SIAMO IN CAMMINO [22]

Speciale Giornata Mondiale dei Poveri

Primo Evento: RACCONTARE LA POVERTÀ

Questo è il titolo del convegno organizzato per il 18 Novembre 2023 dall’Arcidiocesi di Pescara-Penne e dalla Caritas in occasione della giornata mondiale dei poveri 2023. Appuntamento a Pescara presso l’ex Aurum (Sala Tosti) dalle 9 alle 13:30 con: Stefano Pallotta, Presidente Ordine dei Giornalisti, Tommaso Valentinetti, Arcivescovo di Pescara-Penne,  Federica De Lauto, Corrado De Dominicis e Giannicola D’Angelo, della Caritas, Paolo Lambruschi, dell’Avvenire Antonio Dionisio, del Banco Alimentare

Secondo Evento: PRANZO ALLA CASA DEL PELLEGRINO

Pranzo con i poveri presso il Santuario del Volto Santo di Manoppello; conviviale con persone e famiglie svantaggiate delle nostre parrocchie, ma prima ancora la visita guidata nella Basilica e preghiera presieduta da mons. Bruno Forte Arcivescovo Chieti Vasto. Per poter partecipare è necessario rivolgersi alla Caritas entro martedì 14 novembre

Terzo Evento: NON DISTOGLIERE LO SGUARDO DAL POVERO

Una settimana con i poveri dal 13 al 19 novembre 2023 a cura della Caritas diocesana Termoli Larino. Gli studenti degli istituti superiori della città di Termoli saranno ospiti della Caritas diocesana tutte le mattine per conoscere e visitare i servizi Caritas (mensa, docce, Centro di Ascolto ed emporio solidale). Ciascun incontro vedrà anche la testimonianza dei beneficiari dei diversi servizi che racconteranno ai ragazzi la loro esperienza in un’ottica di conoscenza reciproca. La Settimana si concluderà domenica 19 novembre con la celebrazione eucaristica presso la parrocchia Sant’Antonio di Termoli alle ore 10:30 e un pranzo conviviale con gli ospiti della mensa.

Quarto Evento: ABBIATE GIOIA NELLA SPERANZA

Domani, lunedì 13 novembre a Larino presso la Chiesa della Beata Vergine delle Grazie Padre Fabio Pallotta il curerà l’accoglienza dei pellegrini sul cammino di Santiago e tutti quelli che vogliono scoprire la vita come pellegrinaggio verso l’assoluto, ricordando che il pellegrinaggio va vissuto nel suo pensiero senza cercare comodità riscoprendo silenzio, solitudine, sobrietà alimentare, meditazione del Vangelo, eucaristia quotidiana. Incontro aperto a tutti.

Quinto Evento: PREGHIERA PER L’EUROPA

Ogni seconda domenica del mese preghiere per l’Europa. Oggi pomeriggio, domenica 12 novembre, dunque, nel monastero delle benedettine a S. Atto momenti specifici di preghiera aperti ai fedeli per farsi carico dell’attuale situazione europea. Adorazione, S. Rosario e Vespri con Mons. Lorenzo Leuzzi, arcivescovo di Teramo Atri, per questa intenzione di bene perché si possa presto realizzare.

Eventi, giornate, progetti, relazioni, veglie, catechesi  per rimettersi in cammino ed in ascolto della Parola

Una preghiera per il mondo che soffre. Una profonda preghiera per le vittime innocenti della guerra

NM




ALLARME DELLA CGIL

La Regione Abruzzo taglia i fondi per la vita indipendente

Ranieri e Ferrante: “Le risorse stanziate coprono solo il 14% delle domande. Attacco vergognoso all’integrazione delle persone con disabilità”

Pescara, 12 novembre 2023. “Sui fondi per la ‘Vita indipendente’ assistiamo ad un vergognoso ed irresponsabile atteggiamento della Giunta regionale, che, di fatto, dichiara la morte delle politiche per la disabilità. Le somme stanziate ammontano a 600mila euro, a fronte di domande per un totale di oltre quattro milioni di euro: solo il 14% delle richieste, cioè 72 su 511, potrà essere soddisfatto. Questo è un attacco all’autodeterminazione e, quindi, alla dignità e alla vita di tante persone con gravissima disabilità”. Lo affermano il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e il responsabile regionale Cgil Ufficio politiche per la disabilità, Claudio Ferrante, a proposito della graduatoria per i fondi regionali di ‘Vita indipendente’, dicendosi pronti a “clamorose azioni di protesta”.

La Regione Abruzzo, come prevede la legge Regionale n. 57 del 23 novembre 2012, si sta apprestando a pubblicare la graduatoria, ma le risorse stanziate ammontano a 600mila euro, a fronte di risorse necessarie pari a 4.286.000 euro per dare una risposta alle 511 istanze avanzate.

“L’anno scorso – ricordano Ranieri e Ferrante – ci fu una situazione analoga, ma grazie alla battaglia della Cgil alla fine furono trovate risorse per coprire il 100% delle domande. Il diritto alla vita indipendente, d’altronde, viene sancito dalla legge 162 del 1998 e ribadito dall’articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata con la legge 18 del 3 marzo 2009”.

“Forse alla Regione Abruzzo non è ben chiaro cosa significhi Vita Indipendente. La persona disabile – sottolineano i due esponenti Cgil – può gestire in prima persona la propria vita sulla base della valutazione dei propri bisogni e progetti. La Vita Indipendente promuove l’integrazione sociale delle persone con disabilità e favorisce la domiciliarità. In altre parole, un notevole risparmio sulla spesa sociale e sanitaria, attenuando l’onere assistenziale a carico delle famiglie. In estrema sintesi, Vita Indipendente vuol dire migliorare la qualità della vita della persona disabile e di chi gli sta accanto”.

“Lo stanziamento di soli 600mila euro rappresenta un colpo mortale all’intero Welfare sulla non autosufficienza. Forse – aggiungono – né il governatore Marco Marsilio né l’assessore alle Politiche sociali, Pietro Quaresimale, si rendono conto che escludere l’86% delle persone con gravi disabilità che hanno fatto domanda significa interrompere il percorso di vita di tanti cittadini che grazie a questa legge sono andati a vivere autonomamente, distaccandosi dai propri nuclei familiari. Vuol dire interrompere il rapporto di lavoro con i propri assistenti, disintegrare l’autodeterminazione e la dignità delle persone con disabilità”.

Ranieri e Ferrante, nel chiedere un incontro urgente a Marsilio e Quaresimale, auspicano che la Regione possa “fare marcia indietro e stanziare la somma necessaria per garantire l’autodeterminazione a tutte le persone che in Abruzzo abbiano inoltrato la domanda. In assenza di risposte concrete e novità – concludono – siamo pronti a clamorose azioni di protesta, a tutela di tantissimi cittadini con disabilità”.




IL PESO INSOSTENIBILE DEL FUMO

Una riflessione sul presunto utilizzo del verde pubblico dismesso per finalità energetiche

Pescara, 12 novembre 2023. Che in città sia in corso da tempo una febbrile attività lavorativa pubblica intorno al patrimonio verde urbano è evidente. Da quel che si riesce a vedere e a capire, si tratta soprattutto di interventi, svolti lungo strade o piazze, di rimozione di individui arborei ritenuti per qualche motivo non sani, poi sostituiti quando è stato valutato necessario e possibile. La stessa cosa è avvenuta, anzi avviene ancora e accadrà di nuovo, per questioni di sicurezza: alberi rimossi perché presunti pericolosi per l’incolumità dei cittadini. Altre volte si è intervenuti per l’adeguamento funzionale di servizi, come nel caso di reti fognarie, o per la realizzazione di nuove infrastrutture viarie o insediamenti residenziali.

Caso a parte è la Riserva Dannunziana, interessata da un incendio pochi anni fam, ma anche da un attraversamento stradale lato monte, che ha visto l’asportazione di numerosi individui adulti, sia danneggiati, per via del fuoco, che sani, per far spazio ad una arteria viaria (il Pendolo).

Quel che si nota è che le piante, soprattutto querce, pini, e tamerici, vengono sovente “scambiate” con altre specie che si ritiene siano in grado di “sopravvivere” meglio in un ambiente antropizzato e che, durante la loro crescita, non arrechino danni con fronde e radici (in alcuni atti comunali definiti come “dissesto arboreo”) e che in aggiunta siano paesaggisticamente d’effetto, sia per il portamento che per il cromatismo.

Tante situazioni diverse, quindi, ma che potrebbero tutte far capo a scelte di buon senso o di opportunità, specie se completate con un bilanciamento almeno aritmetico tra vecchie e nuove essenze. Ma a mio avviso c’è  anche un altro fattore che le accomuna: l’asportazione di biomassa vegetale, che si traduce sempre nella rimozione dell’anidride carbonica fissata lì dentro da un lungo processo fotosintetico.

Al riguardo mi sono sempre chiesto: ma che fine ha fatto e fa tutta questa biomassa? Dov’è finita e dove finisce? Ci sono dati sul quantitativo, sia in termini di individui ma anche di peso e soprattutto di carbonio, che gli alberi rimossi hanno estratto, in un tempo dilatato, dall’atmosfera? Esiste un bilancio di massa che consenta di dire quanta CO2 queste piante hanno accumulato nei loro tessuti? Aggiungerei ancora: e che uso ne è stato fatto? Al di là dei processi di decomposizione naturale di fondo, ne è stata mantenuta il più possibile la componente di materia, trattenendo e non disperdendo il contenuto in carbonio, ad esempio con processi di compostaggio verde o anche trasformando il legname in manufatti e utensili vari,  o è stata scelta l’opzione della combustione, ottenendo certamente energia ma anche liberando CO2?

In altri termini: in tutti questi casi, sono state adottate decisioni ispirate ai principi di “resilienza”, e cioè del “non fare scelte che danneggino l’ambiente” a cui ad esempio rimandano tutti i finanziamenti del PNRR (DNSH, do non significant harm)? O no? La sola sostituzione delle essenze rimosse, anche con numeri multipli, è sufficiente a dare una risposta positiva? Non credo, soprattutto nel caso sia stata adottata una gestione della biomassa asportata per finalità energetiche.

E se la biomassa fosse andata in “fumo“, e sarebbe opportuno venisse esplicitato o meno con numeri alla mano, è stata fatta una valutazione del valore negativo di sostenibilità ambientale della CO2 reintrodotta in atmosfera? Si è in grado di fornire dati al riguardo? Quanto è in corso in città, e a breve quanto ci si appresta a fare all’interno della Riserva Dannunziana in termini di rimozione della biomassa “morta”, ha come base il principio di preservare la “materia” o si è già nell’ottica, consapevolmente o meno, di mandare tutto … all’aria?

Ecco, un bilancio in tal senso aiuterebbe meglio a capire, al di là di proclami, premi e del fascino del nuovo, il grado di sostenibilità ad oggi raggiunto nella gestione del patrimonio verde pubblico.

Giancarlo Odoardi – Direttore webmagazine Ri-media.net




PREMIO BORSELLINO

Martedì incontro con don Ferdinando Di Noto

L’Aquila, 12 novembre 2023. La pedopornografia  non è solo un turpe reato. È anche un grande affare gestito dalle mafie che nei paesi più poveri del mondo sequestrano, torturano, uccidono bambine e bambini tra gli 8 e 14 anni  per produrre immagini o video di minorenni coinvolti in comportamenti sessualmente espliciti.

 La pedopornografia in Italia coinvolge in un losco e lucroso traffico più di 100,000 persone e solo nel corso del  2022 sono stati 6956 i casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, (5316 nel 2021 e 3243 nel 2020) . Dieci miliardi di dollari, tanto fattura questo tipo d’industria dello sfruttamento sessuale dei minori, secondo le stime dell’Onu.

In prima fila contro la tratta dei minori destinati a un vero e proprio mercato della prostituzione indirizzato ai pedofili c’è Don Fortunato di Noto, sacerdote siciliano fondatore della associazione “Meter” e la tutela dell’infanzia in Italia e nel mondo con il supporto della Conferenza Episcopale Italiana, docente all’università pontificia, membro dell’Osservatorio Nazionale sull’Infanzia presso il Ministero delle comunicazioni, del Comitato Scientifico per la Lotta alla Pedofilia istituito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, e dell’Osservatorio Nazionale contro la Pedofilia del Ministero dell’Interno, riconosciuto massimo esperto mondiale nel contrasto alla pedofilia, da più di 30 anni impegnato al contrasto della pedopornografia in Italia e nel mondo che ha stilato un protocollo ufficiale di lavoro con la Polizia Postale italiana e con decine di polizie in tutto il mondo.

Per non abbassare mai la guardia e garantire a livello educativo e preventivo una serie di impegni formativi, partendo dalle scuole, e per far diminuire il fenomeno o almeno a rendere più consapevoli della gravità stessa per quanto riguarda il grooming (l’adescamento) e l’utilizzo consapevole dei social, dopo il successo della cerimonia di consegna dei premi svoltasi il 28 ottobre il  “Premio Borsellino tutto l’anno” vuole riprendere le proprie iniziative  proprio su questo tema organizzando per martedi 14 novembre  a L’Aquila (Palazzo Fibbioni) alle ore 11 un incontro pubblico con Don Fortunato Di Noto e con Don Maurizio Patriciello, il coraggioso sacerdote di Caivano “garante” del Premio Borsellino, che da tempo denuncia il degrado nelle periferie delle nostre città, l’eco business mafioso nelle terre dei fuochi che provocano tumori, e nei giorni scorsi ha denunciato il turpe traffico di video porno che interessavano i minori della sua città  .




ANCORA ISOLATI IN EUROPA

di Guido Puccio

PoliticaInsieme.com, 12 novembre 2023. Anche in sede di approvazione del nuovo “patto di stabilità,” a Bruxelles, ecco un paese che già non ci sta (l’Ungheria) e noi che nicchiamo chiedendo di ottenere più elasticità nei conti e più tempo per ridurre il debito.

Il superamento del vecchio patto (deficit inferiore al 3%, debito pubblico al 60% del PIL) era avvenuto durante la pandemia da Covid, quando tutti i paesi avevano dovuto fare debito per fare fronte alle esigenze sanitarie, economiche e sociali. Tanto per avere un’idea: prima del Covid erano solo Italia e Grecia ad avere un debito pubblico largamente superiore al PIL. Oggi sono una decina di paesi.

L’iniziativa per il nuovo patto l’aveva presa la Spagna: spesa corrente contenuta ma per alcuni capitoli trattamenti agevolati; debito pubblico da ridurre, ma spalmando i rientri in sette anni anziché quattro; sforamenti di fatto consentiti per mettere a terra i progetti finanziati con il PNRR.

Bene accolta dai francesi, la proposta di revisione spagnola ha trovato l’ostilità dei soliti paesi “frugali” (Austria, Olanda, ecc.) che ritengono le nuove soglie troppo morbide. Alla fine, i tedeschi hanno proposto una possibile via di accordo: va bene allargare i tempi di rientro dal debito e va bene il tre per cento come tetto del deficit, ma in caso di crisi si dovrà scendere al due per cento.

L’Ungheria ha detto subito no e anche l’Italia minaccia di non firmare l’accordo. Prima di tutto non se ne parla di scendere al due per cento in caso di crisi; inoltre, il nostro Ministro dell’Economia insiste per scorporare dai limiti le spese per investimenti strutturali. Una posizione che sembrava già largamente condivisa nelle discussioni che hanno preceduto la revisione.

In sostanza, l’Italia chiede maggiore gradualità nella determinazione dei limiti e dei tempi e le ragioni sono semplici, non politiche ma pratiche. Giorgetti non vuole assumere impegni che sa di non poter mantenere. Come dargli torto?

Di fatto siamo ancora una volta isolati, tanto più che già lo eravamo essendo noi l’unico Paese che non ha ancora ratificato il MES, lo strumento finanziario già accolto da tutti i Paesi europei per affrontare eventuali crisi del debito.

Il rischio di tornare a una sorta di austerità non è voluto dal governo italiano: “piuttosto torniamo al vecchio patto di stabilità” ha detto il nostro ministro Giorgetti.

Resta da capire la sorte del PNRR con la massa di risorse finanziarie messe a disposizione ma del quale non si sa più nulla. Né si possono ignorare gli effetti dell’inflazione che continua a ridurre il potere di acquisto per tutti, con salari e stipendi fermi.

Vero è che gli istituti di rating ( Standard&Poor’s e altri) hanno mantenuto i giudizi sul nostro Paese, ma il recentissimo monito di Draghi sull’imminenza di una fase recessiva in tutta Europa aggiunge ben altri problemi a quello della revisione del patto di stabilità.

In sostanza: siamo ancora dentro la cronaca, quasi non ce ne fosse già abbastanza con le guerre, ma il tempo non favorisce certo il rinvio dei problemi.




IMBARAZZANTE SILENZIO DELLA REGIONE

La legge di bilancio taglia altri 350 milioni di euro destinati all’alta velocità e alta capacità (av/ac) sulla linea ferroviaria adriatica

Pescara, 12 novembre 2023. La blindatissima Legge di bilancio voluta dal Governo oltre a non contrastare il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e a non offrire futuro ai giovani, prevede misure inserite sotto traccia tra i diversi articoli di cui si compone, in grado di penalizzare ulteriormente quel sistema infrastrutturale regionale già ampiamente deficitario rispetto al resto del paese come stanno a dimostrare ad esempio i perenni ritardi per i lavori sulle arterie autostradali saliti in questi giorni all’onore della cronaca a seguito delle dichiarazioni del Ministro Salvini.

Nelle more dell’art. 56 che attiene il “Rifinanziamento di interventi in materia di investimenti e infrastrutture”, è stato infatti previsto un ulteriore “scippo” molto simile a quello al quale abbiamo già assistito attraverso lo stralcio delle risorse europee del PNRR destinate alla velocizzazione del collegamento trasversale Pescara-Roma.

L’Articolo in questione, infatti, nel prevedere l’autorizzazione di un finanziamento di 150 milioni nel 2024 e di 200 milioni nel 2025 per la Linea AV/AC Milano Genova (terzo valico dei Giovi), stabilisce altresì che tali risorse vengano intercettate per un importo complessivo analogo di 350 milioni (di cui 150 milioni nel 2024 e di 200 milioni nel 2025) dal definanziamento dell’autorizzazione di spesa in favore di Rete ferroviaria Italiana (RFI) per  “l’accelerazione  degli   interventi   finalizzati   alla promozione del trasporto con caratteristiche di alta velocità e alta capacità (AV/AC) sulla linea ferroviaria adriatica”.

Nell’evidenziare che gli interventi finalizzati a promuovere e potenziare l’alta velocità e alta capacita (AV/AC) sulla linea ferroviaria adriatica, rappresentano la diretta conseguenza  dell’inserimento nella rete centrale (Core Network) della Rete transeuropea di trasporto denominata TEN-T, è opportuno altresì rammentare che la Legge di Bilancio 2022 (Legge 30 dicembre 2021, n. 234) ha previsto all’art.1 – c. 394, una spesa complessiva di 5.000 milioni di euro, di cui 200 per il biennio 2022/2023 (già rese disponibili), 150 milioni di euro per l’anno 2024, 200 milioni  di  euro  per l’anno 2025 (oggetto del citato definanziamento “scippo”), 250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027, 400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal  2028  al  2030,  450 milioni di euro per l’anno 2031, 650 milioni  di  euro  per  ciascuno degli anni dal 2032 al 2034 e 450 milioni di euro per l’anno 2035.

In definitiva il sistema trasportistico ed infrastrutturale della nostra Regione continua ad essere pesantemente bistrattato dalle Istituzioni nazionali fino al punto di non rendere nemmeno partecipi delle decisioni quel Governo regionale che a cominciare dal Presidente Marsilio continua invece a tessere le lodi di chi sta seriamente minando la crescita e lo sviluppo del nostro territorio.

Rispetto a questa notizia e più in generale ai ritardi e ai disservizi del sistema infrastrutturale e trasportistico abruzzese, sanno davvero di beffa gli annunci trionfalistici conseguenti agli incontri istituzionali che lo stesso Governatore della Regione Abruzzo ha avuto nel mese di gennaio di inizio anno sia con il Ministro Matteo Salvini che con il vice Ministro Galeazzo Bignami e per i quali, mostrando presumibilmente poco rispetto verso i cittadini abruzzesi, si rappresentava con soddisfazione “la forte determinazione mostrata dallo stesso Ministro (Salvini ndr) nell’accelerare la gestione dei dossier riguardanti le infrastrutture e i trasporti della nostra Regione:  dalla velocizzazione della tratta ferroviaria Pescara-Roma, al collegamento diretto con L’Aquila, fino alla terza corsia sull’A14 e le opere da realizzare per la messa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso…”

Non a caso il sistema delle infrastrutture e dei trasporti costituirà uno dei tanti temi oggetto della manifestazione regionale che si terrà a Lanciano, organizzata da Cgil e Uil nell’ambito dello sciopero generale nazionale proclamato per venerdì 17 novembre e che vedrà la partecipazione di centinaia di manifestanti provenienti da tutto il territorio regionale.

I Segretari Generali

CGIL – UIL

Carmine Ranieri – Michele Lombardo

FILT CGIL – UILTRASPORTI

Aurelio Di Eugenio – Vincenzo Marcotullio




AMICACCI INARRESTABILE contro Taranto

In attesa della supercoppa

Giulianova, 12 novembre 2023. Vittoria a domicilio senza patemi per la Deco Metalferro Amicacci Abruzzo, che batte sul parquet del PalaCastrum la neopromossa Comes Boys Taranto con un largo margine, portando a referto tutto il roster a disposizione.

Il match si apre con il canestro di Flavio Cardoso Pereira per il vantaggio tarantino, ma l’Amicacci prende rapidamente in mano le redini della partita guidata in attacco da capitan Galliano Marchionni, con i canestri di Barbibay e Benvenuto che valgono il +8. Taranto prova a resistere affidandosi ancora al al brasiliano Cardoso Pereira ma la squadra di casa chiude il primo quarto in controllo grazie ai tiri dalla lunetta guadagnati da Cavagnini (18-11).

Inizio di secondo quarto un po’ complicato per i ragazzi di coach Carlo Di Giusto, con la squadra ospite che si porta sul -3 segnando con Latagliata e l’ex Fares, ma gli abruzzesi tornano subito a condurre i giochi sigillando la difesa. L’allungo arriva con Gabriel Benvenuto e Luigi Topo, che si fanno trovare pronti a finalizzare sotto canestro. Il primo tempo si chiude con i canestri dalla distanza di Shay Barbibay e Conn Nagle che permettono all’Amicacci di andare all’intervallo con un margine rassicurante (32-16).

La ripresa si apre nel segno del neoarrivato Jaylen Brown, a segno a ripetizione nel terzo quarto. Ai punti realizzati dall’australiano si aggiungono quelli di Boganelli e Stupenengo, che fanno volare la squadra di casa fino al trentello di vantaggio (54-22).

Ultimo quarto d’accademia per l’Amicacci, che concede minuti anche agli elementi meno utilizzati del roster e si mette in tasca i due punti della vittoria (71-33), conservando il primo posto nel Girone B in coabitazione con la Dinamo Lab Sassari, vittorioso a Firenze.

Il campionato si ferma per la SuperCoppa Italiana, che vedrà proprio i Campioni d’Italia della Deco Metalferro affrontare il Kos Group Santo Stefano, vincente della Coppa Italia 2023, per assegnare il primo trofeo ufficiale della stagione. Appuntamento al PalaCastrum di Giulianova domenica 19 novembre alle ore 20:30.

Tabellino

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Brown 12 (6reb), Nagle 2 (6ast), Benvenuto 9, Marchionni 8 (6ast), Blasiotti, Topo 4, Cavagnini 12 (12reb), Stupenengo 6, Mandjam, Boganelli 6, Greco Brakus 2, Barbibay 10. All. Di Giusto.

Comes Boys Taranto: Magrì, Rukavisnikovs, Montano 3, Fares 8, Latagliata 2, Eletto 1, Messina 4, Cardoso 13, Donvito, Veinbergs 2, Pavesi. All. L’Ingesso.

Serie A – Risultati 4^ giornata di andata

Girone A

Farmacia Pellicanò Reggio Calabria – GSD Porto Torres 53-36

Montello Bergamo – Kos Group Santo Stefano 32-88

UnipolSai Briantea84 Cantù – Santa Lucia Roma 82-21

Classifica (W/L):

Santo Stefano 4/0 | Cantù 3/0 | Bergamo 2/2 | Reggio Calabria 1/2 | Porto Torres 0/3 | Roma 0/3 |

Girone B

Menarini Volpi Rosse Firenze – Banco di Sardegna Sassari 56-62

Deco Metalferro Amicacci – Comes Boys Taranto 71-33

Riposa: Crich PDM Treviso

Classifica (W/L):

Amicacci 3/0 | Sassari 3/0 | Firenze 1/2 | Treviso 0/2 | Taranto 0/3 |

Stefano D’Andreagiovanni




LA GIORNATA MONDIALE DELLA GENTILEZZA

Evento a palazzo del mare. Ospite d’onore il campione paralimpico Daniele Cassioli

Roseto degli Abruzzi, 12 novembre 2023. Il 13 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Gentilezza. Per questo motivo l’Associazione JoyA, in collaborazione con Laboratorio della Ragione, Parkattivo e con il patrocinio del Comune di Roseto degli Abruzzi (che fa parte del Movimento delle Città Gentili promosso da Daniel Lumera), ha organizzato l’evento “Gentilezza per Madre Natura”. L’iniziativa si terrà domenica 12 novembre presso il Palazzo del Mare di Roseto degli Abruzzi e vedrà nella veste di ospite d’onore il campione Paralimpico Daniele Cassioli. Campione che sarà presente in città anche il prossimo 20 novembre per un incontro con gli studenti rosetani.

La manifestazione si aprirà alle 17 con la conclusione della rassegna “Domeniche Gentili” e con la consegna dei fondi raccolti nell’ambito dell’iniziativa “Progetto Alberi”, che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e associazioni sensibili alla tutela dell’ambiente. Alle 17.30 avrà inizio lo spettacolo “Segnali di vita show”, condotto da Marco Di Martino e Pierluigi Troilo. A seguire, la musica di Alessandro Ferretti e Gabriella Di Bonaventura.

Alle ore 18.00 sarà la volta della lettura spettacolo “Il vento contro” di Daniele Cassioli, a cura di Federica Fornaciari, con Francesco Brandi, Alessio Dezi e Giorgio Maggitti Falà. Si tratta di un emozionante racconto autobiografico di Daniele Cassioli, campione paralimpico di sci nautico, che ha saputo trasformare la sua disabilità visiva in una forza straordinaria. Subito dopo si svolgerà l’incontro con lo stesso Cassioli, ospite d’onore della giornata, che parlerà della sua storia e delle sue imprese sportive. Daniele è considerato lo sciatore nautico più forte di tutti i tempi, con ben 100 ori (italiani, europei e mondiali) raccolti in 23 anni. A moderare l’incontro sarà Candida Di Bonaventura.

Cassioli, inoltre, sarà protagonista il prossimo 20 novembre di un incontro con i ragazzi e le ragazze delle scuole Medie di Roseto degli Abruzzi.

“La gentilezza è una virtù che dovrebbe caratterizzare ogni essere umano, ma che spesso viene dimenticata o trascurata nella frenesia della vita quotidiana. Essere gentili significa rispettare gli altri, ascoltare le loro esigenze, aiutarli nei momenti difficili, condividere le loro gioie e i loro dolori – affermano il Sindaco Mario Nugnes e la Presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti – Essere gentili significa anche prendersi cura di sé stessi, del proprio benessere fisico e mentale, della propria crescita personale e professionale. Come amministrazione comunale, ci impegniamo a promuovere la cultura della gentilezza nel nostro territorio grazie all’Associazione Joya, con l’ingresso nel Movimento “Italia Gentile” e attraverso iniziative ed eventi che coinvolgano le scuole, le associazioni, le imprese e i cittadini. Vogliamo che Roseto degli Abruzzi sia una città accogliente, inclusiva e vivibile, in cui tutti si sentano parte di una comunità unita e responsabile. Per questo, invitiamo tutti a celebrare la giornata mondiale della gentilezza partecipando all’evento di domenica a Palazzo del Mare dove avremo il piacere e l’onore di conoscere il campione Daniele Cassioli”.

LE DOMENICHE GENTILI. Sono una serie di iniziative giunte alla seconda edizione, patrocinate dal Comune di Roseto degli Abruzzi, ea hanno avuto come focus quello di divulgare la cultura della Gentilezza come valore sociale in grado di incrementare benessere e longevità. Da aprile a ottobre, nel giardino della Villa Comunale, tutte le domeniche si sono alternati vari professionisti del benessere con pratiche di yoga, meditazione, Qi Gong, Riflessologia plantare, naturopatia e incontri a tema di crescita personale. Gli operatori e le associazioni che hanno aderito all’ iniziativa sono JoyA, Laboratorio della Ragione, Guide della Riserva del Borsacchio, Parkattivo, Alessandro Ferretti, Pierluigi Troilo, Erika Tori, Mabedg Gomez, Candida Di Bonaventura, Nico Caiazza, Aurelia D’ Andrea, Roberta De Amicis.




UN ACCONTO TRA I PIÙ ELEVATI

La campagna pataticola 2023-2024. A determinarlo è l’associazione  marsicana produttori patate

Pescara, 12 novembre 2023. Dopo un’attenta analisi dei dati, a conclusione della raccolta da parte dei propri soci della campagna pataticola 2022-2023,  il Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Marsicana Produttori Patate nella riunione dell’ultima assemblea del 6 Novembre, ha deliberato di erogare ai produttori un acconto dell’importo di 40,00 €/q.le per il prodotto certificato calibro 45/75 + IVA.

La definizione della somma stabilita scaturisce da una serie di considerazioni e diversi fattori come:

•             i quantitativi ad oggi commercializzati rispetto alle caratteristiche merceologiche disponibili dai conferimenti al 30 Ottobre; 

•             la stagione particolarmente critica dovuta alle avverse condizioni atmosferiche;

•             un inizio campagna 2023 con buone prospettive di mercato.

Grazie all’impegno e alla professionalità dei soci dell’AMPP la produzione si contraddistingue per essere di qualità ecosostenibile e per le proprietà organolettiche delle patate dovute, tra l’altro,  all’alto contenuto di fosforo, potassio e microelementi naturali, caratteristiche essenziali per la certificazione IGP Patata del Fucino.

Tutti i Soci pataticoltori aderiscono alla filiera IGP con il grande risultato di conferire tutta la produzione delle patate certificate come IGP Patata del Fucino.

La rotazione colturale quadriennale, l’utilizzo di tecniche innovative naturali nella difesa fitosanitaria e la conservazione con nuovi metodi (etilene) delle patate per 9 mesi, confermano l’areale fucense come il maggiore produttore pataticolo d’Italia.

Da parte dei soci pataticoltori conferenti si registra piena soddisfazione per i risultati conseguiti anche in virtù del fatto che per due anni consecutivi  è l’acconto più elevato, mai fissato, che premia la valorizzazione fatta nell’ambito della promozione delle produzioni certificate IGP Patata del Fucino, riconosciuta dai consumatori come un’eccellenza di gamma per le patate fresche.




ULTIMA GIORNATA DEL FLA

Appuntamenti con Farhad Bitani e Alessandra Portinari. In occasione dell’ultima giornata del Fla di Pescara, sono due gli appuntamenti promossi dalla CP Eventi di Carola Profeta

Pescara, 12 novembre 2023. Alle ore 17 presso il Bagno Borbonico del Museo delle Genti D’Abruzzo ci sarà Farhad Bitani con Addio Kabul (Neri Pozza) modera Gisella Orsini.

Nell’agosto del 2021 l’esercito degli Stati Uniti ha lasciato definitivamente Kabul dopo aver combattuto una lunghissima e sanguinosa guerra. Ora che la sconfitta è venuta, è il momento di ammetterlo: l’America, l’Occidente, sono rimasti vent’anni in Afghanistan, vi hanno condotto una guerra, scelto e gettato via alleati e governanti, distribuito denaro (150 miliardi dollari l’anno) e ucciso migliaia di persone sulla base di un’antropologia immaginaria, tutta agghindata di mediocri astuzie: una favola che dava una forma confortante ai nostri desideri poichè, al di là del folclore e della storia, non ci siamo mai veramente occupati di chi siano gli afghani; non erano infatti i loro guai la ragione per cui eravamo andati in Afghanistan.

Oggi, dopo vent’anni di questa fiaba sanguinaria, ancora non sappiamo chi sono davvero i talebani che ci hanno cacciati via, sono rimasti qualcosa di inaccessibile e di oscuro: quali classi sociali rappresentano? Dove reclutano martiri e guerrieri infiniti? Perchè, e in che modo, ridotti a turbe di fuggiaschi sconfitti del 2002, sono diventati la bufera che a passi di lupo ha conquistato il paese? Da questa domanda nasce il libro, che è un dialogo notturno tra un ex capitano dell’esercito afghano e un giornalista occidentale, ed è fatto di semplice discorrere e narrare come in un accampamento attorno al fuoco, mentre la notte incombe. Un dialogo che è un viaggio dentro al cuore di tenebra dell’Afghanistan e una lunga meditazione sulla violenza che ha travolto un paese e rischia di condurlo al collasso.

«Di ciò che gli afghani desiderassero e di quanti afghani fossero davvero approdati a quel miglioramento della condizione umana che avevamo promesso, non ci importava nulla. Già pronti, nel momento in cui tutto questo – ovvero continuare a fingere e a mentire – fosse risultato troppo costoso e i nostri interessi si fossero spostati altrove, ad andarcene in una notte. Che è quanto purtroppo è accaduto, lasciando gli afghani alle prese con i loro antichi demoni».

Alle ore 18.00 presso il Circolo Aternino c’è  Alessandra Portinari (Franco Angeli) e  Donne in politica, con la partecipazione di Carola Profeta e Leila Kechoud, modera Stefano Buda.

Nel corso degli ultimi tre secoli l’Europa è stata protagonista di alcune storiche battaglie per l’affermazione dei diritti delle donne. Nel 1946 la maggioranza della popolazione femminile italiana andò a votare: le donne contribuirono alla stesura della Costituzione, determinando un cambiamento profondo nella società, incidendo sui costumi, sui valori, sulle condizioni di vita e sulle leggi. Per questo, possiamo affermare che le norme giuridiche e legislative dello Stato italiano hanno dei padri e delle madri; ancora oggi, però, troppe volte nel dibattito pubblico si nominano solo i padri e si dimenticano le madri.

Il volume analizza il contesto sociale in cui nacquero i movimenti di emancipazione femminile: dalle suffragette, guidate da Emmeline Pankhurst, alle battaglie condotte da alcune figure di spicco, come Anna Maria Mozzoni e Anna Kuliscioff; dalle principali riviste che contribuirono al processo di parità alle donne che operarono durante il fascismo e nella Resistenza. La parte centrale del testo è dedicata al suffragio femminile, alle Costituenti e alle battaglie promosse dalle associazioni e dai movimenti femministi. L’autrice, nella seconda parte del volume, ricostruisce i processi sociali che hanno condotto all’integrazione delle donne nel sistema politico italiano, esaminando anche i vari Parlamenti internazionali a traino femminile attraverso dati, ricerche e indagini e riportando la testimonianza diretta di alcune amministratrici locali.




LA VIA DEL BENE COMUNE

Assumersi le responsabilità senza scaricarle agli altri

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 12 Novembre 2023. Per i cristiani la fedeltà è al progetto di Dio e anche alla comunità civile e politica, alla Costituzione. Questa fedeltà va intesa come orientamento a solidificare gli impegni assunti e a portarli avanti non ritirando la parola data. Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.

A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.

Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».(Mt 25, 1-13 – XXXII TO/A).

Un po’ irresponsabili, un po’ troppo, le vergini stolte, lo sono state! Parliamo spesso di responsabilità e… le vergini stolte non mancano. Certo non mancano anche coloro che esercitano responsabilità sociali, sanitarie e politiche con scienza e coscienza, come le vergini sagge. Ma ci sono, purtroppo, anche quelli che lo fanno meno, quasi per niente, coloro che vivono nell’eterna lamentela e nell’interminabile critica di tutti e di tutto. E tra questi coloro che non rispettano le regole, oppure le aggirano a proprio uso e abuso. È innegabile che proveniamo da una cultura, in buona parte, che si crea regole a seconda dei casi o non le rispetta affatto.

“La cultura viene prima delle regole – ha scritto Gherardo Colombo – se non cambia la cultura, le regole, che non le sono coerenti, non vengono rispettate”.

E tra i deficit della nostra cultura legale si rafforzano gli araldi del “fatta la legge trovato l’inganno” – “lei non sa chi sono io”“è meglio farsi giustizia da soli” è così via.

È preoccupante vedere quanto questi atteggiamenti negativi siano contagiosi, specie tra piccoli e giovani: essi provano la scarsa tenuta etica del nostro Paese (e non solo). Cresce così  l’irresponsabilità.

Non vanno dimenticate, allora, le parole del papa in Fratelli tutti: “Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni” (n. 77).

Non sappiamo se le vergini stolte avessero buone intenzioni, ma supponiamo di sì. Tuttavia, le loro buone intenzioni non bastano; non sono state responsabili, non hanno calcolato “le conseguenze prevedibili delle loro azioni”, direbbe Max Weber. Dovevano portarsi un po’ d’olio, non l’hanno fatto. È finito e sono rimaste senza.

Ogni azione ha, poi, una conseguenza: lo sposo non le accetta alla festa. La colpa è loro, non dello sposo. È interessante notare che, quando non vogliamo riconoscere le nostre responsabilità, scarichiamo le conseguenze delle nostre azioni sugli altri, sul destino, o persino su Dio. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Punto e basta. 

Scaricare sugli altri è molto comodo; essere fedeli agli impegni presi un po’ difficile. Ritorniamo ai piccoli e ai giovani. Come li educhiamo alla responsabilità e fedeltà?

Che testimonianza diamo loro?

Genitori o responsabili di istituzioni, ministri o pastori, dirigenti o docenti, si impegnano, persino giurano sulla Costituzione (e alcuni anche davanti a Dio)… e poi?

Lo spettacolo negativo purtroppo è più grande e incisivo delle testimonianze positive. «Ora – afferma l’apostolo Paolo – quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele» (1 Cor. 4, 2)

Per i cristiani la fedeltà è al progetto di Dio e anche alla comunità civile e politica, alla Costituzione. Questa fedeltà va intesa come orientamento a solidificare gli impegni assunti e a portarli avanti non ritirando la parola data, ma confermandola con il proprio impegno costante a realizzare il bene a cui aspiriamo. Non aiuta ad essere fedeli né la mentalità di irresponsabilità che si riscontra in molti contesti (familiare, interpersonale, sociale, professionale, politico, ecclesiale), né il ritenere la persona umana incapace di assumere e mantenere impegni a lungo tempo.

Solo uno stile quotidiano di fedeltà a Dio, a sé stessi, alla comunità e alla natura può far comprendere e accettare, qualora il Signore ce lo chiedesse, la fedeltà suprema richiesta nel martirio. È qui la saggezza. La stoltezza e l’irresponsabilità, invece, non portano a niente, se non a rimanere soli e fuori della festa.