BOSCO, ACQUA DI SORGENTE, RUMORE DEL TORRENTE
Continuando la temperatura elevata, afosa e calda, ho scelto il sentiero E1 (Valle Riparossa – Lago dell’Orso), procedendo lungo la carrareccia, per raggiungere la PIANA DI RAPINO (1000 m). Il territorio si trova nel Parco Nazionale della Maiella. Per arrivarci bisogna percorrere la (SS 263), per Rapino CH. Si procede per Bocca di Valle CH e, dopo circa 2,5 Km, (attenzione al segnale), si entra sulla strada a destra, che è molto sconnessa, ripida e termina in uno spiazzo a (670 m).
Si parcheggia la vettura, si tralascia l’indicazione per Forcatura e, si inizia a camminare. NESSUNA PERSONA! Ho camminato lungo il torrente Acquafredda, che scorre nella Valle omonima, all’ombra della fitta faggeta e accompagnato dal cinguettio gioioso dei volatili. Si arriva nei pressi dei ruderi dell’Abbazia di San Salvatore di Rapino, (850 m), (difficile da riconoscere), fondato nell’VIII secolo a.C. dai Benedettini di Montecassino.
Questa località è ancora ricordata come, “cunvèndë maièllë”, (Eremo Maiella). Il torrente dell’Acquafredda è una sorgente importante del territorio di Rapino, che nasce a circa 1700 m, nei pressi di Fonte Carlese, (1725 m), per poi confluire nel fiume Foro, a Fara Filiorum Petri – CH. Seguitando a camminare immerso in questa bellezza di una natura ancora non sfruttata, sono arrivato a Fonte Matteo, (975 m) facendo una ripida salita. Ho abbandonato il bosco e sono arrivato ad un altopiano prativo, di origine carsica, (1010 m), dove termina il sentiero Riparossa – Lago dell’Orso.
Questa località viene chiamata anche: Piana di Rapino o Piana delle Felci, piànë dë li fuvëcìërë, perché questa pianta, nasce nelle zone umide. Certamente era una zona coltivata, dove le persone, con duro lavoro, hanno separato i sassi dalla terra rossa, per renderla fertile.
Si notano terrazzamenti e cumuli di sassi. Visibile una costruzione di pietre a secco (tholos) ed un rifugio per i pastori. Si attraversa una lunga radura e, camminando su un comodo sentiero fra saliscendi e alberi da frutto, (Melo, Ciliegio, Noce, Melograno), si arriva alla fonte Pagliarone (950 m), con un’area da Pic Nic. Qui si gode un bel panorama sulla costa e i paesi vicini.
Tornando indietro e rilassandomi, ho colto un soffione (è il frutto del tarassaco). È una palla lanuginosa di semi leggeri, che soffiando volano, come le bolle di sapone. Alcuni si sono attaccati sul mio viso sudato. Mi ricorda un gioco che facevo quando ero piccolo.
Sono così arrivato alla macchina non convinto di tornare a casa. Una escursione dove si ritrova la storia, la flora, la fauna, il silenzio, l’ambiente.
N.B. Da ricerche nel mio archivio fotografico, la fonte in LOCALITA’ PAGLIARONE, era nominata FONTE PRETORO, anno 2007. Questa frase ora non c’è più.
Distanza 9 km A/R
Durata 4 ore senza soste
Dislivello +/- 400 metri
Difficoltà E
Luciano Pellegrini