12 marzo 2023
La polemica è aspra. Se non rotta del tutto, appare fortemente incrinata in questi giorni la liaison tra quel mondo cattolico che da tempo ne sostiene organicamente le posizioni e una parte della destra. Il motivo di frizione riguarda in particolare importanti esponenti della Lega che, con il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e il Vicepresidente del Senato, Luca Centinaio, hanno aperto al gender e alle adozioni gay.
La preoccupazione di quegli ambienti cattolici che per anni hanno plaudito a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni è stata platealmente espressa da Massimo Gandolfini, una delle figure di spicco del movimento del Family Day.
Gandolfini ricorda a Centinaio che “le coppie dello stesso sesso in Italia godono di tutti i diritti sociali, compresa l’eredità e la reversibilità della pensione al coniuge, introdotte con le unioni civili. Parificare del tutto i due istituti significa solo offrire modalità di filiazione con tecniche che ledono il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. Se passa il matrimonio ugualitario basterà una sentenza a dare il via libera per l’eterologa per tutti, i bambini ottenuti con utero in affitto e adozioni gay. In pratica l’eliminazione delle figure di madre e padre per decreto e la definitiva affermazione della cultura di genitore 1 e 2”.
A Zaia, invece, Gandolfini rimprovera di spacciare “per civiltà, l’apertura di una clinica pubblica per il cambio di sesso. La transizione è già possibile per i maggiorenni in strutture private che ne hanno fatto un business. Garantire tutto il percorso in strutture pubbliche significa rivolgersi anche ai minori. Altri Paesi, come Gran Bretagna e Svezia, hanno chiuso queste strutture dopo il boom di transizioni eseguite su minori rovinati con menomazioni che li segneranno per sempre. Non seguiamo drammatiche esperienze che hanno già percorso altre Nazioni Europee e che legittimano l’ideologia gender veicolata tra i giovani e nelle scuole. Zaia pensi piuttosto a migliorare l’assistenza sanitaria di anziani, disabili e persone indigenti sempre più esposte al fenomeno dell’abbandono terapeutico”. Insomma, la polemica ha giunto il livello del calor bianco.
In realtà, i motivi di riflessione non mancano su quanto la destra nel suo complesso sia in grado di portare davvero in sede legislativa tutto ciò che ha spinto una parte del mondo conservatore cattolico a votarla compattamente, o di assistere ad un effettivo impegno sui temi di quell’area che viene definita delle questioni etiche.
Non dobbiamo dimenticare che nel passato non sono mancate le occasioni in cui le dichiarazioni non sono state seguite dai fatti. Lo è stato nel caso dell’approvazione della Legge Cirinnà sulle unioni civili che registrò un sostanziale disinteresse di una parte della destra ben rappresentato dalla frase di Matteo Salvini “Non sono un buon cattolico, so solo che lo Stato non dovrebbe entrare nella camera da letto dei cittadini”.
Allora si parlava di centrodestra ancora a guida Berlusconi, il quale sostenne la necessità di “ragionare di allargare l’area del diritto ad altri tipi di unione, come hanno fatto i partiti conservatori di altri grandi paesi, non può essere vissuto come qualcosa di sconveniente o come un allontanarsi dai nostri principi. Se la società cambia, la politica ha il dovere di prenderne atto. Una legge sulle unioni civili ben fatta, che non calpesti i diritti della famiglia, e soprattutto i diritti dei bambini, deve essere fatta”.
Vi è poi da considerare la latitanza pressoché generale in materia di applicazione della prima parte della Legge n. 194 sull’aborto a proposito della quale Giorgia Meloni si è spesa all’immediata vigilia delle elezioni dello scorso 25 settembre, lo ha fatto dieci giorni prima dell’apertura delle urne, ma si tratta di un tema che, al momento, sembra completamente sparito dall’agenda di questo Governo e di questa maggioranza.
Gandolfini ricorda i voti che anche la Lega ha ricevuto da parte di molti cattolici in maniera molto diretta: “Sono certo che quella parte di elettorato che ha dato il proprio voto alla Lega confidando in ben altri principi, non gradisce per nulla queste nuove proposte. Tradire il mandato degli elettori stanchi di un’ideologia woke e arcobaleno sostenuta da tutta la sinistra mondiale non paga mai nelle urne”.
E così l’appello va direttamente a Salvini, dal quale, evidentemente, non ci si accontenta più dei bacini al rosario: “Il popolo del Family Day auspica che il segretario Salvini, che ha sempre difeso il diritto al padre e alla madre e contrastato l’ideologia gender, possa riportare la Lega nel campo dei valori della promozione della vita, della famiglia e della libertà educativa”.
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