Mostra a cura di Michele Maccherini, Luca Pezzuto, Simonetta Prosperi Valenti e Federica Zalabra. Organizzata dal Museo Nazionale d’Abruzzo in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila e la Fondazione Carispaq
Dal 1° dicembre al 3 marzo 2024 al MuNDA – Museo Nazionale d’Abruzzo
L’Aquila, 9 novembre 2023. La mostra dedicata a Giulio Cesare (1582-1627) e Francesco Bedeschini (1626-1699), padre e figlio, pittori aquilani del XVII secolo, organizzata dal Museo Nazionale d’Abruzzo in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila e la Fondazione Carispaq, aperta al pubblico dal 1° dicembre 2023 al 3 marzo 2024 presso il MuNDA, può essere considerata uno sguardo in bianco e nero sul Seicento centro-italiano, indagato da un osservatorio decentrato, ma peculiare.
Essa parte da una piccola raffinata esposizione sul solo Giulio Cesare, tenutasi nel 2013 a Colonia, che ha consacrato la fama di questo disegnatore ad un vasto pubblico, per ampliarsi con la possibilità di confrontare i disegni dell’artista aquilano con le opere pittoriche e giunge ad allargare lo sguardo, attraverso il figlio Francesco, a tutto il XVII secolo.
Si tratta del primo evento monografico dedicato in Italia ai due artisti e, dopo un progetto di ricerca pluriennale e condiviso tra gli attori organizzatori, approfondisce temi capitali della cultura abruzzese del XVII secolo: le ventate artistiche che giunsero da Firenze e Roma sino alle pendici del Gran Sasso, l’arte controriformata prima, il disegno d’ornamento e l’invenzione barocca poi, sono le istanze culturali portate avanti da questa famiglia di pittori che dominò incontrastata la scena all’Aquila, città dove il loro capostipite scese al seguito di Margherita d’Austria (1572) dai domini di Parma e Piacenza. Uno sguardo attraverso circa 70 opere, anche in bianco e nero, perché la mostra è principalmente di disegni e stampe, oltre che di dipinti, maioliche e documenti. Per l’occasione il Museo Nazionale d’Abruzzo ha restaurato quattro grandi opere custodite nei depositi, S. Giacomo Maggiore, Madonna del Rosario, San Trofimo di Arles, Ritratto di Agatone I e ha acquisito il disegno Madonna del Carmine con Santi, eseguito da Giulio Cesare con inchiostro bruno acquerellato e tracce di matita nera e rossa, costruito attraverso la caratteristica tecnica del montaggio di ritagli di fogli.
L’esposizione è volta infatti a mettere in risalto da un lato la tecnica del “cut & paste”, una sorta di taglia e incolla che consiste nel progettare prove grafiche attraverso la giustapposizione di ritagli di carta disegnati, sviluppatasi soprattutto in Toscana quale pentimento, che diventa in Giulio Cesare pura invenzione, collage; dall’altro il ruolo del figlio Francesco, artefice barocco a tutto tondo, inventore, architetto, direttore del teatro, uomo di governo, che ci ha restituito, attraverso molteplici fogli e studi -pochi rispetto ai 131 libretti e album citati nel suo testamento e oggi dispersi-, la visione di una città che fu spazzata via dal terribile terremoto del 1703. Soffitti, vele, volte, lunette, altari, portali, finestroni, camini, ma anche apparati effimeri, mobili, cartelle decorative, questo era il bagaglio di un personaggio che disegnava “per diletto” arricchendo i palazzi dei dignitari del suo tempo e le chiese municipali più importanti, rendendo il nome della sua famiglia degno di essere celebrato su pergamena dai signori del Magistrato, ossia dal governo cittadino. Perché la storia dei Bedeschini è stata anche una storia di ascesa sociale, di legittimazione, di identità civica.
I prestiti sono di caratura internazionale, con la provenienza delle opere dai principali musei di Londra, Monaco, Parigi, ma anche da Roma, Parma e ovviamente dall’Abruzzo.
Il corposo catalogo della mostra, realizzato grazie al supporto della Fondazione della Cassa di Risparmio, che nel 2022 ha acquisito un raro libro di disegni di Francesco Bedeschini contenente studi per cartigli, fregi e vari tipi di decorazioni architettoniche e ha finanziato anche il restauro di opere della Biblioteca Regionale Salvatore Tommasi esposte in mostra, ripercorre le vicende degli artisti per intero, dà conto del loro corpus grafico e propone confronti e studi inediti sulla cultura aquilana, con uno sguardo aperto al contesto italiano ed europeo.
La sinergia tra le tre istituzioni coinvolte prevede anche la partecipazione attiva della comunità, è stata infatti programmata una serie di importanti attività collaterali che accompagnerà l’evento: in primis l’acquisizione di opere grafiche dei due artisti da parte del museo e della Fondazione, ma anche una campagna di restauri che per l’occasione ha interessato il patrimonio del museo e di altre istituzioni aquilane, un progetto formativo con le scuole Fare comunità con arte. Percorsi educativi nell’Aquila del ‘600, da cui è scaturita la pubblicazione di un agile testo per bambini utile a sensibilizzare i più piccoli sulle tematiche legate all’arte, ma anche l’organizzazione di visite guidate al museo e in città, di un ciclo di conferenze e di un concerto di musica seicentesca. Il tutto si concluderà, infine, con un importante convegno internazionale (28-29 febbraio 2024) che garantirà la presenza all’Aquila di alcuni tra i maggiori studiosi di grafica d’Europa.
Catalogo della mostra a cura di Michele Maccherini, Luca Pezzuto, Simonetta Prosperi Valenti e Federica Zalabra Editori Paparo, Napoli/Roma 2023; br., pp. 360, ill. col., 24×28 cm testo in italiano e inglese
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