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25 Novembre 2024 home

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IL CELLULARE: ossessione della Generazione Z

di W. Centurione

Oramai, la generazione Z vive di cellulari. Oggi sono gli smartphone ad essere considerati di vitale importanza, non se ne può fare a meno: questi dispositivi mobili, attraverso milioni di applicazioni consentono di fare tutto, tanto che non si utilizzano più solo come semplici telefoni.

Tutti posseggono un telefono di ultima generazione, dagli adulti agli adolescenti, dagli anziani ai bambini e questo sta a significare che non si vive più senza. 

Non rappresenta più un accessorio, ma è parte integrante della vita di ognuno di noi: se i più adulti hanno assistito alla creazione di questi dispositivi tascabili, con l’apprensione di dover imparare a utilizzarli, i giovanissimi già nascono con il telefono in mano. Vivono dunque in funzione del telefono e per quanto si vuol spiegare a loro, cosa era la vita prima senza possederne uno, non avranno mai la percezione dello stile di vita sano che si conduceva negli anni addietro.

Oggi è diventato persino ossessionante possedere uno smartphone, quando lo si scorda ci si sente vuoti, me ne accorgo dai comportamenti che osservo nei mei figli.

Anche loro posseggono uno smartphone ciascuno, non di migliaia di euro, come magari molti dei loro coetanei hanno ma di quelli più economici (i soldi vanno spesi bene e in una famiglia a mio parere le priorità sono altre): se inizialmente gli erano stati regalati per questioni legate alla necessità, oggi devo dirmi pentito. Non se ne può più! D’accordo andranno anche bene a scuola, si comporteranno anche bene, ma il guaio ormai l’ho fatto.

Per quanto io genitore, possa limitarli nell’utilizzo, orami il modo di interagire con le amiche o con gli amichetti avviene attraverso videochiamate. Tanto per comunicarsi i compiti, quanto per confrontarsi nel tempo libero in discussioni di gruppo, sono sempre presenti tra loro, nessuno più manca all’altro, in fondo dal ritorno a casa da scuola è come se non si lasciassero mai.

La generazione Z evidentemente, se si nutre più di virtuale che di reale non ha nessuna colpa. Semmai se proprio dobbiamo colpevolizzare qualcuno, puntiamo il dito su noi stessi, ovvero quelli della generazione X e Y. 

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