TRE UTILI ERRE dei Rifiuti
Risparmio, Regole e Rispetto
Pescara, 12 giugno 2203. È in corso, da parte di Ambiente spa, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, una attenta campagna di comunicazione in vista dell’estensione dei servi di raccolta differenziata in ulteriori zone della città. “Una porta per l’Ambiente”“, questo il claim dell’iniziativa, che viene annunciata con un cassettaggio presso le residenze delle utenze coinvolte e con una serie di incontri pubblici.
Pur non abitando in una zona interessata, ho partecipato ad alcuni di questi, trovando interessanti le argomentazioni non limitate alla sola informazione, seppur necessaria. Ho poi ritrovato l’eco dell’iniziativa anche presso gli organi di informazione, da cui traspare in modo evidente anche un risvolto dell’operazione a cui le famiglie sono sempre attente e sensibili: i costi, anzi l’aumento dei costi. È indubbio che il metodo “porta-a-porta” (PAP) costi di più, ma questo significa diverse cose:
maggiore occupazione: più gente che lavora, per capirci;
maggiore intercettazione: migliora decisamente la qualità del differenziato;
aumenta il guadagno per il Comune grazie all’accordo ANCI CONAI;
scende il tal quale: meno indifferenziato da mandare alla preselezione e poi in discarica;
scende il costo del conferimento relativo a questa operazione, compreso il trasporto.
A fronte del maggior costo del servizio, quindi, va considerata la riduzione per il mancato conferimento all’impianto di smaltimento, con un evidente RISPARMIO. Ecco, sarebbe interessate capire di quanto e qual è il bilancio delle due voci. E qui per la prima ERRE.
Ma ce ne sono un altro paio più difficili da gestire e controllare. Guardo spesso, come credo facciano in tanti, i cestini stradali dei rifiuti; meno persone, credo, danno una occhiata all’interno di certi cassonetti dedicati alla raccolta di prossimità.
Il primo, il cestino, non si trova a casa nostra, ma in un luogo pubblico, che è la casa di tutti. Trattarlo come un ricettore finale in cui conferire qualsiasi cosa, specialmente se riciclabile, credo faccia male all’intera comunità, in termini sia economici che di decoro, e oltremodo impedisce all’azienda di svolgere il proprio servizio in modo efficace ed efficiente.
Il secondo, il cassonetto per la plastica, non è personale: è riservato ad un condominio, ovvero ad un gruppo di utenti. Anche qui, le due pompe verticali per bici (una volta ci trovai un intero telaio), sviliscono e fanno venir meno il servizio fornito da quel contenitore, dedicato agli imballaggi.
Dalle foto non si può non rilevare almeno l’esistenza di qualche problema comunicativo e di consapevolezza, per non dire di ignoranza.
Una città che viene sporcata è una città più costosa, e se questo avviene scavalcando le regole di base, quelle scritte, il conto non può che appendersi dal lato meno favorevole della bilancia economica. REGOLE, quindi, che vanno rispettate, ognuno facendo la propria parte (utenza e azienda).
Poi ci sono anche le norme non scritte, che si imparano nella vita e che sono patrimonio comune, e che hanno a che fare con l’ultima ERRE, quella del RISPETTO: dei luoghi, degli spazi, delle risorse, delle regole, certamente, ma anche di coloro che si impegnano, magari ad essere accorti nei propri comportamenti, e del lavoro, di chi svolge il servizio grazie al quale la città viene mantenuta pulita.
Se solo si giocasse su questi piani, oltre alla raccolta differenziata aumenterebbe anche la percentuale della qualità della vita dell’intera comunità.
Giancarlo Odoardi – Ri-media.net
Direttore Editoriale – Web Content Editor