Grande successo per l’iniziativa di Edizioni Menabò a Pescara il 27 maggio
Pescara, 30 maggio 2023. Una sala gremita ha accolto l’evento Viaggio fotografico del fotografo Mauro Vitale e operatore del drone Vinicio Salerni, organizzato da Edizioni Menabò a Pescara, il 27 maggio all’Auditorium Petruzzi, per presentare l’ultima pubblicazione Attimi d’Abruzzo con oltre duecento scatti in bianco e nero e a colori, che vede appunto Vitale e Salerni uniti per un importante progetto fotografico di racconto della regione dall’alto di un drone. Dopo i saluti istituzionali dell’Assessore al Turismo Daniele D’Amario e del Sindaco di Pescara Carlo Masci, la serata ha preso il via con la proiezione del video realizzato dagli autori con gli scatti più rappresentativi presenti nell’opera, per “dare la parola all’Abruzzo”, e quindi gli interventi degli autori, di Lucio Zazzara, di Marzio Maria Cimini, Massimo Palladini, Andrea Morelli e Andrea Fornaro.
“Conosco Vinicio Salerni dall’infanzia – racconta Mauro Vitale – e dopo tanti anni ed un incontro nel mio ufficio in Soprintendenza da una lunga chiacchierata abbiamo pensato di poter collaborare insieme, lui come pilota di droni io come fotografo. Ho sempre avuto un riferimento nell’editoria abruzzese nel libro Terra d’Abruzzo del fotografo veneziano Fulvio Roiter che raccontava la nostra regione da diverse prospettive, quella etnografica a me molto cara e una più paesaggistica con vedute dall’elicottero di borghi e ambienti. Attimi d’Abruzzo nasce quindi dall’idea di realizzare un lavoro simile a quello di Roiter ed oggi, droni e fotocamere digitali, permettono di non avere vincoli e aprire nuove possibilità interpretative”.
Nella pubblicazione si susseguono le immagini di un Abruzzo inedito “e che sorprende” come più volte rimarcato dagli interventi che si sono alternati durante l’evento, ad evidenziare l’aspetto inedito del lavoro degli autori, per la loro capacità di cogliere punti di vista nuovi e talmente suggestivi che restituiscono della regione una visione unica, con scenari paesaggistici emozionanti che, in alcuni casi, sembrano richiamare le fredde terre nordiche, come nell’immagine del lago di Campotosto ghiacciato.
“Avere delle montagne così alte in un posto così meridionale del mondo è un privilegio straordinario” – come spiegato durante l’incontro da Marzio Maria Cimini tra gli autori dei testi – “ed è un privilegio, vedere queste montagne, che divengono ora bella addormentata e ora gigante, immediatamente vicine anche per chi le osserva da Pescara. E se ci si chiede quale sia l’attimo d’Abruzzo non possiamo che tacere nel momento in cui il silenzio diventa pace, in cui ci si sente partecipi del mondo, immersi nel fenomeno della Natura”.
Nel lavoro di Vitale e di Salerni la natura è in dialogo costante con l’azione umana, l’antropizzazione, ci sono immagini di paesi e ritratti di persone che partecipano al racconto corale dell’Abruzzo: i pastori, pescatori e le donne di Scanno nel tipico costume tradizionale sono sempre inserite in contesti naturali.
E questo perché in Abruzzo “l’azione umana è stata da sempre caratterizzante” – come affermato da Lucio Zazzara presidente del Parco della Maiella, durante l’incontro – “raramente vediamo una natura intatta perché è sempre in rapporto con la presenza umana; la natura profilata, scavata, piantumata lavorata e abbandonata è una natura in cui sono avvenute mille trasformazioni e dalle riprese da drone cui risulta un’immagine sempre nuova è visibile la stratificazione dei territori e la natura rocciosa, si vede il rapporto con le valli e la vegetazione e si può capire che c’è un territorio sedimentario in cui gli strati della presenza umana producono tesori nascosti”.
“Frequente è la ricerca delle condizioni estreme tra le forme del nostro difficile insediarci sul territorio – afferma a proposito anche Massimo Palladini – quei grappoli di case abbarbicate a speroni montani, aderenti al rilievo come a una condizione di salvezza pagata col disagio quotidiano del duro ancoraggio al suolo; i paesi adagiati sul versante più leggermente declive a formare dei ventagli secondo l’esposizione al sole, ritraendosi a Borea; le fortificazioni, le rocche, le opere di contenimento, quasi geometriche declinazioni delle stesse asperità su cui sorgono; i grandi organismi religiosi, difensivi o del potere, posti ad occuparne le testate, a definirne i bordi, a riformarne la stessa topografia, inseguiti dall’obiettivo anche quando il disegno evolve dagli spontanei adattamenti anonimi agli espedienti architettonici barocchi; la ricerca di sequenze, ritmi, giochi di profondità nelle prospettive accidentali, nel rapporto dei tessuti minori con le absidi e i campanili che impongono la loro gerarchia.”
“L’utilizzo del drone da parte di Vitale di Salerni offre un occhio nuovo su panorami a noi spesso noti che facciamo quasi fatica a riconoscere – spiega l’editore Gaetano Basti – ci obbliga a guardare da un punto di vista diverso i nostri territori per riappropriarcene e stupirci. Nonostante la rivista D’Abruzzo sia giunta al 36° anno, c’è sempre qualcosa di nuovo che possiamo far conoscere e con questo lavoro di Vitale e Salerni abbiamo voluto celebrare il traguardo raggiunto dalla nostra casa editrice con un progetto editoriale alla scoperta dell’Abruzzo, attraverso un racconto inusuale per una regione ancora da scoprire, che continua a meravigliarci per la potenza e la forza di questi scenari paesaggistici, architettonici, e artistici.
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