Fra i più autorevoli intellettuali e personaggi morali della prima parte Novecento
Teramo, 18 febbraio 2023. Mercoledì 22 Febbraio 2023 alle ore 18:15, nella Sala dell’Annunziata, proseguono gli incontri culturali settimanali del Salotto “Prospettiva Persona” (patrocinio Fondazione Tercas). Il Salotto focalizza l’attenzione sul grande Benedetto Croce, tra i più autorevoli intellettuali e personaggi morali della prima parte Novecento, a cura di Emilia Perri
In presenza: Sala ‘Annunziata’, via N. Palma, 31, 64100- Tramo
A distanza: Google meet, iscriversi a: segreteriasalottoculturale@gmail.com
APPROFONDIMENTO
Il cristianesimo, la libertà, l’antifascismo. L’attualità di Benedetto Croce a 70 anni dalla morte.
Nel 1942, quando il nazifascismo stava conducendo una guerra mostruosa per asservire i popoli europei e per sterminare milioni di esseri umani appartenenti a “razze inferiori”, il più grande filosofo italiano, Benedetto Croce, pubblicò sulla sua rivista “La critica” un saggio stupendo, che recava il titolo: Perché non possiamo non dirci cristiani. “Il cristianesimo – egli scrisse – è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparsa o possa ancora apparire un miracolo, una rivoluzione dall’alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane, che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo”. Tutte le altre rivoluzioni che segnano epoche della storia umana, diceva ancora Croce, non sostengono il suo confronto, parendo rispetto a lei particolari e limitate. “La ragione di ciò è che la rivoluzione cristiana operò nel centro dell’anima, nella coscienza morale, e, conferendo risalto all’intimo e al proprio di tale coscienza, quasi apparve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fin allora era mancata all’umanità”. E ciò perché il suo affetto fu affetto di amore, “amore verso tutti gli uomini, senza distinzione di genti e di classi, di liberi e schiavi, verso tutte le creature, verso il mondo che è opera di Dio e Dio che è Dio d’amore, e non sta distaccato dall’uomo, e verso l’uomo discende, e nel quale tutti siamo, viviamo e ci moviamo”.
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