L’ITALIA DELLE RADICALITÀ è una miseria

Dopo Cutro il governo annaspa

di Giuseppe Fioroni

8 Marzo 2023

La vita politica ci ha visto su sponde diverse, eppure Lupi stavolta mi convince. In realtà, potrei dire che io ho convinto lui perché sostenevo ieri – come lui fa oggi su Repubblica – la necessità di concepire la politica sull’immigrazione come un capitolo di quella unità nazionale che sottende e persino garantisce la dialettica democratica tra maggioranza e opposizione.

Comunque, devo dire, sull’onda della discussione in Parlamento, che il governo non sta dando prova di serietà nel fare luce sulla tragedia di Cutro. La Premier, Giorgia Meloni, fatica a proporre di sé un’immagine di autorevolezza. Presente subito, in Campidoglio, quando si è trattato di rendere omaggio a due grandi figure dello spettacolo – prima Gina Lollobrigida e poi Maurizio Costanzo – non ha saputo testimoniare quel sentimento di cordoglio e vicinanza umana rispetto ai parenti delle vittime del naufragio, che invece il Presidente Mattarella a nome del popolo italiano ha espresso con la sua visita a Crotone.

È bene, in questa circostanza, che le diverse voci delle opposizioni siano concordi. Lo spettacolo di un governo che lascia solo il suo Ministro dell’Interno e, al tempo stesso, di un Ministro dell’Interno che rende invisa la sua solitudine per una ricostruzione dei fatti poco convincente, indica uno stato di preoccupante fragilità politica. Tutto ciò, per altro, autorizza a pensare che l’Italia avvinghiata agli slogan sulla radicalità e la nettezza delle posizioni politiche – mito fondante del bipolarismo, oggi particolarmente caro alla sinistra targata Schlein, ma ieri emblema dell’opposizione “dura e pura” della destra meloniana – ci restituisce un quadro sconfortante di incertezze, piccole e grandi astuzie, incoerenze grossolane e tanta voglia di machiavellismi.

E questo non ci piace.

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