ECCO PERCHÈ vogliamo vedere i progetti

Scavi lungo la ferrovia. Dopo la pubblicità che succederà ancora?

Abbiamo tutti gioito, il Sindaco in testa, quando, durante i lavori di costruzione del muro di contenimento del rilevato ferroviario, vennero alla luce resti della fortezza borbonica, due arcate delle originarie opere ferroviarie e, in seguito, un tratto di pavimento originario dell’antica Piazzaforte.  Questo avveniva in concomitanza con i sondaggi favorevoli al campo Rampigna ed apparve subito evidente che l’insieme dei ritrovamenti poteva trasformare quella parte di città restituendole tracce della sua storia, con nuove sistemazioni urbane fruibili dai cittadini. Ci fu annunciato che le Ferrovie avevano compreso il tema, anche grazie alla pressione dell’archeologo Staffa della Soprintendenza ABAP, tra i maggiori studiosi della città antica: le Ferrovie, che in tempi passati e recenti avevano distrutto pezzi della nostra storia senza alcun riguardo (e senza alcuna sanzione) assicuravano un progetto debitamente dotato di risorse per mettere in valore i ritrovamenti. IL Comune confermò il suo interesse e la disponibilità a rivedere un discutibile progetto di pista ciclabile aerea che era stato previsto prima degli scavi.

Italia Nostra ha chiesto subito di conoscere i progetti; lo ha ribadito al primo annuncio dei ritrovamenti; lo ha confermato di fronte alla 200 persone alle quali, prima della pandemia, ha spiegato il valore del sito e le potenzialità del parco archeologico; lo ha ripetuto quando Sindaco e Soprintendente hanno illustrato molto sommariamente che stavano progettando; lo ha chiesto alla Soprintendenza più volte. Silenzio. Nel frattempo sorgeva il muro, ingabbiando il primo dei reperti (le vecchie strutture ferroviarie) in due archi di cemento mal disegnati che ne occultano il paramento esterno, e ne rendono problematico l’accesso; non sappiamo che variante avrà la pista ciclabile né come saranno sistemati gli altri resti, malinconicamente coperti da una tettoia e preclusi alla vista futura dall’attuale muro in cemento. Vediamo però che il contenimento della ferrovia si sta completando ed esibisce baldanzosamente una specie di “fastigio”, il frontone di un tempio rovesciato si direbbe, su cui campeggia una colorata scritta di auto-omaggio della ditta esecutrice. L’intera area archeologica, la visione che ogni cittadino avrà passando sul ponte, dal fiume, dal circolo Canottieri (per il quale si è difeso il “contesto” contro gli alberi ma non contro la pubblicità) sarà dominata dalla scritta dell’appaltatore che firma non già un’opera rimarchevole ma un semplice muro di contenimento facendone manifesto permanente dei propri meriti.

Chi ha autorizzato quella sistemazione “scenografica”? Le Ferrovie? il Comune? la Soprintendenza?
Pescara avrà il suo parco archeologico con pubblicità? Quella di carta si paga ed è transitoria ; e questa?
Non si invochino altre molto più modeste “ firme” che le imprese usano apporre sulle opere: per tutte valga la moderatissima  scritta apposta sull’asse attrezzato, ben più ragguardevole realizzazione criticabile per altro, non per la “firma”. Questa occupa un luogo della storia e si impone invasivamente alla città. Speriamo proprio che la si voglia rimuovere.

ECCO PERCHE’ DOVETE TIRARE FUORI I PROGETTI. VOGLIAMO VEDERLI PERCHE’ SCELTE ARBITRARIE COME QUESTA VENGANO ILLUSTRATE E CONTESTATE PRIMA.

Oggi, comunque, restiamo in attesa di sapere quale è stata la sede in cui si è valutata questa opera inopportuna e fuori posto.

 
 LA Sezione di Italia Nostra “L. Gorgoni” Pescara.