Un fatto. Le proposte
Montesilvano, 6 agosto 2028. Ecocidio è la parola giusta. Ossia, distruzione sistematica di un ambiente naturale ecosistemico. È quanto è avvenuto a Montesilvano, sulla via Vestina, tra via Barbato ed un complesso commerciale MD-Kik-Tigotà.
In un’area ex-industriale in attesa di trasformazione, era cresciuto un boschetto di circa 5.000 mq, di una cinquantina di alberi di oltre 50 anni, con fusti di 50-60 cm di diametro, 10-15 m di altezza. Cipressi, palme, pini domestici, tigli. Un pocket park, piccolo polmone verde, circondato da case e centri commerciali, lungo la trafficatissima via Vestina.
In una mattinata di agosto, con una squadra di mezzi di cantiere, si è compiuta la devastazione, radendo al suolo ogni albero e siepe, estirpando radici e fittoni e segando rami e tronchi storici. Il cartello di cantiere però indicava la demolizione di edilizia, non la devastazione del parco.
Il sindaco De Martinis non risponde alle segnalazioni. L’assessore al verde Pompei non sa niente delle autorizzazioni. Qualche consigliere comunale interpellato dice che ha indagato. È tutto regolare. È un’area privata. Hanno le autorizzazioni all’abbattimento. Qualcun altro informato, dice che costruiranno su quel lotto una nuova Road-house.
Sta di fatto che ci pare assurdo e nutriamo perplessità. Il cartello di cantiere parla di demolizione di edifici, non di spianamento di un boschetto storico. Il Regolamento del Verde comunale prescrive che qualsiasi abbattimento o potatura di rami con diametro maggiore di 10 cm deve essere autorizzato dall’ente locale e accompagnato da una relazione agronomica giustificativa.
L’assurdo è che, se anche si volesse realizzare un nuovo edificio su quell’area, nelle NTA, norme tecniche di attuazione del PRG saranno richiesti alberi e standard di verde in dotazione. Perché allora abbattere un bosco di alberi maturi ora, per poi dover ripiantare alberi striminziti? Essi ci metteranno mezzo secolo per raggiungere il potenziale ecosistemico degli alberi esistenti (ossigeno, ombra, abbattimento di CO2, dei rumori, assorbimento delle piogge, diminuzione delle temperature, nicchia ecologica per l’avifauna, aumento del valore immobiliare dell’edilizia adiacente).
Abbiamo denunciato il fatto ai Carabinieri Forestali chiedendo un’ispezione per verificare lo stato e la qualità delle piante abbattute. Abbiamo chiesto un accesso civico al permesso di costruire e alle autorizzazioni e giustificazioni degli abbattimenti. Tuteleremo l’interesse pubblico in ogni sede. Chiederemo di cambiare le regole se esse non lo garantiscono.
In conclusione, il verde e gli alberi sono un’ infrastruttura ecosistemica strategica , soprattutto nelle città, per gli effetti ambientali, di qualità della vita, economici, di valore di un territorio. Sono un bene comune che non appartiene solo ai proprietari. Sono un capitale infrastrutturale che va ampliato ed integrato. Non distrutto per far posto ad un’edilizia priva di vita.
Proposte per il Regolamento del Verde e le NTA urbanistiche della città nuova (la città di Montesilvano che vogliamo, subito. O Nuova Pescara che vogliamo costruire)
Cartello di cantiere obbligatorio anche per abbattimenti e lavori sul verde con rami maggiori di 10 cm di diametro o altezza maggiore di 3 m, con pubblicazione sul sito del comune dei lavori autorizzati e delle perizie giustificative.
Obbligo di preservare ed includere nei progetti edilizi gli alberi esistenti in buone condizioni , con altezza maggiore di 3 m o circonferenza >= 30 cm o pregio ambientale. Essi verranno computati per lo standard di verde previsto (vedi p3) in misura doppia rispetto alle nuove piante.
Ad integrazione degli standard urbanistici di verde e servizi previsti, per ogni nuova costruzione, ricostruzione, o ampliamento edilizio si prescrive Un albero per ogni abitante insediabile o ogni 100 mc di costruzione. Tipologie, essenze, dimensioni, prescrizioni di impianto e manutenzione saranno indicate nell’ abaco del verde comunale.
Speriamo che anche da questa distruzione nasca una nuova vita e nuovi valori.
G. Di Giampietro
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