ALLA VOLTA DEL NORD per i servizi sanitari

di W. Centurione

Il rapporto della Fondazione GIMBE sulla mobilità sanitaria interregionale ha evidenziato come nel 2020, le Regioni del nostro Sud hanno perso la bellezza di oltre 690 milioni di euro. A sancire questa grossa perdita, tutte quelle persone che si sono recate per ricevere un servizio sanitario in un’altra regione.

Questo tipo di rapporto si è basato su sette tipologie di prestazioni, ovvero sui ricoveri ordinari e in day hospital (rappresentano la spesa maggiore, nella misura del 69,6 %), sulla visita specialistica ambulatoriale (interessata dal 16,2 % della spesa) sulla somministrazione diretta dei farmaci (9,3 % della spesa) sulla farmaceutica, sulla medicina generale, sulle cure termali e sui trasporti con autoambulanza o elisoccorso.

Per effetto degli spostamenti dettati dalla necessità di ricevere una delle prestazioni appena elencate alcune regioni hanno guadagnato soldi (incassati da cittadini fuori regione) ed altre inevitabilmente hanno perso i denari (i cittadini fuori regione hanno speso altrove per i servi sanitari).

Nell’ incrociare i dati il GIMBE, ha rivelato come a pagar dazio sono state le regioni meridionali, molti cittadini salgono “su al Nord” per avere dei servizi che altrimenti nei loro distretti non avrebbero. Questo tipo di esodo, è causato purtroppo delle grandi disuguaglianze che esistono nell’offerta di servizi sanitari tra le varie regioni.

Ma quali regioni hanno beneficiato di più grazie alla mobilità sanitaria? In cima alla classifica ci sono l’Emilia Romagna, la Lombardia ed il Veneto che insieme raccolgono il 94,1%. E quelle che hanno perso di più? La Campania, il Lazio, la Sicilia, la Puglia, l’Abruzzo e la Basilicata con l’83,4 %.

C’è un altro dato interessante che GIMBE ha messo a disposizione  per aiutare a capire cosa va e cosa non va nel sistema sanitario, quello dell’indice di fuga.

Le regioni che subiscono la fuga dei propri cittadini sono il Lazio (si è stimato il 13,8%), la Lombardia (10,9%), e la Campania (10,2%). Questi dati sono figli di una volontà da parte dei cittadini a trovare i servizi sanitari migliori nelle vicinanze, spiegata da GIMBE così: mobilità di prossimità!

Le regioni che al contrario attirano di più la fuga sono la Lombardia (con 20,2% delle entrate complessive), Emilia-Romagna (16,5%) e Veneto (12,7%). Seguono poi Lazio (8,4%), Piemonte (6,9%) e Toscana (5,4%).