IL CENTRODESTRA ERA, È E RIMANE ALL’OPPOSIZIONE

Ad Ortona Forza Italia preferisce invece continuare per la sua altra strada

Ortona, 2 novembre 2023. “Come forze di centrodestra Fdi, Lega, Udc e Noi Moderati, siamo stati sollecitati e abbiamo partecipato a un incontro con Forza Italia che consentisse di raggiungere quella compattezza che ad Ortona non siamo mai riusciti ad avere. Da quel tavolo comune, qualche giorno fa, ci siamo alzati con l’idea e la promessa di una riflessione per un impegno a superare insieme, in funzione del bene della città, lo stato di paralisi imposto dall’incapacità dell’attuale amministrazione. Quell’idea e quella promessa Forza Italia li ha trasformati in un accordo, ma non con il centrodestra bensì con Castiglione, ovviamente  per avere un posto in giunta”: così i rappresentanti dei partiti di centrodestra: Franco Vanni per Fratelli d’Italia, Maurizio Bucci per la Lega, Carlo E.M. Ricci per l’Udc e Valentino Di Carlo per Noi Moderati.

“Sappiamo che parlare di una sorpresa sarebbe eccessivo, visto che da anni in provincia di Chieti, ad Ortona come in altri centri (a cominciare dal capoluogo) Forza Italia mantiene una linea di condotta ambigua, creando alleanze a suo uso e consumo, nei fatti non corrispondenti a quella maggioranza che, con successo, da cinque anni, governa la Regione Abruzzo. La stessa Regione dalla quale sono arrivati gli unici aiuti che il nostro territorio è riuscito ad ottenere – sottolineano ancora gli esponenti del centrodestra – È anche per questo  che ci chiediamo quale affidabilità potranno poi garantire questi stessi soggetti in vista delle prossime elezioni di marzo. Da anni ormai nel Chietino Forza Italia governa, sottobanco, con il centrosinistra, nascondendosi sotto un civismo di facciata che è utile soltanto a cancellare il simbolo. Abbiamo visto che ovunque si sia presentato unito  il centrodestra ha ottenuto rilevanti successi: ad Ortona ormai da tempo c’è un atteggiamento preordinato e impostato che ha l’obiettivo di far perdere la coalizione. Un atteggiamento che ci riporta a personaggi che ben conosciamo e che usano la coalizione esclusivamente per propri fini”.

In ogni caso ad Ortona: “Il centrodestra era, è e rimane all’opposizione, anche se orfano di un partito, pur importante, che ormai non si sa più da che parte voglia stare. La nostra è un’opposizione responsabile che ha lavorato in questo ultimo anno su scelte concrete di programma. È un fatto che le uniche proposte politiche e amministrative che guardano al territorio siano arrivate dai banchi dell’opposizione, forse troppo scomodi per Forza Italia, che ha preferito continuare per la sua altra strada, dopo aver trovato, da parte di tutto il resto del centrodestra unito, disponibilità all’ascolto e alla costruzione di un futuro comune”.




PREMIO LABEL EUROPEO DELLE LINGUE

Aggiudicato al Progetto Seah della d’Annunzio

Chieti, 2 novembre 2023. Il Premio Label Europeo delle Lingue 2022 è stato vinto dal progetto “Sharing European Architectural Heritage: Innovative language teaching tools for academic and professional mobility in Architecture and Construction” (SEAH; www.seahproject.eu), coordinato dalla professoressa Mariapia D’Angelo, Docente di Didattica delle Lingue moderne, in collaborazione con le professoresse Maria Chiara Ferro e Sara Piccioni, tutte del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, capofila del Progetto in partenariato con gli Atenei di: Bordeaux-Montaigne (Francia), Universidad Politécnica de Madrid (Spagna), Università Statale di Polotsk (Bielorussia) e Masaryk University (Repubblica Ceca), assieme a Internet Web Solutions, Málaga (Spagna).

Il prestigioso riconoscimento di qualità per i Progetti Erasmus+ nella promozione dell’eccellenza nell’insegnamento delle lingue a firma del ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, assegnato in passato a importanti Atenei italiani, è stato conferito alla d’Annunzio dai rappresentanti dell’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) e quelli dell’INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa). La cerimonia di premiazione si è svolta nei giorni scorsi a Roma, a conclusione dell’evento dedicato al “Programma Erasmus+ 2021-2027 verso la valutazione di medio periodo. European Vocational Skills Week – European Year of Skills 2023”, ed è stato ospitato presso l’Istituto Nazionale per le Politiche Pubbliche (INAPP).

Tra gli aspetti di maggiore valore evidenziati nelle motivazioni del conferimento del Label Europeo – spiega la professoressa Mariapia D’Angelo – figura il carattere innovativo della metodologia ideata per la didattica del linguaggio specialistico dell’Architettura e delle Costruzioni in lingua italiana, francese, spagnola, tedesca e russa. In settore d’intervento è stato scelto per la mancanza di risorse linguistiche digitali open access nelle cinque lingue del progetto, ma la metodologia implementata può essere replicata anche per l’insegnamento di altri linguaggi specialistici, a sostegno della mobilità sia studentesca sia lavorativa. A nome del gruppo che ha curato il progetto SEHA – sottolinea la professoressa D’Angelo – ringrazio il professor Claudio Varagnoli e i suoi Colleghi del Dipartimento di Architettura della d’Annunzio per il supporto fornito nell’individuazione delle esigenze formative degli incoming students nonché nella raccolta dei testi autentici. Un ringraziamento speciale – conclude la professoressa D’Angelo – va al dottor Glauco Conte e a tutto il Settore Internazionalizzazione ed Erasmus per il management del progetto, portato a termine con successo nonostante le difficili e complesse contingenze legate al conflitto in Ucraina.

Maurizio Adezio




IN MEMORIA DELLE VITTIME

Domenica 5 novembre ore 17:30, Orchestra Filarmonica Pugliese per l’80° anniversario bombardamenti a Sulmona. Shiran Wang pianoforte – Gaetano Di Bacco sassofono. Claude Villaret  direttore. Teatro Comunale “Maria Caniglia” –Sulmona

Sulmona, 2 novembre 2023. La voce del pianoforte e del sassofono accompagnati dall’Orchestra per ricordare le vittime della strage nazista nell’ottantesimo anniversario del bombardamento alla stazione ferroviaria di Sulmona.

Il terzo concerto della stagione della Camerata Musicale, domenica 5 novembre alle ore 17.30 al Teatro M.Caniglia,  è affidato all’Orchestra Filarmonica Pugliese diretta dal M°  Claude Villaret che eseguirà,in apertura di serata,  di Mascagni : Intermezzo da “Cavalleria Rusticana”, dedicato alle vittime civili del bombardamento alla stazione di Sulmona nel suo 80° anniversario.

Il programma della serata, in un ventaglio di proposte che va dai classici al jazz,  prevede inoltre musiche di Rachmaninov (concerto per pianoforte e orchestra n.3 in re min. op.30), di Rossini: la sinfonia da “Il Barbiere di Siviglia” e del compositore (pesarese come Rossini)  e direttore d’orchestra contemporaneo, Roberto Molinelli : ”One4Two  for saxophone and Orchestra”, appositamente scritto su commissione del sassofonista Gaetano Di Bacco. Il concerto, dopo il Teatro Caniglia di Sulmona sarà riproposto al Teatro Petruzzelli di Bari (7nov.) e al Salzburg Mozarteum Grosser Saal il prossimo 12 novembre.

I SOLISTI

Gaetano Di Bacco Direttore artistico della CMS dal 2013, apprezzato sassofonista con una rilevante attività concertistica compie i suoi 40 anni di lavoro nel campo della musica. Più di 1700 concerti  alle spalle, 150 tournée in Europa, Africa, Asia, Medio ed Estremo Oriente, America del Nord e del Sud. Debutto al Teatro dell’Opera di Roma (1983) dove collabora per 20 anni con oltre 500 produzioni. Fondatore del  Quartetto di sassofoni Accademia , docente di sassofono al Conservatorio L. D’ Annunzio di Pescara, ha inciso 12 compact disc. e pubblicato musica per sassofono per le Edition G. Billaudot e Edition Lemoine Paris.

Shiran Wang  a quattro anni e mezzo suona il pianoforte, a 11 anni inizia a studiarlo a Pechino,  a 15  è Primo Premio al  Concorso Pianistico Internazionale Prokofiev (Ucraina),  nel 2007 vince il  Concorso Pianistico Giovanile Arthur Rubinstein  (Polonia)  e nel 2008 il Concorso Pianistico Internazionale Rachmaninoff  (Mosca). In Italia ha studiato all’Accademia Pianistica Internazionale del Lago di Como. Si è esibita con importanti orchestre in tutto il mondo. Il suo  primo album è stato pubblicato dalla China Record Corporation nel 2007 e sta per registrare con l’Orchestra Sinfonica di Roma il Concerto per pianoforte n. 1 e n. 2 di Shostakovich con il direttore Maxim Shostakovich, e il Concerto per pianoforte n.2 e n. 3 di Rachmaninoff.

Claude Villaret nato  in Svizzera, studia pianoforte e direzione d’orchestra per poi dedicarsi alla carriera da solista. Bernard Haitink lo invita a seguire il suo lavoro con la EUYO e i Berliner Philharmoniker. Per alcuni anni è in Argentina dove nel 1990 fonda l’Orchestra Giovanile Latino- Americana che dirige al Teatro Colon di Buenos Aires. Tornato in Europa vince il concorso per direttori d’orchestra dell’Accademia di Musica a Bienne (Svizzera) e diventa direttore ospite della Sud Boemia Chamber Philharmonic. Da allora è chiamato da prestigiose istituzioni musicali a Milano, Zurigo, Salisburgo, Buenos Aires e Ginevra. Dirige i Berliner Symphoniker e altre prestigiose orchestre in tutto il mondo.

L’Orchestra Filarmonica Pugliese, nata a Molfetta (Bari) nel 2013 ha il patrocinio della Regione Puglia e del Ministero della Cultura, si è esibita nei più importanti Teatri del centro e sud Italia. Giovane e grintosa compagine è stabilmente nei cartelloni dei maggiori Enti e Fondazioni del territorio, ha realizzato  concerti in diretta per RAICinema e per l’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam. Il suo progetto “Gran Galà Beethoven”le è valso il patrocinio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. 5 incisioni discografiche al suo attivo sono state protagoniste di una puntata di “Primo Movimento” RadioRai.

Programma

P. Mascagni                        Intermezzo da Cavalleria Rusticana

S. Rachmaninov               Concerto per pianoforte n. 3 in re min. op. 30

Allegro ma non tanto – Intermezzo- Finale

G. Rossini                            Il Barbiere di Siviglia Ouverture

R. Molinelli (1963)           One4Two – for saxophones and orchestra

PROSSIMI APPUNTAMENTI

I CONCERTI DEL GIOVEDI’

Foyer del teatro

giovedì 12 novembre ore 17.30




LA GRANDE GUERRA E IL RICORDO

In sala Buozzi, il 4 Novembre alle 17:30, la presentazione del libro di Matteo Nanni sui parchi e i viali della Rimembranza in Abruzzo

Giulianova, 2 novembre 2023. Nell’ambito delle celebrazioni promosse dall’ Amministrazione Comunale per la ricorrenza nazionale del 4 Novembre, si terrà sabato prossimo, alle 17.30, in sala Buozzi, la presentazione del libro di Matteo Nanni “ La Grande Guerra e il ricordo”. Sarà presente all’iniziativa, coordinata dal giornalista Walter De Berardinis, il Vicesindaco Lidia Albani.

La presentazione, nata in collaborazione con il Polo Museale Civico, è di particolare interesse. Il volume di Nanni si propone infatti di analizzare e descrivere 17 dei 52 parchi “della Rimembranza” presenti nella nostra regione.

Occorre a tal proposito ricordare che Giulianova è l’unica città d’Abruzzo ad avere ancora “in vita”  due luoghi del ricordo, due parchi della Rimembranza: quello all’ingresso del cimitero monumentale e quello, con un doppio filare di tigli a fiancheggiare il viale della Madonna dello Splendore, piantumato nel 1923 ed inaugurato con una cerimonia l’8 luglio dello stesso anno. Saranno pertanto celebrati, sabato,  i 100 anni di questo sito della memoria, che è anche un importante e storico patrimonio di verde pubblico urbano.




LA DESTINAZIONE DELLA RSA DI BIVIO BELLOCCHIO

La Commissione Sanità si riunisce per valutare ed invita i vertici della Asl di Teramo alla sua prossima seduta

Teramo, 2 novembre 2023. Al termine dell’ultima seduta della Commissione Sanità del Comune di Giulianova, tenutasi lo scorso 31 ottobre, il Sindaco Jwan Costantini ed il capogruppo consiliare Franco Arboretti, presidente della Commissione,  hanno sottoscritto il documento di sintesi della riunione, durante la quale si è esaminata la problematica riguardante la destinazione della Rsa di Bivio Bellocchio.

“In base alle delibere recentemente adottate dalla Asl di Teramo sulla suddetta struttura – si legge – sono previste oltre al Centro per l’Alzheimer anche l’allocazione dei Servizi distrettuali e del Dipartimento di Prevenzione. Originariamente tutto l’edificio era stato destinato a Centro per le varie forme di Demenza per un totale di 45 posti. I componenti della Commissione, sia quelli di maggioranza che quelli di minoranza, dopo la disamina di quanto previsto, hanno concordemente ritenuto opportuno invitare a riflettere la Direzione della ASL sulle scelte fatte. Sono apparse, infatti, non convincenti sia la riduzione dei posti destinati al Centro Alzheimer, sia il trasferimento dei Servizi attualmente presenti nella sede distrettuale dell’ex Ospizio Marino in una sede non idonea ad accogliere i numerosi utenti che quotidianamente frequentano quegli  ambulatori e quegli uffici. All’unanimità, pertanto, si è deciso di invitare il Direttore generale Dr. Di Giosia, il Direttore sanitario Dr. Brucchi e il Direttore dell’Assistenza territoriale Dr. Profeta ad una nuova riunione della Commissione Sanità, da tenere in tempi brevi, per un proficuo confronto, volto ad individuare soluzioni alternative soddisfacenti sia per il Centro Alzheimer che per i Servizi distrettuali”. 

La Commissione Sanità si riunisce per valutare la destinazione della Rsa di Bivio Bellocchio ed invita i vertici della Asl di Teramo alla prossima seduta. Al termine dell’ultima seduta della Commissione Sanità del Comune di Giulianova, tenutasi lo scorso 31 ottobre, il Sindaco Jwan Costantini ed il consigliere Franco Arboretti, hanno sottoscritto il documento di sintesi della riunione, durante la quale si è esaminata la problematica riguardante la destinazione della Rsa di Bivio Bellocchio.

“In base alle delibere recentemente adottate dalla Asl di Teramo nella suddetta struttura – si legge – sono previste oltre al Centro per l’Alzheimer anche l’allocazione dei Servizi distrettuali e del Dipartimento di Prevenzione. Originariamente tutto l’edificio era stato destinato a Centro per le varie forme di Demenza per un totale di 45 posti.”

I componenti della Commissione, sia quelli di maggioranza che quelli di minoranza, dopo la disamina di quanto previsto, hanno concordemente ritenuto opportuno invitare a riflettere la Direzione della ASL sulle scelte fatte.

Sono apparse, infatti, non convincenti sia la riduzione dei posti destinati al Centro Alzheimer, sia il trasferimento dei Servizi attualmente presenti nella sede distrettuale dell’ex Ospizio Marino in una sede non idonea ad accogliere i numerosi utenti che quotidianamente frequentano quegli  ambulatori e quegli uffici.

All’unanimità, pertanto, si è deciso di invitare il Direttore generale Dr. Di Giosia, il Direttore sanitario Dr. Brucchi e Il  Direttore dell’Assistenza territoriale  Dr. Profeta ad una nuova riunione della Commissione Sanità, da tenere in tempi brevi, per un proficuo confronto, volto ad individuare soluzioni alternative soddisfacenti sia per il Centro Alzheimer che per i Servizi distrettuali.




CONTRO LA COSTITUZIONE E CONTRO LA STORIA

La destra post-fascista cerca la rivincita

di Domenico Galbiati

PoliticaInsieme.com, 2 novembre 2023. Purché sia contro la Costituzione della Repubblica, nata dalla Resistenza e dalla liberazione dal fascismo, va bene comunque. Almeno per quel che ne riporta la stampa, il disegno di legge relativo al “premierato” che domani approderà in Consiglio dei ministri, è talmente mal congegnato da far ritenere che alla destra post-fascista, piuttosto che un disegno istituzionale che abbia una sua logica ed una coerenza intrinseca, più o meno condivisibile, importi avanzare una sorta di proclama politico.

Una chiamata alle armi per chiunque sia disponibile a mettere in soffitta il principio di democrazia e di libertà, che rappresenta l’architrave della Carta costituzionale, per sostituirlo con il principio di autorità. Al quale, in forme differenti nei diversi frangenti storici, si rifanno tutti coloro che non credono nella democrazia, nella effettiva sovranità del popolo, nella capacità critica del cittadino, sia nella sua autonoma e personale responsabilità, sia entro i corpi intermedi cui liberamente si associa. Credono nell’uomo forte, solo al comando.

Nel leader carismatico di turno, titolare di un potere di fatto sovrano, esercitato nel nome della Nazione, unico ed effettivo soggetto della Storia, nella quale ogni persona, nella sua irripetibile singolarità, viene assorbita e, di fatto, omologata alla massa: un aggregato informe che subentra al popolo, inteso quale concerto di persone che si riconoscono solidali in un impianto condiviso di valori fondamentali, dentro un orizzonte storico di attese e di speranze comuni.

In altri termini, la destra post-fascista sembra sia alla ricerca di una impossibile rivincita nei confronti della sconfitta che la storia ha inflitto ad una cultura politica intrisa di autoritarismo. In fondo, cioè, quella concezione della politica, che, per quanto nell’ attuale momento storico, dopo la maturazione civile dovuta ad una pluridecennale esperienza di libertà e di autentica vita democratica, può essere riproposta solo nelle forme del premierato, ma nasce dallo stesso impianto ideologico che, in altri momenti, ha dato vita a regimi dispotici e dittatoriali.

Quello che la destra oggi ricerca non è, in nome della stabilità dei governi, una riforma puntuale di alcune, limitate, parziali norme costituzionali, ma la transizione dalla repubblica democratica, fondata sulla rappresentatività e sulla centralità del Parlamento, alla repubblica presidenzialista.

Attenti a leggere bene il momento ed a non sottovalutarne le insidie, altrimenti entriamo in un gioco pericoloso e perdente.




I VINI DI AGRICOLA OLIVIA SI PRESENTANO

Nella splendida cornice del Convento Michetti a Francavilla al Mare, Isaia Corna e Alessandro Arosio hanno presentato ad un pubblico di giornalisti e ristoratori i loro vini nati dalle vigne

Casalbordino, 2 novembre 2023. Una storia di terra, amore e natura, è questa Agricola Olivia, la nuova realtà vitivinicola abruzzese che lunedì 30 ottobre si è presentata in anteprima alla stampa e al mondo della ristorazione abruzzese. Agricola Olivia è nata nel 2019 a Casalbordino, a guidarla c’è la coppia Isaia Corna e Alessandro Arosio, che insieme hanno deciso di trasferirsi in Abruzzo e realizzare il sogno di fare un vino tutto loro. Tutto è cominciato negli anni 90 quando Alessandro, perito agrario brianzolo, si trova a fare un investimento in Abruzzo.

Compra così un piccolo casale con terreni coltivati a vigna e olivo a Casalbordino. Isaia bergamasco, da quasi 20 anni ricopre il ruolo di manager per un colosso della moda, ma anche lui non ha resistito al richiamo della natura, e insieme a suo marito hanno deciso di far diventare quell’investimento una vera e propria azienda. Alessandro e Isaia, sono una coppia civile, hanno scelto di sposarsi qui in Abruzzo, in questa regione che oramai considerano la loro casa. Siamo nel 2019, nasce così l’azienda Agricola Olivia. Insieme iniziano la produzione del vino con una propria etichetta che viene lanciata sul mercato nel 2023.

All’evento, che si è svolto nella splendida cornice del Convento Michetti a Francavilla al Mare, Isaia e Alessandro hanno raccontato le origini di Agricola Olivia e presentato agli ospiti i loro primi quattro vini e il loro olio. Si tratta di: Pecorino, Cerasuolo d’Abruzzo, Montepulciano d’Abruzzo e una bollicina con vitigni autoctoni metodo classico.

Agricola Olivia ha circa 60 ettari di terreno, 45 di vigna, e il resto di olivo posizionati tra Torino di Sangro e Casalbordino. I vitigni coltivati sono principalmente: Montepulciano, Trebbiano, Pecorino e anche vitigni internazionali quali Pinot Grigio, Cabernet, Sauvignon. Mentre le varietà di olivo sono: Gentile, Leccio del Corno, Moraiolo. Un aspetto al quale i titolari di Olivia tengono molto è la responsabilità sociale, intesa a 360 gradi, dal rispetto della coltivazione della terra, verso sé stessi, fino a quello nei riguardi dei collaboratori che operano con loro e del consumatore finale.

Presenti all’evento anche il sindaco di Casalbordino Filippo Marinucci e il presidente del Consorzio Vini d’Abruzzo Alessandro Nicodemi che hanno voluto salutare il pubblico presente.

“Il vino è qualcosa di prezioso – ha detto Isaia che in azienda si occupa del marketing e del commerciale – che si porta dietro storie di territori, di vitigni, storie importanti che devono essere messe in evidenza per l’importanza che hanno. Dietro ogni bottiglia c’è un mondo, fatto di persone, di lavoro, di scelte produttive che mirano all’eccellenza. È da questo pensiero che nasce il vino di Agricola Olivia”.

Insieme all’agronomo Mario Di Pardo, Alessandro che si occupa della produzione e segue la coltivazione dei terreni, ha raccontato agli ospiti: “Sono convinto che per realizzare un buon vino, sia necessario in primis curare la vigna, ed è quello che cerco di fare ogni giorno con il supporto del nostro agronomo. Credo molto nei vitigni autoctoni abruzzesi e sono convinto che possano ancora esprimersi tanto nel mercato. Sicuramente ci piacerebbe realizzare un vino con il Trebbiano, un vitigno a mio avviso ancora non valorizzato pienamente. Ci tengo comunque a dire che il risultato dei nostri prodotti è sicuramente un lavoro di squadra fatto di duro lavoro ma anche di tanta passione”.

Dopo la presentazione di Agricola Olivia si è svolta la degustazione tecnica guidata dall’enologa Federica D’Amato. Un percorso che ha visto protagonisti i quattro vini imbottigliati a giugno 2022 (la produzione è di circa 10mila bottiglie) che hanno suscitato la curiosità dei presenti, tra il pubblico c’era il gotha della ristorazione abruzzese. Gli elementi che hanno riscontrato gli ospiti, in tutti i vini degustati sono l’eleganza e l’equilibrio dei sapori.

Le etichette dei vini riportano il trionfo dell’eros e del vino celebrato nell’antica Roma in uno dei riti delle Baccanali. La comunicazione del progetto è stata curata dallo studio Durante Associati di Francavilla Al Mare.

L’evento si è concluso con un percorso gastronomico realizzato da Tany Moscone che ha realizzato alcuni piatti con i vini di Agricola Olivia serviti nel suggestivo cortile del Convento.

“Ringrazio di cuore – ha concluso Isaia – tutti coloro che sono venuti al nostro evento, per noi questa presentazione sancisce ufficialmente l’inizio di una nuova avventura. Sappiamo che la strada non sarà facile, ma noi ci metteremo impegno, fatica e amore, il resto lo farà la natura”.




SOMMINISTRATI: FIGLI DI UN DIO MINORE

Asl Abruzzo: tutela discrezionale delle professionalità

Sulmona, 2 novembre 2023. “Volontà: Facoltà propria dell’uomo di tendere con decisione e piena autonomia alla realizzazione di fini determinati” declinabile in “Volontà politica: effettiva disponibilità a realizzare un progetto o un programma, superando eventuali ostacoli burocratici ed organizzativi”

Volontariamente questo comunicato inizia con una definizione di una parola che in sé racchiude molto più di un termine usato nella nostra bellissima lingua. Con grande determinazione vogliamo denunciare la totale assenza di giustizia e di senso di alcune decisioni e atti che provengono dal nostro governo regionale.

È notizia di questi giorni che i problemi organizzativi delle ASL Abruzzo saranno risolti con le ultime stabilizzazioni che verranno a breve espletate attraverso il concorso che permetterà di garantire l’accesso a lavoratrici e lavoratori delle cooperative che hanno svolto lavoro di operatore sociosanitario nelle ASL abruzzesi.

Grande lungimiranza della ASL” così la definiscono alcuni articoli usciti nel pubblicizzare l’evento. “Prime in Italia a dare attuazione alla legge che permette deroghe alla regola di assunzione attraverso concorso pubblico”, senza precisare che la deroga lascia fuori una gran parte di operatori sanitari operanti ancora oggi nelle ASL.

Dov’era questa lungimirante ASL quando UILTemp Abruzzo avvertiva e proponeva di utilizzare tali deroghe per garantire la continuità lavorativa a quasi mille operatori sanitari inseriti nei presidi ospedalieri abruzzesi attraverso contratti di somministrazione? Perché questa innovativa ASL non tutela le professionalità di tali lavoratrici e lavoratori che da quasi 10 anni ormai sopperiscono alla carenza di personale con scadenze contrattuali di 30 giorni circa?

UILTemp Abruzzo non può a questo punto non tornare a denunciare quanto sia inconcepibile tutto questo. Lo facciamo a nome di quelle lavoratrici e quei lavoratori che ancora oggi indossano la stessa divisa di un diretto ASL con grande senso del dovere sapendo che il loro futuro lavorativo finirà tra pochi mesi.

Lo facciamo per quelle lavoratrici e quei lavoratori che oggi sono a casa perché rimpiazzati da un vincitore di concorso nonostante ci sia carenza di personale. Lo facciamo a nome di questa categoria di lavoratrici e lavoratori che la notizia della “procedura riservata per i dipendenti della cooperativa” la legge con grande amarezza e delusione.

Lo facciamo PER loro e CON loro ribadendo che le decisioni dovrebbero essere prese valutando i contesti in maniera più accurata.

UILTemp Abruzzo, quale O.S. del settore somministrazione chiede da tempo l’utilizzo di ogni cavillo possa garantire futuro e stabilità, a partire dagli spiragli che proprio la Legge Madia dà in riferimento alle professioni sanitarie utilizzate in deroga fino al 2020 per finire alla volontà di riconoscere professionalità create sul campo senza focalizzarsi sulla tipologia contrattuale applicata.

Chiediamo alla Politica Regionale e dirigenza ASL di rivedere le proprie scelte e farsi carico in modo responsabile di una problematica che porterà ad una vera e propria crisi del settore mettendo a rischio la tenuta sociale.

Centinaia di professionisti stanno perdendo occupazione dopo più di 10 anni di lavoro svolto con contratti rinnovati mese per mese e dopo aver aiutato a gestire gravi crisi che il nostro territorio ha affrontato. Quella che ricordiamo di più e che interessa tutto l’Abruzzo è la pandemia, periodo il quale ha certificato tali operatori e tali operatrici come EROI ormai messi nel dimenticatoio.

Potremmo comunque aggiungere anche tutta l’emergenza terremoto che ha interessato buona parte del territorio abruzzese ed anche lì la somministrazione, ed ogni forma di contratto flessibile, è stata utilizzato ed abusato in tutte le sue forme.

Vogliamo dimenticarci che sono stati Eroi?

Vogliamo davvero far credere che non sono professionalità da tutelare?

Torniamo a chiedere intervento concreto che possa allineare le discrasie create dalla burocrazia e arrivare al totale riconoscimento del criterio basilare su cui si fonda il settore della somministrazione: “la parità di trattamento” normativa europea ripresa dall’ordinamento italiano e dal Ccnl.

UILTemp Abruzzo nei prossimi giorni chiederà ufficiale incontro alle Istituzioni Regionali, Senatori e Deputati abruzzesi che sembrano non recepire gli accorati appelli che arrivano ormai da ogni provincia abruzzese e fa appello a lavoratrici e lavoratori della sanità di partecipare alle prossime mobilitazioni sindacali per dare più forza alle nostre richieste. Adesso è il tempo di dimostrare in modo palese che la precarietà è creata proprio dall’utilizzo distorto che ne fa il sistema.

Chiara Pupi, Segretaria Generale UILTemp Abruzzo




UN CONVEGNO DEDICATO A GIUSEPPE BOLINO

Il 18 novembre presso il centro congressi De Gasparis

Bugnara, 2 novembre 2023. All’evento, organizzato dal Centro Studi e Ricerche Nino Ruscitti, parteciperanno in qualità di relatori Prof. Fabrizio Politi, Ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università degli Studi dell’Aquila, e l’on. Luciano D’Alfonso, Presidente Emerito della Regione Abruzzo.

Promosso dal Centro Studi e Ricerche Nino Ruscitti, si svolgerà il prossimo 18 Novembre alle ore 17:30 a Bugnara, presso il Centro Congressi in piazza Annibale de Gasparis, un Convegno di Studi sul tema “Cultura e politica: l’attualità del messaggio di Giuseppe Bolino”.

L’iniziativa, che cade a 39 anni dalla sua prematura scomparsa, è stata promossa in collaborazione con i Comuni di Bugnara, di Sulmona e con la Presidenza del Consiglio regionale abruzzese e vuole rappresentare un’occasione per ricordare Giuseppe Bolino come uomo di cultura e delle Istituzioni.

Il programma dei lavori prevede i saluti istituzionali di Domenico Taglieri (sindaco di Bugnara), Gianfranco Di Piero (sindaco di Sulmona) e Roberto Santangelo (Vicepresidente del Consiglio regionale), mentre le relazioni saranno tenute dal Prof. Fabrizio Politi, Ordinario di Diritto Costituzionale presso l’Università degli Studi dell’Aquila, e dall’on. Luciano D’Alfonso, Presidente Emerito della Regione Abruzzo.

«Uomo di grande spessore culturale, apprezzato in tutto l’Abruzzo e anche oltre per i suoi studi, le sue ricerche e le sue numerose pubblicazioni», ha spiegato Matteo Servilio, Presidente del Centro Studi “Nino Ruscitti”. «Nel corso della sua attività politica e istituzionale il Professor Bolino ha ricoperto incarichi particolari come quello di Consigliere regionale, di Assessore (Sanità e Lavoro), di Presidente dell’Assemblea abruzzese. A lui si deve l’iniziativa del progetto di legge per la costruzione della nuova ala dell’Ospedale di Sulmona qualche mese prima di morire a 58 anni.

A lui si devono iniziative e proposte da Assessore regionale per la riorganizzazione della Sanità, molte delle quali ancora di grande attualità. In qualità di Assessore al Lavoro portò l’Abruzzo tra le primissime Regioni italiane a varare una legislazione (la legge 285/1977) per favorire l’occupazione giovanile. Nell’ambito culturale vanno ricordate le tante iniziative promosse, a cominciare dal suo impegno per riscoprire la figura di Capograssi, ai suoi studi sui fenomeni migratori e sullo spopolamento dell’Abruzzo, tema divenuto oggi di estrema attualità e urgenza.

La nostra iniziativa – ha concluso il presidente del Centro Sudi – vuole quindi tenere vivo il ricordo della figura di Giuseppe Bolino, del suo impegno culturale e politico, offrendo nuovi spunti di riflessione e nuovi punti di vista sulla politica, sulla cultura e sulla società».




TRASPORTO PUBBLICO E SISTEMA TARIFFARIO IN ABRUZZO

Va superata la sperimentazione del biglietto unico risalente al 2004 per la sola area metropolitana Chieti Pescara

Pescara, 2 novembre 2023. I benefici della fiscalità generale con la quale si finanziano il servizio e con esso le importanti agevolazioni tariffarie riservate all’utenza, non possono riguardare una sola parte della popolazione regionale.

La Cgil Abruzzo Molise ha accolto con estremo interesse l’invito rivolto dalla II^ Commissione Consiliare regionale al fine di essere auditi su un tema quale l’integrazione tariffaria nel trasporto pubblico locale e che da oltre un decennio ha visto questa stessa organizzazione sindacale impegnata in prima linea nel tentativo di estendere gli indubbi benefici del biglietto unico a tutto il territorio regionale e quindi a tutti i cittadini abruzzesi.

Per intenderci stiamo parlando ancora una volta di quel biglietto unico introdotto – in via sperimentale – nel lontano 2004 attraverso un’apposita Delibera di Giunta Regionale promossa dall’allora Assessore ai trasporti Mario Amicone e che nel corso degli anni (quasi venti) non ha mai superato la fase della sperimentazione, continuando ad assicurare, attraverso la fiscalità generale applicata a tutti i contribuenti abruzzesi, vantaggi e condizioni tariffarie di miglior favore alla sola utenza che risiede nell’area metropolitana Chieti-Pescara.

Eppure, sono state davvero tante le richieste in tal senso promosse soprattutto dalle amministrazioni comunali private dall’importante servizio (in primis L’Aquila e Teramo), così come non sono mancate le sollecitazioni degli utenti, dei pendolari e delle stesse associazioni dei consumatori. E non ha sortito alcun effetto nemmeno una Legge Regionale (13 gennaio 2014, n. 7) approvata durante il Governo Chiodi e votata in maniera bipartisan anche dall’opposizione e che impegnava la Regione dal 1° gennaio 2015 ad estendere il nuovo sistema integrato tariffario unico, prevedendo un solo titolo di viaggio per i servizi di trasporto pubblico offerti da tutte le Aziende abruzzesi di trasporto locale operanti sia in modalità gomma che ferro.

Tuttavia, soltanto producendo alcuni esempi concreti e che abbiamo voluto rappresentare ed illustrare anche ai Consiglieri regionali della II^ Commissione e al Presidente Marcovecchio, ci si può realmente imbattere nelle concrete disparità di trattamento che la mancata estensione del biglietto unico, provoca e determina tra i cittadini dell’area metropolitana e tutti gli altri che vivono nelle aree interne e non solo.

PROVINCIA L’AQUILA

Biglietto TUA Tornimparte L’Aquila euro 3,00 +

Biglietto orario Ama euro 1,20 = tot. 4,20 euro (19 Km e 27 minuti di tragitto)

Biglietto TUA Pizzoli – L’Aquila euro 1,90 +

Biglietto orario Ama euro 1,20 = tot. 3,10 euro (15 Km e 21 minuti di tragitto)

Biglietto TUA Lucoli – L’Aquila euro 1,90 +

Biglietto orario Ama euro 1,20 = tot. 3,10 euro (23 Km e 35 minuti di tragitto)

Biglietto TUA Poggio Picenze-L’Aquila euro 1,90 +

Biglietto orario Ama euro 1,20 = tot. 3,10 euro (14 Km e 19 minuti di tragitto)

Biglietto TUA Barisciano-L’Aquila euro 1,90 +

Biglietto orario AMA euro 1,20 = tot. 3,10 euro (19 Km e 23 minuti di tragitto)

PROVINCIA TERAMO

Biglietto TUA Isola del Gran Sasso-Teramo euro 3,60 +

Biglietto orario BALTOUR euro 1,20 = tot. 4,80 euro (30 Km e 32 minuti di tragitto)

Biglietto TUA Nerito-Teramo euro 3,60 +

Biglietto orario BALTOUR euro 1,20 = tot. 4,80 euro (32 Km e 43 minuti di tragitto)

Biglietto TUA Corropoli-Teramo euro 3,60 +

Biglietto orario BALTOUR euro 1,20 = tot. 4,80 euro (32,3 Km e 37 minuti di tragitto)

AREA METROPOLITANA CHIETI – PESCARA

Un cittadino di Pescara o di Chieti o comunque residente nell’area metropolitana in cui opera il biglietto Unico, con la modica cifra di euro 1,20,  per un arco temporale di 90 minuti e con lo stesso titolo di viaggio, può usufruire contestualmente del servizio urbano presente in entrambe le città capoluogo (che distano tra di loro oltre 21 Km) nonché del servizio suburbano di collegamento tra Chieti e Pescara.

Questo il report finale derivante dagli esempi rappresentati:

CITTADINO DELL’AREA METROPOLITANA CHIETI PESCARA: COSTO DEL SERVIZIO (a/r): € 2,40

CITTADINO PROVINCIA DELL’AQUILA: COSTO DEL SERVIZIO (a/r): € 6,20

CITTADINO PROVINCIA DI TERAMO: COSTO DEL SERVIZIO (a/r): € 9,60

Ancora più marcata è la differenza rispetto al costo degli abbonamenti

• Un abbonamento mensile di TUA per la tratta Corropoli – Teramo costa € 66,90 + abbonamento BALTOUR per servizio urbano € 26,40 per un totale di € 93,30 a fronte di € 34,00 per Area Unico;

• Un abbonamento annuale di TUA per la tratta Corropoli – Teramo costa € 499,00 + abbonamento BALTOUR per servizio urbano € 232,00 per un totale di € 731,00 a fronte di € 233,00 per Area Unico.

È evidente che in ragione del troppo tempo trascorso rispetto alla fase sperimentale del biglietto unico, ma anche rispetto a queste importanti discrasie appena descritte e con questi esempi non esaustivi ma indicativi delle attuali condizioni di svantaggio territoriale, risulta a nostro avviso urgente che la Regione Abruzzo superi la disparità di accesso ai servizi per restituire attrattività al necessario incremento della mobilità collettiva.

Al tempo stesso non sarebbe male se aldilà dell’integrazione tariffaria, si promuovessero agevolazioni e in generale condizioni più vantaggiose da indirizzare alle persone meno abbienti, agli studenti, agli anziani al pari di quanto accade in altre regioni della nostra penisola. Anche qui ci permettiamo di fare alcuni esempi:

• Emilia-Romagna: Abbonamento gratuito agli studenti residenti in Emilia-Romagna delle elementari, medie, superiori e istituti di formazione professionale, che scelgono di andare a scuola utilizzando bus e treni regionali;

• Campania: Abbonamento gratuito agli studenti residenti in Campania di età compresa tra 11 e 26 anni; iscritti a scuole, pubbliche o parificate, secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori) o università, compresa la frequenza a master universitari e corsi di specializzazione universitaria post-laurea; in possesso di una certificazione ISEE non superiore a € 35.000,00;

• Lombardia: I ragazzi minori di 14 anni viaggiano gratis quando accompagnati da un familiare in possesso di un biglietto o abbonamento valido;

• Città di Bari: Abbonamento annuale al costo simbolico di 20 € verso tutti i cittadini residenti o dimoranti abitualmente nella città di Bari.

Franco Rolandi, Cgil Abruzzo Molise

Aurelio Di Eugenio, Filt Cgil Abruzzo Molise




NUOVA GIUNTA: SEMPRE STESSE PRIORITÀ

Si presenta la nuova maggioranza in Comune

Ortona, 2 novembre 2023. Dopo circa un anno e qualche mese dall’insediamento e dopo una lunga crisi che ha paralizzato l’attività amministrativa, riprende il cammino il secondo mandato dell’amministrazione Castiglione.

La nuova Giunta e la nuova maggioranza consiliare si sono presentati alla città elencando le priorità da affrontare, purtroppo sempre le stesse: quelle del primo mandato 2017/2022 e quelle elencate all’inizio del secondo mandato: escavazione dei fondali del porto e completamento della pista ciclabile.

Forse il Sindaco ha dimenticato una delle più importanti priorità della nostra città che è il lavoro: una priorità di cui si parla poco!

Ma, al di là della elencazione, le priorità vanno affrontate e risolte!

La mancanza di lavoro nella nostra città va affrontata attraverso un chiarimento importante sulla posizione della nostra area industriale.

La nostra città è fuori dall’ARAP (Azienda Regionale Attività Produttive) con conseguenze negative per il  nostro territorio e per le attività imprenditoriali che volessero ivi insediarsi. La ZES (Zona Economica Speciale), nata grazie alla presenza  del Porto di Ortona, sta per essere estesa a tutto il territorio della Regione Abruzzo e in tutte le regioni del meridione, vanificando così i potenziali vantaggi per le aziende che sceglievano di insediarsi sul nostro territorio, in quanto gli stessi benefici li troveranno ovunque.

Al di là dell’ordinaria amministrazione e delle feste di cui l’amministrazione Comunale, comunque, si deve sempre occupare, le priorità sono i temi che riguardano la crescita e lo sviluppo della nostra comunità che devono essere affrontati e risolti con la creazione di nuova occupazione e dare certezze ai nostri giovani; chiaramente, tutto questo, al fine di evitare lo spopolamento della città  come sta avvenendo ed è avvenuto negli ultimi cinque/sei  anni.

Tommaso Coletti




CULTURA DI GENERE, INTERSEZIONALITÀ E PERCORSI DI INCLUSIONE

Rilascio di open badge per gli studenti del laboratorio Ladi dell’Università di Teramo  

Teramo, 2 novembre 2023. Inizieranno il 6 novembre prossimo le lezioni del quinto Laboratorio di Didattica Innovativa Interdisciplinare (LADI) dell’Università di Teramo, dal titolo “Cultura di genere, intersezionalità e percorsi di inclusione”.

Il corso – diretto da Fiammetta Ricci, docente di Etica sociale e politica della differenza e delegata del Rettore alle Pari Opportunità – da questa edizione introduce il rilascio di Open Badge, l’attestato digitale di conoscenze disciplinari, abilità personali (soft skills) e competenze tecniche acquisite.

Il Laboratorio si arricchisce anche, rispetto agli scorsi anni, di ulteriori partner formativi: le Commissioni Pari Opportunità del Comune di Teramo, della Provincia di Teramo e della Regione Abruzzo, l’Ordine degli Assistenti sociali d’Abruzzo, l’Ordine degli Avvocati di Teramo, e sigle sindacali come CISL e CGIL.

«Il Corso LADI 2023, valido anche come insegnamento opzionale con rilascio di Open Badge per tutti gli studenti in quanto rivolto alla formazione trasversale e integrata di tutti i Corsi di studio dell’Università di Teramo da questa edizione – spiega Fiammetta Ricci – mette a tema un quadro culturale interdisciplinare ancora più ricco e mirato, rispondente alle sfide più urgenti del nostro tempo e alle esigenze formative dei partner, dai quali sono state recepite alcune proposte formative di specifico interesse».

«Il programma delle lezioni, da novembre a dicembre 2023 – aggiunge Fiammetta Ricci – si presenta oltre che polifonico e interdisciplinare, giacché concorrono alle attività didattiche docenti di tutti i cinque Dipartimenti dell’Università di Teramo, anche molto innovativo, affrontando per esempio il tema delle transizioni di genere, delle forme e dei linguaggi di vittimizzazione secondaria, l’articolato argomento delle tutele sul lavoro femminile e il contrasto al divario di genere secondo le recenti disposizioni normative, le politiche sociali di inclusione, la compilazione di fondamentali documenti come il GEP, il Bilancio di genere e la Certificazione di genere per aziende, il cruciale tema delle dipendenze affettive per meglio comprendere il problema della violenza di genere e intrafamigliare, e le forme di aggressività e odio sulla Rete, anche grazie alla collaborazione con L’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Un’offerta formativa e di cultura sociale unica nel panorama accademico italiano di cui bisogna essere tutti orgogliosi».




ALLA SCOPERTA DELLA MATEMATICA DELLA FELICITÀ

Con il Professor Dedda: una materia che può e deve essere di tutti

Pescara, 2 novembre 2023.  Il docente di Orsara di Puglia (Fg) ideatore del format Un quarto d’ora con il prof presenta alla Mondadori Bookstore di Pescara il suo libro La matematica della felicità (Piemme); l’appuntamento è per sabato 4 novembre alle ore 18. Si tratta di un viaggio affascinante tra i risvolti concreti della matematica nell’arte, nella musica, nella cucina, nella letteratura, oltre che nello studio della natura, nella fisica e nell’ingegneria.

La matematica è vissuta troppo spesso come una bestia nera: qualcosa di frustrante e inaccessibile al punto che dopo gli studi, o addirittura durante, moltissimi se ne allontanano sperando di non incontrarla mai più. Le insidie probabilmente si nascondono nel modo complesso, astratto, iniziatico in cui può essere proposta.

Ma come spiega Rocco Dedda, insegnante alle superiori e astro nascente della divulgazione online, si può coltivare la matematica con soddisfazione e diletto a tutte le età, anche se non ci si sente portati.

La ricetta vincente si basa su una cura attenta del linguaggio, su un riferimento costante alle applicazioni pratiche e sul racconto di come geometria, algebra, calcolo aritmetico e infinitesimale si sono evoluti nella storia fra popoli e culture. Dedda accompagna il lettore alla scoperta di questa possibile matematica della felicità: un viaggio affascinante tra i suoi risvolti concreti nell’arte, nella musica, nella cucina, nella letteratura, oltre che nello studio della natura, nella fisica e nell’ingegneria; una serie di straordinari incontri con personaggi come Euclide, Pitagora, Fibonacci, Fermat, Cartesio, Leibniz, Eulero. Il libro risulta essere una riflessione illuminante sul linguaggio matematichese e le sue peculiarità. La matematica può e deve essere di tutti e, come dimostra l’autore, può essere gustosa e utile per tutti.

Chi è Rocco Dedda?

Nato nel 1983 a Foggia, è di Orsara di Puglia (FG) e vive in Abruzzo dove attualmente insegna matematica e fisica presso il polo liceale Saffo di Roseto degli Abruzzi (TE). Laureato in matematica, ha sempre avuto passione per l’insegnamento e sentito l’esigenza di semplificare i concetti, animato dalla convinzione che la matematica non è una materia per soli iniziati. Ha collaborato a incontri e progetti di divulgazione scientifica con il centro Pristem dell’Università Bocconi, con l’INFN e per il festival del Pi-Greco Day a Pescara. Con il suo progetto social Un quarto d’ora con il prof insegna la matematica della felicità a migliaia di follower giovani e meno giovani.




SULLA SPIAGGIA UNICA BEACH

Telecamere Mediaset per nuove riprese dedicata agli animali d’affezione

Giulianova, 2 novembre 2023. Il 31 ottobre scorso si sono tenute le nuove riprese Mediaset presso la spiaggia UNICA BEACH, attrezzata per gli animali d’affezione. Dopo il successo dei servizi andati in onda per tutto il mese di agosto all’interno de L’ Arca di Noè, la conduttrice Marialuisa Cocozza ha deciso di bissare l’esperienza. Le puntate agostane della rubrica del Tg5 hanno avuto per la prima volta nel loro interno, da quando è stata trasmessa la prima puntata della rubrica L’Arca di Noè (10 anni fa), una novità denominata Tipi da Spiaggia , ovvero  delle clip realizzate nella spiaggia interamente dedicata agli animali d’affezione, UNICA BEACH.

Stavolta il tema portante delle quattro pillole sarà differente perché tratterà una nuova branca della medicina veterinaria, in grande espansione: la fisioterapia e la riabilitazione del cane e del gatto. Anna Maria Pagnini, Produttrice della trasmissione,  ha dichiarato : “Dopo aver visto le meravigliose immagini dei servizi girati a UNICA BEACH, non avrei mai rinunciato a questa spiaggia come location per le nuove riprese”

Protagonisti sono stati quindici cani scelti tra i miei pazienti, seguiti nel mio ambulatorio, nella loro fisioterapia e riabilitazione. Tra questi Gino, il bulldog francese della dott.ssa Fiammetta Ielo, che ha raccontato, in un breve intervento, la storia del suo cane sottoposto ad un delicato intervento di neurochirurgia, e trattato da me nel post-operatorio.

Ma non sono mancati i miei due cani. Snoopy di quasi 19 anni , dimostrazione che l’attività fisica, come nell’uomo, allunga la vita. E infine Victoria, il mio lupo cecoslovacco , ripresa mentre nuota nella piscina usata per l’idroterapia. Una giornata entusiasmante, frutto di settimane di lavoro e di prove, vista il peculiare luogo. Ma la maggior gratificazione è stata ricevere la telefonata della produzione Mediaset che ha manifestato la propria soddisfazione per le belle immagini e per aver ricevuto molto più materiale di quanto fosse stato richiesto.

Adesso non tocca che attendere gli aggiornamenti su quando decideranno di mandare in onda il tutto. Sarà una piacevole sorpresa per chi ha un cane, vedere quanti benefici può trarre il proprio animale e quante tecniche riabilitative vengono applicate.

Non posso non ringraziare la conduttrice Marialuisa Cocozza per la fiducia accordatami. Ma anche  il produttore Anna Maria Pagnini, il regista Giuseppe Milla e gli operatori Mediaset che ci hanno guidati e resi protagonisti di un’esperienza davvero speciale.

Giusy Branella

Medico Veterinario esperto in fisioterapia e riabilitazione del cane e del gatto, titolare della UNICA BEACH, la spiaggia dedicata agli animali da compagnia




LE CINQUE ROSE DI JENNIFER DI ANNIBALE RUCCELLO

L’umanità ai margini, tra disperazione e speranza, sul palco del teatro Maria Caniglia. Secondo appuntamento della stagione di prosa 2023/2024

Sulmona, 2 novembre 2023. Meta Aps in partenariato con il Comune di Sulmona propone come secondo appuntamento della stagione di prosa 2023/2024 una pietra miliare del teatro italiano, un testo dalla delicatissima potenza che riesce a squarciare la distanza tra pubblico e messinscena, tra finzione e realtà: Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello, una produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, con Daniele Russo e Sergio Del Prete, con la regia di Gabriele Russo, in scena al Teatro Maria Caniglia di Sulmona domenica 19 novembre alle ore 18:00.

Per la terza annualità consecutiva si rinnova il rapporto di collaborazione col Teatro Bellini di Napoli, già conosciuto dal pubblico cittadino per Fronte del porto e Don Giovanni a Soho, spettacoli che hanno catturato l’attenzione e l’immaginario degli spettatori grazie a uno stile e a un linguaggio capaci di colpire; ancora una volta Meta Aps affida al Bellini il compito di parlare al pubblico in un modo peculiare, questa volta tramite atmosfere più intime, attraverso un incontro con due figure, potentissime, che si stagliano sul palco.

Jennifer è un travestito romantico che abita in un quartiere popolare della Napoli degli anni ‘80. Chiuso in casa per aspettare la telefonata di Franco, l’ingegnere di Genova di cui è innamorato, gli dedica continuamente Se perdo te di Patty Pravo alla radio che, intanto, trasmette frequenti aggiornamenti sul serial killer che in quelle ore uccide i travestiti del quartiere. Gabriele Russo affronta per la prima volta un testo di Ruccello con una messinscena dall’estetica potente, fedele al testo e, dunque, alle intenzioni dell’autore. In scena, un inedito Daniele Russo, affiancato da Sergio Del Prete in un allestimento che restituirà tutta la malinconia del testo senza sacrificarne l’irresistibile umorismo.

«Jennifer smette di essere il personaggio di un testo teatrale per farsi carne e ossa, sangue e sentimenti. Qualcosa che ti appartiene, che è dentro di te. Qualcosa di ancestrale, di antico e moderno, che risuona tutti i giorni dentro di noi, su un palcoscenico, nei vicoli della città o nelle pagine di un libro. Jennifer è il diavolo e l’acqua santa. Eterna contraddizione.» afferma il regista Gabriele Russo «Le cinque rose di Jennifer racconta di due travestiti napoletani ma racconta anche e soprattutto la solitudine, la solitudine che è il rovescio della medaglia della speranza che Jennifer mantiene dentro di sé fino alla fine e, dal mio punto di vista, oggi racconta con forza anche la condizione dell’emarginato, quella di chi si deve nascondere».

Si ricorda che i singoli biglietti sono in vendita presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona e sulla piattaforma online oooh.events. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.

Per informazioni contattare il numero 329 9339837, collegarsi alle pagine social Facebook, Instagram, Twitter del Teatro Maria Caniglia o al sito www.teatromariacaniglia.com, oppure scrivere una mail all’indirizzo info@teatromariacaniglia.com




CENA & CONCERTO. JJ THAMES E LUCA GIORDANO

La Cabina di Castelnuovo: Zafferano, Tartufo E Grande Blues il 3 novembre

L’Aquila, 2 novembre 2023. Il rosso ardente dello zafferano, che ogni autunno e da secoli colora l’altopiano di Navelli, il profumo avvolgente e abissale del tartufo d’Abruzzo, il grande blues d’oltreoceano, con la voce potente e profonda della cantante americana JJ Thames e con la chitarra esplosiva del talento teramano ed apolide Luca Giordano, impegnati in un tour europeo.

Questo il menù, per il piacere di tutti i cinque sensi, che venerdì 3 novembre a partire dalle ore 20.30 proporrà lo storico ristorante “La Cabina” di Castelnuovo, frazione di San Pio delle Camere, in provincia dell’Aquila, lungo la statale 17, nell’ambito della rassegna “La cabina culturale – Frequenze”

La formula sarà come le altre iniziative, quella della cena concerto e spiega lo chef Nello Cozzolino: “l’ipotesi che la cucina sia anche un’espressione culturale, noi la prendiamo tremendamente sul serio, non solo ai fornelli, cercando ogni giorno di interpretare al meglio, con fedeltà e creatività i migliori prodotti della nostra terra, che hanno una storia e un’anima, ma anche offrendo, nel nostro locale, occasioni di socializzazione, momenti di condivisione nel segno della musica, dell’arte, della parola, della creatività in genere. Un impegno, una restituzione, a maggior ragione tanto più significativa in un momento non facile, di guerra, di post-pandemia, di inflazione caro vita, in cui c’è davvero tanto bisogno di una parentesi di bellezza e di pace dello spirito”.

Questo è il menù che sarà dunque proposto: zuppa di farro con porcini e patate, ravioli di ricotta in salsa di zafferano, brasato di manzo al Montepulciano con tartufo a scaglie, bieta e patate in casseruola, dolce della casa, vino, caffè e genziana.

E durante la cena il vero “piatto forte” sarà il talento di JJ Thames, nata a Detroit, Michigan, dove ha mostrato abilità musicali fin dall’infanzia, cresciuta cantando e studiando musica, in particolare pianoforte e tecniche vocali classiche e jazz. Una storia dura e difficile la sua: nel 2004 ha dato alla luce il suo secondo figlio, morto tragicamente a causa di un raro linfoma a pochi giorni dal suo secondo compleanno. Cantare è stata per Thames l’unica cosa che l’ha tirata fuori dalla disperazione. Nel 2008 si è trasferita a New York City, per sbarcare il lunario assieme agli altri due figli, in una condizione di  estrema povertà, ed è lì che Thames ha scritto quella che sarebbe diventata la sua prima canzone di straordinario successo, “Tell You What I Know”. Poi il lento ma costante decollo della sua carriera, condividendo il palco con Bobby “Blue” Bland, Peggy Scott Adams, Willie Clayton, Denise LaSalle, con i gruppi reggae rock Outlaw Nation, Fishbone, Israel Vibrations, Bad Brains e altri.

Thames e i suoi due figli si sono dunque trasferiti  nel Mississippi, dove ha firmato con la Dechamp Records nel 2013, e dove ha registrato un album di debutto con i produttori Grady Champion e Carole DeAngelis. L’album completo Tell You What I Know è stato pubblicato con grande successo di critica nella primavera del 2014. A seguire una carriera tutta in ascesa, e un meritato successo anche fuori dai confini statunitensi.

Al fianco di JJ Thames, il chitarrista, band leader, cantante, e compositore, Luca Giordano, di cosa alla Cabina, considerato uno dei più grandi talenti sulla scena Blues europea, esibendosi sia con la propria band, sia accompagnando alcuni dei più grandi artisti di livello internazionale.

Nato in Italia nel 1980 a Teramo, Luca Giordano si è trasferito a Chicago alla giovane età di 25 anni collezionando numerose esperienze al fianco di affermati performer dell’area dell Illinois come Sharon Lewis, Willie “Big Eye” Smith, Les Getrex, JW Williams, James Wheeler & the Rosa’s Lounge All-Stars e collaborando frequentemente con Eric “Guitar” Davis e la sua band the Troublemakers per diversi tour in Illinois, Ohio, Missouri, Wisconsin, ed al Chicago Blues Festival 2011 e Virginia Beach Blues Fest.

Al suo rientro in Europa Giordano ha pubblicato due album da solista (My Kind Of Blues con ospiti Chris Cain, Bob Stroger, and Sax Gordon per Audacia Records & Off The Grid per GG Records).

Negli anni seguenti la Luca Giordano Band ha guadagnato reputazione come una delle migliori band europee scelte dagli artisti americani per i propri tour internazionali, come Sugaray Rayford, John Primer, Bob Stroger, Nora Jean Bruso, Kenny “Blues Boss” Wayne, Willie “Big Eye” Smith, Jimmy Burns, Toni Lynn Washington, Chris Cain, Carlos Johnson, Billy Branch, Eric “Guitar” Davis e Sax Gordon, per nominarne alcuni.

Negli ultimi anni Luca Giordano è inoltre diventato parte integrante della band di Mighty Mo Rodgers, con il quale ha registrato il disco Griot Blues, progetto in collaborazione con il musicista griot africano Baba Sissoko, mentre, nel frattempo, continua ad esibirsi a livello mondiale con la propria band ed accompagnando i migliori performers della scena blues attuale.

A febbraio 2021 è uscito il suo ultimo nuovo lavoro “Let’s Talk About It” (terzo disco come solista) prodotto in Italia da Fabio Colella (Sasha Studios) per l’etichetta Brasiliana BlueCrawFish Records.




SCONFITTA AL TIE-BREAK

Il punto conquistato ad Aversa è prezioso

Ortona, 2 novembre 2023. Una gara lunga, intensa e piena di sorprese quella messa in scena tra la WOW Green House Aversa e la Sieco Service Impavida Ortona. Una gara che ha visto le due compagini dividersi la posta in gioco con i campani che vincendo 3-2, prendono due punti su tre.  Aversa preferisce inizialmente il gioco al centro per poi spostare durante la gara il gioco verso le bande Argenta e verso un incontenibile Lyutskanov. La costante è invece un servizio aggressivo e potente dei padroni di casa che riesce a mettere in seria difficoltà la ricezione ortonese.

Va da sé che ad averne le conseguenze peggiori è poi la fase offensiva. Quando la Sieco riesce a disinnescare il servizio aversano allora la Sieco ha buon gioco. Brave le bande ortonesi a sfruttare il mani-fuori e soprattutto bravi i ragazzi di Coach Lanci a sistemare bene muro e difesa in un secondo set praticamente perfetto. Bravi gli ortonesi ad incassare il colpo di un terzo set nel quale non è riuscita a giocare. La reazione nel quarto set è encomiabile.

La Sieco combatte con profitto ma rischia grosso, molto grosso, quando sul 20-23 del quarto set gli impavidi commettono un paio di leggerezze che portano i padroni di casa a ribaltare il risultato conquistando il match point del 25-24. Questa volta Ortona dimostra di avere il sangue freddo di metterci una toppa e portare la gara al tie-break. Nell’ultimo set, i padroni di casa vanno in vantaggio subito di tre punti, Ortona rincorre ma deve rischiare il tutto per tutto forzando il servizio.

Questa volta la magia non riesce ma il punto conquistato in casa di una squadra di indubbio spessore quale la Wow Green House Aversa si rivelerà preziosissimo al momento di tirare le somme. Ortona che va a due punti ma che viene raggiunta dalla BCC Tecbus Castellana Grotte che vince, un po’ a sorpresa, a Pineto che era in vantaggio due set a zero prima di subire la rimonta dei pugliesi.

Ora un po’ di respiro? Neanche a parlarne. Concluso il turno infrasettimanale testa alla sfida di domenica contro la Kemas Lamipel Santa Croce, ancora ferma a zero punti. 

Attenzione però, la gara in programma domenica 5 novembre è anticipata alle ore 16.00.

La Gara in Breve:

Non ottimo l’avvio di Ortona che va subito sotto di tre punti ma la reazione degli adriatici è immediata tanto da ribaltare il parziale. Dal 4-1 si passa al 4-5 e il set si avvia su binari di equilibrio. Ortona meglio a muro e padroni di casa meglio al centro. Ortona prova una mini-fuga sul 9-12 ma il divario è subito ricucito dai padroni di casa 12-12. Si spegne incredibilmente la squadra di Ortona e subisce un pesantissimo parziale di 5 punti a 0. Ortona e Aversa non mollano. I campani provano a dare il via ad una fuga con dei punti-break ma Ortona è brava a rimanere in gioco. La situazione rimarrà in equilibrio fino al 19-18, poi Aversa guadagna terreno 21-18. Timida reazione ortonese che rosicchia qualche punto ma non riesce a ridurre il divario.

Meglio Ortona nell’avvio di secondo set. Un muro ed una ricezione più attenta valgono un primo strappo e sull’1-4 i padroni di casa sono già in time-out. Questa volta la concentrazione di Ortona sembra rimanere alta e il margine scavato all’inizio, seppur con qualche fluttuazione rimane costante. Quando non si è ancora arrivati alla metà del secondo set, coach Passaro ha già sfruttato entrambi i time-out a disposizione. Si stringono le maglie del campo Ortonese, la palla non sembra cadere mai e i contrattacchi sono efficaci. Il divario si allarga e Ortona gestisce in comodità fino alla fine del set.

Sono i padroni di casa a mettere a segno il primo punto-break del terzo set. Si tratta di un campanello d’allarme perché Aversa riprende a macinare gioco mentre Ortona appare più appannata. Sull’8-4, Coach Lanci chiama time-out. Lyutskanov continua a fare male dai nove metri azzerando l’attacco ortonese e permettendo ai suoi di dilagare. Gli ortonesi, che soffrono molto il servizio potente dei padroni di casa, non riescono a costruire il gioco come avevano fatto nel precedente set e cedono con facilità.

Più rilassato l’avvio dei padroni di casa nel quarto set. Ortona parte meglio. Spreca un’occasione ulteriore per allungare ma tiene il naso avanti in questo avvio. Aversa riapre il parziale puntando come al solito su un servizio potente ed incisivo che compromette seriamente la costruzione del gioco. Ortona, tuttavia, conduce le danze fino agli ultimissimi punti, quando Marshall si fa murare una palla che cade pizzicando la riga in maniera quasi impercettibile. È pareggio per i padroni di casa. Ortona vede i fantasmi ma per fortuna Cantagalli sale in cattedra e regala il punto ad Ortona che vola al tie-break.

Meglio i padroni di casa nel quinto ed ultimo set. I campani trovano subito un vantaggio di tre punti. Ortona sembrerebbe appagata dal punto difficilissimo conquistato in trasferta ma se la gioca fino al cambio di campo. Il tempo stringe, Ortona prova a forzare il servizio ma la tattica non paga. Aversa vince una gara molto intensa. La Sieco rimanda ancora una volta l’appuntamento con la prima vittoria in campionato ma questa volta, si torna a casa con un punto in saccoccia.

PRIMO SET

I padroni di casa schierano Pinelli al palleggio e Argenta opposto. Presta e Marra al centro, Canuto e Lyutskanov schiacciatori. Libero Rossini.

Ortona risponde con il suo starting-six tipo che prevede Ferrato regista e Cantagalli opposto, Fabi e Patriarca al centro con Capitan Marshall e Bertoli schiacciatori. Libero Benedicenti.

La prima palla è per i padroni di casa che vanno al servizio con Pinelli. Subito murato Cantagalli 1-0. È lo stesso Cantagalli subito dopo a fare 1-1. Argenta trova il muro-fuori su Marshall 3-1. Il primo check arriva su una parallela di Marshall che gli arbitri hanno battezzato dentro. La review da ragione ad Aversa, la palla è fuori 4-1. Out il servizio di Canuto 4-2. Marshall difende e contrattacca 4-3. Ferrato con un muro trova il pareggio 4-4. Marra al centro fa 5-5. I padroni di casa insistono al centro 6-6. Aversa ricostruisce, Ortona in difficoltà 7-6. Muro di Bertoli 7-8. L’attacco dei campani arriva ancora dal centro ma Ortona difende e Cantagalli capitalizza 9-11. Out l’attacco di Argenta 9-12. Errore di Marshall e 11-12. Marshall murato 12-12. Ancora out l’attacco (scomodo) del capitano di Ortona 13-12. Argenta tira una diagonale imprendibile 14-12. Cantagalli riconquista il servizio 14-13. Ortona non riesce nella ricostruzione e Aversa ne approfitta 15-13. Marshall si riscatta, difende e schiaccia una bomba da posizione impossibile 15-14. Arriva un attacco al centro anche per Ortona con Fabi 16-15. Errore al servizio per Marshall 17-15. Poco dopo anche Argenta lo imita 17-16. Fuori l’attacco di Aversa 17-17. Fuori di poco il servizio di Fabi 18-17. Ace di

Lyutskanov 19-18. Ci prova anche Ferrato a mettere a segno un ace, ma il video-check dopo tre minuti decide che la palla è fuori 20-18. Cantagalli spara fiori 21-18.  Passa Bertoli 21-19. Fuori anche il servizio di Bertoli, che prova a forzare 22-19. Il muro di Lyutskanov ferma Marshall 24-20. Cantagalli annulla il primo set point 24-21. Pinelli fa invasione ma deve intervenire ancora il video-check con i suoi tempi biblici. Alla fine, l’invasione è confermata 24-22. Argenta tira un colpo fortissimo e chiude il set 25-22.

SECONDO SET

Si riparte con Bertoli al servizio e il primo punto è di Canuto. Forse i padroni di casa la toccano quattro volte? L’arbitro dice di no, ma gli stessi giocatori di Aversa sono confusi e lasciano la palla cadere a terra 1-2. Fabi ferma Argenta 1-3. Lyutskanov con una pipe 2-4. Ace per Canuto 3-4. Bertoli trova il muro vincente 4-7. Bertoli ferma Argenta 5-9. Invasione di Argenta 6-11. Passa Canuto 7-11. Ottimo l’assist di Benedicenti per Bertoli 7-12. Muro di Cantagalli su Canuto 7-13. Cantagalli fa muro-out e toglie uno scomodo Pinelli dalla linea dei nove metri. Copelli schiaccia fuori 8-15. Pipe di Bertoli 9-16. Ace per Cantagalli 9-17. Bravissimo Benedicenti a gestire una ricezione-missile, e poi Bertoli fa punto 10-18. Ottima idea di Canuto che schiaccia di seconda 12-19. Marshall prova ad imitare l’avversario ma la palla si ferma sulla rete 13-19. Bertoli ferma Argenta 16-21. Ace per Bertoli 14-24. Marshall trova il tocco del muro e il conteggio dei set è in parità: 15-25.

TERZO SET

È il turno di Pinelli, ricezione difficoltosa, palleggio ad una mano per Ferrato e Bertoli fa 0-1. Lyutskanov ricostruisce bene 2-1. Fuori di poco il muro di Ferrato 4-2. Ottimo l’attacco di Fabi 4-3. Doppio Ace Lyutskanov 8-4 e time-out per Nunzio Lanci. Cantagalli schiaccia fuori e la panchina ortonese prova il check, tuttavia nessuno degli avversari si auto-accusa e infatti la palla è confermata fuori. Canuto trova il mani Out 15-6. Spagnuolo sbaglia il servizio 17-9. Mani-fuori di Argenta 18-9. La Pipe di Marshall vale il 18-10. Fuori di poco la diagonale di Bertoli 20-10. Murato Argenta 20-12. Ferrato sbaglia il servizio 21-12. Bertoli trova l’ace del 21-14. Ancora out il servizio di Ortona 23-15. La pipe ortonese si ferma sulla rete 24-15. Fuori il muro su Argenta e i padroni di casa si prendono il primo punto in palio.

QUARTO SET

Serve Bertoli e poi Cantagalli sulla ricostruzione fa 0-1. Argenta tira la bordata del pareggio 1-1. Fuori l’attacco di Aversa 1-3. Muro di Fabi 2-4. Fuori il servizio di Cantagalli 3-5. Attacco di secondo tocco per Ferrato che sorprende tutti 3-6. Ancora Ferrato ma con un muro per il 3-7. Fa male il servizio di Argenta 5-7. Argenta fa mani-fuori e il gap è ricucito 7-8. Bertoli appoggia la palla dove non c’è nessuno 7-9. Muro di Aversa che pizzica la riga 9-9. Out l’attacco di Cantagalli 10-9. Ace di Bertoli 10-12. Murato Marshall da Marra 12-12. Fuori il muro di Marra, stavolta su Cantagalli 13-13. Lyutskanov ferma Cantagalli 15-13. Ace di Cantagalli 15-15. Toccata la schiacciata di Marshall 15-16. Sul nastro il servizio di Cantagalli 16-16. Sulla riga di fondo la pipe di Marshall 16-18. Passa Argenta 17-18. La palletta di Bertoli vale il 17-20. Gran palla di Patriarca che toglie le castagne dal fuoco e Lyutskanov dai nove metri. Marshall in pipe 18-22. Ortona ricostruisce e Cantagalli fa 20-23. Canuto mani fuori 22-23. Stavolta Marshall passa 22-24. Passa Canuto senza resistenza 23-24. Il muro della Green House è dentro di un niente 24-24. Murato Cantagalli 25-24. Ferrato ribalta la situazione schiacciando una palla di ritorno 25-26. Cantagalli batte forte, Aversa non trattiene ed è semplice per ferrato murare la palla dentro 25-27 e Ortona va al tie-break

QUINTO SET

Serve Bertoli ma il primo punto è dei padroni di casa 1-0. Cantagalli murato da Lyutskanov 2-0. Out la palla di Cantagalli 3-0. Fuori di poco il muro di Ortona 4-1. Ace per Cantagalli 4-3. Marshall cerca un tocco a muro che però non arriva 5-3. Ace per Lyutskanov perché tocca la parte alta del palazzetto. In una situazione analoga a favore della Sieco, pochi minuti prima, la palla aveva deciso invece di fermarsi ad un millimetro dal soffitto. Azione fotocopia, Marshall cerca il muro, ma il muro si ritrae e la palla vola fuori 7-3. Argenta mette a terra una bella parallela 8-4. Bertoli 8-5. Canuto trova il mani-out 9-5. Fuori il servizio di Canuto 10-7. Fuori anche quello di Bertolo 11-7. Passa Cantagalli 11-9. Nettamente out il servizio di Argenta 12-10. Sulla rete il servizio di Cantagalli 13-10. Canuto 14-10. Marshall annulla il primo match-point 14-1. Il punto finale è deciso al video-check che vede un’invasione del muro di Ortona. 15-11.

WOW Green House Aversa – Sieco Service Impavida Ortona 3-2 (25/22 – 15/25 – 25/15 – 25/27 – 15/11)

Durata Set:

I: 36’

II: 26’

III: 25’

IV: 39’

 V: 21’

Durata Incontro: 2h 27’

Sieco Service Ortona: Fabi 7, Broccatelli (L), Bertoli 15, Benedicenti (L) 52% – 28% perfetta, Del Vecchio, Marshall 19, Patriarca 9, Cantagalli 24, Falcone n.e, Tognoni n.e, Donatelli n.e, Ferrato 5, Di Giulio n.e, Lanci E. n.e. Coach: Lanci N. Vice: Di Pietro L.

Aces:  6 – Errori Al Servizio: 13 – Muri punto: 14

WOW Green House Aversa: Pinelli 1, Argenta 22, Presta 7, Marra 9, Canuto 15, Lyutskanov 18, Rossini (L) 72% – 45% perfetta, Biasotto, Spagnuolo, Chiapello, Agrusti. n.e. Schioppa, Spignese (L). Coach: Passaro S. Vice: Stefano Beltrame.

Aces:  5 – Errori Al Servizio: 16 – Muri punto: 11

Arbitri: Salvati Serena e Cruccolini Beatrice




LA CITTÀ DELL’OLIO

Settima camminata tra gli olivi

Fossacesia, 1° novembre 2023. Torna a Fossacesia la “Camminata tra gli Olivi”. Per la 7^ edizione dell’iniziativa, promossa dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio, di cui Fossacesia fa parte, domenica 5 novembre, nell’area che accoglierà il Teatro degli Ulivi, in via Santa Maria, a poca distanza dall’abbazia di San Giovanni in Venere, è stato organizzato l’evento di rilevanza paesaggistica legata alla storia e alla cultura dell’olivo e alla riscoperta del patrimonio olivicolo. La manifestazione è organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Fondazione Teatro degli Ulivi.

“La Camminata ha due scopi: ci permette di far conoscere da vicino a quanti parteciperanno il mondo dell’olio extravergine di oliva, e dall’altro di promuovere quelle attività che conducono a una migliore qualità della vita, a uno sviluppo sostenibile. Un grazie di cuore alla Fondazione del Teatro degli Ulivi per il loro impegno e  passione per la musica,  la cultura. il paesaggio, l’agricoltura e per la nostra città. “ – afferma il sindaco Enrico Di Giuseppantonio.

L’orario di ritrovo per i visitatori nell’area del Teatro degli Ulivi è per le ore 9:30. Saranno presenti un agronomo e un naturalista che spiegheranno le tecniche di coltivazione.

“È un modo per far conoscere e riscoprire il paesaggio che fa parte del nostro bagaglio culturale e della nostra tradizione millenaria – sottolineano l’assessore all’Ambiente Umberto Petrosemolo e il consigliere delegato all’Agricoltura. Alberto Marrone – È anche l’occasione per portare sul nostro territorio visitatori appassionati di enogastronomia, conducendoli alla scoperta dei territori di origine di prodotti tanto amati e ricercati”.




SAGRA DELLA CASTAGNA

Boom di presenze per la 50esima edizione

Sante Marie, 1° novembre 2023. È stata una vera e propria festa che ha coinvolto tutto il paese quella andata in scena sabato e domenica a Sante Marie per la 50esima sagra della castagna. Mezzo secolo di storia e di tradizioni che sono stati onorati da un via vai di persone ininterrotto.

A inaugurare il villaggio della castagna è stato il vicario generale don Giovanni Venti che ha benedetto tutto il percorso mentre il sindaco, Lorenzo Berardinetti, il primo cittadino baby, Patrizio Ermili, il presidente della Proloco, Emanuele Ermili, e il direttore generale dell’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), Fabio Vitale, hanno tagliato il nastro.

Folklore, enogastronomia e divertimento hanno caratterizzato la due giorni dove non sono mancate passeggiate tra i castagneti e alla grande panchina, visite guidate al museo del Brigantaggio e dell’Unità d’Italia e all’esposizione permanente delle radio d’epoca curata da Giacomo Morgante e poi canti e balli lungo le strade del villaggio della castagna tra stand di prelibatezze culinarie e artigianato.

Partecipato il convegno  la castagna: salvaguardia e valorizzazione un dibattito che ha aperto la discussione su un progetto pilota dedicato alla castagna Lombardesca. Tutela dei castagneti, turismo sostenibile e sviluppo dell’economia locale sono i tre assi sui quali puntare e sui quali hanno dibattuto nella mattinata di sabato Sergio Natalia, esperto di marketing territoriale e presidente dell’associazione tutela Igp della castagna Roscetta della Valle Roveto, Dino Iacutone, consigliere provinciale con delega all’Ambiente, Salvatore Carfi, direttore coordinamento Agea, e Giorgio Fedele, consigliere regionale e vice presidente commissione agricoltura della Regione Abruzzo, e il nostro conterraneo Fabio Vitale, direttore dell’agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) per gli importanti interventi.

“Un discorso avviato”, ha spiegato il sindaco Berardinetti, “che sicuramente verrà ripreso e ampliato. Ringrazio i relatori del convegno, a partire dal direttore Vitale, i membri della Proloco di Sante Marie e di tutte le Proloco del territorio per il contributo dato nell’organizzazione dell’evento e tutti coloro che hanno deciso di venirci a trovare”.




LA FESTA DELLE TENEBRE 2023

di Gianfranco Amato

GianfrancoAmato.it, 1° novembre 2023. Arriva la notte del 31 ottobre con il consueto armamentario di zucche, candele e macabre mascherate. Si tratta della festa pagana e satanica di Halloween, spacciata per innocua carnevalata ed innocente divertimento per piccini.

Halloween, in realtà, è tutt’altro che un’innocua festicciola per bambini. Profondamente radicata nel paganesimo e nel satanismo, continua ad essere una pericolosa forma di idolatria demoniaca.

Trae origine da un’antichissima celebrazione celtica diffusa nelle isole britanniche e nel nord della Francia, con cui i pagani adoravano una delle loro divinità, chiamata Samhain, Signore delle tenebre. Era considerata una delle feste più importanti, e dava inizio al Capodanno celtico. La notte del 31 ottobre in onore del sanguinario dio della morte, veniva realizzato, sopra un’altura, un enorme falò utilizzando rami di quercia, albero ritenuto sacro, sul quale venivano bruciati sacrifici costituiti da cibo, animali e persino esseri umani.

Di quest’ultima crudele e sanguinaria usanza ne dà testimonianza lo stesso Giulio Cesare nel suo De Bello Gallico (libro VI, 16), dove descrive i macabri dettagli dei sacrifici umani da parte dei druidi.

Anche Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (XXX, 13) parla di «riti mostruosi» (“monstra”) cui era considerato «religiosissimus occidere hominem», mentre Tacito nei suoi Annales (XIV, 30), definisce una barbara «superstitio» i sacrifici umani celtici e ci dà una interessante descrizione delle prime streghe: «feminae in modum Furiarum veste ferali, crinibus disiectis faces praeferebant; Druidaeque circum, preces diras sublatis ad caelum manibus fundentes». Tradotto: «donne vestite di nero e coi capelli spettinati, che urlando come delle Furie agitavano torce di fuoco attorno a druidi i quali, rivolgendosi al cielo, lanciavano maledizioni terribili».

Racconta sempre Tacito che simili scene riuscivano ad atterrire persino gli spietati legionari romani, noti per non essere proprio degli stinchi di santo. Si ricordino di questo particolare le mammine moderne quando fanno indossare alle proprie figlie il costumino nero delle “sacerdotesse” del dio delle Tenebre.

I Celti ritenevano che Samhain, in risposta alle offerte di tali olocausti, autorizzasse le anime dei morti a ritornare alle proprie case in quel giorno di festa. Per questo motivo i pagani nordici ritenevano che fredde e oscure creature riempissero la notte vagando e mendicando tra i vivi. E’ da tale credenza, peraltro, che deriva l’uso odierno di girovagare nel buio, la notte di Halloween, vestiti in costumi che imitano fantasmi, streghe, elfi, e creature demoniache.

Anche la celebre espressione trick or treat, tradotta con l’innocente scherzetto o dolcetto, è parte dell’antico cerimoniale pagano. Venivano chieste offerte (“treat”) sotto la minaccia dell’ira di Samhain, e della sua maledizione divina (“trick”), in caso di rifiuto. «Offrite sacrifici a Samhain, o subirete i suoi castighi», questo si continua inconsciamente a chiedere, oggi, con l’apparentemente scherzoso trick or treat.

L’usanza di chiedere offerte al dio della morte diventava, in passato, anche un metodo per identificare i cristiani che si rifiutavano di onorare la divinità pagana, e che per questo subivano, a volte, odiose ritorsioni.

Per comprendere quanto la Chiesa, fin dall’inizio dell’evangelizzazione dei popoli celti, fosse preoccupata di quella pericolosa solennità pagana, basta considerare che la Festa di Ognissanti fu spostata, in Occidente, al primo novembre, con tanto di vigilia la notte precedente, proprio per contrastare il culto satanico di Samhain.

La cristianità conobbe, infatti, le prime forme di commemorazioni dei Santi già a partire dal IV secolo, in particolare nel giorno della domenica successiva alla Pentecoste, usanza conservata fino ad oggi dalla Chiesa Ortodossa d’Oriente.

Nell’Occidente, come si è detto, la data fu spostata al primo novembre per farla coincidere con la celebrazione in onore del dio celtico della morte, a seguito delle pressanti richieste che provenivano dal mondo monastico irlandese.

La prima traccia di questa posticipazione è rinvenibile in un atto di Papa Gregorio III (731-741), che fissava appunto nel 1° novembre l’anniversario della consacrazione di una cappella in San Pietro dedicata alle reliquie «dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo».

Fu il successore Gregorio IV ad estendere e rendere obbligatoria la data della celebrazione a tutta la cristianità. In Francia, in particolare, ciò avvenne grazie ad un decreto di Luigi il Pio, emanato nell’ 835, «su istanza di Papa Gregorio IV, con il consenso di tutti i vescovi».

Nella Britannia del VIII-IX secolo, quindi, il giorno dedicato dai pagani al dio della morte, era per i cristiani occasione per onorare i Santi, partecipando alla veglia di preghiera la sera del 31 ottobre, ed alla Santa Messa il giorno successivo.

È da qui che deriva il termine Halloween. L’etimo si radica, infatti, nell’antica espressione inglese Hallow E’en, ovvero notte di commemorazione di tutti coloro che sono stati hallowed, santificati. I pochi che rimasero ancorati alle tradizioni pagane reagirono al tentativo della Chiesa di soppiantare la celebrazione in onore di Samhain, mantenendone il culto e cercando di incrementarlo. Nell’alto medioevo la notte di Halloween divenne simbolicamente la festa principale della stregoneria e del mondo occulto. In quel contesto avvenivano, tra l’altro, forme particolari di sacrilegio nei confronti di oggetti sacri, e l’utilizzo degli scheletri (oggi rappresentati da maschere) costituiva una forma di dileggio delle Sacre Reliquie.

Per il moderno satanismo, Halloween continua ad essere una festa privilegiata. È uno dei quattro sabba delle streghe, delle quattro grandi solennità coincidenti con alcune delle principali festività pagane e dell’antica stregoneria. La prima e più importante è, appunto, quella di Halloween, considerata il Capodanno magico.

La seconda solennità è quella di Candlemass, che si celebra la notte tra il 1° e il 2 febbraio ed è considerata la Primavera magica (per i cristiani è la ricorrenza della Presentazione del Bambino Gesù al tempio, chiamata anche popolarmente Festa della Candelora). La terza solennità è quella di Beltane, che si festeggia nella notte tra il 30 aprile ed il 1° maggio, chiamata anche la notte di Valpurga, e segna l’inizio dell’Estate magica. La quarta solennità è quella di San Giovanni Battista, che si svolge la notte tra il 23 e 24 giugno, ed è particolarmente attesa per mettere in atto malefici di malattia e di morte.

Com’è facile notare sono tutte celebrazioni notturne che si svolgono nel buio e nell’oscurità, a conferma della definizione evangelica di Satana come Principe delle Tenebre, e dei suoi seguaci come Figli delle Tenebre.

Da un punto di vista cristiano, la partecipazione a tali pratiche, a qualunque livello (anche quello apparentemente inoffensivo di una banale festa), deve considerarsi una pericolosa forma d’idolatria. Come deve considerarsi una forma pagana di superstizione quella di illuminare una zucca vuota fuori dalla porta per scacciare demoni e fantasmi.

Sorprende la sottovalutazione fatta oggi anche da molti credenti – a volte preda di una forma di ebetismo consumistico – circa l’origine ed il significato della festa pagana e satanica di Halloween. Ma non sorprende che dalla Chiesa continuino a levarsi voci rivolte ad ammonire e mettere in guardia circa i rischi dell’inganno demoniaco che tale ricorrenza nasconde.

Eppure, basterebbe ascoltare chi di questa materia s’intende ed ha una certa dimestichezza col demonio ed i suoi inganni. Padre Francesco Bamonte, presidente dell’Associazione internazionale esorcisti (Aie) è stato molto chiaro sul punto: «La mia esperienza come quella di altri esorcisti, mostra come la ricorrenza di Halloween incluso il periodo di tempo che la prepara, sia di fatto per alcuni giovani, un momento privilegiato di contatto con realtà settarie o comunque legate al mondo dell’occultismo, con conseguenze anche gravi non solo sul piano spirituale, ma anche sul piano dell’integrità psicofisica».

Da quest’ultimo punto di vista, non ha usato mezzi termini neppure Valter Cascioli, psicologo clinico, psichiatra e psicoterapeuta nonché membro dell’ACT (Association Christian Terapists) e collaboratore della stessa Associazione internazionale esorcisti (AIE) di cui è stato portavoce e addetto stampa.

Ha, infatti, ricordato Cascioli che «dietro le apparenze di un’innocente festicciola carnascialesca, si nasconde una tragica e pericolosa realtà, sconosciuta ai più», spiegando che Iui stesso, come medico, ha «notato disturbi psichici, anche gravi, insorti dopo la partecipazione a feste dove per superficialità o ignoranza si è incorsi in pratiche di divinazione e di occultismo».

Halloween resta, comunque, sul piano spirituale, un gioco molto pericoloso. Non dimentichiamo che Padre Gabriele Amorth, uno dei più autorevoli e conosciuti esorcisti, scomparso nel 2016, aveva definito questa festa un «osanna al diavolo­», il quale, «se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona». Lo stesso Amorth aveva avvertito dei rischi di sottovalutazione legati all’aspetto ludico: «La festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco. L’astuzia del demonio sta proprio qui. Se ci fate caso tutto viene presentato sotto forma ludica, innocente. Anche il peccato non è più peccato al mondo d’oggi. Ma tutto viene camuffato sotto forma di esigenza, libertà o piacere personale. L’uomo è diventato il dio di sé stesso, esattamente ciò che vuole il demonio».

Per questo appare incomprensibile che una simile oscura ricorrenza venga festeggiata persino in ambienti cattolici. Io stesso sono stato testimone del caso di un giovane sacerdote, coadiutore di un anziano parroco, che aveva autorizzato l’uso della sala oratoriale per la celebrazione della festa di Halloween. Con tanto di locandine e volantini. Alle legittime recriminazioni di un genitore, il giovane coadiutore, infastidito per l’osservazione, ha tenuto a precisare che la magia esiste solo nel mondo della fantasia dei bimbi, che i ragazzi cattolici non debbono isolarsi ma condividere le occasioni di divertimento con i loro coetanei, che la Chiesa, in passato, ha già sbagliato dando la caccia a streghe inesistenti, e che la concezione antropomorfa del demonio appartiene alla tradizione preconciliare. Sappiamo già che da alcuni giovani (e inesperti) preti non si può pretendere più di tanto. Ma credo si possa almeno esigere che conoscano un pochino le Sacre Scritture.

Se quel neo sacerdote avesse dato una ripassatina alla Bibbia, avrebbe avuto modo di leggere che non è opportuno per i cristiani frequentare i pagani e assistere ai loro riti, poiché non può esservi unione tra la luce e le tenebre (2 Corinzi, 6,14), che i libri di arti occulte vanno bruciati (Atti, 19,19), che non si deve partecipare alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannarle apertamente (Efesini, 5,11-12), che idolatria e stregoneria sono opere della carne (Galati, 5,20), che bisogna separarsi da «chi esercita la divinazione, il sortilegio, l’augurio o la magia; da chi fa incantesimi, da chi consulta gli spiriti o gli indovini, e da chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore» (Deut. 18, 10-12).

Più chiaro di così.




NON C’È FINE ALLA CRISI

Una crisi politico-istituzionale che grava fortemente sulla città

Ortona, 1° novembre 2023. In appena sedici mesi la squadra capitanata da Castiglione è stata capace di elaborare le dimissioni del sindaco, azzerare la giunta due volte, perdere tre consiglieri comunali di maggioranza, promuovere in giunta il dimissionario Presidente del Consiglio, attingere disperatamente ad esuli dell’opposizione ed incaponirsi a governare con una squadra perennemente in bilico, dove la maggioranza si tiene per appena un voto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’attività amministrativa è ferma e nessuno si sta preoccupando di risolvere i profondi problemi che soffocano la città.

Non ricordiamo in passato di aver raggiunto un punto più basso di questo; Ortona non vive più una semplice crisi politica, piuttosto avvertiamo il dilagare di una crisi morale che investe una parte della classe dirigente. Siamo convinti che il fine non sempre giustifichi i mezzi, e vogliamo far pervenire ai nostri concittadini in modo forte e perentorio il nostro NO.

Siamo determinati a voler indicare una strada alternativa, fatta di confronto ed attivismo, di presenza sul territorio ed ascolto. In sintesi, vogliamo riorganizzarci al meglio per promuovere una politica del fare, che possa riportare al centro temi e soluzioni, ed offuscare i professionisti del tatticismo e degli inganni. Presto, a riguardo, IL FARO comunicherà importanti novità a cui la cittadinanza sarà invitata a partecipare.

IL FARO




ANZIANO E ALIMENTAZIONE

Un incontro Lions Club Vasto Adriatica Vittoria Colonna

Vasto, 1° novembre 2023. L’anziano, alimentazione e qualità della vita: è il titolo del tema di studio del Distretto Lions 108A Italy, ma anche di un interessante convegno ad esso dedicato promosso dal Lions Club Vasto Adriatica Vittoria Colonna congiuntamente all’Associazione Amici degli Anziani. Illustri relatori del pomeriggio, che ha coinvolto una sessantina di persone, il Prof. Ercole D’Ugo, endocrinologo, e la Dott.ssa Angela Moscufo, nutrizionista.

Dinanzi ad una platea molto attenta e curiosa il Prof. D’Ugo ha ribadito la correlazione tra alimentazione e possibile patologie, ma anche con la prevenzione, accendendo i riflettori sui cosiddetti assassini silenziosi, obesità, fumo, alcool, ipertensione, diabete. Inoltre, si è soffermato su come è cambiato l’approccio terapeutico nel corso degli ultimi trent’anni dal treat to target, ovvero trattare i pazienti per raggiungere degli obiettivi prefissati, al treat to benefit, ovvero trattarli per ottenere benefici, la sartorializzazione della medicina inteso come cucire su misura una terapia, fino al treat to prevent, trattare per prevenire.

La Dott.ssa Moscufo, dal canto suo, ha delineato cosa sono e le qualità nutritive dei componenti principali apportati dagli alimenti prima di illustrare, con l’ausilio di una specifica piramide alimentare, che alla base reca la necessità di bere tanta acqua di cui troppo spesso gli anziani si dimenticano, i parametri fondamentali dell’alimentazione in un soggetto anziano. Una esposizione che ha suscitato molta curiosità.

L’evento condotto dal cerimoniere Luca Russo e caratterizzato anche da un dibattito finale, è stato introdotto dai saluti del presidente del Lions Club Vasto Adriatica Vittoria Colonna Massimo Molino, che ha ricordato le ragioni dell’incontro e la collaborazione con l’Associazione Amici degli Anzini, la cui presidente Angela Poli, fondatrice di entrambi i sodalizi, ha inteso ringraziare i relatori e le persone che hanno aderito all’invito a partecipare.

Il presidente della Zona A della VII Circoscrizione, Luigi Spadaccini, ha illustrato chi sono e cosa fanno i Lions nel mondo, mentre l’officer di V-VI-VII Circoscrizione per il tema di studio distrettuale e promotore del service, Pasquale Gioia (LC Larino), ha riportato il come e le ragioni che lo hanno indotto a sottoporre il tema all’attenzione distrettuale. I relatori e i presenti, ai quali hanno porto i loro saluti l’assessore al Welfare del Comune di Vasto Nicola Della Gatta ed il parroco della cattedrale di S. Giuseppe don Luca Corazzari, si sono dati appuntamento ad un ulteriore incontro che si incentrerà anche sulle voci di un questionario che è stato loro distribuito.




NON C’È PIÙ RELIGIONE!

di Giuseppe Arnò

Rivistalagazzettaonline.info, 1° novembre 2023. Proprio così, non c’è più religione nell’Italia multietnica e in questo mondo squilibrato. Questa frase ci ricorda, in una rappresentazione comica della realtà, l’omonimo film commedia di Luca Miniero in cui, a causa del ridottissimo tasso di natalità, nell’immaginario paesino di Porto Buio e in occasione dei preparativi per il Presepe Vivente, il sindaco Cecco è costretto a chiedere «in prestito» un bambino alla folta comunità marocchina che vive sull’altro lato dell’isola…

E se non c’è più religione, manca il timore di Dio e – per come ci illustra Machiavelli – “Dove manca il timore di Dio, conviene o che quel regno rovini o che sia sostenuto dal timore d’uno principe che sopperisca a’ defetti della religione”.

Chi sarà dunque il nostro principe azzurro, dal momento che tutti coloro che si sono succeduti finora hanno fallito il loro scopo? In altre parole, secondo l’autore de Il Principe, abbiamo due alternative: andare in rovina o andare in cerca del giusto principe; cosa ben difficile dal momento che anche il nobile De Curtis (Totò) non è più tra di noi!

D’altronde, il concetto che chi ci comanda debba essere un buon principe è di antica data, tant’è che non si discosta né poco né punto puranco dal pensiero esposto nella Summa Theologiae da San Tommaso d’Aquino. In essa si afferma che “la missione dell’autorità è la salus populi suprema lex, ma col superiore compito di spingere ognuno verso il bene comune e che se l’autorità fallisce questa missione perde non soltanto il diritto di comandare, ma la ragion d’essere.”

Ciò detto, va rilevato un fatto inquietante: l’umanità non riesce a vivere senza il disumano che domina l’umano. Essa ha permesso da sempre di essere governata da principi disumani, altrimenti oggi non ci troveremmo di fronte all’arroganza economica della Cina; agli USA incapaci di ‘esportare’ paciosamente la democrazia; all´assurda guerra in Ucraina; ai belluini orrori di Kfar Aza e dell´ospedale Al-Alhi di Gaza, alle paradossali pressioni psicologiche su Taiwan da parte della Cina; al fenomeno migratorio selvaggio in Europa e negli USA; e, non ultimi, agli operettistici colpi di Stato nella martoriata Africa, ad ogni cambio di stagione.

E che dire poi, rimanendo dentro i confini nazionali, del mal vezzo di mischiare il sacro col profano: il recente caso Meloni-Gianbruno docet; il crocefisso che sparisce dalle aule delle scuole italiane è preoccupante; e il Natale che si chiamerà Festa d’inverno è rivoltante. Siamo ormai al «fuori onda»… cerebrale.  O tempora, o mores! Parrebbe che il futuro ci riservi una scorreria massificata della barbarie sull’humanitas: Babilonia che prevale su Gerusalemme.  Poveri noi!

Tutto ciò porta a credere che dovremo, inevitabilmente, affidarci nuovamente al disumano, all’inumano, al sovrumano o che dir si voglia. Stavolta, però, non appartenente al genere Homo, elemento provatamente poco raccomandabile e caparbiamente incapace, ma al genere macchina, per far ristabilire l’ordine naturale delle cose e magariddìo le logiche della natura, nonché l’equilibrio che regola l’uomo e l’universo.

Non a caso, il filosofo Lucrezio, profondo conoscitore dell’animo umano, crede nel progresso tecnologico, ma nutre forti e seri dubbi su quello morale dell’uomo. E per ciò, torniamo a prendere in considerazione la «macchina» e quando di essa parliamo ci riferiamo all’Intelligenza Artificiale: questo è ovvio!

Come abbiamo chiarito di recente, l’IA è una disciplina dibattuta tra cultori di scienza e filosofia, dal momento che rappresenta aspetti morali oltre che teorici e pratici. Essa viene considerata dagli studiosi come una concreta minaccia per la sopravvivenza dell’umanità, tant’è che già nel 2014 Stephen Hawking ha lanciato un grido di allarme per i pericoli insiti in essa. Ciò stante, allo stato delle cose, essa rappresenta più rischi che vantaggi, per cui sarebbe cosa buona e giusta utilizzare convenientemente questi ultimi e controllare i primi, anche se è facile a dirsi e difficile a farsi.

Notoriamente, i rischi dell’IA riguardano: la privacy e sicurezza dei dati; l’automazione industriale e bellica, cioè a dire la robotizzazione dell’industria e la conseguente diminuzione dei posti di lavoro, nonché la realizzazione di armi sempre più sofisticate e operanti anche senza controllo umano, con le prevedibili conseguenze che ne derivano; le scelte pregiudizievoli, nel caso in cui i dati di input siano influenzati da pregiudizi umani o da interventi di cracker (pirati informatici);  e la super intelligenza informatica, ovvero la realizzazione di macchine capaci di raggiungere obiettivi indecifrabili o, peggio ancora, ingovernabili da parte dell’uomo.

L’intelligenza artificiale che non obbedisce all’uomo e che contro gli si rivolta è frequente scenario di fantascienza. Molti ricorderanno HAL 9000, il supercomputer di bordo della nave spaziale Discovery nel film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Bene, oggi, come si suol dire, la realtà supera la fantasia: gli scienziati ammettono che una super intelligenza informatica, verosimilmente, può sfuggire di controllo, in quanto matematicamente non è possibile capire i limiti degli algoritmi e come essi potrebbero agire nel risolvere un dato problema, dal momento che sono in grado di far ricorso a miliardi di possibili soluzioni.

Secondo il dott. Manuel Cebrian, leader del gruppo di ricerca per lo sviluppo umano Max Planck di Berlino, esistono già macchine che eseguono determinati programmi che risolvono problemi ad alti livelli di difficoltà in modo autonomo, senza che gli scienziati informatici si rendano conto di come esse ci riescano. Ed è qui che c’è da preoccuparsi seriamente.

Guai se così non fosse! Infatti, nella risoluzione del Parlamento Europeo del 20 gennaio 2021 sull’intelligenza artificiale, si chiede una legge cornice comunitaria che contenga i princìpi fondamentali relativi all’ordinamento della stessa con definizioni e principi etici inerenti al suo impiego non solo nel campo civile, ma anche in quello militare. Si richiede ancora agli Stati membri la garanzia che le attività realizzate attraverso l’IA siano ad esclusivo beneficio dell’umanità e del bene comune, tant’è che, recentemente, in data 14 giugno 2023, è stato dato il via libera all’Artificial Intelligence Act, che regolerà l’Intelligenza Artificiale nel rispetto dei diritti e dei valori dell’Unione Europea.

È fuor di dubbio che per tentare di tenere sotto controllo i rischi dell’IA e per garantire la sicurezza e la libertà delle persone sia doveroso regolamentare la materia affinché ci sia un uso responsabile della stessa, sempre augurandoci che anche gli altri (Paesi) facciano la stessa cosa, e che la situazione non scappi di mano a nessuno, altrimenti… la paura del futuro… sarà il nostro incubo!

Disumanità della guerra

«Purtroppo l’intelligenza umana viene balordamente impiegata per distruggere anziché edificare una società più umana e giusta». È così che Lucrezio denuncia nel “De rerum natura” la brutalità della guerra condotta con armi sempre più distruttive di vite umane. Tutto il mondo è in guerra perenne e non ci rendiamo conto. Stiamo combattendo la III Guerra Mondiale ‘frazionata’, per dirla con un termine del Papa. Infatti, oltre alle guerre note e sopra menzionate, esistono le guerre economiche e commerciali; le guerre religiose; le guerre ideologiche; le guerre tecnologiche; le guerre psicologiche e chi più ne ha più ne metta. In sostanza, ci siamo dimenticati del significato della parola ‘pace’, archiviandola per sempre come un amuleto oramai obsoleto della nostra storia.

La comunità internazionale dovrebbe sancire due principi fondamentale per il bene universale: l’uguaglianza e l’ordine fra gli uomini. In altre parole, è così che si arriva alla tranquillità nell’ordine, quella «tranquillitas ordinis», che è la definizione che S. Agostino dà della pace, di un ordinamento di pace.

Ebbene? A questo punto sorge il grande dubbio: saremo infine capaci di affrancarci dalla brama di ricchezza e di potere, oltre che da un incessante progredire della tecnologia troppo spesso messa al servizio del crimine dei crimini, alias dello sterminio di massa, anziché del bene comune?

Se non ce la faremo, a chi affidarci?  Tra i due mali (l’uomo e la macchina) si scelga il «giusto mezzo» aristotelico: chissà che la tanto temuta IA, sapientemente “addomesticata” dall’intervento di coscienziosi ed esperti scienziati non possa sopperire alla stoltezza umana di leopardiana memoria! È pur sempre un rischio, è vero, ma, data la posta in gioco, può valere la pena correrlo. Eppoi «tertium non datur», ovvero, allo stato delle conoscenze, non esiste purtroppo altra possibilità! Tant´è.

https://rivistalagazzettaonline.info/articolo/5337/editoriale-novembre-2023




LA MISSA PONTIFICALIS

Nel ricordo di Monsignor Lorenzo Perosi. 60 anni della Schola Zimarino

Chieti, 1° novembre 2023. La Schola Cantorum Settimio Zimarino di Chieti prosegue con i festeggiamenti in onore dei 60 anni di attività, e come da programma il prossimo appuntamento è previsto per il 4 novembre 2023, presso il Seminario Regionale di Chieti, alle ore 18.00, dove ci sarà un concerto / conferenza in memoria di un caposaldo della musica sacra, Monsignor Lorenzo Perosi (Tortona, 21 dicembre 1872 – Roma, 12 ottobre 1956): presbitero, compositore e direttore di coro italiano viene ricordato come l’esponente principale del cosiddetto Movimento Ceciliano.

Parleranno di questo autore molto prolifico specialmente per i cori, Monsignor Bruno Forte – Arcivescovo della Diocesi Chieti – Vasto e Monsignor Vincenzo De Gregorio – Preside dell’Istituto Pontificio di Musica Sacra di Roma; Perosi, del quale verrà eseguita integralmente dalla Schola Zimarino con il Direttore Gabriele Di Iorio e l’Organista Walter D’Arcangelo, la Missa Pontificalis (Prima e Secunda), Tribus Vocibus Inaequalibus concinenda Organo Comitante, è noto per le sue messe polifoniche, i suoi mottetti ed i suoi oratori, e si contraddistingue per il suo stile compositivo, risultato di una miscela di diversi elementi tra cui l’ispirazione gregoriana, l’influenza del periodo rinascimentale e l’impostazione barocca.

Secondo il Maestro Perosi il suono è una variabile strettamente correlata alle parole, il testo è “sacro” nel senso religioso del termine e perciò la sua musica è al servizio del messaggio che il brano vuole comunicare, in quanto il testo è in grado di ispirare e suscitare suggestioni all’autore.

Le idee di Perosi hanno notevolmente influenzato la musica sacra contemporanea, l’artista ha avuto infatti un ruolo fondamentale nel suo periodo storico, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento è stato, come pochi tra i suoi contemporanei, al centro di una ricchissima attività creativa.

Si è dedicato principalmente alle composizioni sacre con i suoi Oratori (più di 20), le Messe polifoniche (più di 50) ed i Mottetti (più di 300), ma anche alle composizioni strumentali e sinfoniche con le sue 9 Suite Orchestrali, non meno importanti.

Il calendario per i 60 anni della Schola gode del patrocinio della Regione Abruzzo, della Curia Arcivescovile Chieti – Vasto e del Comune di Chieti.




BEATI GLI OPERATORI DI PACE …

… perché tutti i fondamentalismi uccidono persone e ambiente

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 1° novembre 2023. Non vogliamo e non abbiamo bisogno, in questo mondo di “guerre a pezzetti”, di persone che muoiono per un’idea o presunto principio che calpesta vite e ambiente, tradisce giustizia e pace, mortifica la solidarietà e l’accoglienza.

Il Vangelo odierno: In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». (Mt 5, 1-12)

Non ci sono dubbi che diverse distorsioni nella storia ecclesiale hanno allontanato il “progetto santità” dalla vita quotidiana delle persone. Addirittura, molto banalmente, c’è chi pensa che oggi sia la festa de “l’onomastico di tutti”, magari in un minestrone di zucche e mascherate! Il Vaticano II ha cercato (e cerca!) di riportare la santità per le strade; di insegnare che tutti siamo chiamati  ad essa. O come scriveva Raissa Maritain: “Esiste una santità per ognuno di noi, commisurata al nostro destino, e che Dio si propone di ottenere per vie che non sono catalogate in alcuni manuali di perfezione”.

È qui il punto: scoprire che la “santità è mia”, ossia che c’è una per me! Per i cristiani oggi è la festa della santità di ognuno, da ricercare e costruire quotidianamente. La pagina evangelica ci aiuta tanto perché riporta il tutto su termine “beato”, ossia “felice, sereno”. Non c’è santità che non ci porta un po’ di serenità e felicità, pace e giustizia, certamente insieme a prove. Ma non lo facciamo per le prove, ma per essere sereni e felici in Dio. Nonostante tutto.

Uno dei discorsi più vuoti e inutili sulla santità è attribuire ai tempi che viviamo la difficoltà del seguire le beatitudini evangeliche. Perché sono esistititi tempi favorevoli alla coerenza evangelica?

Suvvia, non diciamo sciocchezze! Da che mondo è mondo pace, giustizia, solidarietà, accoglienza degli stranieri, mitezza, misericordia non sono state mai di moda. La santità non si gioca “intorno a me”, ma “dentro di me”. Parliamo molto di santi e santità dimenticandoci di questa profonda e radicale scelta interiore per essa.

Scrive Albert Camus ne La peste: “Se si può essere un santo senza Dio è il solo problema concreto che oggi io conosca”. L’autore francese apre una riflessione anche per chi non crede. Se è dentro di me che si gioca la santità, allora ciò non vale solo per i credenti delle grandi e piccole religioni universali, ma anche per ogni uomo e per ogni donna: in ogni persona c’è la possibilità di scegliere tra un SI per ciò che conta nella vita e la fa crescere e un NO per ciò che è deleterio e la distrugge. Ciò vale in Ucraina come in Russia, in Israele come nei territori palestinesi, a casa mia come in ufficio, in politica come in economia.

Ancora Albert Camus: «Ecco: lei è capace di morire per un’idea, si vede ad occhio nudo. Ebbene io ne ho abbastanza delle persone che muoiono per un’idea. Non credo all’eroismo, so che è facile e ho imparato che era omicida. Quello che m’interessa è che si viva e che si muoia di quello che si ama».

È interessante notare che tutti coloro che sono accecati da odio e distruzione, prigionieri del loro fondamentalismo (siano essi ebrei, cristiani, musulmani, atei o agnostici) pongono una (presunta) “causa” come loro obiettivo e per essa sono capaci di uccidere e distruggere persone e ambiente. La santità cristiana (ma credo anche “laica”) non è morire per un’idea e contro qualcuno, ma morire per una persona, per delle persone e per il loro bene. Altrimenti tutto si trasforma in ideologie totalizzanti che hanno distrutto in nome di un’idea, che si doveva (e deve) affermare contro tutti e tutto, senza riconoscere responsabilità (precise e diverse, a seconda dei casi), che esistono in tutti: nei politici come nei semplici cittadini, a Kiev come a Mosca, a Gerusalemme come a Gaza, a Roma o Washington  come nella mia comunità di fede o nel mio ambiente.

Non vogliamo e non abbiamo bisogno, in questo mondo di “guerre a pezzetti”, di persone che muoiono per un’idea o presunto principio che calpesta vite e ambiente, tradisce giustizia e pace, mortifica la solidarietà e l’accoglienza.

Un altro testimone, Lorenzo Milani, scrive dei giovani ma vale per tutti, anche adulti e anziani: “Non vedremo sbocciare dei santi, finché noi ci saremo costruiti dei giovani che vibrino di dolore e di fede pensando all’ingiustizia sociale. Qualcosa, cioè, che sia al centro del momento storico che attraversiamo, al di fuori dell’angustia dell’io, al di sopra delle stupidaggini che vanno di moda”.

Beati gli operatori di pace perché tutti i fondamentalismi uccidono persone e ambiente (globalist.it)