SIMPOSIO UNICO NEL SUO GENERE

Una conferma per il VI° Forum Internazionale del Gran Sasso. 360 relatori e 1300 partecipanti alla sesta edizione del grande simposio interdisciplinare organizzato dalla Diocesi di Teramo-Atri e dall’Università di Teramo dal 28 al 30 settembre sul tema Conoscere per costruire

Teramo, 30 settembre 2023. Numeri in crescita per il Sesto Forum Internazionale del Gran Sasso, con oltre 1.300 persone che hanno partecipato ai lavori, inaugurati giovedì 28 settembre dalla Lectio Magistralis del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Matteo Maria Zuppi, e appena concluso nell’Aula Magna “Benedetto Croce” dell’Università degli Studi di Teramo.

 Il tradizionale simposio, organizzato dalla Diocesi di Teramo-Atri e dall’Università di Teramo, ha confermato anche in questa sesta edizione la sua vocazione interdisciplinare ed internazionale nonché l’ormai consolidata apertura al mondo della ricerca. Grande attenzione come sempre, poi, alla cooperazione per lo sviluppo con la quinta edizione della Conferenza di partenariato euro-africana. L’ambizioso tema scelto per il Forum 2023,“Conoscere per costruire”, ha chiamato al confronto 360 relatori, provenienti da tutta Italia e da numerosi paesi stranieri, in ventisei sessioni di lavoro parallele nelle aule del campus su tutte le branche del sapere.

Dopo i lavori dei differenti panel e il momento di sintesi nel pomeriggio di ieri, questa mattina si è tenuta la cerimonia conclusiva, moderata dal presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, con gli interventi del Magnifico Rettore Dino Mastrocola e del Vescovo Lorenzo Leuzzi.

«Dal saper fare al saper costruire: è la svolta culturale di cui c’è tanto bisogno per conoscere la realtà e le diverse problematiche che sempre più assumono una dimensione internazionale» ha sostenuto Monsignor Leuzzi. «La quinta conferenza del partenariato euro-africano è un segno concreto non solo dell’accoglienza della Carta di Teramo, ma dell’impegno delle nostre comunità accademiche, di ricerca e di formazione ad allargare gli orizzonti del cammino che è davanti a noi, evitando ogni forma di autosufficienza che favorisce l’isolamento e l’emarginazione storica» ha ribadito il Vescovo.

«Le aspettative create dal titolo di quest’anno si sono rivelate ampiamente soddisfatte» ha commentato il Magnifico Rettore Dino Mastrocola. «Le relazioni che abbiamo ascoltato in questi giorni sono state di altissimo livello. Si è ribadito il ruolo della conoscenza, degli atenei e dei centri di ricerca, in un intreccio interdisciplinare tale da poter dire che pochi simposi riescono ad eguagliare quanto viene realizzato nel Forum Internazionale del Gran Sasso. In merito alla cooperazione universitaria euroafricana, proseguiamo sui percorsi avviati di double degree, ma la novità di quest’anno in particolare è stata l’attenzione alla food safety e alla food security, temi particolarmente sentiti in Africa. Procedere con la ricerca e con il trasferimento tecnologico in questi settori significa riuscire a arginare tutte le problematiche generate dai cambiamenti climatici e tutte le crisi che si susseguono sullo scenario internazionale. Teramo, sede di un centro d’eccellenza nell’Agroalimentare, vuole giocare un ruolo importante in quest’ambito».

Anche in occasione della VI edizione del Forum del Gran Sasso e della V Conferenza del partenariato universitario euro africano, il Ministero degli Affari Eteri e della Cooperazione Internazionale ha offerto il proprio sostegno agli organizzatori per la tenuta degli eventi. Il sostegno, ormai tradizionale, è stato esteso anche in considerazione della rinnovata priorità attribuita dal Governo al tema dell’educazione e della formazione, come presupposto di un’occupazione dignitosa e diffusa, e alla materia della sicurezza alimentare, oggetto da ultimo del vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari che si è tenuto a Roma lo scorso luglio. Entrambi i temi sono oggetto di qualificato approfondimento e dibattito in seno al Forum e alla Conferenza sul partenariato universitario euro africano e in linea con lo sforzo dell’Italia a livello internazionale per l’avanzamento dell’Agenda 2030 e per lo sviluppo sostenibile, con il contributo delle migliori competenze accademiche e produttive italiane e con particolare attenzione all’Africa e al Mediterraneo. Ai lavori hanno preso parte il Vicedirettore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero, Roberto Colaminè, e il referente per la cooperazione universitaria Consigliere Adriana Apollonio. 

Al Forum 2023 ha partecipato anche il Segretario Generale della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche Francois Mabille, che lasciando il capoluogo abruzzese ha dichiarato: «Il VI Forum Internazionale del Gran Sasso è stata per me un’esperienza incredibile di incontri, arricchimento intellettuale e umano! La varietà e la qualità degli interventi collocano definitivamente questo Forum e il campus di Teramo tra i luoghi accademici internazionali da frequentare, in una città da vedere!».

Ai partecipanti del sesto Forum sono giunti anche i saluti nel Ministro dell’Università e della Ricerca, attraverso un messaggio letto da Monsignor Leuzzi: «Permettetemi di ringraziare il Comitato scientifico per il suo lavoro – le parole il Ministro Anna Maria Bernini – e permettetemi di porgere un affettuoso saluto alla comunità accademica di Teramo, che anche quest’anno si è impegnata per ospitare una vasta rappresentanza del mondo della ricerca e delle istituzioni, che abbraccia anche una grande componente proveniente dall’estero. Come Ministero crediamo fermamente nella diplomazia scientifica quale strumento virtuoso di cooperazione internazionale. Per questo l’Italia punta a diventare un centro propulsore in tutta l’Europa per i rapporti con i nostri partner africani. Ne abbiamo le capacità e ne abbiamo soprattutto la volontà».

Come da consuetudine, il Vescovo Lorenzo Leuzzi ha congedato gli ospiti dando appuntamento al prossimo Forum, che si terrà dal 27 al 29 settembre 2024 sul tema della Carità intellettuale per la promozione di un nuovo sviluppo dei popoli.




CLEAN UP DI PLASTIC FREE

Cento ragazzi alla Villa. L’Amministrazione e la Onlus: “Felici della crescita del progetto GreenTa che eliminerà la plastica dalla vita scolastica di Chieti, la pulizia di oggi è un segnale per la città”

Chieti, 30 settembre 2023. Si è conclusa con una pulizia generale delle aree verdi della Villa comunale la prima fase di GreenTa, progetto progetto promosso e coordinato dall’Amministrazione Comunale di Chieti (assessorati Ambiente e Politiche Giovanili) e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dell’Avviso pubblico “Fermenti in Comune” gestito dall’ANCI e in collaborazione con la Onlus Plastic Free.

“È stato il giusto coronamento di un percorso avviato con il bando Fermenti in Comune – così il sindaco Diego Ferrara e l’assessore all’Ambiente e transizione ecologia Chiara Zappalorto – Quella di oggi è stata una giornata bellissima con tanti giovani e tante famiglie che si sono presi cura della città. Ora le scuole potranno usufruire delle colonnine che erogano acqua e aiutarci ad abbattere l’uso della plastica, come previsto dalla prima fase del progetto. Ci aspetta un lavoro diretto con la dimensione scolastica tutta per continuare a lavorare a tutela dell’ambiente per rendere Chieti sempre più green. Ringrazio tutti i nostri partner, le scuole che sono state preziose con i rispettivi dirigenti e un grazie grande a Plastic Free, perché non avremmo potuto avere miglior compagno di viaggio in questa sfida positiva per l’ambiente e che comincia dalla nostra città”.

“Sono felicissimo di questa grande partecipazione dei volontari di ogni età oggi a Chieti – così Luca De Gaetano, presidente di Plastic Free – . La scorsa edizione eravamo dieci, ma molte cose sono accadute e oggi siamo stati dieci volte tanto. Chieti così rinnova il grande impegno verso una tematica così importante, come si conviene anche a una Città Plastic free 2023. A tale propostito voglio ringraziare tutte le scuole che hanno deciso di arrivare a questa pulizia ambientale, simbolo di un momento di sensibilizzazione che è utile alla città, a chi la vive e alla comunità tutta”.




CONSORZIO DI BONIFICA, CITTADINI ESASPERATI

Scaparrotta (Azione): gli amministratori abruzzesi dove sono?

Pescara, 30 settembre 2023. È solo di pochi giorni fa, come da lancio Ansa del 28-09-2023, un nuovo e non certamente piacevole capitolo della vicenda Consorzio di Bonifica. Consorzio Bonifica chiede tributo per allaccio potenziale, il titolo del suddetto lancio che spiega: “Avvisi di pagamento per appartamenti al terzo piano di condomini senza giardino o in zone dove non c’è traccia della rete idrica consortile: sono alcuni esempi di quelli inviati nei giorni scorsi a molti residenti nelle province di Chieti e Pescara dal Consorzio di Bonifica Centro che per il 2023 ha ampliato la contribuenza, complessivamente 26.956 soggetti, chiedendo il contributo di dotazione idrica a proprietari di immobili urbani che potrebbero allacciarsi alla rete del Consorzio per innaffiare orti o giardini o per altri usi civili, diversi da quelli tipicamente agricoli. Questa mattina”, prosegue l’Ansa riferendosi a giovedì 28 c.m., “gli uffici del Consorzio sono stati presi d’assalto da utenti che ritengono ingiusto questo contributo e chiedono chiarimenti”.

Quindi il Contributo di Bonifica che generalmente viene collegato all’attività agricola; invece, oggi interessa anche imprese e privati cittadini. Nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Centro i contribuenti quest’anno sono 56.335 dei quali 26.956 sono interessati ad una tassa particolare che potremmo chiamare una sorta di MINI IMU. Sono giorni che sono contattato da cittadini perché il consorzio di bonifica centro sta mandando delle tasse da pagare a chiunque abbia un immobile all’interno dell’area consortile e fuori.

Di che si tratta?


Lo chiama
contributo di dotazione idrica e riguarda i proprietari di immobili urbani che anche solo potenzialmente potrebbero allacciarsi alla rete idrica del Consorzio per l’innaffiamento di orti o giardini o per altri usi civili, diversi da quelli più tipicamente agricoli, l’irrigazione dei campi.

Ma la tassa sta arrivando anche a proprietari di appartamenti al terzo piano e in che modo questi potrebbero allacciarsi alla rete del consorzio e soprattutto a che scopo?


Alla fine, si parla di un contributo medio di 22 euro, cosicché la stragrande maggioranza dei contribuenti paga in silenzio senza chiedersi se sia effettivamente dovuto.
Ed in effetti non lo è, almeno in molti casi.

 
Infatti, il contributo di bonifica è dovuto solo se il beneficio
, che il contribuente può ritrarre, è effettivo e non solo teorico, e questo è un principio che la Corte costituzionale ha confermato già dal 2018. Invece il Consorzio ritiene di tassare anche il solo beneficio potenziale, cioè la sola possibilità che ci si possa allacciare alla rete idrica del Consorzio. Il bello è che se non ti allacci paghi lo stesso, se invece ti allacci oltre questa tassa devi pagare anche il contributo di allacciamento condominiale che va da 335 euro all’anno in su, a seconda della superficie servita.


Un gioco che interessa 58.961 immobili in 31 comuni e pesa sulle tasche dei cittadini per 599.830,71 euro. Ci sono già ricorsi tributari, che hanno ottenuto la condanna del Consorzio alla restituzione dei contributi pagati dal 2018 per immobili situati fuori del perimetro di contribuenza proprio perché non traevano alcun beneficio dalle opere consortili e dall’attività svolta dall’ENTE.


E gli amministratori abruzzesi dove sono?

Il consorzio di bonifica è sotto il diretto controllo della Regione. Ogni tanto appaiono sui media rassicurando gli utenti della regolarità delle tasse e degli importi, nonostante nelle altre regioni le cose non vadano proprio così. Approfondiremo la questione in modo da capire perché i cittadini abruzzesi devono affrontare anche questa tassa.




IL PROCESSO DEL MILLENNIO SUL CLIMA

Una delegazione dell’Ordine degli Avvocati di Teramo a Strasburgo

Strasburgo, 30 settembre 2023. C’era anche una delegazione dell’Ordine degli Avvocati di Teramo, mercoledì scorso, a Strasburgo, davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani, per il “processo del millennio” in tema di diritti umani e ambientali.

La vicepresidente, Serena Monina, i consiglieri dell’Ordine Elena Concordia, Gaetano Luca Ronchi e Mario Cheng Chi Chang e gli altri avvocati del foro teramano, hanno infatti assistito, insieme a centinaia di persone arrivate a Strasburgo da tutta l’Europa e alle delegazioni dei vari Stati membri dell’Unione, alla storica udienza di discussione del caso Duarte A. ed altri vs Portogallo ed altri 32 Stati (Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Croazia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna e Svezia, Norvegia, Russia, Svizzera, Turchia, Ucraina e Regno Unito), che si è tenuta dinanzi alla formazione più solenne della Corte, la Grande Chambre, composta da 17 giudici (dove viene dibattuto solo lo 0,03 per cento dei ricorsi, quelli più rilevanti).

La partecipazione al processo si è svolta in seno al viaggio istituzionale organizzato dal Consiglio dell’Ordine per visitare le sedi delle istituzioni europee e confrontarsi sul ruolo e sul funzionamento della Corte Europea dei Diritti Umani con il giudice nazionale, Raffaele Sabato, e con Giovanna Bilò, magistrato distaccato presso la Cancelleria della Corte.

Il Processo Del Millennio è stato intentato nei confronti degli Stati da sei giovani portoghesi (tra gli 11 e i 24 anni di età) per il mancato rispetto dell’accordo di Parigi sul clima del 2015, volto a limitare il riscaldamento globale.

“Un contenzioso di importanza epocale – spiega la vicepresidente Monina – non solo per il numero degli Stati coinvolti, il più alto mai citato dinanzi alla Corte, ma anche perché rappresenta una delle più rilevanti iniziative giudiziarie nell’ambito dei diritti umani e contenziosi strategici sul clima, avviati per sollecitare risposte giurisdizionali globali al fine di far rispettare, proteggere e attuare i diritti umani su problemi di vasta scala, come quello del clima”




ECCO IL TERZO TRENO Coradia Stream 2.0 intitolato a Benedetto Croce

Elettrotreni green: riciclabili al 97 %, abbattimento del 30 % di energia

Lanciano, 30 settembre 2023. Il terzo elettrotreno Coradia Stream 2.0 è arrivato a Lanciano da Savigliano, sede della Alstom che ha costruito il veicolo ferroviario. L’elettrotreno Coradia Stream 2.0 è intitolato a Benedetto Croce. Green e Made in Italy sono le caratteristiche principali dell’ultimo arrivato in casa TUA.

Il nuovo elettrotreno ETR 104 166-A, infatti, è riciclabile per il 97 per cento e consuma il 30 per cento di energia in meno rispetto alla precedente generazione; può raggiungere una velocità massima di 160 km/h, dispone di oltre 300 posti a sedere.

I treni Coradia Stream sono prodotti da Alstom in Italia. Lo sviluppo del progetto e gran parte della produzione e della certificazione viene eseguita nel sito di Savigliano, in provincia di Cuneo.

La progettazione e la produzione dei sistemi di trazione e di altri componenti avvengono a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, mentre i sistemi di segnalamento sia di bordo che di terra vengono progettati e realizzati dalla sede di Bologna.

La Divisione Ferroviaria della TUA sta completando le attività di natura amministrativa, formativa per il personale equipaggi e di manutenzione e relative ai sistemi di gestione della sicurezza che sono propedeutiche alla messa in servizio dei nuovi treni del gruppo Coradia Stream 2.0. Terminata tale fase i nuovi elettrotreni potranno iniziare a circolare.

La TUA ha ordinato altri sei elettrotreni della Alstom, attualmente in costruzione, che entreranno a far parte del parco veicoli ferroviari dell’impresa ferroviaria nei prossimi mesi.




SPORT E CUCINA, PARTE LA COOKING CUP

A Pescara domani venti equipaggi pronti a sfidarsi tra vela e fornelli

Pescara, 30 settembre 2023. Le previsioni meteo sono ottimali, sole e vento leggero, per la partenza domani domenica 1° ottobre dell’edizione 2023 della Cooking Cup Scavolini Store organizzata dal Circolo Nautico Pescara 2018 in collaborazione con il porto turistico Marina di Pescara e con il patrocinio del Comune di Pescara.

Una ventina di equipaggi già affilano vele e coltelli per la conquista del Trofeo Scavolini Store che andrà a chi taglierà per primo il traguardo Overall cucinando al meglio un bel piatto di pasta. Il punteggio finale sarà determinato dalla somma dei punteggi ottenuti nella veleggiata e quelli del piatto cucinato. A disposizione degli equipaggi una cassetta con gli ingredienti necessari da usare obbligatoriamente: pasta  (Pastificio Zaccagni), pomodori pelati (Ciro Flagella), olio extravergine di oliva (Tenuta agricola Capponi), guanciale (Salumificio Marzari) e una varietà di odori (Ortofrutta Dante). I cuochi potranno aggiungere un solo ingrediente a loro scelta. Poi cinque giudici qualificati ossia lo chef e campione del mondo di pizza Luciano Passeri, l’assessore allo sport del comune di Pescara Patrizia Martelli, il titolare del ristorante Caldora Punta Vallevò Luca Caldora, il titolare dell’azienda Ciro Flagella Franco Flagella e Anna Venditti (presidente onorario di giuria) guidati dallo Chef professionista e sommelier Santino Strizzi dovranno votare il piatto migliore in base a “gusto, difficoltà di esecuzione e presentazione” dello stesso. Le imbarcazioni iscritte, appartenenti ai circoli velici di Pescara, Vasto, Ortona, Giulianova e Francavilla, sono tutte tra i 6 e i 20 metri. Il briefing per armatori con istruzioni di veleggiata e regolamento culinario domenica mattina alle 9,30.

Lo start è previsto domani, domenica, per le 11 circa nel mare davanti alla Nave di Cascella per proseguire con percorso a triangolo (bolina, traverso, lasco) dalla lunghezza approssimativa di 8/12 miglia. L’arrivo è previsto in prossimità dell’imboccatura del porto canale e le premiazioni del primo pomeriggio.

Ad affiancare il CNP2018 nell’evento sportivo, oltre a Scavolini Store ea i produttori abruzzesi degli ingredienti, gli abituali sponsor Banca Generali Private, Citra vini e Vittoria Rms.




SHARPER CONCLUSA la decima edizione

Una giornata incentrata sul divertimento e sulla celebrazione dell’importanza della ricerca!

L’Aquila, 30 settembre 2023. Si è conclusa la decima edizione di SHARPER a L’Aquila, un evento promosso nell’ambito della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici che ha costituito un’occasione d’incontro tra centinaia di ricercatori e migliaia di cittadini.

Nel corso della mattinata, 1500 studenti e studentesse, accompagnati dai loro insegnanti, hanno partecipato a diverse attività dedicate alle scuole: dal fascino delle proiezioni del Planetario all’osservazione del Sole in diretta, dai laboratori di statistica alla conferenza sui vulcani, dagli spettacoli dedicati alla scienza alla conferenza che ha illustrato il lungo percorso che ha portato alla scoperta delle onde gravitazionali.

Piazza Duomo e Corso Vittorio Emanuele hanno fatto da cornice a tanti laboratori a cielo aperto. LNGS, GSSI, INGV, Dompé, Leonardo Spa, SOCOTEC e Istat hanno affascinato grandi e piccoli con dimostrazioni, laboratori, strumentazioni, giochi e spiegazioni di fenomeni geologici.

Il percorso interattivo DALLE PARTICELLE AL COSMO ha permesso di scoprire con altri occhi la natura che ci circonda: un viaggio dal mondo subatomico, passando ai rivelatori di particelle, fino ad arrivare allo spettacolare fenomeno astrofisico della kilonova con una divertente dimostrazione adatta a grandi e piccini.

La presenza di esperti dell’Arma dei Carabinieri, con i suoi reparti speciali, della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato,  della Polizia Municipale e dei Vigili del Fuoco ha evidenziato come sofisticate apparecchiature all’avanguardia possano contribuire alla salvaguardia del cittadino.

La Croce Rossa Italiana e la Protezione Civile hanno mostrato le applicazioni della ricerca sui dispositivi e gli strumenti dedicati alla tutela della salute e sulla prevenzione dei rischi. L’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila ha attirato l’attenzione del pubblico illustrando la visione dell’Universo nella storia dell’Arte.

L’Emiciclo e la Villa Comunale hanno garantito l’intrattenimento dei più piccoli con lo spettacolo LA PACE DI PIERO, il Planetario e Rocce venute dallo Spazio. Il Ridotto del Teatro ha ospitato SCIENCE MOVIE SHOW: LA SCIENZA BATTE IL CIAK, una conferenza spettacolo dedicata agli adulti incentrata sui più bei capolavori di fantascienza e sulle tecnologie e ricerche diventate oggi realtà.

SHARPER 2023 è stata anche l’occasione per conoscere da vicino due scrittori in ambito scientifico: Dario Menasce con L’Urlo dell’Universo e Enrico Pedemonte che ha presentato il suo ultimo libro Paura della Scienza attraverso un dialogo con Fernando Ferroni, professore del GSSI. Rimanendo nell’ambito delle opere di divulgazione scientifica, nel corso della mattinata e in anteprima nazionale, è stata annunciata  la nuova cinquina di libri in lizza per il premio ASIMOV: Dieci cose che ho imparato – Piero ANGELA; L’universo su misura. Viaggio nelle incredibili coincidenze cosmiche che ci permettono di essere qui – Filippo BONAVENTURA, Lorenzo COLOMBO, Matteo MILUZIO; Clima 2050.  La matematica e la fisica per il futuro del sistema Terra – Annalisa CHERCHI, Susanna CORTI; Altre Terre: Viaggio alla scoperta di pianeti extrasolari – Giovanni COVONE; La scorciatoia.  Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano – Nello CRISTIANINI.

Ora la parola passa alle decine di migliaia di studenti di tutta Italia, che formano la giuria del premio e sceglieranno il migliore tra i cinque. Il premio ASIMOV, promosso dall’Istituto Nazionale di Fisica nucleare, funziona grazie ad una commissione scientifica di 1000 ricercatori e professori di scuola superiore, ed è  coordinato dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso e dalla Sezione INFN di Cagliari.

SHARPER – L’Aquila è stato organizzato dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso con la collaborazione del Comune dell’Aquila e del Gran Sasso Science Institute, a cui si è affiancata una rete di partner consolidata ormai negli anni e altre importanti realtà scientifiche, culturali e istituzionali del territorio quali la Regione Abruzzo, l’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, la società biofarmaceutica Dompé, il MAXXI L’Aquila, la Leonardo S.p.A. e l’Associazione Scienza Gran Sasso. Come ogni anno l’evento ha visto la fondamentale partecipazione di Enti e Istituzioni, tra cui Polizia di Stato, Corpo dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Accademia di Belle Arti, Protezione Civile, Croce Rossa, Istat.

SHARPER ( SHARPER – SHAring Researchers’ Passion for Enhanced Roadmaps ) si è svolto in 14 città italiane: Ancona, Camerino, Cagliari, Catania, Genova, L’Aquila, Macerata, Nuoro, Palermo, Pavia, Perugia, Sassari, Terni e Trieste, con il coordinamento dall’impresa sociale Psiquadro e realizzato in collaborazione con un consorzio che comprende l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN, il centro della scienza Immaginario Scientifico, l’associazione Observa Science in Society, e 5 Università: Politecnica della Marche, Università di Cagliari, Università di Catania, Università di Palermo, Università di Perugia.

Il progetto SHARPER è finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito dei progetti Notte Europea dei Ricercatori – azioni Marie Skłodowska-Curie. GA 101061553




I CATTOLICI HANNO ANCORA BISOGNO DI UN PARTITO?

… a ottant’anni da Camaldoli

di Rocco D’Ambrosio [con un commento]

Politicainsieme.it, 30 settembre2023. [L’intervento che segue, a firma di Rocco D’Ambrosio, affronta una questione che sta alla base della nascita, prima, di Politica Insieme, e poi di INSIEME. E cioè tutto quello che segna l’enorme differenza che sta tra l’idea del partito cattolico e quello dell’impegno nella cosa pubblica sulla base dell’ispirazione cristiana. Quell’ispirazione cui Jaques Maritain si riferiva parlando della forza trasformatrice, di liberazione, di solidarietà e di uguaglianza che il Vangelo è in grado di scatenare.

Del resto, tutta la storia dei movimenti politici d’ispirazione cristiana dalla seconda metà del secolo XIX° quello sta in maniera incontrovertibile a dimostrare. Così come tutta la presenza successiva al Concilio precisa la laicità di ogni iniziativa politica di questo genere e viene segnata quella chiarezza talvolta mancata nonostante con grande lucidità don Luigi Sturzo avesse ben spiegato decenni prima che la religione è universalità e la politica è scelta di parte. E non a caso il fondatore del PPI aveva sempre visto nel conservatorismo cattolico, quello che con gran disinvoltura mischiava Chiesa e patria, tanto per stare a più di un ritorno di fiamma dei giorni nostri, il suo principale avversario.

Infine, il professor D’Ambrosio ha ragione quando definisce, anche nella pratica, l’adeguata relazione tra il cosiddetto mondo cattolico ufficiale e associativo con l’impegno politico. In particolare, quando parla delle scuole di formazione ad una nuova cultura del rapporto e dell’impegno per la cosa pubblica. E forse nessuno più dei cattolici italiani, che pure restano in qualche modo tra le forme più forte di presenza anche organizzata, hanno bisogno di riscoprire quel ragionare politico di Paolo VI e del professor Lazzati cui pure noi dobbiamo ogni tanto pensare malinconicamente come si fa per un bene prezioso sbiadito, se non addirittura “perduto”. Giancarlo Infante]

Alcuni toni presenti nel mondo cattolico fanno temere che l’importante discussione sul Codice di Camaldoli possa a volte nascondere la voglia di far rinascere la Democrazia Cristiana, tra le più longeve che la società italiana riesca a vantare. Si assopisce e si risveglia con ritmi e modalità quasi incomprensibili, anche per le menti più esperte e navigate.

Voglia di Dc come una sorta di influenza stagionale?

O di seme benefico che nessuna esperienza riesce a sostituire?

Grano buono o zizzania?

La Dc fu segnata, specie nei suoi primi decenni, dallo sforzo di elaborare una cultura religiosa e politica frutto di un’analisi concreta della società contemporanea; fu ispirata e vivificata dai valori cristiani. Il Codice di Camaldoli fu una pietra miliare in questo sforzo culturale e politico. Questa era la vera Dc.

I padri della Dc, infatti, hanno sempre voluto un partito con giovani maturi moralmente, colti, preparati tecnicamente, dotati di mezzi idonei a una vasta diffusione culturale e opera politica. Era Murri, per esempio, a ricordare come l’impegno politico doveva essere il segno di un “ritorno a un concetto più cristiano della vita e dei suoi scopi, delle cose terrene e del loro valore di mezzi a un fine etico e spirituale, della carità intesa come principio fattivo di giustizia nei contratti, di assistenza reciproca nelle difficoltà della vita, di solidarietà fraterna ed illimitata” (Battaglie d’oggi).

Mentre Aldo Moro più tardi precisava: “Un partito cristiano – scriveva nel 1946 – che non abbia un autentico spirito d’amore, profonda comprensione, assoluta delicatezza non può rendere alcun servizio né alla patria, né alla causa cristiana”.

La fine della Dc, la complessità della storia che l’ha causata, e quella che ne è seguita, ci impongono di ripartire da due punti fermi che don Luigi Sturzo indicava, dal suo esilio, già nel 1936: “Ispirata alla scuola cristiano-sociale e dentro il quadro dell’etica cattolica (…). il primo problema di un partito di cattolici è quello di un disimpegno dalla gerarchia cattolica, nel senso dell’autonomia politica di partito il che era necessario da una parte e dall’altra per non coinvolgere nella responsabilità di un partito la Chiesa, né rendere menomata la personalità del partito di fronte agli altri partiti e al Governo. L’altro problema, connesso in sostanza con il primo, riguardava le direttive sociali ed economiche, e sotto questo aspetto non poteva non avvenire una specificazione e divisione tra cattolici conservatori e cattolici democratici o sociali”.

Basandoci su questa lezione sturziana e seguendo il cammino storico e dottrinale si può affermare che oggi la questione di un nuovo partito dei cattolici è e deve essere superata; esprimo ovviamente personalissime considerazioni. “Una medesima fede cristiana può condurre a impegni diversi”, scriveva Paolo VI già nel 1971.

L’affermazione sintetica di Papa Montini si comprende più pienamente se si ricorda l’insegnamento del Vaticano II° e, in materia di impegno politico, i suoi punti fondamentali. Prima di tutto la famosa precisazione: “La Chiesa, in ragione del suo ufficio e della sua competenza, in nessuna maniera si confonde con la comunità politica e non è legata ad alcun sistema politico” (Gaudium et Spes, poi GS, 76).

L’affermazione conciliare pone fine a qualsiasi collateralismo fra comunità cristiana e partiti politici – vedi il caso Dc in Italia – proprio perché presenta con chiarezza l’autonomia della sfera temporale da quella religiosa, restituendo alla comunità cristiana il suo proprio ruolo di profezia e coscienza critica, il suo evangelico servizio nei confronti dei detentori del potere e dell’intera comunità civile.

Tuttavia, il collateralismo è duro a morire. A volte si ha l’impressione che rinasca in nuove forme: si pensi all’agire di alcuni movimenti e associazioni ecclesiali con prassi simili a quelle di lobby pronte a sacrificare tutto, persino l’integrità morale, pur di conseguire gli interessi prefissi. Per nessun motivo la comunità cristiana può perdere la libertà che le è propria, confondendosi con soggetti e progetti particolari. “Il crocifisso è una verità senza colore”, scriveva don Primo Mazzolari.

Consegue che l’impegno diretto in politica – cioè l’assunzione di cariche politiche e istituzionali – non spetta alla comunità cristiana, né ai pastori direttamente o per interposta persona, ma è, quindi, attività propria dei fedeli laici e questi lo fanno in proprio nome, come cittadini, guidati dalla coscienza cristiana (GS, 76).

Alla comunità intera spetta il compito di formare alla politica e ai pastori di essere guida in questa formazione, secondo i principi del magistero sociale. Bisogna riconoscere che spesso, eccessivamente concentrati sul problema della rappresentanza politica (questione DC, ricomposizione dell’area cattolica, frantumazione in diversi partiti, creazione di associazioni di cattolici e così via), i cattolici non si sono interrogati abbastanza sulla coerenza di cattolici e comunità in rapporto alla realtà sociopolitica. In particolare, non si è riflettuto abbastanza su quanta formazione cristiana, personale e comunitaria, ci sia sulle tematiche sociali e politiche e se questa sia adeguata per i nostri tempi.

In forza della loro fede e della formazione ricevuta sono tanti i laici cristiani che si impegnano in politica, a ogni livello istituzionale, vivendo una particolare vocazione: responsabilmente si dedicano al bene della cosa pubblica, il Concilio Vaticano II° riserva loro la sua stima e la sua lode (GS, 75).

Il riferimento assume ancor più valore nell’attuale contesto se si pensa al qualunquismo con cui si giudica la classe politica.

Sono molti coloro che fanno di tutt’erba un fascio, non riconoscendo e apprezzando i politici coerenti e ispirati da grandi riferimenti etici e confortati da positivi e onesti risultati, cristiani e no. Per essi alla fatica dell’attività politica si aggiunge la scarsa o negativa considerazione dei cittadini e, in particolare, relativamente ai credenti, delle comunità cristiane, specie quelle di provenienza.

Mi è capitato tantissime volte, sia in incontri personali che pubblici, di constatare il senso di solitudine e di isolamento provato da coloro che, nonostante tante difficoltà, continuano a impegnarsi in politica, ispirati dalla fede e con passione, rettitudine e competenza. Chi è veramente dedito al bene più grande va ringraziato privatamente e pubblicamente, con la stessa intensità con cui si è pronti a denigrare chi opera disonestamente in politica; in uno spirito fraterno va anche aiutato e sostenuto.

È il 30 aprile 2015 quando le agenzie di stampa riportano le parole di papa Francesco, in un discorso a braccio nell’aula Paolo VI°: “Si sente: Noi dobbiamo fondare un partito cattolico!: quella non è la strada. La Chiesa è la comunità dei cristiani che adora il Padre, va sulla strada del Figlio e riceve il dono dello Spirito Santo. Non è un partito politico. No, non diciamo partito, ma … un partito solo dei cattolici: non serve e non avrà capacità convocatorie, perché farà quello per cui non è stato chiamato (…) Ma è un martirio quotidiano: cercare il bene comune senza lasciarti corrompere”.

È interessante notare come il Papa sposta l’attenzione dalla questione partito cattolico a quella del martirio quotidiano nel cercare il bene comune.

L’affermazione del papa si può interpretare come un invito a concentrarsi più su problemi di coerenza che di appartenenza.

Non abbiamo bisogno di un partito cattolico, nuovo o rinato che sia, ma di chi sappia, attuare, pagare e soffrire per il bene comune. Al di là dei diversi schieramenti, i cattolici impegnati in politica sono tenuti, a qualsiasi livello istituzionale, ad incontrarsi, dialogare e operare per l’unità sui temi fondanti ed inderogabili. In questo, tanto potrebbero fare le comunità cristiane, specie gli organismi diocesani, nel promuovere incontri di formazione e di confronto per tutti i cattolici impegnati in politica. Questi incontri possono aiutare anche a recuperare un clima di stima e rispetto reciproci.

Il collaborare dei cattolici con politici di sinistra o di destra o di altre formazioni, passa attraverso la loro accettazione del metodo democratico e del loro non coinvolgimento con estremismi populisti e/o totalitari. Per cui essere cattolici nel centrodestra, quanto esserlo nel centrosinistra, o altrove, ha la medesima responsabilità: richiede discernimento e prudenza.

Tutte le collocazioni sono degne di rispetto, se vissute con coerenza morale e competenza professionale e per ambedue resta il dovere di testimoniare il regno di giustizia e di pace e ispirare la città umana a quella di Dio.

Lo stesso dicasi per il voto e per i rischi che ha di essere diretto a persone non degne. Il Concilio afferma: “Si ricordino perciò tutti i cittadini del diritto, che è anche dovere, di usare del proprio libero voto per la promozione del bene comune” (75).

Perché venga promosso il bene comune è necessario e moralmente doveroso che si votino persone mature umanamente, coerenti eticamente e con una sufficiente competenza per svolgere il ruolo a cui si candidano. Queste sono le condizioni che rendono il nostro voto etico, sempre fermo restando un divieto: quello di collaborazione, promozione e partecipazione ai gruppi massonici.

Sono convinto che ci potrà essere una rinnovata stagione di impegno dei cattolici in politica solo se diocesi, parrocchie, associazioni e movimenti si impegneranno per una formazione seria e autentica.

Ciò che scriveva Milani, in Esperienze pastorali, ha ancora un grande valore, prima di tutto per i nostri giovani: “Non vedremo sbocciare dei santi, finché noi ci saremo costruiti dei giovani che vibrino di dolore e di fede pensando all’ingiustizia sociale. Qualcosa, cioè, che sia al centro del momento storico che attraversiamo, al di fuori dell’angustia dell’io, al di sopra delle stupidaggini che vanno di moda”.




SAN MICHELE: Chi è forte come Dio?

di don Marcello Stanzione

DentroSalerno.it, 30 Settembre 2023. Nelle nostre società, una volta a regime di cristianità, assistiamo ad un generale tracollo della moralità sia pubblica che personale. Una delle cause del degrado dell’occidente è certamente l’influsso negativo sulle masse dell’ateismo, del materialismo e del relativismo morale. Un brano della Bibbia  proclama la  forza di Dio. “Signore, hai mostrato al tuo servo la forza del tuo braccio ed ho capito che nessuna forza può essere paragonata alla tua forza”.

Nulla in effetti resiste a Dio. Lucifero aveva creduto potergli resistere. Facendo appello alle forze prodigiose della sua natura, egli aveva detto: “Io salirò”. Ma Dio fece un segno ed il ribelle rotolò nell’abisso. Vi furono lungo i secoli degli uomini che hanno voluto misurarsi con Dio, che hanno deriso la sua potenza e sfidato la sua forza. Dio ha disteso la mano, e non li si è neanche più visti. Nei giorni di pioggia accade talvolta che la folgore colpisca un gigante della foresta. Il gigante cade con fracasso nella valle, ed il rumore della sua caduta si ripercuote in un lungo gemito, poi è per sempre il silenzio e l’oblio. Leggiamo la storia, essa ci racconta queste cadute famose di uomini che minacciavano il cielo e Dio: teste superbe che la forza divina ha colpite, querce insolenti che la tempesta ha rovesciate. Per qualche tempo, talvolta, Dio lascia gli uomini agitarsi e ordire i loro sacrileghi complotti. Ma ben presto giunge la sua ora, ed è l’ora della sua giustizia. Vi fu la sua ora nei primi tempi.

Gli uomini lavoravano alla Torre di Babele. Ora Dio si mostrò e discese per vedere la città e la torre, e seminò in mezzo ad essi la confusione. Vi sarà ancora la sua ora: Dio non resiste sempre ai superbi? Tantissimi uomini e donne del nostro ventunesimo secolo pretendono di finirla con Dio e con la chiesa Cattolica. Quello che essi vogliono, purtroppo, è non solamente di agire senza Dio, ma agire contro Dio ed i suoi comandamenti. Dio mostrerà loro che non s’insorge impunemente contro di lui. Dio ha dei modi di colpire che sono terribili! Per punirci non è necessario che ci maledica, basta che si ritrai da noi. Qual è oggi la vera causa del declino dell’Occidente? Del declino culturale ed economico dell’Italia?

È stato l’introduzione dell’euro come moneta unica europea? Niente affatto! Ora per molto tempo il  nome di Dio e l’idea della sua giustizia hanno trattenuto il flusso dell’empietà e della corruzione sociale, come lo sbarramento trattiene le acque di un fiume in piena. Ma il  nome di Dio è oggi andato in oblio quasi ovunque, l’idea della giustizia divina non domina più gli spiriti, è per questo che il flusso della corruzione sale di giorno in giorno, sempre, minacciando di portar via tutto.

È vero che se Dio stesso non costruisce, quello che s’innalza non tiene affatto; che se egli non custodisce la città, è invano che si veglia intorno ad essa. Quando Dio non è con gli uomini, non vi è presso di essi che debolezza e impotenza, e tra di essi che egoismo, diffidenza, insubordinazione. Dio disprezzato si vendica lasciandoli a sé stessi.

“Essi sapranno che sono il Signore”, dice Dio per bocca del profeta. Possiamo comprenderlo, non spezzarci sotto i terribili colpi della forza divina ma vinti dall’amore e illuminati dalla fede! Chi è forte come Dio? Alla vista dei complotti dell’empietà,  ricordiamoci il grido di san Michele. Nella lotta accanita che si scatena, il vinto non sarà né  Dio né la  Chiesa, sarà Satana ed il mondo amico di Satana. Gli empi possono applaudirsi e cantare vittoria solo momentaneamente.

Noi sappiamo che Dio rimane il più forte, così noi abbiamo fiducia. In una predica di Cirillo di Gerusalemme si legge: “Quando Gesù volle venire dagli uomini sulla terra, Dio Padre scelse una forza potente, Michele, e affidò Cristo alle sue cure”. Un vescovo del nostro tempo ha dichiarato: “Riflettiamo: “Chi è San Michele Arcangelo?

La Bibbia ci dice che è uno dei sette Arcangeli presso il Trono di Dio. Ma San Michele ha anche una caratteristica unica. La seconda lettura del Libro dell’Apocalisse (12, 7-12a) ci presenta lui come Principe e Capo degli Angeli. Insieme con loro combatte contro “il grande Drago, il Serpente antico, colui che chiamiamo il Diavolo e Satana”. Il suo nome “Michele” significa “Chi come Dio”. Questo nome è quasi un grido di lotta contro i nemici di Dio. Un grido contro le potenze del male.

Infatti, San Michele Arcangelo viene spesso rappresentato come un militare e guerriero, rivestito di una robusta armatura, con la corazza d’oro, la spada fulminante e in un alone di luce”. (Mons. Edoardo NOWAK, Dall’Omelia pronunciata il 28 settembre 2003 nella Basilica di San Michele Arcangelo al Gargano (FG)).Michele non è un Angelo leggiadro, ma un Angelo dotato di grande forza. E Dio manda questa forza ad ogni uomo affinché non sia vinto dalla forza di questo mondo. È un messaggio consolante. Accanto a noi c’ò un angelo che combatte per noi. Egli interviene per noi, quando gli uomini combattono contro di noi, ma anche quando noi siamo in lotta con noi stessi. Paola Giovetti in un suo bel libro sull’Arcangelo ha scritto: “L’Arcangelo Michele che domina senza violenza e senza sforzo deve essere un punto di riferimento per ciascuno di noi: l’Arcangelo ha in mano la spada, ma con il distacco di chi ha la forza vera, di colui cioè al quale è sufficiente mostrarla. E regge anche la bilancia, simbolo della giustizia e dell’equilibrio che devono regolare ogni azione.

L’impulso di Michele è quello della trasmutazione delle forze del male sulla nostra coscienza: trasmutazione in senso alchemico, come consapevolezza collettiva di una forza che non si esprime in forma violenta. L’arcangelo invita a creare fari di luce, a trasformarci in guerrieri come lui, ad accendere energia vitale, a lottare per cause buone, a proteggere noi stessi e l’ambiente”. (Paola GIOVETTI, Le Vie dell’Arcangelo, Edizioni Mediterranee, Roma 2005, p. 169). Una autrice americana ha scritto: “L’Arcangelo Michele, viene spesso scelto come patrono e protettore delle diocesi che sperimentano la persecuzione, la tortura, la sofferenza e la morte per mano di coloro che usano la violenza così come le sparizioni e le calunnie contro quelli che cercano di onorare Dio  e seguire la resistenza non violenta al male da parte di Gesù. Oscar Romero, il vescovo martire di San Salvador, invocò l’Arcangelo Michele come difensore della sua diocesi e del popolo nella sua lotta per la vita. Egli proclamò che San Michele Arcangelo combatteva al loro fianco. La sua presenza era, ed è tuttora, invocata in difesa di tutti i santuari, i templi, le chiese e le cattedrali del Paese e di tutta la gente che si raduna per lodare Dio, in mezzo alla violenza e alla morte.

È Michele, diceva Romero, che si trova alle entrate delle chiese e davanti ai loro altari come guardiano e protettore dei servi di Dio”. (Megan Mc KENNA. Angeli. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1997, p. 30) Padre Grun con il suo solito acume nota: “Da sempre il significato del culto di San Michele è consistito nel  fatto che, grazie ad esso, le persone riprendevano contatto con la propria forza. Quando io addito San Michele a queste persone ferite, queste prendono le distanze dalle offese ricevute. Esse guardano alla forza che Dio ha messo al loro fianco. Se riescono ad immaginarsi che l’arcangelo Michele combatte con loro, non si arrenderanno malgrado tutte le frustrazioni che hanno già sperimentate, ma affronteranno la lotta che sino a quel momento hanno cercato di eludere. Nell’arcangelo Michele si sentono sicure e protette in modo particolare. San Michele rimanda alle forze che sonnecchiano nella nostra anima e che sono ridestate in noi dalla fiducia nell’angelo”

(Anselm GRÜN, Ciascuno cerca il suo angelo, Queriniana, Brescia 2002, p. 127).




GIOVANI AGRICOLTORI NEL GIARDINO DEL CAMPUS

Notte dei ricercatori, grande affluenza, dimostrazioni e laboratori tra alpaca veri e api regine

Chieti, 29 settembre 2023. In occasione della notte dei ricercatori dell’università d’Annunzio, il giardino dei semplici, l’orto botanico del dipartimento di farmacia di Chieti, è stato trasformato in una grande fattoria didattica nell’ambito della partnership avviata tra il prof. Luigi Menghini – responsabile del giardino – e Coldiretti Abruzzo che ha partecipato con i suoi giovani imprenditori under trenta.

Dalle 16, le porte del giardino si sono spalancate per accogliere centinaia di curiosi: scuole, famiglie e semplici cittadini che hanno partecipato ad uno straordinario percorso nella biodiversità realizzato in collaborazione con il mondo accademico, attraverso dimostrazioni, piccoli laboratori e attività che hanno coinvolto grandi e piccini.

La ricerca dell’ape regina negli apiari in miniatura, le prove di trapianto e di propagazione nei mini-vivai allestiti per l’occasione, la preparazione della “passata tradizionale” con i pomodori autoctoni, la fermentazione del vino con lieviti di montagna, giardini verticali ma anche prove di fermentazione della birra e caseificazione in diretta, oltre all’esposizione di lavanda e di canapa sativa e alla filiera tessile che ne deriva.

Protagonisti anche gli animali: tre piccoli alpaca e un gufo utilizzati dagli imprenditori nella didattica per le scuole che hanno incuriosito e affascinato i presenti raccontando un mondo incontaminato ed una agricoltura sostenibile e, nello stesso tempo, innovativa.

Una collaborazione tra mondo accademico e imprese agricole in un comune obiettivo – dice Carla Di Michele, delegata regionale di Coldiretti Giovani Impresa  – incontrare la società civile e il mondo della ricerca per far toccare con mano la bellezza e l’importanza di un uso sostenibile e armonico della risorsa terra”. Di seguito le aziende presenti in occasione della Notte dei ricercatori: azienda agricola Tre Croci di Carla Di Michele, Azienda agricola Coccia Miriana, azienda agricola Colle Rosa di Cristiana Lauriola, Oasi Vivai Piante, Apice Piante, azienda agricola Rocchetti Leonardo, Bio Cantina Orsogna, Società agricola “Da come una volta”, Adi apicoltura, Hopera Hopposti di Antonella Marrone, Guferia di Blasioli Maurizio, Vivaio La Felce.

Alessandra Fiore




DOMANI L’EVENTO ESSENZA a Piazza San Giustino

Gli organizzatori: “Una manifestazione per tutti”

Chieti, 29 settembre 2023. Un contenitore di iniziative rivolte a un pubblico variegato quello che animerà piazza San Giustino domani a partire dalle ore 17. Stamane gli organizzatori hanno illustrato il programma dell’evento a cui il Comune ha dato il patrocinio. In conferenza Silvio Conte e Matteo Marinozzi, ideatori e motore dell’evento, erano presenti il vicesindaco Paolo De Cesare, l’assessore al Commercio Manuel Pantalone, il consigliere comunale Valerio Giannini.

“Domani avremo un’altra bella occasione per frequentare piazza San Giustino – così l’assessore al Commercio Manuel Pantalone – ieri la bellissima inaugurazione ha restituito alla città uno spazio tanto atteso che con l’evento di domani potrà vivere e fare da riferimento non solo ai giovanissimi, ma anche a famiglie e a un target ampio e variegato di persone. Ringraziamo gli organizzatori perché è un appuntamento che nasce con la funzione di attrattore e sostegno per l’economia, che sarà possibile con tutti gli accorgimenti necessari alla tutela della piazza e al suo migliore uso”.

“Le manifestazioni devono animare la città in questo momento difficile, da ieri c’è uno spazio in più di grandissimo pregio e qualità per farlo, che abbiamo predisposto per i grandi eventi, ampio e fornito di tutti i requisiti di sicurezza ma anche tecnici e logistici – aggiunge il vicesindaco Paolo De Cesare, assessore agli Eventi – dove possiamo ospitare, come nel caso di domani, eventi che attraggono tanto pubblico, ma anche organizzare grandi eventi istituzionali e culturali per tutto il territorio di cui ieri c’è stato un piccolo ma significativo assaggio con l’inaugurazione della piazza. Ciò che è già accaduto nella rinata piazza San Giustino, ha dimostrato che la città ha una vocazione in tal senso e dobbiamo sfruttarla al meglio”.

“Sono felice che questo evento si realizzi e mi preme ringraziare gli organizzatori che ci stanno lavorando da settimane adeguandosi ai tempi e alle giuste regole che una piazza come la nostra ha e deve avere – aggiunge il consigliere comunale Valerio Giannini – In questi tre anni l’Amministrazione ha proposto un intrattenimento nuovo, capace di integrare lo spettacolo ad altro, facendoli nei luoghi che sono il patrimonio di Chieti, perché la bellezza e l’economia potessero viaggiare insieme, ed è ciò che accadrà anche domani sera con Essenza. L’evento è gratuito, si comincerà alle 17.00 con degli stand dove si potranno fare delle degustazioni di prodotti locali; alle 17.30 si continuerà poi con l’esibizione di hip hop dell’Asd Area 3 e, alle 18 è prevista anche una sfilata di moda e l’elezione di Miss Chieti, fino alle 21, con spettacoli per bambini a cura degli animatori de La fata turchina. Sempre nel pomeriggio ci sarà anche una performance dell’artista teatino Le Piane, che dipingerà usando colori naturali e sostenibili, intorno alle 19.30 ci sarà la musica con Carlo De Virgiliis, alle 20.15 l’esibizione dei Glitters Tears Band che, in serata aprirà l’ultima fase dell’evento, quella dedicata ai giovanissimi dalle 21.30 con i Dj Aniram e Alessandro Marini e il vocalist Fabio Emme. Ci sono indicazioni doverose sulla mobilità, consigliamo a chi verrà di utilizzare i parcheggi di via Papa Giovanni e quello in piazza Garibaldi. L’invito è per tutti e per tutti anche la raccomandazione a vivere l’evento con la consapevolezza che si svolge nella piazza più di pregio della città”.

“Ci siamo impegnati tanto per arrivare all’evento e per vederlo nascere – conclude Silvio Conte, di Iside, una delle sigle che organizzano l’evento – siamo stati molto attenti a fare una proposta che parli a tutti, vogliamo che sia una giornata di divertimento e di bellezza, faremo di tutto perché ciò accada nella piazza più importante della città”.




PERCORSI SOTTERRANEI

Aperture straordinarie del sistema difensivo del castello. Nei week end dal 7 ottobre al 5 novembre e il 1° novembre

L’Aquila, 29 settembre 2023. Il Museo Nazionale d’Abruzzo, nei weekend dal 7 ottobre al 5 novembre e il 1° novembre, propone aperture straordinarie del sistema difensivo del Castello Cinquecentesco, alla scoperta dei percorsi militari sotterranei del XVI secolo. Grazie a un’audioguida realizzata appositamente per l’occasione, il visitatore scenderà ad un livello inferiore di circa 3 metri rispetto al piano seminterrato muovendosi nelle contromine, suggestivo percorso con piccoli ambienti e cunicoli larghi meno di 1 m e alti più di 2 m, che si snodano lungo il perimetro del Castello e dei bastioni. Ricavate all’interno delle fondamenta permettevano, attraverso numerose feritoie, il controllo visivo e acustico delle gallerie intercettando i tentativi di minamento del nemico in caso di attacco sotterraneo. Il percorso di visita è lungo circa 150 metri, ha una durata di 45 minuti e non è consigliato ai minori di 6 anni, a chi ha difficoltà di deambulazione e a chi soffre di claustrofobia (vedere Regolamento allegato)

Aperture ottobre: 7, 8, 14, 15, 21, 22, 28, 29; novembre: 1°, 4, 5

Orari: dalle 9:00 alle 19:00 (ingresso ogni ora, l’ultimo ore 18.00)

Con lo stesso biglietto è possibile accedere in giornata al MUNDA, via Tancredi da Pentima – ex Mattatoio, (orario 8.30/19.30 ultima entrata ore 19.00) dove, oltre alle collezioni permanenti, è possibile visitare la mostra appena inaugurata “Nuove acquisizioni”

REGOLAMENTO VISITA CONTROMINE

Il percorso di visita alle gallerie delle contromine si sviluppa all’interno del Castello Cinquecentesco, attualmente cantiere attivo per i lavori di restauro e di riparazione dei danni che la fortezza ha subìto, a seguito del terremoto del 2009.

Le gallerie delle contromine si trovano ad un livello inferiore di circa 3 metri rispetto al piano seminterrato

Il percorso di visita è lungo circa 150 metri, ha una durata di 45 minuti circa, ed è guidato da personale autorizzato

Il percorso di visita non ha un impianto di illuminazione: si consiglia di dotarsi di torce, in aggiunta a quelle di cui sono dotati gli accompagnatori

Non è consentito l’accesso ai bambini di età inferiore ai 6 anni; i minori al di sopra dei 6 anni possono accedere solo se accompagnati da un adulto

Non è consentito allontanarsi dal proprio gruppo lungo il percorso, né oltrepassare gli sbarramenti che delimitano il percorso aperto al pubblico.

Ogni gruppo è formato da un massimo di 13 visitatori

Non è possibile visitare le contromine in sedia a rotelle e passeggini, a causa delle disconnessioni intrinseche alla natura del luogo di visita

La visita delle contromine non è raccomandata a chi ha difficoltà di deambulazione e a chi soffre di claustrofobia

Nelle contromine la temperatura è di circa 10 °C costanti: si consiglia un abbigliamento adeguato ad affrontare la temperatura e l’umidità interne e l’utilizzo di scarpe adatte

È obbligatorio indossare il casco antinfortunistico durante il percorso di visita, che sarà fornito dal personale del Museo a ciascun visitatore, insieme alla cuffia igienica monouso

L’accesso non è consentito a nessun tipo di animale, sia pure di piccola taglia




IL LUOGO DEI SOGNI

Ieri sera è stata inaugurata la nuova piazza San Giustino

Chieti, 29 settembre 2023. La piazza, il luogo dell’incontro, dell’evento, della celebrazione, della festa, del dialogo e della retorica, oggi si presenta: poche luci, musiche sulla scalinata e comunità assorta.

La piazza, il luogo della memoria, della visione, della fantasia e della speranza, è stata riconsegnata: qualche parola lassù, qualche immagine proiettata sul duomo ed ecco le luci che aprono alla bellezza.

La piazza dei sogni in quella piccolissima Venere, distaccata ma presente.




GENOCIDIO DELLA VANDEA a Firenze

IL Vignali, Solfanelli e Florio protagonisti al convegno

Firenze, 29 settembre 2023. Sabato 30 settembre 2023, si terrà, dalle 15:30 alle 17:00, presso la Libreria Salvemini in Piazza Salvemini a Firenze, il convegno il Genocidio della Vandea. Sarà presentata la traduzione italiana del libro di Honoré de Balzac Gli Sciuani a cura di Antonietta Florio, edizioni Solfanelli.

Modera il Giornalista Conte Cristiano Vignali. Il convegno è organizzato dalla Casa Imperiale d’Amato del Principe e Dottore Don Roberto d’Amato, Gran Maestro dell’Ordine Nobiliare di San Nicola e del Sacro Ordine Nobiliare di Vandea.

Saranno presenti al dibattito oltre l’autrice Antonietta Florio, l’editore Marco Solfanelli, il Principe Don Luca Monti Cancelliere della Chiesa Ortodossa in Italia, il Giornalista Conte Roberto Barbieri e il Conte Enzo Modulo Morosini araldista di fama internazionale.

A tal proposito, ha commentato Il Principe Don Roberto d’Amato: L’Ordine Nobiliare di San Nicola chiede alla Francia repubblicana del Presidente Macron, di assumersi le proprie responsabilità davanti la storia e di riconoscere il primo genocidio di Stato dell’era contemporanea, perpetrato, in nome della modernità e del progresso, dai rivoluzionari sanguinari nei confronti del popolo della Vandea. La stessa Francia di Macron – ha continuato d’Amato – che oggi sfrutta le sue ex colonie africane, attraverso la moneta denominata Franco CFA, trattenendosi gran parte delle ricchezze dei paesi sotto la sua influenza socioeconomica e politica. La Francia che – spiega d’Amato – opprime i diritti della minoranza corsa e fa tanto la moralista verso l’Italia, per quanto concerne il problema dell’immigrazione irregolare.

Chiediamo, pertanto che, la Repubblica Francese riconosca le sue colpe davanti la storia:  nella patria dei Lumi, dell’Enciclopedia del Diderot, nella cosiddetta patria dei diritti, è avvenuto il primo genocidio di Stato, moderno: il “Genocidio della Vandea” ha concluso il Principe d’Amato.

Ingresso Libero. Per Informazioni, tel.: 3888931953




PASSEGGIATA DEL DONATORE Memorial Rosanna Albani

Quinta edizione organizzata dalla Fidas Cuore. Domenica prossima, Primo Ottobre,  la Partenza alle 9.30 dal piazzale del santuario della Madonna dello Splendore

Giulianova, 29 settembre 2023. Pronti a camminare per promuovere la donazione di sangue. Si terrà domenica prossima, Primo Ottobre, la V Passeggiata del Donatore Memorial Rosanna Albani, organizzata dalla Fidas Cuore con il Patrocinio del Comune di Giulianova ed il sostegno della Croce Rossa Italiana e dell’associazione Andiamo a camminare.

L’iniziativa, aperta a tutti,  intende coniugare la buona pratica della donazione con il miglioramento dello stile di vita, rappresentato, domenica,  dalla scelta di fare attività fisica camminando all’aria aperta.

La partenza è fissata per le 9:30 nel piazzale antistante il Santuario della Madonna dello Splendore, dove si farà ritorno dopo mezzogiorno. I partecipanti riceveranno il materiale associativo Fidas Cuore.




ALLA RISCOPERTA DI MONTORIO

XII^ biciclettata dedicata a Gaia. Domenica 1° ottobre 2023 ore 10:00 Piazza Orsini Montorio al Vomano Bimbimbici 2023

Teramo, 29 settembre 2023. FIAB Teramo invita tutti alla pedalata alla riscoperta di Montorio al Vomano, la porta del Parco nel versante teramano, più bella e fruibile chiusa al traffico motorizzato come sarà domenica mattina,  essa stupisce ogni volta che la si visita di nuovo sia per il suo borgo antico che per la sua posizione geografica.

Ore 09.30 – raduno dei partecipanti in Piazza Orsini, quindi:

Ore 10.00 – partenza dalla stessa Piazza Orsini per L.go Rosciano, Via Matteotti, Via Santa Giusta, V.le Duca Degli Abruzzi, Via Poliseo De Angelis, Piazza Orsini, C.so Valentini, Piazza Martiri della Liberta, Via Beretra, L.go San Filippo, C.so Valentini, Via del Ponte, Via degli Orti,Via G. De Dominicis, Via G. Leopardi, Via del Ponte, Via Urbani ed arrivo in Piazza Orsini previsto per le ore 12.00 circa;

La tranquilla passeggiata, si rivolge soprattutto ai bambini, è dedicata a Gaia, una bimba troppo presto strappata con i suoi sogni e i suoi giochi all’affetto dei suoi cari, sacrificata sull’altare della velocità nelle strade da automobilisti che scordano o disconoscono che la velocità è la principale causa di morte nelle strade e non tengono mai sufficientemente a mente il dettato dell’art. 141 del Codice della strada.

FIAB è da sempre impegnata, nel promuovere l’uso della bicicletta, a rendere le strade più sicure per tutti gli utenti, partendo dai più deboli, pedoni e ciclisti, ma anche per gli automobilisti stessi. La campagna per l’istituzione delle zone 30 in tutti i centri urbani e l’istituzione delle strade scolastiche trova sempre più riscontro tra gli amministratori che hanno cura della salute e della sicurezza dei propri cittadini, ne è esempio l’istituzione della zona 30 più lunga d’Italia che copre tutti i Comuni della costa teramana.

Per dire basta ai morti in strada occorre che tutti si impegnino quotidianamente nel far rispettare le regole della strada, ma non basta, riteniamo necessario che tutti i centri storici delle nostre città vengano liberati dal traffico automobilistico privato e dai parcheggi per renderli spazi sicuri per le persone dove i bambini possono giocare e andare in bici in sicurezza, che le strade davanti alle scuole siano chiuse al traffico almeno negli orari di entrata e uscita.  Dobbiamo permettere che i bambini possano andare a scuola a piedi o in bici chiedendo che le amministrazioni e le scuole istituiscano i pedibus e i bicibus: sono questi i messaggi della manifestazione Bimbimbici FIAB!

FIAB Teramo




XIV CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE Città di Cologna Spiaggia

Domenica 1° ottobre la premiazione dei vincitori dell’edizione 2023

Roseto degli Abruzzi, 29 settembre 2023. Si è concluso il XIV Concorso Letterario Nazionale “Città di Cologna Spiaggia”, Presidente onorario Dott. Mario De Bonis con un notevole incremento di partecipazione pari al 40% degli autori grazie anche all’incremento delle sezioni libri editi. Vista la costante partecipazione di autori residenti all’estero possiamo pensare ad un Concorso Internazionale.

Ogni anno il Concorso è stato arricchito di nuove sezioni così da avere, oggi, una rispettabile ed eterogenea Giuria dislocata in tutt’ Italia, composta da critici letterari, docenti, scrittori e poeti.

L’evento di premiazione si terrà domenica 1° ottobre, alle ore 10, al Villaggio turistico Lido d’ Abruzzo e sarà presentato dalla giornalista Azzurra Marcozzi. Durante la cerimonia verrà consegnato il Premio alla Cultura allo scrittore Giovanni D’Alessandro di Pescara.

I vincitori dei primi posti sono: Primo Premio Poesia in metrica alla poesia “Panta Rhei” di Federico Cinti di Casalecchio di Reno (BO); Primo Premio Poesia in verso libero a “Memorie di sandalo e cedro” di Loretta Stefoni di Civitanova Marche (MC), Secondo Premio a “La mia terra profuma ancora di viole” di Lucia Lo Bianco Lucia di Palermo, Terzo Premio a “Che buono quel pane” di Giovanni Caso di Roccapiemonte (SA). Primo Premio Poesia in vernacolo alla lirica “Adess a-i ven la neuit” di Attilio Rossi di Carmagnola (TO), Secondo Premio a “Tel canton mia” di Elvio Grilli di Fano (PU), Terzo Premio a “Comente pibidas de angelo” di Stefano Baldinu di San Pietro in Casale (BO). Primo Premio Poesia breve alla poesia “Izyum” di Fabio Volpi di Varzi (PV). Primo Premio Poesia religiosa alla lirica “Di quale amore” di Franco Fiorini di Veroli (FR).

Primo Premio Racconto breve a “Fermat che parlava alla luna” di Wilma Avanzato Wilma di Chivasso (TO), Secondo Premio a “Ascoltate la biblioteca” di Gabriele Andreani di Pesaro (PU), Terzo Premio  ex aequo, al racconto “Madre” di Gianni Pennesi di Corridonia (MC) e Terzo Premio ex aequo a “La follia dell’amore” di Daniele Bianchi.

Primo Premio Libro di poesia edito a “ Insieme” di  Rodolfo Vettorello di Milano.

Primo Premio Libro edito di racconti a “Fameje de ‘na volta” di Mariano Berti Mariano di Paese (TV).

Primo Premio Romanzo storico a “La Ragazza del Triangolo Bianco” di Massimo Taras di Giugliano in Campania.

Primo Premio Libro di fiabe edito a “Piccole storie urbane” di Myriam Mantegazza di Milano.

L’associazione “Il Faro” ringrazia il Comune di Roseto degli Abruzzi per la Rosa d’argento, il Comune di Giulianova per la mattonella Cupola Azzurra, il Comune di Castelli per il Sole di ceramica e il Comune di Notaresco per la targa, tutti premi speciali dedicati.

L’Associazione ha prestato sempre attenzione ai giovani che hanno partecipato numerosi, evidenziando la collaborazione con l’Università degli Studi di Teramo che, per i giovani vincitori di poesia e di narrativa, mette a disposizione l’iscrizione al primo anno accademico.




CURA È RIVOLUZIONE

Dal primo ottobre la campagna dell’ARCI per il tesseramento 2023-2024. Da quest’anno grazie all’App Arci la tessera è anche digitale.

Roma, 29 settembre 2023. Cura è rivoluzione sono le parole scelte dall’Arci per la campagna di tesseramento 2023-2024 che partirà domenica prossima, 1° ottobre.

Una campagna che arriva in un tempo drammatico e pericoloso, in un sistema che genera guerra, collasso climatico, disuguaglianze estreme e crescenti, crisi della democrazia, e dopo un anno politicamente nerissimo in Italia, segnato dal governo più a destra della storia repubblicana che vede o crea nemici ovunque, giovani,  pensionati, donne, poveri, migranti, disabili, persone lgbtq+. 

Come Arci, tra le più grandi organizzazioni sociali e culturali del Paese, vogliamo invece continuare a costruire e praticare, con ancora maggior convinzione e forza, un progetto di partecipazione popolare credibile per una vera alternativa di società, prima di tutto difendendo i diritti di chi sta peggio, di chi si è visto togliere una   misura di contrasto alla povertà come il reddito di cittadinanza.

A partire dalla campagna di tesseramento Cura è rivoluzione, per diffondere la partecipazione civica e promuovere nuovo associazionismo, per difendere il nostro radicamento sul territorio e le tantissime attività di prossimità, fondamentali per rafforzare coesione e giustizia sociale, all’insegna della solidarietà e del mutualismo.

Una campagna per il tesseramento con una grande novità: la tessera Arci da quest’anno è anche digitale. Basta scaricare gratuitamente l’app dagli store iOS e Android (https://tessera-arci.it/) e iscriversi.

La App Arci snellisce e velocizza la procedura di iscrizione, consente di lasciare a casa la tessera mostrando il proprio smartphone, ma soprattutto rende disponibili tutti gli eventi e le iniziative dei circoli e delle Associazioni. Le socie e i soci, inoltre, potranno ricevere notifiche relative ad  appuntamenti, attività, assemblee, campagne sociali e tutti gli sconti con teatri, cinema, musei e locali convenzionati. Una straordinaria opportunità di condivisione per allargare ulteriormente la comunità dell’Arci, una rete alla quale aderiscono circa 4.000 associazioni e circoli in tutta Italia e più di un milione di soci e socie.

Cura è rivoluzione perché, oggi più che mai, la cura delle persone e delle comunità, dei territori e dei beni comuni, dell’inclusività e della pluralità, dei luoghi della prossimità, della socialità, della cultura e del tempo libero sono la risposta rivoluzionaria a solitudine, egoismo, disuguaglianze, discriminazioni, odio e violenze. 

Cura è rivoluzione perché in Arci ci prendiamo cura dei desideri e dei bisogni di tutte le persone.

Perché Cura è rivoluzione.




MUSICHE TRADIZIONALI IN ABRUZZO

Le registrazioni di Giorgio Nataletti (1948-49) a cura di Domenico Di Virgilio. 30 settembre, ore 16: 30 Sala N. Irti Avezzano

Avezzano, 29 settembre 2023.  La prima ricerca sulle musiche di tradizione orale in Abruzzo, promossa dagli Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, all’interno di una giornata di studi sui patrimoni musicali.

Il 30 settembre, alle 16:30, nella Sala N. Irti di Avezzano, un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di musiche di tradizione orale e per quanti siano interessati a una ricostruzione della memoria culturale del territorio: Claudio Rizzoni, Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, e Francesca Piccone, Università degli studi di Teramo, presentano il volume con CD allegato  Musiche tradizionali in Abruzzo. Le registrazioni di Giorgio Nataletti (1948-49) a cura di Domenico Di Virgilio, pubblicato da Squilibri editore nella collana Aem-Archivi di Etnomusicologia dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia.

Il volume riguarda una seminale ricerca realizzata da Giorgio Nataletti, autore di fondamentale importanza per le musiche di tradizione orale nel nostro paese, nonché fondatore degli stessi Archivi di Etnomusicologia che, il 20 dicembre del 1948 è San Giovanni Teatino per una prima ricognizione in Abruzzo dove ritorna il 15 marzo del 1949.

Ballate, stornelli a dispetto, canti di lavoro o legati a occasioni calendariali, dalla festa di Sant’Antonio Abate al Carnevale, ninne nanne, saltarelli e musiche strumentali, per lo più per organetto diatonico e fisarmonica, sono raccolte dalla viva voce dei protagonisti, a testimonianza della vivacità di una cultura musicale ancora integra, di cui si documentano anche le prime trasformazioni nei brani raccolti nella frazione Sambuceto, più esposta a trasformazioni perché in pianura, a pochi chilometri di distanza da Pescara.

Nel corso della seconda spedizione, rispondendo all’urgenza di documentare forme espressive esposte al rischio di perdite irreparabili, Nataletti si spinge fino a Teramo per registrare anche le musiche della locale comunità rom, tra le più antiche d’Italia: pochi brani che offrono una testimonianza unica su una cultura musicale del tutto originale.

IL volume, oltre al CD, presenta anche un significativo corredo fotografico con alcune immagini, derivate dall’Archivio del Museo archeologico nazionale d’Abruzzo, sulla rappresentazione del Sant’Antonio Abate,  altre foto, tratte dall’Archivio privato Parrucci, sull’attività del Coro di San Giovanni Teatino nella seconda metà degli anni Cinquanta.

La presentazione del volume ricade all’interno di una giornata di studi sui patrimoni musicali, promossa dalla Pro Loco di Avezzano e del Centro Studi U.M. Palanza d’intesa con il patrocinio del Comune di Avezzano e in collaborazione con l’Università degli Studi di Teramo che si aprirà con un seminario al quale parteciperanno anche Paola Besutti, Università degli studi di Teramo, e Antonio M. Socciarelli, Archivio storico diocesano dei Marsi.




L’ABRUZZO È CAMPIONE D’ITALIA

L’Istituto Vitruvio Pollione di Avezzano batte la Lombardia e conquista l’oro nelle Finali Nazionali dei Campionati Studenteschi di CALCIO a cinque di Palermo

Palermo, 29 settembre 2023. L’Abruzzo è campione d’Italia. L’Istituto Vitruvio Pollione di Avezzano s’impone nettamente sulla Lombardia e conquista il podio più alto nelle Finali Nazionali dei Campionati Studenteschi di CALCIO a cinque di Palermo. Un successo meritato quanto inatteso alla vigilia. Gli allievi marsicani, partiti a fari spenti, dopo aver superato brillantemente la fase regionale, sono approdati alle Finali Nazionali, con un ruolino di marcia davvero trionfale. In Sicilia la rappresentativa abruzzese, guidata dai docenti Lorenzo De Foglio e Marco Buzzelli, si sono guadagnati la finalissima avendo ragione di formazioni ben più accreditate e con prestazioni e risultati sontuosi, senza far mai ricorso ai tiri di rigore. In semifinale la formazione avezzanese ha regolato, con un secco 3-0, i valdostani dell’Innocenti Manzetti.

Nella partita decisiva, invece, contro la Lombardia, gli abruzzesi si sono imposti di misura per 7 a 6.  Dopo essere stati in netto vantaggio nei primi momenti del match, la formazione lombarda è tornata in partita e, nella seconda fase della sfida, ha accorciato le distanze ma, al triplice fischio, il campo ha decretato la vittoria alla formazione che l’ha voluta con maggior fermezza. Questi i marcatori della rappresentativa abruzzese nella partita decisiva: Samir Guglietti (doppietta), Nico Maceroni, Nico Onnembo (doppietta), Emanuele Neri, Simone Ranieri. Suggestiva la cerimonia di premiazione che, in modo davvero toccante, ha laureato campioni d’Italia degli studenteschi di Calcio a 5, gli studenti dell’Istituto Vitruvio Pollione di Avezzano: Giuseppe Addari – Riccardo Ciaccia – Simone De Leonardis – Samir Guglietti – Nico Maceroni –Emanuel Neri – Nicolò Onnembo – Simone Ranieri – Francesco Rozzi – Davide Scatena. Capo delegazione è Lorenzo De Foglio.

Non nasconde la sua grande soddisfazione il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo, Massimiliano Nardocci. “Sono notizie che fanno sempre bene”, spiega il dottor Nardocci, “ed il motivo è presto detto: lo sport è un impulso forte per la scuola come noi diciamo e facciamo da sempre. Qui i valori più profondi, che vanno dall’inclusione alla condivisione, trovano un forte momento collegamento, assolutamente imprescindibile.  Ai ragazzi, ai docenti, alle famiglie va il più sincero saluto di ringraziamento e il senso più vero di ammirazione per un risultato prestigioso per loro ma, anche, per tutta la scuola abruzzese”.

Il Coordinatore di Educazione Motoria, Fisica e Sportiva Abruzzo, Antonello Passacantando. “Negli ultimi anni”, comincia il responsabile abruzzese, “la nostra regione in termini di scuola e sport ha fatto passi da gigante. Non più tardi dello scorso anno, infatti, abbiamo vinto i campionati nazionali di Beach volley, di Basket 3X3 a Campobasso e conquistato il pass per i mondiali di calcio a 11. Risultati che testimoniano l’ottimo stato di salute dello sport pienamente incastonato nelle gemme della nostra scuola. Un sodalizio solido e ben strutturato che dobbiamo considerare, numeri alla mano, perfettamente riuscito. L’Abruzzo è una delle regioni più piccole del nostro Belpaese eppure riesce sempre, in qualche modo, a primeggiare, in queste competizioni. Per questo”, conclude Passacantando, “voglio ringraziare il nostro Direttore Scolastico Regionale, Massimiliano Nardocci che crede fortemente nel binomio scuola- sport ma, non dimentico, la nostra delegazione che ci ha regalato un altro grande morivo di soddisfazione”

“È un successo che parte da lontano”, rivela l’insegnante– allenatore Lorenzo De Foglio reduce dal successo di Palermo, “i ragazzi hanno affrontato tutta la fase nazionale con grande compattezza, già dalle fasi distrettuali, provinciali e regionali avevano dato la sensazione di un gruppo coeso e ben organizzato. Una parola va spesa anche per le nostre allieve”, chiarisce il capodelegazione ”che, pur non avendo mai praticato questa disciplina hanno ben figurato. Per loro uno score positivo, su 4 gare disputate hanno ottenuto due vittorie e due sconfitte. Del tutto centrato l’obiettivo più strettamente formativo con le nostre ragazze che hanno affrontato la manifestazione col giusto spirito, ragazze che sono state in grado di capire la valenza educativa e l’importanza dell’evento anche sotto il profilo della socializzazione”.

Visibilmente soddisfatto, Marco Buzzelli, docente e tecnico del liceo marsicano che ha seguito da vicino la trionfale cavalcata dei premiati allievi del Vitruvio-Pollione. “Questa ultima parte“, aggiunge l’altro insegnante- allenatore, “ha evidenziato le grandi qualità tecniche e morali di allievi speciali che hanno sentito il peso della responsabilità e hanno saputo affrontare la manifestazione con grande determinazione e, soprattutto, tanto cuore”.

Non sta nella pelle il capocannoniere Samir Guglietti: “Sono contento per i gol e di aver aiutato la squadra”, confessa il bomber marsicano, “ma il mio obiettivo era vincere per regalare una gioia al gruppo, alla scuola e agli insegnanti che ci hanno accompagnato in questa fantastica esperienza”.

E gli fa eco il capitano, Nico Maceroni: “Ci abbiamo messo tutto l’impegno e la determinazione possibili e abbiamo ottenuto così il risultato tanto atteso e desiderato”.

Nella spedizione iridata entrano di diritto anche le studentesse dell’Istituto Ovidio di Sulmona, accompagnate dalle docenti Sonia Indiciani e Antonella Zarrillo: Nicoletta Carlini – Federica Cavallaro – Ludovica D’Amaro – Benedetta D’Amico – Giulia Di Bacco – Martina Di Cioccio – Martina Di Sabatino – Joanne Di Silvio – Cornelia Fasciani Vacarenco – Giorgia Federici.




CARI GIOVANI,

dopo la breve parentesi estiva torno a voi con la mia lettera mensile la quale, fin dal mio arrivo in mezzo a voi, è un piccolo segno della mia vicinanza e amicizia con tutti voi.

Riprendere non sempre è facile!

Ritornano in mente tutte le domande che forse abbiamo tenuto nascoste nel tempo del riposo.

È possibile ripartire?

Vorrei dirvi, con tutta onestà, che è possibile!

Per molti può sembrare una frase di circostanza, troppo spesso utilizzata.

Se esisto vuol dire che posso ripartire!

Cari amici,

noi viviamo in una situazione particolare in cui sono molte le sollecitazioni a mettere in dubbio che io possa dire: esisto!

Esisto, sì, ma sono qualcosa o qualcuno?

È una domanda che dobbiamo sempre portare con noi nel cuore e nella mente!

Insieme a noi, anzi unito a noi, c’è il Signore Gesù che ci sostiene e ci ripete ogni giorno: sei qualcuno!

Essere qualcuno significa che la mia storia è unica e irripetibile, non omologabile.

Le cose si moltiplicano, ma sono sempre oggetti.

Tu invece sei qualcuno!

La tua esistenza ti è stata donata e deve essere donata per aiutare gli altri a crescere.

Come non ricordare il tema della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona: “Si alzò in fretta!”.

Maria fu chiamata per nome per una missione particolare.

Le cose si chiamano per numero!

Anche noi dobbiamo evitare di chiamare gli amici come se indicassimo un numero. Chiamarli per nome significa che sono importanti per me!

I numeri si moltiplicano ma non partono, anzi non possono ripartire.

Ricordo sempre una frase della mia insegnante elementare: “cambiando il posto degli addendi, la somma non cambia”. I numeri si possono riposizionare, ma la storia non cambia!

Ripensa al tuo nome: sei qualcuno!

Nonostante i tuoi limiti, puoi essere protagonista nella storia, perché la società non è la somma degli oggetti, ma una comunità che vuole camminare insieme.

È il segreto che si nasconde nella regola benedettina: ora et labora.

Vi auguro di saper coniugare insieme la preghiera e il lavoro, che per molti di voi è lo studio.

È la sintesi che ci aiuta a superare tutte le difficoltà che ci sollecitano a rinunciare di rischiare, perchè essere qualcuno significa fare delle scelte.

I numeri non scelgono, ma ripetono!

Tu non ripetere, ma guarda al tuo futuro con fiducia perché sei qualcuno che ha molto da donare agli altri!

Alzati in fretta e riparti!

Non sei solo!

Con la mia preghiera!

+ Lorenzo, vescovo




L’INTRODUZIONE di Franco Cercone

[Contributo pubblicato: Introduzione al Volume “Giovanni Pansa. Miti Leggende e Superstizioni. Scritti inediti e rari” a cura di F. Cercone, Ed. L.U. Japadre, L’Aquila 1979, pagine n. 158]

Sulla scrivania dove Giovanni Pansa aveva infaticabilmente lavorato fino al giorno precedente la sua morte, avvenuta in Sulmona il 19 gennaio 1929, furono rinvenuti alcuni lavori cui egli attendeva e che si riprometteva di completare.

Tra questi, come mi rivelò Donna Clara Pittoni-Pansa, figlia dell’illustre sulmonese, una nuova edizione ampliata su “Ovidio nel medioevo e nella tradizione popolare” nonché il “Quarto supplemento alla Bibliografia storico-topografìca degli Abruzzi”. Malgrado tutte le ricerche effettuate nella biblioteca Pansa, insieme a Donna Clara non mi è stato possibile rintracciare tali manoscritti, andati dispersi in circostanze difficili da accertare. L’acquisto della biblioteca stessa da parte della Provincia di Pescara, avvenuto nell’estate del 1976, ha aumentato inoltre le difficoltà di un loro rinvenimento. Anche se allo stato di bozze, il Pansa aveva portato a compimento altri tre importanti scritti di carattere etnografico, che secondo le intenzioni dell’A. dovevano costituire i primi tre capitoli del terzo volume di “Miti, leggende e superstizioni dell’Abruzzo. Studi comparati”[1] dedicato a B. Croce.

Tali studi, che si possono considerare dei veri e propri rari, vengono ora riproposti all’attenzione degli studiosi poiché furono pubblicati postumi nella loro stesura incompleta, nelle riviste più disparate, alcune delle quali poco note al pubblico qualificato. Essi erano stati già segnalati comunque da G. Profeta nella sua fondamentale Bibliografia delle Tradizioni popolari abruzzesi (Roma 1964) e successivamente nel mio saggio Giovanni Pansa: vita e opere, apparso sul Bollettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria (1973), cui si rinvia per l’indice bibliografico. Gli scritti in questione, disposti da me secondo la loro data di pubblicazione, sono i seguenti:

I. – Picus martius. Studio di esegesi mitica pubblicato in “Il Folklore Italiano”, diretto da R. Corso, an. VI, 1931, fasc. III-IV, pp. 181-199.

Tale scritto, come mi ha rivelato Donna Clara Pittoni-Pansa, costituiva la relazione che G. Pansa avrebbe presentato al Convegno del Folklore Italiano, svoltosi a Firenze il 10 giugno 1929, ed al quale era stato ufficialmente invitato. Lo stato di salute (il Pansa morì infatti nello stesso anno) non gli permise di affrontare il viaggio e tale circostanza impedì al Sulmonese, vissuto isolato e al di fuori delle polemiche che in quel momento s` agitavano intorno alla complessa problematica del Folklore, di entrare in contatto con altri illustri studiosi che parteciparono al suddetto Convegno, come R. Pettazzoni, R. Corso, P. Toschi, G. Cocchiara ecc.

II – L’ordalia totemica dei Marsi ed il Santuario di San Domenico di Cocullo, pubblicato in cinque puntate.

Le prime tre apparvero in “Luci Sannite”, periodico diretto da E. Paterno, Benevento, genn.-apr. 1938, pp. 39-41; magg.-lug. 1938, pp. 33-36; ag.-nov. 1938, pp. 31-32. Le ultime due apparvero invece in “Attraverso l’Abruzzo”, Pescara, magg.-giu. 1957, pp. 1-3 ; ag. 1957, pp. 13-14.

III. – Di uno specchio magico del sec. XV-XVI e della Catoptromanzia degli antichi secondo le leggende medioevali e i racconti popolari, pubblicato in “Lares”, Roma, an. XXVI. 1960, pp. 1-14.

Circa il loro contenuto, tali studi si impongono alla nostra attenzione sia per il rigore scientifico del metodo che per l’importanza degli argomenti trattati e rappresentano pertanto la fase di maggior maturità cui il Pansa era pervenuto negli ultimi anni della sua vita.

Da un punto di vista formale è doveroso rilevare che “Picus Martius” e “Di uno specchio magico” risentono, proprio perché pubblicati allo stato di abbozzo, della mancanza di lima che si nota anche negli altri scritti inediti del Pansa.

Per quanto riguarda invece “L’ordalia totemica dei Marsi” il discorso è alquanto diverso, poiché oltre a mancare di questa limatura finale, è stato poco curato durante la stampa. Infatti specialmente le ultime due puntate sono piene di refusi ed il testo è in molti punti poco comprensibile a causa dei numerosi errori, come è stato segnalato alcuni anni fa da G. Profeta.[2]

Di qui la necessità di una revisione minuziosa del testo che ho effettuato con scrupolo e che potrebbe far considerare, sotto alcuni aspetti, quasi un inedito L’ordalia totemica dei Marsi.

All’attenzione degli studiosi vengono riproposti anche due scritti che per motivi diversi possono essere considerati lo stesso dei rari e cioè: “L’amphidromia” nonché “La Porta di ferro e le leggende del tesoro nascosto”.

Il primo rappresenta il capitolo di uno studio dal titolo: “In Abruzzo. Saggi di Etnografia comparata”, pubblicato nella «Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti» (Teramo 1915, fasc. XI, pp. 561-579) e non inserito dal Pansa in uno dei due volumi di Miti e Leggende.

Del secondo studio invece, pubblicato anch’esso nella suddetta Rivista (Teramo 1917, fasc. VI, pp. 273-284), è inserita in Miti e Leggende solo una minima parte (vol. 1, pag. 48 segg.) in cui manca tra l’altro il tema importante della credenza popolare sull’Anticristo, trattato invece nello studio originario.

Nel presente volume si riporta anche la biografia contenuta nel mio saggio bio-bibliografico sul Pansa, precedentemente citato, che è stata ulteriormente ampliata con notizie di cui sono venuto a conoscenza in questi ultimi due anni ed arricchita da due lettere inedite, a mio avviso importanti, di A. de Nino e G. Cocchiara.

E veniamo agli inediti, la cui pubblicazione devo alla cortesia di Donna Clara Pittoni-Pansa.

Si tratta di quattro scritti di cui uno reca la data appostavi in calce dallo stesso Pansa: Sulmona, giugno

1909, ed ha per titolo “I preti concubinarii in Sulmona nel XIV sec., oggetto di una conferenza svolta al Comune di Sulmona la sera del 30 maggio 1909 ed il cui testo il Nostro non ritenne opportuno pubblicare.[3]

Dato l’argomento trattato, che il Celidonio definì «poco veritiero» in un opuscolo apparso subito dopo la conferenza del Pansa,[4] ritengo che tale scritto possa essere escluso dalla rosa di quelli che nelle sue intenzioni dovevano confluire nel III volume di Miti e Leggende. La stessa osservazione va fatta degli “Usi di Cansano”, una semplice pagina di appunti, e di “Miracoli”, una trattazione che in alcuni punti è resa pesante da elementi teologici e filosofici.

“La leggenda dell’oro in Abruzzo”, l’ultimo scritto in questione, è un abbozzo sulle credenze plutoniche abruzzesi e sulla presenza di giacimenti e vene aurifere nella nostra regione. Si tratta dunque di un argomento di alto interesse etnografico, ma la sua incompletezza ne riduce di molto l’importanza.

Se esistono altri inediti nella biblioteca Pansa è una domanda cui allo stato attuale è difficile rispondere. Io ne dubito, date le ricerche fatte insieme a Donna Clara Pittoni-Pansa circa tre anni fa e l’esito negativo che esse hanno dato.

Occorre rilevare tuttavia che nel 1906 il Pansa fece parte del comitato scelto dal Comune di Sulmona per erigere un monumento ad Ovidio. L’iniziativa non ebbe successo; ma dal Mattiocco si apprende che «nell’aprile 1910 si commemorava a Sulmona la morte del De Nino e in quell’occasione si riparlò del monumento. Giovanni Pansa allo scopo di rinverdire gli entusiasmi … preannunciava una conferenza il cui ricavato sarebbe stato devoluto pro monumento. Il Pansa tenne fede all’annuncio e parlò della pubblica economia e del costume della Sulmona trecentesca››.[5]

Se il Pansa abbia steso il testo della conferenza e l’abbia pubblicato non mi è stato possibile accertare.

Nel 1979 cadrà come è noto l’anniversario del cinquantenario della morte di G. Pansa. Mi auguro che questo mio lavoro, tendente a realizzare quello che certamente fu uno degli ultimi desideri dell’illustre studioso, possa costituire un degno omaggio alla sua memoria.

Franco Cercone


[1] È utile ricordare in tale sede che i primi due volumi, con lo stesso titolo, furono pubblicati entrambi a Sulmona nel 1924 e nel 19277 per i tipi dell’Ed. U. Caroselli. Essi saranno indicati da ora in poi semplicemente con Miti e Leggende.

[2] G. Profeta, Il rito delle serpi di Cocullo in un documento inedito del carteggio di Melchiorre Delfico, in “Atti del Congresso Internazionale di Linguistica e Tradizioni Popolari”, Udine 1969, nota 6, pag. 242.

[3] Il titolo completo della conferenza, da cui il Pansa trasse I Preti concubinarii in Sulmona nel XIV sec., era “La società

Sulmonese del secolo XIV nella pubblica moralità e nel costume”. Cfr. E. Mattiocco, (Un inedito Capitolato di Giovanna d’Aragona, principessa di Sulmona), in «Bullettíno della Deputazione Abruzzese di Storia Patria», vol. II 1975, pag.605, nota 28.

[4] G. Celidonio, I Chierici coniugati in Sulmona, Sulmona 1909.

[5] E. Mattiocco, Sulmona ieri, pag. 64, Sulmona 1972. La notizia è stata stralciata dal Mattiocco da un giornale dell’epoca che non conteneva ulteriori precisazioni circa il titolo della conferenza stessa. Probabilmente, il Pansa deve essersi soffermato sullo stesso argomento trattato nella conferenza dell’anno precedente. Cfr. nota 3.




PER NON PERDERE LE RISORSE delle politiche di coesione

Hub delle Competenze. L’ottavo Focus Group di Regione Abruzzo e Formez Pa

Vasto, 29 settembre 2023. A quasi tre mesi dalla presentazione e dalla firma del protocollo di intesa con Anci e Upi, alla presenza del ministro Zangrillo, Palazzo d’Avalos a Vasto è tornato ad ospitare sindaci, amministratori, dirigenti regionali ed esperti del Formez nell’ambito dell’ottavo Focus Group, l’iniziativa ideata dalla Regione Abruzzo e dal Formez per disseminare valori e obiettivi del progetto sperimentale Hub delle Competenza.

A fare gli onori di casa l’assessore del Comune del Vasto Anna Bosco, che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza che i Comuni facciano rete: “Nella nostra regione – ha spiegato – l’85% dei Comuni ha una popolazione inferiore a 5 mila abitanti. Questo indica la necessità di iniziare a guardare ad un metodo di lavoro condiviso, che non ci faccia perdere le sfide legate alle politiche di coesione, con le ingenti risorse ad esse legate”.

A illustrare i dettagli del progetto e le azioni introdotte dalla Regione per venire incontro alle esigenze del territorio, Carmine Cipollone, Autorità di gestione dei Fondi Fesr e Fse: “La Commissione europea ha approvato il nostro piano di finanziamenti che, nello specifico, vede 5 milioni di euro destinati alle strategie per le Aree Funzionali Urbane e 5 milioni di euro per le aree interne. Non possiamo rafforzare le piante organiche dei Comuni, ma possiamo e vogliamo assicurare assistenza tecnica e specialistica, in modo da fronteggiare le difficoltà di organizzazione e i divari inerenti alla capacitazione amministrativa. L’incontro di oggi a Vasto nasce con l’intento di mostrare come la Regione intende attuare concretamente i propositi e le proposte enunciate lo scorso mese di luglio”.

A ribadire la necessità di fare sistema anche il direttore dell’Anci, Massimo Luciani: “Abbiamo sottoscritto a luglio un documento con il quale ci impegniamo a costruire una rete tra gli enti locali e la Regione solo con l’obiettivo di migliorare le performance amministrative e cogliere le opportunità legate ai Fondi nazionali ed europei”. 

Non ha mancato di sottolineare l’importanza di costruire un sistema di competenze la responsabile Formez dell’Hub delle Competenze, Maria Rosaria Russo: “Abbiamo ideato i Focus Group con un unico intento, quello di dare voce al territorio e far capire che la partecipazione è elemento ineludibile per elaborare proposte concrete che possano essere messe in atto dall’amministrazione regionale.”

Il calendario dei Focus Group proseguirà oggi, venerdì 29 settembre, ad Arsita e lunedì 2 ottobre a Oricola.




GLI AFFITTI UNIVERSITARI

Al fianco di UDU L’Aquila e Teramo

Pescara, 29 settembre 2023. A quattro giorni dall’inizio dei corsi universitari continua il silenzio inaccettabile dell’ADSU dell’Aquila e della Regione sulle residenze universitarie, soprattutto in un momento in cui la comunità studentesca di tutto l’Abruzzo denuncia la grave situazione relativa al caro affitti.

Oggi l’Unione Degli Universitari UDU L’Aquila e UDU Teramo sono scese nuovamente in piazza, piantando delle tende in protesta, a L’Aquila, contro la chiusura della ex caserma Campomizzi e la mancata emanazione del nuovo bando per l’accesso alla residenzialità pubblica da parte degli studenti dell’Ateneo Aquilano, a Teramo, per chiedere investimenti da parte di Regione e Governo per il diritto allo studio. 

La manifestazione, facente parte della campagna nazionale Vorrei un futuro qui, ricalca appieno la mancanza di una regolamentazione chiara del diritto allo studio nella nostra regione.

Da settimane insieme a studentesse e studenti, attendiamo risposte all’interrogazione relativa ai posti letto per gli studenti universitari nella Regione Abruzzo presentata dai consiglieri del PD.

I Giovani democratici d’Abruzzo confermano il pieno supporto e la solidarietà nei confronti di tutte e tutti i giovani dell’Università dell’Aquila, di Teramo e di Chieti/Pescara. Continueremo a collaborare con i sindacati studenteschi per la realizzazione di un progetto che vada a tutelare tutti gli studenti abruzzesi, che innalzi i posti letto nelle residenze pubbliche e che migliori il sistema del diritto allo studio nella nostra regione.

Monaim Mouatamid responsabile università Gd Abruzzo

Saverio Gileno, segretario regionale Gd Abruzzo




VORREI UN FUTURO QUI!

Udu Teramo aderisce alla manifestazione nazionale sul caro studio con un flash mob giovedì 28 settembre

Teramo, 29 settembre 2023. CARA università, quanto sei CARA?!: con questo slogan è arrivata anche a Teramo la manifestazione nazionale “Vorrei un futuro qui!” promossa dall’Unione degli Universitari.

Come sindacato studentesco bocciamo le politiche del governo e della regione, denunciando l’assenza di una strategia su alloggi universitari, affitti, utilizzo del PNRR, borse di studio, caro libri, trasporti e salute mentale e per questo abbiamo lanciato un flash-mob davanti alla sede del campus “A. Saliceti” dell’Università di Teramo.

A nulla è servito aver piantato le tende in tutta Italia ad aprile, dopo mesi le lezioni universitarie stanno ricominciando, e la situazione è peggiorata: gli affitti sono aumentati, i libri costano di più e il governo invece di intervenire spreca le risorse del PNRR per studentati di lusso. Gli studenti non possono più essere presi in giro dal mondo della politica, e per questo abbiamo risposto con una mobilitazione nazionale.

Anche a livello regionale i problemi continuano ad essere molteplici: ormai è diventata prassi in Abruzzo che le borse di studio siano per un gran numero di studenti un rimborso spese a causa del problema degli idonei non beneficiari, una situazione non più tollerabile. Inoltre, anche sui trasporti non si vedono miglioramenti rispetto alle richieste che portiamo avanti da anni.

“Nonostante i costi non siano quelli delle grandi città universitarie,” – dichiara Pierluigi Marini, coordinatore dell’Unione degli Universitari di Teramo – “anche nella nostra città comincia a farsi sentire l’aumento del costo della vita per gli studenti universitari. Per questo abbiamo deciso di portare la manifestazione nazionale anche davanti alla sede del nostro Ateneo, per chiedere che il Governo e la Regione comincino ad occuparsi degli studenti e della nostra generazione, con investimenti e programmazione sul diritto allo studio, trasporti, affitti, salute mentale.

Da qui il nostro appello al mondo della politica: Vogliamo poter continuare a vivere nella nostra città, nella nostra regione, nel nostro paese: vogliamo un futuro qui!”




RUOTE NELLA STORIA sulle Orme dei Vestini in Abruzzo

Il raduno di ACI Storico, dedicato alle vetture d’epoca, torna a regalare uno nuovo splendido appuntamento organizzato da AC Pescara a partire dal suggestivo Borgo di Penne

Pescara, 29 settembre 2023. Un nuovo suggestivo appuntamento con il raduno dedicato alle auto d’epoca e voluto da ACI Storico in stretta connessione con l’Automobile Club d’Italia torna a solcare luoghi “magici” e dalla bellezza, oltre che dalla storia, unica del nostro patrimonio paesaggistico e culturale italiano. In questa occasione per la giornata organizzata dall’Automobile Club Pescara, il prossimo 1° ottobre, a fare da cornice a Ruote nella Storia il Borgo di Penne. Il percorso propone un tragitto che ripercorre la via dei Vestini, antico popolo italico, per raggiungere proprio il centro nevralgico del loro possedimento dove si terranno anche delle visite guidate tra le residenze storiche della località in Provincia di Pescara.

Un nuovo viaggio tra la storia, l’arte, la tradizione e i panorami incantati sempre al volante delle automobili d’epoca, continuo esempio non solo della passione, ma anche della cultura del motorismo, gioielli unici che rappresentano l’evoluzione tecnica e tecnologica in tutta la storia dell’automobilismo e della sua evoluzione costante.

Come sempre, in ogni appuntamento con Ruote nella Storia, a rendere possibile la manifestazione la collaborazione degli Automobile Club locali che, in questa occasione, sono rappresentati dall’AC Pescara, presieduto da Giampiero Sartorelli e diretto da Barbara Falcinelli, che ospita la sua terza edizione dell’auto-raduno di ACI Storico.

– “Come Automobile Club Pescara – ha tenuto a sottolineare il Presidente Giampiero Sartorelli –  crediamo molto nel format Ruote nella Storia, che ci consente di valorizzare al meglio il nostro territorio e soprattutto di farlo conoscere ai nostri ospiti. Il successo delle prime due edizioni ci conforta e ci spinge a proseguire nella strada intrapresa, sempre più convinti dell’unicità della manifestazione, un forte connubio tra territorio e motori che richiama sempre tantissimi appassionati lungo il percorso. Penne è un borgo molto bello e ben tenuto della nostra Provincia e per l’AC Pescara rappresenta anche una parte della nostra storia nel mondo del motorismo sportivo, cha ha da sempre caratterizzato la nostra attività, dalla Coppa Acerbo, alla Cronoscalata Svolte di Popoli, al Rally d’Abruzzo. A Penne, infatti, si disputò nel lontano 1925 una delle prima cronoscalate della storia, la Coppa di Natale. Penne, inoltre, ha dato i natali al Marchese Diego de Sterlich, ottimo pilota con numerose vittorie in gare nazionali, soprannominato il ‘Marchese Volante’. Senza dimenticare che fu de Sterlich che aiutò i fratelli Maserati, in un momento di difficoltà, ad iniziare la produzione delle prime auto, oltre ad avere ideato il ‘Tridente’ che sarà poi marchio caratteristico della prestigiosa casa automobilistica. Dopo l’arrivo a Penne, parcheggiate le vetture nella splendida piazza Luca da Penne, saremo ospiti del Sindaco, nella casa comunale, dove verranno proiettati filmati per far conoscere meglio la bellezza e la storia del borgo, ma anche filmati d’epoca sulle gesta sportive del marchese de Sterlich, tanto per restare in tema.”-

Una giornata davvero interessante in cui la tradizione e la cultura di un territorio si intersecano perfettamente con la storia dell’automobilismo creando una sinergia ideale e in esemplare linea con l’obiettivo portato avanti da Ruote nella Storia, ovvero promuovere il patrimonio territoriale nazionale e valorizzare l’importanza del motorismo d’epoca.

Immancabile la partecipazione di vetture dall’estremo valore tra cui, solo per citarne alcune, la vincitrice della categoria “Anni ’50” al Concorso d’Eleganza 2023 di Trieste, l’Alfa Romeo 6C 2500 SS Villa d’Este 1950 del Vice-Presidente dell’Automobile Club di Pescara Ing. Sandro Brozzetti, attese anche una Lancia Appia seconda serie 1957, un’Alfa Romeo Giulietta Spider del 1961, una Fiat Cabriolet del 1963, una Porsche 55 del 1961, una Alfa Romeo 2000 Spider del 1960 e altre meravigliose vetture dal medesimo prestigio ed inestimabile valore.

PROGRAMMA:

Ore 09,00 – 09,30 Arrivo dei partecipanti a Collecorvino presso “Mal Perdedor Padel House” in Viale Italia 16 ed accreditamento equipaggi

Ore 10,00 Partenza per Penne

Ore 10, 30 – 11,00 Arrivo in Piazza Luca da Penne con esposizione delle auto storiche

Ore 11,00 Trasferimento nella Sala consiliare per i saluti istituzionali delle Autorità presenti e proiezione di alcuni brevi filmati

Ore 11,30 Visita guidata ai Musei archeologico civico Diocesano “G.B. Leopardi” e di Arte Moderna e Contemporanea in Piazza Duomo di Penne

Ore 13,00 Partenza per la Contrada Campetto di Penne

Ore 13,15 Pranzo presso il Ristorante “Lu Cannaroz” in Contrada Campetto (zona impianti sportivi

Ore 16,00 Distribuzione omaggi ai partecipanti e saluti

Ore 16,30 Fine manifestazione




PER RICORDARE RODOLFO ZANNI, il Mozart d’Argentina

Un evento a Cordoba, nella città dove il geniale musicista morì, il 26 ottobre sarà proiettato il docufilm sulla sua vita

di Goffredo Palmerini

L’Aquila, 29 settembre 2023.  A Cordoba, la città dove in circostanze sospette e misteriose Rodolfo Zanni morì all’età di 26 anni, il prossimo 26 ottobre al Cine Teatro Real sarà proiettato il film “Enigma in tempo rubato. Un Mozart argentino”, sulla vita del geniale musicista e compositore di origine italiana. Sarà un evento eccezionale che riporterà all’attenzione del mondo della musica un personaggio straordinario, cancellato dalla memoria nonostante avesse illuminato con il suo genio la musica argentina del primo Novecento. Saranno anche eseguite le sue composizioni superstiti. Rodolfo Zanni era nato a Buenos Aires nel 1901 da genitori italiani (suo padre abruzzese di Atri, sua madre genovese), visse solo 26 anni e la sua vita terminò nel 1927 a Cordoba in circostanze sospette e misteriose. Nel breve arco della sua esistenza ebbe una vita avvincente, poi travagliata e infine tragica. Il film, per la regia di Francesco Cordio, scritto da Giuseppe Zanni, con la partecipazione straordinaria del tenore Fabio Armiliato, è stato girato nel 2021 in Italia e in Argentina. Ripercorre con il rigore del documentario la vicenda di gloria e fallimento, di persecuzione e morte del giovane talento musicale, non a caso definito il Mozart argentino.

“Non mi dilungherò sulla sua vita – dichiara l’autore della sceneggiatura Giuseppe Zanni – che potrà essere letta in alcune biografie uscite di recente, oppure sul sito www. Rodolfo Zanni.com, anche in spagnolo e in inglese. Vorrei invece sottolineare che, nel breve lasso di tempo che gli fu concesso (visse tanti anni quanti Pergolesi, cinque meno di Schubert nove meno di Mozart), Rodolfo Zanni compose un’immensa quantità di lavori musicali, quasi 100 opere tra suonate sinfonie balletti, tra cui anche due opere liriche: Rosmunda, su libretto di Sam Benelli, e l’altra Glyceria, su libretto di lui medesimo, come mai nessuno aveva fatto alla sua età. Queste opere sono tutte scomparse – aggiunge Giuseppe Zanni – tranne cinque opere minori, nonostante egli le avesse presentate al Teatro Colon di Buenos Aires in un memorabile Gran Concerto, nel quale egli appena ventunenne diresse un’orchestra di 120 professori e 100 coristi in onore e in presenza del Presidente eletto della Repubblica Argentina Torcuato de Alvear e della sua fascinosa moglie, il soprano Regina Pacini. La persecuzione e la damnatio memoriae messe in atto da forze misteriose erano quasi riuscite a far dimenticare questo musicista dall’immenso talento. Tuttavia, uomini di buona volontà – cantanti come l’indimenticabile Daniela Dessì e il tenore Fabio Armiliato, un avvocato legato da rapporti di parentela, uomini di cultura ,ostinati e tenaci ,intolleranti all’ingiustizia e aiutati dalla stampa dalla televisione e dal mondo letterario, scavando e operando per un lungo periodo di tempo, nei luoghi più diversi: in Argentina, in Italia, negli Stati Uniti, in Europa, tanto che a Parigi sono riusciti a far riemergere il giovane compositore e a riportarlo in luce nel mondo musicale. Per la definitiva consacrazione però – conclude Zanni –, si devono ritrovare le opere che deliziarono i suoi contemporanei. Perciò faccio un appello a tutti per ricercare negli archivi, nelle biblioteche, nei cassetti, nelle collezioni pubbliche e private, a sfogliare, indagare, interrogare, per raccogliere ogni testimonianza scritta e orale, racconti di famiglia, lettere, foto, documenti, spartiti, qualunque cosa che possa interessare e essere utile ad aggiungere un tassello alla conoscenza della personalità di Rodolfo Zanni. Ma soprattutto cerchiamo la musica di quasi 100 opere – sinfonie, balletti, romanze e in particolare l’opera lirica Rosmunda che le cronache dell’epoca danno editata dalla Casa Ricordi di Milano, ma che è anch’essa scomparsa. Chiunque abbia notizie su Rodolfo Zanni può comunicare attraverso l’e-mail mozartargentino@gmail.com”

Ora però è bene dare qualche cenno in più sulla vita del grande compositore e direttore d’orchestra, facendo sintesi della ricca biografia tracciata proprio da Giuseppe Zanni, nato a Roma da genitori di Atri, diplomatico in pensione con una carriera passata a Parigi all’OCSE, a Bruxelles presso la Comunità Europea e infine a Roma, come direttore generale presso il Ministero del Tesoro, docente presso l’Università di Teramo e la Libera Università Luiss. Giuseppe, lontano parente del musicista, sta dedicando interamente il suo tempo, dopo essere andato in pensione, alla ricerca di notizie e soprattutto delle opere musicali composte da Rodolfo Zanni, per rendere il doveroso tributo di conoscenza e onore esorcizzando la maledizione che accompagnò la sua burrascosa e tragica vita. Rodolfo Antonio Angelodeo Zanni nasce nel 1901 a Buenos Aires, figlio di emigrati italiani, e muore a Cordoba nel 1927. Bambino prodigio, già a 16 anni è un talentuoso direttore d’orchestra. A 19 anni entra nel corpo dei direttori d’orchestra del prestigioso Teatro Colon di Buenos Aires e il grande Felix Weingartner (1863-1942), allievo prediletto di Liszt, lo sceglie come maestro preparatore e direttore scenico. L’opera che Rodolfo Zanni deve affrontare è una delle musiche più complesse e monumentali: la Tetralogia di Richard Wagner. Rodolfo assolve il compito con grandissimo successo ed elogi da parte della critica e del pubblico.

La sua apoteosi, però, l’ha nel 1922 con un Gran Concerto Sinfonico al Teatro Colon, quando dirige, in onore del Presidente della Repubblica d’Argentina Torcuato de Alvear, un’orchestra di 120 musicisti e un Coro di 100 cantori, presentando solo opere da lui stesso composte, ottenendo uno straordinario successo e, secondo i resoconti stampa dell’epoca, “ovazioni deliranti”. Dopo quel trionfo, però, accade qualcosa d’inspiegabile e l’artista tanto osannato viene allontanato, cancellato, ridotto all’anonimato. Muore nel 1927 in circostanze misteriose e mai chiarite. Il suo corpo, prima sepolto in terra sconsacrata, viene riesumato e scompare, senza che si abbia più notizia delle sue spoglie. Inoltre, fatta eccezione per quattro brani minori, scompaiono pure le 81 composizioni a lui attribuite: sinfonie, ouverture, balletti, romanze e due opere liriche (Rosmunda, quattro atti su libretto di Sem Benelli, e Gliceria, su suo libretto). Immenso era stato il lavoro creativo nella sua breve vita, con una predilezione per la musica su grande scala, di cui quasi nulla è pervenuto fino a noi. Una vera e propria damnatio memoriae. A tutt’oggi si ignora dove siano finiti i suoi spartiti musicali.

Giuseppe Zanni e Elio Forcella, autori del romanzo “Desaparecido in do maggiore” (Zecchini Editore, 2014) sulla vita del grande musicista, insieme ad ostinate ricerche condotte in Argentina, hanno cercato di riportare alla luce il compositore dimenticato, con un insperato successo: la Rai (Tg1, Tg2 e Tg3), la radio, i più importanti giornali, persino l’Osservatore Romano, le riviste musicali in Italia e all’estero, con articoli tradotti in più lingue, hanno dato risalto alla straordinaria vicenda umana e artistica di Rodolfo Zanni. La rivista Musica, una delle più autorevoli in Italia, ha promesso 5000 euro a chiunque segnali o ritrovi i suoi spartiti significativi. In Argentina la Radio Nacional ha mandato in onda una lunga trasmissione sul musicista, come pure la radio ufficiale del Teatro Colon ha ricordato ampiamente Rodolfo Zanni e il suo genio musicale. L’Istituto Superiore di Musica “José Hernandez” ha pubblicato un numero monografico della rivista “Atriles” sul musicista e anche un’analisi critica, molto approfondita, del musicologo argentino Lucio Bruno Videla sulle quattro opere rimaste conosciute.

Recentemente, con la collaborazione del prof. Massimo Gentili Tedeschi del Ministero dei Beni Culturali e della prof. Laure Marcel Berlioz, direttrice del Centre de documentation de la Musique Contemporaine di Parigi, si è riusciti ad individuare 12 altre opere dello sfortunato musicista, senza tuttavia riuscire a recuperare gli spartiti, avendo la Società francese degli Autori, Compositori e Editori di Musica depositati solo gli incipit delle opere, comunque recuperati. Molto importante è stata anche la pubblicazione, sulla rivista ufficiale del Teatro Colon di Buenos Aires, di un corposo articolo titolato “Un silencio elocuente”, pieno di interrogativi, dove si chiede come mai fosse stato dimenticato un musicista che il Colon stesso aveva giudicato talmente importante da dedicargli una serata monografica. Un’orchestra di Buenos Aires, diretta dal M°Lucio Bruno Videla, ha messo in repertorio ed eseguito qualche tempo fa La campiña adormecida, il breve poema sinfonico superstite di Rodolfo Zanni. Ora tutto il mondo musicale, dopo l’oblio, tornato alla consapevolezza del talento, del valore e della rilevanza del grande compositore scomparso, è in fermento per ritrovare almeno una parte delle opere per le quali i contemporanei di Zanni lo avevano tanto favorevolmente giudicato ed osannato.

Appassionata e straordinaria l’opera di ricerca messa in campo da Giuseppe Zanni per trovare notizie e soprattutto le musiche composte dal grande genio musicale di cui egli porta il cognome, la consanguineità e le comuni origini abruzzesi. Lo hanno portato nel 2021 a scrivere, finanziare e realizzare, con la regia di Francesco Cordio, il docufilm “Enigma in tempo rubato. Un Mozart argentino” che tra un mese sarà presentato proprio a Cordoba, la città dove Rodolfo Zanni morì. Il film, della durata di 60 minuti, sottotitolato in più lingue, con la straordinaria partecipazione del celebre tenore Fabio Armiliato – che ha recitato con Woody Allen ed Ettore Scola -, racconta la storia sfortunata e drammatica del geniale pianista, compositore e direttore d’orchestra argentino. E’ stato presentato finora a 9 Festival internazionali del Cinema. Il 25 settembre 2022, a cento anni dal celebre concerto al Teatro Colon di Buenos Aires, il Tg1 ha mandato in onda un servizio su Rodolfo Zanni. Qualche tempo prima Giuseppe Zanni, attraverso il programma “Chi l’ha visto?” condotto su Rai3 da Federica Sciarelli, aveva rivolto un caloroso appello per invitare a ricercare gli spartiti delle opere di Rodolfo Zanni e a riferire ogni notizia utile.

Così tra l’altro scriveva nel 2019 la giornalista Elisabetta Piqué, corrispondente da Roma del quotidiano La Nación, in un articolo pubblicato dal suo giornale in Argentina. “[…] La vita dello sconosciuto “Mozart argentino” è davvero degna di un film. “Sullo sfondo vediamo la povertà dell’Abruzzo di fine 1800 e il grande esodo dell’immigrazione verso i lontani paesi dell’America. Il padre di Rodolfo, Nicola, per sfuggire alla miseria lasciò Atri, cittadina di immigrati in provincia di Teramo e si imbarcò dal porto di Genova a Buenos Aires all’inizio del secolo scorso”, racconta Giuseppe Zanni, parlando con passione. Pochi mesi dopo il l’arrivo in Argentina, nel 1901, nacque Rodolfo, senza buoni propositi: la madre rifiutò di averlo e fu riconosciuto solo dal padre. “Ma il piccolo Rodolfo si distinse subito per essere un bambino prodigio: dotato di un talento eccezionale per il pianoforte, componeva già all’età di 9 anni”, sottolinea Giuseppe. Dopo aver studiato al Conservatorio e aver ottenuto l’unica medaglia d’oro dell’istituto, all’età di 16 anni fu direttore d’orchestra. Anni dopo, entrò a far parte del team di direttori del Teatro Colón. Ma l’evento che segnò la sua vita fu una serata apoteotica in quel teatro, il 16 settembre 1922, in cui, all’età di 21 anni, diresse un grande concerto sinfonico in cui furono eseguite le sue opere, in onore del presidente eletto Marcelo Torcuato de Alvear e di sua moglie, il soprano Regina Pacini. “Le notizie di stampa di allora parlano di un successo impressionante e di ‘ovazioni deliranti’, cosa che fu mal digerita dai colleghi musicisti avversari, che furono tutti esclusi dalla serata e che probabilmente giurarono vendetta”, dice Giuseppe, che ha ritrovato il poster di quel famoso concerto al Teatro Colón in un’università del Texas. Quel trionfo al Colón, tempio mondiale della musica, dopo un concerto monografico – privilegio mai concesso prima a nessuno – che significò la sua consacrazione e sembrò consolidare una brillante carriera, segnò però l’inizio della sua fine. In effetti, una specie di ostracismo: inspiegabilmente cominciarono a chiudergli le porte, a impedirgli di lavorare, a provocargli vessazioni. Pochi anni dopo, nel 1927, Rodolfo morì prematuramente in un modesto albergo di Cordoba. Anche se il suo certificato medico parlava di polmonite, tutta la stampa e i necrologi parlarono di un evento imprevisto, inaspettato. “In assenza di parenti, fu sepolto in un luogo sconsacrato, riservato ai ‘dissidenti’: ebrei, omosessuali, massoni, anarchici. E dopo qualche anno, il suo corpo fu riesumato, non si sa da chi, e portato non si sa dove. “Un altro mistero”, dice Giuseppe. […]”

Ci si augura, finalmente, che il rinnovato interesse sul grande musicista italo-argentino possa davvero stimolare in Argentina la collaborazione della comunità italiana – e delle numerose associazioni abruzzesi in particolare – nelle ricerche in ogni angolo del Paese, negli archivi di associazioni musicali, tra gli appassionati di musica, nelle biblioteche, di ogni traccia di notizia, indizio, informazione utile, per poter auspicabilmente ritrovare gli spartiti delle numerose opere composte da Rodolfo Zanni. Come pure per avere risposte sulla strana sorte e sull’emarginazione che ha dovuto subire in vita, nonostante l’indiscusso suo talento, sebbene egli avesse un carattere altero, alieno dai compromessi, e soprattutto libero e amante della libertà, in un periodo purtroppo complicato della vita politica in Argentina. Chissà se con l’apertura degli archivi segreti del Paese e gli archivi della Polizia non si possano chiarire tanti lati oscuri sul trattamento subito dall’artista e dell’inconcepibile dannazione della memoria sua e delle sue opere. Affinché le opere del grande musicista, di cui si auspica il rinvenimento degli spartiti, possano finalmente diventare patrimonio della cultura argentina e della musica mondiale.




WEEK END TUTTO SPORT 

Due eventi che porteranno divertimento e unità alla comunità

Paglieta, 29 settembre 2023. Il Comune di Paglieta comunica  due manifestazioni  che si terranno nel prossimo fine settimana, portando divertimento, sport e convivialità tra la  sua comunità.  Si parte con sabato 30 settembre: in programma c’è il Motoraduno Honda Italia Industriale S.p.A.: Un’Avventura su Due Ruote. E il 30 settembre, Paglieta si prepara a dare il benvenuto a ben 100 centauri, con un totale di 200  partecipanti, pronti a vivere una giornata indimenticabile. Questo evento, organizzato a carattere ricreativo non competitivo e senza finalità di lucro, è riservato agli associati e ai fornitori dell’azienda promotrice del Motoraduno.  La partenza della carovana di biker è fissata alle ore 9:30 dalla sede Honda di Atessa, in via Genova; mentre l’arrivo è previsto presso il  centro sportivo Terzo tempo Sport & Food, intorno alle 12:30. Il percorso del raduno di moto  toccherà diversi comuni della nostra zona, includendo Atessa, Paglieta, Torino di Sangro, Fossacesia, Rocca San Giovanni, San Vito Chietino, Frisa Lanciano, Castel Frentano e Sant’eusanio del Sangro.

Il  sindaco di Paglieta, Avvocato Ernesto Graziani: “Siamo onorati di essere uno dei comuni coinvolti nel Motoraduno Honda Italia Industriale S.p.A., un evento che celebra la passione per le due ruote e il senso di comunità. Paglieta è pronta a salutare calorosamente coloro che vi aderiranno  e a garantire loro un’accoglienza speciale.  Il giorno successivo, domenica 1° ottobre, ci aspetta un’altra straordinaria occasione di festa con la 1^Granfondo Cicloturistica Trabocchi-Maiella, che vedrà i 400 atleti iscritti, sfrecciare anche attraverso le nostre strade:  in Piazza Roma tra le 9:00 e le 9:30 ci sarà l’arrivo della cronometro prevista all’interno della Granfondo.  Sarà uno spettacolo emozionante per tutti i presenti.  Nell’occasione, si ringrazia la Scuola di ciclismo Moreno Di Biase, ex ciclista professionista,  per il suo instancabile impegno a trasmettere ai bambini e ragazzi l’amore verso questa disciplina sportiva, insegnando loro come diventare dei bravi ciclisti,  e per aver coinvolto   in questa straordinaria avventura  a due ruote anche nuclei familiari e gli  appassionati di bici. Ci attende, quindi, una domenica di full immersion, dalla Costa dei Trabocchi fino alla Montagna Madre abruzzese: la Maiella”. Il dottor  Antonio Demattia, vicesindaco, ha invece ricordato: “Paglieta, oltre ad avere una gloriosa tradizione nel ciclismo, vanta di tanti appassionati di mototurismo. In paese sono operative ben due associazioni motorbikes, Osso Italia e Paglieta in moto,  che organizzano piacevoli uscite domenicali, soprattutto verso le località della montagna abruzzese”.




RICONOSCIMENTO A FERMENTA PIZZERIA DI CHIETI

Krombacher – Gambero Rosso “Beer Of Choice” Premia “La Miglior Carta Delle Bevande” tra i protagonisti della guida pizzerie 2024. Il birrificio tedesco attribuisce il riconoscimento a pari merito a

Napoli, 29 settembre 2023. Krombacher, “Beer of Choice” del Gambero Rosso, premia “La Migliore Carta delle Bevande” tra i protagonisti della Guida Pizzeria d’Italia del Gambero Rosso. “Il Vecchio e il Mare” di Firenze, “Fermenta Pizzeria” di Chieti e “Framento” di Cagliari sono le tre realtà che a pari merito si sono aggiudicate il prestigioso riconoscimento conferito oggi da Davide Grossi, Country Director di Krombacher Italia, alla Mostra di Oltremare a Napoli.

Giunta alla sua 11esima edizione, la Guida Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso nasce con l’intento di mettere ordine nel mondo della pizza, dando lustro ai grandi maestri e artigiani del settore, convinti della necessità di dialogare con la tradizione, e avviando una riflessione su impasti, lavorazione e selezione delle materie prime, ma anche sui migliori abbinamenti con le bevande per rendere ancora più speciale l’esperienza di degustazione del disco di pasta lievitata più amato al mondo.

“Siamo molto orgogliosi di questo premio – afferma Davide Grossi – che ci aiuta a raccontare i valori che rendono unica e distintiva la nostra birra. Il suo gusto naturale, la sua straordinaria digeribilità e il suo successo negli abbinamenti con la pizza sottolineano quanto una bevanda di alta qualità possa valorizzare l’immensa dedizione di ogni pizzaiolo nel creare il proprio capolavoro. La ricerca della naturalezza è sempre stato il focus di Krombacher e siamo felici di premiare dei professionisti che come noi perseguono l’eccellenza. Tutti i protagonisti di questo premio dimostrano una qualità straordinaria, frutto di un’attenta ricerca e del coraggio nel resistere a scelte commerciali facili. Inoltre, è davvero lodevole il loro impegno nel formare uno staff capace di proporre carte beverage sorprendenti nelle proprie pizzerie”.

Krombacher valorizza la connessione tra birra e pizza – due prodotti considerati complementari -, su cui vale la pena investire. Il birrificio tedesco utilizza infatti solo ingredienti naturali di alta qualità, tra cui l’acqua locale di sorgente, Felsquellwasser®, proveniente da pozzi situati entro un raggio di 3 km dalla struttura di produzione.

La ricerca del “gusto naturale” è sempre stata un punto cardine per Krombacher, che ispira anche il suo format social, ‘Tasted by Krombacher’, un viaggio attraverso il Bel Paese alla ricerca dei migliori locali che raccontano la loro storia e la passione che li ha portati al successo. Proprio come i vincitori de “La Miglior Carta delle Bevande”, tre realtà diverse tra loro, ma unite dalla ricerca dell’eccellenza.

“Il Vecchio e il Mare” non è considerata solo una tra le migliori pizzerie di Firenze – un equilibrio tra tradizione napoletana e farciture e impasti di nuova fattura -, ma è anche un ristorante di pesce con una lunga attività familiare. Il duo composto da Pasquale Naccari (patron) e Mario Cipriano (pizzaiolo) conferma la sua anima vulcanica: il primo cura personalmente l’offerta di vini – con una particolare attenzione agli Champagne – e birre, mentre il secondo è anche istruttore pizzaiolo e tecnico di farine.

“Il nostro ringraziamento – commenta Cipriano – va al Gambero Rosso, a Krombacher e naturalmente alla squadra con la quale tutti i giorni cerchiamo di dare il massimo per offrire ai nostri clienti dei prodotti e un servizio di altissima qualità. La scelta delle bevande fa parte del continuo lavoro di ricerca che facciamo anche sulle farine, sugli impasti e sulle materie prime delle farciture”.

“Siamo molto felici e orgogliosi – aggiunge Naccari – del fatto che il costante lavoro che facciamo nella scelta delle bevande e degli abbinamenti venga riconosciuto. È un impegno che portiamo avanti da anni con l’obiettivo di proporre ai clienti il meglio fra vini e birre, anche in accompagnamento alla pizza”.

La pizza, del resto, non è solo tradizione e innovazione, ma può essere interpretata anche come un mezzo per raccontare il proprio territorio. È questa la mission di “Fermenta Pizzeria” di Chieti, i cui proprietari – Luca Cornacchia, maestro pizzaiolo, e Giorgia Santuccione, esperta di vini e di sala – hanno dato vita insieme alla loro squadra a un percorso a metà tra memorie e sperimentazione interamente dedicato all’Abruzzo.

“Da Fermenta – spiegano i due – gira tutto intorno alla nostra terra, l’Abruzzo. E questo vale, oltre che per la pizza e le materie prime, anche per la costruzione della carta del beverage. Il lavoro di ricerca è grande: prediligiamo vini autoctoni, che mettano bene in luce tutte le peculiarità di questo territorio, senza dimenticare le eccellenze nazionali ed internazionali; lo stesso dicasi per le birre, con un occhio di riguardo per i microbirrifici artigianali della zona. Lavoriamo sodo per scovare eccellenze e per creare sinergie con chi, come noi, non dimentica mai le proprie radici”.

Reinterpretare la pizza mantenendo saldo il legame con il territorio d’origine è ciò che caratterizza anche il lavoro di ricerca di “Framento” di Cagliari. Qui lo chef Pierluigi Fais, insieme a un team affiatato di pizzaioli animato dalla stessa filosofia, utilizza materie prime di altissima qualità, farine integrali macinate a pietra e semole locali per creare una pizza che unisce ingredienti autoctoni a uno stile più contemporaneo. Il suo tratto distintivo sono gli eccellenti topping ideati da chef Fais, che dichiara: “Ogni pizza del menu di Framento è studiata nei minimi particolari ed è espressione di una filosofia ben precisa, che si fonda sulla stagionalità dei prodotti e sul rispetto delle materie prime e della loro origine. Per rendere unica l’esperienza gustativa dei nostri clienti abbiamo inserito nel menu una selezione ‘frizzante’ di birre locali, nazionali e internazionali, che spazia tra i molteplici metodi di produzione con l’obiettivo di individuare di volta in volta l’accostamento migliore”.

La consegna del premio “La Miglior Carta delle Bevande” è solo il primo di una serie di appuntamenti che coinvolge Krombacher – il più grande birrificio familiare tedesco – e Gambero Rosso. Nel 2023 Krombacher continua ad affiancare il gruppo editoriale enogastronomico nel premiare le migliori eccellenze di quattro delle sue storiche guide: Guida Pizzerie d’Italia, in cui rientra appunto il premio speciale “La Miglior Carta delle Bevande”; Guida Ristoranti d’Italia, con il premio speciale “No Food Waste”, dedicato al locale che combatte con azioni concrete lo spreco alimentare; Guida Roma e il meglio del Lazio e, da quest’anno, anche Guida Lombardia – Il meglio di Milano e delle altre province, entrambe con il premio speciale “La Novità dell’Anno”.

About Krombacher

Dal 1803 il birrificio Krombacher, a conduzione familiare, produce birra premium in armonia con la natura, esclusivamente nella valle di Krombach, nella Germania centrale. Qui i metodi tradizionali di produzione della birra artigianale incontrano una tecnologia all’avanguardia. Per le sue birre di alta qualità il birrificio utilizza solo ingredienti naturali pregiati, come la preziosa Felsquellwasser®, acqua locale che si trova in circa 50 pozzi entro un raggio di 3 km dal sito di produzione. Quest’acqua speciale è naturalmente morbida e povera di sali minerali, conferendo alla birra il suo gusto unico, rinfrescante e brioso. Leader di mercato in Germania e tra i più moderni fornitori di bevande in Europa, Krombacher è presente con le sue birre in oltre 50 mercati in tutto il mondo.




MONTESILVANO COMUNE CICLABILE a due bike smile

La consegna della bandiera

Montesilvano, 29 settembre 2023. Nella giornata di mercoledì 26 settembre, presso la sede del Comune di Montesilvano, FIAB, nelle persone di Francesco Mancini, Presidente di PescaraBici,  e di Giancarlo Odoardi, Coordinatore Abruzzo Molise,  ha provveduto a  consegnare la bandiera Comune ciclabile, con due bike smile, ai rappresentanti dell’Amministrazione, nell’occasione rappresentata dal Sindaco Ottavio De Martinis, dal Consigliere Valter Cozzi, e dall’Assessore alla Mobilità Lino Ruggero.

Nel consegnare il vessillo, che si ricorda sempre non essere un premio ma una valutazione del grado di ciclabilità di un comune, sono state ricordate le motivazioni, che seguono: “Montesilvano conferma i 2 bike smile. Attendiamo la realizzazione degli interventi previsti dal PNRR per un aumento del punteggio. Si consiglia inoltre di puntare alla “città 30” come previsto dal Biciplan – sull’esempio dei vicini comuni della costa teramana – dotandola diffusamente di strade E-bis. Si consiglia, inoltre, di mettere subito in campo azioni a costo zero come la nomina dell’assessore con specifica delega allo “Spazio Pubblico Bene Comune”, dei mobility manager comunale, d’area e scolastico e l’istituzione dell’ufficio biciclette. In questo modo si potrà creare una struttura che possa sviluppare progetti di bike to work, bike to school e bike to shop, per i quali vi invitiamo fin da subito a utilizzare le campagne, con relativi kit grafici pronti all’uso, che FIAB vi mette a disposizione gratuitamente”.

Francesco Mancini ha tenuto a sottolineare l’importanza di procedere all’istituzione di zone 30 come attualmente in corso nei sette comuni della costa teramana (Costa 30), mentre Giancarlo Odoardi ha sollecitato, nell’adeguamento e ampliamento delle infrastrutture ciclo viarie cittadine, una maggiore aderenza alle norme vigenti in materia di ciclovie turistiche, visto che Montesilvano è attraversata dalla Ciclovia adriatica.

Nel ringraziare FIAB per l’attenzione riservata al Comune, il Sindaco ha sottolineato l’impegno continuo dell’Amministrazione sul fronte della mobilità ciclistica, con il nuovo collegamento tra la zona grandi alberghi e il ponte sul Saline e il prossimo impegnativo intervento lungo via Vestina. Nell’occasione sono state anticipate alcune idee di riqualificazione di alcuni tratti del lungomare, nel senso di una loro riconversione ad un uso ciclistico più intenso e dedicato, con maggiori spazi per i pedoni e meno per le automobili attraverso l’istituzione di una zona 30.

Giancarlo Odoardi

Coordinatore FIAB ABRUZZO MOLISE