RIPARTE IL DOPOSCUOLA gratuito di Erga Omnes

Doposcuola gratuito dei volontari di Erga Omnes

Chieti, 9 ottobre 2023. I volontari di Erga Omnes, ormai dal 2011, tra i vari servizi attivi in ambito psico-sociale, svolgono il servizio gratuito di doposcuola, presso la sede operativa in via Monte Grappa n. 176 a Chieti Scalo (ex centro sociale San Martino), ogni sabato dalle 10.30 alle 12.30.

Il servizio di doposcuola si pone l’obiettivo di aiutare gli studenti della scuola primaria di primo e secondo grado, mirando a migliorare non solo il rendimento scolastico ma anche il benessere personale. Il metodo di lavoro di tipo psico-pedagogico si basa sull’aiuto compiti, attività ludico-ricreative e di socializzazione.

I volontari impegnati in questa attività sono: Martina, Andrea, Emanuele, Maria, Omar, Serena e Rekha. L’associazione è alla ricerca di altri volontari, possibilmente studenti universitari, che vogliono sperimentarsi in questa iniziativa, offrendo il loro tempo e la loro passione nei valori di cittadinanza attiva.

È richiesto un simbolico contributo associativo, tramite il tesseramento all’Associazione, per venire incontro alle spese di gestione.




VINCE IL SOPRANO JESSICA RICCI

Al Concorso Internazionale di Canto M. Caniglia

Sulmona, 9 ottobre 2023. È abruzzese di Sant’Omero il giovane soprano Jessica Ricci  che  si è aggiudicata il  primo premio al Concorso Caniglia 2023.

La Giuria presieduta da Cecilia Gasdia, Sovrintendente e direttore artistico dell’Arena di Verona, e composta da elementi di spicco del pano  rama della lirica in Europa: da Cornelia Preissinger Direttore Artistico  del Teatro dell’Opera di Lipsia (Germania), Mauro Gabrieli, Direttore Area Artistica, Casting e Programmazione al Teatro Comunale di Bologna, Daniel Serafin Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Steinbruck (Austria) e Alberto Triola, Sovrintendente della Fondazidazione “Alberto Toscanini”  di Parma,  dopo una attenta valutazione ha assegnato il primo premio (5000 euro) della 37° edizione del Concorso Internazionale Maria Caniglia al soprano abruzzese Jessica Ricci ( 1998),che ha ricevuto la statuetta dal Vice Sindaco del Comune di Sulmona Franco Casciani.

Il secondo premio (2500 euro) è andato al soprano Floriana Cicio  di Palermo,   premiata dal Presidente della Fondazione Carispaq  Domenico Taglieri.  Al terzo posto (1500 euro) si è classificata la spagnola Inés Ballesteros soprano, classe 1990, che ha ricevuto il riconoscimento da Lando Sciuba, Presidente della Camerata Musicale Sulmonese.

Per la sezione Premi Speciali: il Premio Filippo Tella, (€ 1000), “istituito quest’anno nel decennsle della scomparsa del fondatore dell’iniziativa, per poterlo ricordare ogni anno” ha detto il Presidente Vitttorio Masci nella consegna al soprano  Mariapaola Di Carlo di Atri (TE).

I Premi ( € 500)  di  Lions Club e Rotary Club di Sulmona sono stati attribuiti rispettivamente al soprano italiano Viola Sofia Nisio il primo ed il secondo ex-aequo al tenore cileno Cristobal Alberto Campos Marin e al soprano italiano Chiara Guerra.

Infine, il Premio del Pubblico (€ 500) votato dai presenti in teatro attraverso la scheda inserita    nel programma di sala   è andato  al tenore armeno Tigran Melkonyan.

I giovani cantanti si sono esibiti nella prima parte della serata accompagnati al pianoforte dal

M° Leonardo Angelini e poi con l’Orchestra Filarmonica Pugliese diretta dal M° Dario Lucantoni. La serata è stata condotta dalla giornalista Valentina Lo Surdo.

Fondato da Filippo Tella nel 1984 il Concorso di Canto M. Caniglia è diventato  una   importante vetrina per tutti i giovani cantanti che si affacciano nel difficile mondo della lirica internazionale. I premiati di quest’anno, selezionati tra 71 domande di partecipazione, si aggiungono ai 130 vincitori delle terne delle passate edizioni per molti dei quali si sono aperte le porte del successo entrando a far parte di importanti cast e produzioni.

I giovani cantanti si sono esibiti nella prima parte della serata accompagnati al pianoforte dal

M° Leonardo Angelini e poi con l’Orchestra Filarmonica Pugliese diretta dal M° Dario Lucantoni. La serata è stata condotta dalla giornalista Valentina Lo Surdo.

Organizzato dall’Associazione Musicale Maria Caniglia, di cui è Presidente Vittorio Masci e Direttore Artistico  il M° Gaetano Di Bacco, il concorso rappresenta un fiore all’occhiello per la città di Sulmona e, a  39 anni dalla fondazione, continua a svolgere un ruolo di trampolino per le voci nuove della lirica internazionale.

La manifestazione  è promossa da Ministero della Cultura,  Regione Abruzzo, Comune di Sulmona, Fondazione Carispaq e BCC di Pratola Peligna.

Dopo un anno di forzata assenza l’edizione 37a è stata resa possibile quest’anno  grazie al Consiglio Regionale d’Abruzzo che ha istituito una legge speciale per assicurarne la continuità.  

Il 1° premio a Jessica Ricci, soprano è nata a Sant’Omero nel 1996

Laureata presso il Conservatorio D’Annunzio di Pescara frequenta poi numerose masterclass per il perfezionamento nel canto lirico per concludere il percorso di studi con il massimo dei voti nel 2022.

Il suo debutto, nel 2020, nella Suora Angelica di Puccini al Teatro Lirico Marrucino di Chieti e poi nel Don Pasquale di Donizetti nel ruolo di Norina  e nella Cambiale di Matrimonio di Rossini.

Ha vinto quest’anno il premio “voce emergente” al Concorso lirico Internazionale di Tanranto, e 2° premio al concorso internazionale di canto lirico Anita Cerquetti.

Ha eseguito da Les mammeles de di Poulenc

l’aria Non, monsieur mon mari!

2° premio a Floriana Cicio soprano, nata a Palermo nel 1998

Laureata con il massimo dei voti al DAMS di Palermo, ha fatto il suo debutto al Teatro Politeama nel 2015 con l’Orchestra Sinfonica Siciliana cantando arie dall’Egmont di Beethoven e l’anno successivo nell’opera la Serva Padrona di Pergolesi.

È stata selezionata come Young Artist e quindi partecipato all’evento conclusivo presso il Teatro La Fenice di Venezia.

Fra il 2020 e il 2022 ha interpretato le opere Cenerentola, nel ruolo di Clorinda, al Teatro Pavarotti di Modena, e poi Don Giovanni, nel ruolo di Zerlina, ai teatri di Modena e Carpi e nei prossimi giorni sarà impegnata presso il Teatro Donizetti di Bergamo nelle produzioni “Alfredo il Grande” di Donizetti e “Il piccolo compositore di musica “ di Meyer.

Ha eseguito con l’accompagnamento del maestro Leonardo Angelini dall’opera

La scala di seta di Rossini l’aria Il mio ben sospiro e chiamo

3° premio Ines Ballesteros soprano, nata in Spagna nel 1990

Ha iniziato lo studio della musica  presso il Conservatorio di Madrid, prima diplomandosi in pianoforte  e poi in canto presso la Scuola Superiore dell’Ateneo.  Si lanciò nella carriera artistica quale solista quando è venne selezionata per il ruolo di Susanna nelle Nozze di Figaro presso l’opera di Tenerife e poi al Teatro Comunale di Bologna, per poi cantare nei ruoli di Frasquita nella Carmen,  Olimpia nel Conte di Hoffmann.

Nella scorsa stagione ha cantato al Teatro Massimo di Palermo e quest’anno nel Rigoletto al Teatro Reale di Madrid. Tenendo anche concerti in Italia e Spagna.

Ha eseguito con l’accompagnamento del maestro Leonardo Angelini da Le  Pardon

De Ploermel di Meyerbeer  l’aria Ombre légère




FRA TIKITAKA E FALCONARA FINISCE 1-1

Pareggio fra Città di Falconara e Tiki Taka nella seconda giornata del campionato di Serie A.

Francavilla al Mare, 8 ottobre 2023.Una partita dallo spartito chiaro sin dalle prime battute in cui le abruzzesi hanno conquistando il predominio in termini di gioco e campo, preservandolo per tutto il match. Dall’altra parte Il Città di Falconara si è compattato in difesa cercando di giocare di rimessa e impensierendo in qualche circostanza la retroguardia francavillese.

Nel primo tempo, le giallorosse inanellano una sfilza di occasioni da goal, con Vanin, Bertè e Bettioli, con qualche imprecisione sotto porta e subendo alcune transizioni offensive delle marchigiane, concludendo una prima frazione ad alta intensità, ma a reti bianche.

Dopo l’intervallo, si fa ancora più asfissiante la pressione del Tiki Taka che gioca al tiro al bersaglio con la porta avversaria. Sugli scudi il portiere Ana Carolina Sesterzi, la migliore in campo sino al gol di Vanin che porta in vantaggio il TikiTaka grazie, soprattutto, alla complicità dell’estrema marchigiana. Pochi minuti più tardi il Falconara serve la beffa sul finale con la rete di Praticò. Nel finale occasioni da una parte e dall’altra, senza esito. Dunque, primo pareggio per le ragazze di Cely Gayardo che rimangono imbattute.

È già tempo di voltare pagina. Domenica prossima c’è il derby.




SINGOLARE COSTUMANZA

In uso presso gli abitanti di Cansano e Campo di Giove  in un documento del 1755 redatto a Pacentro

di Franco Cercone 

[Pubblicato a Sulmona, Ed. Italia editoriale, 1972, pp. 8. Qui riproposto in versione integrata dalle annotazioni e correzioni poste dallo stesso A. a margine del testo stampato]

Nel numero 1 della “Rassegna Abruzzese di storia ed arte” 1897, si legge, inserita nella rubrica “Usi e costumi Abruzzesi”, pag.65, la seguente nota di G. Pansa, che riporto qui interamente:

“Il documento che segue fa parte di un volume miscellaneo ms. del canonico Giuseppe Pansa, mio antenato. È copia d’un istromento redatto a Pacentro, e contiene la notizia di una singolare costumanza in uso presso gli abitanti di Cansano e Campo di Giove. Vi ha di notevole che le parole ‘E’ palmizio e non è pasquizio’  pronunziate il Sabato Santo dai naturali di Campo di Giove contro quei di Cansano, suonavano ingiuria e davan luogo a reazioni e disordini. Perché? Forse qualche rito religioso si annetteva a quelle parole? Qualche tradizione poco onorifica per i Cansanesi? Indaghino gli studiosi di usi e costumi locali”. (G. PANSA)

“In Dei Nomine Amen. Die vigesima mensis Aprilis, tertiae Indictionis, anni 1755, actum in Terra Pacentri, et proprie in domo Mag. Donati Galterio, sita etc.… iuxta etc… regnante etc… anno etc…

Nos de lìcentia obtenta a Rev. Vicario Phoraneo eiusdem Terrae ob festum Dominicae etc… Personalmente costituiti avanti di noi Pietro Silvestro, Giovanni Mastrangelo, ed Antonio Galterio della sud Terra di Pacentro, li quali spontaneamente e non per forza alcuna, … attestano, dichiarano, e rattificano come non solamente ad essi costituiti, e tutti di questa Terra, ma anche alle Terre convicine a quelle di Campo di Giove, e Canzano è noto, e manifesto, che anticamente in ogni anno nel giorno del Sabato Santo, che ricorre la Festività della Resurrezione di Nostro Signore, li Cittadini di essa Terra di Campo di Giove in comitiva fra’ grandi, e piccoli con tamburri, e campane di armento, ed archibugi erano soliti a portarsi in un Colle detto il Morrone, ove si riguarda la Terra di Canzano, tenimento di essa, ed ivi con suono di tamburri, e Campane, e spari di archibugio a scherzarla, e beffeggiarla con urli, e con alta voce, dicendo E’ Palmízio e non è Pasquizio, e con altri improperj, li Cittadini di d. Terra di Canzano per lo spazio di più ore, di modo che per tali impertinenze vi sono nati varii dissordini, e risse, ed inconvenienti fra detti Cittadini di Campo di Giove, e quelli di Canzano, più volte detti Cittadini di Campo di Giove ne sono rimasti bastonati, e dissarmati di detti archibugj, campane, e tamburri, tanto vero, ch’essi Pietro Silvestri e Giovanni Mastrangelo più di un’anno sono stati spettatori di dette risse; detto Antonio Galterio, per essersi ritrovato da circa anni sette in otto in detta Terra di Campo di Giove in detto giorno di Sabato Santo per alcuni suoi affari, vidde ocularmente una caterve di cittadini armati con tamburri, e campane di armento, ed armi da fuoco dopo l’ora di pranzo, che si portarono in detto Colle detto il Morrone a far le solite beffeggiature, a dire è Palmizio non è Pasquizio, materia per altro, che ha fatto, e fa inorridire tutte le Terre convicine a ‘detti Cittadini di Canzano, ma ben’anche perchè venivano propalate ne’ giorni dedicati alla Passione di G. C. Ch’è quanto hanno potuto testificare di loro certa scienza, colla promessa di rattificarlo sotto lo stesso vincolo di giuramento avanti qualsisia Giudice, Tribunale, loco, e foro etc. Quibus omnibus ita peractis, sponte requísiverunt nos, ut publicum conficere deberemus actum. Nos enim etc. Unde etc. Praesentibus Honuphrio de Lisio,Terrae Pacentri Regio Iudice ad contractus, Mag. Donato Galterio, Stephano Maccione, etc. etc”

L’esortazione davvero stimolante rivolta da G. Pansa ai folkloristi e storici del suo tempo, passò stranamente inosservata. Questa circostanza mi ha offerto pertanto la possibilità di indagare sulla strana costumanza cui il documento redatto a Pacentro si riferisce. Essendo inoltre di Cansano, mi premeva accertare innanzitutto se le due ipotesi avanzate dal Pansa rispondessero a verità.

Man mano che sottoponevo i vecchi di Campo di Giove e Cansano a continue pressioni mnemoniche, senza pervenire ad alcun risultato positivo, svaniva in me lentamente la speranza di scoprire il significato di quelle parole (è Palmizio non è Pasquizio) legate ad avvenimenti così lontani da noi. Restava ancora un vecchio di Cansano da intervistare, il Sig. Luigi Di Giallonardo, che malgrado i suoi 75 anni, mostra tuttora una vitalità veramente eccezionale.

E proprio da questo gioviale vecchietto dovevo apprendere come si erano svolti i fatti che hanno determinato poi la strana costumanza di cui si parla nel documento redatto a Pacentro.

Cos’era successo, dunque?

In quei tempi viveva a Cansano un prete che aveva dei libri una concezione catastrofica, ritenendo che in essi si annidasse l’anima del demonio. Nemmeno almanacchi e lunari si salvavano da tale pessimistica valutazione. Pertanto, questo prete dopo essersi ben informato presso la Curia di Sulmona, per sapere i giorni precisi dell’anno e dei mesi, con le relative festività solenni, introduceva

ogni primo gennaio in una grande zucca, da lui definita “Santa Zucca”, essiccata e svuotata dei semi, tante fave per quanti erano i giorni dell’anno. Questo prete viveva in casa di una sua sorella sposata e madre di una bambina alquanto vivace. Costei, trasgredendo un giorno l’ordine preciso di “zi preute” di stare sempre lontana dalla “Santa Zucca”, che troneggiava in un angolo della casa come un Santo nella sua nicchia, se ne impossessò in un momento in cui i suoi genitori erano assenti e, infilato l’uscio, se ne andò in un prato a godersi in pace quel tanto sospirato trastullo, proprio come fanno i cani quando s’imbattono in un osso e si appartano per consumare l’insperato spuntino.

Frattanto la madre era tornata a casa e vedendo dopo un po’ di tempo rientrare la bambina con la “Santa Zucca” che continuava a seminare fave per strada, a stento riuscì a trattenere un grido di terrore. Avvertendo però nello stesso tempo la voce del prete, suo fratello, che s’apprestava a rincasare, presa dal panico, strappò dalle mani della bambina la zucca, vi introdusse velocemente diverse manciate di fave e la ripose.

La mattina dopo, domenica, il povero prete, accingendosi al rito quotidiano che consisteva appunto nel prelevare una fava dalla “Santa Zucca”, si accorse subito che qualcosa non andava. Ed il suo stupore crebbe enormemente quando, vuotata la zucca, constatò allibito che il numero delle fave era incredibilmente aumentato.

Che fare? Secondo suoi calcoli approssimati, la Pasqua bussava alle porte. Senza perdersi di coraggio, dopo aver anche considerato il caso, subito scartato, di un miracolo, il buon prete fece suonare a festa le campane ed ai fedeli accorsi in Chiesa, tenne questo breve sermone:

«Popolo diletto di Cansano! La Santa Pasqua la festeggiamo oggi. Perché se diamo retta a questa “Santa Zucca”, non la festeggeremo né quest’anno, né l’anno prossimo».

Il caso volle che quel giorno fosse Domenica delle Palme ed un contadino di Campo di Giove, che si trovava a Cansano per affari, riferì ai suoi concittadini, appena tornato al paese, che in quel giorno a Cansano si era festeggiata la Pasqua.

Era un’occasione questa che i cittadini di Campo di Giove non potevano lasciarsi sfuggire, poiché fra i cittadini delle due Terre i rapporti erano alquanto tesi, a causa dei diritti avanzati dalle due parti su alcune zone di confine riservate a pascolo. Perciò negli anni seguenti, ogni Domenica delle Palme i cittadini di Campo di Giove accorrevano in massa sopra un’altura prospiciente Cansano e con “tamburri, campane di armento e spari di archibugio” ricordavano rumorosamente ai cittadini di quest’ultima Terra che era “Palmizio” e non “Pasquizio”.

Per porre fine alle risse, che immancabilmente avvenivano in tale giorno, fra cansanesi e campogiovesi, occorse l’intervento dell’intendente regio, come risulta dal documento redatto a Pacentro.

Oggi, tempo in cui Cansano e Campo di Giove lavorano concordi per assicurare ai propri cittadini un futuro migliore, i fatti fin qui narrati svaniscono in una tenue luce autunnale ed i protagonisti, realmente vissuti, acquistano una dimensione che è quella delle fiabe.




MORTI SUL LAVORO. Uscire da logica profitto e arricchimento è possibile

Esiste una longeva pandemia (più del Covid) che miete vittime ogni giorno (3 al dì e 2000 feriti), in maniera costante, silenziosa, straziante: quella delle morti sul lavoro

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 8 ottobre 2023. Esiste una longeva pandemia (più del Covid) che miete vittime ogni giorno (3 al dì e 2000 feriti), in maniera costante, silenziosa, straziante: quella delle morti sul lavoro.

“L’intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro – afferma il presidente Mattarella, nella 73° Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro – sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori. Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure”.

Morire sul lavoro non è solo una fatalità ma è, purtroppo, il triste terminale di una catena di responsabilità molto lunga, dove è difficile trovare soggetti senza peccato che possano scagliare la pietra contro altri. Mi riferisco a istituzioni, organi di controllo e di pubblica sicurezza, imprese e associazioni di categoria, autorità territoriali, sindacati, agenzie educative, famiglie. Il lavoro è spesso scarso, insicuro, maledetto.

È stato reso così soprattutto per la sinergia tra decisioni politiche, spesso più retoriche che efficienti ed efficaci nel creare lavoro certo e benefico, e mentalità liberista sfrenata che sacrifica al profitto tutto, anche la sicurezza (e spesso la vita) degli operai. La logica globale obbedisce, quasi sempre, a una gerarchia:

1. profitto

2. lavoro

3. lavoratore

mentre la nostra Costituzione, la stessa tradizione cristiana, ricordano che l’ordine deve essere l’esatto opposto:

1. lavoratore

2. lavoro

3. profitto.

Oggi l’attività economica ha un unico motore, la massimizzazione dell’utilità per cui la struttura dei bisogni viene appiattita su un unico bisogno, quello di utilità. Il sistema economico non è più concepito per il soddisfacimento dei vari bisogni umani, ma fondamentalmente per arricchirsi e questa mentalità pervade, corrompe e snatura diversi settori della comunità politica: è qui la perversa sinergia tra settori politici e settori economici.

Si pensi a quello che è successo in larghi ambiti della sinistra europea (politica e sindacale), spesso appiattita sul dogma del profit, sempre e comunque. Siamo sempre più nel mercato globale. Chiediamoci – fosse solo per rispetto verso chi muore – a quale prezzo? Ovviamente non sto affermando che è possibile uscirne, portando indietro le lancette della storia. Ma è doveroso ricordare che c’è globale e globale. Si deve scegliere tra ciò che è sostenibile, rispettoso della salute e della vita dei lavoratori, come delle città e dell’ambiente naturale e ciò che non lo è.

La sicurezza – precisa Mattarella – non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona”.

Ovunque ci sono imprese che hanno fatto scelte mature e responsabili, per un globale sano. Dobbiamo conoscerle, imitarle, promuoverle. Anche in memoria di chi ha pagato con la vita, a causa di ciò che sano non è.

Morti sul lavoro: uscire dalla logica del profitto e dell’arricchimento è possibile (globalist.it)




IMPARZIALITÀ TRADITA

L’opposizione chiede la revoca del Presidente del Consiglio comunale

Ortona, 8 ottobre 2023. Con la sua attività e ancor più con la sua costante resistenza passiva in difesa della giunta Castiglione ha violato tutte le regole di grammatica istituzionale che un presidente del Consiglio comunale è chiamato a rispettare: per questa ragione i consiglieri comunali di opposizione Ilario Cocciola, Angelo Di Nardo, Franco Vanni, Gianluca Coletti, Simonetta Schiazza, Lucia Simona Rabottini, Antonio Sorgetti ed Italia Cocco chiedono la revoca dall’incarico di Vincenzo Polidori.

“La figura del Presidente del Consiglio comunale – sottolineano i consiglieri – riveste un carattere istituzionale e, di conseguenza, la revoca non può essere che causata dal cattivo esercizio di tale funzione, tale da comprometterne la neutralità, non potendo essere motivata sulla base di una valutazione fiduciaria di tipo strettamente politico. La figura del Presidente, in particolare, è posta a garanzia del corretto funzionamento di detto organo e della corretta dialettica tra maggioranza e minoranza”.

E proprio a questo dovere di imparzialità Polidori è più volte venuto meno, facendosi di fatto strumento della maggioranza. Tanto che per ottenere la convocazione dell’assemblea civica l’opposizione ha dovuto fa ricorso ad un formale atto di diffida. Gli episodi sono tanti nel documento si ricorda, ad esempio “esercizio della funzione politica di maggioranza da parte del Presidente del Consiglio comunale, come dichiarato dallo stesso nella seduta della Conferenza dei capigruppo del 23.06.2023, violando così il rispetto della funzione super partes assegnata allo stesso Presidente del Consiglio comunale a tutela delle prerogative dei consiglieri comunali di minoranza” oppure, l’ultima perla “richiesta immotivata della verifica del numero legale e successivo abbandono dell’aula, che ha causato il venir meno del numero legale e la dichiarazione di seduta deserta, in occasione della seduta del Consiglio comunale del 21 settembre 2023”.

La verità è che ogni carica all’interno dell’amministrazione Castiglione è, come affermano i consiglieri di opposizione “utilizzata per tentare di risolvere una crisi politica che si trascina da un anno. Tutto ciò, ovviamente, non può guardare al bene della città, ma esclusivamente alla conservazione di rendite di posizioni utili a un controllo che avvantaggia soltanto chi lo esercita. Utilizzare il ruolo istituzionale di garanzia del presidente del Consiglio comunale per tentare di risolvere la crisi politica è quanto di più grave sta accadendo. A questo sindaco delle condizioni in cui è precipitata la città non interessa nulla. Ha la sola necessità di continuare a fare e a disfare per garantire sé stesso e il circoletto di persone che lo appoggiano. Ogni incarico, ogni carica sono per lui merce di scambio, con buona pace delle esigenze della città e dei cittadini”.




MARCONI NELLO STAFF DEL SINDACO !

Inopportuna l’assunzione secondo Italia Viva Val Vibrata

Tortoreto, 8 ottobre 2023. Il Sindaco di Tortoreto Piccioni, con proprio decreto, ha selezionato, come membro del suo staff, il capogruppo di opposizione di Alba Adriatica Massimo Marconi.

Il leader del raggruppamento civico Siamo Alba era in aspettativa non retribuita, in quanto incompatibile il suo ruolo svolto all’interno del consiglio comunale albense con la sua professione di agente di polizia locale dello stesso Comune.

Marconi, ora, presterà servizio nello staff del Sindaco di Tortoreto 6 ore al giorno per 3 giorni alla settimana per un totale, quindi, di 18 ore settimanali. La durata dell’incarico va dal 9 ottobre c.m. al 31 dicembre 2023, salvo proroghe e comunque non oltre la durata del mandato del Sindaco.

“Sono stati otto i candidati risultati idonei come da determina n. 604 del 28 settembre scorso e allora alcuni quesiti ci vengono spontanei.

Perché Piccioni ha scelto proprio Marconi?

Non c’era nessun altro tra gli otto risultati idonei che potesse ricoprire questo incarico fiduciario?

Ci sono logiche di appartenenza politica dietro a questa scelta?

Ci dobbiamo già aspettare che quest’incarico sarà prorogato dopo il 31 dicembre?

Il Sindaco non ritiene questa nomina politicamente inopportuna?

Inoltre, perché se dopo sei anni di amministrazione Piccioni non si è mai ravvisata la necessità di istituire uno staff, lo si fa proprio ora?

Cosa è accaduto negli ultimi mesi nell’attività politico – istituzionale del Sindaco di così rilevante tanto da indurlo a compiere questa scelta?

E poi, quale sarebbe l’utilità per la Comunità di Tortoreto su cui ricade il costo di questo contratto?

I membri della Giunta, infine, sapevano di questa scelta?

Se sì, la condividono?

Altrimenti ci attendiamo una presa di posizione pubblica.

Noi di Italia Viva, a differenza del Sindaco Piccioni, riteniamo questa decisione assolutamente inopportuna e ci dichiariamo assolutamente contrari a questa scelta che nulla ha a che fare con l’amministrare il nostro Comune” – la dichiarazione di Antonio Lupi e Daniela Mignini del Coordinamento Italia Viva Val Vibrata.




L’EREMITA DEL VOLTO SANTO

Suor Blandina da venti anni a Manoppello

di Antonio Bini

L’Associazione Nostra Signora del Volto Santo, insieme a tante persone, ha voluto ricordare i venti anni dell’arrivo a Manoppello di suor Blandina Paschalis Schlömer –  per tutti suor  Blandina – organizzando per lei una festa, iniziata con la celebrazione della messa da parte di p. Girolamo De Rosa e di p. Marian Michniak presso la Chiesa parrocchiale di San Nicola, la stessa dove giunse circa cinque secoli fa il misterioso pellegrino che consegnò il Volto Santo al dott. Leonelli. 

Un momento di affetto e amicizia nei confronti della suora tedesca, presenza discreta, dedita alla preghiera, allo studio e alla contemplazione del Volto Santo. La chiesa era gremita, nonostante il giorno feriale. La festa è poi proseguita nel piazzale davanti all’Albergo del Pellegrino, dove è stato organizzato un piccolo ricevimento, preceduto dalla benedizione, da parte di p. Marian, dell’icona di Santo Stefano del Lupo, realizzata da suor Blandina. Il santo visse nel medioevo nel monastero benedettino di Vallebona, in rovina da tempo, che lui stesso aveva fondato, a poca distanza dall’attuale basilica del Volto Santo.   

Sia durante la celebrazione della messa che durante la benedizione dell’icona la suora ha voluto con sé anche la gigantografia di p. Domenico da Cese, di cui è molto devota. Ha detto che “i due santi di Manoppello l’accompagnano nella fede al Volto Santo”.  E poco importa se il primo, oggi quasi dimenticato, sia stato veramente proclamato santo, mentre il secondo, profetico apostolo del Volto Santo, conosce un travagliato percorso di beatificazione.

Suor Blandina giunse a Manoppello il 3 agosto 2003 e ed alla fine di agosto trovò una sistemazione in una casa rurale sita nelle vicinanze del Santuario, in via Cese, per lei diventata via p. Domenico da Cese, come indicato all’ingresso del suo eremo, divenuto negli ultimi anni un centro di meditazione e di spiritualità.

La suora è nata il 6 marzo 1943 a Karlovy Vary nella Repubblica Ceka. Alla fine della seconda guerra mondiale la sua famiglia trovò rifugio in Germania, come altre famiglie di origini tedesche, nella città natale del padre, a Mülheim an der Ruhr, nella Renania Settentrionale-Vestfalia. Nel 1962 decise di diventare suora, prima tra le missionarie del Preziosissimo Sangue e poi tra le suore dell’Ordo Cisterciensis Strictioris Observantiae (OCSO), più comunemente note come trappiste.

Nel 1965 si registra un suo primo studio sulla Sindone. Si laurea in Farmacia presso l’Università di Würzburg ed entra a far parte della comunità religiosa di Maria Frieden in Dahlem (Eifel).  

Non sapeva nulla del Volto Santo fino a quando, nei primi mesi del 1979, giunse nel convento la rivista cattolica svizzera “Das Zeichen Mariens” che comprendeva la traduzione di un articolo di Renzo Allegri sul Volto Santo di Manoppello, apparso in Italia sul settimanale Gente del 30 settembre 1978. Da allora emerse un interesse progressivo per quell’immagine, che pure inizialmente aveva messo da parte. Eppure quel volto, e soprattutto quegli occhi, erano lì e sembravano sollecitare la sua attenzione. Inevitabile il confronto con la Sindone. Grazie a confronti ed ingrandimenti, anche di dettaglio, pervenne, non senza sorpresa, a concludere per la sovrapponibilità dei due volti, apparentemente molto diversi tra loro. La documentazione delle sue ricerche fu inviata a Francoforte ad uno dei più qualificati sindonologi tedeschi, il gesuita prof. Werner Bulst. All’arrivo del plico era casualmente presente p. Heinrich Pfeiffer, docente di arte cristiana presso l’Università Gregoriana di Roma. Una coincidenza fortuita che indusse p. Bulst a chiedere al confratello di occuparsi della vicenda, considerata la vicinanza con Manoppello da Roma. Il coinvolgimento di p. Pfeiffer, portò alla conferma delle prime ipotesi di suor Blandina, con studi che si estesero gradualmente ad ambiti artistici, storici e scientifici, raggiungendo straordinari risultati. Il resto è storia nota.

Ho conosciuto suor Blandina a Roma il 20 ottobre 2001, in occasione del convegno sul tema “Il Volto nascosto e trasfigurato di Cristo”, organizzato dall’Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, presieduto dal cardinale Fiorenzo Angelini, di cui p. Pfeiffer era consulente scientifico.          La sede del convegno era l’aula magna dell’Università Lateranense. Ero stato invitato da p. Pfeiffer, e fu lui stesso a presentarmi suor Blandina, compresa tra i relatori. Sapevo già chi fosse, ma non andammo oltre una stretta di mano. Infatti, suor Blandina non conosceva una parola di italiano, ed io nemmeno una parola di tedesco.

Il suo forte desiderio di essere vicina al Volto Santo la portò a richiedere ai superiori l’autorizzazione a spostarsi a Manoppello. Ebbe la possibilità per un breve periodo di sperimentare questa possibilità, con l’avvertenza che non avrebbe avuto alcun sostegno finanziario. La sua tenacia la portò ad accettare queste condizioni e la vita solitaria, pur di rimanere a contatto con il suo amato Volto Santo.

Mentre era in scadenza il periodo consentito, con l’inevitabile rientro in Germania, l’arrivo di papa Benedetto XVI a Manoppello il primo settembre 2006 si rivelò provvidenziale, in quanto i suoi superiori le permisero di prolungare la sua permanenza.

Tante persone le sono state vicine in questi anni, ancor più quando ha avuto bisogno di aiuto a causa di problemi di salute. Credo di poter dire che per tante persone di Manoppello e dei paesi vicini lei rappresenti, non tanto la studiosa, quanto il costante esempio di fede e venerazione nei confronti del Volto Santo. Un modello di vita religiosa che quotidianamente richiama le coscienze e la straordinaria importante presenza della sacra immagine. E’ facile peraltro incontrarla in preghiera nella Basilica. A queste persone si aggiungono giornalisti e gruppi dall’Italia e dall’estero interessati a capire il Volto Santo attraverso le sue parole, la sua stessa testimonianza. Sempre disponibile nei confronti degli studiosi che si avvicinano con serietà alla conoscenza del Volto Santo: tra questi ricordo soprattutto Andrea Resch, Paul Badde, Saverio Gaeta. Attività svolte sempre in uno spirito di collaborazione con i cappuccini.  

Nel corso degli anni, la modesta casa rurale si è via via trasformata nell’Eremo Santa Maria, un’oasi di pace, meditazione e spiritualità. La piccola cappella, che è oggi un luogo di preghiera e raccoglimento, era all’inizio una stalla che ricordo ancora occupata da due maiali. La finestra dello studio di suor Blandina guarda dall’alto il Santuario.

Nella cappella è conservata un’ampolla con parte delle ceneri di Daisy Neves (1938-2019), una signora americana di origini filippine, devota del Volto Santo e instancabile sostenitrice della sua divulgazione nel mondo. E’ stato il figlio Alfred, d’intesa con i familiari, a farsi interprete delle intenzioni della madre affinché tracce dei suoi resti mortali rimanessero per sempre vicine al Volto Santo e custoditi dalla suora che tanto stimava.  

Al piano terra, è presente il laboratorio in cui suor Blandina realizza le sue apprezzate icone, il cui studio ha approfondito in passato in Francia. 

Negli ultimi anni, grazie ad un devoto benefattore, il sig. Hermann Brunner, è stata acquisita un’area confinante con successivo recupero di edifici rurali, oggi denominati “La Casa di Betlemme”, comprendente una cappella più grande, che si è recentemente arricchita di una statua della Madonna proveniente dall’Abbazia “Maria Frieden” di Dahlem, che è stata chiusa lo scorso anno. 

Tra gli spazi più suggestivi, circondata da alberi e piante, si trova un’area all’aperto destinata ad incontri di approfondimento e di meditazione sul Volto Santo, completata con una installazione che rende possibili verificare la sovrapponibilità del Volto Santo, con la Sindone e con il sudario di Oviedo, un fazzoletto intriso di sangue uscito dalla bocca. Negli anni precedenti, analoga installazione, più grande, fu realizzata all’interno del Santuario, su progetto della stessa suor Blandina.

Un periodo intenso che ha visto anche la realizzazione della mostra permanente “Via, Verità e Vita”, nel centro di Manoppello, a pochi metri di distanza dalla chiesa di s. Nicola, ideata dalla studiosa sul tema del mistero del Volto Santo, del suo percorso attraverso i secoli e quindi sul confronto tra i tre teli sepolcrali.

Per i venti anni a Manoppello, la sorella Elisabeth, anche lei suora, le ha inviato una suggestiva elaborazione grafica della foto dell’incontro con papa Benedetto XVI, scattata in occasione della visita al Volto Santo il primo settembre 2006. Quando le chiedo se posso divulgare la foto, in un primo momento mi dice che forse sarebbe opportuno attendere la sua morte. Poi ci ripensa, ricordando che per lei quello quell’incontro “è stato un momento unico, vissuto come un dono speciale e come miracolo di Dio”. Aggiungendo che quell’immagine esalta giustamente “la centralità di p. Pfeiffer”.

Per suor Blandina la fede è accompagnata e rafforzata dalla ragione, collegata alla conoscenza storica della vita di Gesù e alla ricerca della sua testimonianza. Il desiderio di partecipazione del suo personale percorso agli altri è anche alla base del suo ultimo libro “Il Volto della parola Gesù”, edito in Polonia, in italiano, tedesco e polacco, con la prefazione di p. Carmine Cucinelli, già rettore del Santuario del Volto Santo.

La sua missione si è sviluppata in questi anni coraggiosamente e con grande dedizione, anche se non sono mancate le difficoltà, mentre oggi sembrano affiorare preoccupazioni per dare un futuro alle sue opere. Ma la strada è stata tracciata e fra le tante persone coinvolte nel corso del tempo non mancheranno quelle disposte a proseguire la sua missione.  

Foto:

  • suor Blandina nel suo eremo davanti alle sovrapposizioni del Volto Santo, con la Sindone e il sudario di Oviedo



BIOTOPO COSTIERO ED ECOMUSEO del Mare e della Pesca in evidenza

Più di 70 persone, provenienti da Marche ed Abruzzo, hanno potuto ammirare il Biotopo costiero e l’Ecomuseo del Mare e della Pesca di Martinsicuro, due autentici gioielli!

Martinsicuro, 8 ottobre 2023. L’iniziativa è stata organizzata da U.S. Acli provinciali di Teramo, Ascoli Piceno e Fermo, dall’Associazione Il Marcuzzo, dall’Associazione Martin Pescatori, col patrocinio del Comune di Martinsicuro, in collaborazione con Centro commerciale Portogrande, Okay Group e Chalet La Rosa Club, sul Lungomare Europa Sud, utilizzato come punto di ritrovo. Il professor Mario Marano Viola ha illustrato il Biotopo costiero di Martinsicuro che rappresenta il primo e più importante esempio di ricostituzione di un ambiente dunale in Abruzzo e ospita oltre 40 specie botaniche autoctone e spontanee, un tempo diffuse sull’intera costa adriatica ma oggi rare e a rischio di estinzione, dove è possibile fare balneazione tra la natura. A seguire presso l’Ecomuseo del Mare e della Pesca i partecipanti, oltre che visitare il museo stesso, hanno potuto assistere ad un laboratorio sulla preparazione del pesce del nostro mare, per la realizzazione di piatti tipici della cucina marinara teramana.

È stato garantito il servizio di interpretariato Lis che ha favorito la partecipazione di persone sorde alla manifestazione. Presente il consigliere comunale delegato alla cultura Giuseppina Camaioni che ha evidenziato che il Biotopo costiero e l’Ecomuseo del Mare e della Pesca di Martinsicuro sono due ricchezze per la città ma che ce ne sono altre sicuramente da conoscere meglio e valorizzare, ed iniziative del genere sono importanti proprio per questo. La manifestazione rientra nel programma della “Giornata nazionale Lo Sport che vogliamo” che si è svolta in tutta Italia col patrocinio dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) e dell’Ufficio nazionale per la pastorale del Tempo Libero, turismo e sport della CEI.




FEBAR 2.0 il festival delle birre artigianali

Grande successo di pubblico per la prima edizione

Torrevecchia Teatina, 8 ottobre 2023. Bilancio positivo per la prima edizione di Febar 2.0, il festival delle birre artigianali che lo scorso fine settimana ha animato Palazzo Ducale Valignani di Torrevecchia Teatina (Chieti). L’iniziativa, ideata e organizzata dal birrificio Birra Deb’s, in collaborazione con Slow Food Chieti e Unionbirrai, con il patrocinio del Comune di Torrevecchia Teatina, ha conquistato un grande successo di pubblico. I partecipanti hanno apprezzato il format dedicato non solo alle birre prodotte da birrifici abruzzesi, ma anche la valorizzazione dei prodotti locali e la possibilità di visitare i musei cittadini. Molto graditi anche i laboratori con il mastro birraio. 

E a una settimana dalla prima edizione, si lavora già in vista della prossima, che sarà caratterizzata da ulteriori novità, come rivela Debora Franceschelli, proprietaria di Birra Deb’s e organizzatrice di Febar 2.0. «I miei ringraziamenti vanno a Raniero D’Eusebio per la logistica e l’ideazione del progetto e a tutta l’amministrazione comunale, sindaco e vicesindaco in primis, comandante della polizia locale, senza dimenticare Vittorio il custode, sempre presente, disponibile e pronto ad accoglierci a qualsiasi orario. Grazie al mio staff, che si è prodigato a tutte le ore per qualsiasi richiesta, ai volontari di Slow Food che hanno mostrato collaborazione e senso di responsabilità, in particolare Aldo, Daniele, Marco e Davide per la partecipazione e il supporto che ha dato ai laboratori di degustazione di birra e presidi Slow Food. Ringrazio tutte le persone che hanno creduto nell’evento e hanno partecipato alle tre serate. Ringrazio il Sigaro Toscano, che nonostante gli impegni già presi si è svincolato e ha dato la sua partecipazione con la promessa che nella prossima edizione ci saranno anche laboratori ad hoc».

E nell’edizione 2023 del festival delle birre artigianali, aumenteranno i laboratori serali, viste le tante richieste di partecipazione che non si è riusciti a soddisfare. «Il mio ringraziamento – dice Ivano Trugli (coordinatore dei laboratori), degustatore Unionbirrai e docente Assosomelier – a tutte le persone che hanno reso possibile l’ottima riuscita dei tre laboratori. Grazie alla mia famiglia per il supporto, a Carlo Paolini, referente regionale Unionbirrai, ad Andrea Marcotullio, degustatore Unionbirrai e sommelier, e a Davide Di Credico di Slow Food. Visto l’enorme successo delle tre serate, stiamo valutando l’opportunità di raddoppiare gli appuntamenti serali».

Grande soddisfazione per la riuscita del festival anche da parte del sindaco di Torrevecchia Teatina, Francesco Seccia: «Non avevo dubbi sulla bontà della manifestazione, che ben si è inserita nell’atmosfera del nostro paese. La grande partecipazione nelle tre serate è andata oltre le più rosee previsioni. L’aspetto organizzativo ha funzionato a dovere, ma per le future edizioni sarà ulteriormente migliorato, data la grande affluenza. Siamo soddisfatti in quanto siamo riusciti a offrire la possibilità di passare tre tranquille serate immersi nella cornice di Parco Valignani, degustando birra artigianale e specialità enogastronomiche al suono di un ottimo intrattenimento musicale. A ciò si è aggiunta la possibilità di visitare i nostri due musei».




AL VIA LA STAGIONE DI PROSA

Musica e cinema 2023/2024 del Teatro Talia. Su il sipario domenica 26 novembre alle 18:00 con il concerto dei Regina The Real Queen Experience

Tagliacozzo, 8 ottobre 2023 – Riprendono le attività del Teatro Talia di Tagliacozzo, con la nuova stagione composta da 10 appuntamenti tra prosa, musica e cinema. La gestione, anche per l’annualità 2023/2024, è stata confermata all’Associazione Meta APS così come la direzione artistica del cartellone, affidata al compositore abruzzese M° Patrizio Maria D’Artista.

La nuova stagione prenderà il via domenica 26 novembre alle ore 18:00, con il concerto Regina The Real Queen Experience, uno show che propone al pubblico un ventaglio di brani che va dalla prima “epoca Queen”, passando dalla più famosa esibizione al Wembley Stadium del 1986, sino agli ultimi brani mai eseguiti dal vivo dalla leggendaria band; si proseguirà domenica 17 dicembre alle ore 18:00, quando il Teatro Talia ospiterà un grande nome del panorama teatrale e cinematografico nazionale come quello di Leo Gullotta, accompagnato da Fabio Grossi nello spettacolo In ogni vita la pioggia deve cadere, una produzione Teatro Stabile d’Abruzzo, Stefano Francioni Produzioni e Argot Produzioni, che con la regia di Fabio Grossi accompagnerà il pubblico in una storia che parla d’amore, umanità, verità e condivisione.

Sabato 30 dicembre alle ore 18:00 e in replica alle ore 21:00 si consolideranno i legami territoriali ospitando Seven Arts Theatre Studio con la sua produzione Sister Act, musical basato sull’omonimo film del 1992 con Whoopi Goldberg, che interpreta Deloris Van Cartier, una scatenata cantante di night club che, per una sfortunata coincidenza, diventa scomoda testimone di un omicidio e per questo viene nascosta in un convento dove veste i panni “e la voce” di Suor Maria Claretta. L’anno nuovo inizierà ospitando il 14 gennaio alle ore 18:00 un altro grande nome del panorama teatrale e cinematografico nazionale come quello di Enzo De Caro che traporterà il pubblico in un divertentissimo spettacolo di Peppino De Filippo tutto giocato su una serie di eventi paradossali ed esilaranti con protagonisti il commendador Savastano e il giovane gobbuto Sammaria: Non è vero ma ci credo, una produzione I Due della Città del Sole con la regia di Leo Muscato. Gennaio sarà anche il mese che vedrà il ritorno del cinema al Teatro Talia con la proiezione di La stranezza domenica 28 gennaio alle ore 18:00, quando con la regia di Roberto Andò e alla bravura di interpreti quali Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Donatella Finocchiaro, Luigi Lo Cascio, e Galatea Ranzi, il pubblico potrà scoprire da dove nacque l’ispirazione di Pirandello per il suo Sei personaggi in cerca di autore.

La stagione proseguirà domenica 4 febbraio alle ore 18:00 con Ciao Lucio – Omaggio a Lucio Dalla, concerto che esalta le melodie e i testi, ma soprattutto la teatralità e l’anima del celebre artista, attraverso la a naturale somiglianza fisica e vocale del cantante, la cura e la rivisitazione degli arrangiamenti, racconti e aneddoti, che danno vita ad uno spettacolo unico ed indimenticabile. Successivamente il Talia ospiterà, domenica 18 febbraio alle ore 18:00, Francesca Chillemi e Kabir Tavani con Il Giocattolaio, con la regia di Enrico Zaccheo per una produzione di Stefano Francioni Produzioni e Sava’ Produzioni Creative che racconta la storia di un serial killer che non uccide ma trasforma le donne in bambole viventi, e del suo incontro con una donna che cambierà le carte in tavola.

Domenica 3 marzo alle ore 18:00 il teatro Talia ospiterà in scena Melania Giglio che con la sue straordinarie capacità interpretative e la sua voce darà vita a Edith Piaf – L’usignolo non canta più, con la regia di Daniele Salvo: una produzione Bistremila attraverso cui il pubblico potrà ripercorre i giorni che precedettero la storica esibizione sul palco dell’Olympia, dalla fine del 1960 alla primavera del 1961 in un racconto arricchito da canzoni dal vivo che omaggia una delle più belle e strazianti voci della canzone moderna. Domenica 24 marzo alle ore 18:00 sarà la volta dello spettacolo Stalio&Olio, una produzione Teatro Stabile d’Abruzzo con Francesco Perrotta e Claudio Insegno che firma anche la regia di uno spettacolo che omaggia Stan Laurel e Oliver Hardy, non semplici attori comici ma inventori della risata. La stagione di prosa musica e cinema chiuderà domenica 14 aprile alle ore 18:00 con l’omaggio di Mario Martone all’indimenticabile Massimo Troisi: Laggiù qualcuno mi ama, il documentario biografico su Troisi che si fa un percorso nella sua carriera di attore e di regista ma anche in quella di uomo con il suo carattere schivo ma estremamente sensibile.

«È con grande entusiasmo che vi presentiamo la nuova stagione teatrale di prosa, musica e cinema 2023-2024 del teatro Talia di Tagliacozzo. Dieci appuntamenti organizzati e promossi, per il terzo anno consecutivo, da Meta Aps, un’iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Tagliacozzo, guidato dal sindaco Vincenzo Giovagnorio e dall’assessore alla cultura Chiara Nanni, con il sostegno dei quali abbiamo lavorato con passione e impegno per garantire un’offerta culturale di qualità.” dichiara il Dir. Artistico Patrizio Maria D’Artista, che prosegue “Con soddisfazione e orgoglio negli ultimi anni abbiamo potuto osservare il teatro Talia rinvigorirsi e accrescere sempre più la sua capacità attrattiva: l’arte sta dimostrando ancora una volta il suo potere di unire le persone e di dare voce alle molte sfaccettature della vita. Il nostro augurio è che questa stagione vi ispiri, vi emozioni e vi riempia di meraviglia».

Gli abbonamenti della stagione 2023/24 del Teatro Talia saranno in vendita presso l’info point nel Palazzo Municipale a partire da sabato 7 ottobre 2023 (orari di apertura biglietteria info-point: dal lunedì alla domenica dalle 10:00 alle 12:30. Il venerdì e sabato è prevista anche un’ apertura pomeridiana dalle 17:00 alle 19:00). Sarà sempre possibile acquistare i biglietti online sui-ticket. L’abbonamento è acquistabile presso l’info-point e comporta l’acquisto di 10 spettacoli, di cui 6 di prosa, 2 di cinema e 2 di musica. Per i biglietti singoli, in vendita dal 3 novembre 2023, relativi agli spettacoli di Prosa e Musica il costo varia da € 14 ad € 20 + DIP. Per i biglietti singoli relativi alle proiezioni cinematografiche, il costo è di € 5 per ogni settore di posti. I ridotti sono accordati per over 65 e associazioni convenzionate. Per gli studenti ed i ragazzi fino ai 25 anni la tariffa unica per Prosa e Musica è di € 10.

Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro. Per informazioni contattare il numero 329 9339837, collegarsi ai canali social del teatro o al sito www.teatrotalia.com, oppure scrivere una mail all’indirizzo info@teatrotalia.com.




LO SPAZIO NOBELPERLAPACE PER VAJONTS23

Nella lettura di Gentilucci si intrecciano le storie della frana della diga e del sisma aquilano

L’Aquila, 8 ottobre 2023. A sessanta anni dalla caduta della frana del Vajont che costò la vita a 2000 persone, anche il nostro territorio partecipa al ricordo della tragedia unendosi ad un coro che supera i confini dell’Italia e raccoglie oltre 100 teatri, fra grandi palcoscenici e luoghi non specificamente deputati al teatro come scuole e centrali dell’acqua, che hanno raccolto l’invito di Marco Paolini. Fra questi lo Spazio Nobelperlapace di San Demetrio con l’ETS Arti e Spettacolo di Giancarlo Gentilucci dove è prevista, in contemporanea con il resto del Paese, alle 21.15, una lettura personale di VajontS 23. I posti disponibili sono esauriti.

Il 9 ottobre 1993, a 30 anni esatti dal disastro del Vajont, Marco Paolini ha raccontato quella storia in uno storico spettacolo teatrale. 30 anni dopo torna con VAJONTS 23 – Azione corale di teatro civile.

È stato proprio l’attore a chiamare a raccolta il mondo del teatro italiano per una lettura in contemporanea del testo di Vajont, da lui rielaborato insieme a Marco Martinelli, per VajontS 23.

L’invito ai teatri partecipanti è stato quello di realizzare una lettura originale del testo di Vajont23, anche sulla base delle storie del territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna è franata nella diga.

L’obiettivo è un’azione di teatro civile che affronti la sfida della crisi climatica. L’acqua e la tragedia del Vajont diventano un punto di partenza per avviare «pratiche di prevenzione civile».

Nella sua lettura di VajontS 23, lo Spazio Nobelperlapace propone un dialogo tra due storie: una legata, evidentemente, alla frana della diga del Vajont, l’altra ispirata all’esperienza del sisma del 2009 che ha colpito la comunità aquilana. Sono due storie, la frana e il terremoto, “con una serie di fortissime analogie sebbene la causa scatenante sia diversa: un disastro industriale la prima, un disastro naturale la seconda”- spiega il direttore artistico di Arti & Spettacolo, ideatore e regista del lavoro, Giancarlo Gentilucci, che continua: “L’azione di teatro civile proposta in questa occasione vuole presentare queste due storie e, come avviene nelle tragedie del teatro greco classico, propone ai partecipanti una nuova consapevolezza dei fatti, per ottenere una ribellione a scelte non condivise. Il tutto esaurito raggiunto in pochi giorni dalla pubblicazione della notizia sui social dimostra quanto bisogno ci sia di teatro civile e come un teatro che lavora sul territorio (lo Spazio Nobelperlapace di San Demetrio) ottenga l’attenzione e la partecipazione da parte degli abitanti/spettatori”.

La storia del Vajont riscritta e riascoltata non è più un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma parla di oggi: insegna cos’è la sottovalutazione di un rischio, lezione purtroppo sperimentata anche dagli aquilani nel 2009.

Il coro chiamato a raccolta in mesi di lavoro da parte del Comitato promotore di Fabbrica del Mondo e dalla Fondazione Vajont attraversa tutto il teatro italiano ed è ancora in crescita perché chiunque può decidere di aderire alla rete formata da alcuni dei teatri Stabili più blasonati d’Italia a cui si sono unite compagnie storiche del teatro di ricerca e compagnie tradizionali, più o meno grandi, sui palcoscenici distribuiti lungo tutta la penisola e in alcuni luoghi particolari come l’ex ospedale psichiatrico Pini di Milano, le centrali dell’acqua, l’Hangar 11 a Belluno, un’aula del Politecnico di Milano e il Circolo dei Lettori di Torino. Si faranno interpreti di VajontS 23 anche alcune compagnie che hanno formato generazioni con il loro teatro per ragazzi e giovani compagnie di teatro di ricerca. Il racconto varcherà poi anche i confini italiani con rappresentazioni a Parigi, Lione, Nizza, Marsiglia, Chambéry, Strasburgo, Palma di Maiorca, Edimburgo e Ginevra.




DALLA GUERRA DEL KIPPUR A OGGI

Dopo 50 anni, è ancora sorpresa

di Mattia Molteni

Politicainiseme.com, 8 ottobre 2023.  50 anni fa, 6 ottobre 1973, le forze israeliane sono colte di sorpresa dall’attacco siro-egiziano che mette in crisi le IDF e costringe Israele a due mesi di sanguinosi scontri che si concludono negli accordi di Camp David.

Oggi, all’indomani della ricorrenza di quella storica data, il comparto militare e di sicurezza israeliano sono stati colti ancor più di sorpresa dalla grande offensiva di Hamas che, contro ogni previsione, ha saputo organizzare un attacco combinato impiegando coordinatamente squadre d’assalto, miliziani, droni e razzi.

Mentre scrivo le notizie sono ancora frammentarie ma è fuor di dubbio che ci troviamo di fronte a un evento epocale: mai le IDF erano state battute sul suolo israeliano, mai un nemico era riuscito a occupare villaggi israeliani e a avanzare sul suolo ebraico soverchiando i difensori. Meno che mai una milizia terroristica era riuscita nell’impresa di attaccare uno stato sovrano annichilendo i presidi territoriali.

Già da questo primo giorno potremmo ragionare tanto a livello politico quanto a livello tecnico riguardo a quanto sta avvenendo.

Politicamente Hamas sembra agire autonomamente ma tutti sospettano che dietro alle battaglie odierne vi sia lo zampino degli ayatollah. Difficile credere invece che l’operazione sia avvenuta col supporto di russi o cinesi. I primi hanno già abbastanza grattacapi con l’Ucraina e, siccome Israele resta un attore marginale nella rete dei supporter di Kiev difficilmente la Russia dovrebbe avere vantaggi nell’appoggiare un simile atto, anzi semmai l’opposto. Per quanto concerne i cinesi invece possiamo ricordare che la potenza asiatica non è una notoria sostenitrice della militanza islamica che anzi avversa, soprattutto alla luce della questione Uigura, che è un nervo scoperto delle relazioni tra Pechino e il mondo islamico.

Ovviamente nessuna delle due potenze trova dispiacere nei problemi che possono affliggere il mondo occidentale ma… Israele è occidente? Se si in che termini? Che legami ha con la Nato e con i paesi Europei? In che modo una turbolenza nel paese Medio-Orientale può contagiare l’Europa e gli Stati Uniti?

Innanzitutto, dovremmo ricordare che Israele ha impostato, da sempre, le sue relazioni internazionali vivendosi come stato senza amici. L’autonomia ebraica dall’Europa ha radici lontane che, in parte si originano sui noti pregressi storici e in parte si concretizzano nel voltafaccia sugli armamenti da parte di De Gaulle alla vigilia della guerra del ’67. Non a caso è sulle macerie di quella guerra che si crea il binomio USA-Israele che si manifesta compiutamente proprio a partire dalla guerra del Kippur del 1973 e che si rafforza nel corso dei colloqui di pace successivi per poi diventare il sodalizio che il resto del mondo vede come un binomio indissolubile.

Non a caso, malgrado le frizioni dell’era Obama, il governo di Biden è stato uno degli stati più pronti a supportare Israele immediatamente e concretamente garantendo libera vendita di materiale militare per ripianare gli stock che saranno usati sicuramente in questi giorni. Diverso il caso degli stati europei che hanno espresso, come da prassi, solidarietà all’aggredito, condanna ai terroristi e chiesto tutela per i civili. Significativamente l’estrema sinistra francese di Melenchon ha invece appoggiato le rivendicazioni del popolo palestinese. .

Senza entrar nel merito, è proprio questo dualismo insito nello spirito europeo che spinge Israele a non legarsi mai alle vicende del Vecchio continente fidando più nel suo rapporto privilegiato con Washington e sulla sua capacità di “badare a sé stesso”. Ecco, quindi, perché è molto più probabile che l’attuale ciclo di violenze abbia origini Medio-Orientali e segnatamente nelle vicende che vedono contrapporsi l’Iran ad americani e israeliani. Già nei mesi scorsi si erano registrate azioni delle IDF contro Hamas e contro gli Hezbollah mentre Israele si sedeva al tavolo delle trattative per normalizzare i suoi rapporti con l’Arabia Saudita.

Proprio le petromonarchie del golfo, si trovano in una situazione difficile: da un lato l’interesse verso la normalizzazione dei rapporti con lo stato ebraico, fortemente caldeggiata da Washington, è vantaggioso economicamente e politicamente ma dall’altro i monarchi non possono abbandonare la causa palestinese, pena il rischio della delegittimazione verso il loro stesso popolo.

Per noi occidentali del 2023 sembra assurdo ma le monarchie arabe poggiano la loro legittimità sulla discendenza diretta dei regnanti dal profeta Maometto e non è quindi un caso che in tutti i paesi del Golfo l’islam sia vissuto nelle forme e nelle accezioni più radicali, come il wahabismo, e che i vari governi si facciano promotori di queste interpretazioni coraniche finanziando largamente la diffusione di queste visioni. Ovviamente il rovescio della medaglia per i monarchi è evidente: sono costretti a farsi paladini della fede e protettori dei fratelli musulmani contro le azioni infedeli sempre e comunque, pena il rischio di dissenso interno e, cosa peggiore, la perdita della legittimità e della coesione dello stato.

Ecco, dunque, che i fatti di oggi, oltre a colpire l’immagine di Israele e ad aprire le porte a riflessioni di natura militare, servono a mettere, nuovamente, in discussione la leadership e i rapporti di forza interni al mondo islamico.

Mattia Molteni




LA CHIUSURA DEL CANILE DI VIA RAIALE

M5S: responsabilità politica dietro ad un disastro annunciato

Pescara, 8 ottobre 2023. “Per mesi abbiamo denunciato il pericolo che si arrivasse ad una chiusura del canile in Via Raiale, per via delle note irregolarità mai sanate dal Comune, e come fosse sbagliato e pericoloso puntare tutto sull’idea di un nuovo canile a Spoltore senza avere un’alternativa valida. E ora che il finanziamento ministeriale per quel progetto è ormai perso per la sciatteria con cui è stata gestita la procedura, il disastro dell’amministrazione Masci è completo”. Questo il commento del Movimento 5 Stelle, attraverso le parole del consigliere Paolo Sola, che esprime tutto il suo disappunto per una situazione che ora si fa davvero drammatica per gli ospiti del canile comunale, di cui l’assessore Di Nisio ha annunciato ieri l’imminente chiusura in seguito all’ordinanza della ASL.

“La situazione era nota da tempo – prosegue Sola – perché la ASL aveva già diffidato il Comune a gennaio 2022, indicando quali fossero le difformità da risolvere nella struttura o sollecitando l’individuazione di una sistemazione alternativa. Un allarme che la Giunta Masci ha scelto deliberatamente di ignorare, inseguendo il miraggio del progetto sul territorio di Spoltore, ben consapevole che quella strada non fosse più percorribile. Ora che il tempo è scaduto – aggiunge Sola – anziché ammettere la propria inadeguatezza, l’assessore Di Nisio sembra voglia far credere che la responsabilità della chiusura di Via Raiale sia di altri, con la stessa sfacciataggine con cui ha cercato di addossare completamente a Spoltore il naufragio del progetto del nuovo canile”.

“Ora a farne le spese – proseguono i consiglieri Alessandrini e Di Renzo – saranno i 38 cani nel rifugio di Via Raiale e gli altri, circa 20, ospitati temporaneamente in altre strutture di ricovero, destinati ad una vera e propria deportazione a Civitella Casanova, in una sorta di parco zoo tristemente noto per vicende del recente passato che lo rendono completamente inadatto ad accogliere esemplari fragili e problematici, come molti degli ospiti di Via Raiale. Una situazione che cercheremo di impedire con ogni mezzo – concludono i consiglieri pentastellati – dal coinvolgimento dell’opinione pubblica e della stampa nazionale, fino ad una vera e propria mobilitazione di massa al fianco di tutti i volontari e le associazioni che vorranno scendere in piazza per difendere i nostri amici a quattro zampe dai fallimenti di una politica incapace”.