PASTORIZIA ED AGRICOLTURA A PETTORANO SUL GIZIO

In un drammatico documento di Filippo Destephanis del 1859

[Pubblicato in “Rivista Abruzzese” Anno XXXVIII, N 1, 1985 Lanciano. Pgg. 39-42]

«Tempo di pastorizia». Così potrebbe essere definito il periodo compreso tra la primavera e l’autunno del 1983, in cui a più riprese si è discusso in vari convegni abruzzesi sul famoso “progetto transumanza” ideato dal Ministero per i beni culturali ed ambientali. Sono note a tutti le polemiche scoppiate in mento alla scelta dei tratturi e quindi delle aree geografiche da privilegiare mediante interventi statali, diretti alla tutela di tutti i monumenti storici in esse comprese. Nel fervore delle discussioni si è tralasciato, tuttavia, l’approfondimento di alcuni aspetti legati all’attività della pastorizia, come per esempio la compilazione di una carta contenente un censimento di tutte le capanne agropastorali esistenti in Abruzzo e Molise, nonché l’analisi della pastorizia come fenomeno “industriale”, legato cioè agli investimenti, operati nel settore da ricche famiglie, soprattutto romane. Non meno interessanti sarebbero risultate, nell’ambito di tali convegni, delle indagini dirette ad individuare i ritmi d’ascesa economica di alcuni «massari», che da umili pastori si trasformano in breve tempo in veri e propri industriali del settore ovino. Lo stemma infisso su un palazzo settecentesco di Pescocostanzo e contenente una testa di montone al posto delle solite “armi” o insegne nobiliari, rappresenta al riguardo un episodio che non richiede ulteriori commenti.

Il fenomeno poi della «pastorizia di sussistenza», collegato alla cosiddetta “microtransumanza”, resta ancora del tutto inesplorato in relazione al continuo stato di conflittualità fra pastori e contadini locali, come appunto nella conca peligna.  Una drammatica pagina di storia ci viene offerta in tal senso da uno scritto del notaio Filippo Destephanis, di Pettorano sul Gizio, padre dello storico Pietro, che sottoponiamo all’attenzione degli studiosi. Il manoscritto in questione, dal titolo “Memoria sull’origine dei tratturi”, faceva parte del fondo Pietro Destephanis, acquistato dall’antiquario Matteo Tonini, di Ravenna, cui va il nostro ringraziamento per la possibilità che ci ha offerto di pubblicarlo.

Franco Cercone

Da “Memoria sull’origine dei Tratturi”: Per avere una notizia dell’origine dei Tratturi è necessario rimontare fino al tempo in cui i romani riunirono al loro Impero il Sannio e le Puglie. Una parte di questa ultima regione fu destinato al pascolo del gregge in tempo d’inverno, col pagamento di un dazio.

Varrone è il più antico scrittore che ci ha lasciato memoria del passaggio del bestiame dal Sannio alle Puglie. Gli abitanti dell’Abruzzo han sempre esercitata l’industria delle pecore, favoriti dai luoghi montuosi ed alpestri, che si rivestono di eccellente e fertilissimo pascolo nell’estate; ma fu osservata la necessità di evitare la rigidezza del clima, e la Puglia con la sua dolcissima temperatura invitava nell’inverno alla trasmigrazione. Ecco, dunque, la trasmigrazione da un pascolo all’altro secondo le stagioni.

Non occorre parlare come fu alterata questa trasmigrazione di animali coll’occupazione dei Barbari, e come fu rimessa in piedi sotto il dominio de’ Normanni. Dopo tante vicissitudini Alfonso I d’Aragona si studiò di riordinare i pascoli della Puglia. Nel parlamento tenuto il 1443, egli, tra le altre

cose, stabiliva tre diversi cammini negli Abruzzi, col nome di tratturi, per la comoda trasmigrazione degli animali, pagando ai padroni il prezzo delle rispettive terre occupate da detti tratturi, i quali ne’ tempi posteriori furono limitati a 60 passi di larghezza, ognuno di 7 palmi napolitani. E, secondo Stefano di Stefano nella sua “Ragion Pastorale”, lo stesso Re Alfonso fe’ venire dalla Spagna le pecore di lana gentile, le quali distribuì tra gli Abruzzesi, come i più atti e pratici al governo di esse, e come abitanti in luoghi montuosi dove si trovano erbaggi teneri in tempo d’estate.

Alfonso, dunque, accrebbe l’industria delle pecore attribuendo le migliori terre del suo regno al pascolo. Oggi si comprende bene che un sistema pastorale non conviene che a popoli erranti e poco inciviliti, ma ciò che è cattivo nei tempi nostri non lo era ne’tempi antichi. Pertanto, sarebbe stato più sano consiglio ristabilire il cittadino insiememente (sic) pastore ed agricoltore.

Posteriormente per le doglianze de’ Pugliesi nel 1457, lo stesso Alfonso accordò loro di coltivare una determinata quantità di terre. Cresciuto il bisogno della coltivazione nel 1536, il Regno supplicava l’imperatore Carlo V per libertà dell’agricoltura nella Capitanata, ma non fu esaudito perché la domanda era opposta dall’interesse de’locati. Queste determinazioni contrastanti la prima sussistenza de’popoli, ad altro non servirono che a mettere in una perpetua guerra i pastori e gli agricoltori.

Le cose si portavano ad estremità pericolose, e si stimò vano il consiglio di non molestare coloro che avevano occupati i tratturi. Perché ancora ristretta l’agricoltura nella Puglia, il Regno fu travagliato da una carestia; il che obbligò il Governo nel 1555 ad accrescere altre terre all’agricoltura, come similmente fu fatto nel 1745.

Il secondo dei tre tratturi stabilito da Alfonso, incominciando da Celano per Popoli e Sulmona, svolgesi nella pianura lungo il fiume Gizio, e, passando vicino le mura di Pettorano, taglia a questi cittadini i più fecondi terreni e più adatti all’agricoltura, perché son là dove gli Appennini quasi dividendosi aprono il bacino peligno: i più atti dico e più fertili, non solo per la migliore qualità della terra, che per lo scolo di tutti gli umori delle due montagne.

Mentre poi tali terre, sì perché site nel piano fra le due montagne, perciò cretose; sì perché intersecate dalla strada consolare, il polverio di questa, innalzato nella primavera e nell’autunno dalla colluttazione dei venti, naturalmente inaridisce l’erba, e disseccandola fa si, che nel passaggio degli armenti non si ha più l’erba tenera e fresca, ma arida e secca.

Il che non avverrebbe se il tratturo volgesse e si portasse lungo la falda della montagna orientale, cioè in una zona tra l’inculto macchioso, e le terre coltive. La quale incominciando dalle Pietreregie, confine dei due territori di Sulmona e Pettorano, montando lievemente e poi prendendo una linea orizzontale lungo le coste e man mano rispetto a quest’ultima Terra, andrebbe pianamente a ricongiungersi col tratturo che traversa il tenimento di Roccavallescura.

Il poco bisogno dei terreni, per lo scarso numero degli abitanti, non facea pensare, in tempo che si stabilirono i tratturi, che alienando queste terre si toglieva alla popolazione ventura il mezzo della sussistenza. A questo si unisce pure l’occupazione degli Introdacquesi nelle altre terre anche migliori del Comune, le quali, ad essi alienate dagl’infelici Pettoranesi, formano la loro dimora coll’avervi stabilite case rurali, e prese altre terre a colonia. I Pettoranesi son rimasti colle terre sui monti o sul dorso di essi, le quali, per la scarsezza del ricolto, non son per nulla sufficienti ai bisogni della popolazione cresciuta.

Esuberando le braccia sono obbligati i meschini andar raminghi l’inverno, o nell’Agro Romano, o a Terra di Lavoro, o alle Puglie, imitando gli armenti, pervéro anche in Calabria, dove guadambiando il vitto gli uomini, riportano poche monete alla famiglia, che per lo più a stenti ha tirato l’invernata. Da alquanto tempo anche la State [estate] son costretti uscir dal paese a guadambiare un tantino per pagare i fitti delle terre coltivate dalle donne e bastanti neppure per la sussistenza di queste. Ed oh quante volte il marito, il padre, dovendo ripartire all’incominciar dell’inverno, lascia la moglie, la famiglia in mezzo alle premure del locatore che domanda il fitto del piccolo campicello! e senza la sussistenza per l’intera vernata.

 È causa di dolore e di dispiacere il vedere terre attissime all’agricoltura giacere inutili per un sol passaggio di armenti; mentre terre arenose e fresche, produttrici di erbaggi teneri, son rimaste all’agricoltura. Sorge perciò nell’Università il desiderio di domandare un cambiamento pel tratturo e questo volgere a coltura. 

Il Comune ha tanta poca rendita che per pagare i pesi comunali è obbligato mettere tanti balzelli che rendono più poveri gli abitanti. Col cambiamento del tratturo verrebbe ad acquistarsi rendita sufficiente per pagare questi pesi. Quindi inutili balzelli. Ed il contadino, preso a coltura dal Comune una porzione della terra occupata dal tratturo, vi ritrarrebbe la sussistenza per l’intera famiglia. Oltre a ciò: il cambio che si propone del tratturo può essere vantaggioso tanto ai Pettoranesi, per le esposte ragioni, essendo il terreno dove trovasi attualmente ben atto all’ agricoltura. Vantaggioso alla pastorizia, dappoiché, trovandosi l’attuale tratturo all’uscita del paese, l’erbaggio ne vien distrutto da’ continui usi degli abitanti; nel mentre che il tratturo nel luogo proposto resterebbe pieno in ogni stagione dell’anno di erba copiosa ed eccellente.

Non giova dire che le contravvenzioni al regolamento del 14 Decembre 1858 son punite. Certo che i tratturi per la loro destinazione (art. 1° del detto regolamento) debbono prestare copioso erbaggio sì nell’autunno quando il bestiame scende nelle Puglie; sì nella primavera quando fa ritorno sui monti.

Ma intanto il Paese per tempo inveterato, solito a servirsi di tale estensione di terreno per i diversi usi: cioè per la trebbiatura del grano, macerazione di canape, assolamento e disseccamento di vivai e fieno, passaggio continuo di animali, non potrebbe senza notabil danno difficilmente esserne impedito.  D’altronde col cambiamento del tratturo verrebbe ad essere compensato il disvantaggio con l’accresciuto ricolto: primo e necessario bisogno dell’uomo!

Questo è l’unico mezzo che può prospettarsi al Direttore del Tavoliere per rimuovere l’impedimento dell’uso cui è destinato il Tratturo, ed il meno vantaggioso per avere abbondante erbaggio nel transito de’ greggi e degli armenti de’ censuari pastori del Tavoliere.

Sia quindi tutto zelo dell’amministrazione il rimettere una ragionata domanda di cambiamento di suolo al Tavoliere di Puglia; perché compreso dell’utilità della cosa ne possa provocare la Sovrana Sanzione (Filippo De-stephanis).

Il dì 23 marzo 1859.




L’ADRIATICA PRESS CALA IL TRIS 

Sul parquet del Palascapriano supera  3-0 il Castellana grotte. Arriva la terza vittoria consecutiva

Teramo, 19 novembre 2023. Neanche la sosta forzata ferma l’Adriatica Press. Le biancorosse conquistano la terza vittoria consecutiva superando, nel Palascapriano, l’ottima compagine del Castellana Grotte. 3-0 per la Futura Teramo dopo una partita combattuta ed emozionante. Per le ragazze del Presidente Roberto Mazzagatti si tratta di un successo importante che fa salire la squadra teramana a 12 punti, nelle zone nobili della classifica.

Nanni schiera un sestetto che comprende anche Monica Lestini al rientro dopo l’infortunio. La prima frazione si gioca punto a punto, soprattutto nelle fasi iniziali. Il primo vantaggio per la squadra di casa arriva sull’8-7, per poi allungare 16-13, 19-18. L’equilibrio regna in campo, ma è l’Adriatica Press a condurre fino al 24-22 per poi chiudere 25-22 a proprio favore in 30 minuti. Il secondo set è identico al primo. Equilibrio nella parte iniziale, poi allungo biancorosso 11-9, 17-13, 19-16.

Le pugliesi però non mollano e si portano sul 22-22 che costringe la panchina teramana a chiamare i 30 secondi di sospensione. Esce bene dal time out la Futura  che chiude 25-23 in 27 minuti. Sul 2-0 le teramane, ad inizio terzo set, concedono troppo alle avversarie che provano a rientrare in partita andando sullo 0-4.

L’Adriatica Press però non ci sta e si riporta in partita sul 18-18 dopo aver recuperato lo svantaggio. Si gioca punto a punto, con le biancorosse più concentrate e presenti sotto rete. 20-19,21-19, 24-20, per poi chiudere la gara 25-20. Bravissime tutte e successo importante che permette all’Adriatica Press di guardare con maggiore ottimismo al futuro visto che dopo la sosta di domenica prossima,  la squadra di Nanni giocherà nuovamente in casa nel Palascapriano, ospitando Terrasini.

ADRIATICA PRESS FUTURA TE  3

Vendramini 1, Ragnoli 9, Poli 11, Di Diego 1, La Brecciosa, Costantini 11, Patriarca, D’Egidio, Mazzagatti 4, Fanelli, Capulli, Ventura, Lestini 22. All. Nanni

ZERO5 CASTELLANA GROTTE   0

D’Aprile, Sangoi 5, Rizza, Fino, Belloni 1, Bondarenko 17, Recchia, Gogna 2, Pinto, Salamida 3, Severin, Giombini 12. All. Ciliberti

ARBITRI: Vannuzzi di Sarteano (Siena) e Tramontano di San Mauro Pascoli (Forlì)

PARZIALI: 25-22 (30’); 25-23 (28’); 25-20 (27’).




TIKITAKA SETTEBELLEZZE. Foligno battuto 5-2

Il Tikitaka sconfigge un ottimo Atletico Foligno, dopo una contesa da subito complicata e contraddistinta per una buona porzione di match da ritmi incredibilmente serrati

Francavilla al Mare, 19 novembre 2023. La squadra giallorossa sbaglia completamente l’approccio alla partita e dopo pochi secondi dallo start Narcisi approfitta di una non perfetta fase difensiva abruzzese e incrocia alla destra di Marcelli, che non può nulla. Le umbre sono già in vantaggio. Come se non bastasse, la difesa continua ad essere distratta e Narcisi si ritrova libera in campo aperto a tu per tu con Marcelli, che è perfetta nell’uscita a croce. Ad allontanare la nebbia della paura ci pensa come al solito Debora Vanin: il suo dolce pallonetto scavalca Proietti per l’immediato pari francavillese. Il goal della brasiliana sembra aver scrollato di dosso un po’ di pressione dalle spalle delle giocatrici abruzzesi contro un Foligno dal piglio gagliardo che gioca la sua partita a viso aperto. Presto detto e Rebecca De Siena, liberata sulla fascia sinistra, non sbaglia. Primo centro in campionato per la classe 2001. In una fase iniziale al cardiopalma, Il Tikitaka è avanti 2-1 sul Foligno.

Riparte il gioco e Narcisi è ancora libera davanti a Marcelli, venendo stesa al limite dell’area di rigore. Sul conseguente calcio di punizione, Pellegrino scaglia una sassata verso l’incrocio per il pareggio umbro. La legge di Vanin è però ancora in vigore: tiro secco da paura e Proietti può solo osservare la sfera insaccarsi nella rete. Nella difficoltà, la squadra si aggrappa alla sua giocatrice più rappresentativa, al tredicesimo goal stagionale e sempre a segno in ogni match disputato. Il Foligno gioca meglio e Marcelli è sontuosa sulla doppia chance delle umbre a firma Bisognin, con salvataggio finale di Leticia Martìn Cortes. Rispondono le ragazze di Cely Gayardo con la buona azione di De Siena che intercetta il pallone, lotta e serve Guidotti che viene murata da un’ottima Proietti. Sull’imbucata della capitana, si rinnova il duello fra Guidotti e Proietti: è ancora l’estrema dell’Atletico a negare la prima gioia all’ex Pescara. Si va negli spogliatoi sul 3-2 a conclusione di una prima frazione dai ritmi insostenibili.

Il secondo tempo è condotto dalle calcettiste giallorosse, che finalmente riescono a gestire il possesso con qualità e a rendersi pericolose con la manovra nella metà campo umbra. La discesa supersonica di Vanin, su palla recuperata, trova ancora l’opposizione superba di Proietti. Controbatte Narcisi, che semina il panico nella retroguardia avversaria e imbecca per Bisognin: una deviazione salva la porta di Marcelli.

Un calcio piazzato guadagnato da Cortes dà la possibilità alle abruzzesi di raddoppiare il vantaggio: Vanin finta il tiro toccando per Aida Xhaxho, che controlla e scaglia in porta il pallone con il mancino. Le abruzzesi hanno definitivamente conquistato il pallino del gioco e l’Atletico si fa vedere sempre meno nei pressi di Marcelli, mentre dalla parte opposta le occasioni fioccano. Vanin recupera il pallone e conduce la transizione offensiva francavillese, aprendo per Ribeirete che di prima intenzione serve tutta sola De Siena che deve solo spingere la sfera in rete: è 5-2 per le giallorosse. Dopo aver accusato il colpo, la squadra di Luigi Battistone prova a reagire preferendo il lancio lungo direttamente dalle mani di Proietti, al gioco palla a terra, con alterne fortune. Non basta e infatti il mister delle biancoblù si gioca la carta portiere in movimento, quando mancano cinque minuti al termine delle ostilità. Dopo due minuti abbondanti di power play, arriva la prima occasione dell’Atletico con il nuovo assetto grazie al tiro di Di Martino alto sopra la traversa. Marcelli è attenta, poco dopo, sul tiro centrale di Pellegrino. La difesa di Gayardo regge fino al suono della sirena. Il Tikitaka sconfigge in trasferta, con il punteggio di 5-2, un volenteroso Foligno.

Un approccio alla partita contratto aveva minato qualche certezza ma Debora Vanin e una ritrovata fiducia nei propri mezzi, hanno permesso al Tikitaka di superare anche l’insidiosa trasferta di Foligno. Le abruzzesi firmano la loro settima vittoria stagionale, salendo in classifica a quota 22, alle spalle solo del Bitonto. La squadra di Francavilla tornerà in campo in casa, sul parquet del PalaRigopano, domenica 26 novembre contro il Molfetta.




LA GENTE È CON NOI

Vinceremo ancora per continuare la nostra opera

Grande successo a lanciano, nella seconda tappa del ‘viaggio’ nel territorio provinciale del consigliere regionale della lega e ricandidata alle elezioni di marzo, per illustrare “i risultati di 55 mesi di impegno in consiglio regionale”

Bagnai: “ottimo lavoro del partito in Abruzzo, una squadra dove ognuno porta le sue competenze e non fa proclami ma comunica azioni concrete”.

D’Eramo: “200 incontri per la campagna elettorale, 50 per ogni provincia, per essere vicini alle esigenze di tutti i paesi, alle persone e alle aziende della regione”

Lanciano, 19 novembre 2023. “Noi che facciamo politica vera sul territorio che ambiamo con decisione alla riconferma in Consiglio regionale. E questo sulla base di dati certi: il buon lavoro svolto come Lega e come Centrodestra, in questi cinque anni durante i quali ci siamo battuti per il riconoscimento del valore di città come Chieti, Vasto, Lanciano, Francavilla, Ortona e tutti gli altri comuni e centri della provincia, e in generale per il nostro Abruzzo. In questa prima parte di campagna elettorale abbiamo capito che la gente è con noi. E vinceremo ancora per continuare la nostra opera”.

È il messaggio lanciato dal consigliere regionale della lega Sabrina Bocchino nell’incontro con la cittadinanza di ieri sera a Lanciano. Si tratta della seconda tappa del ‘viaggio’ nella provincia, dopo quella di Vasto, per illustrare alla gente i risultati di “55 mesi di impegno in consiglio regionale” come ricandidata ufficiale del carroccio alle elezioni del prossimo mese di marzo.

“Ho cominciato gli incontri sul territorio da Vasto, la mia città, e ho scelto Lanciano come seconda tappa perché è una città fondamentale per la nostra provincia. Una provincia, quella di Chieti, che va ricordato, ha il Pil più alto del nostro Abruzzo, una provincia che deve quindi contare sempre di più”.

Nella Sala Benito Lanci, nel Municipio del capoluogo frentano, tanti sostenitori, amici, cittadini hanno partecipato all’incontro. Sul palco si sono alternati, oltre a Bocchino, il responsabile economico nazionale della Lega, l’onorevole Alberto Bagnai, deputato eletto nel collegio di Chieti, il sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Luigi D’Eramo, coordinatore regionale abruzzese della Lega, il commissario provinciale della Lega Abruzzo e sindaco del comune di Gamberale (Chieti), Maurizio Bucci, Cinzia Amoroso, segretario della Lega di Lanciano e assessore comunale,

Sono intervenuti anche l’ex presidente del Consiglio comunale di Francavilla, Rocco Paolini, Mario Colantonio, capogruppo del Consiglio comunale a Chieti, e l’imprenditore Donato di Campli, questi ultimi tre candidati nelle liste della Lega alle prossime regionali.

Presenti, tra gli altri, Andrea Laudadio, consigliere comunale di Lama dei Peligni, l’avvocato Angelo Paladino, referente del partito nell’area del vastese, Giovanni Angelucci, consigliere comunale di Francavilla al Mare, Evelina Odorisio, consigliere comunale di Guardiagrele e Fabrizio Leonelli, responsabile degli enti locali.

Nell’incontro Bocchino ha evidenziato più volte la sua coerenza politica “da oltre trent’anni. Per me, e per la Lega, la coerenza e la lealtà sono dei valori fondamentali, non solo in politica ma anche nella vita: chi tradisce nella politica, tradisce nella vita e viceversa”.

Sul suo impegno in 55 mesi in consiglio regionale, ha poi aggiunto: “Tanto è stato fatto in questi anni, malgrado le difficoltà legate a grandi eventi negativi, come la pandemia e le guerre, che non hanno fermato il nostro lavoro: sotto covid sono stata la prima firmataria delle leggi per le partite iva, legge che è stata quella con maggiore capienza fatta in Abruzzo. Sono state approvate tante norme a favore delle famiglie e dei minori, per l’agricoltura, sono stati approvati tantissimi finanziamenti per lavori di sistemazione, valorizzazione di tutti i centri della provincia. C’è ancora tanto da fare, ma sono convinta che non abbiamo deluso la fiducia di chi ci ha votato e che avremo la possibilità di portare avanti tutti i nostri progetti”.

Per Bagnai, “questa legislatura regionale si è svolta in un periodo storico caratterizzato da luci, da ombre e da eventi drammatici, un fatto da non dimenticare mai, nel quale in chi amministrava incombeva il diritto di continuità amministrativa e la tenuta dei territori. Questa Amministrazione ci è riuscita, anche grazie al contributo del nostro partito e al contributo di donne come Sabrina”.

“Il metodo di governo della Lega è fatto di lavoro, concretezza e comunicazione sui risultati, non basato sui proclami – ha proseguito Bagnai -. Uno stile che è anche lo stile di Sabrina, che è anche lo stile della squadra della Lega in questa in questa provincia. Un partito è una squadra di persone dove ognuno porta le sue competenze: il segretario porta la sua lunga esperienza politica e la sua conoscenza dei territori, gli eletti regionali portano istanze specifiche dei loro territori, e chi come me viene da un percorso accademico, porta le sue competenze nell’area di competenza, nel mio caso quella economica. Poi, ci sono anche circostanze in cui magari un partito può essere visto come un taxi non possiamo escludere che questo accada però, diciamo, non è lo stile della Lega”.

D’Eramo ha ringraziato Bocchino “per il lavoro portato avanti in questi cinque anni” aggiungendo che “sono contento di aver condiviso insieme a te ormai quasi trent’anni di attività, politica ed istituzionale, ma sono soprattutto contento che ancora una volta metti a disposizione la tua persona, la tua esperienza, la tua professionalità, la tua bontà e il tuo equilibrio per un territorio che adori, che ami: quello della provincia di Chieti”.

Per la prossima campagna elettorale D’Eramo ha poi annunciato“ 200 incontri pubblici nei i prossimi mesi, 50 incontri pubblici per provincia perché non vogliamo soltanto essere presenti in ogni comune e in ogni territorio di questa regione, ma perché avvertiamo la necessità e l’urgenza di rinnovare un confronto diretto, costante, quotidiano, che non si interrompa mai, come non si è interrotto in questi cinque anni, con l’elettorato, con la popolazione, con gli amministratori, con i sindaci, con i consiglieri comunali, con gli ordini di associazioni, con i commercianti, gli artigiani. Perché più si ha la capacità di ascoltare anche le evoluzioni delle problematiche che mutano e cambiano di settimana in settimana e più si ha la possibilità di interpretare al meglio quelle che sono le istanze della gente e gli obiettivi da cogliere”.

“Per quello che riguarda la Lega – ha detto ancora -, sarà una campagna elettorale di grande equilibrio, di grande serietà, di grande ascolto e di grande presenza sui territori. Perché la Lega è una comunità dove si condividono i percorsi, ci si confronta, si costruiscono progetti, è un partito che ha dimostrato coerenza, credibilità, equilibrio, buoni propositi, capacità di visione e di programmazione. Una proposta politica che la Lega porta avanti da cinque anni a questa parte all’interno dei lavori del Consiglio regionale e che ci porterà a fare un grande risultato come partito e come coalizione di centrodestra nella tornata elettorale di marzo”.

Infine, sui risultati raggiunti dalla Lega in questi cinque anni di Amministrazione regionale, Bucci ha messo in evidenza come “la correlazione delle aree interne e quelle aree costiere della regione è un punto centrale nell’attuale visione della Lega, e sicuramente sarà un punto su cui concentrarsi nella prossima legislatura per portare l’Abruzzo ad essere una delle regioni più importanti in Italia”.

E sul tema sanità ha aggiunto: “come Lega, in questi cinque anni, siamo riusciti a portare a casa dei grandi risultati, con dei progetti di legge che oggi hanno delle ricadute importantissime sul territorio. Non da ultimo quello della rete ospedaliera che sicuramente avrà un impatto notevole, perché la sanità è centrale, soprattutto in un paese come l’Italia che tende ad un invecchiamento costante”.




ROSA ROSATI ROSÉ

La guida al bere rosa 2024

Ancarano, 19 novembre 2023. Il 27 Novembre dalle ore 14:00 alle Tenute Antonini  Strada Vicinale Casette  Ancarano TE La presentazione itinerante della Sesta Edizione  




RIFORME

Pagano (FI), Sarà legislatura costituente, con premierato e nuova L. Elettorale Paese più forte

Pescara 19 novembre. Fin dal nostro insediamento abbiamo avuto l’obiettivo di lavorare per una Legislatura costituente, mettendo al centro dell’azione parlamentare un percorso di riforme istituzionali. L’avvio dell’iter di approvazione della legge per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio costituisce un atto di rispetto nei confronti delle istanze espresse dai cittadini e, allo stesso tempo, un’assunzione di responsabilità della politica per rafforzare la nostra democrazia”. Lo ha scritto, in un intervento per il quotidiano Il Centro, il Presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera, Nazario Pagano di Forza Italia.

“Il premierato risponde a tre ordini di problemi: garantisce governabilità e stabilità agli esecutivi, ridà forza e autorevolezza al premier e restituisce valore al voto dei cittadini. Il Parlamento – ha aggiunto – dovrà discutere e apportare migliorie al testo proposto dal Governo. Dovranno dire la loro anche le opposizioni: le regole del gioco sarebbe bene scriverle insieme.

Tuttavia, bisogna evitare che si diffondano informazioni distorte. Si è parlato di un affievolimento dei poteri del Presidente della Repubblica, ma questo non risponde alla realtà dei fatti: già oggi il Presidente della Repubblica non ha poteri discrezionali in merito alla nomina del Presidente del Consiglio, e con la riforma conserva appieno la sua facoltà di nomina dei ministri su indicazione del premier. Andrà invece aperta una discussione seria sulla legge elettorale che è assolutamente necessaria e andava approvata da tempo.

Il ddl di riforma, per la prima volta, introduce in Costituzione un premio di maggioranza al partito o coalizione che ottenga il maggior numero di voti validamente espressi: prevede cioè un sistema capace di garantire una coalizione forte, che sia in grado di governare senza continue fibrillazioni. Con la nostra riforma costituzionale avremo Governi più stabili, guidati da premier indicati dai cittadini per portare avanti i programmi che servono al Paese. Lasceremo alle spalle – ha concluso Pagano – le stagioni degli Esecutivi tecnici, dei continui cambi di maggioranza e dei giochi di potere per inaugurare una nuova fase politica e dare all’Italia, finalmente, un sistema democratico più forte, moderno e maturo” ha concluso Pagano.




VULVODINIA ED ENDOMETRIOSI. Voce al dolore e al silenzio

Ieri il convegno al Kursaal promosso dalla Commissione Pari Opportunità in collaborazione con il Comune di Giulianova e l’ Assessorato alle Pari Opportunità.

Giulianova, 19 novembre 2023.  Grande interesse ha suscitato, nella serata di ieri, il convegno promosso dalla Commissione Pari Opportunità in collaborazione con il Comune di Giulianova e l’Assessorato alle Pari Opportunità, nell’ambito di Giulia in Rosa,  il tradizionale appuntamento autunnale che da sei anni mira ad approfondire problematiche , note e meno note, legate alla salute delle donne. In sala, non solo donne, ma tutti gli interessati a due problemi che hanno innegabili ripercussioni sul piano psicologico e sociale.

Sotto i riflettori, ieri, l’endometriosi e la vulvodinia, patologie non infrequenti, molto complesse e, specie per quanto concerne la seconda, ancora soggette a diagnosi tardiva. Moderati da Sara Palladini, hanno relazionato sull’argomento il neuro-urologo  modenese Marco Galizia, le dottoresse Giuseppina Franzone,  Mariaclaudia D’Amico e Paola Melchiorre, il dottor Alessandro Santarelli, primario del Reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ Ospedale Val Vibrata di Sant’ Omero.

Ad aprire il convegno, iniziato con un minuto di silenzio per Giulia Cecchettin, sono stati il Sindaco di Giulianova Jwan Costantini,  il Vicesindaco con delega alle Pari Opportunità Lidia Albani, il direttore sanitario della Asl di Teramo, dottor Maurizio Brucchi. Ha portato il saluto della presidente Marilena Andreani, convalescente, la componente della Cpo Marisa Recinelli. Dopo di lei è intervenuta la dottoressa Fiammetta Ielo, titolare dell’omonima farmacia, consolidato sponsor dell’iniziativa.

In sala, un pubblico non solo femminile, a testimonianza di un coinvolgimento non di genere, ma giustamente orientato alla comprensione dei risvolti psicologici e sociali delle due patologie. Di vulvodinia soffre il 15% delle donne. Non si guarisce, è stato detto, ma la malattia può essere tenuta sotto controllo.

La Commissione Pari Opportunità e l’ Amministrazione Comunale ringraziano i relatori per aver messo a disposizione il loro tempo e fattivamente contribuito alla divulgazione medico-scientifica mirata, che è poi l’obiettivo primario di “Giulia in Rosa”.




SIAMO IN CAMMINO [23]

Un breve spazio informativo sulle attività della nostra Chiesa

Percorso di formazione per operatori del turismo e dello sport

Un percorso rivolto a coloro che a vario titolo sono chiamai al servizio per la promozione del territorio con la sua storia d’arte, fede, bellezza e sport. Gli incontri si svolgeranno sabato 2 dicembre 2023 a Chieti presso il Seminario Regionale e Sabato 9 marzo 2024 a Termoli presso la Casa Museo  Stepharnus.

Note di bellezza: terza edizione

Rassegna Concertistica organizzata dall’Arcidiocesi di Pescara-Penne con tema: la pace. Otto appuntamenti ad ingresso libero con musicisti d’eccezione, sotto la direzione artistica di Roberta Fioravanti. Primo Appuntamento Venerdì 24 Novembre alle ore 21 presso il Santuario della Divina Misericordia  con Solo di Giada Di Febo al Pianoforte.

Primo simposio sulla profezia della dottrina sociale della chiesa

Giovedì 23 novembre presso la Sala polifunzionale del Comune di Sant’Omero; tema della giornata: Una nuova cultura imprenditoriale nel cambiamento d’epoca. Al termine una tavola rotonda sulle prospettive di rilancio della Dottrina Sociale della Chiesa  nel Mondo del Lavoro (partecipano MCL, ACLI, CONFARTIGIANATO, CONFCOOPERATIVE, COLDIRETTI, UCID, MLAC). Conclusioni di Mons. Lorenzo Leuzzi.

Abuso on-line. Quale tutela per i minori?

Domenica 19 Novembre ore 16, presso l’Auditorium San Panfilo a Sulmona secondo Convegno Diocesano per la tutela dei minori. L’intento dell’iniziativa è quello di sensibilizzare l’uso consapevole della tecnologia, a riconoscerne rischi, insidie e a promuovere azioni preventive di tutela in un mondo che espone i minori all’uso della tecnologia ecco, dunque, l’invito ad una particolare attenzione educativa alle possibili insidie del Web e dei Social Network

Una giornata per aprire gli occhi sulla pace

Meeting dei Giovani 2023 dal titolo: Occhio X Occhio = Mondo Cieco. Attenzione rivolta ai conflitti in corso fra Russia-Ucraina e fra Israele-Palestina. Si deve davvero fare la guerra o è possibile una via di riconciliazione e di accordo? Si può gestire un conflitto senza usare violenza?  E noi, tutti i giorni, come ci sentiamo quando abbiamo dei conflitti? Ecco: provare a rispondere a queste domande in un incontro che si terrà presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Campobasso, domenica 19 novembre dalle 9.30  mattinata di studi pomeriggio di riflessioni, musica e preghiera con la Santa Messa presieduta dal Mons. Giancarlo Bregantini

Eventi, giornate, progetti, relazioni, veglie, catechesi  per rimettersi in cammino ed in ascolto della Parola

Una preghiera per il mondo che soffre una profonda preghiera per tutte le donne vittime innocenti della crudeltà e della ferocia umana

Un saluto, un sorriso da Nando Marinucci. In cammino  a voi tutti amici della Chiesa




DALLA GIORNATA DELL’ALBERO ALLA CITTÀ DELL’ALBERO

Un serie di sei giornate per mettere a dimora alberi donati dai cittadini

Roseto degli Abruzzi, 19 novembre 2023. Non solo il 21 Novembre ma la fine del 2023 ci saranno una serie di giornate per rendere Roseto la Città dell’Albero partendo dalle scuole. Il prossimo 21 Novembre 2023 sarà la Giornata dell’albero. A Roseto degli Abruzzi le Guide del Borsacchio continuano il progetto “La città dell’albero”.

Nel corso dell’estate è stata lanciata una campagna di crowdfunding “Adotta un Albero” con cui cittadini e turisti hanno donato alberi all’associazione. Nel mese di novembre e dicembre, i più favorevoli per la messa a dimora, continueremo la campagna di messa a dimora di alberi nelle scuole e sui terreni pubblici.

La scorsa stagione, in collaborazione con WWF, IAAP, Joya,Città Gentile, Parkattivo, abbiamo piantumato 58 alberi fra scuole , parchi e Riserva Borsacchio.

Il nostro modello è coinvolgere i giovani delle scuole non solo con piccole lezioni di educazione e laboratori ma con azioni pratiche di messa a dimora. Per quel che è possibile facciamo scavare, posizionare, ricoprire e diamo compiti per irrigare l’albero nell’anno scolastico.

Tutto questo per far capire alle nuove generazioni come un albero sia un tesoro di socialità, benessere ma al tempo stesso è un tesoro lento che vedranno crescere nel corso della loro vita e che sono da preservare.

L’evento principale sarà alla Villa Comunale di Roseto il 21 Novembre alle 11.30 dove posizioneremo due alberi di ciliegio con tutte le scuole di Roseto.

Le prossime giornate di piantumazione sono:

20 Novembre – 9.30 Scuola Cologna Spiaggia

20 Novembre – 11.30 Scuola Schiazza

21 Novembre – 9.30 Scuola D’Annunzio

21 Novembre – 11.30 Villa Comunale

29 Novembre Scuola Cologna Paese

Tutte le domeniche di dicembre nella Riserva Borsacchio

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




RADICI D’AMARE

Prima data di arti nel contraddittorio

Teramo, 19 novembre 2023.  Il 25 novembre ore 11:00 la prima data di Arti nel contraddittorio con uno spettacolo dedicato al mondo femminile in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Lo spettacolo, ad ingresso a soli 5 euro grazie alla compartecipazione del gruppo d’Archivio, si terrà all’interno della sala Falcone Borsellino, che vuol essere cassa di risonanza per la riqualificazione del concetto di giustizia che, nell’era moderna sembra frammentarsi.

Partner del progetto di Attori senza sipario ideato da Nancy Fazzini (attrice), Sara Palladini (educatrice attrice e regista e lenia Molinis (danzatrice), il Presidente del Tribunale Carlo Calvaresi, il procuratore della repubblica di Teramo Ettore Picardi (che sarà anche attore di rilievo), l’Avv. Giuliani Diana, la presidente delle CPO Amelide Francia la psicologa Alessandra Martelli e gli attori Roberto Di Donato e Daniele Di Furia (avvocato attore).




LA GRATITUDINE INCREMENTA LA RESPONSABILITÀ e allontana l’invidia

Non abbiamo nessun merito, come insegnavano i Padri, se non quello della misericordia di Dio, che non è un merito ma un dono

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 19 novembre 2023. Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.

Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.

Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sottoterra: ecco ciò che è tuo”.

Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”» (Mt 25, 14-30 – XXXIII TO/A).

Nella fede cristiana non ci sono meriti – con buona pace di chi nel Governo, con una infelicissima idea, ha voluto aggiungere il termine nel Ministero dell’istruzione e del merito. Non abbiamo nessun merito, come insegnavano i Padri, se non quello della misericordia di Dio, che non è un merito ma un dono. È il primo e sommo dono: per amore siamo stati creati, immessi nel mondo e nelle relazioni; per amore Dio si prende cura di noi, provvede a noi e ci guida. Tutto è grazia; tutto è dono, anche in termini strettamente personali.

Ognuno di noi ha ricevuto dei talenti, dei doni; di ogni specie e in diversa quantità. Doni fisici, intellettuali, emotivi, professionali, relazionali, economici… tanti e diversi.

Non importa confrontare se ne abbiamo ricevuto meno o più degli altri; questo potrebbe distrarci o farci cadere in forme di invidia e competitività malsane. E l’invidia è il più potente fattore distruttivo di famiglie, gruppi e istituzioni (da Caino e Abele fino ad oggi). E i doni che abbiamo sempre lì dobbiamo mettere a disposizione degli altri, senza invidie, competizioni, autorefenzialità, egoismo, corruzione… ma facendo solo e solamente bene.

Bando all’invidia, allora! Bando anche ai meriti!

Ognuno ha i suoi talenti e di questi renderà conto: dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro, dice Gesù. Quindi il regolamento di conti avverrà relativamente al modo in cui ho impiegato i miei talenti, né più, né meno. Forse qualche volta non farebbe male rifarci le domande più semplici. Quelle che si fanno ai bambini: conosco i talenti che ho ricevuto?

Come li faccio fruttificare?

Mi ricordo quanto Gesù mi chiede sui modi per farle fruttificare?

Ai bambini, in questo caso, si spiega che anche che i mafiosi, i ladri, i corrotti, gli assassini, gli invidiosi e i delinquenti di ogni specie fanno fruttificare i loro talenti (anzi, spesso sono anche più bravi dei buoni), ma ciò che loro guadagnano non interessa al Signore, anzi lui detesta questi frutti e detesterebbe, con loro, anche noi, se ci comportassimo così.

Sono domande semplici, da bambini infatti. Ma sono domande necessarie anche per gli adulti. Specie quando, a furia di leggere e rileggere il Vangelo, ci siamo così abituati, da fargli perdere la forza innovativa. O, ancor peggio, ci siamo costruiti tanti giochi mentali per evitare le domande e declinare le nostre responsabilità. Oppure passiamo il tempo a invidiare chi ha di più, se non proprio a fargli guerra.

A pensarci bene i talenti sono il sale della nostra vita. Sono quelli che la rendono unica e irripetibile. I miei doni possono anche essere simili a quelli di altri, ma non sono mai identici a essi. Dei nostri doni dobbiamo sempre gioire, anche se alcune volte ci portano dolore. Ma soprattutto dobbiamo essere grati al Signore. Perché, ogni qualvolta gli diciamo grazie, riconosciamo che è Lui, e solo Lui, l’autore e datore di ogni dono nella mia vita e nel mondo.

La gratitudine incrementa la responsabilità e viceversa. Non c’è nessun merito, li abbiamo ricevuti e solo Dio sa perché quelli o non altri, tanti o pochi che siano. E più siamo grati per il dono della vita e per gli altri doni e più diventiamo responsabili, verso noi stessi e gli altri.

E gratitudine e responsabilità ci portano ad abbandonarci nelle sue mani, sempre e comunque, per portare frutti come Lui vuole, con il suo aiuto. Solo così non avremo più paura del giorno in cui ci chiederà come li abbiamo utilizzati. Sarà un giorno, un momento di giustizia e misericordia, insieme; cosa molto difficile da capire per le nostre ristrette menti. Ma sarà così: ci giudicherà ma ci  farà anche parte della sua gioia. Nessuna paura se gli portiamo frutti autentici dei nostri doni, ci sarà dato anche di più e saremo nell’abbondanza. 




VÈSTITI DI ROSSO ED ILLUMINA DI ROSSO

La discriminazione e persecuzione dei cristiani. 19-26 novembre

di Giacomo König

PoliticaInsieme.com, 19 novembre 2023. Vèstiti di rosso ed illumina di rosso (wear red, light red). Durante l’edizione 2023 della così detta Red Week, la Settimana rossa che va da oggi al 26 novembre, l’organizzazione cattolica internazionale Aid to the Church in Need (Aiuto alla Chiesa che Soffre) invita ad indossare capi di vestiario rosso o ad illuminare chiese, edifici e monumenti di rosso, per ricordare il dramma della discriminazione e della persecuzione dei cristiani nel mondo. Un’azione globale che ACS propone con grande successo di adesione ormai da otto anni. La campagna in rosso iniziò infatti in Brasile nel 2015, quando l’ufficio locale di ACS fece illuminare la statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro per simboleggiare la persecuzione dei cristiani in Iraq.

Il Rapporto sulla Libertà Religiosa nel Mondo 2023 di ACS, pubblicato lo scorso giugno, fornisce dati e risultati preoccupanti sul fenomeno che fanno da sfondo a questa iniziativa di sensibilizzazione. La ricerca ha evidenziato infatti violazioni della libertà religiosa in 61 paesi. In 28 paesi (13 solo in Africa), segnalati col colore rosso, la situazione è peggiorata rispetto al passato. Africa e Asia i continenti più pericolosi. Anche se è difficile precisare la dimensione numerica della persecuzione dei cristiani nel mondo, una stima realistica ed orientativa è 325 milioni.

All’invito di ACS alla Red Week per il 2023 hanno già aderito circa diecimila persone in più di una dozzina di paesi, che stanno annunciando iniziative in rosso, per ricordare simbolicamente il sangue dei cristiani.

Oltre venti cattedrali nel mondo saranno illuminate di rosso. Tra di esse la cattedrale di San San Patrick a Melbourne, in Australia, che ospiterà la seconda edizione annuale della Notte dei Testimoni il 22 novembre, con la presenza del Patriarca della Chiesa cattolica melchita, Joseph Absi, invitato a parlare della situazione dei cristiani in Siria e Medio Oriente.

In Austria già oltre cento parrocchie hanno confermato la loro partecipazione all’iniziativa. Chiese ed edifici pubblici, compreso il Parlamento austriaco, saranno illuminati di rosso. Nella Stephansplatz di Vienna sono previsti un flashmob e un incontro con il Presidente del Parlamento austriaco, Wolfgang Sobotka.

In Slovacchia saranno illuminati di rosso i castelli di Nitra e Bratislava e la cattedrale di Santa Elisabetta a Kosice.

In Germania oltre cento chiese – tra cui le cattedrali di Passau, Ratisbona, Friburgo, Dresda e Paderborn – saranno illuminate di rosso. Si svolgeranno momenti di preghiera e sono attese le testimonianze del vescovo Magar Ashkarian, di Aleppo, in Siria, e dell’arcivescovo Sebastian Francis Shaw di Lahore, in Pakistan, due Paesi in cui i cristiani non possono professare la loro fede liberamente.

Convinta adesione all’iniziativa anche da parte dell’Olanda. Circa 150 parrocchie, cattoliche e protestanti, che ospiteranno attività varie e conferenze sul tema. Molte chiese celebreranno messe, servizi di preghiera e incontri ecumenici, o apriranno le porte ai fedeli per pregare e accendere candele per i cristiani in condizioni di difficoltà.

L’Inghilterra dedicherà alla sensibilizzazione sul problema dei cristiani tutto il “Red Wednesday”, mercoledì 22 novembre, concentrandosi sulla situazione in Africa, con la presentazione di un rapporto sulla libertà religiosa in quel continente.

In Francia si illumineranno di rosso le cattedrali di Chartres, Bayonne, Reims, Angers, Caen, Bourges e Versailles. A Parigi si terranno veglie di preghiera e di informazione, nella Basilica di Montmartre e nella Santissima Trinità.

La sensibilizzazione in rosso invaderà anche l’America. In Canada si svolgeranno eventi nell’Oratorio di San Giuseppe a Montreal e nella Cattedrale di Maria Regina del Mondo. A Toronto si terranno veglie di preghiera nella Cattedrale di San Michele. Nell’America Latina iniziative per la Red Week sono attese in Messico e in Colombia, dove il santuario di Las Lajas sarà illuminato di rosso. Anche a Cali e Bogotá si terranno diversi eventi, rivolti soprattutto ai giovani, tra cui una “Via Lucis” in cui i partecipanti potranno ascoltare la testimonianza di un sacerdote dell’Uganda e di una suora missionaria del Venezuela che lavorano nella regione del Pacifico in Colombia.




COLPA DELL’INPS

TUA: quello scivolo pensionistico che non trova soluzione … bloccando le assunzioni

Pescara, 19 novembre 2023. Lo scorso 13 ottobre, al Ministero del Lavoro, TUA (l’azienda di trasporto pubblico locale), ha firmato con le organizzazioni sindacali un Contratto di Espansione che prevedeva la pensione anticipata per 28 lavoratori e altrettante nuove assunzioni.

Per stabilire chi dovessero essere i 28 che avrebbero anticipato l’uscita dal lavoro, come sempre in questi casi, si è deciso di stilare una graduatoria che dia precedenza a chi ha il minor numero di mesi residui per il raggiungimento del requisito per la pensione di vecchiaia o di anzianità. L’azienda, seguendo la normale prassi, ha quindi dato la possibilità ai potenziali interessati di manifestare la propria adesione all’uscita anticipata; richiesta raccolta da 92 lavoratori.

È stato quindi inviato all’INPS l’elenco dei 92, chiedendo, come previsto dalla procedura, di indicare individualmente i mesi residui prima della maturazione del requisito pensionistico. L’INPS però, in base a quanto previsto da una propria circolare interna che non trova nessuna rispondenza nella normativa, ha di fatto impedito di dare seguito a quanto previsto dall’accordo. Sono stati infatti soltanto 34 i lavoratori (dei 92 iniziali) di cui ha ritenuto di dover calcolare il tempo rimanente prima della pensione, lasciandone scoperti 58 e impedendo di fatto che la graduatoria potesse essere compilata.

A questo punto, considerato che il termine ultimo per le uscite e le nuove assunzioni è il prossimo 30 novembre, si sta rischiando che, a causa di un mancato adempimento dell’INPS, saltino sia le prime che le seconde. Da un lato, infatti, nonostante l’azienda abbia anche stanziato delle risorse per finanziare lo scivolo, 28 persone saranno costrette a lavorare ancora fino al naturale raggiungimento del requisito pensionistico.

Dall’altro si impedisce, nell’ottica di un turnover che ovviamente così non potrà esserci, a 28 ragazze e ragazzi, di trovare quell’occupazione stabile e sicura che sempre di più, in particolare in un territorio come quello abruzzese, sta diventando una chimera. Il tempo è poco, ma se l’INPS lavorasse subito tutte le posizioni, si riuscirebbe ancora a garantire un’opportunità a queste lavoratrici e lavoratori ed a sostenere un pezzo importante di economia del territorio.

Deve quindi essere impegno di tutti, a partire dall’INPS fino ad arrivare a tutte le Istituzioni locali, far sì che venga garantito il diritto al lavoro, alla pensione e ad al futuro economico e sociale della regione, mettendo in condizione TUA, la società di trasporto pubblico di dare seguito a quanto condiviso con le Organizzazioni sindacali nel Contratto di Espansione.

Segreterie Regionali

Aurelio Di Eugenio FILT-CGIL

Andrea Mascitti FIT-CISL

Vincenzo Marcotullio UILTRASPORTI

Luciano Lizzi FAISA-CISAL




AL VIA LA SCUOLA DEI PICCOLI COMUNI

Partenariato di Anci, Uncem, Unpli, Slow Food, Confcooperative, CAI, Avis, Gal Maiella Verde e l’Istituto Comprensivo di Castiglione

Teramo, 19 novembre 2023. Prende il via la Scuola dei Piccoli Comuni, nata per iniziativa del Comune di Castiglione Messere Marino con il partenariato di Anci, Uncem, Unpli, Slow Food, Confcooperative, CAI, Avis, Gal Maiella Verde e l’Istituto Comprensivo di Castiglione. L’obiettivo principale è fare formazione e diffondere pratiche per la rigenerazione delle aree interne. Martedì 21 novembre, alle ore 11, presso la sala consiliare del Comune di Castiglione, sarà presentata al pubblico e alla stampa con l’indicazione delle prime attività, che partiranno nei primi mesi del 2024. 

Istituita dal Comune dopo un lavoro condiviso tra varie realtà provenienti dal mondo della ricerca e dell’Università, dell’associazionismo e degli enti locali, la Scuola intende mettere a disposizione di amministratori locali e operatori del territorio facenti capo al mondo associativo, delle professioni e della cultura dei piccoli comuni, una cassetta degli attrezzi per alimentare, avviare o implementare processi di rigenerazione sociale ed economica, di mantenimento e sviluppo dei servizi essenziali e di contrasto allo spopolamento delle aree interne italiane, vede come partner. 

Le attività della Scuola, che verrà presentato il prossimo 21 novembre, coinvolgeranno docenti universitari, ricercatori e esperti provenienti da tutta Italia, e tutti gli incontri avranno sia una parte seminariale sia una laboratoriale, con la prima lezione prevista a febbraio 2024. Alla presentazione di martedì interverranno il sindaco di Castiglione Messer Marino Silvana Di Palma, Rossano Pazzagli, nominato direttore della Scuola dei Piccoli Comuni e docente di Storia del territorio e dell’ambiente all’Università del Molise, Nicholas Tomeo, dottorando in Ecologia e territorio presso l’Università del Molise, Massimo Luciani, direttore di Anci Abruzzo, e Sara Franceschelli, docente dell’Università “G. D’annunzio” di Chieti-Pescara.




SEMBRA QUASI UN MARE L’ERBA

Diritto, cultura e società negli anni ’70: convegno all’università di Teramo

Teramo, 19 novembre 2023. Il 23 e il 24 novembre 2023, nella Sala delle lauree del Polo didattico Silvio Spaventa, si terrà il convegno Sembra quasi un mare l’erba. Diritto, cultura e società negli anni ’70. L’evento, organizzato dal Sistema bibliotecario dell’Ateneo, è dedicato al decennio simbolo delle libertà, delle lotte politiche e della creatività: un decennio attraversato da eventi che hanno avuto effetti sulla società, sulla politica e sulla cultura.

Il programma, articolato in quattro sessioni, è caratterizzato da parole chiave, sintesi degli anni Settanta: dissenso, riconciliazione, impegno e partecipazione.

Giovedì 23 novembre si terranno le sessioni Dissenso (ore 9.00) e Riconciliazione (ore 15.00) moderate rispettivamente dai giornalisti Pina Manente e Simone Gambacorta. Parteciperanno: Paolo Morando, giornalista; Chiara Bonaiuti, dell’Università di Pisa; Barbara Pezzini, dell’Università di Bergamo; Francesco Caccamo, dell’Università di Chieti-Pescara; Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF; Lorenzo Canova, dell’Università del Molise; Nika Tomasevic, Andrea Sangiovanni, Roberto Armiento, Paolo Marchetti, Pasquale Iuso e Alessandra Bitumi, dell’Università di Teramo.

Venerdì 24 novembre si parlerà di Impegno (ore 9.00) e di Partecipazione (ore 15.00). Le sessioni saranno presiedute da Paolo Coen e Paola Besutti, dell’Università di Teramo. Interverranno Walter De Berardinis, giornalista; Massimo Luciani, dell’Università Sapienza di Roma; Donatella Morana, dell’Università di Roma Tor Vergata; Antonio Cantaro, dell’Università di Urbino; Matteo Santandrea, dell’Università di Roma Tre; Agnese Galeffi, del Sistema Bibliotecario dell’Università Sapienza di Roma; Antonio Marchesi, Federica Marsico e Fiammetta Ricci, dell’Università di Teramo. Le conclusioni saranno affidate allo scrittore Fulvio Abbate.

Le due giornate saranno precedute dalla presentazione del libro La strage di Bologna. Bellini, i Nar, i mandanti e un perdono tradito del giornalista Paolo Morando, che si terrà mercoledì 22 novembre alle ore 18.00 nella Biblioteca Melchiorre Delfico di Teramo. A margine dell’evento una esposizione di moto degli anni ’70 e una mostra d’arte curata da docenti e studenti del DAMS dell’Ateneo teramano, che sarà inaugurata mercoledì 22 novembre alle ore 19.30 nello Spazio espositivo di Via Nicola Palma 16 a Teramo.

All’iniziativa, promossa Enzo Di Salvatore e Valeria De Bartolomeis, rispettivamente delegato e responsabile del Sistema bibliotecario, hanno collaborato i docenti dei Dipartimenti di Giurisprudenza, Scienze della comunicazione, Scienze politiche e Bioscienze. All’organizzazione dell’evento hanno contribuito Carla Colombati, Omar Makimov Pallotta, Alessandro Lancione, Giovanni Provvisiero, Matteo Battistelli, El Mehdi Bakyou, tutti dell’Università di Teramo.