di Maurizio Cotta
23 febbraio 2023
Chiusa la tornata elettorale nazionale del 25 settembre e quelle regionali di febbraio, il quadro che ci troviamo davanti è quello di un governo di coalizione, ma caratterizzato dal netto predominio del partito di destra – Fratelli d’Italia – e guidato con fermezza da Giorgia Meloni. Dato lo stato dell’opposizione e in particolare la difficile convergenza in una alleanza non solo negativa dei due partiti principali, e il mancato decollo del cosiddetto Terzo polo ci possiamo aspettare un periodo potenzialmente lungo di governo da parte dell’attuale coalizione di destra-centro. Non a caso, la Presidente del consiglio parla ripetutamente di governo di legislatura e prospetta un’azione incisiva e non dominata dall’ossessione del breve periodo. È da questi dati che si deve partire anche se naturalmente le sorprese in Italia non possono mai essere escluse.
Che prospettive si pongono allora per un partito nuovo come INSIEME che respinge programmaticamente come negativo il bipolarismo italiano e rifiuta di identificarsi con entrambi i poli?
Siccome il governo attuale, anche per le non piccole carenze della sua classe politica, ha mostrato una certa tendenza a incidenti di percorso (come la vicenda parlamentare legata al caso Cospito), le occasioni per polemizzare non mancano e non mancheranno. Ma credo sia sbagliato spendere le nostre energie in questo tipo di opposizione: ci penseranno con più fanfara le altre forze di opposizione. Credo sia più importante attrezzarci per un altro tipo di opposizione, quella che può e deve nascere dalla nostra visione dei problemi più seri del paese. È su questi temi che si dovrebbe “marcare a uomo” il nuovo governo, mettendo in luce le sue deficienze nell’affrontarli e facendo valere invece la maggiore bontà e competenza delle nostre proposte.
Quali sono in una visione “popolare”, cioè vicina ai bisogni profondi e non passeggeri delle persone concrete, e orientata a ricucire in senso trasformativo le divisioni della società, i problemi da mettere all’ordine del giorno?
Si deve partire proprio dalle linee più gravi di frattura e sofferenza della nostra società. È facile ricordarle. Innanzitutto, la frattura tra coloro che godono di maggiore agiatezza e sicurezza grazie a un lavoro regolare e certo, al risparmio accumulato, a pensioni di buon livello e quelle componenti di popolazione (giovani, ma anche adulti e famiglie numerose) alle quali mancano quelle risorse e sono più esposte al rischio di povertà presente o futura. Poi la linea di divisione tra coloro che godono di buona salute (e di mezzi per curarla) e coloro che invece sono in condizioni di fragilità fisica.
Infine, la linea di divisione geografica tra coloro che vivono in regioni del paese più dotate di infrastrutture, di opportunità di lavoro, di capitale sociale e regioni che per diversi motivi hanno dotazioni nettamente inferiori.
Queste diverse linee di divisione e la loro gravità per il benessere complessivo del paese suggeriscono la necessità di concentrare le limitate risorse disponibili sugli interventi più suscettibili di ridurre questi divari. È abbastanza chiaro che la scuola, la sanità, la resilienza delle famiglie e i programmi infrastrutturali richiedono una considerazione prioritaria.
Un forte rafforzamento della qualità e autorevolezza della scuola, che richiede risorse finanziarie ma ancor più interventi intelligenti su organizzazione, reclutamento e formazione degli insegnanti, serve sia a venire incontro ai problemi delle generazioni più giovani, sia a ridurre i rischi di povertà. Un profondo ripensamento del sistema sanitario pubblico con il potenziamento della prevenzione, dell’assistenza a domicilio e anche qui attenzione al reclutamento e valorizzazione dei nuovi medici servirà a venire incontro ai problemi delle fasce più fragili e anziane della popolazione. Il ridisegno delle politiche fiscali e assistenziali nonché delle politiche del lavoro a favore delle famiglie aiuterà a renderle soggetto più forte, generativo e meno dipendente nella vita sociale.
Tutte queste politiche, se intelligentemente tarate per contrastare i divari territoriali potranno in maniera sinergica contribuire a rafforzare la coesione del paese e ad assicurare una crescita più armoniosa.
Su questi temi INSIEME ha già condotto in questi anni approfondite riflessioni culturali, è giunto il momento di tradurle in precise prese di posizione politiche capaci di interloquire pubblicamente e con forza con il governo e con le altre forze di opposizione. Questo va fatto anche studiando forme di azione e comunicazione innovative e possibilmente vicine ai modi dei più giovani.
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