Si è celebrato il PRIMO maggio a Chieti, La Festa del Majo, che consacra il ritorno della primavera.
Il cibo magico tradizionale, della Festa del Majo, è il Lessagne Chietine, una specie di minestra con NOVE ingredienti di legumi, NOVE di verdure, NOVE di erbe aromatiche. Un piatto laborioso che impegna molto tempo. Il NOVE è il numero sacro per eccellenza e rivela un valore germinativo e di speranza. I nove tipi di legumi sono: fagioli, ceci, farro, lenticchie, fave, piselli, cicerchia, granoturco, grano.
I nove tipi di ortaggi, meglio se di campo e secondo la disponibilità del momento, sono: Bieta, cicoria, borraggine, indivia, carote, cacigni, spinaci, lattuga, zucchine. I nove odori sono: finocchietto, sedano, prezzemolo, salvia, alloro, cipolla, pipirella (è una specie di timo molto profumato, non deve mancare), maggiorana, origano. Inoltre, nove peperoncini piccanti, nove spicchi di aglio, osso di prosciutto per il brodo, cotiche, olio e sale.
Il Lessagne Chietine univa l’esigenza del gusto, con il risparmio che, anticamente, era obbligatorio, vista la carenza di risorse. Per riconoscere questa zuppa magica, ci sono quattro termini: lessame, lessagne, cutemaje e totemaje. Il prefisso lessa di lessame e lessagne, propone il modo di cottura ed il suffisso maje di cutemaje e totemaje, individua il mese di maggio.
Questa zuppa, per i tanti ingredienti, si può fare solo, con la presenza di molte persone.
Preparazione
Preparare il brodo in una capiente pentola con acqua, sale e aggiunta dell’osso di prosciutto, che offre un gusto particolare. (In genere, questo brodo si cucina il giorno prima, perché deve bollire molto). Lessare il giorno prima anche i LEGUMI, perché ognuno ha il suo tempo di cottura.
Fare un soffritto leggero, con LE CAROTE, il SEDANO E LE ZUCCHINE. Il giorno della preparazione DELLA ZUPPA, far bollire il brodo, aggiungere le verdure e farle lessare. Unire il soffritto e gli aromi e mescolare spesso, per farla insaporire. Il profumo che esce dal recipiente fa venire l’acquolina in bocca… Quando la zuppa è diventata cremosa, ma non asciutta, impiattare. C’è tanto silenzio, solo gorgoglii di apprezzamento.
Il vino deve essere per forza, un Montepulciano robusto.
Luciano Pellegrini
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