Importante è rompere le barriere delle contrapposizioni senza confronto
Pescara, 29 agosto 2023. Un poco di insofferenza e intolleranza si manifesta anche nei gruppi ambientalisti dedicati agli alberi e all’ambiente, quando si parla di Strada Parco, a Pescara, riflettendo sulla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato il diritto degli enti locali a portare a termine il progetto di mobilità sostenibile sul sedime dell’ex ferrovia Adriatica, tra Pescara e Montesilvano, ribaltando una o precedente sentenza del TAR Abruzzo favorevole a comitati ambientalisti locali contrari alla filovia sulla Strada Parco.
Il tema della discussione non é “off-topic”, fuori tema, nei gruppi ambientalisti perché il Verde, sotto forma di alberate e siepi è proprio un elemento caratterizzante il progetto dell’infrastruttura, tanto da averle fatto assegnare il fantasioso nome locale di “Strada Parco”, traslando in localese il ricco termine di “Parkway” di cui narrava Siegfried Giedion in un famoso testo di storia dell’architettura, ma che non c’azzecca niente con lo storico riferimento americano.
Nella lettura della sentenza (vedi articoli pubblicati) non ci si schierava con l’uno (i trasportasti) contro l’altro (gli ambientalisti), si parlava di una sentenza “senza vincitori né vinti”, ma di un’opportunità che deve essere l’inizio di un impegno, al confronto, all’ascolto, alla ricerca di soluzioni progettuali alle diverse legittime aspettative dei gruppi sociali ed economici coinvolti. Ossia:
– La mobilità interurbana di Nuova Pescara con una diversa ripartizione modale a favore dei modi sostenibili, pedoni ciclisti e trasporto pubblico.
– La tutela di percorsi verdi, accessibili, sicuri e qualificati per i modi “deboli” pedoni e ciclisti. La integrazione con trame verdi longitudinali e trasversali, degli “Itinerari a Mare”.
– I parcheggi di interscambio e la connessione delle aree pubbliche, in un disegno integrato di mobilità, urbanistica e ambiente, da tradurre in un piano particolareggiato dell’asse e aree adiacenti, con un sistema di incentivi e vincoli che veda anche la partecipazione dei privati ai processi di trasformazione urbana.
– Una pianificazione pubblica trasparente e partecipata del completamento dell’asse come prima opera strutturale di Nuova Pescara, chiesta dal referendum del 2014, finanziabile con i fondi D’Alfonso 2022 per la fusione delle 3 città di Pescara, Montesilvano e Spoltore.
Avendo lavorato come direttore del CMG e responsabile della sicurezza stradale del Comune di Pescara, sono convinto che le soluzioni tecniche, finanziarie e di fattibilità, esistano e, anzi, sia questa, della grande opera pubblica, una strategica opportunità per avviare una riqualificazione urbana e ripensare il sistema urbano di Nuova Pescara. La difficoltà più grande è di tipo culturale, ossia rimuovere gli schieramenti contrapposti e l’impossibilità di dialogo tra “infrastrutturisti e ambientalisti”, fatti di contrapposizioni senza confronti.
Bisogna tener presente che il sistema infrastrutturale della mobilità per un sistema di trasporto pubblico a basso impatto ambientale, esiste già nei piani regolatori urbanistici, del traffico e della mobilità dei comuni. Non si possono ignorare. Si debbono cambiare i piani, nelle forme di legge, per proposte un assetto diverso.
– Il tema ambientale, del verde e della tutela delle utenze deboli è legittimo e doveroso. Occorre cercare soluzioni integrate, condivise, sostenibili, con un processo di pianificazione, pubblico, trasparente e partecipato.
– Senza confronto, comparazione e scelta questo luogo rimarrà un non-luogo, una terra di nessuno, senza forma e senza funzione per ognuno. Una non scelta che è già costata alla città la perdita di ingenti finanziamenti. Una vergogna per l’incapacità politica di ascolto, confronto e scelta per i decisori. Uno spazio spesso degradato che scontenta tutti, ma che deve diventare la spina dorsale della città nuova, sostenibile, qualificata per le infrastrutture la città e l’ambiente, ricca di opportunità per tutti. Bisogna avere il coraggio della visione e del confronto, per vedere l’utopia e trasformarla in realtà.
(post sriptum) CORRIDOIO VERDE A PESCARA, MITO E REALTA’
Sui social, e in alcuni comitati, corre la disinformazione mitologica su cosa sia la Strada Parco ed il Corridoio Verde a Pescara, sull’ex tracciato della Ferrovia Adriatica. “… il più grande tracciato pedonale di Pescara che fu realizzato sulla ex ferrovia proprio per creare una strada verde. … all’epoca furono spesi un sacco di soldi per realizzare siepi e alberate di pregio, non per una filovia ma per creare ombra e corridoi verdi in un tracciato a vocazione ciclabile e pedonale “.
Non è così. Il Progetto del cosiddetto Corridoio Verde si trova nel PRG vigente di Pescara (Variante del 2007-2021) alla TAV. C3. Rete Viaria e Parcheggi. Vengono indicati tracciati e sezioni tipo del Corridoio Verde per il Trasporto Pubblico in sede propria (le sagome nei disegni sono la Filovia di progetto), con adiacenti alberate, percorsi pedonali e ciclabili. Aver atteso tanti anni, con inerzie decisionali, fallimenti di imprese e incapacità di decidere e portare a compimento il progetto, ha portato ad una specie di “usucapione” di pochi rispetto ai molti abitanti dell’area di Nuova Pescara ed ai documenti pubblici di piano. Tutto può cambiare. Ma occorre discutere, confrontare le istanze e riformulare nuovi piani, pubblici, trasparenti e partecipati. Sono legittime e condivise le richieste di corridoi verdi alberati, per gli utenti lenti della strada, ma anche quelli degli utenti di tutta l’area metropolitana per una mobilità sostenibile, alternativa al traffico veicolare, efficiente e qualificata. Le due istanze non sono contrapposte, se non nei miti degli antagonisti. Insieme, vogliamo riprenderci il futuro della città, del suo uso, del suo magnifico ambiente verde a misura d’uomo. Ma mettiamo da parte i miti e parliamo di realtà.
G. Di Giampietro, arch, phd,
già direttore del CMG sicurezza stradale del Comune di Pescara.
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