L’ex scuola superiore diventerà un ecosistema di innovazione
L’Aquila, 2 febbraio 2023. Sarà l’ex scuola superiore Guglielmo Reiss Romoli, situata a L’Aquila in via Giovanni Falcone, a ospitare l’Ecosistema di Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità per l’economia diffusa in Italia Centrale Vitality, uno degli undici ecosistemi di innovazione nazionali finanziati con i fondi del PNRR.
Presentato ufficialmente a L’Aquila nel luglio 2022 e basato su un’organizzazione di tipo hub-spoke, il progetto Vitality, che può contare su uno stanziamento complessivo di 120 milioni di euro, vede la partecipazione di 23 partner, tra cui le nove università di Abruzzo, Umbria e Marche. Come hub del progetto, UnivAQ ha il compito di interagire con il ministero e governare i flussi economici da distribuire agli spoke, ovvero le altre università coinvolte.
A illustrare i dettagli dell’operazione sono stati, in conferenza stampa, il rettore Edoardo Alesse, il prorettore vicario Roberto Cipollone e il direttore generale di ateneo Pietro Di Benedetto. Hanno partecipato anche i professori Bruno Rubino, Antinisca Di Marco, Fabio Graziosi e Massimo Tivoli.
L’occasione, infatti, è servita anche per fare il punto sullo stato di avanzamento di tutti i progetti finanziati nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza in cui è coinvolta l’Università dell’Aquila.
Il rettore Edoardo Alesse ha annunciato ufficialmente l’avvenuta acquisizione, da parte di UnivAQ, del 65% della proprietà dell’ex scuola Reiss Romoli, il centro di formazione internazionale fondato nel 1976 per iniziativa dell’allora STET che ha cessato le proprie attività nel 2009 e che, dopo il terremoto, è stato per breve tempo anche sede provvisoria dell’ateneo.
UnivAQ ha acquistato, per una cifra di poco superiore a 4 milioni di euro, la proprietà dell’edificio sede del centro didattico-direzionale della vecchia scuola e di uno dei blocchi dove erano collocate le residenze, per complessivi 12 mila metri quadri, ai quali se ne aggiungono altri 30 mila di terreni di pertinenza.
La porzione acquistata sarà interamente riqualificata grazie anche ai fondi accordati all’Università dell’Aquila dall’Agenzia per la coesione territoriale tramite un bando finalizzato al finanziamento di interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione di siti per la creazione di ecosistemi dell’innovazione nel Mezzogiorno in contesti urbani marginalizzati. UnivAQ ha partecipato con un progetto denominato Accelerate, volto proprio al recupero della ex scuola superiore Guglielmo Reiss Romoli, in partnsership con Comune dell’Aquila, CNR e Badel srl, la società proprietaria del complesso. In totale la cifra concessa dall’Agenzia per la coesione territoriale ammonta a circa 35 milioni di euro.
Il progetto di riqualificazione sarà, dal punto di vista del consumo di suolo, a impatto zero, perché non prevede l’edificazione di nuovi edifici ma la ricostruzione/ristrutturazione di quelli esistenti. Lo studio di fattibilità è stato realizzato dall’Università dell’Aquila mentre ad assumere il ruolo di stazione appaltante per la gara europea sarà l’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila (USRA), diretto da Salvo Provenzano.
Gli ambiti di intervento di Vitality, ha spiegato il prof. Fabio Graziosi, docente di Telecomunicazioni al Dipartimento di Ingegneria, scienze dell’informazione e matematica (DISIM) dell’Università dell’Aquila e presidente dell’omonima fondazione che coordina il progetto, sono quelli emersi dalle analisi delle strategie di sviluppo regionale in termini di imprenditorialità e innovazione, che sono state fatte partendo dal presupposto che Abruzzo, Marche e Umbria hanno caratteristiche socio-economiche, urbane e territoriali che le accomunano. In Abruzzo si è operato sulle macro ambiti della Salute, Automotive, Aerospazio e Cybersecurity, nelle Marche in quello della Qualità degli ambienti di vita e in Umbria su quello dei Materiali avanzati e innovativi”.
Ma Vitality non è l’unico progetto finanziato con le risorse del PNRR che vede la partecipazione dell’Università dell’Aquila.
C’è anzitutto il ICSC, il Centro nazionale di ricerca in High Performance Computing, Big data and Quantum Computing, le cui caratteristiche sono state illustrate dai professori Massimo Tivoli e Bruno Rubino, docenti, rispettivamente, di Informatica e Analisi Matematica al DISIM.
Coordinato dalla Fondazione ICSC, che conta 51 membri fondatori distribuiti su tutto il territorio nazionale, provenienti dai settori pubblico e privato, dal mondo della ricerca scientifica e dell’industria, il Centro opererà a servizio dei settori strategici space economy, clima, fisica fondamentale, smart city, astrofisica, ambiente ed è organizzato su una struttura che prevede un hub con diversi compiti, uno spoke infrastrutturale e dieci spoke tematici, dedicati alla ricerca scientifica e allo sviluppo tecnologico in aree di interesse strategico. L’Università dell’Aquila è affiliata agli spoke 5 (Environment and natural disaster, dove è co-leader insieme all’Università di Bari) e 9 (Digital Society and Smart Cities). Le attività potranno contare su un’infrastruttura di supercalcolo di tipo cloud datalake, grazie alla quale gli utenti, avranno a disposizione risorse di calcolo virtualmente illimitate attraverso un sistema integrato e distribuito su tutto il territorio nazionale.
Infine, c’è il progetto SoBigData.it: Strengthening the Italian RI for Social Mining and Big Data Analytics, presentato in conferenza stampa dalla professoressa Antinisca Di Marco, docente di Informatica al DISIM. Il progetto ha l’obiettivo di rafforzare l’hub italiano della infrastruttura di ricerca europea SoBigData, coordinata dal CNR-ISTI e avente come obiettivo il sostegno alla ricerca innovativa e interdisciplinare di molteplici e complessi aspetti della società. SoBigData enfatizza il concetto di data science responsabile, considerando i valori etici come uno dei pilastri dell’uso affidabile delle analisi dei big data e delle tecnologie di intelligenza artificiale. UnivAQ è partner di progetto e creerà un nodo (data center) dell’infrastruttura di ricerca partecipando principalmente a tre laboratori tematici di ricerca: network medicine, Disaster response and recovery (valorizzando il lavoro fatto anche in Territori Aperti), Social Impact of AI and explainable machine learning.
“Naturalmente” ha affermato il rettor UnivAQe Edoardo Alesse “quelli del PNRR non sono i soli bandi in cui abbiamo ottenuti risultati positivi. Infatti, abbiamo partecipato con esito altrettanto positivo a numerosi altri bandi in ambito europeo, nel piano operativo per la salute, traiettorie 2, 3 e 5-Fondo sviluppo e coesione 2014-20 ed in collaborazione con le numerose aziende afferenti ai poli di innovazione Automotive, ICT/Spazio e chimico-farmaceutico in molte call nazionali e internazionali. Nell’ambito dei fondi complementari al PNRR, utilizzando il modello ad hub e spoke, siamo inoltre parte della rete per la costituzione dei 4 centri di ricerca localizzati nell’area del cratere 2016-17 nei comuni di Rieti (economia circolare e salute), Teramo (sicurezza e tecnologie agroalimentari), Camerino (scienza e tecnica delle ricostruzioni) e Spoleto (fruizione dei beni culturali e ambientali)”.