IL FESTIVAL DELLA PSICOLOGIA

Approda per la prima volta nella città di Chieti

Chieti, 18 ottobre 2023.Il Festival della Psicologia, organizzato da AltraPsicologia Abruzzo, arriva finalmente a Chieti in collaborazione con l’associazione Erga Omnes.

“Il Festival – dichiara Cinzia D’Amico, psicologa e coordinatrice di AltraPsicologia Abruzzo – ha l’obiettivo di diffondere la cultura psicologica e di sensibilizzare la popolazione sulle tematiche inerenti il benessere, individuale e sociale, attraverso appuntamenti e incontri pubblici in collaborazione con diversi attori presenti sul territorio. La manifestazione si svilupperà durante tutto il mese di novembre, toccando le quattro province abruzzesi”.

Un programma ricco di incontri nella tappa teatina, quattro di questi esclusivamente per bambini attraverso dei laboratori dedicati interamente a loro.

Gli incontri sono tenuti da psicologi e psicoterapeuti che tratteranno varie tematiche, mettendo a disposizione il loro tempo e le loro competenze: Dott.ssa Roberta Schiazza, Dott.ssa Ortensia Posa, Dott.ssa Zaira Lazzari, Dott.ssa Monica Isabella Ventura, Dott.ssa Sonia Chisena, Dott.ssa Doriana Leprotti, Dott.ssa Erilda Kola, Dott.ssa Bice Parlapiano, Dott.ssa Fabiana Bolognese, Dott. Laerte Vetrugno, Dott. Pasquale Elia.

L’appuntamento è per sabato 11 novembre, dalle ore 9 con i saluti istituzionali, in via Monte Grappa n. 176 a Chieti Scalo, presso l’ex Centro Sociale San Martino.

L’ingresso è GRATUITO e aperto a tutti, per una questione logistica e organizzativa è richiesta la prenotazione.

“Grazie alla collega Cinzia e a tutto lo staff di AltraPsicologia Abruzzo – dichiara Pasquale Elia, psicologo e presidente di Erga Omnes, – siamo riusciti a portare questa importante iniziativa anche a Chieti. Inoltre, ringrazio gli psicologi, alcuni di loro sono stati anche colleghi di Università, che hanno subito accettato di mettere a disposizione la loro professionalità e la loro forte passione che rimarca l’impegno completo verso la nostra amata psicologia, a sostegno della cittadinanza”.

L’evento di Chieti è patrocinato dall’Ordine degli Psicologi d’Abruzzo, dalla Regione Abruzzo, dal Comune di Chieti, dall’Ufficio Scolastico Regionale, dalla Provincia di Chieti, dall’Università degli Studi G. d’Annunzio, dall’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari, dall’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, dal CSV (Centro Servizi per il Volontariato) Abruzzo, dall’Informagiovani.

La comunicazione sarà curata dalla web radio Teate On Air.

PROGRAMMA:

Ore 9:00 Accoglienza partecipanti

Ore 9:15 Saluti istituzionali

Ore 9:30 – 11:00 “Calmare la mente: tecniche di rilassamento per gestire lo stress e l’ansia” – Dott.ssa Roberta Schiazza

Ore 10:00 – 11: 15 “La stanza dei giochi: laboratori psicoeducativi per bambini in età prescolare” (bambini 3-5 anni) – Dott.ssa Ortensia Posa

Ore 11: 00 – 12:00 “Introduzione alla mindful eating: e tu che rapporto hai con il cibo?” – Dott.ssa Zaira Lazzari

Ore 11:30 – 12:30 “Abruzzo a scuola d’Emergenza” – Dott.ssa Monica Isabella Ventura

Ore 12:00 – 13:00 “DSA, una Difficoltá da Superare Assieme: potenziare divertendosi” (bambini 6-9 anni) – Dott.ssa Sonia Chisena

Ore 13:00 – 14:30 Pausa pranzo

Ore 14:30 – 16:00 “Analisi funzionale e coping power: cos’è e a cosa serve” – Dott.ssa Doriana Leprotti e Dott.ssa Erilda Kola

Ore 14:30 – 15:30 “Musica e movimento. Lo strumento musicale per esplorare le proprie emozioni e il proprio corpo” (bambini 5-10 anni) – Dott.ssa Zaira Lazzari

Ore 15:30 – 17:00 “Com’è andata oggi? Incontro di gruppo tra operatori delle professioni sanitarie” – Dott.ssa Bice Parlapiano

Ore 16:00 – 17:30 “Bullismo e cyberbullismo. Vittime, spettatori e bulli: la prevenzione che passa per la regolazione emotiva e il perspective taking” – Dott.ssa Fabiana Bolognese

Ore 17:00 – 18:00 “Qual è il tuo colore preferito? Laboratorio creativo manuale di gruppo per bambini” (6-8 anni)- Dott.ssa Bice Parlapiano

Ore 17:30 – 18:30 “Il compagno adulto, un tutor personale per l’inclusione per i giovani adulti con neurodiversità” – Dott. Laerte Vetrugno

18:30 – 19:30 “Una bussola per orientarsi nel mondo del lavoro” – Dott. Pasquale Elia




TORNA IL GRUPPO DI LETTURA

La Scuola Macondo parte con Cynthia Rimsky

Pescara, 18 ottobre 2023. A grande richiesta torna l’appuntamento con il ‘Gruppo di Lettura’ della Scuola Macondo che cambia giorno rispetto alla scorsa edizione e ci sarà di martedì, sempre alle ore 19.

Si parte il 24 ottobre con  Cynthia Rimsky ed il romanzo “Yomurì” (Edicola ediciones), al fianco della scrittrice ci sarà anche l’editore Paolo Primavera.

Queste sono le date ed i titoli scelti per l’attività:

             14 novembre – Ada D’Adamo, “Come d’aria” (Elliot), per Ada D’adamo interverrà l’editrice Loretta Santini;

             19 dicembre – Laura Pugno con “Melusina” (Hacca),  interviene con lei l’editrice Francesca Chiappa;

             16 gennaio ’24 – Peppe Millanta con “Cronache da Dinterbild” (Neo), con lui interviene Francesco Coscioni;-

             13 febbraio ’24 – Valeria Tron con “L’equilibrio delle lucciole” (Salani);

             -19 marzo ’24 – David Valentini con “Tutto ciò che poteva rompersi” (Accento);

             16 aprile ’24 – Maddalena Fingerle con “Lingua Madre” (Italo Svevo).

Come spiega Elisa Quinto che gestisce la Scuola Macondo: “Questa è la terza edizione del Gruppo di lettura Macondo e siamo molto orgogliosi di ricominciare, come di consueto, con un’autrice pubblicata in Italia da Edicola Edicones: Cynthia Rimsky e il suo romanzo Yomurí. Abbiamo organizzato un calendario che vuole dare spazio anche alle voci femminili della letteratura e quindi proseguiremo con Loretta Santini in rappresentanza di Ada D’Adamo, Laura Pugno, Valeria Tron, Maddalena Fingerle. Il gruppo delle amiche è sempre più nutrito: non solo molte autrici ma anche molte editrici”.

La ‘mission’ di quest’attività non cambia, infatti al centro c’è sempre il desiderio di condividere momenti di alta cultura, riflessioni, e le novità letterarie: “Quest’anno inoltre – prosegue la Quinto – non leggeremo solo romanzi ma anche una raccolta di racconti, quella di David Valentini, così da dare spazio anche ad un genere che a noi piace moltissimo. Ci sarà anche l’incontro con il nostro fondatore, Peppe Millanta, che è quello che ci emoziona di più in questa edizione. Siamo certi di aver messo su un calendario nutrito, tra case editrici grandi e indipendenti, tra generi diversi, autori e autrici conclamati ed esordienti, e che sarà un’edizione ricca di storie e di incontri”.

Le librerie coinvolte sono: Libreria Mondadori di Pescara, Libreria Ubik di Pescara, Libreria Mondadori di Francavilla al Mare (CH).

Per partecipare o ricevere il link, è necessario contattare la Scuola al 370.3525381, o via mail a scuolamacondo@gmail.com; sui social @scuolamacondopescara.




IL CULTO DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

La Tradizione Popolare Abruzzese

[PUBBLICATO IN “RIVISTA ABRUZZESE” A. XXXVI, N 2 LANCIANO 1983 -Pgg. 151-155]

di Franco Cercone

«Tra Firenze e Roma – afferma il Sabatier nella sua notissima Vita di San Francesco d’Assisi – sarebbe difficile camminare mezza giornata per le montagne, senza incontrare, sulle cime, capanne che portino il suo nome»[1].

Numerosi sono infatti i toponimi, soprattutto in Umbria, che ricordano il passaggio o la dimora del Poverello in quelle contrade.

Alla ricchezza delle testimonianze che si riferiscono ad una vasta area dell’Italia centrale, fa riscontro tuttavia per l’Abruzzo una modesta mole di riferimenti, che concernono non solo la toponomastica, ma anche il patrimonio della nostra letteratura orale, soprattutto leggende sacre e canti
popolari religiosi inerenti alla vita ed alle opere del Santo.

Questa circostanza, a nostro avviso, non è casuale, ma va ricollegata a quei cosiddetti «fattori di non rielaborazione popolare» di cui tenteremo, in tale sede, di individuarne i motivi.

Va sottolineato comunque, che l’epicentro cultuale sembra manifestarsi in Abruzzo lungo una direttrice i cui riferimenti geografici sono costituiti da Carsoli, Celano, Castelvecchio e Sulmona. Questa direzione ovest-est appare in stretta relazione con i due viaggi compiuti da San Francesco
nelle nostre contrade, in un periodo compreso approssimativamente fra gli anni 1215-1226, ma al riguardo non lievi sono le incertezze fra gli studiosi e biografi del Serafico.

Il Santo, in pratica, segue un tratto dell’antica via Valeria, allorché, secondo alcune fonti, conclusosi a Roma il Concilio Ecumenico Lateranense nel novembre del 1215, si dirige a Celano. Fermatosi a Carsoli, presso l’eremo di Santa Maria, sito sul colle Vezziano, S. Francesco vi avrebbe
fondato un convento dove, per la sua presenza, accorrevano di continuo folle di fedeli, e per sottrarsi ad esse, narra una leggenda registrata da diversi storici, il Santo è costretto a rinchiudersi in una cella da dove, attraverso una graticcia di ferro, parlava con la gente ed ascoltava le loro suppliche[2].

Questo episodio della vita del Santo, tramandatesi di generazione in generazione, deve aver subito notevoli varianti anche sotto il profilo geografico, poiché in una di queste, registrata dal Degli Abbati nel secolo scorso, San Francesco non proveniva da Roma ma da Greccio: «Vedete sulla collina a destra del convento? – afferma questo Autore – Lo fondò San Francesco di Assisi, quando da Greccio venne e qui ristette. Tuttora vedesi la finestruccia con la grata di ferro, attraverso la quale egli parlava alle genti che venivano a lui»[3].

Sembra che nello stesso inverno del 1215, il Santo lasciasse Carsoli per raggiungere Celano. A questo viaggio si ricollega il noto episodio del mantello, che, secondo San Tommaso da Celano, il Serafico avrebbe ricevuto da un cittadino di Tivoli. Il racconto è il seguente: San Francesco incontra per strada una vecchietta che chiedeva l’elemosina. Non avendo altro da offrire, egli si priva del panno che indossava e lo regala alla povera donna, pensando che a causa del freddo il dono le sarebbe riuscito gradito. Dopo un po’ di tempo però, la vecchietta raggiunge di nuovo il Poverello e lo informa che il panno avuto in regalo non era sufficiente per confezionare un mantello. Al che San Francesco invita uno dei suoi seguaci a privarsi anche lui del panno ed a donarlo alla donna[4].

A parte questi episodi, fra cui spicca anche quello sulla mamma del Santo, raccolto e pubblicato dal Finamore nel 1901[5], è interessante la sacra leggenda pubblicata dal Pansa nel 1927, nel secondo volume di “Miti, Leggende e Superstizioni dell’Abruzzo”. Notevole è la circostanza che le informatrici del demologo sulmonese sono in questo caso due donne di Castelvecchio Subequo, di cui egli riporta anche i nomi. «San Francesco – si legge nella leggenda raccolta dal Pansa – dimorava a Castelvecchio Subequo, nel convento da lui fondato, e godeva fama di grande predicatore.

Una volta fu chiamato a Celano… e la sua parola vi destò il più grande entusiasmo. Era signore di quella Terra un certo barone Leggerone, un soggetto assai cattivo, il quale non credeva a Dio e ai Santi e perseguitava crudelmente i terrazzani. La moglie (…del barone) avendo saputo dell’arrivo di San Francesco, ebbe l’ispirazione d’invitarlo a palazzo e gli suggerì anche l’idea di convertire il marito. San Francesco accettò l’invito… Mentre fervevano i preparativi del pranzo… fu notato con meraviglia che mancava la frutta. Si mandarono allora per la campagna tutti i servi del palazzo, a fine di ricercarla, ma non fu possibile. Una forte siccità aveva quell’anno distrutti i raccolti… Non fu questa però la sola o la peggiore disavventura di quel giorno. Mentre si allestiva il banchetto, un bellissimo bambino, unico erede del barone… andò per disgrazia a cadere in un caldaio d’acqua bollente e vi perì… La festa tanto sfarzosamente preparata, si convertì in funerale. Ma San Francesco, che assisteva a quello spettacolo, non si scompose affatto e rivolte le pupille al cielo, si inginocchiò e parlò. Poi alzatosi, andò difilato ad un armadio, ch’era addossato alla parete, l’aprì e… chi si vide? In piedi e sorridente, il figliuolo del barone faceva bella mostra di sé, sostenendo con le mani un vassoio di legno sul quale spiccavano tre bellissime arancie… »[6].

La presenza di San Francesco a Castelvecchio Subequo è attestata, secondo la tradizione popolare, da un’altra sacra leggenda raccolta dal De Nino e relativa alla mula del Santo. Il Serafico, come si apprende da questa, dimorando nel convento di Castelvecchio, «aveva ordinato alla sua mula di andare ogni giorno a fare la questua nel paese. La povera bestia obbediva ed ogni qualvolta faceva ritorno al convento, picchiava sulla terra col piede per farsi aprire dal frate portinaio. Miracolosamente fino ad oggi, si è conservata l’impronta di uno dei ferri della mula di San Francesco ed è sormontata da una croce»[7].

Alcune leggende, inoltre, come avviene di frequente in casi simili, dovevano essere sorte intorno alla reliquia del sangue delle stimmate di San Francesco, conservata appunto nel convento di Castelvecchio. Secondo una testimonianza dell’Antinori, tale sangue si scioglieva ogni 17 settembre, nella ricorrenza della festa del Serafico.

Nella sacra leggenda raccolta dal Pansa, si è visto poi come il figlio del barone Leggerone (così la tradizione ha trasformato il nome di Ruggierone, conte di Celano), ritornasse in vita grazie all’intercessione di San Francesco con tre arancie poste su un vassoio. Pare infatti che il Santo avesse
una particolare predilezione per gli alberi di arancio ed il De Simone ci dice in particolare che la cappella di San Francesco a Lecce sia sorta proprio nel punto dove il Serafico «dormì sulla nuda terra e dove piantò uno degli aranci, che vissero per secoli»[8].  La volta e le pareti del coro del monastero di San Francesco a Sulmona, erano state affrescate nella metà del 400 da Andrea da Lecce (Magistro Andrea pictore di Lictio), come risulta da un documento pubblicato dal Piccirilli, il quale sottolinea che «ogni parete dell’abside era spartita… in tre riquadri, ciascuno dei quali mostrava un fatto della vita del Santo»[9]. Tali affreschi sono andati purtroppo perduti e non sappiamo se contenessero qualche riferimento alla singolare debolezza, chiamiamola così, del Serafico nei confronti dell’arancio,
tema del resto che è assente anche negli affreschi del convento di Castelvecchio.

Ora, malgrado le ricerche effettuate e dirette ad ampliare il patrimonio della nostra letteratura orale intorno a San Francesco, non sono stati ottenuti quei risultati che si attendevano. Da quella meravigliosa e preziosa biblioteca, che è appunto la memoria dei nostri vecchi, sembra scomparso il più bel libro che si riferisce alla rielaborazione popolare dell’opera e della figura del Poverello d’Assisi. In qualche caso, inoltre, ci siamo trovati di fronte ad un singolare fenomeno di rigetto, come dimostra una leggenda raccolta dal De Nino e pubblicata nel IV volume dei suoi Usi e costumi abruzzesi. In essa infatti vi si narra l’episodio che abbiamo visto in precedenza e relativo al bambino morto nel caldaio d’acqua bollente. Ma in questo caso, e ciò è significativo, ad operare il miracolo non è San
Francesco, bensì Sant’Antonio da Padova[10]. E poiché nel mondo popolare non esistono a nostro avviso visioni frammentarie della realtà, né i cosiddetti «prelogismi» applicati come categorie innate ad altre culture, il demologo difficilmente resiste all’impulso di dare un ordine ai pur sparsi tasselli che formano l’apparente «non senso» di tale mosaico comportamentale.

Francesco, in sostanza, il santo della povertà evangelica e della rinunzia ai beni materiali, si presenta come latore di un messaggio che scarse possibilità aveva di essere recepito dalle «plebi rustiche» delle nostre campagne, da tempo avvezze a lottare contro una natura ostile, espressa già nel periodo italico in chiave mitica e sovrastrutturale dal culto per Ercole.

E questa natura è fatta essenzialmente di rischi, cui il pastore ed il contadino sono periodicamente esposti nel ciclo dell’anno e della vita.

Come comprendere, dunque, il disprezzo del Santo per il denaro oppure il castigo imposto dal Serafico ad un suo discepolo, che aveva raccolto alcune monete da terra, quando queste potevano servire all’acquisto di una pur piccola manciata di sementi?[11] Si spiega allora una credenza assai comune in Castelvecchio Subequo, secondo la quale – come mi hanno rivelato molte informatrici[12]  sognare San Francesco d’Assisi equivale ad un brutto presagio per la famiglia, porta sfortuna!

Non di messaggi, dunque, che ricordassero ai poveri la loro povertà, ma di aiuti extra umani che li garantissero dalle tensioni del ciclo preposto alla produzione dei beni essenziali, hanno bisogno gli umili strati sociali, i quali, spesso in modo sincretico, rielaborano un «pantheon» di potenti divinità preposte alla salvaguardia delle messi, della moria del bestiame, alla protezione dei beni dal fuoco e dalle acque, fino alla salute delle mamme che allattano, poiché spesso i bimbi non avevano altro di cui sfamarsi se non il latte materno.

Ecco allora stagliarsi sull’orizzonte delle nostre comunità figure possenti di santi, come S. Antonio Abate, che protegge il bestiame, S. Agata, che assiste le puerpere, S. Nicola, che protegge il pastore transumante ed assicura il pane alla famiglia, S. Donato, che protegge dall’epilessia, un male sociale originato nelle nostre contrade dal consumo non ozioso del vino, essendo una sostanza zuccherina e  quindi energetica, di cui il contadino può facilmente disporre durante i faticosi lavori sui campi.

San Francesco si allontana così da questo mondo, in parte del tutto scomparso, che non respira se non povertà, sfumando lentamente sull’orizzonte delle società rurali abruzzesi, ed al suo posto subentrano altri Santi, come S. Domenico di Cocullo, più idonei a dare una risposta ai corposi problemi quotidiani, non privi di drammaticità, che le popolazioni umili si trovano ad affrontare. Il messaggio del Serafico non è, tuttavia, del tutto scomparso, poiché in un mondo, come il nostro, in cui si fa «footing» per smaltire le calorie eccessive della società consumistica, v’è gente, nel cosiddetto «Terzo Mondo», che non fa movimenti per non consumare quelle poche energie superstiti e che garantiscono una misera esistenza.

Franco Cercone


[1] P. Sabatier, Vita di San Francesco d’Assisi, p. 235 sgg.; Roma, Loescher & C.,1886.

[2] N. Papini, La storia di S. Francesco d’Assisi, vol. I, p. 87; Foligno, Tommasini Ed., 1825.

[3] L. Degli Abbati, Da Roma a Sulmona. Guida storico-artistica delle regioni attraversate dalla nuova -ferrovia, p. 83; Roma 1888.

[4] Cfr. al riguardo la “Vita Seconda di San Francesco d’Assisi”, del Beato Tommaso da Celano, in Fonti Francescane, vol.I, LIII, p. 623 sgg.; Assisi, a cura del Movimento Francescano, 1977.

[5] Cfr. G. Finamore, La mamma di San Francesco, in «Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti», 1° Supplemento, p. 79, Teramo 1901.

[6] G. Pansa, Miti, leggende e superstizioni dell’Abruzzo, voi. II, pp. 239- 40; Sulmona 1927.

[7]  Cfr. G. Pansa, ivi, vol. I, pp. 142-43.

[8]  L. G. De Simone, Intorno a Maestro Andrea pittore, in «Rassegna Abruzzese di Storia ed Arte», n. 7, 1899, p. 66, Casalbordino 1899.

[9] P. Piccirilli, La chiesa di S. Francesco di Sulmona e il pittore Andrea di Lecce, in «Rassegna Abruzzese di Storia ed Arte», n. 4, 1898, p. 38; Casalbordino 1898.

[10] Cfr. A. De Nino, Usi e costumi abruzzesi, vol. IV, p. 171 sgg.; Firenze 1877.

[11] Cfr. Fonti Francescane, cit., I, p. 606 sgg.

[12] Citiamo per tutte la Signora Francesca Incani, insegnante, di anni 43, cui esprimiamo il nostro più vivo ringraziamento.




LUCO DEI MARSI ACCOGLIE la Delegazione di Stains

La sindaca De Rosa: “Lavorare a ciò che unisce”

Luco dei Marsi, 18 ottobre 2023. Un incontro ricco di significato e di emozioni, per rinnovare e rinsaldare storici legami e tracciare le linee di nuove iniziative congiunte, sotto il segno della fraterna amicizia tra Comunità.

É quello che si è tenuto a Luco dei Marsi durante lo scorso fine settimana, e che ha visto la presenza della Delegazione ufficiale di Stains, cittadina francese di circa 40mila abitanti, nel dipartimento della Senna-Saint-Denis, a breve distanza da Parigi, con la quale il Comune fucense ha attivo un gemellaggio oggi ventennale. Un accordo di cooperazione nato, in modo peculiare, dallo sport, su impulso del sindaco del tempo, il professor Orante Venti, e che ha visto negli anni diverse attività di scambio tra i centri gemellati.

 Proprio a Stains, tra l’altro, è presente una via dedicata a Luco dei Marsi. La Delegazione, composta dal sindaco Azzédine Taïbi, le vicesindache Nedjar Zaiha e Najia Amzal, con i Consiglieri Claude Agnoly, Céline Mirambeau e Karim Zeggar, insieme al Direttore Generale dei Servizi, Faouzy Guellil, e la capo Segreteria del Sindaco, Cyldia Polipheme, è stata accolta dalla Delegazione luchese guidata dalla sindaca Marivera De Rosa, che ha poi accompagnato gli Ospiti in una visita alle ricchezze del territorio luchese, con la partecipazione del professor Giuseppe Grossi, ad Aielli, ricevuti dal sindaco Enzo Di Natale, che ha guidato il gruppo in un breve tour dei luoghi più significativi del paese, e al castello di Ortucchio, dove sono stati salutati dal sindaco Raffaele Favoriti.

La Delegazione francese è stata ospitata nella Casa dell’Amicizia dove, in un clima conviviale e di grande calore, si sono ritrovati i protagonisti della nascita del gemellaggio e le persone che nel tempo hanno preso parte alle diverse iniziative realizzate nell’ambito degli accordi di cooperazione. Nella sala consiliare del Comune luchese, il Sindaco di Stains e la Sindaca di Luco dei Marsi si sono soffermati in particolare sui temi della solidarietà, dell’amicizia tra i popoli, della crescita socioculturale che può fiorire solo nello sforzo congiunto verso la pace, nel riconoscimento e nella tutela dei diritti fondamentali per tutti e nel ripudio di ciò che divide e genera sfruttamento, emarginazione, povertà, disparità.

“É stato un incontro prezioso, in cui abbiamo potuto vivificare il ventennale legame di amicizia che lega le nostre Municipalità, ritrovando con piacere valenti Amministratori e cari amici, e conoscendo i nuovi Rappresentanti cittadini, con cui abbiamo avviato una prima bozza di nuove attività di scambio. Ciò che unisce, che accomuna, nella costruzione dei nostri piccoli e grandi tasselli per la pace, la fraternità, la conoscenza e il rispetto reciproci, sono sempre preziosi, e oggi più che mai”, sottolinea la sindaca Marivera De Rosa, “Confidiamo che questi legami siano sempre più saldi e sempre più portino buoni frutti di crescita e solidale vicinanza tra le Comunità”.




PREMIO INTERNAZIONALE L’AQUILA BPER Banca Laudomia Bonanni

Alfonso Brezmes, poeta e artista visivo spagnolo è l’ospite d’onore della XXII edizione

L’Aquila, 18 ottobre 2023. Il nome è stato annunciato nel corso della conferenza stampa, svoltasi stamane nella sala assemblee di Bper Banca all’Aquila, nell’ambito della presentazione del programma di eventi della XXII edizione del Premio.

Alla conferenza erano presenti: Giuseppe Marco Litta, Responsabile Direzione Territoriale Centro-Est BPER Banca; Stefania Pezzopane, Presidente della Giuria; Roberto Santangelo, Vicepresidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo; Ersilia Lancia, Assessore al Turimo e Promozione  Immagine della Città del Comune dell’Aquila, Fabrizio Marinelli, Presidente dell’Assemblea dei Soci della Fondazione Carispaq e Giuliano Tomassi, Segretario del Premio. 

Programma XXII Premio internazionale L’Aquila BPER Banca intitolato a Laudomia Bonanni:

31 ottobre ore 10.30 Riunione con la Giuria degli Studenti. Sala assemblee di BPER Banca L’Aquila corso Vittorio Emanuele II, L’Aquila

10 novembre ore 11 Incontro con la stampa dell’Ospite d’onore. Sala assemblee di BPER Banca all’Aquila corso Vittorio Emanuele II, L’Aquila

10 novembre ore 16 Premiazione sezione riservata ai detenuti. Casa Circondariale ss80 Preturo, L’Aquila

11 novembre ore 11 Cerimonia finale di premiazione. Auditorium del Parco del Castello, L’Aquila con la presenza dell’Ospite d’onore e degli autori finalisti

“BPER Banca sostiene da tempo il Premio Bonanni, dedicato alla figura di una donna aquilana entrata nel novero delle più grandi letterate del Novecento, nella ferma convinzione che la cultura sia veicolo di crescita e sviluppo di un territorio. Ancor più nella città dell’Aquila, per vocazione centro caratterizzato da variegate proposte culturali, di cui il Premio Bonanni rappresenta una delle forme più alte. L’elevata qualità degli ospiti internazionali, il cartellone di assoluto spessore e l’interesse che la manifestazione suscita a livello nazionale confermano la capacità di BPER, in sinergia con il Comitato organizzatore e le istituzioni locali, di promuovere la diffusione della cultura e di leggere e interpretare positivamente la realtà in cui opera. Nel solco della rinascita identitaria e culturale della città dell’Aquila”, ha dichiarato Giuseppe Marco Litta, Responsabile BPER Banca direzione territoriale Centro-Est.

Per l’On. Stefania Pezzopane, Presidente della Giuria del Premio: “Siamo arrivati a questa XXII edizione con un programma davvero molto ricco e con il coinvolgimento di ulteriori importanti istituzioni, tra cui l’UnivAq con la prima edizione della borsa di studio “Laudomia Bonanni”. Un grande poeta spagnolo Alfonso Brezmes sarà l’ospite d’onore.

La poesia spagnola vive un momento felice ed abbiamo voluto avere con noi la voce più autorevole. Quest’ anno abbiamo la novità importante della riapertura della sezione detenuti che gode del patrocinio del Ministero della Giustizia e che ci vedrà portare la poesia internazionale nel carcere attenzionato dalle cronache per la presenza di Messina Denaro.

E poi i giovani delle scuole superiori che partecipano con le poesie e nella scelta del vincitore finale. Un ringraziamento speciale a BPER Banca che da sempre sostiene ed opera nel progetto culturale. Come vanno ringraziati tutti gli altri enti, quest’anno in particolare esprimo un particolare apprezzamento per il Consiglio Regionale che interviene con un significativo apporto. Al segretario generale del Premio ed alla Giuria un grazie affettuoso”.

Roberto Santangelo, Vicepresidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, ha così commentato: “Finalmente, in questa edizione, torna protagonista il Consiglio Regionale d’Abruzzo. Crediamo che tutte le Istituzioni locali e il Consiglio Regionale che è la casa di tutti gli Abruzzesi, debbano farsi promotori di inziative di questo spessore.

Tra l’altro il nostro capoluogo di regione ha una straordinaria vocazione naturale per la cultura e noi Istituzioni, tutte insieme, vogliamo sostenere una comunità diversa che si fondi su di essa. Per noi, concludendo, è motivo di orgoglio essere rientrati a pieno titolo nell’organizzazione di questo Premio e proseguiremo anche nel futuro intrecciando di nuovo ulteriori e nuovi rapporti”.

Ersilia Lancia, Assessore al Turismo e Promozione Immagine della Città del Comune dell’Aquila, ha aggiunto: “Porto i saluti del Presidente onorario del Premio, ovvero il Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi. Oggi, intervengo come Assessore alle Pari Opportunità perché la figura di Laudomia Bonanni è una figura aquilana, di emancipazione; è una storia di identità e di futuro che fan ben sperare. E poi, guarda anche all’immagine della Città. È un premio che parla diversamente dall’Aquila, oltre L’Aquila”.

Il Presidente dell’Assemblea dei Soci della Fondazione Carispaq, Fabrizio Marinelli, ha dichiarato: “Anche l’edizione 2023 del Premio Letterario Internazionale L’Aquila BPER Banca, intitolato ad una grande scrittrice aquilana come Laudomia Bonanni, conferma l’alto livello raggiunto da un’iniziativa che da oltre venti anni porta in città poeti di caratura internazionale. La Fondazione Carispaq è al fianco degli organizzatori di una manifestazione che ha il merito di avvicinare il grande pubblico, ma anche gli emarginati e i fragili, ad un genere letterario spesso dimenticato come la poesia”.

Giuliano Tomassi, Segretario del Premio, ha concluso: “Sono ventidue anni di lavoro molto intenso e ogni volta al termine della manifestazione si ricomincia per l’anno successivo. Temevamo, quest’anno, che il Carcere che negli anni ha subito diversi stop dovuti al covid e presenze di detenuti particolari, non potesse partecipare a queto Premio. 

L’appuntamento nel Carcere, infatti, è uno dei più toccanti, non solo perché si svolge dentro una casa circondariale ma anche per l’ascolto dei detenuti che ogni anno ci offrono i loro lavori improntati spesso sul tema della libertà. Un ringraziamento particolare va al dr. Litta, Responsabile Direzione Territoriale Centro-Est BPER Banca ma anche al Comune, al Consiglio Regionale e alla Fondazione Carispaq perché questa sinergia che si va consolidando sottolinea, ancora una volta, quella che è la vocazione culturale del nostro territorio”.

Al termine della conferenza stampa, sono stati letti i messaggi inviati dal Magnifico Rettore dell’Università dell’Aquila, Edoardo Alesse, assente per una concomitanza istituzionale e del Presidente della Fondazione Carispaq, Domenico Taglieri.

Il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, Edoardo Alesse, si è così espresso: “Sono felice della collaborazione tra l’Università dell’Aquila e il Premio internazionale di Letteratura L’Aquila BPER Banca per questa borsa di studio perché, rappresentando un legame forte tra l’Università e le iniziative culturali del territorio, contribuisce radicalmente alla crescita dell’Ateneo.

Il premio che giunge quest’anno alla XXII edizione, ha infatti coinvolto negli anni grandissimi nomi della poesia internazionale tra i quali, Evgenuj Evtusenko, Edoardo Sanguineti, Yang Lian è Ilya Kaminsky. Il Premio, quest’anno, torna nelle Carceri, con la sezione dedicata alla poesia dei detenuti, un gesto simbolico in una situazione politica internazionale che richiede inclusione  e apertura mentale, strumenti indispensabili per superare le differenze e i conflitti. La cultura è il mezzo per unire le popolazioni e la poesia è l’essenza della letteratura che parla al cuore.

Auguro buon lavoro al Premio; ci vedremo senz’altro per la cerimonia finale il prossimo 11 novembre”.

Il Presidente della Fondazione Carispaq, Domenico Taglieri, ha infine dichiarato: “La Fondazione Carispaq ha sostenuto questo Premio fin dalla sua prima edizione per l’alto valore culturale che rappresenta per il nostro territorio. Un’ iniziativa che da ventidue anni porta in città alcuni tra i più grandi poeti della scena internazionale contribuendo così a diffondere e a far conoscere la poesia come mezzo per la crescita delle nostre Comunità”.




SCAMBIO LINGUISTICO CULTURALE

Tra il “Milli” di Teramo ed il “Franz-Meyers-Gymnasium” di Mönchengladbach

Teramo, 18 ottobre 2023. Fino al 23 ottobre le studentesse e gli studenti del liceo ginnasio di Mönchengladbach saranno in visita nella nostra provincia in un progetto di scambio linguistico – culturale promosso dal “Milli” di Teramo.

Questa mattina la visita nella sala consiglio di via Milli con gli insegnanti dei due licei, accompagnati dalla dirigente Manuela Divisi, dove sono stati accolti dal presidente D’Angelo.

“In questa settimana avranno l’opportunità di conoscere meglio la provincia di Teramo, quindi le sue bellezze naturalistiche, dalla costa alla montagna passando per la collina, le sue peculiarità enogastronomiche, con la possibilità in questo periodo di degustare l’olio ed il vino di stagione. Ringrazio la dirigente, la prof.ssa Manuela Divisi, per aver avviato questo importante progetto di scambio interculturale”, così il presidente D’Angelo a margine della visita.

All’incontro ha partecipato anche la vice-sindaca del Comune di Teramo, Stefania Di Padova: “un bellissimo e positivo momento di confronto e condivisione per i nostri ragazzi, un’esperienza di cui faranno sicuramente tesoro”.




VERITÀ E VANITÀ, LE IDENTITÀ MULTIPLE

Viviana castiglioni in mostra. La personale dell’artista dal 21 ottobre al 23 dicembre a Ceravento

Pescara, 18 ottobre 2023. Due concetti, quello di verità e quello di vanità, fusi e scardinati allo stesso tempo: da un lato lo specchio, simbolo di verità, dall’altro la sua proprietà riflettente, che diventa la personificazione della vanità. Il tutto per far sì che l’osservatore “incarni” un soggetto dalle identità multiple. È proprio “Identità multiple” il titolo della mostra personale dell’artista Viviana Castiglioni, che sarà ospitata a Ceravento dal 21 ottobre al 23 dicembre. L’area di condivisione dell’arte e spazio culturale pescarese apre così la sua programmazione autunnale, con una mostra a cura di Ivan D’Alberto, direttore di Art Agency, consulenze per l’arte.

L’appuntamento inaugurale si svolgerà sabato 21 ottobre, alle ore 18:00, alla presenza di Viviana Castiglioni. Successivamente la mostra sarà visitabile il martedì, il mercoledì e il giovedì dalle ore 17:00 alle ore 19:00, il venerdì e il sabato su appuntamento.

In mostra 21 opere realizzate negli ultimi tre anni dall’artista, di origini sarde, ma residente da tempo a Milano. I lavori sono eseguiti ad olio, in acrilico e in tecnica mista su tavola intelata. L’osservatore, che grazie agli ‘specchi pittorici’ scopre la sua immagine e diventa protagonista della narrazione, viene accompagnato da alcuni brani musicali contemporanei, legati ad un’area geografica molto cara all’artista: la Sardegna. Gli estratti diventano così traghettatori in una dimensione pirandelliana dove l’individuo è uno, nessuno e centomila.

“Viviana Castiglioni colloca la sua visione estetica nell’assonanza terminologica veritas – vanitas – scrive nel suo testo critico Ivan D’Alberto – I suoi lavori sono proposti come superfici riflettenti; sono ‘specchi pittorici’ attraverso i quali l’osservatore scopre la sua immagine, il suo volto. Il simbolo di veritas, lo ‘specchio’, per via della sua proprietà riflettente diventa la personificazione della vanitas. Nell’opera di quest’artista i concetti di verità e vanità sono fusi e scardinati allo stesso tempo, in questo modo l’osservatore è artista e l’artista è osservatore. Viviana Castiglioni ‘apre le porte’ del suo mondo e il fruitore, entrandovi, diventa, nella narrazione pittorica, un soggetto dalle identità multiple”.

Per informazioni è possibile scrivere a info@ceravento.it o contattare il numero 393.9523628.

VIVIANA CASTIGLIONI

Viviana Castiglioni nasce a Cagliari nel 1977 e dopo aver conseguito il diploma presso il Liceo Artistico statale di Cagliari si trasferisce nella città di Milano. Dopo anni di pausa nell’anno 2015 avverte l’esigenza di esprimersi e ricercare il proprio stile attraverso l’arte. La sua fase di ricerca ha inizio con la bicromia su tela e prosegue con scatti fotografici attraverso Polaroid che verranno utilizzati come mezzo e ispirazione per riprodurre alcune delle opere qui esposte. Attraverso questo strumento l’artista mette a fuoco l’esigenza di utilizzare il colore, elemento dominante in questa nuova fase di ricerca.

CERAVENTO

Ceravento è un innovativo spazio di condivisione arte ideato da Loris Maccarone. Da sempre amante e fruitore di mostre, eventi e fiere d’arte, Maccarone, con la nuova struttura, ha portato a compimento il suo progetto di realizzare uno spazio indipendente dove poter ospitare eventi artistici e workshop. Uno spazio per la città, per la creatività. Un contenitore di idee e di progetti. La sua ambizione è quella di poter creare progetti artistici che nascano e prendano forma dal coinvolgimento degli artisti stessi in una condivisione di idee e visioni.




MEN. DUE UOMINI. Stefano Labbia

Due uomini. Una casa. Un omicidio appena consumatosi. Una ragazza che aleggia come uno spirito tra di loro. Alice come una sorta di grillo parlante che comunica con noi e ci / si domanda: com’è possibile di tanta violenza, di tanta follia quotidiana? Ma la verità sul caso di omicidio in scena sarà consumata lentamente. Al pari della presa di coscienza del pubblico sulla follia criminale di questi anni 2000.

Terzo spettacolo teatrale scritto dal Labbia, figlio degli anni convulsi e feroci in cui è stato firmato. Brutalità, incoscienza, menzogne ed un incredibile e malato egoismo. C’è speranza di cambiare le cose?

Note dell’autore

Non si tratta di giudicare. Un autore che si rispetti non può farlo. Può semmai esprimere il suo punto di vista su ciò che lo circonda. Ecco in questo caso “Men – Due uomini” ci trascina dritti giù

all’inferno: tra «fuoco e fiamme» come dice la protagonista femminile di questo spettacolo. Mi interessava indagare e sondare l’animo umano: cosa pensa chi uccide, chi toglie la vita ad un’altra

persona? Com’è possibile che ciò accada con così tanta facilità, quotidianamente quasi, nel nostro paese e nel mondo intero? E cosa pensa l’opinione pubblica al riguardo, cosa ne pensiamo noi,

vittime e potenziali tali, che quest’ondata di violenza la subiamo, chi più chi meno, sulla propria pelle? Senza svelare il finale che secondo me avrà un impatto importante – almeno è ciò che spero –

sulle vostre vite, vi dico che l’emergenza c’è sempre stata. In sostanza… non siamo diventati ciechi. Lo siamo sempre stati. L’unico modo per fermare quest’ondata pericolosa di violenza però è la certezza della pena per chi compie queste atrocità. Siamo vicini. Molto vicini ad ottenerla. Manca poco. Veramente poco.

Stefano Labbia

Alice

“Questo non è un mondo pieno di meraviglie… ma di orrore!”

SCHEDA DEL LIBRO:

Titolo: Men. Due uomini.

Autore: Stefano Labbia

Genere: Teatro

Anno: 2023

Editore: Amazon

Pagine: 55

Copertina: Stefano Labbia

Link per l’acquisto diretto: https://www.amazon.it/dp/B0BRZ2WQLB/




BANCHINA AVANZATA

Una soluzione win-win, efficace ed economica!

Pescara, 18 ottobre 2023. – Analizziamo insieme questa immagine – lunedì, ore 9,00 – Corsia lato mare di C.so V. Emanuele, poco dopo l’incrocio con Via Venezia. Al n. civico 52 c’è una fermata dell’autobus. Si tratta di una classica fermata, con banchina allineata o sovrapposta al marciapiede, che comporta che l’autobus lasci la corsia di marcia, si avvicini al marciapiede, faccia salire o scendere i passeggeri, e poi riprenda la corsa rimettendosi sulla corsia.

Da poco tempo qui è stata realizzata una corsia ciclabile, interrotta all’altezza della fermata per ovvie ragioni di “precedenza”. In questo tipo di fermata, la manovra per l’autobus di avvicinarsi alla banchina e poi di rientrare in corsia la maggior parte delle volte non è possibile, costringendo gli utenti a muoversi verso il centro strada.

Come si vede, e come spesso capita, l’area della fermata è impegnata da un’auto parcheggiata, come anche la corsia di uscita è occupata da un’ulteriore auto (in questo caso con pass di autorizzazione per l’ingresso al … porto). Nel frattempo, anche la corsia ciclabile è occupata da ben quattro auto in sosta e le bici, con diritto di transito, transitano sulla corsia adiacente.

Tante, in città, sono le fermate in queste condizioni. Come ho scritto in tante altre occasioni, basterebbe far avanzare la banchina in avanti per due metri, per la sua larghezza, per ottenere subito diversi di obiettivi utili:

– si amplierebbe lo spazio a disposizione degli utenti, più agevole e sicuro;

– sarebbe eliminato lo spostamento verso la salita e semplificata la discesa in termini di altezza dei gradini (una piattaforma giusta potrebbe addirittura garantire un assetto complanare)

– sarebbero recuperati a monte e a valle parcheggi “regolari” per auto, oggi abusivi;

– l’autobus non dovrebbe più fare manovra di rientro in corsia;

– tutti andrebbero alla velocità degli autobus che difficilmente avrebbero auto davanti.

Esistono diversi esempi di banchine avanzate a Pescara, e due in particolare sono ben visibili lungo via Luisa D’Annunzio, da cui si può copiare agevolmente. Se non si vogliono effettuare lavori di edilizia, si possono adottare piattaforme artificiali che semplicemente si appoggiano a terra affiancandole alla piazzola esistente. Ce ne sono a Barcellona, che dicono sia un po’ Pescara.

Giancarlo Odoardi – Ri-media magazine




ISRAELE-PALESTINA, CHI HA IL CORAGGIO DELLA PACE?

Di Paolo Girola

PoliticaInsieme.com, 18 ottobre 2023. Siamo tutti colpiti dall’orrore di quello che gli stessi terroristi di Hamas hanno postato sui social e di quanto si vede in tv sui bombardamenti israeliani che colpiscono la striscia di Gaza.

Inutile fare la classifica degli orrori che avvengono da 70 anni in Terra Santa, partendo dal peccato originale della prima guerra arabo israeliana del 1948, dopo la decisione dell’ONU di dividere la Palestina in due piccoli Stati. Come ci sembra saggia oggi quella decisione e folle la risposta araba che la rifiutò e fu sconfitta.

La violenza non ha risolto nulla, né da parte araba né da parte israeliana. La vendetta chiama nuova vendetta. I cosiddetti “accordi di Abramo”, fra Israele e alcuni Paesi arabi (si era alla soglia di un clamoroso accordo con l’Arabia Saudita), non chiariscono come risolvere il problema di alcuni milioni di palestinesi ammassati fra Gaza e la Cisgiordania (o West Bank), fra i quali si intrufolano ancora nuovi insediamenti di coloni ebrei, intransigenti e armati, che occupano terre in teoria destinate all’Autorità palestinese. C’è anche il problema dei profughi palestinesi nei Paesi arabi limitrofi, soprattutto in Libano.

Proprio nei giorni della violenza terroristica di Hamas, il quotidiano israeliano “Haaretz” ha pubblicato un breve filmato in cui si vede senza censure un colono ebreo armato di fucile automatico uccidere a sangue freddo un arabo palestinese disarmato con il quale stava discutendo. Siamo vicini al villaggio palestinese di At-Tuwani, che si trova a sud di Hebron. Sullo sfondo un reparto dell’esercito israeliano che non interviene (filmato diffuso dall’organizzazione israeliana non governativa B’Tselem).

La violenza è frutto della paura e della diffidenza. Nessuno si fida di nessuno fra le due parti. Raid violenti da parte di gruppi armati israeliani sono avvenuti quest’anno in diversi villaggi palestinesi della Cisgiordania. Ne dà notizia sempre il giornale israeliano “Haaretz”, molto critico sulla politica del governo Netanyahu. Atti di violenza o terroristici vengono compiuti da militanti palestinesi ai danni di cittadini israeliani.

Se è vero che il movimento sionista non ha mai pensato allo sterminio dei palestinesi. “È vero però che l’idea dell’espulsione degli arabi per garantire il nostro Stato è stata costante” ha detto lo scrittore israeliano Tom Segev al “Corriere della Sera”.

Penso che i governi israeliani degli ultimi anni abbiano pensato di attuare questa politica, anche una politica del divide et impera, cioè di poter convivere con Hamas, lavorando per indebolire l’Autorità palestinese in Cisgiordania. Così non hanno contrastato fino in fondo il rafforzamento militare di Hamas (possibile che non sapessero di quanti missili si stava dotando una enclave così controllata e infiltrata di spie al soldo dello Stato ebraico?). D’altronde la nascita di Hamas –acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya, movimento di resistenza islamica – alla fine degli anni Ottanta non è stata contrastata dagli israeliani che vi vedevano un elemento di indebolimento dell’OLP. Insomma, la politica che fa del nemico del mio nemico un mio amico.

Una politica assai praticata in Medio Oriente, ad esempio in Libano e Siria, ma sempre con effetti di violenza e sopraffazione.

Così non cresce nessuna prospettiva di pace. Nessun leader in grado di far uscire quelle disgraziate popolazioni da una condizione di paura e sottosviluppo. Così si mantengono al potere dittatori e autocrati. Ma il ragionamento potrebbe estendersi alle repubbliche ex sovietiche dell’area asiatica, a maggioranza musulmana.

È evidente che “se non c’è limite all’odio e alla vendetta a prosperare è solo il terrore”, come ha scritto Maurizio Maggiani sulla “Stampa”.

E il terrore non può aver limiti se in campo scendono altri attori come l’Iran, direttamente o più probabilmente attraverso i suoi alleati Hezbollah o le sue milizie Pasdaran. Oppure si rinfocolano movimenti terroristici come i vari movimenti che si rifanno alla Jihad islamica.

La vendetta non è mai giustizia, vale per tutti e in tutti i casi. O almeno così pensano i cattolici che si rifanno all’insegnamento del Papa che anche in questi ultimi anni non ha mai smesso di predicare contro la follia della guerra nelle sue varie declinazioni.

Pubblicato su Rinascita Popolare dell’Associazione I Popolari del Piemonte




IL FAST FOOD ALL’ITALIANA Gramburger inaugura

Sapori esclusivi, innovazione e qualità nei piatti ideati dallo staff di Rocco Finardi, patron del progetto

Pescara, 18 ottobre 2023.  Gramburger Italia inaugura il nuovo punto franchising a Pescara. Lunedì 23 ottobre, dalle ore 17:00 alle 20:00, in una zona centralissima della città – in via  Cesare Battisti, angolo via Clemente de Cesaris – è grande festa. Un brindisi di benvenuto accoglierà gli amanti del fast food di qualità, quello realizzato con i prodotti più rappresentativi della tradizione gastronomica abruzzese e altre eccellenze provenienti da fuori regione.

Come il progetto di Rocco Finardi vuole, nel nuovo punto franchising ci saranno tutti i sapori della linea Gramburger e hamburger di altissima qualità con carni selezionate. La cucina sarà a vista  e all’interno saranno presenti dei Touch menu per selezionare le varie tipologie di carni, pane e salse, con la possibilità di costruirsi un panino personalizzato.

L’innovazione e la qualità sono i fiori all’occhiello di Gramburger, e del nuovo locale gestito da Leonardo Valdez.  “L’apertura del punto Gramburger a Pescara darà maggiore visibilità al nostro marchio e ai nostri panini brevettati e registrati e aprirà un importante capitolo imprenditoriale. Rimarremo però sempre legati alla città che ci ha visto nascere e ha visto sviluppare il nostro progetto, Lanciano, dove continueremo a lavorare e a investire”, spiega Rocco Finardi, imprenditore lancianese che, dopo diversi anni di esperienza nel mondo della gastronomia e della ristorazione, ha deciso qualche anno fa di porre le basi dell’iniziativa imprenditoriale Gramburger, il fast food all’italiana.

“Al nostro affiliato – aggiunge – metteremo a disposizione un supporto costante con tutte le aziende nostre partner. Da parte nostra ci saranno controlli su tutta la produzione, con i nostri professionisti che controlleranno costantemente la filiera di produzione fino al cliente finale”. Sempre garantendo quell’altissima qualità dei prodotti e il coinvolgimento del territorio, attraverso l’utilizzo di materie prime locali, che sono da sempre  i punti di forza del progetto innovativo di Finardi.




SUPERBONUS

Di Benedetto: Legge regionale migliorata grazie ai miei emendamenti   

L’Aquila, 18 ottobre 2023. Anche la Regione Abruzzo interviene finalmente sul tema dei crediti incagliati a seguito dello stop al superbonus decretato dal Governo nazionale a febbraio scorso. Nell’odierna seduta del Consiglio regionale è stata approvato, infatti, il progetto di legge 354/2023 con oggetto Disposizioni a sostegno degli interventi di miglioramento sismico ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio sul territorio regionale.

“Si tratta di una legge”, ha dichiarato il Consigliere regionale Americo Di Benedetto a margine dell’odierna seduta consiliare, “con la quale viene data, seppur in ritardo rispetto ad altre Regioni, una risposta ai cittadini e alle imprese dell’Abruzzo. Una risposta che avevo sollecitato qualche settimana fa denunciando la grave situazione di stallo e quindi le pesanti ricadute sull’economia regionale. Ricordo che il divieto alla cessione del credito e allo sconto in fattura, salvo per alcuni soggetti e tipologie di interventi, risale al 17 febbraio 2023. Da quel momento famiglie, condomini, tecnici e imprese hanno portato avanti i lavori del superbonus nell’assoluta incertezza.

Tutto questo”, ha affermato il Consigliere Di Benedetto, “ha indotto diverse Regioni come Basilicata, Lazio e Piemonte ad intervenire molto prima di quanto abbiamo fatto noi. In compenso ritengo che la legge approvata oggi, grazie ai miei emendamenti approvati all’unanimità, sia molto più innovativa”. Il riferimento è ad un emendamento con il quale è stata concessa l’attualizzazione del credito su base pluriennale oltre alla già prevista cessione su base annuale.

In particolare, per quello che riguarda la cessione su base annuale, per i soggetti non titolari di partita iva tale cessione potrà avvenire al valore nominale del credito al netto del 10%. Inoltre, per fare in modo che non ci siano rischi per le società pubbliche cessionarie, è stata approvata una modifica al testo iniziale che consentirà il trasferimento del credito solo all’esito dell’acquisizione da parte del cessionario della documentazione prevista dal DL n.11 del 16 febbraio 2023  il cui possesso esclude la responsabilità solidale. “L’approvazione di questa importante norma”, ha concluso Di Benedetto, “non farà venir meno la mia attenzione sul tema perché la fase attuativa sarà di estrema importanza per superare le difficoltà determinate dalla legge nazionale blocca crediti”.     




LICENZIAMENTO ENTRO L’ANNO ALLA JOHNSON & CONTROL

60 lavoratori in forza allo stabilimento di Corropoli. Monticelli: “Vertenza Johnson & Control: Italia Viva sarà presente alla manifestazione di sabato 21 ottobre!”

Corropoli, 18 ottobre 2023. Si è tenuto, infatti, nella giornata di ieri lunedì 16 ottobre, il tavolo convocato in Regione in cui il manager della multinazionale americana ha confermato la volontà della stessa di chiudere la produzione entro dicembre di quest’anno, per delocalizzarla in Messico. Nemmeno la proposta fatta dai sindacati di prorogare di sei mesi il Contratto di Solidarietà per i lavoratori coinvolti è stata accettata. L’azienda ha mostrato, in sintesi, chiusura totale rispetto a qualsiasi soluzione che potesse scongiurare il licenziamento dei 60 dipendenti. 

“Italia Viva, da canto suo, intende quindi manifestare il proprio convinto sostegno e la propria solidarietà alle lavoratrici ed ai lavoratori della Johnson Control e sarà al loro fianco partecipando sabato mattina alla manifestazione organizzata dai sindacati.” – conclude Luciano Monticelli segretario provinciale di Italia Viva Teramo.




PROGRESS – FIERA DEL LAVORO, DEL SOCIALE E DELLA FORMAZIONE

For.Fer partecipa al salone. Gli specialisti della Formazione ferroviaria saranno a Lanciano dal 20 al 22 ottobre 2023

Lanciano, 18 ottobre 2023. Il centro di formazione per le professioni ferroviarie For.Fer, in collaborazione con dPlan, società che opera su tutto il territorio nazionale nel settore della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, conferma la sua partecipazione al Salone “- Progress – Fiera del Lavoro, del sociale e della Formazione”, che si terrà a Lanciano dal 20 al 22 ottobre 2023. L’evento è organizzato dal Polo Fieristico d’Abruzzo con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra soggetti pubblici e privati impegnati nell’erogazione dei servizi per il lavoro.

Durante la fiera saranno presentate le varie proposte di For.Fer e degli Enti che collaborano con lei per la formazione di figure professionali da impiegare nel trasporto ferroviario, nello specifico la formazione di Macchinisti, Capitreno, Preparatori del treno, Manutentori dei mezzi ferroviari e dell’infrastruttura.

In questa occasione For.Fer metterà a disposizione dei visitatori anche un simulatore della guida del treno. Il simulatore è un ausilio didattico unico nel suo genere, perché in grado di ricreare un ambiente del treno come quello reale, sviluppato su specifiche tecniche messe a punto da RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Il simulatore riproduce tutti gli effetti di circolazione della linea, da quelli di normalità ad eventuali situazioni di degrado, in modo da preparare gli studenti ad affrontare qualsiasi tipo di emergenza.

For.Fer sarà presente non solo con uno stand, ma anche all’interno del convegno in programma per il 20 ottobre organizzato in collaborazione con ASSTRA e con il patrocinio del CIFI: “I nuovi percorsi formativi nel trasporto ferroviario – formazione, nuove competenze ed opportunità di lavoro”. Durante l’incontro verrà presentato anche un corso di formazione finanziato dalla Regione Abruzzo per figure professionali da impiegare nel trasporto ferroviario.

Ma For.Fer è presente sul territorio abruzzese anche con il nuovo corso ADT E PDT-A CAPOTRENO E MANOVRATORE, in programma a novembre a Sulmona, realizzato in collaborazione con il Dopo Lavoro Ferroviario Sulmona, Avezzano, L’Aquila.




LA SERIE ANIMATA GO GO AROUND ITALY

Abruzzo e Molise. Viaggio in Italia con l’alieno agente speciale Zet, Cipo e Mia. La nuova serie mista animazione e live action da venerdì 20 ottobre su RaiPlay. Dal lunedì 6 novembre anche su Rai Yoyo

Roma, 18 ottobre 2023. Ci sono anche Abruzzo e Molise nella nuova serie“Go Go Around Italy”, un progetto delle società Armosia e Intergea, che nasce per il mercato internazionale da sempre attirato dal Made in Italy, in collaborazione con Rai Kids, il Ministero della Cultura, l’Apulia Film Commission e la Regione Puglia. La serie, realizzata in animazione e live action, arriva venerdì 20 ottobre in anteprima su RaiPlay, mentre da lunedì 6 novembre sarà trasmessa, tutti i giorni, a partire dalle 16.30, anche su Rai Yoyo.

A Gravina in Puglia, una tipica cittadina del sud Italia, due cuginetti Cipo e Mia incontrano uno strano essere verde con tre occhi, caduto dal cielo con la sua navicella spaziale. Il suo nome è Zet, proviene da una galassia lontana con una missione speciale: scoprire la formula segreta che ha reso l’Italia così ricca di bellezze artistiche e paesaggistiche, fino a renderla unica al mondo. Zet invita Cipo e Mia a salire sulla sua Nuvola Volante e insieme partono per questa indimenticabile avventura alla scoperta dell’Italia.

Nella puntata dedicata all’Abruzzo Mia rimprovera Cipo e Zet: sulla Nuvola Volante si impara a rispettare la natura e a riciclare i materiali nel modo giusto. E durante il loro viaggio in Abruzzo, la natura ricambia il favore, regalandogli paesaggi straordinari e l’incredibile esperienza della Transiberiana d’Italia. E ancora una volta, l’amore smisurato per gli animali spinge Zet a portare un orso nella Nuvola Volante… si salvi chi può!

Nella puntata sul Molise una musica rock sveglia Cipo: Mia e Zet che stanno provando il nuovo pezzo della band e poi subito via! per una nuova missione: Molise! Una regione ricca di bellezze naturali e gastronomiche. Da Campobasso a Isernia e Agnone, esplorando castelli, parchi naturali e il Museo della Campana. Il viaggio termina nella fiabesca Riserva Naturale di Collemeluccio–Montedimezzo. Un tour magico tra note rock, campane e panorami!

“Go Go Around Italy” è una serie scritta da Angelo Poggi, Francesco Colombo e Alessandra Dottori. La regia è di Francesco Colombo.