UNA VACANZA IN POLONIA con le figlie
di Luciano Pellegrini
La prima volta che sono stato in Polonia risale al mese di agosto 2010. Qui ho conosciuto LA GUIDA ALPINA STANISLAO, CHE PARLA MOLTO BENE L’ITALIANO. Poi, ci sono tornato, per la settimana bianca e in altri mesi dell’anno. Ultimamente ho conosciuto JAN, un liutaio, musicista, che parla abbastanza bene l’italiano. Non posso dimenticare Bogusława Matyasik, presidente di una associazione canora, sarta di lusso, abita in una baita a Zakopane che è una delle più antiche. Un inconveniente, è che in Polonia la moneta corrente è lo Zloty. Quattro Zloty equivalgono ad un euro.
Ho scelto di tornare a ZAKOPANE, (950 m), la località di montagna più frequentata in Europa, perché ci sono i MONTI TATRA, che tracciano anche il confine geografico con la Slovacchia. La capitale dei Tatra é Zakopane. Interessante è l’architettura delle costruzioni delle baite, costituita da casette ad un solo piano, interamente realizzate in legno ed a tetto spiovente. Il monte Ghievont (1909 m), si vede da Zakopane con la croce alta 16 metri. La sua figura ricorda la sagoma di un uomo che dorme, quasi come il gigante del Gran Sasso.
Mi hanno fatto compagnia le mie figlie, VERONICA per tutta la permanenza e AGNESE, il fine settimana. Oltre ai MONTI TATRA, la Polonia mi affascina per l’ambiente, la gastronomia, l’educazione, l’amicizia.
Il programma, molto interessante, è iniziato con una escursione a un lago glaciale, in una popolare località dei Monti Tatra, Morskie Oko (“L’occhio del mare”). Una leggenda, informa che è collegato al Mare Adriatico da passaggi sotterranei. Per raggiungere il lago dal parcheggio di Palenica Białczańska, (982 m), occorrono circa due ore e venti minuti di marcia e la distanza è di 9 KM. Però, si possono utilizzare i carretti trainati da due robusti cavalli, chiamati “fasiągi”. Il percorso è molto interessante, per i ruscelli, i panorami, la flora.
Il pomeriggio, a Zakopane, abbiamo visitato il museo dei Monti TATRA. Ha diverse stanze che ricordano, la storia, l’immagine del popolo, la cultura e la natura del Podhale.
Una giornata di temporali e pioggia, hanno consigliato di andare con Stanislao a visitare il Podhale. È una regione della Polonia meridionale, che si estende nel tratto settentrionale dei Monti Tatra, dalla città di Zakopane a quella di Nowy Targ. La regione si distingue per la tradizione, il folklore montano e patriottico. Abbiamo visitato il santuario con la cappella di Nostra Signora di Jasna Góra, (un luogo di incontro per i montanari locali), e il Monastero Paolino. In questa basilica, l’oggetto di culto è l’icona della Madonna Nera col Bambino.
Il santuario si trova sulla collina Bachledówka, (959 m), e commemora due grandi polacchi, il Cardinale Stefan Wyszyński e il papa Giovanni Paolo II. La collina Bachledówka offre un bellissimo panorama sui Monti Tatra. Al ritorno siamo passati da VILLA GUBALOWKA, dove anni fa ho soggiornato per la settimana bianca. Altra sosta a Ludzmierz, il villaggio più antico del Podhale. C’è il Santuario mariano, dedicato alla beata vergine Maria, Regina di Podhale, (con la miracolosa statua di Madonna del. XY sec.) e, i giardini, Dedicati al papa Giovanni Paolo II.
In itinere, ci siamo fermati al paese di Baligowka, dal pastore Hyrczyk, dove abbiamo acquistato l’Oscypek. È un tipico formaggio affumicato a pasta semidura, prodotto con latte di pecora, nel Podhale. Mi ha incuriosito vedere i cani Pastori Abruzzesi. Il pastore mi ha spiegato, che questa razza, appartiene al ceppo dei grandi cani bianchi del Centro Europa. Sono arrivati in Italia dal Medio Oriente. Per concludere questa lunga e culturale giornata, siamo andati al Parco Etnografico di Orawa, a Zubrzyca Gorna. Ci sono vari esempi di architettura, case residenziali, la fucina, la segheria. Il museo presenta la cultura popolare dell’Orawa polacca. Tutto questo insieme di edifici pubblici, oggetti sacri, piccole architetture e la natura circostante, fanno ricordare il mondo dei nostri antenati.
Non poteva mancare una vera escursione sui Monti Tatra, “DOLINA BIALEGO, (valle bianca), attraversato dal torrente bianco. ll nome del torrente, deriva dal calcare bianco, ma anche dalla schiuma che si forma sulla superficie, per le rapide impetuose. Il sentiero è dedicato al professor Stanisław Sokołowski, che è stato l’ideatore del Parco Nazionale dei Tatra. Il sentiero inizia poche centinaia di metri dall’albergo WANTA, (950 m) dove ho alloggiato. Si entra in un fitto bosco e si arriva al cancello della Valle Bianca, dove c’è il botteghino per pagare l’ingresso nella valle. Ottima idea, perché il sentiero è sorvegliato, con segnaletica, no sporcizia e non ci sono cani, bici, moto, mezzi meccanici. Sembra il sentiero dell’Orfento, con ponti in legno, cascate, vasche. Il sentiero è molto ripido, su roccia, resa ancora più scivolosa per il temporale del giorno prima. Arriva a SARNIA SKALE, (roccia di cervo 1377 m). Dislivello 500 metri – Distanza A/R 6.5 KM – Tempo A/R 3 ore.
Nel pomeriggio arriva Agnese, ospite nello stesso albergo e, dopo una visita alla città di Zakopane, insieme a Stanislao, siamo stati invitati a cena, da Bogusława Matyasik . Ha un villino molto antico dove per tanti anni ha lavorato per creare abiti tradizionali, con ricamo a mano. Veronica ne ha indossati un paio. Una cena abbondante e gastronomia locale tradizionale.
Obbligatorio consigliare alle figlie la gita con le zattere, lungo il fiume Dunajec o piccolo Danubio. La traversata inizia a Sromowce Nizne e si conclude 15 km più avanti, a Szczawnica, nel parco nazionale dei monti Pieniny, al confine con la Slovacchia, che culmina con la cima delle Tre Corone (982 m). Gita rilassante per il panorama, il bosco, le anatre. Ogni tanto, si creavano mulinelli con acqua agitata, ma l’abilità dello zatteriere, ha eliminato eventuale pericolo. Altro invito a cena a Nowy Targ, a casa di Jan Bobak e Barbara. Anche Jan parla abbastanza bene l’italiano. È un liutaio e fa parte di un complesso jazz, dove canta e suona il bangio. Abbiamo cantato, gustato tutti i piatti che hanno preparato, anche alla griglia, hanno servito il vino Montepulciano d’Abruzzo, una ospitalità commovente.
Domenica Agnese parte per tornare in Italia. L’accompagniamo a prendere l’autobus per Cracovia. Prima ho voluto far visitare il cimitero, dove vi sono sepolte le persone più illustri del luogo, scrittori, artisti, alpinisti e la Vecchia Chiesa di legno.
Il pomeriggio, siamo stati invitati da JAN, IO VERONICA E STANISLAO, al festival di Zaskale. L’esibizione del Tercet VLS (Veronica, Luciano, Stanislao), è stata la cerimonia della New Market Jazz Band a questo festival. Abbiamo cantato MARINA, una canzone del 1959, scritta e cantata da Rocco Granata. Accompagnati dal quintetto jazz, abbiamo ricevuto molti applausi.
L’ultimo giorno, avendo l’aereo alle 20:30, l’idea era di trascorrerla a Cracovia, una città che amo. Ma la temperatura era elevata, quindi, meglio passeggiare per Krupowki Street, la via principale di Zakopane, pieno di ristoranti tradizionali e negozi di artigianato locale.
Concludendo, le figlie sono rimaste molto contente per aver conosciuto i miei amici, per quello che hanno fatto, e per la gastronomia locale.