A cosa servono certe ciclovie urbane?
In alcuni posti a parcheggiare le auto, ovviamente. E anche le fermate del bus, quasi sempre vuote, sono utili per la sosta. Una delle ciclovie più gettonate di Pescara, soprattutto fra le corsie ciclabili, quelle con linea gialla per capirsi, si trova sul lato monte del Ponte Risorgimento, circa cento metri, a partire dal Cinema Massimo fino alla sommità, e intercetta, lo si diceva prima, anche una fermata del bus.
Ecco quindi immortalata, giorni fa e con una serie di scatti, una situazione ordinaria, ricorrente, si potrebbe dire normale: auto lasciate in sosta sulla pista ciclabile, caso mai con le quattro frecce accese a segnalare l’emergenza, e tutto il resto che gira intorno a loro, dove c’è spazio.
Cicliste e ciclisti quindi transitano sulla strada, pur avendo uno luogo a loro riservato, senza crucciarsi molto dell’indebita occupazione, presi come sono dallo sforzo della salita.
E pure l’autobus è costretto a stare lontano dalla banchina, anche un paio di metri, non potendo compiere la manovra di avvicinamento, costringendo i clienti alla rincorsa o a salti per superare lo scalino di discesa o salita.
Tutto sembra normale: tutti passano un po’ più in là, dove c’è spazio, perché la strada è ampia. E nessuno, così sembra, che si chieda se quella attribuzione di funzioni, la corsia ciclabile e l’area di accoglienza del bus nell’intorno della fermata, entrambe certificate da apposita segnaletica, sia oggetto di interpretazione o categorica affermazione!
Spesso, troppo spesso, sembra prevalga la prima ipotesi. Tanto che verrebbe da chiedersi se non fosse il caso di rimuovere aree e linee, e lasciare alla domanda, alle esigenze di mobilità, il compito di definire le funzioni, a questo punto variabili a seconda dell’utente.
Ma a questo punto anche il semaforo rosso, il senso unico, le strisce pedonali, il marciapiede verrebbero meno.
Diversamente bisogna convincersi che la strada va diversamente sagomata e ritagliata, se necessario, sulle funzioni da attribuire, in modo da far capire a chi si sposta con il mezzo con più esigenze, di spazio soprattutto, che non può soddisfare ovunque e in ogni momento il bisogno di sosta.
Subito la banchina avanzata per il bus, quindi, e dissuasori di invasione delle corsie ciclabili, che potrebbero anche essere più ampie delle attuali, per accogliere in modo decisamente dignitoso gli utenti deboli della strada.
Giancarlo Odoardi – Ri-media.net Direttore Editoriale – Web Content Editor