Rinvio del bando per le acque termali al 18 settembre. Il Governo regionale acquisti i beni dalla procedura fallimentare e riunisca in un solo soggetto acqua e strutture
Pescara, 29 luglio 2023. Era fissata per lunedì 31 luglio 2023 alle ore 12 la scadenza del bando per la gestione delle acque termali “La Salute” e “Santa Croce-Pisciarello” di Caramanico Terme. Per quella data i cittadini di Caramanico e dell’intero comprensorio della Maiella auspicavano di conoscere se fossero o meno pervenute offerte da parte di soggetti privati.
Una speranza vana perché, con determinazione n. 225 l’Aric, l’Agenzia che si è occupata della pubblicazione dell’avviso pubblico, ha prorogato di oltre un mese e mezzo i termini per la presentazione delle domande, ovvero al 18 settembre 2023.
Una circostanza sconcertante che testimonia, semmai ce ne fosse ancora bisogno, tutto il pressapochismo e la disavvedutezza di questa Giunta regionale, che sembra voler buttare la palla in tribuna e procrastinare oltremodo questa situazione di stallo che grava enormemente su un territorio a forte vocazione turistica. Riunire infatti in un solo avviso sia la concessione delle acque di Caramanico che quella relativa alle sorgenti di Canistro significa non comprendere l’importanza delle Terme per Caramanico, e forse anche che il centrodestra ha deciso di rinviare la soluzione di Caramanico Terme al prossimo governo regionale.
“Vogliamo tuttavia rammentare le dichiarazioni del Presidente Marsilio, che lo scorso 5 gennaio recandosi a Caramanico promise l’immediata pubblicazione del bando, e come il 22 maggio 2023 furono gli stessi Commissari liquidatori, dopo due esperimenti di asta pubblica a ribasso, a sollecitare l’uscita del avviso per la concessione delle acque, sostenendo – lo si legge in un passaggio – che nell’aprile 2022 la Regione forniva ai curatori rassicurazioni circa la predisposizione di quanto necessario. Consapevole e motivata, la curatela fallimentare si è attivata per abbreviare i tempi delle attività finalizzate alla vendita delle strutture, auspicando, quanto meno, la contestualità tra la pubblicazione dell’avviso di vendita e le determinazioni regionali finalizzate all’assegnazione delle nuove concessioni, al fine di rendere più appetibile e celere la collocazione.
Il tempo è trascorso senza che si stabilissero intese programmatiche con la Regione Abruzzo.
La descritta situazione rappresenta un segnale concreto della necessità di procedere alla liquidazione unitamente alla possibilità, per i soggetti interessati, di acquisire lo sfruttamento delle acque termali per poter riavviare le attività che rispondono anche a una necessità terapeutica di interesse pubblico. Per tale ragione si ritiene necessario attendere le determinazioni Regionali stimolate, oltre che dai curatori, dagli interessi comunali e da tutti coloro che vedono da anni paralizzate le attività turistico alberghiere che facevano di Caramanico Terme un centro di eccellenza del settore termale”.
Il 14 giugno 2023 è stato infine pubblicato il bando, inaspettatamente congiunto a quello per le acque minerali delle due sorgenti di Canistro, circostanza che ha determinato la proposizione di un ricorso con annessa richiesta della misura cautelare della sospensiva da parte di Santa Croce S.r.l.. Il TAR di Pescara con ordinanza n. 84/2023 non l’ha concessa, ma la decisione è stata impugnata dinanzi al Consiglio di Stato il cui pronunciamento è atteso per il 29 agosto.
Con il rinvio della scadenza al 18 settembre 2023, senza tra l’altro che sia stata presentata alcuna faq per le acque termali di Caramanico, trascorrerà inutilmente un altro mese e mezzo, dato che con ogni probabilità non perverranno offerte. Oltretutto questa proroga significa mettere a rischio anche la stagione termale 2024, perché, vogliamo ricordarlo, anche qualora dovesse esserci qualche soggetto interessato, non sappiamo né possiamo prevedere che lo stesso acquisti lo stabilimento alla terza asta, che ad oggi non è stata ancora fissata.
Considerata la grave e perdurante situazione di stallo che riguarda le terme di Caramanico, chiuse ormai da anni a causa del fallimento dell’ex concessionaria con ingenti ripercussioni sulle attività ricettive e commerciali del territorio, riteniamo opportuno richiedere con urgenza che la Giunta regionale prenda in considerazione la proposta che il gruppo regionale del Partito Democratico e il Gruppo comunale Uniti per Caramanico avanzano da tempo, ovvero acquistare i lotti attualmente oggetto di procedura fallimentare e riunire in un solo soggetto beni immobili e concessione delle acque termali.
L’acquisizione del primo lotto, quantomeno in un primo momento, consentirebbe infatti di riunire in un unico soggetto la titolarità di acqua e beni immobili e quindi, di conseguenza, esperire un’unica gara, e soprattutto scongiurare un domani che un nuovo fallimento di un privato possa provocare un’ulteriore chiusura prolungata, con tutto ciò che sta comportando per l’economia del comprensorio.
«Questo rinvio passato sotto silenzio rappresenta la cifra della superficialità con cui si sta affrontando questo tema sia a livello di governo regionale che comunale, e rischia di innescare quella bomba sociale che è ormai sul punto di esplodere, dato che Caramanico è sempre più oggetto di depauperamento e spopolamento – affermano i consiglieri comunali Luca La Selva e Rita Silvaggi, intervenuti in conferenza.
È arrivato il momento di invertire la rotta, ora stiamo entrando anche nel clima elettorale e non vogliamo più
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