Appuntamento oggi per la tappa numero 2, Chieti – San Salvo.
Ortona, 7 maggio 2023. Più chilometri dei professionisti: 19,6 i campioni, 28,3 i ciclisti del Giro-E.
Si comincia bene, all’insegna dell’eccezionalità. Prima tappa dell’edizione 2023, la numero 5.
Poteva essere più bella? Francamente, no. Sole, caldo (giusto), percorso pianeggiante lungomare.
E che lungomare: la Costa dei Trabocchi, una assoluta Grande Bellezza italiana, dove è nata una
ciclovia percorsa oggi dai ciclisti elettrici e dai campioni della Corsa Rosa (impegnati in una
cronometro breve e perciò ancor più allo spasimo).
Sono i panorami che hanno incantato, tanti anni fa, Gabriele D’annunzio, l’esteta italiano per
eccellenza, e la magia si è rinnovata oggi, nella sua terra, nello splendido Abruzzo che ha accolto il
Giro-E con un calore che più non si poteva. A differenza dei pro, forse qualcuno dei nostri si è
distratto e ha fatto bene, anzi, ha fatto proprio quanto doveva, perché il Giro-E non è una gara, ma
un’esperienza: di ciclismo, vita, forse anche amicizia.
La tappa Fossacesia-Ortona
L’abbiamo detto, solo 28 chilometri e spiccioli, la miseria di 100 metri di dislivello. Poco, anzi,
pochissimo. Ma in fondo, ciò che ci vuole per cominciare bene un’avventura che deve durare 20
tappe e 1.150 chilometri complessivi.
Oltre la Costa dei Trabocchi, indimenticabile cuore della tappa di oggi, a meritare è Fossacesia, la
città di partenza, che ha accolto il Giro-E portando al debutto il Green Fun Village Continental.
Informazione, divertimento, tanti bambini, tutta la città coinvolta: il villaggio di partenza del Giro-E
ha fatto un balzo in avanti straordinario, divenendo una vera festa, una fiera della mobilità ma
anche del territorio, dell’enogastronomia. Bellissimo.
Fossacesia, nonostante l’antico nome Fossa Ceca, ci vede benissimo, almeno in tema di mobilità
ecosostenibile. Bikesharing, micromobilità, punti di ricarica per le auto elettriche. È stato il luogo
giusto da cui fare partire il Giro-E, anche perché, complice la posizione felice con sbocco sul mare
(da 21 anni è Bandiera Blu), è un paradiso per chi vuole fare sport e vivere all’aria aperta. La
presenza della Via Verde della Costa dei Trabocchi a lambire il lungomare di Fossacesia Marina ha
infatti favorito lo sviluppo di una serie di attività sportive totalmente green. Ma oltre allo svago
muscolare c’è tanto da vedere a Fossacesia. Sul promontorio di Venere sorge l’Abbazia di San
Giovanni in Venere, dalle vestigia dell’antico tempio romano di Venere Conciliatrice, il cui impianto
attuale è di epoca benedettina. E poi la chiesa di San Silvestro dell’XI secolo, Palazzo Contini e
Palazzo Mayer, che oggi ospita il Museo della Guerra e delle Arti Contadine, e pure la Fontana
delle cinque cannelle, di fine 800. Motivi per tornarci, anche senza bici.
Il personaggio del giorno – Fabrizia D’Ottavio
Un argento olimpico ad Atene 2004, un oro mondiale a Baku 2005, un oro europeo a Torino 2008,
e sono solo i risultati più eclatanti della Farfalla Fabrizia D’Ottavio, regina della ginnastica ritmica e
originaria di Chieti. Proprio dalla prossimità del luogo natio con la prima tappa del Giro-E Enel X
Way 2023, ecco la partecipazione in sella a una e-road del team Cambiobike alla Fossacesia-
Ortona.
“Per me la bicicletta è una scoperta”, racconta Fabrizia. “Vengo da un’attività sportiva
completamente diversa, ma è qualcosa che mi ha sempre attirato e mi è sempre piaciuto. L’ho
usata in modo rilassante, viviamo in una bellissima regione che offre dei percorsi bellissimi. Questa
è la mia prima esperienza un po’ più professionale. Sono molto curiosa di vedere tutto il mondo
che c’è dietro il Giro d’Italia. Io sono curiosa di tutto lo sport in generale, quindi anche del ciclismo,
che per me è un mondo da scoprire. La bici da corsa non l’avevo mai usata, infatti mi hanno
autorizzato, eccezionalmente, all’utilizzo di pedali senza sgancio rapido. È stata una scoperta
anche quella. La bici elettrica invece l’ho usata una sola volta, ma è stata un’esperienza molto
breve. Diciamo che per me questo è stato un vero e proprio battesimo del fuoco in uno sport
totalmente nuovo”.
Fabrizia è stata un’atleta pazzesca nel suo sport. Cosa le rimane, oggi, di tutto quell’agonismo a
livello stellare?
“Ho gareggiato dai cinque ai 25 anni”, spiega. “Sono stati vent’anni ricchi di emozione, che mi
hanno profondamente cambiata nel carattere. Ho iniziato il mio percorso con una personalità, ho
terminato che ero totalmente cambiata. La cosa più bella che mi porto dietro, lo ripeto sempre, è
stato imparare il valore del lavoro di squadra, che penso sia fondamentale anche nel ciclismo. È
l’insegnamento più grande che lo sport mi ha dato: saper collaborare, saper condividere, saper
mettere le proprie capacità al servizio della propria squadra, e trarne anche, in qualche modo,
conforto quando serve ed energia quando comincia a cambiare”.
Luca Delli Carri
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