglia, dopo le ultime decisioni in tema di energia che il Consiglio dei ministri ha deliberato.

Continua Marsiglia – “Via libera a nuove forme di attività petrolifera, volontà immediata nel trattare la questione dell’aumento dei carburanti, le diverse competenze ministeriali energetiche, sono tutti segnali evidenti di una Politica Economica e di una volontà diretta e concreta che sta portando valore e profitto al nostro indotto dopo anni di Covid e rallentamento delle operazioni. Sicuramente i sacrifici degli italiani specialmente in questo ultimo anno sono tanti, riteniamo che non si può avere la bacchetta magica per eliminare una tassazione dall’oggi al domani, uno Stato va gestito evitando criticità future. Da febbraio ci sarà una nuova fotografia energetica sul piano internazionale con il blocco di importazione dei carburanti russi (benzine e gasoli). Giocheremo nelle prossime settimane la sfida europea dell’energia e l’Italia in questo contesto è Hub del Mediterraneo”.

“Le contestazioni oggi, seppur legittime, non aiutano il processo di miglioramento economico ma generano continue polemiche di intralcio all’attività politica-legislativa. I consumatori, le aziende, le famiglie, le compagnie petrolifere hanno bisogno di raggiungere gli scopi e gli obiettivi nell’interesse di un beneficio sociale collettivo, non di polemiche distruttive che generano l’aumento dei costi e non portano al risultato. Protestare, specialmente in un delicato momento internazionale come quello che stiamo vivendo oggi, è solo figlio di un ostruzionismo insensato ed antieconomico”.

Marsiglia interviene su quali dovranno essere i prossimi dossier all’attenzione dell’Esecutivo – “Non bisogna per forza ripristinare un taglio delle Accise. Necessario sarà nei prossimi mesi concentrarsi con il Governo per cambiare il divario strutturale energetico italiano. La raffinazione è primaria deve essere tutelata ed arricchita compatibilmente ai principi di eco-sostenibilità. Abbiamo bisogno di infrastrutture strategiche, nuovi stoccaggi, ricerche onshore e offshore, fonti rinnovabili, rigassificatori, raffinerie e la rete di distribuzione va ristrutturata, il giusto Mix energetico, un’Energia Circolare completa. Solo in questo modo e con l’aiuto del Governo, in Italia potremo arrivare non solo ad una sorta di ‘garanzia energetica’ ma in poco tempo ad un risparmio sulla Bolletta delle famiglie italiane. Tutto questo manca da 15 anni e l’Italia non può permetterselo più” – conclude la nota.




COGESA, PREOCCUPATI DELLO SPINOSO problema dei rifiuti

In questo periodo occupa le pagine dei quotidiani, interessando politica locale e regionale

(Le organizzazioni sindacali del comparto dell’igiene ambientale, lo scorso 23 dicembre hanno inoltrato una richiesta di incontro sindacale urgente al Sindaco di Sulmona, al comitato ristretto del controllo analogo di COGESA, nonché all’intero cda: richiesta della quale, ad oggi, non si ha ancora riscontro).

L’Aquila, 18 gennaio 2023. Questa OS è consapevole che un’azienda in crisi genera un problema di natura lavorativa e dai forti risvolti sociali ed occupazionali, soprattutto se la stessa azienda incide in un territorio ove non esistono grandi insediamenti industriali forieri di nuove occupazioni. Non sfugge a nessuno, altresì, come, per logiche di mercato – sebbene parliamo di aziende pubbliche, quali COGESA ed ASM – le cifre economiche, i numeri, contano sui bilanci aziendali: consuntivi e preventivi.

Sappiamo che eventuali aumenti del costo di conferimento dei rifiuti dell’Aquila presso l’impianto di COGESA si ripercuoterebbe, di fatto, sul bilancio di ASM e nelle tasche dei cittadini dell’Aquila, ma è doveroso ricordare che il d.lgs. n. 152/2006 e la legge 27 dicembre 2006 n. 296 individuano come obiettivi di raccolta differenziata, a livello nazionale, almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012. I dati ISPRA, agli ultimi aggiornamenti del 2021, attestano che la percentuale di Raccolta Differenziata in Abruzzo è pari al 64,63% e nel comune dell’Aquila è pari al 39,44%.

È importante che ogni attore faccia la propria parte e che la migliori continuamente: il cittadino conferisca correttamente i rifiuti, ASM li intercetti ancor più peculiarmente, COGESA li sottoponga sempre più al trattamento meccanico biologico (TMB) e le istituzioni sensibilizzino e informino ancor più gli utenti per un giusto conferimento dei rifiuti.

In un momento in cui il tema principale nazionale e mondiale è l’economia circolare che mette al centro del sistema il rifiuto non più come un problema, ma bensì come una risorsa e che il PNRR stanzia ingenti somme anche per incentivare impianti tesi proprio alla trasformazione del rifiuto in materiale da riuso, riutilizzo e riciclo, non v’è chi non veda come la problematica sorta in questi giorni sia antistorica.

A noi interessa il diritto del cittadino ad avere un servizio efficace, efficiente e che risponda ai criteri di trasparenza ed economicità, che contempli il decoro del paesaggio e il rispetto dell’ambiente, nonché, la tutela dei livelli occupazionali. A noi interessa che le aziende pubbliche del settore che incidono nella provincia dell’Aquila facciano rete di sistemi di gestioni che, al contrario, vadano in direzione di un abbassamento della TARI a fronte di un conferimento del rifiuto in discarica sempre più residuale e, quindi, ad un innalzamento della percentuale di raccolta differenziata fino al raggiungimento del 65%, soglia stabilita fin dal 2012.

Questa O.S. ritiene, quindi, necessario salvaguardare il lavoro ed il servizio pubblico nel rispetto dell’ambiente e dei cittadini e per far sì che tale obiettivo venga raggiunto, è necessario che il proposito sia di patrimonio comune, alle istituzioni così come alla politica e che tali tematiche non vengano affrontate con logiche di mercato e di contrapposizione.

È invece fondamentale che venga garantita una continuità dell’attività gestionale finalizzata alla tutela  delle lavoratrici e dei lavoratori, dell’Azienda e di un servizio di qualità per le comunità.

Francesco Marrelli, Segretario Generale CGIL Provincia dell’Aquila

Anthony Pasqualone, Segretario Generale FP CGIL Provincia dell’Aquila




AL VIA LA STAGIONE TEATRALE targata Creativita

Sabato e domenica lo spettacolo “Primi passi sulla luna” di Andrea Cosentino

San Salvo, 18 gennaio 2023. Sabato 21 e domenica 22 gennaio in scena il primo spettacolo della stagione teatrale targata Creativita.  “Primi passi sulla luna” scritto da Andrea Cosentino è uno spettacolo che conduce in un viaggio surreale, esilarante e struggente, portato avanti al tempo imperfetto, che è il tempo dei giochi e dei sogni, e che si dissolve al presente.

Scheda tecnica

“Dice che la notte del 20 luglio del ’69 in tutto il mondo interplanetario non c’è stato un furto, un omicidio, una rapina, uno scappellotto. Erano tutti lì davanti a Neil Armstrong. E questo cosa vuol dire? Vuol dire che se tutti guardassimo di più la televisione il nostro sarebbe un mondo migliore”

Lo sbarco sulla luna dà il là a una schiera di improbabili personaggi per discettare di sosia viterbesi di Armstrong e torri gemelle, monoliti, alieni e spiritualità, scimmie, tapiri e licantropi. Ma l’allunaggio della notte del 20 luglio del ’69 è anche l’evento mediatico attraverso il quale misurare l’inattendibilità del reale in un’epoca la cui verità coincide con il suo darsi in rappresentazione.

Al cuore del tutto uno squarcio di storia intima, che ha a che fare con la paternità e le fragilità dell’infanzia.

Andrea Cosentino, è attore, autore, comico e studioso di teatro. Premio speciale Ubu 2018. Inventore, proprietario, conduttore e conduttrice unico/a di Telemomò, la televisione autarchica a filiera corta. Tra i suoi spettacoli La tartaruga in bicicletta in discesa va veloce (spettacolo finalista “Premio Scenario” 1998), il ‘dittico del presente’ costituito da L’asino albino e Angelica (i cui testi sono pubblicati in Carla Romana Antolini (a cura di), Andrea Cosentino l’apocalisse comica, Roma, Editoria e spettacolo, 2008), Telemomò, Primi passi sulla luna (il cui testo è pubblicato da Tic edizioni), Not here not now, Lourdes (spettacolo vincitore “Teatri del sacro 2015” con la regia di Luca Ricci), Trattato di economia (in collaborazione con Roberto Castello), Kotekino riff, Fake Folk e Rimbambimenti.

Gli spettacoli si terranno sabato alle ore 21:00 e domenica alle ore 17:00 nella sala congressi della BCC Valle del Trigno, in via duca degli Abruzzi, 103.

Foto ChietiToday




SPEDIZIONI D’ALTA QUOTA tra passato e futuro

Una storia tra scienza ed esplorazione. Auditorium del Rettorato – 19 gennaio 2023 – ore 9:00

Chieti, 18 gennaio 2023. La progettualità degli studiosi dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, legata alla fisiologia umana e degli adattamenti agli ambienti straordinari, si prende un momento di riflessione condivisa con ricercatori internazionali e studenti. Domani, 19 gennaio 2023, alle ore 9:00, presso l’Auditorium del Rettorato nel campus universitario di Chieti, ci sarà il convegno su “Spedizioni d’alta quota tra passato e futuro: una storia tra scienza ed esplorazione”, organizzato dal professor Vittore Verratti, docente di Scienze dell’Esercizio Fisico e dello Sport presso il Dipartimento di Scienze psicologiche, della Salute e del Territorio della “d’Annunzio” con il patrocinio della “Società Italiana Medicina di Montagna”.

Dopo i saluti del professor Liborio Stuppia, Presidente della Scuola di Medicina e Scienze Della Salute della “d’Annunzio” e della professoressa Raffaella Muraro, Presidente corso di Laurea Medicina e Chirurgia, sono previsti gli interventi di personalità di spicco nella ricerca internazionale di settore, tra i quali il professor Giuseppe Miserocchi, Agostino da Polenza, Gian Paolo Verza, Simona Mrakic-Sposta e Lorenza Pratali. Insieme a loro i professori Vittore Verratti e Camillo Di Giulio della “d’Annunzio” e giornalisti come Stefano Ardito e Stefano Morosino racconteranno le esperienze scientifiche ed umane vissute nelle spedizioni scientifiche d’alta quota, campo in cui l’Università “Gabriele d’Annunzio” ha fornito contributi fondamentali, stabilendo solide basi di partenza per studi presenti e futuri.

<Si è conclusa da poco l’esperienza legata al progetto internazionale “Lobuje Peak-Pyramid: Exploration & Physiology 2022” – spiega il professor Vittore Verratti che ne è stato il coordinatore scientifico – alla quale giovani studenti di Medicina e Chirurgia dell’Università “Gabriele d’Annunzio” e delle Università di Torino e di Ferrara hanno partecipato entusiasti. Saranno proprio questi intraprendenti studenti – annuncia il professor Verratti – che sugelleranno con il loro racconto vivo e partecipato le autorevoli testimonianze degli ospiti che si saranno alternati durante i lavori del convegno>.

Maurizio Adezio




INNOVAZIONE E TRASFORMAZIONE DIGITALE della pubblica amministrazione

Partnership tra Università di Teramo e Adecco

Teramo, 18 gennaio 2023. Il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Teramo ha siglato un accordo di partnership con Adecco Italia e Mylia, società specializzate di The Adecco Group che sviluppano e valorizzano il capitale umano e la formazione, per definire una stretta collaborazione nell’ambito del Master di secondo livello in Innovazione e trasformazione digitale nella Pubblica Amministrazione che inizierà il prossimo febbraio e il cui obiettivo è la formazione delle future diligence e governance dei settori pubblici.

«La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana e dei gestori di servizi pubblici – si legge nella presentazione – è una necessità primaria del Paese, riconosciuta anche dal PNRR, sulla quale il Governo e l’Unione Europea puntano per garantire una futura crescita duratura e inclusiva. Nell’avviare, quindi, un percorso di reale trasformazione digitale, diventa primaria la formazione del personale incentrata su tematiche quali l’innovazione digitale, la sicurezza informatica, la cittadinanza digitale, l’usabilità e l’accessibilità degli strumenti informatici analizzando tematiche tecniche, giuridiche e manageriali. Obiettivo di questa partnership è proprio quello di fornire le conoscenze e le competenze adeguate relative ai processi di trasformazione digitale per una ulteriore qualificazione delle risorse umane all’interno delle Pubbliche Amministrazioni e Società Pubbliche partecipate. Inoltre, con l’iniziativa “PA 110 e lode” tutti i dipendenti pubblici possono usufruire di un incentivo pari a uno sconto del 30% per l’iscrizione al master».

«Il Dipartimento di Scienze Politiche – ha dichiarato Andrea Ciccarelli, presidente del Corso di studi in Scienze politiche e coordinatore del Master in Innovazione e trasformazione digitale della PA – si pone l’obiettivo di formare una classe dirigente pubblica e privata che sia in grado di garantire alti profili manageriali e di anticipare le tendenze future. Per questo proponiamo corsi di studio di base e avanzati, oltre a diverse opportunità nell’ambito della formazione continua, che abbiano un occhio attento alle tematiche dell’innovazione, della digitalizzazione, della sostenibilità. La partnership con il Gruppo Adecco consentirà di realizzare il necessario connubio tra istituzioni pubbliche e soggetti privati essenziale per garantire il successo di iniziative di questo tipo».

Alessandra Spagnolo, Public Administration Director di Adecco, ha commentato: «Siamo particolarmente orgogliosi di questa partnership con il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Teramo perché rappresenta un passo importante per sviluppare la collaborazione pubblico-privato sui temi della trasformazione digitale e delle nuove competenze richieste a manager e dipendenti di ogni organizzazione. Iniziative come questa possono aiutare tutto il Paese a fare un passo decisivo nella transizione in corso e contribuire alla competitività del nostro sistema economico».




L’INCONTRO con Rocco Buttiglione

Il prossimo 20 gennaio

Giulianova, 18 gennaio 2023. Organizzato dall’associazione culturale Esserci, con il Patrocinio del Comune di Giulianova, si terrà venerdì prossimo 20 gennaio un incontro dal titolo Pace, una sfida per tutti.

In sala Buozzi, dalle 21, dialogherà con il pubblico il professor Rocco Buttiglione, filosofo della politica. Oggetto di riflessione e di dibattito sarà un tema quanto mai attuale, che coinvolge ed interroga la coscienza collettiva.




CRISTO fra i muratori

Protagonista del Gruppo di Lettura della Scuola Macondo

Pescara, 18 gennaio 2023. Pietro Di Donato, primo di otto figli, nasce nel 1911 nel New Jersey da genitori italiani, Geremia ed Annunziata Cinquina, originari di Vasto e Taranta Peligna (in provincia di Chieti) emigrati nel Nuovo Mondo alla ricerca di fortuna. Pur possedendo poca formazione scolastica, acquisita principalmente come autodidatta, nel 1939 pubblica “Cristo fra i muratori” (Readerforblind), ispirato alla tragica morte del padre, avvenuta il Venerdì Santo del 1923, quando crolla il ponteggio del cantiere edile presso il quale lavora, immobilizzandolo sotto una colata di cemento.

Occasionalmente di domenica, il Gruppo di Lettura della Scuola Macondo – L’Officina delle Scuole di Pescara, diretta da Elisa Quinto torna con un appuntamento previsto per il 22 gennaio alle ore 19.00 che vedrà partecipare anche l’editore Valerio Valentini e Sandro Bonvissuto che ha curato la prefazione di “Cristo fra i muratori”.

Quella tragica morte, oltre a gettare nello sconforto la famiglia, cambia per sempre la vita di Pietro Di Donato che, ancora giovanissimo, si ritrova a lavorare come muratore per mantenere la sua famiglia e per onorare la memoria di suo padre. Allo stesso tempo, inizia a combattere una vera e propria battaglia per difendere i diritti dei lavoratori soprattutto in materia di sicurezza nei cantieri.

“Cristo fra i muratori” ha sicuramente una forte componente autobiografica, che lo portò ad essere immediatamente accolto positivamente dalla critica e dai lettori, soprattutto perché fu considerato il primo romanzo proletario scritto proprio da un proletario stesso e perché racconta in maniera cruda, onesta e sincera il mondo degli emigrati, le condizioni dei lavoratori italiani sui cantieri, lo sfruttamento da parte dei boss americani e l’assoluto egoismo dell’America capitalista nei confronti di una minoranza che ha contribuito a costruire materialmente la nazione.

Il libro racconta infatti del giovane Paolino, che subito dopo la morte del padre, si ritrova a chiedere aiuto per sfamare la sua famiglia, ricevendo puntualmente solo porte sbattute in faccia, compresa quella della Chiesa e con una richiesta d’indennità negata, dal momento che i padroni evitano in tutti i modi di prendersi la responsabilità dell’incidente: un padre sepolto equivale quindi ad un figlio che deve farsi necessariamente carico della famiglia.

E così, il giovane Paolino, si ritrova a gironzolare fra i cantieri, nella speranza che i vecchi amici di suo padre possano dargli una mano nel trovare un lavoro. Le corporazioni però puntualmente lo rifiutano perché è troppo giovane, non ha esperienza e soprattutto potrebbe creare casini in caso di controlli sui cantieri ma Paolino si dimostra subito testardo, ostinato e desideroso di imparare in fretta perché significherebbe così guadagnare più soldi.

All’inizio, per Paolino è davvero dura sopravvivere, gli altri manovali sul cantiere si prendono gioco di lui, il lavoro è davvero sfiancante e in più mangia sempre troppo poco eppure la fatica fisica lo esalta e lo spinge a dare sempre il massimo, guadagnandosi lentamente il rispetto di tutti e gli apprezzamenti dei boss e spingendolo a diventare in fretta un uomo maturo.

Pietro Di Donato è molto abile a descrivere la vita sul cantiere di questi uomini, che sembrano vere e proprie macchine da lavoro, prive di parola, che compiono gesti sempre identici e che ridiventano uomini solo alla fine del turno di lavoro, quando possono tornare nelle loro case, dalle loro famiglie, dalle mogli, dai figli e soprattutto al tanto agognato e meritato riposo.

Le pagine di “Cristo fra i muratori” sono impregnate del sudore che sgorga per la fatica e soprattutto restituiscono al lettore l’odore della calce, del cemento, della malta e dei mattoni che vengono spaccati e piazzati sotto il sole, il freddo o la pioggia e ogni gesto compiuto sul cantiere, somiglia ad un vero e proprio concerto, privo di spartito.

Gli uomini e le donne fotografati da Pietro Di Donato nel suo libro sono infatti poveri cristi, orgogliosi delle loro origini ma costretti a pregare il dio dei poveri, che lottano contro la fame e la miseria, considerati dei veri e propri nemici ereditati, che ricordano con nostalgia l’Italia, che hanno un forte senso comunitario al punto da condividere ogni cosa e che ballano la tarantella come se fosse un vero e proprio rimedio per esorcizzare i propri mali.

Pietro Di Donato in “Cristo fra i muratori”, oltre a raccontare uno spaccato di vita degli italiani emigrati in America, regala un romanzo di formazione e di iniziazione morale crudo e doloroso, contraddistinto da una scrittura poetica e molto evocativa e da un’amarezza silenziosa e profonda, la stessa che ricorda come in quegli anni rifiutare il Sogno Americano equivaleva tanto a rinnegare Dio.

L’autore è morto a Stony Brook, New York nel1992. In suo onore è stato istituito nel 2012 un premio giornalistico dedicato alla sicurezza sul lavoro.




TORNA STRADE AL NOBELPERLAPACE di San Demetrio

Cinque spettacoli per l’edizione numero 15 della rassegna di arti e spettacolo

L’Aquila 18 gennaio 2023. Cinque spettacoli da fine gennaio a metà marzo. Torna Strade, la rassegna teatrale di Arti e Spettacolo con la sua quindicesima edizione allo Spazio Nobelperlapace di San Demetrio ne’ Vestini. Direzione artistica di Giancarlo Gentilucci.

Appuntamenti diversi per genere, caratteristiche e riferimenti culturali che offrono uno spaccato armonioso della nostra società attraverso una riflessione su alcuni aspetti caratteristici del presente. Un cartellone nel quale le grandi storie epiche si intrecciano con i vissuti quotidiani, in cui figure storiche di primo piano della cultura del nostro Paese si incontrano con eroi anonimi alle prese con le battaglie personali così piccole; eppure, paradigmatiche di interi universi umani colti nelle proprie fragilità e nelle avversità.

Afferma Giancarlo Gentilucci, direttore artistico di Strade: “Strade compie 15 anni ed è una vivace adolescente che si relaziona con il mondo con uno sguardo attento e curioso. Abbiamo selezionato compagnie e spettacoli diversi e originali. Opere al debutto e lavori pluripremiati. Abbiamo compagnie provenienti da ogni parte del nostro Paese, attive sui territori e testimoni delle vicende quotidiane.

Ironico, vivace, non scontato, innovativo e drammaticamente onesto: è questo il teatro che ci interessa e che vogliamo offrire al pubblico di Arti e Spettacolo che continua a seguire le nostre iniziative e che mai, neanche nei difficili anni appena trascorsi, ha fatto mancare il proprio appoggio e la propria attenzione”.

Si comincia domenica 29 gennaio con Amazon crime di Peso Piuma con la regia di Clio Scira Saccà e testo di BR Franchi, lavoro già premiato per la sceneggiatura, ultimato durante una residenza proprio allo Spazio Nobelperlapace. Un racconto corale e ironico che, mescolando realtà e finzione, tesse in un unico affresco sia paradigmatici destini di personaggi inventati che fatti di cronaca realmente accaduti per condurre lo spettatore in una divertente, eppure dolorosa, riflessione sulle condizioni di lavoro nelle grandi aziende di e-commerce. Vengono così alla luce tutti i crimini delle grandi multinazionali della nostra epoca, fino al cosiddetto “Amazon Crime”: il furto del tempo. L’esito dello spettacolo, però, non è scontato e apre a una rivincita di chi subisce abusi e sopraffazioni.

Altro testo pluripremiato per il secondo appuntamento in cartellone il 5 febbraio: Dopodiché stasera mi butto di Generazione Disagio e Proxima Res con la regia di Riccardo Pippa. Una folle partita a uno strano e innovativo gioco dell’oca al quale il pubblico è invitato a partecipare “utilizzando” come pedine tre degli attori chiamati a superare imprevisti, prove collettive e individuali con un ritmo comico serrato e pezzi di improvvisazione basati su input che vengono dal pubblico. Vincerà chi riesce ad accumulare più sfighe e perciò più “disagio”. Uno spettacolo di cinica auto-analisi collettiva, irriverente, comico e profondo, che – presentato per la prima volta 9 anni fa – viene ogni volta aggiornato con riferimenti all’attualità e apre una riflessione personale e di comunità sulla lontananza fra la vita ideale e quella reale.

Una Storia con la S maiuscola, invece, in scena il 19 febbraio con Iliade della Bottega degli Apocrifi con Carticù: uno spettacolo di narrazione musicale della famosa guerra di Troia che si svolge, come un filo teso dal fato, fra le passioni e le fragilità di uomini, eroi e dei intrecciando le loro esistenze, in una storia epica capace di raccontare il presente. La metrica omerica è affidata alla musica di Piero Santoro, mentre Giuseppe Ciciriello presta corpo e voce al racconto della “storia di tutte le guerre” attraverso una narrazione, fatta di gesti semplici ed evocativi.

Cardio Drama, spettacolo semiserio su un organo quasi perfetto di ChronoS3 con Tomas Leardini, con la regia di Vittorio Borsari e Giulia Lombezzi è la proposta per il penultimo appuntamento in programma il 5 marzo. La storia, ambientata in ospedale, prova a ridere di un mondo complesso e tragicomico, un labirinto al neon di contraddizioni e speranze. Scritto insieme al cardiologo Claudio Cuccia, primario di Cardiologia della Fondazione Poliambulanza di Brescia, questo spettacolo vuole narrare e rivoluzionare il rapporto fra medici e pazienti, fra eretti e distesi, fra malattia e malato.

Chiude la rassegna, il 19 marzo, Rossini Flambé, Opera buffa in cucina del Teatro Due Mondi con la regia di Alberto Grilli. Una divertente e scatenata sequenza di canti, testi e situazioni comiche situazioni che, come una ricetta elaborata, mescola temi che variano dagli ingredienti in cucina all’amore, dal vino ai piaceri della vita. Uno spettacolo per grandi e piccoli che racconta dell’Italia e dei suoi sapori e suoni, che porta allo scoperto la passione verso la vita e i suoi piaceri come tratto caratteristico della nostra cultura popolare. Partendo dalle sonorità dell’opera buffa, Antonella Talamonti ha composto per questo lavoro musiche e arrangiamenti originali che si alternano alle Ouverture rossiniane più famose e che raccontano di passioni e contrasti in cucina.

Tutti gli spettacoli si terranno di domenica alle 18 allo Spazio Nobelperlapace in Via Jacopo da Sinizzo a San Demetrio ne’ Vestini. I biglietti (costo 10 euro) sono acquistabili presso la libreria Polarville in Via Castello all’Aquila o direttamente in teatro. Per info e prevendita 348.6003614.




IL MONTASCALE dell’Abbazia di San Giovanni in Venere

La consegna delle chiavi e del telecomando

Fossacesia, 18 gennaio 2023. Passaggio di consegna ieri mattina delle chiavi e del telecomando del montascale elettrico posizionato all’ingresso della scalinata dell’Abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia da parte della Provincia di Chieti e della Prefettura a Padre Marcello Pallotta, priore dell’Ordine dei Passionisti.

“Ringrazio il Consigliere provinciale Sergio Furia che in questi mesi si è adoperato affinché si giungesse a questo momento”, afferma il Presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna che ringrazia anche la Prefettura di Chieti per la sempre precisa e puntuale attenzione e supervisione.

“Un momento importante che pone fine all’annosa problematica che si protraeva da troppo tempo e che andava assolutamente risolta”, aggiunge il Consigliere provinciale Sergio Furia presente ieri mattina alla ricognizione dei lavori eseguiti e all’illustrazione del funzionamento del montascale da parte dell’impresa installatrice.

“Ringrazio gli uffici tecnici della Provincia per il lavoro introdotto. Auspico ora – prosegue Furia – che vengano reperiti quanto prima ulteriori risorse per giungere all’opera definitiva che permetterà anche il recupero dei locali sottostanti la Porta della Luna che potranno essere utilizzati per l’esposizione di numerosi reperti storici ritrovati nell’Abbazia. Per il reperimento dei fondi dal PNRR da destinare a questi lavori abbiamo sollecitato la Prefettura che ci ha assicurato che verrà presto convocato il Comitato Scientifico F.E.C.”.

“I lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del montascale – conclude Furia – saranno a carico del Comune di Fossacesia e dell’Ordine dei Passionisti”.

Unitamente alle chiavi e al telecomando (al momento provvisori in attesa di quelli definitivi che saranno consegnati dall’impresa entro il 31 gennaio 2023) sono stati consegnati anche il certificato di collaudo, la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico e del servoscale, l’approvazione di regolare esecuzione e il manuale dell’impianto elettrico del servoscale.

Oltre al Consigliere provinciale Sergio Furia ieri mattina erano presenti anche Padre Marcello Pallotta (priore dell’Ordine dei Passionisti), la Dott.ssa Micaela Fasciani (Prefettura), l’Arch. Francesco Faraone (Provincia di Chieti), l’Ing. Petragnani Danilo (Comune di Fossacesia), il Dott. Sciascio Consiglio Domenico (Ditta) e la Lux Impianti di Nicolas Fabbri.

L’esecuzione dell’opera è avvenuta sotto il controllo della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio d’Abruzzo.




NON TROVANO PACE i parenti delle vittime della palazzina di via Campo di Fossa

Dopo 14 anni dalla tragedia vissuta in quella notte del 6 Aprile 2009 a L’Aquila, i familiari delle vittime del sisma continuano ad essere perseguitate

L’Aquila, 18 gennaio 2023. È di due giorni fa la notizia della richiesta della richiesta avanzata loro, tramite i propri legali l’11 gennaio scorso, dal Comune dell’Aquila, delle spese legali liquidate pari ad euro 18640, a seguito della sconcertante sentenza dello scorso ottobre che ha attribuito per il 30% la responsabilità alle vittime della palazzina di via Campo di Fossa.

Non posso che essere vicina all’avvocato Maria Grazia Piccini, mamma di Ilaria, vittima anch’essa del crollo della palazzina in questione, e condivide a pieno lo sconforto misto a sorpresa per la fretta in cui il sindaco Biondi ha chiesto il pagamento delle spese ai parenti delle vittime senza nemmeno attendere l’esito del ricorso in appello degli stessi.

Non riesco a trovare nessuna giustificazione a questa fretta che giudico un’assoluta mancanza di rispetto verso genitori e parenti che non vengono lasciate in pace nel loro lutto   

Gabriella Di Girolamo

Capogruppo M5S Comm. VIII LL.PP. Trasporti