L’ANNO DI GIORGIA MELONI

Esattamente un anno fa si andava alle urne per vederne uscire la vittoria di Giorgia Meloni

di Giancarlo Infante

Politicainsieme.it, 25 settembre 2023. Ancora devono essere approfondite bene le cause di quello che era, sì, un risultato scontato, ma che non tutti si aspettavano nelle proporzioni poi espresse dalle urne. E non si tratta solamente di una considerazione di natura elettorale perché gli esperti in materia avevano già ampiamente preannunciato una disparità netta in termini di seggi parlamentari.

La riflessione, e forse molta documentazione, soprattutto quella riservata, lo dirà alle prossime generazioni tra qualche tempo e, magari, favorirà il nascere dell’ennesima teoria complottista ( e si potrebbe ironicamente questa volta ritenerla ironicamente credibile) sull’esistenza di un piano scientificamente studiato a tavolino … per perdere. Studiato e messo in atto, ovviamente, da parte della sinistra. In effetti, si arrivò a quel 25 settembre 2022 a seguito di una ridda di ripensamenti, alleanze impostate e poi fatte cadere, coalizioni inopinatamente naufragate per le quali si pensò bene di non organizzare neppure quella cosiddetta “desistenza” che, probabilmente, se non fosse servita a rovesciare il risultato finale, avrebbe finito certamente per ridimensionare il divario tra i due schieramenti contrapposti.

A quelle elezioni, tra l’altro, si arrivò con tanto richiamo e tante promesse al mondo cattolico (CLICCA QUI).

Oggi, come in occasione di tanti anniversari, saremmo costretti ad azzardare un giudizio. Ma non è facile. Completo e dettagliato è sicuramente al di là delle nostre modeste forze e competenze. Tanti sarebbero, infatti,  gli ambiti da esaminare e da porre sotto una seria lente d’ingrandimento. La difficoltà più grande, però, viene dal profondo iato che abbiamo constatato esistere tra le dichiarazioni e i risultati concreti. Giorgia Meloni e i suoi alleati, consapevoli dei magri risultati conseguibili, infatti, continuano a chiederci di attendere la conclusione del loro ciclo quinquennale di legislatura. Il guaio è che il loro continuo rimando ad un periodo più lungo, ai loro occhi finisce per togliere validità a qualunque giudizio divergente.

Però, qualcosa lo si può già dire ad appena il 20% del percorso intrapreso. Intanto, che non è cambiato nulla per ciò che riguarda il comportamento politico istituzionale. Nonostante goda di un’ampia maggioranza parlamentare, il Governo, che semmai ha accentuato il carattere verticistico e dirigista, continua ad andare avanti a colpi di decreti-legge e di voti di fiducia.

Inoltre, non si tratta di riferirci ai tanti dietrofront oramai conclamati della Meloni che segnano la distanza siderale tra la Presidente del Consiglio di oggi e la barricadiera capopopolo che, a lungo con il suo neonato partito, è stata costantemente all’opposizione negli ultimi anni, non peritandosi di farlo anche nei confronti dei “solidi” alleati di oggi Salvini e Forza Italia.

Sembra evidente che un elemento importante da sottolineare, di natura di cultura politica ed istituzionale, sia quello sulla assoluta mancante riflessione su una strutturale mancanza di rappresentatività che deriva dall’aver visto partecipi al voto meno del 50% degli aventi diritto, tra astenuti, voto bianco e schede nulle. E questa carenza di rappresentatività è ancora più grave per due ordini di problemi.

Il primo, è quello legato all’ambizione di voler operare una vera e propria trasformazione, persino culturale, del Paese come i vari ideologhi che ha di contorno, ideologhi alla Sangiuliano per intenderci, ci hanno anticipato e  continuano a raccontarci tutti i giorni.

La seconda, è che già quest’anno si è rivelato come periodo difficile economicamente e socialmente e, purtroppo, ci attendono solamente le famose “lacrime e sangue”.

L’atteggiamento della Meloni, e di molti suoi sodali, ha ulteriormente diviso il paese. Che lo è, a maggior ragione, anche dopo l’impegno di “conquista” evidentemente in atto nell’editoria, nella Rai, nei vertici delle aziende di stato. Ma quelle “lacrime e sangue” devono essere affrontate tutti assieme. E non bastano gli ammiccamenti ai popolari mentre veleggia con Orban e con i Vox. Come non basta il “voltafaccia” a favore degli americani in materia di guerra d’Ucraina. Non bastano neppure le formali, e mai da prendere sul serio, pacche sulle spalle scambiate con le altre e gli altri leader internazionali. Le difficoltà con Francia, Germania, Commissione europea e Tunisia già prese da sole sono in grado di dirla tutta. Per non parlare poi delle altre difficoltà connesse all’applicazione del Pnrr, a ciò che ci porta l’inflazione e all’esplosione dei costi dell’energia.

Tutte questioni con cui dobbiamo fare i conti. Ma i conti non ce li devono fare solo il Governo e la maggioranza Meloni. Siamo tutti noi italiani a dover assumere, con realismo, e possibilmente definendo una progettualità di sviluppo, una nuova postura. Che non è quella di essere e di sentirsi tutti i giorni in una campagna elettorale senza fine.

Ecco, per andare al sodo, ovviamente non dimenticando le tante critiche meritate che giungono dal mondo del lavoro, da lavoratori e imprese, quest’anno dalle elezioni si è rivelato un periodo di ancora più gravi incertezze ed insicurezze. E a poco ci serve avere la conferma che, a breve, ci troveremo ancora più divisi su proposte come il Presidenzialismo, nel frattempo diventato Premierato, come se fossero la stessa cosa, e l’Autonomia differenziata. Insomma, il primo anno della Meloni a Palazzo Chigi, per quanto disastroso sia stato, rischia di dare la stura ad uno successivo ancora peggiore.




ROBERTA PAPPONETTI PREMIATA

Al 30 concorso Internazionale Amico Rom 2023

Lanciano, 25 settembre 2023. Roberta Papponetti ha aderito ad un concorso molto importante con artisti provenienti da tutto il mondo. L’opera  candidata e vincitrice è un dipinto a tempera del 2013, un campo nomade ove la scenografia evidenzia proprio dettagli della vita rom.

Il vecchio carrozzone, il falò per scaldare gli artisti Ron dopo uno spettacolo nel circo, evanescenti immagini, da lontano si nota un cavallo bianco con un fantino. La composizione stilistica è molto interessante sia nelle forme morbide che nel contenuto, il tutto eseguito a spatola, la spatola è uno strumento di lavoro pittorico amato e utilizzare sempre dalla pittrice Roberta Papponetti, per poter ottenere sfumature e movimenti che determinano la forma di ogni singolo piano e dettaglio.

Il 5 ottobre alle ore 21 sarà premiata tra tanti altri artisti vincitori, nel Teatro Fenaroli di Lanciano, dalla commissione scientifica. Un periodo ricco di soddisfazioni nel mondo dell’arte.




VIOLENZA SULLE DONNE

Venerdì 6 ottobre sarà presentato alla provincia di Salerno il romanzo di Michela Bilotta

Salerno, 25 settembre 2025. Sarà presentato in anteprima assoluta venerdì 6 Ottobre alle 17.30, presso Palazzo Sant’Agostino, sede della Provincia di Salerno, il romanzo “La metrica dell’oltraggio”, di Michela Bilotta.

Il libro dell’autrice salernitana si configura come un lungo viaggio da Milano alla Basilicata per indagare il fenomeno dei femminicidi.

La protagonista, Beatrice De Sanctis, è una giornalista alla quale viene affidato l’incarico di andare a Valsinni, in provincia di Matera, per scrivere un articolo su Isabella Morra, poetessa del Cinquecento assassinata dai fratelli. Inizia, così, un viaggio dal Nord al Sud del nostro Paese, che è prima di tutto un simbolico percorso di crescita e di consapevolezza per parlare di violenza sulle donne da molteplici angolazioni: dalla strumentalizzazione mediatica del fenomeno all’influenza che gli stereotipi linguistici esercitano sui comportamenti quotidiani, dalla piaga delle spose bambine alla detenzione manicomiale delle donne prima della legge Basaglia. Sullo sfondo, la bellezza struggente e spesso oltraggiata dell’Italia minore, che si fa protagonista silenzioso del romanzo.

“Con questo libro ho voluto rievocare il triste destino di Isabella Morra facendolo convergere con la sorte delle tante donne vittime di femminicidio oggi. Perché è tempo di sradicare la cultura patriarcale che crediamo superata e nella quale siamo, invece, ancora immersi, spesso inconsapevolmente” – afferma Michela Bilotta.

Ne parlano con l’autrice l’avvocata Stefania de Martino, esperta di politiche di genere, Maria Rosaria Pelizzari, professoressa di Storia delle donne e studi di genere presso l’Università degli Studi di Salerno, Andrea Raguzzino, editore della Jack Edizioni. Al talento dell’attrice Maria Rosaria Marena è affidato il compito di emozionare il pubblico attraverso la lettura di alcuni brani del libro.

“Sono circa ottanta le donne vittime di femminicidio in Italia dall’inizio dell’anno. Questo incontro diventa momento prezioso di riflessione e approfondimento su un fenomeno che ha assunto connotazioni di estrema gravità e che richiede interventi urgenti e trasversali, che chiamino in causa tutti, dalla scuola alle famiglie, dalla politica alle istituzioni” – conclude Stefania de Martino.




EMACS2023 DUE ORI PER I RUNNERS PESCARA

Serra e Buccella, si sono imposti nella Cross Country

Pescara, 25 settembre 2023. Proseguono a ritmo serrato gli Europei Master di Atletica Leggera. Ogni giorno, 6000 atleti si sfidano nelle 30 discipline nei tre stadi principali di Pescara, Montesilvano e Francavilla al Mare. Un grandissimo successo, con spalti pieni nonostante il maltempo. Nella giornata di domenica 24 settembre, a distinguersi tra le varie gare ci ha pensato Venere Serra, all’età di 75 anni e tesserata con l’ASD Runners Pescara. Serra, si è imposta nella Cross Country F75 conquistando la medaglia d’oro. Nella stessa gara, si è aggiudicato la medaglia d’oro nella categoria maschile 65 anni, Domenico Buccella, dell’ASD Runners Pescara, rappresentando l’Italia e superando Spagna e Germania. Grande soddisfazione da parte del Presidente dell’ASD Runners Pescara, Pietro Nardone: “Gli europei procedono a gonfie vele, con un grande successo degli atleti e di partecipazione sugli spalti. Questi due ori, però, sono la ciliegina sulla torta. I due nostri atleti che si sono aggiudicati l’oro ci rendono orgogliosi. Con sacrificio e dedizione hanno tagliato un traguardo prestigioso e noi siamo felicissimi”.




NEL SEGRETO DEL … CASSONETTO!

Pescara, 25 settembre 2023. So che Ambiente spa sta lavorando con cura all’estensione dei servizi di raccolta differenziata porta a porta (PAP) in zone importanti della città. Non è un’operazione semplice, perché oltre alla logistica, con cui intendo la localizzazione dei punti di conferimento da parte dei cittadini e di presa da parte degli operatori, che sulla carta potrebbe anche essere una operazione organizzativa, seppur complessa, gestibile, bisogna portare a casa con successo la collaborazione degli utenti. Non è cosa da poco.

Passare da un sistema di raccolta stradale, con una prevalente componente di “indifferenziato”, ad uno “personalizzato”  (PAP) comporta, soprattutto per chi conferisce, un cambio di abitudini quotidiane e prima ancora di mentalità. Il ché non è una cosa affatto scontata. I responsabili dell’Azienda credo conoscano, a vario titolo e meglio di tutti, la qualità merceologica dei rifiuti raccolti: non basta che la città sia pulita e in ordine, e questo costituisce già un grande risultato, ma è anche necessario che il materiale conferito intercettato sia “buono”.

Per spiegarlo voglio riportare tre recenti constatazioni, sapendo che l’elenco potrebbe essere, ahimè, lungo.

Nel cassonetto del vetro un giorno ho trovato il resto di un lampadario. C’è una pubblicità televisiva che ricorda che insieme a bottiglie e vasetti non ci vanno la busta e il tappo. Se si hanno dubbi, si può consultare la sezione “dove lo butto” del sito di Ambiente spa per scoprire dove un lampadario può essere conferito.

Adiacente alla serie di cassonetti per la raccolta di prossimità, giorni fa ho trovato un ventilatore con piedistallo. Non entrava in nessun contenitore per cui l’incauto utente ha ritenuto che lasciare fuori in bella vista il rifiuto “ingombrante” o anche “RAEE” fosse la cosa più semplice e efficace da fare.

Sere fa, nel conferire il mio sacchetto di organico nel relativo bidone marrone, ho notato una insolita confezione. Pensando fosse il semplice contenitore tetrapack finito chissà perché nel contenitore sbagliato, ho fatto per prenderlo per “aggiustare” le cose. Con mia sorpresa ho sentito il peso di una confezione di latte integra, a lunga scadenza, tra l’altro ancora di là da venire.

Non so come si possa venire a capo di questa situazione, di colpevole e in diversi casi doloso conferimento, fuori da ogni regolamento, dove neanche il dubbio di poter far male frena chi si rende responsabile di questi gesti. Che potrebbero essere diffusissimi in tutta la città (Ambiente lo saprà senz’altro) e che andrebbero fatti oggetto di un attento studio oltre che di una robusta attività informativa per cambiare abitudini e comportamenti.

Giancarlo Odoardi – Rifiuti Zero Abruzzo




PROCESSO PER MAGIA nella Sulmona del XVIII° secolo

[Contributo Pubblicato alle pgg. 148-152in “Rivista Abruzzese”, anno XXXII – N.3-4 Lanciano 1979]

di Franco Cercone

Nell’archivio della Cattedrale di Corfinio, gentilmente messomi a disposizione da Don Cesiro Di Francescantonio, mi sono imbattuto in un voluminoso fascicolo manoscritto raggruppante gli «Atti del Vicario generale della Curia di Valva Mons. Liberati».

Tali atti, che abbracciano gli anni 1723-1726, si riferiscono al processo contro un certo Fra Francesco di Naro, località in tenimento di Agrigento, e detto perciò «il Siciliano», il quale, pur non essendo stato ordinato sacerdote, aveva celebrato messa, confessato ed amministrato il Sacramento della Comunione non solo in Umbria (soprattutto a Spoleto) ma anche in numerose località dell’Abruzzo aquilano e nel Sulmonese, fra cui Pettorano e Pacentro. «II Siciliano» però, cioè Fra’ Francesco, possedeva l’abilità di eludere continuamente la sorveglianza ecclesiastica e di fuggire al momento opportuno dai monasteri appena avuto sentore di essere ricercato. Così, per es., si apprende (pag. 99 del manoscritto) che «il Siciliano» si trovava a Pacentro nel gennaio del 1724 presso il Convento dei Minori osservanti.

Su segnalazione del Priore, il Vescovo di Sulmona invia in ricognizione alcuni frati che riferirono, dopo, di essere arrivati troppo tardi, in quanto «il Siciliano… se ne fugiva dalla parte della ferrata di ferro che corrisponde all’orto… ignudo con le semplici asciucatori seu tovaglie di lino
bianco, e con le motande e scarpe…».

Del fatto comincia ad interessarsi anche la Santa Congregazione, che in data 27 maggio 1724 raccomanda da Roma, una volta a conoscenza che «il Siciliano» era nelle carceri vescovili di Sulmona, che «Fra’ Francesco di Naro… sia costantemente custodito, però trattato con carità, moderando la supposta asprezza de’ ferri a’ piedi e manette a le mani».

Inoltre la Santa Congregazione raccomandò al Vescovo di Sulmona, Matteo Odierna, di cui torneremo a parlare, che tutti gli atti relativi al processo le fossero poi trasmessi.

Il mistero di quest’uomo, che pur vestito da frate non aveva ancora la potestà di celebrar messa, si svela allorché durante il lungo processo di Sulmona pervengono all’autorità ecclesiastica inquirente gli atti del processo svoltosi a Spoleto contro Fra’ Francesco, alias «il Siciliano», atti inviati dalla stessa Santa Congregazione al Vescovo di Sulmona per conoscenza. Da essi risulta che «il Siciliano» era esperto in magia bianca e nera ed aveva partecipato a diverse sedute al fine di «cavar tesori». Alcune
di queste pratiche e riti magici risultano sorprendentemente simili a quelli messi in atto da un gruppo di religiosi implicati nel processo Centini, svoltosi un secolo prima circa (1634-1636) ed oggetto di un ampio studio pubblicato da Giuseppe Profeta[1].

Nelle ultime udienze del processo a Spoleto – egli riuscì come al solito a fuggire prima della sentenza e pertanto condannato in contumacia – Fra’ Francesco di Naro confessa che in una delle sue tante peregrinazioni si ritrovò a Capestrano in compagnia di un frate cappuccino di cui, disse, non ricordava il nome.

Questo frate lo portò «in casa d’un tal Sig.r Gioacchino ed in un piccolo stanziolino di detta casa, ove dicevasi esserci di certo un grosso tesoro; cominciò detto prete a recitare un’orazione, che
l’aveva presa dal breviario, e scritta in una carta, ne io so, che orazione si fusse. e quella unitamente alla rovescia, cioè l’ultime parole nel primo e le prime nell’ultimo. Poi disse detto prete cappuccino spogliato, che ci voleva un breviario nuovo, alcune candele di cera non ancora usata, come anche alcuni spachetti (sic) non mai toccati da donna ed io ancora dicevo di si, che ci volevano queste cose alla presenza di detto Signor Gioacchino e sua moglie, ma non sortì nientaltro in quel luogo. Poi ci partimmo io et il detto prete cappuccino spogliato in altri luoghi, e fra gli altri in un torrione di detta città che dicono la Porta d’Assisi, ed ivi ancora col detto Pre’ dicessimo certe parole di questo tenore, ricordandomi alcune parole di esso che sono: Sasmois, Canoismus, Mausmis, Daufanis et altre delle quali che hora non mi sovvengono, dicendomi ancora il detto Padre che se in quel luogo vi fosse stato il tesoro, mentre si dicevano le dette parole, sarebbe comparso avanti gl’occhi l’oro come raggi di sole: lui diceva che vedeva non so che cosa, ma io non vedeva cos’alcuna, e nè in questo luogo sortì altra cosa…
».

Nella seduta del 2 dicembre 1724 «il Siciliano» fa questa confessione:

« Essendo capitato circa li 25 o 26 settembre del 1723 in una osteria da 6 miglia prima d’arrivare all’Aquila, la sera di detto giorno capitò ancora in detta osteria mentre io ed altri uomini stavamo mangiando, un uomo di giusta statura, un poco grassotto che mostrava d’essere d’età di
45 anni in circa, di carnagione olivastra, con perucca in testa di colar biondo, barba negra, e canuto alquanto, vestito di sciamberga di colar cinericio il quale in discorso disse che si chiamava Monsù Simone di natione francese e perché portava come una borsa di calice per cercar la limosina, e. detta borsa era di color rosso e disse, che lui era Pagano convertito alla fede e per segno di ciò mi mostrò alcuni attestati di Roma, che lo raccomandava agli ordinarj de’ luoghi, a’ fine di questuare. Quest’uomo fu da me invitato a mangiare in detta osteria ed io in fatti pagai il mangiare per
me e per lui. Stassimo alquanto in discorso di cavar tesori e lui disse in presenta di quegli altri che erano in nostra compagnia che se fussimo stati in un patto di cavar tesori, sarebbe a lui bastato l’animo d’esentare me ed esso medesimo dalle bastonate ma non gl’altri. Da questo motivo essendo io dormito col sopradetto Monsù Simone, ci presi confidenza e discorrendo di molte materie e specialmente de’ tesori, che la mattina m’avrebbe insegnato altri secreti quanti io ne volevo. Ed infatti la mattina doppo d’aver fatta colazione che io la pagai, lui mi diede una moneta d’oro che mi disse
che valeva un Luiggi, e detta moneta era antica di Nerone imperatore, e mi disse che aveva cavato un tesoro nelle parti di Calabria e richiedendogli io di quello che promesso m’avea la sera, lui mi disse di si, che perciò si cavò dalla sacca molte carte ed un libro in ottavo foglio manoscritto,
che il carattere dava del rosso e mi fece scrivere le seguenti cose.

In primis mi fece scrivere prò vendicatione inimicorum, quale fu di questo tenore:

si prende un panno negro et destendendolo in un luogo, di sopra vi si mette la croce, alle braccia della quale vi si pongono due candele di cera negra ed a’ piedi la testa de morto e le candele dette devono stare accese, e poi ponendosi inginocchioni si dice il Salmo Miserere Mei Deus al rovescio, cioè dove diceva mei vel meam si doveva dire illi vel suam, che è l’istesso che dire quelle parole che in detto Salmo esprimono la persona di quello che lo reciti dicendolo giusto; alla rovescia poi quelle parole si dicevano in persona terza. E mi pare che per detto affetto vi fusse un altro
Salmo del quale io non me ne ricordo; e questo si deve fare per tre giorni che poi se ne vedeva l’effetto con la morte di quello per qual si faceva detta funzione.

In secondo luogo mi fece scrivere pro flussu sanguinis alcune parole, delle quali io non ne ricordo in verun modo. In terzo luogo mi fece scrivere pro tortura delle quali parole non mi ricordo bene, solo mi ricordo, benché in confuso, che ci andassero mischiate queste parole cioè che il latte di Maria Vergine sia dolce in quello che riceve la tortura, che la morte e passione di Cristo sia dolce e soave: e sopra questo non mi ricordo altro. In questo luogo mi fece scrivere di poter ritrovare il luogo preciso del tesoro ove era nascosto con questo modo: si prende un’oncia di grasso umano con
due oncie di cera o vergine o non vergine; delle quali se ne fa una candela ed il stuppino della quale deve essere di camiscia d’un morto, poi detta candela si mette nell’altare sotto la tovaglia nella parte dell’evangelo
; facendoci celebrare una Messa in detto altare per l’anima di quel morto, del
quale si prese la camiscia per far detta candela. Doppo che è celebrata detta Messa si prende la sopradetta candela e nel luogo ove si crede possa star il tesoro s’accende, recitandoci il Salmo dove sta questo versetto: Ut viderunt oculi mei et considerabo mirabilia de lege tui, che se vi è il tesoro,
la candela vi tira nel sito ove sta, ed ivi si smorza.

Mi voleva ancora far scrivere che per fare d’un altra maniera più sicura la detta candela, oltre le sopradette cose, ci voleva l’oglio santo, e particole consecrate e che queste ancora l’impastavano  nell’istessa candela, e che poi quella candela si poneva accesa sopra un bastone che si fissava
in terra e dicendoci alcune parole, fra le quali solo mi ricordo e poco bene: Taumaturgo, o Tumaturgo, o altra parola simile non ricordandomi bene, e che poi il detto bastone con detta candela accesa sarebbe che se andato nel sito ove era il tesoro, e che ivi si sarebbe smorzata la candela; ma quest’ultimo secreto non lo volli scrivere, perché m’inorridij nella detta superstizione. Quinto mi fece scrivere che per tirare una donna al proprio amore, si prende un poco di cera vergine, e se ne fa una piccola statua, al collo della quale statua, s’avvolta un filo di seta cremsi, lasciandone pendere di un palmo di detta seta, colla quale detta statuetta appendere in un chiodo, ponendo sotto la statuetta un lentissimo fuoco, acciò la statua si scaldi, ma non si distrugga. Poi si prendono tre spille, e si pongono la prima mi pare nella mano destra, l’altra nella sinistra, e la terza nella parte del cuore. Poi si dice:

O vos tres a’ me invocate, Nempe, Uf, et Giul, e queste tre parole me le fece scrivere con le lettere maiuscole; e mi ricordo, che ogni volta, che si proferisce una delle tre parole sopradette, si pone per ciascheduna volta una spilla delle già dette ne’ sopradetti luoghi, affisandole dalla parte della testa, e non della punta di dette spille, senza farle trapassare dall’altra parte di detta statua. Affissate con le sopradette parole le dette spille si segue a dire alcune parole, delle quali solo mi ricordo
queste cioè: Denvo vos per polestatem qua habetis super Sidera Levantem, Ponente, Grecu et Favoniun, poi ne seguono altre parole, che non me ne ricordo, e finalmente: Luna est scabellum pedum vestrorum: Sol est corona capitum vestrorum, ed altre parole, che non mi ricordo, fra le quali
mi pare che vi siano: Vos estis principes prophetorum et imphropetari, o pure Creatarum et increatarum, visibilio duniun et invisibilium, mettendoci ancora fra l’altre parole il nome di quella donna per la quale era fatta la statua. E mi ricordo che nell’ultimo si diceva: Ut luscoriosa veniat inter
brachia mea. Poi ci pigliava la detta statuetta, e si poneva sotto un matone
della porta della chiesa, dove la femina se n’andava a sentir la messa. E che ciò fatto se ne sarebbe veduto l’effetto soggiungendomi che questo secreto l’aveva in seguito ad un Sig.re di Cosenza, di cui non mi ricordo il nome, e che detto Sig.re ne vidole l’effetto[2].

In sesto luogo mi fece scrivere un secreto contro l’armi, e fu così, si prende un poco di carta vergine, e la quale si fa con la seconnina di donna, a modo di carta pecora, ed in detta carta facendoci un piccolo giro con punta di cortello, o di forbice nova, dentro detto giro vi si pongono queste parole, cioè:

Heli, Heloim, Lasach, Lamasabactani, Agios, Atheos, Athenateos, seu Imos e per ciascheduna di queste parole ci si fa’ il segno della croce e che poi della carta si portava addosso e che non c’era pericolo d’offesa d’armi.

Mi ricordo hora, che quando m’insegnò il modo di ritrovare tesoro nella candela mi disse, che ci disegnava la verga d’Aronne[3] e lui medesimo me ne fece il disegno con la penna nella carta in modo della detta verga, e questo me n’ero scordato di dirlo di sopra. Tutto ciò che ho riferito mi
fece scrivere il sopradetto Monsù Simone, il quale mi voleva far scrivere altri secreti, dicendomi ch’erano più belli, ma io non me ne curai. Tutte le sopradette cose io me le copiai in un foglio di carta, e le portavo con me, si la sopradetta copia come l’originale, che erano più cartuccie, ove
prima l’avevo scritte…».

Interrogato ancora a Spoleto sulle pratiche magiche dirette ad assicurare l’immunità dalle ferite d’armi, Fra’ Francesco di Naro precisò ancora:

«Nelle carceri dell’Arcivescovato di Chieti io diedi il secreto sopradetto contro l’armi a’ due sbirri di quella corte, de’ quali io non so come abbiano il nome, e cognome, ne so’, che essi sene siano serviti, stanteché io ancora gli lo misi in dubbio, se poteva essere veridico, o no detto secreto. Quando io poi fui nelle Carceri della Regia Audienza di Chieti, a quel che mi ricordo nel mese di decembre 1723, trovandomi in conversazione d’un certo Zi’Avenzio ed un prete, che non so come si chiami, ma mi pare, che dicesse ch’era della Ripa, o pure di Villa Magna et in conversazione discorrendo di tirar le donne per via di parole, e di cavar tesori, ancor io dissi richiesto da loro, che sapevo un secreto per ritrovar il loco preciso del tesoro, e gli copiai il sopradetto secreto della candela, che dissi nell’altro mio esame, ed acciò no avesse fatto alcun effetto ci aggiunsi altre cose false, o’dir meglio a’ mio capriccio[4].

Mi ricordo, che maggiormente beffeggiarlo ci feci una copia di memoriale co molte parole a’ capriccio come Sasmois, Muluis, Musfis e gli dissi, che quello era il memoriale che doveva ponersi sopra il luogo del tesoro, e che poi ritornandoci in termine di ventiquattro hore si sarebbe trovato il
tesoro aperto. Ma io non so, se gli detti si servirono di quel ch’io gli dissi, perché io mai più gli viddi. Nè mi ricordo se gl’insegnai nessun altro degli sopradetti secreti. Circa il tempo di Pasqua del corrente anno 1724 un carceriere della Regia Audienza di Chieti, che si chiamava Micuccio, essendosi questo accorto che io teneva il secreto per cavar tesori, venne con uno del Vasto nelle dette Carceri, e mi supplicò, che gli avessi fatta la candela, che si richiedeva per cavar il tesoro, io gli dissi di si per rispetto che era carceriere, e lui mi portò il grasso umano cioè della pianta della mano, ed un poco di cera, che si richiedeva per fare la sopradetta candela, come anche un pezzo di camicia che disse che l’aveva presa nella sepoltura di un figliolo morto…».

Questi sono i passi più rilevanti del processo, alquanto appesantito da una serie di deposizioni che nulla aggiungono agli importanti riti magici in esso menzionati. Fra’ Francesco di Naro, detto «il Siciliano», fu condannato nel 1724 alla fine del processo svoltosi a Sulmona dal Vescovo Francesco
Odierna, il quale concludeva il dispositivo della sentenza con queste parole: «… impostegli penitenze salutari, lo condanni alla galera in perpetuo», e ciò per aver detto messa, confessato senza essere ancora prete e per le pratiche magiche da lui «presi ed insegnati», come conclude il fascicolo del processo.


[1] G. Profeta, Magia e Politica, L’Aquila 1975. Il processo si concluse a Roma con la condanna a morte di Giacinto Centini e due frati, rei di aver   attentato alla vita di Papa Urbano Vili mediante riti di magia nera svoltisi in diverse località, fra cui Campli e Corropoli, entrambe in prov. di Teramo.

[2] Nel processo Centini si apprende che uno dei frati che congiurarono contro Urbano VIII si era follemente innamorato d’una donna che non voleva corrispondere al suo amore. Avendo confessato ad un altro frate il suo segreto, ricevette da quest’ultimo un rimedio infallibile per piegare tale donna alle sue voglie. Egli fu invitato ad appendere ad una finestra una
statua «di cera vergine» legata ad un filo, «per che fosse agitata dal vento, presupponendo, che si come la statua s’andava voltando in qua, et in là, così si muovessero le viscere della donna ad amarlo». Cfr. G. Profeta, op. cit.pag. 159.

[3] Aaronne, come è noto, operò diversi prodigi con il suo bastone o «verga», fra cui la divisione del Mar Rosso per permettere il ritorno degli Ebrei alla Terra Promessa (Esodo, XIV, 9), il flagello delle rane su tutto l’Egitto (Esodo, VIII, 5) ecc… Già nel medio evo la «verga d’Aaronne» viene usata a scopi magici. Si tratta di un bastone per la «circumscriptio» dello spazio magico. Allo stesso uso erano destinati altri bastoni chiamati «le clavicole di Salomone» o «clavicola di Salomone». Cfr. al riguardo G. Profeta, op. cit. pag. 159, ove per altro «La Clavicola di Salomone» appare come titolo di un libro di arti magiche.

[4] È evidente come «il Siciliano», viste le brutte acque in cui si trovava, cerchi di porre, ma invano come vedremo, tutto il suo operato sul piano dell’irrilevanza, tentando di commuovere l’autorità ecclesiastica inquirente.




TOPOGRAFIA E DEMOGRAFIA della Sulmona medievale

Contributo pubblicato in ABRUZZOSETTE [Settimanale indipendente fondato da Remo Celaia], del 13 aprile 1978

di Franco Cercone

Fresco di stampa è apparso per i tipi della Labor di Sulmona un importante ed impegnativo lavoro di E. Mattiocco dal titolo “Struttura urbana e società della Sulmona medievale”. È inutile ricordare in tale sede i contributi d’alto valore scientifico apportati dal Dott. Mattiocco nel campo archeologico, storico e dell’oreficeria medievale, campo quest’ultimo in cui l`A. viene annoverato fra i maggiori studiosi a livello nazionale.

Questa recente fatica del ricercatore sulmonese viene a completare una serie di decisivi scritti sulla storia del capoluogo peligno apparsi negli ultimi tempi: cioè Sulmona nell’800 e Sulmona ieri, impostisi all’attenzione degli studiosi anche per l’abbondante materiale fotografico inedito nonché per gli apporti di squisito carattere etnografico.

Nella “Struttura urbana e società della Sulmona medievale” il Mattiocco ha applicato un efficace quanto, sotto molti aspetti, nuovo metodo d’indagine diretto a stabilire i mutamenti della popolazione con la conseguente trasformazione della primitiva cinta muraria della città d’Ovidio, la quale dimostra l’A., era ancora nel sec. XI quella risalente all’epoca romana.

Le vicende demografiche poi, e qui rileviamo uno dei tanti pregi dell’opera, non vengono seguite con un’ottica esclusivamente fissata su Sulmona, bensì con lo sguardo più ampio rivolto alla situazione europea in generale ed italiana in particolare, di cui il capoluogo peligno risente comunque gli influssi.

«A partire dalla metà dell`XI sec. Sottolinea l`A. in tutto l’occidente si avvertirono i segni di un diffuso incremento demografico e tecnico» per cui la cinta primitiva che accoglieva 2.000 abitanti circa risulta insufficiente di fronte alla nuova spinta proveniente soprattutto dal mondo contadino peligno e ciò provoca la formazione di nuovi borghi attaccati alla cinta primitiva. L’esigenza della loro difesa in cui fanno spicco attivi forenses del circondario. Conduce nel sec. XIV all’allargamento della cinta muraria con la Porta S. Amico a nord e Porta Napoli a sud. ed alla conseguente ripartizione della Città in sei Distretti. cui vengono abbinati i forenses del circondario.

Si apprende cosi. particolare ignorato da molti studiosi, che tali abbinamenti non erano affatto casuali ma determinati dal percorso che i forenses compivano per raggiungere Sulmona e quindi dalla Porta d’ingresso alla Città che portava poi lo stesso nome di quello del Distretto. Cosi al Distretto di Porta Salvatoris erano ascritti i Forense: di castro pectorani e de castro cansani, mentre a quello di Porta Maranesca (è vana a proposito ogni spiegazione, come quella di R. Colapietra, se non ricondotta a «Maranesca – perché conducente alle – Marane›› di Sulmona) i Forenses de castro pacentri e campi jovis. Tutti questi rilievi vengono condotti in base ad una attenta lettura che il Mattiocco fa di un eccezionale Documento, quale è appunto il Catasto del 1376, esaminato sommariamente dall’altro storico sulmonese N.F Faraglia nella prefazione al suo pur fondamentale Codice Diplomatico Sulmonese (Lanciano 1888).

Lo studio fatto dal Faraglia su tale Catasto – nota il Mattiocco – era stato condotto essenzialmente sulle rubriche, senza rilevare l’alterata progressione in cui erano state sistemate le pagine, prive di numerazione, al momento della rilegatura del volume. Ne derivano errori nel computo degli accatastati, che l’A. riconduce poi, esclusi i Forenses, al numero di 1212.

Anche da ciò è derivato in seguito un sorprendente errore di valutazione della popolazione sulmonese dell’epoca, cui incorse non solo il Faraglia ma anche il Pansa, influendo negativamente su tutti gli studiosi successivi.

Il Faraglia infatti «sistemò la popolazione sulmonese del tempo intorno ai 15.000 abitanti», cifra certamente esagerata commenta a ragione il Mattiocco, che riconduce in base a severi calcoli sui fuochi e cartografici intorno alle 7.000 unità. Queste sono ovviamente solo alcune fra le numerose considerazioni suscitate dalla fondamentale opera di E. Mattiocco sulla quale ritorneremo ancora a parlare. Ciò che comunque va sottolineato è che essa costituisce un felice mezzo d’indagine da cui gli studiosi potranno trarre non pochi suggerimenti metodologici. 




LA MATEMATICA È UNA RICERCA della fantasia in modo logico

Teatro Fenaroli gremito per Sandra Di Rocco, XXIV Frentano D’oro

Lanciano, 24 settembre 2023. Un teatro Fenaroli gremito e festante ha accolto ieri sera, a Lanciano, Sandra Di Rocco, docente di matematica pura al KTH di Stoccolma, alla quale è stato conferito il XXIV Frentano d’Oro. Il prestigioso premio, promosso dall’omonima associazione culturale, si è rivelato, ancora una volta, un’iniziativa prestigiosa, di grande spessore morale e culturale, capace di risvegliare nei frentani quel senso forte di appartenenza alla propria terra d’origine, senza scadere mai nello sterile campanilismo. La cerimonia di premiazione, condotta da Mario Giancristofaro, decano dei giornalisti d’Abruzzo e coordinatore del premio, è stata ricca e varia, cadenzata dagli intermezzi musicali di Angelo Naccari e Francesco Luciani, allievi della Scuola Civica Fedele Fenaroli, da alcune video-testimonianze, a cura di alcuni colleghi e amici di Di Rocco, da una breve intervista alla premiata, guidata dallo stesso Giancristofaro e dalla giornalista Leda D’Alonzo; un’intervista dalla quale è emersa la personalità sfaccettata del Frentano d’Oro in carica, donna schietta e mite, solare e appassionata, incline in egual misura alla fermezza e alla dolcezza, al sogno quanto alla concretezza, tanto da dichiarare, unendo opposti apparentemente inconciliabili, che “la matematica non è complessa. È una ricerca della fantasia che si fa in modo logico”. Tempra d’acciaio in abito da sera, Di Rocco ha scardinato le false credenze e i luoghi comuni che si affastellano intorno al mondo della matematica ed è riuscita a riunire, sotto un’insegna comune, il pubblico di Lanciano – città dove è nata – e quello accorso in gran numero da Vasto – città dell’infanzia e dell’adolescenza –, riuniti in unico abbraccio anche attraverso la presenza in veste istituzionale dei due sindaci, Filippo Paolini e Francesco Menna. “Ho un grande senso di gratitudine – ha affermato, infatti, Menna – nei confronti di Sandra Di Rocco, che riesce con un’operazione matematica a unire i nostri territori”. Paolini, ricordando la figura di Ennio De Benedictis, motore del premio, ha auspicato che le grandi menti frentane in un prossimo futuro possano rimanere in patria: “Mi auguro che i talenti possano rimanere in Abruzzo e che ci diano un grande sostegno: ne abbiamo veramente bisogno”.

Sandra Di Rocco ha ricevuto la scultura dell’artista Mario Ceroli, emblema del Frentano d’Oro, dalle mani del suo predecessore, il Maestro Massimo Spadano, al quale si sono aggiunti sul palco altri Frentani d’Oro illustri: Vincenzo Russi, Remo Rapino, Sonia Albanese, Luigi Schips, Lucio Trojano. “Il calore che ho ricevuto da voi questa sera – ha affermato Di Rocco, riferendosi a tutto il pubblico presente, ai suoi predecessori e al direttivo del Frentano d’Oro – mi aiuterà non solo nei giorni ma negli anni a venire”. E ha concluso rivolgendo un pensiero ai suoi familiari: “Questo premio è un tributo al loro insegnamento. Se sono quello che sono lo devo a loro”.  Si è compiuto ancora una volta il miracolo del Frentano d’Oro, la cui formula magica risiede in quel concentrato di “amore e bellezza”, di cui ha parlato il Presidente dell’Associazione, Stefano Graziani, e che ha sempre mosso i passi del suo fondatore, Ennio De Benedictis.




UNALTROTEATRO parte con la stagione 2023/24

Cinema Auditorium Zambra. Artisti, appuntamenti, formazione e tante novità per la stagione “Le tue emozioni dalla A alla Z”

Ortona, 24 settembre 2023. L’impresa di produzione Unaltroteatro dà il via alla stagione 2023/2024 nello spazio teatrale e cinematografico del Comune di Ortona (Chieti): proprio ieri sera, durante la “Festa di riapertura” dello spazio culturale che dà il via al secondo anno di attività dopo la sua rinascita, Arturo Scognamiglio e Lorenza Sorino hanno aperto ufficialmente la campagna abbonamenti illustrando non solo gli spettacoli che animeranno lo spazio, ma anche le diverse attività e collaborazioni che andranno ad impreziosire la struttura.

Si parte il 15 ottobre alle ore 20.45 con lo spettacolo “Every Brilliant Thing”: per la regia di Fabrizio Arcuri direttore artistico del CSS di Udine con protagonista Filippo Nigro, attore noto per numerosi film tra i quali “Le fati ignoranti”, “La finestra di fronte” o serie come “Suburra”, “Tutto chiede salvezza” solo per citarne alcuni.

L’11 novembre alle 20.45 ci sarà “Un giorno come un altro” di Giacomo Ciarrapico con Luca Amorosino e Carlo De Ruggieri. Si prosegue il 9 dicembre alle ore 20.45 con “Fantasmi – Bastianazzo” con Fabrizio Ferracane: è un ciclo di drammaturgie di Michele Santeramo.

Il 18 febbraio alle 18.30 è la volta di “Pasqualino e Alessiuccia”, una storia d’amore e musica, la cui architettura è costituita dalla musica di Pino Daniele dove testo e regia sono di Tony Laudadio.

Il 21 marzo alle 20.45 è previsto “Molière uanmensció”, scritto, diretto e interpretato da Fabrizio Falco e prodotto da Casa del Contemporaneo. Il 18 aprile alle ore 20.45, invece, si chiude con “Dall’altra parte 2+2” di Emanuele D’Errico/ Puteca Celidonia.

Tra gli eventi speciali, non in abbonamento, sono previsti lo spettacolo “Marina”, da un racconto di Dacia Maraini, riscritto per la scena dalla stessa, prodotto da Effimera Produzioni che è inserito all’interno di un progetto più ampio “AMORI RUBATI” che si sviluppa a livello nazionale durante il mese di Novembre. “Fantasmi”: un progetto di Unaltroteatro, a cura di Michele Santeramo, realizzato grazie anche al contributo del Fondo Nazionale Spettacolo dal Vivo del MiC per i progetti speciali e “Blakbird” con testo di Arturo Scognamiglio e regia di Lorenza Sorino realizzato in collaborazione con la compagnia Novezerosei.

Inoltre, sono state annunciate collaborazioni con l’istituto Tostiano alla presenza del presidente Remo Di Martino e con l’associazione Crossroads alla presenza della presidente Angela Arnone che sarà ospitata dallo Zambra con due eventi legati all’ottantesimo della battaglia a Ortona.

Si è aperta dunque, ieri 23 settembre, anche la campagna abbonamenti che prevede i sei spettacoli con cadenza mensile e una promozione: se si acquista l’abbonamento entro il 15 ottobre si avrà uno spettacolo degli eventi speciali in omaggio.

Contestualmente, come è stato preannunciato durante l’evento si riparte anche con la Ut Factory con i corsi di recitazione per varie fasce di età dai principianti all’avanzato, con logopedia, voce artistica, canto e interpretazione, combattimento scenico principianti e avanzato, scenografia, scrittura, dizione e tante altre novità, il tutto con insegnanti professionisti riconosciuti a livello nazionale.

Le iscrizioni sono aperte dal 25 settembre. Per prenotare la lezione di prova è possibile contattare il 3454367809 o scrivere a info@unaltroteatro.com.




GIOVANI DEMOCRATICI annunciata la segreteria regionale

Gileno (GD): “A lavoro per il futuro dell’Abruzzo: diritto allo studio, contro la precarietà, per la parità di genere. Incontreremo il candidato presidente Luciano D’Amico”

Pescara, 24 settembre 2023. Si è tenuta la prima riunione della nuova Segreteria regionale, dopo il Congresso regionale, dei Giovani Democratici d’Abruzzo, l’organizzazione giovanile del Partito Democratico.

“Abbiamo composto una squadra di undici ragazze e ragazzi da tutta la regione – annuncia il segretario regionale Saverio Gileno – Pronti ad affrontare le prossime sfide, a partire dalle elezioni regionali, e per dare voce alle istanze della nostra generazione. Tante le questioni delle quali vogliamo occuparci: lavoro e precariato, università e diritto allo studio, scuola, ambiente e transizione ecologica, politiche di genere, sport e mondo dell’associazionismo, cultura. Pensiamo che Luciano D’Amico, candidato presidente per il centrosinistra alle prossime elezioni regionali, con la propria esperienza saprà raccogliere le istanze della nostra generazione. Gli chiediamo di incontrarci a breve per iniziare ad affrontare le fratture generazionali d’Abruzzo”.

La segreteria è composta come segue:

Saverio Gileno, segretario regionale – classe 2000, studente in politiche pubbliche, già dirigente nazionale dell’Unione Degli Studenti

Flavia Cantoro, Presidente dell’Assemblea – classe 1995, di Teramo, laureata in ingegneria gestionale e candidata con il Pd alle passate elezioni Amministrative di Teramo

Pia Finoli, Vicesegretaria con delega alla Scuola – classe 2005, di Atessa, studentessa al Liceo Scientifico e rappresentante degli studenti

Paolo Antonelli, Tesoriere e segretario provinciale dell’Aquila – classe 2001, di L’Aquila, studente di Giurisprudenza, già rappresentante degli studenti al Liceo Classico “Cotugno”

Annachiara Di Lorenzo, segretaria provinciale di Chieti con delega alle politiche di genere e Transfemminismo – classe 2000, di Chieti, laureanda in scienze geologiche e tra le promotrici della proposta nazionale “Libera di Abortire”

Silvia Sbaraglia, segretaria provinciale di Pescara con delega alla cultura – classe 1996, di Francavilla Al Mare, laureanda in editoria e scrittura, stagista in una agenzia di comunicazione

Ilaria Barnabei, segretaria provinciale di Teramo con delega a lavoro e welfare – classe 1996, di Crognaleto, praticante avvocato, in assemblea nazionale del Partito Democratico e già candidata alle passate elezioni Amministrative di Teramo

Matteo Santarelli, responsabile dell’organizzazione – classe 1998, di Pineto, studente di relazioni internazionali e segretario di circolo “Cerrano” dei Giovani Democratici

Monaim Mouatamid, con delega all’università ed al diritto allo studio – classe 1996, di Pescara, laureato in lingue per l’impresa e la cooperazione internazionale, già rappresentante degli studenti in Senato Accademico all’Università D’Annunzio

Alina Carusi, con delega a sport e associazionismo – classe 1995, di Celano, dirigente di una squadra sportiva femminile a Celano

Christian Valvano, con delega ad ambiente, transizione ecologica ed energetica – classe 2000, di Chieti, laureato in Scienze geologiche, studente in Geologia applicata ambientale e segretario di circolo “Chieti Città” dei Giovani Democratici




PEPERONCINO PICCANTE SOTTOLIO

Chieti, 24 settembre 2023. L’autunno è una stagione rilassante. Settembre, in particolare, è un mese per provvedere alle riserve invernali. Le conserve Sottolio e Sottaceto – Le Marmellate – I Liquori. Ho fatto così, una provvista del Peperoncino Piccante in Barattolo, con Olio.

Purtroppo, questo vegetale che si vende in gran quantità in questo mese, quest’anno se ne è trovato poco, quindi il prezzo è aumentato. Si può spiegare che il PEPERONCINO PICCANTE, è la prima medicina naturale e, il SUO regolare consumo, può essere considerato un benefico per la nostra salute.

Per preparare i barattoli, ci vuole pazienza, ma la filiera alimentare, è semplice: occorrono I Guanti, Un Panno Umido, Il Tagliere, Il Coltello, Le Forbici e il Sale. Mettere i guanti, con un panno umido, pulire i peperoncini da essiccare e successivamente, con il coltello, rimuovere il picciolo.

Con le forbici tagliare verticalmente i peperoncini. Rimuovere i semi, che insieme al tessuto placentare che li regge e, alle membrane bianche interne, sono un concentrato di capsaicina, (è la sostanza che dà la piccantezza al peperoncino). La capsaicina è indicata come prevenzione di molte patologie croniche, ed è una buona fonte di vitamina C. Ora, i peperoncini, si possono tagliare a pezzetti e posizionarli su una teglia da forno o vassoio, ricoperti da carta da cucina assorbente.

Versare il sale, perché assorbe l’acqua, sistemare il peperoncino piccante in un solo strato e aggiungere altro sale. Mettere il vassoio in un posto molto assolato, così in una settimana, i peperoncini si seccano. Ogni due giorni, è meglio rimescolare. Al tramonto, coprire i peperoncini con uno strofinaccio, per evitare l’umidità. Ultimo lavoro della filiera alimentare, è imbarattolare il peperoncino secco con olio extra vergine di oliva e, con un cucchiaio pressarli, così da evitare bolle di aria.

Quindi chiudere con il coperchio ed aspettare di consumarlo. Durante la lavorazione, evitare di toccare telefoni cellulari e altri oggetti, considerando che la capsaicina, viene lasciata in tutte le cose che si toccano. Guai a strofinarsi occhi o mucose. Il latte è considerato il rimedio più efficace per alleviare il senso di bruciore, che invade la bocca, dopo aver mangiato il peperoncino. Grazie alla caseina, il latte è in grado di rimuovere abbastanza rapidamente la capsaicina, dal cavo orale.

Luciano Pellegrini




I LUOGHI DI PADRE FEDERICO

Bellezze, misteri e spiritualità a San Tommaso Beckett

Caramanico Terme, 24 settembre 2023. Nella frazione di San Tommaso, nel territorio di Caramanico Terme, si può visitare un prezioso complesso monumentale del XIII secolo,  dedicato a San Tommaso Beckett, religioso d’oltremanica vissuto oltre 850 anni fa [stranissimo ma vero]

Padre Federico Bazongo, l’attuale custode di questo incredibile patrimonio culturale, ne è anche la sua sorridente guida spirituale.

Tanta bellezza ed altrettanto mistero per il sito, per gli elementi architettonici, per l’arte scultorea e pittorica, per la sorprendente atmosfera che si può rilevare nella visita degli ambienti.

Esperienza da vivere con una profonda spiritualità oltremodo arricchita per la particolarità di un tempo che rallenta, di una parola di fede che conforta in un silenzio che pervade.

Tra bellezze, misteri e spiritualità, ecco un luogo sempre nuovo.




ABRUZZESI CAMPIONI D’ITALIA

L’Abruzzo trionfa alla Traina Costiera 2023 di Pozzuoli e si aggiudica l’accesso ai Mondiali in Messico

Pozzuoli, 24 settembre 2023. Il 37° Campionato Assoluto per Equipaggi della Traina Costiera 2023 di Pozzuoli ha visto salire, nel pomeriggio di ieri, sul podio partenopeo l’Abruzzo con l’ASD Dolphin Club di Pescara portando gli abruzzesi a conseguire il titolo di campioni d’Italia e di accedere, con la vittoria, ai Mondiali del prossimo anno (2024) che si terranno in Messico.

A regalare questo sogno all’Abruzzo tre uomini di mare per passione, e pescaresi di provenienza: Maurizio Scurti il Presidente ed i suoi anglers, Luigi Potenza e Giordano Renzetti, nello specifico, di Spoltore, tutti legati da una grande passione ossia quella per il mare e la pesca, attenti ed attratti da una forte tradizione che caratterizza la città adriatica. Sono stati 25 gli equipaggi provenienti da tutta Italia che hanno gareggiato nella speranza di potersi aggiudicare l’accesso ai Mondiali e malgrado un mare abbastanza agitato è stato l’Abruzzo a dimostrare più grinta ed a portare a casa il punteggio più elevato.

“L’unione fa la forza – commenta questa vittoria il presidente Scurti sottolineando come è il gioco di squadra ad aver davvero avuto la meglio – Siamo uniti da questo sogno da tanto tempo, ci siamo sempre messi in gioco, non abbiamo mai avuto paura di competere e forse questa grande appartenenza al gruppo ieri ci ha regalato la soddisfazione di essere premiati. Ci aspetta una grande sfida per il prossimo anno, ma per il momento siamo soddisfatti per aver regalato alla nostra regione e alla nostra Pescara il titolo nazionale che le dedichiamo”.

Alessandra Renzetti




FEBAR 2.0 festival delle birre artigianali

Prima edizione fra degustazioni, prodotti locali, laboratori, musei e musica dal vivo

Torrevecchia Teatina, 23 settembre 2023. Da venerdì 29 a domenica 1° ottobre 2023, nel Palazzo Ducale Valignani di Torrevecchia Teatina, c’è la prima edizione di Febar 2.0, festival delle birre artigianali. Una manifestazione organizzata dal birrificio Birra Deb’s, in collaborazione con Slow Food Chieti e Unionbirrai sezione Abruzzo, con il patrocinio del Comune di Torrevecchia Teatina. Tre giorni dedicati non solo alla degustazione delle birre di quattro birrifici artigianali abruzzesi e dei prodotti locali tutelati da Slow Food, ma anche all’intrattenimento musicale dal vivo, alla cultura e ai segreti del mondo della birra, con i laboratori gratuiti dedicati. 

Protagonisti della rassegna sono quattro birrifici artigianali di alta qualità, che proporranno la propria gamma di birre ai visitatori: si tratta di Birra Almond ’22 di Loreto Aprutino, Birrificio Maiella di Pretoro, Birra Nabò di Canosa Sannita e Birra Deb’s di Caramanico Terme.

Ogni sera, a partire dalle ore 18, all’interno di Palazzo Ducale, sarà possibile scegliere fra le varie proposte dei birrifici presenti e dei numerosi stand gastronomici, che offriranno anche una scelta culinaria per vegetariani, oltre agli immancabili arrosticini, porchetta, pallotte, panini con hamburger o wurstel, stinco di maiale, dolci tipici locali. Ad animare le tre serate, la musica dal vivo dei Banda Larga, Lu Blues e Bicchierino. 

Ma è soprattutto l’appuntamento con i laboratori a distinguere Febar 2.0 dalle altre manifestazioni. Ogni sera, infatti, dalle ore 20 alle 21, sempre all’interno di Palazzo Ducale, sarà possibile seguire un laboratorio gratuito, della durata di un’ora, con un mastro birraio. Gli appuntamenti sono organizzati da Ivano Trugli, in collaborazione con Slow Food Chieti e Unionbirrai sezione Abruzzo. Ivano Trugli è sommelier e docente Assosommelier, degustatore Unionbirrai e recente giudice al World Gluten Free Beer Awards (concorso mondiale delle birre senza glutine) e al Best Bio Beer 2023.

«Sarà l’occasione – ha detto il sindaco di Torrevecchia Teatina, Francesco Seccia, a margine della conferenza stampa di presentazione dell’evento – di conoscere non solo la bontà e la freschezza dei nostri prodotti abruzzesi, ma anche di far apprezzare ai tanti visitatori il fascino del Palazzo dei Baroni Valignani con i suoi due magnifici musei».

«Per la prima volta – ha aggiunto – c’è una manifestazione del genere a Torrevecchia. Si tratta di un evento importante, che mi auguro possa andare avanti il più possibile. I birrifici ospitati nel giardino di Palazzo Ducale sono di qualità, noti nella zona e possono aiutare anche a far conoscere il territorio. Speriamo che sia solo l’inizio di un progetto che possa arricchirsi negli anni».

«La scelta del luogo in cui organizzare il festival – ha spiegato Debora Franceschelli, titolare di Birra Deb’s e organizzatrice di Febar 2.0 – è caduta su Torrevecchia per la sua posizione strategica. La partecipazione e la degustazione sono libere; oltre alle varie offerte di birra e gastronomia, ci sarà una sezione dedicata al sigaro toscano».




NESSUNA PROROGA per i fondi destinati al nuovo canile

M5s: ”smascherata la farsa della giunta Masci, ora senza alternative il canile di via raiale rischia davvero la chiusura”. La rabbia di associazioni e volontari pronti alla mobilitazione per difendere gli ospiti della struttura

Pescara, 23 settembre 2023 – La vicenda del presunto nuovo canile da realizzare nel Comune di Spoltore si arricchisce di un nuovo capitolo che sembra chiudere definitivamente ogni possibilità, oltre ad aprire scenari preoccupanti per l’attuale struttura in Via Raiale a Pescara. A denunciarlo è il Movimento 5 Stelle che questa mattina, in conferenza stampa, ha illustrato la risposta all’interrogazione presentata nel mese di agosto con cui si chiedeva conto dell’effettiva presenza o meno di una proroga ufficiale del finanziamento da parte del Ministero.

“Da mesi assistiamo ad uno stucchevole rimbalzo di responsabilità e carte bollate tra Pescara e Spoltore – commenta il consigliere M5S Paolo Sola – quando il vero problema, come abbiamo denunciato mesi fa, è che il finanziamento fosse già scaduto nel maggio scorso, e quindi ormai perso. E la risposta all’interrogazione non ha potuto far altro che confermare, infatti, che ad oggi non esiste alcuna proroga ufficiale da parte del Ministero, considerando quindi svanito, di fatto, il finanziamento di circa 600 mila euro”.

“Ci chiediamo quindi a cosa sia servito fare ricorso al TAR contro l’opposizione del Comune di Spoltore a realizzare il nuovo canile nel sito individuato dal progetto – prosegue il consigliere Sola – visto che il presupposto per realizzarlo, cioè il finanziamento, è ormai perduto. Un’iniziativa che evidentemente serve solo alla Giunta Masci per provare a salvare la faccia, facendo credere di aver fatto tutto il possibile, ma che rappresenta invece l’ennesimo grave spreco di denaro pubblico, di cui il Sindaco dovrà rendere conto alla città”.

Indipendentemente, quindi, dall’esito del ricorso al TAR, previsto per i prossimi giorni, si apre a questo punto una prospettiva davvero preoccupante per l’attuale struttura in Via Raiale, che da anni versa in condizioni precarie e non a norma, per le quali già a gennaio 2022 era stata raggiunta da una diffida della ASL che ne preannunciava la chiusura qualora il Comune non avesse predisposto una sistemazione alternativa ed adeguata per i suoi ospiti.

“Sistemazione che in quasi due anni la Giunta Masci non ha fatto nulla per individuare – proseguono i consiglieri Alessandrini, Sola e Di Renzo – avendo puntato tutto su questo avventuroso progetto sul terreno donato dall’imprenditore Daniele Kihlgren, con il pericolo ora di subire la chiusura del canile di Via Raiale da parte della ASL senza alcuna prospettiva che non sia quella di disperdere tutti gli animali lì presenti in giro per l’Abruzzo e con il rischio che finiscano magari in strutture lager fuori controllo”.

Prospettiva che ha già scatenato, comprensibilmente, la preoccupazione sia dei volontari impegnati quotidianamente nella gestione della struttura, che dei tanti cittadini ed associazioni sempre attenti alle vicende del mondo animale.

“Associazioni con le quali, se dovesse verificarsi questo scenario, siamo già pronti a scendere in strada per difendere i nostri amici a quattro zampe”, concludono i consiglieri pentastellati.




A RISCHIO LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ e il nostro futuro

Apicoltura: Bocchino (lega), indispensabile il sostegno al settore. Il consigliere regionale, ‘grazie al costante sostegno del sottosegretario d’Eramo siamo impegnati a sostenere i nostri apicoltori e il loro prezioso contributo a tutta l’agricoltura’.

Tornareccio, 23 settembre 2023. ‘Sostenere il comparto dell’apicoltura significa sostenere il nostro futuro.’ Lo ha detto il consigliere regionale della Lega Sabrina Bocchino partecipando all’inaugurazione della 17.ma edizione di ‘Tornareccio regina del miele’, la manifestazione interamente dedicata alla promozione della produzione del miele d’Abruzzo.

‘Mi complimento con il Comune di Tornareccio e il Sindaco Nicola Iannone – ha detto l’esponente del Carroccio – per il prestigioso evento che ogni anno vede crescere il numero degli espositori e che giustamente ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Regione Abruzzo e della Provincia di Chieti.

‘Un evento, però – ha sottolineato Sabrina Bocchino – che, sulla scia di quanto abbiamo sempre fatto in questi anni, ci ha dato l’opportunità di confrontarci con gli stakeholders, ovvero gli apicoltori abruzzesi, sulle problematiche che stanno affliggendo l’intero settore, uno di quelli nevralgici dell’intero ambito agroalimentare e sul quale si stanno concentrando le attenzioni anche e soprattutto del sottosegretario al Masaf, l’abruzzese Luigi D’Eramo, che ha la delega specifica al settore.’

‘I fenomeni climatici estremi, la necessità di ricorrere a nutrizione di soccorso per gli sciami in alveare e il notevole aumento dei costi di produzione – ha sottolineato la Bocchino – oltretutto pesano gravemente sulla sopravvivenza di molte aziende e non possiamo permetterci di disperdere un patrimonio così importante e di così alta qualità, senza dimenticare che la sopravvivenza delle api è uno dei temi centrali di molteplici campagne di sensibilizzazione proprio per il ruolo che essa riveste nella difesa della biodiversità.’

‘Se è vero come è vero che gran parte del miele consumato nel nostro Paese proviene dai Paesi dell’Europa orientale ed altri Paesi – chiosa Sabrina Bocchino – noi grazie al costante sostegno dell’On. D’Eramo siamo impegnati a sostenere i nostri apicoltori e il loro prezioso contributo a tutta l’agricoltura in tutti i modi che abbiamo a disposizione, anche chiedendo in UE una etichettatura sempre più trasparente per difendere e valorizzare il Made in Italy e il Made in Abruzzo.’




TUA, LE NOVITÀ FERROVIARIE

In arrivo tre nuovi treni destinati al turismo ferroviario. A Tallinn per le giornate europee sulla sicurezza ferroviaria. La società TUA attiva sul versante ferroviario. Novità, infatti, sia sul piano della sicurezza ferroviaria a livello europeo, sia con l’ulteriore rafforzamento della flotta dei treni. Partiamo da quest’ultimo aspetto.

Pescara, 23 settembre 2023. In arrivo a Lanciano tre treni del tipo ALn 776 destinati prevalentemente al turismo ferroviario.

I treni sono stati acquistati dalla TUA dalle ex Ferrovie Centrali Umbre (oggi Busitalia); nel proprio parco veicoli, la TUA è già proprietaria e soggetto responsabile della manutenzione di altri due treni della stessa tipologia di quelli appena acquistati.

I convogli ALn776 dovranno essere oggetto di una serie di passaggi formali che la divisione ferroviaria ha già messo in atto valutando la modifica nel proprio sistema di gestione della sicurezza e in quello della manutenzione.

Al termine di questi passaggi tecnici, i tre treni potranno iniziare a circolare.

I convogli arriveranno a Lanciano dall’Umbria nel corso della prossima settimana e inizierà subito dopo la fase di applicazione delle nuove livree TUA.

“Un investimento importante per la nostra ferrovia – ha annunciato Enrico Dolfi, direttore della divisione ferroviaria della TUA – perché va ad arricchire un’offerta che TUA potrà garantire anche in termini turistici e sul quale questa divisione ferroviaria sta puntando molto, anche perché il turismo ferroviario rappresenta una leva di spostamento molto apprezzata. Pensiamo anche – ha sottolineato Enrico Dolfi – al valore aggiunto che potrebbe rappresentare un servizio turistico in treno in una regione così bella e piena di prospettive da scoprire come l’Abruzzo.  I tre treni – ha proseguito Dolfi – arricchiscono il nostro parco veicoli ferroviari che, tra l’altro, già conta di alcuni modelli di ALn 776. I tre nuovi veicoli sono un importante investimento in quanto siamo detentori di un know-how stratificato soprattutto in termini di gestione operativa e di manutenzione”.

I treni possono circolare su tutta la rete di RFI e sono in fase di estensione di area d’uso sulla tratta Lanciano-San Vito. Il che significa che, potenzialmente, possono essere raggiunte tutte le stazioni. Ed i servizi turistici potrebbero essere attivati già da questo autunno, valorizzando, ad esempio, le tante iniziative che si svolgono in tutto l’Abruzzo. Da raggiungere in treno, osservando le bellezze del territorio dal finestrino.

I SAFETY DAYS A TALLINN CON ERA E LA PARTECIPAZIONE DI ANSFISA

A Tallinn, capitale dell’Estonia, invece, il tema principale è stato quello della cultura della sicurezza, declinata soprattutto per gli aspetti di “apprendimento dagli incidenti e dai near misses”. Ad organizzare l’evento continentale, l’European Union Agency for Railways (ERA), cioè la massima autorità europea in fatto di regolamentazione della sicurezza delle ferrovie europee.

La partecipazione a questo tipo di eventi si inquadra anche in un discorso di mantenimento di competenze per alcune figure molto tecniche previste dai sistemi di gestione della sicurezza degli operatori ferroviari.

A partecipare per la Tua ai Safety Days del 20 e 21 settembre è stato il responsabile del sistema di gestione della sicurezza dell’impresa ferroviaria Alessio Giancristofaro

L’appuntamento ha acquistato un’importanza strategica per il mondo della sicurezza ferroviaria; infatti, hanno partecipato i principali operatori delle ferrovie di tutta Europa (circa 250) e anche i “big” del trasporto ferroviario italiano.

I Safety Days 2023 si sono concentrati su come coltivare un sistema di gestione della sicurezza che sappia apprendere e mettere a disposizione in modo efficace quanto appreso.

Nella due giorni estone sono state fornite diverse presentazioni in lingua inglese da parte di esperti e leader delle ferrovie e di altri settori ad alto rischio come quello aeronautico e quello nucleare. Ad aprire i lavori anche il ministro del Clima estone Sander Salma.

Alla convention europea hanno partecipato anche l’Ansfisa con la responsabile del settore ispettorato e controllo italiano Ilaria Castriota che ha moderato la sessione “Learning from monitoring”.

“Ho voluto fortemente che la TUA aumentasse sempre di più la sua partecipazione agli eventi formativi così qualificati e specifici come questo organizzato a livello europeo dall’ERA – ha spiegato Gabriele De Angelis – perché sono occasioni di crescita e rappresentano, tra l’altro, momenti importanti per il mantenimento delle competenze di alcune figure molto specifiche del settore ferroviario come gli RSGS. In questi appuntamenti c’è la convergenza di tutti gli operatori delle ferrovie europee e, quindi, rappresentano un momento di crescita non solo per la TUA ma per tutto il comparto. Anche l’articolazione del summit lo ritengo molto interessante, infatti la partecipazione interattiva dei rappresentanti delle varie ferrovie europee nei vari workshop si traduce in una fonte di apprendimento fondamentale. Come Divisione Ferroviaria – ha continuato il presidente Tua – stiamo concretizzando tante opportunità che hanno e che devono sempre avere il minimo comune denominatore imprescindibile rappresentato dalla sicurezza”.

Aspetto fondamentale dei Safety Days sono stati i workshop, come ha spiegato il responsabile del sistema di gestione della sicurezza dell’impresa ferroviaria Tua Alessio Giancristofaro: “Abbiamo partecipato a due workshop, il primo intitolato “Breaking Through the Noise. How to communicate effectively on safety”, il secondo “Improving performance by task observation and coaching” che ci ha permesso di capire, ad esempio, quali sono le aree di criticità a fattor comune dei vari operatori ferroviari dell’Europa nel tradurre le buone pratiche attraverso un’attività efficace di comunicazione meglio orientata nei confronti del personale che svolge mansione di sicurezza. L’importanza di un approccio metodologico ben strutturato per la formazione specifica e di quella non tecnica rappresentano un valore aggiunto per tutti gli operatori ferroviari, indipendentemente dal numero di addetti che operano all’interno delle diverse organizzazioni”.

In arrivo tre nuovi treni destinati al turismo ferroviario. A Tallinn per le giornate europee sulla sicurezza ferroviaria. La società TUA attiva sul versante ferroviario. Novità, infatti, sia sul piano della sicurezza ferroviaria a livello europeo, sia con l’ulteriore rafforzamento della flotta dei treni. Partiamo da quest’ultimo aspetto.




LUPA CATTURATA NEL PARCO DELLA MAIELLA

Come convivere con il lupo, il vademecum dell’Oipa. Comparotto: «Occorre favorire una serena convivenza senza generare allarmi, anche mediatici, e senza diffondere fake news al riguardo»

Milano, 23 settembre 2023. È stata catturata questa notte a San Salvo (Chieti) dagli operatori del Parco Nazionale della Maiella una lupa forse responsabile delle “incursioni” nelle scorse settimane a Vasto e nello stesso San Salvo. Da questo momento – fanno sapere dal Parco – saranno le indagini genetiche a confermare l’identità dell’animale catturato ed eventualmente attribuirne con certezza la correlazione con l’animale aggressore. La lupa viene ora trasferita presso l’area faunistica di Pretoro in un’area non accessibile al pubblico.

Nell’attesa di conoscere dettagli sulla vicenda, l’identità dell’esemplare e il suo stato di salute, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) offre un breve vademecum che indica cosa fare e cosa non fare in un territorio in cui è possibile che vi sia la presenza di lupi.

L’associazione ricorda anzitutto che il lupo è una specie protetta dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea e quindi non può essere cacciato né ucciso. Solo in casi del tutto eccezionali la normativa consente di derogare a questo stato di protezione nel caso di animali considerati “problematici”.

Nel rispetto della legge e della biodiversità, si pone la necessità di garantire la coesistenza d’interessi diversi: tutela del patrimonio faunistico e tutela della attività che possono essere minacciate dalla presenza della specie.

Il lupo è un animale schivo, non pericoloso per l’uomo. Naturalmente caccia per mangiare, essendo un predatore e talvolta può avvicinarsi, soprattutto di notte, in aree antropizzate.

L’espansione del lupo in Italia, negli ultimi quarant’anni, è stata frutto esclusivamente di dinamiche naturali e nessun lupo è stato mai rilasciato a scopo di ripopolamento.

L’Oipa evidenzia che alla paura del lupo, generata anche surrettiziamente, qualcuno ha risposto con azioni irresponsabili che determinano responsabilità penali in chi le commette: reati connessi (articolo 544 bis e ter del Codice penale e bracconaggio).

«Occorre favorire una serena convivenza senza generare allarmi, anche mediatici, e senza diffondere fake news al riguardo», spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Una coscienza civile e un sistema giuridico sempre più attenti al tema del benessere e della tutela animale detta invece scelte e comportamenti di buon senso. Tra queste, vi sono anche alcune accortezze che possono aiutare una convivenza rispettosa con il lupo all’insegna del rispetto e del buonsenso».

Ecco un piccolo vademecum utile per chi abita in zone in cui è presente il lupo:

. non tenere i cani a catena, come anche previsto dalla legislazione di molte Regioni

. evitare di lasciare cibo alla fauna selvatica

. tenere di notte gli animali domestici in locali chiusi

. evitare di lasciare resti di animali accanto alle case

. non lasciare rifiuti organici (placente, carcasse) nelle letamaie e nelle vicinanze di stalle

. non lasciare cibo avanzato nelle colonie feline

Nel caso di un incontro ravvicinato con un lupo:

. parlare ad alta voce e agitare le braccia per allontanarlo

. se il lupo è lontano, restare in silenzio e non interferire

. non seguire le sue tracce e non disturbarlo

. se si è in escursione con il proprio cane, tenerlo al guinzaglio; comportamento da tenere sempre quando si è in un territorio popolato da fauna selvatica. In particolare, il lupo potrebbe attaccare alla vista del cane, considerandolo un avversario.

Informazioni per la stampa (recapiti per giornalisti non pubblicabili):

OIPA Italia Odv

Organizzazione internazionale protezione animali, Organizzazione non governativa (ONG) affiliata al Dipartimento della Comunicazione Globale (DGC), al Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) e all’Assemblea permanente sull’Ambiente dell’ONU. Associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente (DM del 1/8/2007 pubblicato sulla G.U. n. 196 del 24/8/2007)

Via Gian Battista Brocchi 11 – 20131 Milano – Tel. 02 6427882 Fax 1782206601




VOGLIAMO OPERARE PER LA PACE non solo celebrarla

Il messaggio del Liceo Classico G. D’Annunzio in occasione della iniziativa in memoria di Amarena

Pescara, 23 settembre 2023. Sulle note della toccante e intramontabile canzone “Eppure soffia” di Pierangelo Bertoli si è aperta la 42esima Giornata Internazionale della Pace e della Non violenza al Liceo Classico “G. D’Annunzio” di Pescara che ‒ aderendo all’iniziativa proposta dall’associazione Jane Goodall Roots & Shoots ‒ ha voluto mettere a dimora un albero di amareno dedicandolo ad Amarena, orsa gentile, madre esemplare tragicamente uccisa il 31 agosto in un’area poco fuori dal Parco Nazionale D’Abruzzo e dalla sua Area Contigua.

Il suono delle chitarre di tre studenti ha accompagnato il canto dei partecipanti: studentesse e studenti in rappresentanza di tutte le classi del liceo e alcuni docenti che hanno poi ascoltato i significativi interventi della Dott.ssa Michela Mastrella, capoguardia del Parco Nazionale d’Abruzzo e della biologa del Parco, la Dott.ssa Roberta Latini. Le graditissime ospiti hanno illustrato la vicenda dell’orsa divenuta ultimamente il simbolo della tutela dell’orso bruno marsicano di cui rimangono purtroppo, solo una cinquantina di esemplari e sottolineato l’importanza di questa specie ombrello che necessitando di ampi spazi e habitat naturali è fondamentale per la tutela e la conservazione di tante altre componenti della biodiversità. Sono state date anche interessanti informazioni perché ognuno impari a limitare il proprio impatto sugli ecosistemi.

Studentesse e studenti hanno partecipato con grande interesse e spirito di condivisione alla manifestazione e recitato poesie di autori noti e meno noti vissuti alle più disparate latitudini e longitudini, sulle tematiche della guerra, della pace e della necessità di una pacifica convivenza con tutte le creature sulla Terra.

Verso le ore 11:00 nell’orto botanico del liceo è stato messo a dimora un albero di amareno e alle ore 11:15 si è tenuto un minuto di silenzio in memoria di Amarena e per la Pace anche in tutte le aule dell’istituto.

La Prof.ssa Agnese Berardini, referente dell’iniziativa per il liceo, che ha sottolineato come la memoria dell’orsa Amarena sarà un monito per tutta la comunità del liceo “G. D’Annunzio” di Pescara: “Abbiamo voluto dare un segnale forte:  noi ci siamo e vogliamo far sentire la nostra voce per costruire un mondo di pace, nel quale non solo auspichiamo sia proclamato il cessate il fuoco per tutte le cinquantanove guerre in corso, ma continuiamo a sperare che si creino le condizioni per il pieno sviluppo umano. Abbiamo voluto non solo celebrare la pace, ma prenderci la nostra parte di responsabilità, proclamare che ci impegneremo a operare per la pace, a mettere in atto azioni concrete affinché si possa vivere la vera pace che è armonia profonda, amore e rispetto per i diritti e la dignità di tutte le creature che popolano il nostro pianeta.




SI TORNA SUI BANCHI DELLA MACONDO, ecco corsi e docenti

Per la Scuola Macondo è tempo di tornare “in classe” ed in vista di questo nuovo anno accademico 2023/24, ecco i docenti impegnati ed i corsi proposti da Elisa Quinto e Sara Caramanico.

Pescara, 23 settembre 2023. Si parte la prima settimana di ottobre con corso di “Scrittura Creativa”; tra i  docenti ci sono: Peppe Millanta, Francesco Coscioni, Alessandro Di Zio, Alessio Romano, Kristine Rapino, Elisa Quinto, Letizia Russo, Alice Rifelli, Roberto Di Pietro, Arturo Bernava. Il corso vuole formare, attraverso esercitazioni e lezioni frontali, la figura del narratore moderno, capace di esprimere le proprie idee e le proprie fantasie in qualunque forma. Durante il corso vengono affrontati tutti gli aspetti della narrazione, al fine di fornire all’aspirante scrittore gli strumenti e le metodologie necessarie. Stimola in modo sistematico, le attitudini e le capacità degli allievi attraverso esercizi specifici e laboratori.

In partenza ad ottobre è anche il corso “Leggere a voce alta” con Riccardo Pellegrini, Lorenza Sorino, Alessandro Rapattoni: è un corso annuale per imparare a leggere a voce alta, ma anche utile per chi vuole migliorare la propria oralità e la propria capacità di esporre in pubblico. Un percorso che prevede sia una parte tecnica relativa alla dizione, respirazione ma anche un percorso che prende in considerazione gli aspetti interpretativi e tecnici della lettura a voce alta.

“Scrittura Poetica”, in partenza ad ottobre con Barbara Giuliani e Matteo Auciello, è un corso per imparare i meccanismi che si celano dietro la costruzione di un testo poetico. Le lezioni frontali sulla storia della poesia, elementi fondamentali della scrittura poetica, laboratorio di scrittura poetica e laboratorio artistico-poetico, approfondimenti sulla parola come strumento poetico, commistione tra le varie arti e la poesia sono utili per orientarsi nel mondo stesso della poesia, organizzare e scrivere un testo poetico, e per la scrittura condivisa e individuale.

“Scrittura Autobiografica”, il corso parte a novembre con la scrittrice Maura Chiulli: è rivolto a chi vuole approfondire la conoscenza di sé attraverso un meccanismo tanto potente quanto affascinante come la scrittura. È rivolto a chi ha voglia di entrare in confidenza con la propria storia con l’obiettivo di arrivare ad una nuova e limpida consapevolezza. Tutto questo lo si fa a partire da storie di scrittrici e scrittori, attraverso l’indagine e la scrittura della propria e altrui storia. Utile per acquisire gli strumenti della scrittura per scrivere quello che è già nel proprio animo.

“Storytelling multimediale”: il corso è previsto per ottobre, con Giovanni Di Iacovo; è utile per raccontare una storia utilizzando media differenti attraverso le tecniche della scrittura creativa ma le amplia, aggiungendo affluenti che generano altre narrazioni, altri media e altri linguaggi, cioè tutte quelle narrazioni in cui ci si immerge oggi.

Inoltre, sono previsti i laboratori di lettura a cura di Peppe Millanta ed Elisa Quinto di “Lettura creativa” e “Donne che corrono con i libri”.

Anche per i più piccoli della Macondo Kids ci sono appuntamenti dedicati oltre ai doposcuola con lezioni singole e di gruppo:

  1. “Pop-Up Lab” per scrivere e costruire il proprio libro animato con Irene Speziale per bambini e ragazzi dai 7 ai 14 anni;
  2. “Fabbricanti di storie”, scrittura creativa per bambini e ragazzi dai 10 ai 14 anni con Serena D’Orazio;
  3. “Libri a rovescio”, laboratorio di letture animate per bambini e ragazzi dai 7 ai 12 anni con Annalica Casasanta.

Per info più dettagliate, i contatti sono il numero 370.3525381 e la mail scuolamacondo@gmail.com. È possibile visitare il sito www.scuolamacondo.it .

Sui social è possibile seguire le attività e le news alla voce @scuolamacondo.




STATO, NON SARAI IL MIO DIO

Nazione, Patria, Libertà

di Giuseppe Lalli

Viene prima lo Stato o la Nazione? In una dimensione ancestrale è difficile dirlo. È come dire: l’homo sapiens sente più forte il senso dell’appartenenza o quello della sicurezza? L’homo sapiens sapiens (il nostro progenitore), scuro di pelle, che dal “Corno d’Africa” viene in Europa e finisce per scontrarsi con l’europeo homo di Neanderthal, bianco, si porta dietro un’idea di appartenenza o solo il bisogno di sopravvivenza?

Sta di fatto, però, che l’homo sapiens, ancorché meno dotato fisicamente, riuscì a vincere il suo cugino perché possedeva un linguaggio articolato, a differenza di quello “proposizionale” dell’homo di Neanderthal. Il sapiens finì per prevalere perché capace di comunicare meglio e quindi di adottare una strategia di gruppo, ciò che depone a favore dell’organizzazione, ancorché sia arduo, in questo contesto, parlare di Stato e Nazione. Una cosa, tuttavia, è certa: entrambe le specie pare che praticassero il culto dei morti, segno che la religione è un tratto distintivo assai profondo dell’umanità, e sicuramente precede sia l’idea della Nazione che dello Stato.

In termini per così dire “moderni”, con la nascita delle “civiltà”, non c’è dubbio che il senso di appartenenza, la Nazione quindi, nella coscienza delle persone, precede il senso dello Stato: lo Stato, nell’epoca “civile”, è “al servizio” della Nazione, non il contrario. La travagliata storia del popolo ebraico ne è la più fulgida dimostrazione: la nazione ebraica sopravvive alla disfatta dello Stato, durante tutta la sua millenaria e commovente storia. Israele è una Nazione che reclama uno Stato: è questa una verità che caratterizza la sua vicenda umana da Abramo in poi.

Nel nostro tempo, abbiamo constatato che il crollo dei regimi comunisti dell’Europa centro–orientale, compresa la Russia, ha indebolito le strutture statali ma ha visto il riemergere dalle macerie il nazionalismo, fenomeno che, sia pure in forma patologica, è espressione del senso dell’appartenenza ad una Nazione. La Nazione, dunque, precede lo Stato ed è destinata a sopravvivergli. Il primato dello Stato è solo apparente, è un primato “psicologico”, il primato della Nazione è reale, è “ontologico”.

Il confronto tra queste due grandi istanze della convivenza umana si porta dietro altri concetti, quali Patria, Libertà, Sicurezza. L’idea di Patria è la stessa idea di “nazione” ma vissuta in una dimensione più sentimentale: richiama le comuni radici in maniera più immediata di quanto non faccia l’idea di Nazione. Non è un caso che il nazionalismo appare – ed è – una degenerazione, ed evoca l’idea di espansione a danno di altre nazioni. La patria invece, che può indicare anche una porzione di territorio più piccola della nazione di appartenenza, evoca la difesa, e si lega più facilmente all’idea di Libertà.

Quest’ultima indica un bisogno profondo, insopprimibile della persona umana, alla quale si può rinunciare, ma solo in via provvisoria, in nome della Sicurezza, sentimento anch’esso forte, perché ha a che fare con l’istinto di sopravvivenza. La Patria è un sentimento più forte di quanto si è voluto far credere da parte di una mentalità cosmopolita e astratta, quella esaltata da una certa ideologia sessantottina e prima ancora dall’internazionalismo di stampo marxista–leninista.

Volendo rifarsi alla storia politica italiana del ‘900, c’è da osservare che pochi storici hanno sottolineato il fatto che Benito Mussolini (1883–1945), alla fine dei travagliati anni che seguirono alla Grande Guerra, vinse la partita politica anche perché comprese che l’ideale della patria, esaltato dalla vittoria dell’Italia nel grande conflitto mondiale, che aveva cementato, nel fango delle trincee, l’appartenenza ad una stessa comunità nazionale, era, al di là della retorica, un sentimento naturale ben più profondo dell’appartenenza ad una classe sociale (Il socialismo, per il futuro “duce”, era stato, peraltro, solo un istinto ereditato). In altri termini, il giovane direttore di «Il popolo d’Italia» comprese che gli abitanti della Penisola, nonostante tutto, si sentivano prima italiani e poi operai o contadini, ragion per cui la “rivoluzione proletaria” era estranea al sentimento prevalente nella nazione.

“Patria e Libertà” può essere un binomio vincente. Fu quello adottato, se non alla lettera come orientamento ideale di fondo, da una parte della Resistenza antifascista, quella più consapevole, minoritaria ma profetica e densa di avvenire. La Nazione, dunque, viene prima di ogni sistema politico e prima dello Stato, come si è mostrato, e questo fu, invece, ciò che Mussolini non comprese. E non lo comprese nemmeno il grande suggeritore del regime, Giovanni Gentile (1875–1944), teorico del cosiddetto “Stato etico”, vale a dire uno Stato che si arroga il diritto di essere fonte originaria di moralità. Uno Stato che si fa Dio: una riforma “religiosa” oltre che politica, che a Gentile gli deriva dalla cattiva lezione appresa da G. W. Friedrich Hegel (1770–1831), che nella sua visione dello Spirito che si invera nella Storia, pone al vertice del processo non la Religione ma la Ragione.

Nella visione del filosofo di Caltagirone la religione, che in Italia ha assunto, storicamente, la forma del cattolicesimo, è ontologicamente inferiore alla filosofia, e il catechismo, che egli ammette nell’insegnamento scolastico, è solo la “filosofia dei piccoli”, un modo per modellare la mente dei bambini alla speculazione astratta. La polemica tra il filosofo dell’Attualismo e Agostino Gemelli (1878–1959), il fondatore dell’Università Cattolica, verteva proprio su questo, ed era questa anche la vera posta in gioco nella diatriba che negli ‘30 oppone i vertici della Chiesa a quelli del regime fascista attorno alle organizzazioni cattoliche (bisogna rispondere, in ultima istanza, a Dio o allo Stato?).

Quello di Hegel e di Gentile è il regno dell’immanenza (Deus qui manet in nobis), a cui non ha accesso alcuna religione rivelata. La trascendenza, che è, a ben riflettere, fonte di libertà, viene così negata alla radice, e lo Stato, che è la meta ultima dell’«incedere di Dio nella Storia», diviene l’unico Dio nel cui seno l’uomo può riposare, il giudice ultimo del bene e del male. Dietro ogni totalitarismo c’è questa grande eresia: uno Stato che si fa Dio e che può assumere, volta per volta, una “ragione sociale” diversa e una diversa idea totalizzante (lo “stato organico”, la “razza”, “la classe”).

Nulla a che vedere con il Dio della rivelazione giudaico–cristiana: il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Gesù Cristo, il Dio dei vivi e non dei morti, vuole uomini liberi e responsabili. Contro il virus del totalitarismo, che tante tragedie ha provocato nel Novecento, il vaccino c’è: la trascendenza, la fede in un Dio che è al di là della storia, la sola che può garantire l’alleanza tra lo spirito di libertà e lo spirito di religione. «Sono incline a pensare – scriveva Alexis de Tocqueville (1805–1859) – che, se non ha fede, bisogna che serva e, se è libero, che creda».




IMPRESA DEL FUTURO: grande successo per il convegno

Tra digitalizzazione, competenze, sostenibilità: le soluzioni alle sfide della crescita economica nell’intervento organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Chieti, con il patrocinio di Confindustria Chieti Pescara, la partecipazione dell’Agenzia di Sviluppo della Camera di Commercio Chieti Pescara e del Polo Innovazione Automotive

Santa Maria Imbaro, 23 settembre 2023. Un incontro fruttuoso, quello che ieri ha animato l’Auditorium del Patto Sangro Aventino a Santa Maria Imbaro e che, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Chieti, con il patrocinio di Confindustria Chieti Pescara e la partecipazione dell’Agenzia di Sviluppo della Camera di Commercio Chieti Pescara e del Polo Innovazione Automotive, ha messo al centro del dibattito le sfide e le soluzioni per conciliare la tutela dell’ambiente, la crescita economica e la qualità della vita dell’uomo con l’innovazione tecnologica.

Dopo i saluti istituzionali, in cui Daniele D’Amario, Assessore Regionale Attività Produttive Regione Abruzzo, ha sottolineato come, per le imprese, la partita da giocare per il futuro sia lo sviluppo delle competenze e soprattutto di quelle legate al territorio, la giornata è stata aperta da Lino Olivastri, Consigliere Nazionale Confindustria servizi innovativi e tecnologici, con la presentazione dei dati relativi alla digitalizzazione delle imprese abruzzesi. A seguire sono state delineate le strategie a sostegno delle imprese e dei professionisti per il digitale e l’internazionalizzazione, con l’intervento di Giovanni Marcantonio, Responsabile operativo Agenzia di Sviluppo Camera di Commercio Chieti Pescara. Ampio spazio, poi, è stato dato alle imprese, tra gli altri interventi quelli di Honda, Stellantis – Sevel e Pastificio Cav. Cocco. All’unisono la voce imprenditoriale ha reclamato la necessità di garantire la competitività sul territorio e di promuovere un’innovazione tecnologica che faciliti i lavoratori. Paolo Raschiatore, Presidente Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy Sistema Meccanica, ha invece incentrato il suo intervento sul tema del lavoro e della carenza di competenze tecniche.

Il dibattito si è poi esteso alla digitalizzazione green, tema centrale nella programmazione dei fondi europei per la competitività e lo sviluppo sostenibile dei prossimi anni, con particolare riguardo al tema della sostenibilità delle imprese, del rispetto delle risorse materiali e immateriali a disposizione, delle competenze necessarie per l’avvenire, delle opportunità di promuovere un’innovazione tecnologica etica e delle politiche nazionali che saranno operate dal governo italiano in tema di transizione 5.0 nei prossimi 3 anni. L’onorevole Fausta Bergamotto, Sottosegretaria al Ministero delle imprese e del Made in Italy ha così sottolineato che “La transizione 5.0 rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane, che possono innovare prodotti e processi rendendoli più competitivi. Tutto ciò è una grande sfida e richiede investimenti significativi, competenze adeguate e una visione strategica e non ideologica. Il Governo ha abbracciato questo paradigma e sta lavorando in tal senso”. 

“Ingegneri, decisori politici e imprenditori da sempre hanno un punto in comune – ha spiegato a margine dell’evento, Massimo Staniscia, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Chieti – guardare avanti e pianificare il futuro. Oggi, siamo fieri di aver messo a confronto tecnici, politici e imprese per affrontare insieme la sfida della transizione digitale e green e assumerci la responsabilità di costruire un futuro in cui non solo si possa conciliare innovazione tecnologica con la sostenibilità ambientale e qualità della vita, ma si possa immaginare il territorio abruzzese al centro di questa trasformazione. Andiamo nell’ottica di interventi strutturati, condivisi e di visione, attraverso una progettazione efficace ed integrata con il sistema territorio, le filiere produttive ed un costante dialogo tra tutte le imprese, siano esse di grandi o piccole dimensioni. Per questo abbiamo rafforzato la collaborazione con Confindustria, Camera di Commercio Chieti Pescara e con l’Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy Sistema Meccatronica”.

“La digitalizzazione e la sostenibilità – ha commentato Luigi Di Giosaffatte, direttore Generale Confindustria Chieti Pescara – sono dei driver di crescita che richiedono professionalità: non riusciamo però a trovarne sul territorio. Attraverso la formazione e il reskilling, anche in collaborazione con le nostre imprese associate, contiamo di creare una rete virtuosa di opportunità per i giovani.  Le imprese sono infatti nel mezzo di una doppia transizione, verde e digitale: questi fattori indirizzano sia gli investimenti che la competitività, tra loro strettamente connessi.  Il coinvolgimento delle PMI nei processi di innovazione, lo sviluppo di competenze, gli investimenti in tecnologie 4.0, la creazione di una cultura digitale restano priorità da affrontare.  Abbiamo evidenze che tra le imprese italiane il livello di digitalizzazione aumenta al crescere delle dimensioni e questo significa che per le imprese più piccole il processo di innovazione è più lento, soprattutto per carenza di competenze”.

Annalisa Spinelli




LUCIANO D’AMICO CANDIDATO

Per la coalizione Abruzzo Insieme alla Presidenza della Regione Abruzzo

Francavilla al Mare, 23 settembre 2023. La coalizione, unita, ha indicato Luciano D’Amico,  già Rettore dell’Università di Teramo, come candidato Presidente per ABRUZZO INSIEME. una proposta forte per la nostra Regione.

Una scelta unitaria, inclusiva, larga, abruzzese, civica: Luciano D’Amico, è l’uomo del Noi, il nome per costruire un nuovo futuro per la nostra terra, così malgovernata da Marsilio.

Con lui l’Abruzzo può avere una grande possibilità, con lui ora abbiamo un’occasione costruita con un grande e inedito lavoro di squadra, allargato con generosità alle forze più vive che si sono messe insieme ed hanno raccolto e rafforzato questo percorso.

La scelta di Luciano D’Amico contiene un Abruzzo diverso da quello che abbiamo conosciuto nei 56 lunghi mesi di governo della destra. Che ha fallito su tutto: spopolamento, migrazione giovanile, sanità, trasporti, infrastrutture, impoverimento, la destra ha rappresentato per l’Abruzzo solo perdita di opportunità e di diritti.

Subito al lavoro, quindi, per la nostra terra: al lavoro per il nostro Abruzzo, senza tempo da perdere!  Ieri a Francavilla un piacevole caffè con Luciano D’Amico.

Una mattinata di ascolto e confronto, in cui abbiamo parlato dei nostri territori, dei tanti problemi lasciati dalla giunta Marsilio ma soprattutto con entusiasmo e rinnovata speranza di idee e progetti concreti per la nostra Regione.

Ognuno deve fare la sua parte, perché la sfida è grande e importante, ci riguarda tutti. Forza, verso un altro Abruzzo, INSIEME.

Silvio Paolucci




SUICIDIO ASSISTITO, ABORTO E IMMIGRAZIONE

Necessarie riflessioni nel mondo cattolico

di Rocco D’Ambrosio

Politicainsieme.it, 23 settembre 2023. Quattro giorni fa Avvenire pubblica la notizia e la lettera di Davide, che ci lascia, dopo anni di sofferenza, con il suicido assistito. Tanto ci sarebbe da dire, in positivo, sull’atteggiamento del quotidiano cattolico: finalmente parole umane dopo, per esempio, quelle su Welby (giudizi poco cristiani ed esequie negate, fatto canonicamente inaccettabile) o quelle su Beppino Englaro e così via. Ma, forse ancora più interessanti sono i commenti (più di 800) che seguono in calce alla notizia, riportata su FB. In essi si legge di tutto: a favore del gesto o contro, espressioni di condanna o accoglienza, di misericordia o rifiuto e via dicendo.

Alla luce di ciò mi chiedo se ci siano degli spazi, nelle parrocchie, nei gruppi e movimenti, dove si possano discutere queste posizioni o altre su temi sensibili (aborto, eutanasia, immigrazione, povertà, pace, giustizia, lotta alla corruzione e agli abusi su donne e piccoli e così via). Non mi riferisco a conferenze con esperti, molto frequenti anche con ottimi interventi; mi riferisco, invece, a spazi e tempi per discutere, dialogare, confrontarsi, ricevere indicazioni di lettura e meditazione personali…

Ci si potrebbe chiedere: ma a che serve la catechesi? Perché non bastano i soli eventi? Solo la catechesi assolve al compito indispensabile e generale di formazione, che né gli eventi, né i social possono sostituire. Scrivevano i Vescovi nel 1970: “La catechesi illumina le molteplici situazioni della vita, preparando ciascuno a scoprire e a vivere la sua vocazione cristiana nel mondo. Infatti, crescendo nella conoscenza di Cristo mediante la fede, ciascuno fa proprio il pensiero di Lui, i suoi giudizi, la sua volontà, la sua croce e la sua gloria, in una operosa vita di carità. D’altro lato, l’esperienza cristiana della vita conferma la fede e apre la coscienza a nuovo desiderio di conoscere e amare il Signore e di rendergli testimonianza”.




NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Insediato all’Agenzia di Sviluppo della Camera di Commercio Chieti Pescara

Pescara, 23 settembre 2023. Sono Ivano La Pergola con la funzione di presidente, Gianluca Luminari in qualità di vicepresidente, Silvia D’Alessandro, Pier Carmine Tilli e Massimo Staniscia i componenti del nuovo Cda che, nel prossimo quinquennio, guiderà l’Agenzia di sviluppo della Camera di commercio Chieti Pescara.

Alla luce del rinnovo del consiglio camerale avvenuto lo scorso luglio, si stanno pian piano rinnovando anche gli altri organi del sistema camerale Chieti Pescara.

Ivano La Pergola, presidente neoeletto: “Abbiamo il compito di fornire, sempre di più e sempre meglio, strumenti di supporto e di sviluppo a favore della crescita e della competitività del tessuto imprenditoriale locale, concentrando la nostra azione in quelle aree che, nel corso degli anni, si sono sempre più consolidate come l’internazionalizzazione, l’innovazione e la creazione di start-up di impresa. Lo faremo con le preziose professionalità di cui Agenzia di sviluppo dispone al suo interno ed attraverso i servizi di informazione e formazione, orientamento e assistenza, progettazione e promozione che fanno parte della nostra offerta.

Ringrazio il presidente della Camera di Commercio Cav. Gennaro Strever che mi ha nominato nel delicato ma prestigioso ruolo di presidente di Agenzia di Sviluppo ed i componenti del consiglio di amministrazione appena insediato: lavoreremo avendo ben presente la mission e la vision dell’Agenzia, consolidando ed ampliando le nostre partnership, le iniziative ed i progetti, facendo rete per lo sviluppo economico locale e regionale.  Infine, una battuta: in una società che deve essere sempre più sostenibile, essere nella regione verde d’Italia aumenta il nostro impegno per aggiungere valore a processi, prodotti e sistemi gestionali aziendali che siano sempre più sostenibili ed orientati a logiche di economie circolari.”

L’Agenzia di sviluppo è l’azienda speciale della Camera di commercio Chieti Pescara, che ha sede nel capoluogo teatino presso la storica struttura in Largo G.B. Vico.

Ha il compito di mettere a disposizione del proprio target, composto da MPMI – medie e piccole imprese, aspiranti e neoimprenditori, NEET (giovani che né studiano, né lavorano), una offerta di servizi gratuiti nei settori dell’internazionalizzazione, orientamento al lavoro, innovazione e formazione, volti all’accrescimento delle conoscenze e competenze.

L’Agenzia di sviluppo è anche, insieme alla Camera di commercio Chieti Pescara, Punto di impresa digitale e partner dell’Enterprise Europe network, la più grande rete europea di supporto ed assistenza alle PMI – piccole e medie imprese.

Nella prossima giunta, che si terrà il 5 ottobre, sarà invece rinnovato il Comitato dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio Chieti Pescara che ha il compito di sostenere la nascita ed il consolidamento delle imprese rosa, contribuendo all’occupazione, alla crescita ed all’aumento di competitività dei sistemi produttivi.




SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITÀ

Per bici e monopattini il 2023 una interessante annata!

Pescara, 23 settembre 2023. Con una squadra di rilevamento quasi tutta al femminile, 14 su 21, si è conclusa la tredicesima edizione di Bike to Work, inserita all’interno della Settimana Europea della Mobilità, svoltasi dal 16 al 22 settembre.

Anche quest’anno, quindi, Fiab Pescarabici ha rinnovato il tradizionale conteggio delle bici, e anche dei monopattini, nella giornata dedicata agli spostamenti tra casa e lavoro, e non solo, dalle ore 7,30 alle 9,30 in 17 postazioni, distribuite in diversi punti sensibili della città.

Quest’anno, grazie anche alle buone condizioni atmosferiche, è stato quello migliore di sempre, con 3.857 transiti in bici e 610 in monopattini, per un totale di passaggi di mezzi a due ruote che ha superato la soglia dei 4.000, arrivando a 4.467!

Per le biciclette le stazioni più frequentate sono state quella di Piazza Italia (487) e Strada Parco (475), poi Piazza della Repubblica (384). Anche per i monopattini i passaggi maggiori sono stati in Piazza Italia (69) e ad una incollatura Piazza Le Laudi (68); subito dietro Piazza della Repubblica (56) e quindi Strada Parco (55).

Non cambia la ripartizione di genere che rimane sempre a vantaggio degli uomini, mediamente con il 63% per le bici e il 68% per i monopattini.

Al di là dei valori assoluti, il grafico mette in evidenza una tendenza in crescita e il consolidamento di postazioni storiche, come Strada Parco (percorso dedicato e protetto), Piazza Italia (presenza di uffici) e Piazza della Repubblica (Stazione).

Numerose e significative le impressioni raccolte durante il conteggio relative alle modalità di fruizione delle infrastrutture e della mobilità, che saranno poi oggetto da parte nostra di una specifica valutazione.

Nell’occasione è stato anche lanciato un sondaggio sulla qualità della rete cicloviaria urbana, nonché degli stalli nel settore del trasporto ferroviario delle bici, e anche presso gli stabilimenti balneari, le aziende (ospedale, comune, agenzia entrate, ecc.) e i supermercati (per i dettagli consultare www.osmoci.it).

FIAB Pescarabici




ADRIATICO AL CENTRO DELLO SVILUPPO DELL’EUROPA

Urso all’Abruzzo Economy Summit

Pescara, 23 settembre 2023. Una conseguenza della guerra della Russia all’Ucraina porterà l’Europa a svilupparsi nei prossimi decenni lungo l’asse adriatico e l’Abruzzo è una regione modello per tutta l’area”. È il messaggio del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a conclusione dell’Abruzzo Economy Summit.

Parole di ottimismo, che si sommano a quelle spese sulla Zes unica per il Mezzogiorno, altro argomento trattato nella due giorni all’Aurum di Pescara. “Semplifica le procedure, attraendo così gli investitori stranieri e non soltanto nel Sud Italia”, ha spiegato a una platea ricca di imprenditori, ai quali ha anche ricordato che il suo dicastero, “sin dall’inizio, ha affinato la legislazione per attrarre proprio investimenti esteri in Italia, anche grazie allo sportello unico capace di accelerare le procedure”.  I primi risultati? “Gli investimenti esteri in Italia sono aumentati più di quanto siano aumentati nello stesso periodo in Paesi che prima attraevano i maggiori investimenti come Francia e Germania”.

Non poteva mancare un ampio passaggio su Stellantis e sul tavolo al quale, accanto all’azienda, siederanno anche i sindacati, l’Anfia e i presidenti delle Regioni dove hanno sede gli stabilimenti della multinazionale, tra cui l’Abruzzo con Marco Marsilio, “Per concordare, entro dicembre, quello che abbiamo definito il Piano di sviluppo di Stellantis in Italia”.

Le prime linee di indirizzo sono chiare: “Innanzitutto invertire la tendenza sulla produzione, visto che negli ultimi vent’anni i veicoli prodotti in Italia si sono ridotti progressivamente fino a raggiungere livelli davvero allarmanti, con l’obiettivo di raggiungere nel tempo un milione di auto e veicoli commerciali, garantendo anche i livelli occupazionali”.

Quindi aumentare gli investimenti in ricerca, sviluppo e in modelli innovativi, che “saranno più diffusi nei prossimi anni con la transizione all’elettrico”. Il terzo tema è “come garantire la transizione per tutta la filiera dell’indotto dell’automotive italiano, un gioiello della nostra industria e che serve anche imprese automobilistiche di altri Paesi”.

“Credo che il faro debba essere – ha aggiunto – e per l’Abruzzo lo è senz’altro, rilanciare l’industria automobilistica del nostro Paese su cui è nata, peraltro, tutta l’industria italiana”.

Parlando delle filiere abruzzesi, Urso ha evidenziato anche meccanica, robotica e farmaceutica, per la quale è stato insediato al Ministero, “per la prima volta a livello nazionale e come chiedeva l’industria del settore, un tavolo che sta sviluppando una politica di filiera, nella convinzione che, in questo campo, ci possano essere i migliori e più qualificati investimenti anche stranieri. L’Italia è pienamente competitiva e l’Abruzzo lo è sicuramente con il polo farmaceutico”.

Infine, la ridefinizione dei fondi del PNRR REPowerEu: dei 16 miliardi di euro, che “sono stati ricollocati per indirizzarli al meglio laddove servono e spenderli nei tempi vincolati dal Piano, e quindi entro giugno 2026”, quasi 8 miliardi sono stati destinati al Mimit e si aggiungono agli oltre 19 miliardi, “che stiamo utilizzando nella tempistica prevista” e agli 8 miliardi del Fondo Complementare. Gli 8 miliardi di nuove risorse “sono stati già destinati, in attesa dell’esito del confronto con la Commissione Europea”, che Urso auspica possa dare “il via  libera”: 4 miliardi per incrementare  il Piano di Transizione 5.0, “cioè per crediti fiscali significativi per le imprese che investiranno nell’innovazione green e tecnologica”; 2 miliardi per le imprese che produrranno in Italia batterie elettriche, impianti fotovoltaici e tecnologia green; 1,5 miliardi per le imprese che decideranno di realizzare impianti di energie rinnovabili ai fini dell’autoconsumo; 320 milioni alla Sabatini Green, “per ridurre i tassi di interesse per chi investe nella tecnologia green”.

“Otto miliardi di nuove risorse oltre a quelle che già disponiamo – ha concluso Urso – che se ben indirizzate, nei prossimi mesi possono essere un grande volano per consentire alle imprese italiane di affrontare e vincere la duplice sfida della transizione green e digitale, per la quale l’Italia può essere leader in Europa”.




ROLLER DAY a piazza Vico

Primo ottobre arriva l’evento dedicato al pattinaggio su rotelle. L’Amministrazione e gli organizzatori: “Uno spettacolo di sport e inclusione per la città”

Chieti, 22 settembre 2023. Si svolgerà domenica primo ottobre a piazza Vico il “Roller Day Chieti,” evento a cura di AB Roller, in collaborazione con la FISR, il patrocinio del Comune, di Anci e la collaborazione fattiva delle associazioni Inclusiamo, La gente d’Abruzzo e Teate Magnum e di Decathlon.

“Sarà un appuntamento per famiglie e città – così il sindaco Diego Ferrara e l’assessore allo Sport Manuel Pantalone – Al pattinaggio dedicheremo attenzione anche programmatoria, perché nell’ottica di rendere fruibili tutti gli impianti comunali, com’è accaduto finora, abbiamo intenzione di riqualificare l’impianto del Levante perché anche il pattinaggio abbia un riferimento e la Federazione possa trovare casa, com’è accaduto anche con la pallamano che ha oggi in città un centro federale di eccellenza. L’appuntamento di oggi certifica vicinanza e sostegno a una disciplina, frequentata e inclusiva, che a piazza Vico dalle 10 di mattina alle 18 avrà spazio ed eventi da condividere con la città”.

“Il Rollerday si festeggia in tutta Italia, ogni associazione lo fa sul suo territorio e prende vita in tutte le piazze del Paese e quest’anno ha una missione speciale: far conoscere le “rotelle” – così Fabio Di Luzio responsabile AB Roller e FISR provinciale – Uno sport noto per lo più come attività ludica per i ragazzi che deve conquistare il suo spazio come disciplina.  Ci saranno i nostri atleti che in questi anni hanno fatto progressi importanti, sono soddisfatto del lavoro fatto e di come la città si stia predisponendo a questa disciplina, speriamo di entrare nel CIO e di avere casa all’impianto del Levante, perché diventi un riferimento nel territorio. Ci saranno esibizioni della squadra agonistica con le campionesse Eva Angelucci, Emma Scalfati, Nicole Bucciarelli; ma consentiremo anche una prova pattini per tutti quanti, per i bambini e, grazie alla collaborazione con l’associazione Inclusiamo, faremo pattinare anche quelli che hanno problemi e disabilità, questo per abbattere ogni tipo di barriera alla pratica di questa disciplina. Chiuderemo poi con una pattinata libera nel centro della città”.

“Motivo di grande orgoglio essere presenti nell’evento dopo l’intesa con la Federazione sport rotellistici a supportare in tutta Italia le Asd di settore – aggiunge Paolo Fazzolari, Leader B2B Abruzzo Marche e Romagna – Saremo a Chieti a supportare l’attività dell’Ab Roller e iniziare una collaborazione che ci porterà, speriamo all’appuntamento del 2025 per la Città Europea dello Sport”.

“Quando abbiamo conosciuto il progetto lo abbiamo subito supportato, perché la disabilità è un mondo molto complesso, ma una volta in sinergia con le associazioni sportive è fondamentale continuare il percorso – così Anna Gloria Di Leo dell’associazione “Inclusiamo” che si occupa di malattie rare e disabilità – questo perché lo sport avvicina sia a livello ludico e sia a livello terapeutico, entrando nella quotidianità di bambini che hanno malattie o disabilità. Ognuno deve avere la possibilità di praticare sport, anche se ha disabilità, dobbiamo fare però capire ai nostri figli che possono farlo in un altro modo. Sarebbe magnifico creare sinergia fra associazioni, centri riabilitativi, sport e scuola, è importante che la comunità sappia che disabili non solo si nasce, ma si diventa ed è bene imparare a gestirsi con la maggiore inclusività possibile”.

“Con le nostre associazioni ci stiamo occupando della disabilità e l’occasione ci consente di collegare questo sport al percorso di inclusione che stiamo facendo – conclude Federico Gallucci, presidente delle associazioni Gente d’Abruzzo e Teate Magnum – Lo sport fa sintesi e avvicina e fare sport coniuga questa naturale competizione con socializzazione, amicizia e fratellanza, soprattutto in questo momento storico caratterizzato anche da una violenza da parte dei giovani. Speriamo sia l’inizio di un percorso di inclusione dei fragili nella quotidianità”.




TRATTORI D’EPOCA

Tante iniziative in un anno da incorniciare

L’Aquila, 22 settembre 2023. Un anno davvero da incorniciare il 2023 per l’Associazione TRATTOREPOCA di Pianola (L’Aquila), con tante iniziative di successo. Anzitutto la prima edizione della scalata L’Aquila-Campo Imperatore “Verso la Vetta” che ha visto sfilare il 24 e 25 giugno lungo le vie della città capoluogo e fino al Gran Sasso d’Italia circa 50 trattori di età superiore ai 40 anni, tra la meraviglia di un numeroso pubblico e degli appassionati stipato lungo l’intero percorso.

Ad Antonio Centi è andato l’artistico Trofeo F.lli Totani quale vincitore della prima edizione. Il grande successo della scalata certamente sarà il viatico di edizioni future della manifestazione. Oltre la sfilata dei magnifici rombanti mezzi è stato entusiasmante il giro e la sosta a L’Aquila, tra la curiosità dei cittadini di ammirare antichi trattori rimessi a lucido, apprezzare il rombo dei “testa calda”, gustare la simpatia della colorita carovana che dalla città ha poi attraversato Tempera, Paganica, Camarda, Assergi, Fonte Cerreto, prima di raggiungere il piazzale di Campo Imperatore.

In agosto, con un bel numero di trattori d’epoca e anche recenti, è stato realizzato un tour lungo la Valle Subequana, attraversando i numerosi paesi e borghi fino a raggiungere Secinaro. Recentemente, inoltre, è stata realizzata la suggestiva manifestazione “Gara del solco diritto”, svoltasi a Roio. Il primo premio è andato a Giambattista Totani. È seguita un’agape fraterna con mezzemaniche all’amatriciana e “pecora alla cottora” servite sul prato all’ombra delle querce. Il pranzo è stato preparato dai cuochi dell’Associazione Trattori d’Epoca di Roio. Non sono mancati canti, accompagnati da Luigi Foglietta all’organetto. Una bella memorabile giornata, la cui organizzazione è stata curata da Giannicandro Sfarra con la collaborazione della moglie Bruna.

Il merito di queste manifestazioni va ai promotori degli eventi e agli organizzatori: il Presidente dell’associazione Pierpaolo Lepidi, con Renato Foglietta, Giannicandro Sfarra, P.Marco Centi, Giancarlo Centi, Giancarlo Lepidi, Tony Lepidi con l’appassionata collaborazione del decano Orazio Totani. La stagione si concluderà in bellezza domenica 24 settembre a Stiffe, con un raduno di trattori d’epoca e con una felice conviviale di leccornie presso la struttura ROVO CARNI dei Fratelli Rovo. Nell’occasione saranno consegnate belle foto della Scalata verso il Gran Sasso e delle altre manifestazioni, con le artistiche cornici approntate da Orazio Totani.

Goffredo Palmerini




NUOVE ACQUISIZIONI

Mostra dal 23 settembre al 1° novembre. Sabato 23 apertura serale al costo simbolico di 2 € in occasione delle GEP

L’Aquila, 22 settembre 2022. Il Museo Nazionale d’Abruzzo presenta nella mostra “Nuove Acquisizioni” cinque opere acquistate fra il 2022 e 2023. Le opere sono state scelte per il loro specifico valore all’interno delle Collezioni del Museo e per l’importanza che ricoprono per l’arte abruzzese.

Il percorso espositivo si avvia con una rilevante testimonianza della produzione lapidea medievale abruzzese raffigurante la Madonna in trono con il bambino (detta Madonna delle Carceri), databile al XIII secolo. La ricca veste drappeggiata e l’acconciatura coronata della Vergine rimandano alla cultura e allo stile bizantino diffuso in epoca medievale anche nelle aree interne del centro Italia.

La pala di Nicola Filotesio, detto Cola dell’Amatrice (Amatrice c. 1470 – ante 1553), La famiglia di Gesù che incontra la famiglia del Battista (La sacra parentela), è uno dei raggiungimenti più alti del pittore e per questo una delle su opere fondamentali, vero e proprio capolavoro della pittura di questo territorio. Particolare l’iconografia del dipinto che presenta l’incontro della Sacra Famiglia con san Giovannino e la sua famiglia.

Tra la produzione artistica particolarmente significativa del territorio anche un disegno risalente al terzo decennio del XVII secolo opera del pittore aquilano Giulio Cesare Bedeschini (L’Aquila, 1582 – 1627), la Madonna del Carmine con i santi Carlo Borromeo, Francesco d’Assisi, Marco Evangelista, Antonio da Padova e Caterina d’Alessandria. L’opera, eseguita su carta con inchiostro bruno acquerellato e tracce di matita nera e rossa, è stata realizzata attraverso il montaggio di ritagli di fogli, tra loro sovrapposti ed incollati, sui quali l’artista era solito intervenire per correggere errori e ripensamenti, o modificarne l’aspetto compositivo.

Continua l’attività del Museo nell’acquisto di opere dell’Ottocento. Dopo l’acquisizione della La Redenzione nel 2021, opera già esposta nel museo, un altro dipinto di Teofilo Patini (Castel di Sangro 1840 – Napoli 1906) entra nelle collezioni, Il Ciabattino, che si colloca in un momento di svolta nella produzione dell’artista quando la sua ricerca vira verso scene di vita quotidiana delle classi più povere. Il museo offre ora la possibilità̀ di confrontare due momenti decisivi della produzione artistica di Patini, l’inizio della sua fama quale protagonista del verismo italiano e l’ultima stagione della sua vita, quando concentra il suo interesse su temi religiosi dai forti contenuti simbolico-massonici.

Il 14 ottobre l’esposizione si completerà con un capolavoro: la grande tavola del Maestro del Trittico di Beffi, la Dormitio Virginis, alta espressione dell’arte abruzzese di fine Trecento. Sottoposta da alcuni mesi a restauro conservativo, la tavola sarà visibile nella sala in un “cantiere aperto” dedicato alle ultime operazioni di restauro.

La mostra restituisce visibilità all’attività di ricerca storico artistica condotta dal museo nell’ultimo anno, affiancando studi analitici a mirate strategie di acquisizione secondo una politica di incremento delle collezioni ispirata ai principi costituzionali.

La mostra “Nuove acquisizioni”, visitabile dal 23 settembre al 1° novembre viene aperta in occasione delle GEP, la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa, ispirata quest’anno al “Patrimonio InVita”.

Per tale occasione il 23 settembre 2023 il MuNDA aderirà all’apertura serale dalle 20.00 alle 23.00 al costo simbolico di 2 €.