scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Mostra dei libri e drammatizzazione della storia con la creatività promuoviamo la lettura e contrastiamo la povertà educativa. Ludoteca “Thomas Dezi” – Via Lago di Capestrano 20 dicembre, ore 17:30
Pescara, 19 dicembre 2023. Mercoledì 20 dicembre, ore 17:30, presso la Ludoteca “Thomas Dezi” in Via Lago di Capestrano, sarà allestita la mostra dei libri e sarà rappresentata la drammatizzazione della storia LE TARTARUGHE SCOMPARSE. Attività svolta nell’ambito del laboratorio di pedagogia teatrale ed artistica “Il Libro Vivente” a cura di Cam Lecce e Jörg Grünert dell’Associazione Deposito Dei Segni ETS.
Il libro racconta la storia inventata collettivamente con le bambine e i bambini della Ludoteca “Thomas Dezi” a seguito della visita presso il Centro di Recupero e di Riabilitazione Tartarughe Marine “Luigi Cagnolaro” di Pescara. I bambini e le bambine hanno avuto la possibilità di incontrare diverse tartarughe salvate in mare, di ascoltare dalle volontarie del Centro le loro storie, di conoscere dettagli sulla loro vita e sull’habitat marino in cui vivono. E anche di venire a conoscenza dei tanti rischi che l’inquinamento marino e le attività umane producono per l’incolumità fisica e l’habitat delle tartarughe.
Successivamente presso la Ludoteca le bambine e i bambini con le funzioni essenziali della scrittura creativa, insieme con gli operatori Cam e Jörg hanno inventato la storia originale LE TARTARUGHE SCOMPARASE, hanno realizzato i libri a fisarmonica, detti anche Leporello, che hanno illustrato con la storia inventata che è stata anche drammatizzata con il linguaggio del corpo.
LE TARTARUGHE SCOMPARSE racconta che un giorno le uova delle tartarughe marine scompaiono dai loro nidi sulla spiaggia e che le bambine e i bambini si mettono alla loro ricerca. Per riuscire a salvarle dovranno affrontare pericoli e attraversare passa-porta misteriosi e che, grazie al loro coraggio ed amicizia, vittoriosi riporteranno le uova nei loro nidi.
Le attività del laboratorio sono state promosse da Il Piccolo Principe APS nell’ambito delle attività pianificate nel Piano Sociale con il Comune di Pescara
GIULIANOVA ALTA E GIULIANOVA LIDO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Convegno in Sala Buozzi sulle vicende storiche riguardanti Mercoledì, 20 dicembre
Giulianova, 19 dicembre 2023. Mercoledì prossimo, 20 dicembre, alle 18:30, in Sala Buozzi a Giulianova Alta, su iniziativa dell’Associazione Culturale Obiettivo Giulia_Nova, si terrà il convegno Dalla Rocca alla Marina: evoluzione di una città.
L’incontro sarà una preziosa occasione di approfondimento del processo storico che portò, dopo il 1863, alla nascita e quindi allo sviluppo dell’attuale Giulianova Lido. Di particolare interesse, l’analisi dei suoi rapporti con Giulianova Alta nel corso del tempo, tra progettazioni urbanistiche e dinamiche espansive.
Dopo il saluto del sindaco Jwan Costantini e l’introduzione di Fabrizio Bonaduce, Presidente dell’associazione, moderati da Sara Palladini, interverranno Ottavio Di Stanislao, direttore emerito dell’Archivio di Stato di Teramo, che parlerà di Giulianova tra il periodo postunitario e l’età giolittiana. Quindi, lo storico Sandro Galantini, dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche, illustrerà le vicende urbanistiche cittadine dal 1922 al 1940.
Conclusioni affidate all’assessore ai Lavori pubblici Giampiero Di Candido.
CASA PER CASA-STREET FIGHT
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Secondo appuntamento teatrale con la Storia che, nel 1943, entrò tragicamente e violentemente nelle case degli ortonesi
Ortona, 18 dicembre 2023. Ferite aperte che, a 80 anni di distanza, sono ancora vive nella memoria di una popolazione uscita stremata dalla Battaglia della Seconda Guerra Mondiale durante la quale si affrontarono, strada per strada, Alleati e Tedeschi e che valse alla città la Medaglia d’oro al Valor civile.
Sul palcoscenico del teatro Francesco Paolo Tosti andrà in scena, mercoledì 20 dicembre alle 20:45, “Casa per Casa: il racconto della Battaglia di Ortona” del Teatro del Krak basato sul libro “I pellerossa che liberarono l’Italia” di Matteo Incerti (Corsiero editore).
Il Comune di Ortona, la sezione “Dario Serafini” dell’ANPI di Ortona, lo SPI-CGIL celebreranno i drammatici fatti dell’autunno-inverno 1943 trasportando il pubblico proprio in quei giorni attraverso il racconto personale di due soldati canadesi, nativi nordamericani: Gordon Yellow Fly del popolo Siksika, Blackfoot, sepolto nel cimitero canadese di San Donato, e George Campion, metis, che, tra gli atti di valore, compì anche quello di salvare un neonato dalle braccia della madre morta rischiando la propria vita.
Nell’autunno del 1943 la storia con la S maiuscola incontrò le storie personali degli abitanti della città e di coloro che vennero ad affrontarsi per le strade di Ortona. Fu un incontro fatale, che portò morte e distruzione di cui Ortona porta ancora oggi i segni.
“Con le iniziative pensate in occasione degli 80 anni dalla Battaglia di Ortona condivise e sostenute dall’amministrazione comunale, vogliamo dare spazio alla Memoria, ricordando coloro che hanno perso la vita, civili e militari, nel tragico inverno del 1943”, sottolinea Antonio Pellegrini, presidente della locale sezione ANPI, “la nostra, però, non vuole essere solo un’iniziativa che guarda al passato in maniera statica. Il ricordo deve servire alle nuove generazioni per costruire, su quelle macerie e su quella disperazione, gli anticorpi a derive dittatoriali, come furono il fascismo e il nazismo, che neghino i diritti, quelli con la D maiuscola. Per questo, nelle scorse settimane, sono stati avviati, in collaborazione con lo SPI-CGIL, dei progetti nelle scuole di Ortona grazie alla partecipazione e all’impegno di docenti che hanno aderito con entusiasmo a questa idea che guarda certamente al presente e al futuro. Lo spettacolo che sarà in scena mercoledì sera è stato proposto grazie alla volontà dell’amministrazione anche agli studenti ortonesi. Non dimentichiamo mai ciò che è accaduto tenendo ben in mente che la storia debba fare da guida alle giovani generazioni.”
DIPLOMI DELLE SENTINELLE DI CIVILTÀ E FELICITÀ
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Con la Scuola Primaria Fabbiani si conclude l’attività progettuale di “Sentinelle di Civiltà e Felicità” per le scuole primarie del territorio angolano.
Città Sant’Angelo, 18 dicembre 2023. “Diplomiamo oggi tante nuove giovani sentinelle con le tre classi quinte della primaria Fabbiani di Marina di Città Sant’Angelo. I bambini sono stati straordinariamente attenti, partecipi ed entusiasti di apprendere ed analizzare concetti difficili come l’empatia e il pregiudizio, passando attraverso un’analisi delle parole da non dire.
Insegnare ai giovani alunni che i termini legati alla disabilità non devono essere usati, come spregevolmente spesso accade tra gli adulti, come insulto è tra le cose fondamentali per costruire una società inclusiva. Ringraziamo l’amministrazione comunale per aver patrocinato il progetto e la Dirigente Romano per credere nella necessità di formare i futuri cittadini con un occhio rivolto all’inclusione delle diversità.
“I bambini si sono anche cimentati nella passeggiata empatica insieme ai loro insegnanti, quasi increduli di quanto possa essere complesso spostarsi in carrozzina” così Claudio Ferrante ideatore e realizzatore del progetto in qualità di Disability manager ed esperto esterno in tantissime scuole.
Queste le parole della Dirigente Lorella Romano sostenitrice del progetto sin dai suoi primissimi passi quasi dieci anni fa: ”Oggi si conclude per il secondo anno il percorso Sentinelle di Civiltà e Felicità con i bambini della Primaria Fabbiani, con il patrocinio del Comune di Città Sant’Angelo. Con Claudio Ferrante e Carrozzine Determinate, i nostri più piccoli studenti si scoprono attenti, sensibili, accoglienti e pronti a profonde riflessioni. Il processo avviato è quello che porta ad appassionarsi alla Vita e alle sue diversità, imparando ad abbandonare l’immaginario collettivo dei nostri antenati e di molti ignoranti, contemporanei, che pensano alla disabilità come all’Homo sapiens monstruosus, l’infelice e spaventosa creatura delineata nel Settecento dallo «scienziato» Carl von Linné”.
“ L’associazione Carrozzine Determinate con tutto il suo direttivo è’orgogliosa di patrocinare costantemente e portare avanti questo progetto nelle scuole per la formazione di nuove coscienze sociali, perché parlare di disabilità non è difficile se lo si sa fare. Ringraziamo per la collaborazione preziosa la sanitaria Artes di Montesilvano per la fornitura delle carrozzine” così Mariangela Cilli segretaria dell’associazione.
Claudio Ferrante
Presidente Associazione Carrozzine Determinate
NASCE ABRUZZO MEDIO ADRIATICO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Confindustria: approvata oggi dalle assemblee la fusione tra Confindustria Chieti Pescara e Confindustria Teramo
Pescara, 18 dicembre 2023. Si chiama Confindustria Abruzzo Medio Adriatico delle province di Chieti Pescara e Teramo: è nata oggi dopo il sì delle Assemblee delle due associazioni che ha decretato la fusione tra Confindustria Chieti Pescara e Confindustria Teramo.
La cerimonia che si è svolta all’Hotel Hermitage a Silvi (TE) lascia il segno nella storia associativa della nostra Regione: la piena identità negli obiettivi dei due Presidenti Silvano Pagliuca, presidente di Confindustria Chieti Pescara e Lorenzo Dattoli, presidente di Confindustria Teramo, ha portato al raggiungimento di questo importante traguardo per le oltre mille imprese rappresentate.
Un progetto che si inserisce nel nuovo orizzonte organizzativo dell’intero sistema associativo italiano, tanto che Carlo Bonomi, Presidente Confindustria, non ha voluto mancare all’appuntamento, sottolineando la sua soddisfazione per il risultato ottenuto dai due presidenti abruzzesi a vantaggio di tutte le imprese del territorio.
Oltre 200 gli imprenditori presenti a testimoniare la condivisione di prospettive, ambizioni ed orizzonti per l’economia abruzzese. Una visione in cui l’imprenditore è al centro di un dialogo tra impresa e istituzioni per fronteggiare le sfide del futuro. Una rete vastissima, quindi, che ha manifestato la sua voglia di fare: di fare impresa, di lavorare, di valorizzare il territorio, di fare squadra, dal nord al sud dell’Abruzzo.
Silvano Pagliuca, che ne sarà il primo Presidente, ha dichiarato: “Abbiamo scritto l’obiettivo a penna e il cammino a matita. A volte abbiamo usato la gomma per cancellare alcuni tratti rettilinei inserendo le curve ma mai a gomito. E passo dopo passo, giorno dopo giorno, ci siamo resi conto di quanto fosse pericoloso restare fermi. Perciò siamo stati inclusivi, siamo inclusivi e lo continueremo ad essere. Il prossimo obiettivo che scriviamo sin da ora a penna è quello di una Confindustria regionale. Oggi ci sono soltanto due tipologie di aziende: quelle che cambiano e quelle che scompaiono. E noi oggi con questa fusione abbiamo voluto essere protagonisti del cambiamento.”
Lorenzo Dattoli sarà il Vicepresidente Vicario di Confindustria Medio Adriatico e ha così espresso la sua soddisfazione per lo storico traguardo: “Aumentare la rappresentatività della nascente nuova territoriale, che avrà dimensioni maggiori anche di regioni come il Molise e la Basilicata, vuol dire imporsi come elemento aggregante per servizi e opportunità. La nuova associazione darà come benefici maggiore cooperazione fra le aziende, con gli altri Istituti ed Enti della Regione; unirsi è uno strumento per affrontare mercati sempre più sfidanti e per uno sviluppo del tessuto industriale dell’Abruzzo. Ma anche per affrontare le sfide della modernità e dell’innovazione. La sfida dell’imprenditoria non sta solo nel creare valore per sé stessi, ma nell’essere un fattore positivo per il progresso della società, sapendo che il successo non viene mai raggiunto individualmente, ma collaborando e sostenendosi reciprocamente”.
Luigi Di Giosaffatte ricoprirà il ruolo di Direttore Generale, mentre quello di vicedirettore verrà ricoperto da Luciano De Remigis.
Confindustria Abruzzo Medio Adriatico per numero di imprese aderenti si pone tra le più grandi associazioni del Mezzogiorno, superando anche alcune realtà regionali del Sud Italia. Avrà sede legale e principale a Pescara in Via Raiale 110/bis, sede operativa a Teramo in Via Isidoro e Lepido Facii snc – Frazione di Sant’Atto – Zona Industriale Servizi con il mantenimento anche degli Uffici Territoriali di Vasto e di Val di Sangro.
L’operazione di unificazione è nata dall’esigenza di rafforzare in ambito interprovinciale, regionale e nazionale la rappresentanza delle imprese produttrici di beni e servizi di un’area estesa che confina con due regioni e precisamente a sud con il Molise ed al nord con la Marche. Tale rafforzamento è propedeutico ad aumentare la rappresentatività e il ruolo del sistema delle imprese all’interno della Macro Regione Adriatico-Ionica.
La realizzazione di un’unica importante Associazione confederata tra le tre province abruzzesi segna un ulteriore passo avanti nel percorso di unificazione interprovinciale avviato nel 2014 dagli allora presidenti delle Confindustrie di Chieti e di Pescara Paolo Primavera ed Enrico Marramiero – anch’essi presenti all’Assemblea odierna – ed è premessa indispensabile per migliorare il livello di qualità e di efficienza dei servizi erogati, in particolare per le PMI. La fusione viene altresì incontro alle esigenze di razionalizzazione che le grandi imprese multilocalizzate chiedono per evitare la frammentazione della rappresentanza sul territorio nazionale.
DUE PROGETTI DI RICERCA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
UnivAQ partecipa a Dottorato di interessa nazionale in Catalisi
L’Aquila, 18 dicembre 2023 – Il 18 e 19 dicembre 2023 l’Università degli Studi di Perugia è la sede del kick-off meeting del Dottorato Nazionale in Catalisi, un ambizioso progetto formativo e di ricerca che coinvolge 26 università italiane, prestigiosi enti di ricerca come CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), INSTM (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali), CIRCC (Consorzio Interuniversitario per le Reattività Chimiche e la Catalisi), e numerose aziende che hanno sostenuto il corso attraverso il cofinanziamento di borse di studio o la partecipazione al collegio docenti.
Il corso è un’importante iniziativa che unisce forze accademiche, istituzionali e industriali nell’approfondimento della catalisi, un campo cruciale per lo sviluppo sostenibile, la transizione ecologica e l’innovazione chimica. Al momento, il Dottorato Nazionale in Catalisi conta la partecipazione di 30 dottorandi provenienti da tutto il mondo, riflettendo l’interesse internazionale e la risonanza globale del corso.
Il Prof. Luigi Vaccaro, coordinatore nazionale del Dottorato Nazionale in Catalisi, sottolinea il contesto di riferimento del dottorato e l’importanza della catalisi nell’economia e nel sistema paese, dichiarando: “Il Dottorato di Interesse Nazionale in Catalisi è stato reso possibile grazie alla collaborazione di 26 università, 5 centri di ricerca e istituzioni, e 15 aziende italiane e straniere. La catalisi è il motore trainante di molte industrie cruciali per la competitività del sistema produttivo italiano ed europeo. Attraverso la ricerca avanzata e la formazione di talenti, intendiamo consolidare il ruolo della catalisi per affrontare sfide globali e promuovere soluzioni sostenibili. Il Dottorato Nazionale in Catalisi rappresenta quindi un passo significativo verso la creazione di una rete di eccellenza che favorirà lo sviluppo di competenze avanzate nel campo della chimica, contribuendo allo sviluppo di soluzioni innovative e sostenibili per le sfide del nostro tempo.”
L’Università degli Studi dell’Aquila partecipa attivamente al Dottorato di Interesse Nazionale in Catalisi con due progetti di ricerca, uno focalizzato su argomenti inerenti alla catalisi eterogena mediante lo sviluppo di materiali porosi, riciclati da biomasse, per lo stoccaggio di idrogeno e l’altro su catalisi supramolecolare e organocatalisi sia per lo sviluppo di nuove metodologie sintetiche per molecole ad alto valore aggiunto che per aumentare la sostenibilità di prodotti di uso quotidiano.
“Questa iniziativa dei dottorati di interesse nazionale, complementare ai dottorati di ricerca tradizionali, basandosi sull’aggregazione di competenze e beneficiando di un coordinamento nazionale che consente la condivisione di risorse e opportunità, permette di valorizzare le eccellenze scientifiche dei giovani dottorandi anche nelle sedi universitarie più piccole, come la nostra, garantendo loro l’accesso a infrastrutture di ricerca nazionali altrimenti meno fruibili”, aggiunge il Prof. Marcello Crucianelli, Ordinario di Chimica Generale ed Inorganica al DSFC, dipartimento di Scienze Chimiche e Fisiche UnivAQ.
“L’opportunità che una dottoranda possa fare ricerca in un network nazionale, avendo collaborazioni con colleghi e aziende in un ampio spettro, è un alto valore aggiunto per il nostro Ateneo che promuove e crede nella formazione e nel territorio. Inoltre, l’investimento della Fater SpA, per cofinanziare un progetto di ricerca portato avanti da una giovane ricercatrice, testimonia quanto le aziende ripongano fiducia nel nostro Ateneo, nei nostri ricercatori e nella ricerca che portiamo avanti in un contesto ampio”, conclude il prof. Armando Carlone, professore associato in Chimica Organica al DSFC.
INCLUDI LAVORO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Al via il progetto di inclusione lavorativa per persone svantaggiate e disabili psichiatrici. L’Unione di Comuni“Città Territorio Val Vibrata”, capofila dell’intervento
Sant’Omero, 18 dicembre 2023. Questa mattina, presso la sede dell’Unione di Comuni Città Territorio Val Vibrata a Sant’Omero si è costituita un’Associazione Temporanea di Scopo per dare il via al progetto di inclusione lavorativa, “Includi Lavoro, destinato a persone svantaggiate e con disabilità psichiche. L’intervento è stato finanziato dalla Regione Abruzzo con 1 milione 291 mila euro (nell’ambito del progetto Abruzzo include 2) e individua l’Ambito Distrettuale Sociale “Val Vibrata” come capofila.
Della nuova Ats fanno parte, oltre all’Ambito “Val Vibrata” (Unione Comuni Val Vibrata), l’Ambito Distrettuale Sociale “Tordino – Vomano” (Unione di Comuni “Terre del Sole”); l’Asl di Teramo (attraverso il Dipartimento di Salute Mentale); l’organismo di formazione accreditato dalla Regione Abruzzo P.D. Formazione & Servizi e l’agenzia per il lavoro Manpower.
L’iniziativa coinvolgerà 18 Comuni (Alba Adriatica, Ancarano, Civitella del Tronto, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Martinsicuro, Nereto, Sant’Egidio alla Vibrata, Sant’Omero, Torano Nuovo e Tortoreto, Bellante, Giulianova, Morro d’Oro, Mosciano Sant’Angelo, Notaresco e Roseto degli Abruzzi) ed è rivolta a 140 utenti (compresi i nuovi richiedenti) dei Servizi sociali. Nello specifico: 65 utenti presi in carico dall’Ambito Val Vibrata, 45 utenti dall’Ambito Tordino-Vomano e 30 utenti del Dipartimento di Salute Mentale della Asl di Teramo.
La proposta vuole rappresentare un importante strumento di contrasto al crescente fenomeno dell’esclusione sociale e della povertà nelle sue diverse forme. L’iniziativa, che avrà durata di 24 mesi, si pone l’obiettivo specifico di prendere in carico 140 destinatari che mediante i progetti personalizzati saranno avviati a tirocini extracurriculari, tirocini inclusivi e borse lavoro.
In sintesi, l’intervento sarà articolato in 2 linee: la linea 1 prevede la presa in carico dei destinatari con progetti personalizzati di inclusione sociale. Contemporaneamente sarà pubblicato uno specifico avviso pubblico mediante il quale saranno raccolte le manifestazioni di interesse da parte dei potenziali soggetti aventi diritto; la linea 2 invece prevede l’attivazione dei tirocini extracurriculari in favore di 70 utenti della durata di 12 mesi con un impegno di 25 ore settimanali e con un’indennità mensile di 600 euro; l’avvio dei tirocini inclusivi in favore di 40 utenti della durata di 12 mesi con un impegno di 25 ore settimanali e con un’indennità mensile di 500 euro; borse lavoro in favore di 30 utenti, con disagio psichico, per una durata di 12 mesi ed un’indennità di partecipazione mensile di 340 euro.
“Oggi si apre una preziosa porta di accesso al mondo del lavoro per i soggetti più deboli e in particolare condizione di difficoltà socio-economica e comunque in carico ai servizi socio-assistenziali, sanitari e/o socio-sanitari territoriali>>, afferma congiuntamente il presidente dell’Unione di Comuni Val Vibrata, Massimo Vagnoni ed il suo omologo dell’Unione di Comuni “Terre del Sole”, Mario Nugnes. <<Si tratta di un intervento molto importante perché favorisce le condizioni di inserimento nel mondo del lavoro di persone che per diversi motivi si trovano in una particolare condizione di svantaggio e fragilità attraverso percorsi personalizzati di inclusione sociale; le opportunità formative e occupazionali offerte diventano così uno strumento prezioso per il recupero di una autonomia personale e per la realizzazione del proprio progetto di vita. Saranno attivati almeno 140 progetti individualizzati di accompagnamento al lavoro, compresi tirocini e borse lavoro, prevedendo per ciascuno l’erogazione di una indennità mensile di partecipazione quale sostegno all’inclusione attiva dei destinatari fino ad un importo massimo mensile di 600 euro.
Inoltre, particolare attenzione verrà data anche alla promozione della parità di genere, facilitando quanto più possibile la partecipazione dei tirocinanti gravati da un grave carico di cura di familiari conviventi, attraverso l’erogazione di voucher fino a 1000,00 euro a copertura dei costi dei servizi di assistenza alla persona che consentano di organizzare i propri tempi in modo da poter partecipare al progetto (ad esempio servizi di assistenza e cura in caso di persona con minori, anziani e diversamente abili), e ancora dei costi per il trasporto e l’eventuale vitto.”
INCONTRO CON IL PEDAGOGISTA CRISTIANO CORSINI
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Chieti – Auditorium del Rettorato – 20 dicembre 2023 – ore 16:00
Chieti, 18 dicembre 2023. Mercoledì 20 dicembre, alle ore 16.00, presso l’Auditorium del Rettorato a Chieti, l’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, ospiterà Cristiano Corsini, professore ordinario di Pedagogia sperimentale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. Già docente della d’Annunzio dal 2017 al 2019, il prof. Corsini torna nel capoluogo abruzzese per un incontro/dibattito con docenti e formatori provenienti da tutta la Regione sul tema della valutazione.
Da sempre impegnato nella formazione dei docenti e sulle prospettive della docimologia, autore di numerose pubblicazioni e riferimento scientifico di diverse piattaforme specializzate, Cristiano Corsini rappresenta oggi una voce autorevole nel panorama docimologico e raccoglie l’eredità della grande tradizione pedagogica italiana che, a partire da Visalberghi e Vertecchi, ha affrontato e ridefinito i confini della valutazione formativa e trasformativa.
L’evento sarà introdotto dai saluti istituzionali del Pro-Rettore vicario, professor Carmine Catenacci, del Direttore del Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali, professor Stefano Trinchese, della professoressa Ilaria Filograsso, Direttrice del CAMAFI (Centro di Ateneo Multidisciplinare per l’Alta Formazione degli Insegnanti) e vedrà gli interventi dei professori Claudio Crivellari e Maila Pentucci.
L’ultima fatica del professor Corsini è “La valutazione che educa. Liberare insegnamento e apprendimento dalla tirannia del voto” (FrancoAngeli editore). Rivolta a insegnanti, dirigenti, studenti e a chiunque abbia a che fare con la valutazione in campo educativo, l’opera analizza alla radice la funzione stessa che viene attribuita al processo valutativo, gli errori da evitare e gli approcci, i metodi, le attività e gli strumenti da adottare ai fini della formulazione di riscontri valutativi validi, rigorosi e trasformativi.
La strada percorsa dalla valutazione educativa – spiega il professor Claudio Crivellari, docente di Pedagogia generale e sociale, presso il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze sociali della “d’Annunzio” – è da sempre contrassegnata da ostacoli e usare la valutazione come dispositivo riproduttivo di selezione meritocratica rappresenta una scelta che minimizza lo sforzo di insegnanti, studentesse e studenti e consente al sistema di legittimare iniquità altrimenti insostenibili. Al contrario – conclude il professor Crivellari – l’impiego della valutazione come prassi democratica e strategia trasformativa comporta quel rigore metodologico e quell’assunzione di responsabilità che scoraggiano individui poco propensi a mettere in discussione valori e rapporti di potere consolidati.
Maurizio Adezio
MAXI TOMBOLATA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Dolci della tradizione e allegria
Luco dei Marsi, 18 dicembre 2023. Piccoli premi, sorprese, cartelle e tombolini, fragranti dolci della tradizione preparati dalle abili mani delle “Femmene de ‘na ‘ota”, brindisi e allegria: tutto pronto a Luco dei Marsi per la maxi-tombolata, aperta a tutti, in programma per domani, martedì 19 dicembre, dalle 15, nelle sale dell’ex municipio.
L’evento, annoverato nella rassegna natalizia a tema: “Natale sotto l’Albero”, è organizzato dall’Amministrazione comunale in sinergia con la Pro Loco cittadina e il Gruppo Alpini luchese. Nella cucina sociale, da poco completamente ristrutturata e attrezzata, la nutrita squadra delle “Femmene de ‘na ‘ota” preparerà i classici “Frittejji” di ceci e di patate, secondo rodate ricette, personalizzate unicamente con le piccole varianti concesse all’estro personale ma rigorosamente aderenti alla preparazione tradizionale, così come tramandata da nonne e mamme.
La “squadra speciale” delle cuoche sarà all’opera già dalla giornata di oggi.
“Ci sono momenti e profumi che più di altri richiamano il Natale, le sue atmosfere, la sua gioia,
e così è di sicuro per la tradizionale tombolata, accompagnata dai nostri dolci tipici del periodo. Per questo abbiamo voluto organizzarne un formato maxi, aperta a tutti, un momento di condivisione “social” veramente e tutt’altro che virtuale”, sottolinea la sindaca Marivera De Rosa, “Si passa sempre più tempo online e sempre meno insieme alle persone, ma a fare la differenza, tante volte, è un sorriso, una vicinanza, una bonaria battuta spontanea, una mano tesa, tutto quello che può trasmettere davvero calore umano.
Abbiamo pensato questa iniziativa, dunque, come momento di più ampia partecipazione e condivisione, dal sapore un po’ antico ma autentico. Grazie alla buona volontà e alla bravura delle vulcaniche “Femmen de ‘na ‘ota”, che ringrazio, insieme alla pro Loco e al Gruppo Alpini, potremo gustare, tra una tombolata e l’altra, anche alcuni dei dolci più amati del periodo. Invito tutti a partecipare”.
STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE POLIZIA LOCALE ABRUZZO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Chieti, 18 dicembre 2023. Il CSA RAL, Organizzazione Sindacale maggiormente rappresentativa della Polizia Locale ha appreso del convegno “Stato dell’arte e Prospettive Polizia Locale Abruzzo” in programma il prossimo martedì 19 dicembre a Sant’Omero e riguardo alla situazione della Polizia Locale evidenzia quanto segue:
1) La Regione ha approvato un Regolamento regionale che è inadeguato alle esigenze della Polizia Locale, contiene disposizioni controverse e illegittime che non salvano i diritti acquisiti e costituiscono un grave danno per la Polizia Locale ed i suoi Addetti:
2) La Regione non finanzia, non programma e non realizza le attività formative del personale di Polizia Locale come stabilito dalla D.G.R. n. 177/2022 e non finanzia il funzionamento dell’Osservatorio di Polizia Locale come stabilito dalla D.G.R. n. 769/2020;
3) La Regione non ha stabilito i requisiti per la selezione del personale di Polizia Locale;
4) La Regione nei casi diffusi di persistente inerzia/inadempimento degli Enti Locali non interviene nei loro confronti.
Il CSA RAL ricorda all’Assessore reg.le Quaresimale ed al Presidente della I Commissione Consiliare reg.le Montepara, che parteciperanno al convegno, che lo stato dell’arte della Polizia Locale ha portato il 31/08/23 allo stato di agitazione degli Addetti di Polizia Locale d’Abruzzo con tre manifestazioni molto partecipate il 27/09/23 a Pescara, il 25/10/23 e il 21/11/23 a L’Aquila.
Il CSA RAL ha anche presentato ricorso per l’annullamento del Regolamento reg.le in materia di Polizia Locale. Appare evidente la poca attenzione degli organi politici della Regione alla organizzazione e al funzionamento della Polizia Locale. Anche gli organi politici degli Enti Locali non adeguano l’organizzazione della Polizia Locale alle disposizioni vigenti in materia.
Il CSA RAL ricorda al Referente Anci Polizia Locale /Sindaco di Silvi, anch’esso partecipante al convegno, che i propri Addetti di Polizia Locale da qualche giorno sono in stato di agitazione per questioni organizzative. L’evoluzione del ruolo della Polizia Locale non consente ulteriori ritardi nella attuazione e applicazione delle norme vigenti/evidenziate.
Il CSA RAL, anche grazie al Sottosegretario al Ministero dell’Interno, auspica la piena ed immediata attuazione della L.R e delle disposizioni emanate al fine di assicurare un Servizio di Polizia Locale qualificato, efficiente/efficace e funzionale.
CSA RAL Coordinamento Reg.le Abruzzo Walter Falzani
FORMAGGI E BIRRE ARTIGIANALI in degustazione per Ab Cheese
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Abruzzo Airport. L’appuntamento è alle 18 al primo piano del terminal
San Giovanni Teatino, 18 dicembre 2023. Proseguono gli eventi natalizi organizzati all’interno di Abruzzo Airport. Dopo la prima serata che si è svolta mercoledì scorso dedicata all’olio extravergine di oliva, con una trentina di produttori abruzzesi che hanno portato in degustazione i loro Evo, mercoledì 20 dicembre si svolgerà Ab Cheese. Organizzato in collaborazione con il ristorante Concorde, l’evento vedrà in degustazione i formaggi abruzzesi, abbinati alle birre artigianali.
Parteciperanno il Consorzio Produttori Pecorino di Farindola, Taberna Imperiale, La Mascionara, Valle Scannese Gregorio Rotolo, Caseificio Fratelli Del Mastro, La Collina di Mariù, Fratelli Marronaro, che porteranno all’assaggio il pecorino di Farindola, di Atri, di Pizzoli, il grana di Pecora, il canestrato di Castel del Monte, i formaggi di La Mascionara di Campotosto e di Del Mastro. In degustazione ci saranno anche le birre di Mezzo Passo, Almond ‘22 e Birrificio Maiella. Presenti anche gli studenti dell’istituto alberghiero De Cecco.
“Con questi eventi l’Aeroporto d’Abruzzo diventa una vetrina delle eccellenze gastronomiche della nostra regione – spiega il vicepresidente di Saga, Alessandro D’Alonzo -. L’evento sugli oli è stato un successo e siamo certi che anche i prossimi appuntamenti, grazie alla qualità dei produttori coinvolti, richiameranno ulteriore attenzione”.
La settimana prosegue poi giovedì mattina, con gli studenti della scuola media del comprensivo 3 che alle 10 si esibiranno in un concerto di Natale. A seguire, alle 11,30, si terrà la presentazione del libro “Fino a Te” di Paola Tolone, la testimonianza dell’autrice, affetta da Sla, (sclerosi laterale amiotrofica), del periodo più impegnativo della sua vita e di come lo ha e lo sta affrontando tra forza psicologica, valori familiari e fede.
Il cartellone eventi si chiuderà mercoledì 27 dicembre, alle 19, con Calici in Airport, l’evento, giunto alla sua seconda edizione, organizzato in collaborazione con Ais Abruzzo, l’associazione italiana sommelier. Sempre al primo piano, i sommelier dell’associazione proporranno in degustazione i vini della regione per un viaggio attraverso la proposta vinicola abruzzese. L’appuntamento sarà arricchito dal concerto del travolgente The Precious Gospel Singers, diretto dal maestro Giulia Martella, che si esibirà nelle più belle canzoni di Natale, in un repertorio classico gospel e spirituals.
Marcella Pace
ATTACCO ALLA PARROCCHIA DI GAZA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Il cardinale Zuppi telefona al cardinale Pizzaballa. Le scene durante un bombardamento
Politicainiseme.com, 18 dicembre 2023. Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, ha telefonato stamane al Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, per esprimere la vicinanza delle Chiese in Italia alla comunità di Gaza all’indomani dell’attacco alla parrocchia cattolica della Sacra Famiglia in cui hanno perso la vita due donne e altre due persone sono rimaste gravemente ferite. Lo riferisce una nota della Conferenza Episcopale Italiana.
“A pochi giorni dal Natale – ha detto il Cardinale Zuppi – uniamo le nostre voci a quella di Papa Francesco ed eleviamo la nostra preghiera perché il rumore delle armi si trasformi in canto di pace. Il Bambino che viene ci invita a chinarci sul dolore di quanti stanno soffrendo a causa di questa guerra mondiale a pezzi, in particolare in Terra Santa. Auspichiamo che la comunità internazionale faccia ogni sforzo per arrivare ad una soluzione che garantisca i diritti di tutti, a partire da quelli al cibo e alle cure per la comunità palestinese”.
Stamane durante l’Angelus anche il Papa ha condannato l’accaduto.
COSA C’ENTRA IL NATALE con la salute mentale di persone e comunità
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Natale che torna è un tentativo di risposta, non il solo tra le religioni del mondo. Una risposta pro-sociale, che merita ascolto
di Domenico Barrilà
Un musulmano prega nel retro della sua bancarella, prima che il mercato cominci a popolarsi. L’uomo, canuto, una sessantina d’anni, tiene le mani accostate coi palmi concavi e rivolti verso l’alto. Riesco a cogliere la mitezza che sprigionano i suoi gesti e il suo sguardo, indirizzati a est, verso un luogo e un Soggetto che lui sente accoglienti. Alla fine, lieve come una piuma, si inchina con deferenza, poi torna al suo lavoro, incluso nell’invocazione, se stava chiedendo all’unico Dio anche di propiziare una buona giornata di commerci. Tanti cristiani fanno la stessa cosa, come i credenti di qualsiasi fede. Le loro intenzioni viaggiano verso lo stesso destinatario, ispirate da desideri comuni, così elementari da apparirci persino banali, ma non lo sono per nulla, e se riconoscessimo a tutti i nostri simili la dignità delle loro preghiere o del loro ateismo, saremmo a metà dell’opera e le religioni avrebbero davvero un senso.
Gesti educati, non bellicosi, quelli del negoziante in preghiera, figli dell’incessante ricerca del trascendente, che accompagna gli esseri umani da quando sono apparsi sul Pianeta e iniziavano a domandarsi a chi dovessero la loro presenza, così fragile, incerta eppure sorprendente. Il Natale che torna è un tentativo di risposta, non il solo tra le religioni del mondo. Risposta pro-sociale, merita ascolto. Anni prima, mi accingevo a incontrare i detenuti di un carcere del Centro Italia. La persona incaricata di prelevarmi in albergo era giunta con forte ritardo, a causa di un imprevisto, facendo slittare l’inizio del confronto di oltre un’ora.
Poco dopo l’avvio della conversazione, un uomo minuto, estremamente gentile, si era alzato per comunicarmi, scusandosi, che lui e i suoi “fratelli” sarebbero usciti per recarsi presso la cella adibita a Moschea, perché era il giorno della loro preghiera. Il ritardo li costringeva a rinunciare al nostro incontro. Tuttavia, di lì a poco rientrarono e lo stesso portavoce comunicò che, ottenuto dagli agenti il permesso di posticipare la loro preghiera, avevano deciso di seguire il nostro incontro. “Preferiamo rimanere coi nostri amici detenuti ad ascoltarla”. Civiltà, ragionevolezza e assenza totale di fanatismo. Nei due episodi riferiti il tema è la preghiera, ospite fisso per una miriade di esseri umani, diritto inviolabile, che tuttavia sovente è messo in discussione negando ai credenti i luoghi per esercitarla. Accade che qualche amministratore pubblico in debito di umanità, cercando di lucrare sui sentimenti di inospitalità che albergano in molti dei suoi concittadini, attacchi le manifestazioni dello spirito.
Invece di rieducare i cittadini riottosi, facendoli evolvere verso forme di sentire più raffinate, si preferisce usarli come dardi per garantirsi consenso a basso costo. In realtà, le conseguenze di tali barbare ostilità possono essere gravi, perché coloro che non si sentono riconosciuti nel proprio bisogno più nobile, da possibili contributori del bene comune potrebbero trasformarsi in tossine. Utilizzare la diversità di credo come pretesto di fratture civili e umane o, peggio, esibire simboli religiosi per procacciarsi vantaggi, rappresentano segnali di strutture interiori arcaiche o addirittura disturbate, che finiranno per compromettere la qualità della convivenza. Le religioni non sono nate per questo. Una persona sana è per natura consapevole del comune destino cooperativo, al quale dobbiamo tutto ciò che ci circonda. L’integralismo religioso e politico nonché il loro uso per fini personali, confinano immancabilmente con la presenza di carenze interiori spesso importanti, che si collocano alle soglie della malattia.
Nel mio lavoro clinico appare sempre limpidamente, per questo tempo fa mi ero cimentato nell’impresa di spiegare ai bambini come rapportarsi all’idea di Dio, rispettando quelle dei propri simili sullo stesso tema. Uno dei passaggi più ostici era stato raccontare che non c’è contraddizione nel fatto che si riscontrano fedi diverse anche di fronte a un possibile unico Creatore (posto che esista, anche questa è un’ipotesi ragionevole.)
“Dio è come una nuvola che viaggia per il mondo e appartiene a tutti, anche a quelli che non la vedono passare”. “Ognuno la chiama in modo diverso, ma è sempre la stessa nuvola”. Una nuvola che da qualche parte porterà l’ombra ristoratrice, in un altro luogo la pioggia e in un altro ancora la neve, ma è ancora lei. Così avevo scritto. Sempre rivolgendomi ai bambini, dicevo: “Forse senza le religioni le persone non si farebbero domande su Dio oppure ognuna di loro si costruirebbe un proprio dio, e questo le farebbe litigare ancora di più”.
Materia preziosa e incandescente, la religione, nobile forma di pedagogia personale e civile, lo affermo da laico convinto, ma solo se non finisce in mani sbagliate, pronte a usarle per finalità bellicose e meschine, magari esibendosi davanti a un Presepe. Che è simbolo di pace, certo, ma proprio per questo andrebbe evocato per “avvicinare”, prendendo a pretesto la vicenda umana del suo protagonista, vittima di gravi pregiudizi, vivi più che mai soprattutto oggi. In terra e in mare.
Usare il Natale e il suo simbolo più universale, il Presepe, per rivendicare un’identità specifica o addirittura alludere a una superiorità tutta da dimostrare, significa distruggerne il significato, rimarcando, senza volerlo, l’abisso che separa la luce della buona religione dal baratro dell’oscurità, la differenza incommensurabile tra una religione vera e la proiezione delle nostre patologie.
Domenico Barrilà, analista adleriano e scrittore, è considerato uno dei massimi psicoterapeuti italiani.
È autore di una trentina di volumi, tutti ristampati, molti tradotti all’estero. Tra gli ultimi ricordiamo “I legami che ci aiutano a vivere”, “Quello che non vedo di mio figlio”, “I superconnessi”, “Tutti Bulli”, “Noi restiamo insieme. La forza dell’interdipendenza per rinascere”, tutti editi da Feltrinelli, nonché il romanzo di formazione “La casa di Henriette” (Ed. Sonda).
Nella sua produzione non mancano i lavori per bambini piccoli, come la collana “Crescere senza effetti collaterali” (Ed. Carthusia). È autore del blog di servizio, per educatori, https://vocedelverbostare.net/
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Le fonti “galattogene” nella tradizione popolare abruzzese
di Franco Cercone
[Pubblicato in “Quaderni di Tradizioni Popolari di Castel Vecchio Subequo e della Valle Subequana” Quaderno N. 1. A cura del Comune di Castelvecchio Subequo (Aq.), 1988.
N.d.r.: L’articolo è integrato con annotazioni ed integrazioni apportate successivamente dall’A.]
È nota a tutti una vecchia filastrocca riportata anche dal De Nino nel primo volume dei suoi Usi Abruzzesi e relativa ai giorni della prima settimana di febbraio:
«Agli due é la Cannelora,
agli tre Sante Biasce,
agli quattro n’è chibelle, agli cinque Sant’Agata bella» [1]
Agata, giovane catanese convertita al cristianesimo, subisce come sembra il martirio sotto Decio o forse sotto Diocleziano nel 251.
In base ad una Passio sorta molto tardi, probabilmente nel corso del VI secolo, la Santa appare depositaria di molti protettorati. Tra l’altro, poiché era invocata durante le eruzioni dell’Etna e quindi anche in occasione di incendi, essa è raffigurata spesso con una fiaccola presso una casa in fiamme o con una candela accesa in mano, specie in Austria e nella Germania meridionale dove ben presto il suo culto si diffonde in modo capillare ed assurge anche a protettrice dei minatori[2], mentre in Italia diventa addirittura patrona dei fabbricanti di campane.
In occasione del martirio alla vergine catanese furono recise le mammelle[3] e pertanto Sant’Agata venne invocata ben presto a salvaguardia delle malattie del seno ed in particolare dalle puerpere affinché mai venisse loro a mancare quel prezioso alimento che è appunto il latte materno e sul quale esse da sempre hanno fatto affidamento per la nutrizione dei bambini.
Per le donne del mondo rurale, sottolinea efficacemente il Dini, «la mancanza del latte rappresenta un dramma che coinvolge brutalmente l’esistenza della prole, perché nello stato precario in cui si trovano le masse contadine sarebbe stato quasi impossibile ricorrere a forme sostitutive (altra nutrice o diverse forme di alimentazione lattea), possibili solo per le classi abbienti»[4].
Questa situazione angosciante è ben descritta da A. Macdonell nel suo noto libro di viaggio In the Abruzzi[5],in cui l’A. sostiene peraltro che la storia d’Abruzzo è stata scritta più dalle donne che dagli uomini, i quali come pastori transumanti o perché impegnati in altre attività erano costretti a restare per la maggior parte dell’anno lontani da casa. Il duro lavoro sui campi e nei paesi di montagna anche il trasporto della legna – come si vede nella celebre tela Bestie da soma del Patini – costituivano una costante minaccia per la salute della donna, che temeva dopo il parto la formazione del latte stracco nel seno, cioè il latte reso poco nutriente dalle fatiche giornaliere. Donde il ricorso sia all’acqua di particolari sorgenti, ritenute per antica tradizione “galattogene” ed affidate alla protezione di particolari sante, fra cui in Abruzzo Sant’Agata, Santa Scolastica e Sant’Eufemia, che alla Madre di tutte le madri, a quelle Madonne cioè che effigiate nel momento sublime di allattare il Bambino, hanno dato luogo alla tipologia delle Madonne del latte di cui residuano in Abruzzo numerosi esempi: nelle tele (come la stupenda Madonna del latte di Matteo da Campli), negli affreschi (come quelli che si ammirano nella chiesa del XII secolo di Santa Maria ad Cryptas, a Fossa , ed in quella cinquecentesca di San Francesco a Carapelle Calvisio) e nella scultura[6].
Secondo il Reau la “Madonna che allatta” non è altra che la “Madonna delle Grazie” ed a tal proposito la Pasculli-Ferrara chiarisce che si tratta di “un tema caro all’iconografia cristiana, già sin dal medioevo, e sarà invece vietato all’epoca della Controriforma, perché considerato indecente e con chiari legami alla leggenda pagana di Giunone nutrice, e della Via Lattea”[7].E’ una tesi questa da accettarsi, a nostro avviso, con le dovute riserve, in quanto nella grande maggioranza le chiese erette sub titulo della “Madonna delle Grazie” non annoverano affreschi o statue raffiguranti la Madonna che allatta il Bambino, tema questo caro anche a Leonardo, come dimostra la Madonna del latte conservata nel Museo di San Pietroburgo. Una rilevante eccezione è costituita in area peligna dalla statua in legno policromo conservata presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Rocca Pia e che si distacca artisticamente dalle tipologie consuete, in quanto la Vergine è rappresentata, come evidenzia O. Leone,”in piedi e con il Bambino sul braccio sinistro, mentre con l’indice e il medio della mano sinistra preme la mammella come per far uscire il latte”[8].
Oltre che alla Madonna è ad alcune sante cui le donne del mondo rurale si rivolgono tuttora e fra esse va annoverata soprattutto Sant’Agata, che detiene insieme a Santa Scolastica e Sant’Eufemia il potere di far accrescere il latte nel seno materno. Alla luce delle testimonianze e fonti storiche in nostro possesso, esso sembra più antico rispetto al patronato contro le malattie del seno, fra le quali vanno necessariamente comprese anche le manifestazioni ipogalattiche.
«La mancanza del latte in alcune puerpere veniva attribuita a forze malvagie ed a fatture. Le conseguenze della ipogalattia erano ritenute veramente drammatiche (mortalità infantile), specialmente se il lattante non trovava adattamento a latte animale (capra o mucca). In questi casi (allergia al latte animale) l’unica soluzione era rappresentata dal prestito del latte, dalla presenza di una balia oppure dal ritorno della funzione lattea della madre, affidata alle fontane, alle pietre lattaiole, alle erbe galattofore, agli interventi della Madonna e di altre sante…»[9].
Nell’economia dei gruppi sociali rurali subalterni appariva prioritaria, come sembra, l’esigenza dell’abbondanza di latte materno rispetto alla difesa del seno da molteplici malattie di diversa natura. Non a caso infatti, nel quinto volume degli Usi e Costumi Abruzzesi, nessun cenno fa il De Nino di tali malattie in un capitolo intitolato, e ciò è significativo, Tumori, che si ricollega tuttavia a quanto lo studioso peligno sottolinea nel citato primo volume degli Usi.
Il ricorso a tante e benefiche Madonne del latte, implorate dalle donne nei casi di ipogalattia o malattie del seno, si associa diacronicamente a culti e pratiche votive idroterapiche mediante abluzioni rituali presso alcune fonti situate in un determinato spazio sacro, caratterizzato da ierofanie, e che si caricano di conseguenza di sacralità[10]. È lo spazio reso sacro dalla erezione del tempio (prima) e della chiesa (dopo) che rende sacra la fonte e ci sembra che l’analisi degli aspetti cultuali di Sant’Agata in area subequana confermi tale ipotesi.
La festa di Sant’Agata si svolge a Castelvecchio Subequo nel pomeriggio del quattro febbraio con particolare solennità e grande concorso di devoti, provenienti soprattutto dai centri limitrofi[11].
I complessi rituali che riguardano il culto professato alla Santa stanno diventando, anno per anno, oggetto di studio da parte di antropologi culturali, demologi e storici delle religioni, sicché il bel capoluogo dell’area subequana, da considerarsi oggi l’unico centro devozionale agatiano in Abruzzo, rappresenta uno degli importanti tasselli che compongono quel meraviglioso mosaico che è appunto il folklore peligno. Di una chiesa dedicata a Sant’Agata in Castello Vetulo (così appare il toponimo Castelvecchio nei primi documenti medievali) si parla già nella Bolla Corografica di papa Clemente III, emanata il 5 aprile 1188, ma essa deve considerarsi preesistente a tale data.
La Bolla suddetta menziona tutte le chiese esistenti in tale periodo a Castelvecchio Subequo e precisamente: Ecclesiam Sancti Johannis, Sancte Marie, Sancti Pamphili, Sancte Marie, Sancte Agathes, Sancti Andree, Sancti Angeli, Sancti Cosime, Sancti Petri, Sancti Jacobi, Sancti Nicolai, Sancti Thome, Sancti Pauli, Sancti Jagobi, Sancti Tusci, Sancti Potentis»[12].
Tali chiese, certamente di piccole dimensioni, erano per lo più rurali e di conseguenza molte di esse erano situate extra muros, come appunto quella attuale di S. Agata, sorta probabilmente sui resti dell’antico edificio menzionato nella Bolla Corografica del 1188 ed andato distrutto forse in seguito a terremoti.
Una prima descrizione, anche se succinta, della festa di Sant’Agata a Castelvecchio Subequo si deve ad Antonio De Nino ed essa riveste comunque una certa importanza perché ci permette di seguire l’evoluzione degli schemi rituali in un arco di tempo superiore ad un secolo:
«Nelle vicinanze di Castelvecchio Subequo – scrive appunto il De Nino in un brano dal titolo: Abluzioni in Sant’Agata – alla contrada Macrano, c’è una chiesuola dedicata a Sant’Agata. Di che sia protettrice Sant’Agata, lo sanno anche i bambini che poppano. Presso la chiesuola sgorga una limpida fontana che prende nome dalla Santa. Alla Santa, nel giorno della festa, vanno a carovana le donne, specialmente a prima mattina. E chi credete voi che si raccomanda con più devozione? La giovane forse o la vecchia? La maritata? Problema difficile. È certo che le giovanette pregano di cuore… Pregano di cuore anche le maritate perché senza le mammelle buone, c’è il danno del terzo e del quarto (figlio)… Dopo le preghiere, sempre fervorose, si va alla fontana di Sant’Agata. Le mani corrono sotto la gola, si slaccia la camicia e colle giumelle si attinge acqua e si fanno lavande. Così ogni male starà lontano»[13].
Non meno interessante risulta una pagina del Pansa che ci permette di allargare la conoscenza dell’orizzonte devozionale sia di Sant’Agata che di tante altre sante, particolarmente venerate in Abruzzo per essere galattofore e capaci di prevenire ogni male che possa colpire il seno materno:
«Presso Castelvecchio Subequo (Aquila), nella contrada Macrano, è una fonte detta di S. Agata, dove le donne vanno a fare le abluzioni alle mammelle per provocare l’uscita del latte. Al convento di S. Francesco, a Valle Verde, presso Celano (Aquila), per avere il latte alle mammelle, le donne vanno a bere ad una fonte limpidissima, gettando nell’acqua dei chicchi di grano o delle briciole di pane. A Lanciano le donne alle quali viene meno il latte, si recano alla fonte di S. Eufemia (Sanda ‘Fumìjee o Mummìje) sulla Maiella portando il grano sul petto ed una bottiglia di vino che dev’essere tracannata dal primo che s’incontra per la via. Arrivate alla fonte debbono nel curvarsi, far cadere alcuni chicchi di grano nell’acqua; ed il latte crescerà mano mano che quei chicchi, ammollandosi, si gonfieranno. Quelle che da Fara Filiorum Petri (Chieti) vi accorrono per lo stesso motivo, portano via da quella fonte, a fine di conservarli per devozione, dei ghiaiottoli (brècche). Alle donne che vi si recano da Chieti il sacrestano della Madonna della Misericordia, dov’è la statua di S. Eufemia, regala dei ceci che quelle mettono in una borsetta e portano al collo, come un breve, fino a che non torna il latte. A Lanciano ed altri paesi Sanda Fumìje è sinonimo di latte. Fra Torricella e Gessopalena (Chieti) si trova pure una fontana dedicata a S. Agata, dove si praticano le abluzioni alle mammelle. Le divote che vi si recano da Roccascalegna (Chieti), debbono, durante il tragitto, fare elemosina a qualche povero viandante di un pane e di un soldo. Giunte alla fontana, usano gettarvi dei chicchi di nove spècie di legumi ed una moneta. Nel ritornare poi al paese, debbono battere una via diversa da quella percorsa, e prima di entrarvi sono obbligate ad accettare la farina in nove case diverse, farne le sagne e, senza condimento di sorta, offrirle ai poveri o ad altre persone che passano davanti all’uscio di casa, riservando per sé il solo brodo. Alla fonte di S. Scolastica (S. Sculastre), la cui acqua si crede sorta miracolosamente dalle rovine d’un’antica chiesa dedicata a quella santa, accorrono le divote di Campli (Teramo) per far ritornare il latte alle mammelle. Ma tanto nell’andare che nel tornare, debbono fare l’offerta d’un pezzo di pane a chiunque s’incontra per la via, fosse pure un grande signore o un principe. Nel tenimento di Corropoli e presso la villa Garrufo, pure nel Teramano, sorgono due chiese rurali dedicate a S. Scolastica. Il dieci febbraio d’ogni anno vi si recano in pellegrinaggio le donne della vallata, coi loro mariti, e dopo aver praticate le solite abluzioni alle mammelle, vi tengono dei banchetti. Vi accorrono anche le vecchie le quali trovandosi alcune volte nella necessità di provvedere al sostentamento di qualche nipote rimasto orfano e non avendo mezzi per affidarlo ad una nutrice, adempiono alle stesse pratiche, come usano le giovani. V’è chi dice che, dopo il rituale banchetto celebrato davanti alla chiesa, le mammelle di quelle vecchie sono state viste rigonfiare e il cibo cangiarsi in latte!
Le donne di Gessopalena (Chieti) vanno a bere l’acqua della fonte della Sàise (=sése, zizza, mammella), e dopo aver bevuto e recitato le litanie, si bagnano il petto con quell’acqua»[14].
Tutte le località menzionate dal Pansa, eccezion fatta per Garrufo, non sono più meta di pellegrinaggi e sono cadute in disuso le abluzioni preposte a favorire abbondanza di latte ed a scongiurare qualunque malattia del seno. Se, dunque, Castelvecchio è il principale e più importante centro cultuale di Sant’Agata in Abruzzo, altrettanto occorre dire per Garrufo relativamente al culto di Santa Scolastica, sulla cui acqua galattogena e miracolosa, dalle proprietà simili a quella di Sant’Agata, il Braccili nota quanto segue:
“II 10 febbraio di ogni anno, in occasione della festività di Santa Scolastica, protettrice delle “donne che allattano”, le puerpere d’Abruzzo si danno appuntamento a Garrufo, un paese della Val Vibrata in provincia di Teramo, nei pressi di un pozzo detto di Santa Scolastica.
Le donne, preoccupate per la diminuzione del latte da dare ai propri figli, bevono con devozione l’acqua attinta dal pozzo con un vecchio secchio. Sono molte le donne che credono nelle virtù taumaturgiche di quell’acqua che pure non presenta alcuna particolare sostanza farmacologica.
Questo rito è legato alla credenza popolare secondo la quale la puerpera, quando vede scemare la quantità del proprio latte, ne attribuisce la causa all’invidia di qualcuno che le fa il malocchio. Oltre alla difesa sacrale, vi sono anche rimedi empirici, costituiti dalla medaglia di Sant’Agata, portata sempre appesa al collo, ed il cosiddetto latteruolo, che è costituito come ricorda il De Nino da un acino di vetro o di argilla, verniciato e forato.[15]
A Schiavi d’Abruzzo invece il protettore delle puerpere è San Felice, cui nella frazione di San Martino è dedicata una fontana chiamata fonte lattiera. Qui le donne che non possono allattare convengono dal vicino Molise e persino dalle Puglie per bere l’acqua e farsi tornare il latte. La pratica si applica sia alle donne che agli animali e consiste nel mangiare e bere alla fontana lasciandovi qualcosa: un capo di vestiario o una pagnotta di pane”[16].
Come si è visto, il De Nino sottolinea che le abluzioni votive avvenivano nel secolo scorso a Castelvecchio Subequo «di prima mattina», mentre oggi il momento culminante della festa si svolge nel pomeriggio del 4 febbraio, quando cioè ultimata la funzione religiosa nella chiesetta di Sant’Agata, la popolazione devota si riversa sul piazzale antistante alla fonte Sant’Agata, già gremita del resto di fedeli intenti alle abluzioni rituali o ad attingere l’acqua da riportare a casa per le persone anziane che non sono potute intervenire alla semplice quanto toccante cerimonia. L’acqua attinta direttamente alla fonte non viene trangugiata, ma bevuta a sorsi lenti e ciò rientra nello schema comportamentale richiesto dalla solennità del rito.
Nessun cenno fa invece il folklorista peligno dei pani votivi a forma di seno (seno di Sant’Agata) cotti nel corso della notte precedente proprio ad istanza del comitato dei festeggiamenti, il quale provvede ad allestire nei pressi della fonte un modesto stand in cui vengono offerti a modico prezzo non solo i pani ma anche salumi locali, vino ed altri prodotti.
Da una signora di Secinaro presente alla festa nel febbraio di alcuni anni fa e residente a Toronto, abbiamo appreso che i pani a forma di seno vengono inviati anche in Canada ed in America, essendo molto richiesti da persone originarie dei paesi della valle subequana, da tanto tempo emigrate oltre oceano[17].
I pani di Sant’Agata costituiscono, insieme alle abluzioni ed alle bevute votive dell’acqua della fonte, i mezzi di difesa sacrale contro ogni male che possa colpire il seno della donna, vanno distinti nei due aspetti: la forma e la sostanza, cioè il pane in sé. Oltre che ad una funzione apotropaica, la forma ubbidisce ad un atto di magia simpatica, perché la purezza del seno della martire catanese assicura anche la purezza del seno delle devote, in base appunto al noto principio che il simile produce simile.
Circa il secondo aspetto va sottolineato che la riproduzione del seno di Sant’Agata è sempre affidata al pane, cibo sacrale che ha condizionato da sempre la vita dell’uomo e non a caso è proprio il pane quotidiano che si implora nel Pater Noster.
Al riguardo A. Di Nola sottolinea che «La diffusione dei pani benedetti è molto nota per tutta l’Italia. È liturgia popolare molto antica, nella quale la potenza magico-apotroapica del pane viene fatta discendere dalla figura mitica cui lo si connette: qui sant’Antonio, altrove san Nicola… e in un caso singolare la stessa Vergine Maria, proibendo il canone 79 del Concilio Quinisesto Trullano dell’anno 692, di preparare pani in forma della placenta della Madonna…»[18] .
Per quanto concerne le abluzioni votive o il semplice rito di bere l’acqua alla fonte, occorre notare che la loro funzione protettiva è esplicata ed assicurata essenzialmente nel dies natalis di Sant’Agata, quando appunto le acque sono pregne di poteri curativi, analogamente a quanto avviene per certe erbe, per la guazza ecc., che acquistano particolari proprietà solo nel giorno del solstizio estivo (notte di San Giovanni). Affinché dunque le acque, come nel caso della fonte di Sant’Agata, esercitino un potere apotropaico e galattogeno, occorre che esse siano utilizzate in un tempo sacro, contrapposto ad un tempo profano, che coincide con il giorno di festa della martire catanese.
È singolare tuttavia la circostanza che nella Passio di Sant’Agata, composta come si è detto nel corso del VI secolo, non si parli minimamente di acqua associata al culto della Santa o presente in una delle leggende agiografiche formatesi attorno alla martire in Sicilia.
Sicché deve necessariamente supporsi che sia le abluzioni rituali che le pratiche idroterapiche affondino le proprie radici in una religiosità etnica superequana più antica che è stata poi mediata nei bassi tempi medievali da altre «potenze» cristiane.
Uno spiraglio interpretativo ci è offerto al riguardo dalle recenti indagini archeologiche svolte nell’area superequana ed in particolare in territorio di Castelvecchio Subequo.
Come è noto, «alla fine del 1920 lavori di sterro tra la chiesetta e la fonte S. Agata portarono alla luce importanti testimonianze sulla frequentazione di questo luogo alla fine del periodo repubblicano: statuette di bronzo, statuette di dimensioni maggiori… (appartenenti) al tipo del cosiddetto Hercules Promachos… Tutti questi elementi si riferiscono senz’altro ad un santuario di Ercole, da cercare nelle immediate vicinanze della sorgente, senza dubbio un elemento importante nel culto. È abbastanza noto già in Grecia il ruolo di Eracle/Ercole come divinità protettrice delle fonti, in particolare di fonti ritenute salutari… (Le tracce dei) grandi edifici intorno a S. Agata appartengono dunque molto probabilmente ad una ristrutturazione del vecchio santuario che fu ampliato per ricevere un numero crescente di pellegrini e devoti attirati dalle proprietà salutari della fonte…»[19].
Tali acque rivestono importanza non solo a fini sacrali e terapeutici ma anche per l’economia del gruppo sociale. Su un altro santuario dedicato ad Ercole, individuato insieme a due dediche votive nei pressi della stazione ferroviaria di Molina, è stato osservato come esso costituisca «una delle tante testimonianze del culto dell’Alcide, particolarmente diffuso tra i Peligni forse in connessione con le attività pastorali, il che spiega anche l’ubicazione di questi sacrari lungo i percorsi tratturali e presso fontane e corsi d’acqua ove confluivano quotidianamente le greggi al pascolo»[20].
Il Wonterghem ipotizza di conseguenza che in tale area dovesse sorgere un complesso termale, con funzioni sia religiose che curative, anche se «a prima vista potrebbe meravigliare la trasformazione di un piccolo luogo di culto presso una fonte (di acqua fredda!) in un complesso destinato non solo alla devozione ma anche a cure termali. La spiegazione però deve forse essere cercata nella diffusione dell’idroterapia… dopo che Antonio Musa era riuscito nel 23 a.C. a guarire l’imperatore Augusto utilizzando questo metodo curativo (bagni freddi e il bere acqua fredda…) … Non si sa fin quando durasse il successo delle terme di Superaequum, ma come in altri casi, il ricordo delle virtù salutari della fonte fu conservato nella credenza popolare e S. Agata ha preso il posto delle divinità antiche»[21].
Va tuttavia sottolineato che fra l’ethnos superaequanus ed il gruppo sociale stanziato nell’omonima valle all’epoca della formazione e quindi della diffusione della Passio agatiana (VI-Vll secolo), intercorre un’ampia parentesi temporale in cui, nota il Di Nola in un caso simile, si sono verificate variazioni e fusioni razziali così profonde (si pensi alle invasioni barbariche) che è almeno rischioso far riferimento ai termini di linee di ascendenza etnica e di conseguenza, aggiungiamo noi, alla sostituzione automatica di Ercole con Agata in tutte le pratiche votive.
D’altro canto le indagini condotte dal Dini hanno evidenziato come la funzione protettiva nei rituali galattogeni e nei culti idroterapici sia stata svolta esclusivamente da divinità femminili, cui subentrano più tardi sante e martiri cristiane soprattutto nell’Italia centro-meridionale, «ove antiche sorgenti sacre, sacelli o edicole erano stati dedicati in epoca precristiana a divinità della lattazione e anche del parto»[22].
Se dunque le pratiche idroterapiche, che dovevano svolgersi nell’area superequana in diversi luoghi data la ricchezza delle acque sgorganti dal Sirente, sono riconducibili all’intenso culto professato ad Ercole, non altrettanto può dirsi dei culti galattogeni e di quei particolari scongiuri apotropaici, capaci di allontanare qualsiasi male dal seno materno, ai quali dovevano essere preposti necessariamente divinità femminili indigeti (anche Pelina?)[23] e forse la stessa Cerere, la cui presenza nel pantheon superequano è attestata da una epigrafe rinvenuta in località fonte S. Gregorio, a Secinaro[24].
Ma in un determinato territorio, particolare questo di estrema importanza, i sistemi di incanalamento delle acque subiscono anche nel corso di un secolo profonde modificazioni in conseguenza di movimenti tellurici ed alluvioni, cui fanno seguito sia il ritorno ad un «caos primordiale, rovina, distruzione e morte… che minacciano un certo tipo di civilizzazione»[25], che la formazione di un complesso di miti e leggende intorno alle acque devastatrici ed al diluvio universale[26] .
Nella rifondazione del cosmo e quindi della vita di un determinato gruppo sociale, cadono in oblio tutte le potenze dell’ordine preesistente e nuove divinità si proiettano all’orizzonte in funzione salvifica e protettiva.
È quanto, appunto, lascia intuire la toponomastica superequana, la quale conserva numerosi termini formatisi nel periodo della dominazione longobarda, come lama, S. Angelo ed a nostro avviso anche macràno, da ricollegarsi forse a marano o marane, nel senso di «acquitrino» o «zona paludosa», che ha dato il nome in tedesco anche ad un pesce della specie dei salmonidi, il coregóne (Maràne), che vive in laghi poco profondi e negli stagni.
Che lama equivalga a luogo acquitrinoso o paludoso è lo stesso Paolo Diacono a chiarirlo nella sua nota Historìa Langobardorum[27] e la presenza nell’area superequana di toponimi come Valle Lama, Le Lamate ecc. sta chiaramente ad indicare che la sistemazione e canalizzazione delle acque in periodo romano aveva subito in tale territorio profondi rivolgimenti con conseguente formazione di un vero e proprio «caos acquatico».
In definitiva dobbiamo proprio a studi comparati ed a indagini condotte di recente in aree vicine a quella abruzzese, la possibilità di far maggior luce su questo affascinante capitolo di religiosità popolare, in cui emerge la figura di Sant’Agata che si arricchisce di un patronato galattogeno mediante l’impiego di tecniche idroterapiche ed abluzioni che non compaiono affatto nella Passio della martire catanese.
Forse anche per influenza dello stesso nome (agathos significa infatti in greco buono), Sant’Agata viene «associata spesso per influenza longobarda al culto delle acque, unitamente alla figura di San Michele Arcangelo»; ed a Sant’Angelo i Longobardi dedicarono numerose chiese nella fase della loro capillare penetrazione nell’Italia centro-meridionale, come dimostra anche la toponomastica superequana che annovera, persino nella stessa Castelvecchio, molte chiese intitolate al mitico santo vincitore del dragone, simbolo delle acque stagnanti ed impure.
Cosicché, e concludiamo con le stesse parole del Dini, «alla polivalenza sacrale dell’acqua corrispondono numerosi culti e riti che da secoli, sotto qualsiasi esperienza religiosa, si consumano intorno alle sorgenti. L’efficacia del simbolo non si può fermare al solo valore sacro rappresentato dall’acqua come elemento cosmogonico, ma si richiama all’epifania locale, perciò alla sua storia, alle vicende vissute e sofferte dal gruppo, alla manifestazione della presenza sacra sentita da una collettività in un dato e preciso luogo, in un preciso momento».
I fattori storico-culturali che portano alla formazione del culto di Sant’Agata nella Valle Subequana appaiono dunque molto complessi. La diffusione, a partire dalla prima metà del secolo scorso, di latte in polvere, di omogeneizzati e comunque di sostanze sostitutive del pur prezioso latte materno, dovevano portare – come c’era da attendersi – alla scomparsa dei rituali galattogeni. Se ciò non è avvenuto si deve al fatto che le acque di tutte le sorgenti legate comunque al culto di S. Agata, S. Scolastica e S. Eufemia si sono arricchite di un ulteriore patronato, quello anticancerogeno, che spinge continuamente le pie donne abruzzesi verso queste fonti della speranza. Quando sarà debellato il cancro al seno, queste fonti non avranno più probabilmente funzioni da svolgere e la loro sacralità degraderà lentamente con il trascorrere del tempo, fino a scomparire del tutto dal nostro orizzonte culturale.
Questo nostro studio non presume ovviamente di apportare la parola “fine” alla dinamica della formazione del culto di Sant’Agata a Castelvecchio Subequo, un culto che trasformatosi, va diffondendosi, nei nostri tempi, in conseguenza di quel terribile male che è appunto il cancro che colpisce il seno materno. Il nostro è un contributo in attesa della scoperta di nuovi documenti ed anche di nuovi particolari nascosta nella memoria dei nostri vecchi.
[1] Cfr. A. De Nino, Usi Abruzzesi, vol. I, pp. 94-95, Firenze 1879; circa il quarto verso di questa filastrocca di carattere calendariale, l’A. chiarisce in nota: «Ai quattro non è niente, è un santo che non importa (chibelle, covelle)».
[2] Cfr. Wòerterbuch der deutschen Volkskunde, terza ediz. a cura di R. Beitl, sub voce Agatha, Stuttgart, A. Kroner Verlag, 1974; per il culto in Abruzzo ed in particolare in area peligna cfr. M. Santilli, I minatori ed il culto di Santa Barbara a Castelvecchio Subequo, Corfinio 1998.
[3] Specie dopo il XIV secolo la Santa viene rappresentata con un piatto avente sopra le mammelle recise e talvolta anche le tenaglie. Così la ritraggono per es. Sebastiano Del Piombo ed il Tiepolo in due quadri conservati rispettivamente a Palazzo Pitti, Firenze, ed alla Pinacoteca di Berlino. Circa i probabili rapporti fra S. Agata e divinità italico-romane preposte a culti della fertilità cfr. E. Giancristofaro, Tradizioni popolari d’Abruzzo, p. 74 sgg., Roma 1995.
[4] V. Dini, Il potere delle antiche Madri, pp. 49-50, Torino 1980.
[5] London 1908; traduzione con il titolo Negli Abruzzi a cura di Gisa Taurisani, Sulmona 1991.
[6] Cfr. V. Mariani, Sculture lignee in Abruzzo, Bergamo 1930. Il busto in pietra di una Madonna del latte è conservato anche nel Museo Civico di Sulmona.
[7] Cfr. L. Reau, Iconographie de l’Art Chretien, vol. II, Tomo II, p. 123, Parigi 1957 ; M. Pasculli-Ferrara, Un pittore della Scuola dalmata tra L’Aquila e Guglionesi : Michele Greco da Valona ; in Atti del Convegno di Studi Storici su L’Abruzzo e la Repubblica di Ragusa tra il XIII e XVII secolo, tomo II, p. 65 ; S. Atto di Teramo,1989 ; a cura della Associazione Archeologica Frentana, Ortona.
[8] Cfr. O. Leone, Rocca Pia. Notizie storiche, p. 220, Sulmona 1977.
[10] M. Eliade, Il sacro e il profano, p. 25 sgg., Torino 1969,
[11] Una efficace descrizione dei pellegrinaggi alla Fonte di S. Agata è contenuta nell’Opera di Damiano V. Fucinese, Un anno, una vita. Storia orale del popolo raianese, vol. I, p. 162 sgg., Sulmona 2003.
[13] A. De Nino, Usi Abruzzesi, cit., pp. 95-96. La festa oggi non si svolge più il cinque febbraio, come scrive il De Nino, ma nel pomeriggio del quattro, vigilia del dies natalis della martire.
[14] G. Pansa, Miti, leggende e superstizioni dell’Abruzzo, vol. I, pp. 129-30, Sulmona 1924.
[15] Cfr. A. De Nino, Usi abruzzesi, vol. II, p.29, Firenze 1881.
[16] L. Braccili, Folk-Abruzzo, p. 44, L’Aquila 1979. Di una chiesa dedicata a Santa Scolastica a Gagliano Aterno, si parla anche nella Bolla Corografica di Clemente III, emanata nel 1188. Non sappiamo però se in essa si svolgessero abluzioni rituali e culti idroterapici.
[17] Dal Wörterbuch der deutschen Volkskunde, cit., si apprende che in Austria il pane di Sant’Agata viene offerto per devozione anche agli animali da cortile e da stalla in chiara funzione apotropaica. Non è da escludere che tale pratica vigesse un tempo anche a Castelvecchio, data l’importanza che gli animali rivestivano nell’economia delle società agro- pastorali, come appunto quella subequana.
[18] A. Di Nola, Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna italiana, p. 204, Torino 1976. È significativo il fatto che la ricorrenza di Sant’Agata non sia menzionata tra le festa fixa februarii del calendario diocesano e ciò lascia intuire, a nostro avviso, le riserve avanzate nei secoli passati dai vescovi valvensi nei confronti della forma del pane di Sant’Agata. Cfr. Officia in Dioecesi Valvensi et Sulmonensi recitanda, editi ad istanza del vescovo T. Patroni, p. 66 sgg. Napoli 1884. Un altro elemento probante al riguardo è costituito dalla circostanza che il De Nino, osservatore attento, non fa alcun cenno di questo tipico pane benedetto.
[19] F. Wonterghem, Superuequum nel periodo romano, p. 20 sgg. Quaderno n. 3 della collana «Contributi alla cultura della Valle Peligna Superequana», Castelvecchio Subequo 1984.
[20] E. Mattiocco, Il territorio superequano prima di Roma, p. 28, nota 36, Quaderno n. 2 della collana «Contributi alla cultura della Valle Peligna Superequana», Castelvecchio Subequo 1983.
[23] Cfr. G. Pansa, I ludi venatori dei Peligni rappresentati in alcuni bassorilievi di Sulmona, in «Bullettino della Commissione Archeologica Comunale», fasc. IV, an. 1907, p. 270 sgg., Roma 1904.
[24] Cfr. E. Ricci, Ubicazione di Superaequum e spigolature peligne, p. 32 sgg., Sulmona 1984; E. Splendore, Superaequum e i Peligni Superequani, p. 102, Sulmona 1979.
[26] Cfr. G. Pansa, Le tradizioni mitiche del diluvio in relazione allo studio delle origini abruzzesi, in «Rassegna di Storia ed Arte d’Abruzzo e Molise», n. 1-2, 1926, p. 2 sgg., Roma 1926.
[27] Cfr. anche al riguardo E. Ricci, Superaequum e gli antichi Cedici, p. 41 sgg., Sulmona 1981.
RIAPERTURA PONTE RIO TORTO SP162
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Nuove disposizioni di sicurezza
Chieti, 18 dicembre 2023. La Provincia di Chieti comunica che, a seguito di accurati interventi di manutenzione e di verifiche tecniche, è stata disposta la riapertura del ponte Rio Torto localizzato al km 16+750 della strada provinciale 162 “Carpineto Sinello – Castiglione Messer Marino”.
Lo scorso agosto erano state emesse due distinte ordinanze del settore Viabilità che avevano determinato la chiusura temporanea del ponte a causa di danni strutturali rilevati su una delle pile. Dopo un’attenta valutazione e l’attuazione di interventi urgenti di ripristino, è stata confermata la sicurezza del ponte per il quale è stata disposta la riapertura al traffico a partire da oggi. Le prove di carico hanno avuto esito positivo, attestando l’idoneità statica del ponte per il transito di veicoli fino a un massimo di 7,5 tonnellate. Con la riapertura, si introducono inoltre il divieto di transito per i veicoli con massa superiore a 7,5 tonnellate e il limite di velocità di 30 km/h per tutti i mezzi in transito sul ponte.
INCLUSIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Accessibilità: la Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia sostiene le imprese locali. Previsti 100mila euro di contributi a fondo perduto per il superamento delle barriere architettoniche e l’acquisto di tecnologie assistive digitali
Teramo, 18 dicembre 2023. Accessibilità, visitabilità e adattabilità: sono le parole chiave del bando pubblico promosso dalla Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia, che assegna contributi a fondo perduto fino a 100mila euro alle micro, piccole e medie imprese (PMI) delle province di Teramo e dell’Aquila per il superamento delle barriere architettoniche e l’acquisto di tecnologie assistive per la disabilità.
“La grande novità che abbiamo previsto nel nostro bando, unica nel panorama camerale italiano, è il rimborso delle spese sostenute dalle imprese per l’acquisto di tecnologie assistive digitali, tra cui software di lettura dello schermo e di sintesi vocale, – annuncia la presidente Antonella Ballone – perché, oltre all’abbattimento delle barriere per favorire le persone con ridotta mobilità, è importante focalizzare l’attenzione anche sulle difficoltà affrontate giornalmente da chi ha problemi visivi ed uditivi, con l’augurio che attraverso le nuove tecnologie possano partecipare serenamente alla vita sociale, lavorativa e culturale in modo paritario”.
“Si tratta di un’importante opportunità per le imprese teramane e aquilane che vogliono rendere i propri locali accessibili e inclusivi. I contributi a fondo perduto offerti dal bando concorrono, infatti, sia a sostenere i costi necessari per realizzare le opere di adeguamento dei locali che all’acquisto di software e tecnologie per la disabilità” conclude la presidente Ballone, passando la parola al dirigente dell’area Promozione economica, Salvatore Florimbi, che illustra le misure previste nel bando.
I contributi, pari a 100mila euro, saranno assegnati nella misura del 50% delle spese ammissibili, con un limite massimo di 1.500 euro per ciascuna impresa.
Le spese ammissibili sono:
• spese di progettazione tecnica, direzione lavori e collaudo delle opere per superare e/o rimuovere le barriere architettoniche, ivi inclusi gli eventuali oneri e imposte da corrispondere al Comune in cui vengono realizzate le opere;
• spese per le opere edili necessarie per superare e/o rimuovere le barriere architettoniche, ivi inclusi i costi dei materiali utilizzati (ad esempio: sostituzione di gradini con rampe);
• spese per l’installazione/sostituzione di impianti per superare e/o rimuovere le barriere architettoniche (ad esempio: realizzazione di un elevatore esterno al locale dell’impresa aperta al pubblico);
• spese relative all’acquisto di tecnologie assistive digitali per la disabilità, quali: software di lettura dello schermo; schermi Braille e dispositivi di puntamento oculare; software di sintesi vocale; ausili per la mobilità; tastiere e mouse ergonomici.
Per partecipare al bando, le PMI devono avere sede legale e/o unità operativa nelle province dell’Aquila e di Teramo ed essere in regola con le normative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.
La domanda di contributo deve essere presentata esclusivamente in via telematica alla PEC cciaa@cameragransasso.legalmail.it a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2024 e sino alle ore 24.00 del 31 maggio 2024.
PROGETTARE PER IL SISTEMA COMPLESSO. Verso un’ecologia del Design
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Il nuovo libro dell’architetto Angelo Bucci. Sarà presentato giovedì 21 dicembre al Museo delle Genti di Pescara. L’autore: “Il libro pone una critica al paradigma progettuale del design e stimola il ragionamento per una nuova visione”
Pescara, 18 dicembre 2023. “Progettare per il sistema complesso – Verso un’ecologia del Design.” È il titolo del nuovo libro di Angelo Bucci, architetto abruzzese, di origine molisane, che sarà presentato giovedì 21 dicembre a Pescara, al Museo delle Genti d’Abruzzo. Il lavoro editoriale, che nel titolo richiama il famoso libro di Gregory Bateson “Verso un’ecologia della mente”, ha l’obiettivo di porre una critica al paradigma progettuale del design e, principalmente, alla perdita di valore sociale del design stesso.
“La disciplina del design – spiega Angelo Bucci – nasce con l’obiettivo di rendere migliore la vita delle persone attraverso la progettazione di prodotti, realizzati industrialmente, che fossero accessibili a tutti, assicurando uno standard di vita equo e, di conseguenza, generando una società che potesse prosperare senza conflitti. Ma il design è stato velocemente assoggettato al marketing, ponendo sempre maggiore attenzione sul profitto delle aziende e allontanandosi, passo dopo passo, dalle intenzioni iniziali. Nonostante grandi personaggi abbiano sempre professato una necessità di rimanere attenti alle società e non sottostare alle sole esigenze industriali (ad es. Tomás Maldonado) e ci siano stati movimenti che si sono interrogati profondamente sul ruolo del design in una società capitalistica (Radical Design), dagli anni ottanta in poi il paradigma economico neoliberista (o anarco-capitalista, come lo definisce Chomsky) ha completamente assorbito il concetto di design, utilizzandolo solo come strumento per aumentare le vendite”.
Il libro – da cui è tratto il saggio argomentativo scelto dal Congresso Mondiale degli Architetti UIA2023 ed è stato presentato dall’architetto Bucci a luglio scorso a Copenhagen, davanti ad una platea di architetti e designer provenienti da tutto il mondo – comprende quattro interviste: all’artista Jörg Grünert, al sociologo Simone D’Alessandro, all’ architetto Domenico Potenza e alla coppia di designer Gumdesign Gabriele Pardi e Laura Fiaschi.
“Il percorso frammentario del testo – commenta l’autore – ha lo scopo di far scattare delle riflessioni e non porta a una soluzione in particolare. Quello che mi interessa è stimolare un ragionamento e una nuova visione. Per questo motivo, il libro si conclude con un capitolo che ci invita a ragionare sulla necessità di prefigurare scenari futuri attraverso il Conceptual Design e i suoi strumenti (Speculative Design, Adversarial Design, Critical Design) e su quanto oggi, nel sistema dinamico complesso in cui viviamo, sia necessario un approccio diverso dal “cercare la soluzione” ma ci si debba interrogare su come influenzare il sistema per indirizzarlo verso una determinata direzione”. “Parlare di sostenibilità, equità, inclusività, eccetera – conclude – è possibile solo se si iniziano a sensibilizzare le persone in questa direzione. Questo perché l’unico modo, oggi, di influenzare il sistema dinamico complesso è agire sul mercato. Stimolare un cambiamento che parta dal basso, insomma, presuppone che si progettino oggetti che ci spingano a una riflessione, facendo diventare i “consumatori” un attore propositivo che, influenzando il mercato, cambia direzione a molte strutture coinvolte nel sistema complesso, generando il cambiamento auspicato”.
Storia del design, comunicazione, sostenibilità, relazione con la società, momenti particolari della disciplina e tanto altro sono i temi di “Progettare per il sistema complesso – Verso un’ecologia del Design”. L’appuntamento per la presentazione ufficiale è giovedì 21 dicembre, alle ore 18.00, nella Sala del Risorgimento del Museo delle genti d’Abruzzo a Pescara, in via delle Caserme. La presentazione sarà seguita da un approfondimento sul nuovo paradigma progettuale con l’autore Angelo Bucci, nella veste di ricercatore e designer, l’artista Jörg Grünert, il sociologo Simone D’Alessandro e l’architetto Domenico Potenza.
PRIMA VITTORIA DA TRE PUNTI
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
La Sieco che affonda a domicilio la Conad
Ortona, 18 dicembre 2023. Ai trapassati si è soliti chiedere “se ci sei batti un colpo” ma questa Sieco il suo colpo lo batte per dimostrare invece di essere tutt’altro che trapassata. Una squadra così viva non si era mai vista e i ragazzi fanno una sorta di collage dei loro momenti migliori vissuti fino ad ora per introdurre una prestazione davvero Super. Super come quella di Capitan Marshall che è top in tutto: ricezione, attacco e muro. Super come quella di Tognoni che sale fino al 71% di positività in attacco e con all’attivo tre muri. Ai rientranti Cantagalli, Patriarca e Del Vecchio si contrappone l’assenza di Fabi, che sta smaltendo uno stato febbrile, nulla di preoccupante per il centrale. Torna a farsi vedere un timido sorriso sul viso degli impavidi e soprattutto dei loro tifosi per una prestazione convincente.
D’altro canto, i rientranti hanno avuto pochi giorni per ritrovare forma e ritmo partita e poco tempo per affinare al meglio l’intesa con il palleggiatore neoarrivato Dimitrov. Determinante il muro in questa sfida che ha visto gli ortonesi doppiare gli avversari in questo fondamentale. Dopo un avvio shock per la Conad, che non si aspetta una Sieco così agguerrita, gli emiliani alzano il ritmo ma è tutto inutile contro l’odierna Sieco. Suona qualche campanello d’allarme soltanto nel terzo set ma mai così insistenti da diventare un’allerta rossa come spesso è capitato in passato.
È proprio in questo parziale che la Conad tenta il suo unico, vero affondo distanziando gli ospiti di tre punti. Si è a metà parziale e sul 13-10 Ortona ha tutto il tempo di recuperare il divario con pazienza, così come la Conad galvanizzata vorrebbe dare il via alla sua remuntada. Marshall, Tognoni e Cantagalli, però hanno fretta e ribaltano la situazione. La Sieco piazza un parziale strabiliante di 1 a 10 e mette la Conad al tappeto. Ortona va in gestione e concede qualcosa agli avversari che rosicchiano qualche punto ma nulla possono contro la Sieco di questa sera che chiude set e partita.
Si muove quindi la classifica. La Sieco scavalca la BCC di Castellana Grotte, prossimo avversario proprio della Sieco il giorno di Santo Stefano alle ore 18.00. I punti da scalare sono ancora molti, ma la strada è lunga.
IN BREVE
Ottima la grinta della Sieco nel primo set che regola bene il muro mettendo in seria difficoltà i padroni di casa. Reggio Emilia è tutt’altro che perfetta in fase di attacco e la Sieco scava subito un solco che progressivamente si fa più profondo. Funziona anche la ricostruzione, per gli abruzzesi e, nonostante qualche errore, il servizio è ficcante. La Conad invece dai nove metri sbaglia molto e per il resto non impensierisce molto la ricezione ortonese. La Sieco, quindi, meritatamente conquista il primo parziale della serata.
Continua a giocare bene la Sieco nel secondo set, ma la Conad sembra essere tornata in campo più determinata. Ortona trova subito il punto del break grazie anche ad un muro che sembra in stato di grazia. Qualche errore di troppo al servizio, ma dall’altra parte della rete, anche i padroni di casa non sono proprio impeccabili. A metà set Ortona distacca gli avversari e Coach Fanuli comincia una girandola di cambi per cercare di raddrizzare un set che sembra ormai segnato. Con un margine discreto Ortona va in controllo e gestisce il vantaggio concedendo qualcosa agli avversari ma alla fine Ortona conquista il primo punto in palio.
Un avvio ancor più equilibrato in questo terzo set, la Conad copre con più decisione e le due squadre cominciano a danzare sul punto a punto. Reggio Emilia prova la fuga quando si è quasi a metà parziale ma la Sieco trova le forze di recuperare tre punti e di riportare il set in equilibrio. Il muro dei bianco-blu riprende a funzionare così come la fase di difesa e ricostruzione e così la Sieco torna a volare staccando gli avversari con un impressionante parziale di 1-10. Messi a distanza di sicurezza, Ortona rallenta e gestisce gli ultimi punti senza prendere inutili rischi. La Sieco festeggia la seconda vittoria in campionato, la prima da tre punti.
PRIMO SET
I padroni di casa schierano in campo la diagonale formata da Sperotto e Marks con Suraci e Mariano schiacciatori. Al centro ci sono Volpe e Bonola, Libero Pochini.
Coach Nunzio Lanci, appena ripresosi da un fastidioso stato influenzale, stringe i denti e segue la squadra schierando la diagonale formata da Dimitrov e dal ritrovato Cantagalli. Ancora una defezione tra i centrali ortonesi e se rientra Patriarca, stavolta a restare fuori è Fabi, quindi al suo posto c’è Tognoni. Schiacciatori di posto quattro sono Capitan Marshall e Bertoli mentre Libero Benedicenti.
Al servizio i padroni di casa con Sperotto ma il primo punto è di Marks dopo una ricostruzione. Il punto dell’1-1 è di Cantagalli con un potente diagonale. Muro di Marshall 1-2. Errore al servizio per Cantagalli 3-3. Out l’attacco di Mariano 4-6. Ace fortunoso di Patriarca che con la complicità del nastro fa 4-7. Muro di Bertoli 4-8. Stavolta il centrale ortonese serve troppo corto 5-8. Bertoli approfitta di una ricezione lunga e fa 5-10. Ancora Bertoli a muro 5-11. Ancora muro, stavolta Tognoni 5-12. Bertoli subisce un muro da Sperotto 6-12. Pipe di Leo Marshall 7-13. Pallonetto di Marshall eludendo un muro a tre 8-14. Muro di Patriarca 8-15. Bonola 9-15. Out l’attacco di Marks che non trova le dita di Marshall a muro 9-16. Fuori la pipe di Suraci 10-18. Primo tempo di Tognoni 13-22. Sperotto sbaglia il servizio e regala il set point ad Ortona 14-24. Out la diagonale di Cantagalli 16-24. Poco dopo è lo stesso opposto ortonese a conquistare il punto che vale il primo set 17-25.
SECONDO SET
È Bertoli a servire ma Bonola spara fuori il suo primo tempo. Subito chiesto un controllo per un tocco al video check che alla fine dà ragione ad Ortona perché l’azione “non è giudicabile” 0-1. Ancora un primo tempo di Bonola ma Tognoni lo blocca a muro 0-2. Invasione fischiata a Marshall 1-2. Ace di Suraci 2-2. Patriarca mura Marks 2-4. È forte la botta di Cantagalli, il muro la rimbalza fuori. Errore di Marshall al servizio 5-7. Tognoni in primo tempo 7-10. Ace di Bertoli 8-13. Out l’attacco di Suraci 8-14. Bertoli serve corto e sorprende la ricezione di Reggio, la palla è lunga e Marshall non sbaglia il rigore 8-15. Marks riconquista il servizio 9-15. Marshall vola e ne tira una potentissima 12-18. Palla a terra per Bertoli 13-20. Dimitrov riceve, Marshall palleggia e Bertoli la chiude 13-21. Malinteso in casa Sieco, e Nunzio Lanci chiede subito tempo per riaccendere la luce 16-21. Gasparini tira un colpo che Marshall non può contenere 17-22. La pipe di Marshall 17-23. Cantagalli con un mani-fuori conquista il set-point 17-24. L’ipotetico ultimo punto si decide al videocheck e il replay dà il punto alla Conad per invasione di Marshall 18-24. Alla fine, è Bonola a regalare il punto a Ortona 20-25.
TERZO SET
Al servizio la Conad con Sperotto. Ortona non attacca bene ed è 1-0. Tognoni 2-2. Mariano supera il muro a tre di Ortona 3-3. Cantagalli gioca bene sul muro di Gasparini 5-6. Patriarca a muro 5-7. Bonola ferma Marshall 8-7. Marshall ferma Marks 8-8. Sperotto sbaglia il servizio 9-9. Doppia fischiata a Marks 10-10. Gran botta di Marks che da posizione complicata trova il punto del 11-10. Non riesce il pallonetto a Bertoli 12-10. Ricostruiscono ancora i padroni di casa 13-10. Marshall in pipe 13-11. Tognoni intercetta una palla di ritorno 13-13. Cantagalli chiude per il 14-16. Marshall ferma Marks con un muro che sarà anche revisionato dal video-check. Il punto va a Ortona 14-19. Diego Cantagalli gioca sul muro 14-20. Ace di Mariano 16-20. Muro di Marshall 16-22. Invasione di Gasparini 16-23. Dimitrov mette a terra il punto del 17-24. Ace di Sperotto ma Nunzio Lanci chiede un controllo al videocheck. La palla è fuori e Ortona vince la sua prima gara da tre punti.
Conad Reggio Emilia – Sieco Service Impavida Ortona 0-3 (17-25 / 20-25 / 18-25)
Durata Set: I: 22’ II: 27’ III: 30’
Durata Incontro: 1h 19’
Arbitri: Bassan Fabio (Milano) e Pristerà Rachela (Torino)
Sieco Service Ortona: Broccatelli (L) n.e., Bertoli 8, Benedicenti (L) 53% – 41% perfetta, Del Vecchio, Marshall 20, Patriarca 4, Falcone n.e., Cantgalli 15, Tognoni 8, Donatelli n.e., Ferrato, Di Giulio, Dimitrov 2, Lanci E. n.e. Coach: Lanci N. Vice: Di Pietro L.
Aces: 2 – Errori Al Servizio: 10 – Muri punto: 14
AL PALASCAPRIANO VINCE ARZANO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Le campane passano 3-0
Teramo, 18 dicembre 2023. L’anno 2023 si chiude per l’Adriatica Press Futura Teramo con la seconda sconfitta consecutiva. Al Palascapriano, l’Arzano (Na) s’impone per 3-0, dopo un’ora e 24 minuti. La Futura ha combattuto per restare aggrappata al match dopo aver perso il primo set 19-25. Nel secondo parziale il rammarico di non aver chiuso la frazione quando le biancorosse erano avanti 21-16.
Le campane hanno prima rimontato con un parziale di 0-7 portandosi avanti 21-23, per poi chiudere a proprio favore 29-31, dopo che l’Adriatica Press ha avuto la palla per andare in parità sul 27-26. La terza frazione è stata combattuta, anche se Arzano ha condotto sempre avanti nel punteggio fino a chiudere 21-25 a proprio favore. Il 2023 va in archivio. Ora il campionato osserverà il turno di riposo per le festività natalizie. Si tornerà sul parquet il 14 Gennaio 2024 con la trasferta in Calabria a Crotone.
ADRIATICA PRESS FUTURA TERAMO 0
Vendramini, Ragnoli 8, Poli 10, Di Diego 1, La Brecciosa, Costantini 15, Patriarca, D’Egidio, Mazzagatti 9, Fanelli, Capulli, Ventura, Lestini 13. All: Nanni.
LU.VO BARATTOLI ARZANO 3
Piscopo F., De Siano 14, Piscopo V., Passante 6, Suero 7, Silvestro, Allasia, Di Domenico, Carpio, Russo, Sanguigni 13, Putignano 13. All: Piscopo A.
ARBITRI: Mochi di Macerata, D’Amico di Messina.
PARZIALI: 19-25 (24’); 29-31 (35’); 21-25 (25’).
METTERE UN CUCCIOLO SOTTO L’ALBERO può alimentare il traffico illegale
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Milano, 17 dicembre 2023. Gli animali non sono oggetti da regalare. Un animale adottato per amore da un rifugio non sarà mai maltrattato o abbandonato. I canili e i gattili sono pieni anche di esemplari di razza abbandonati dopo acquisti impulsivi o poco meditati, fatti soprattutto in occasione del Natale.
Un animale adottato per amore da un rifugio, e non come un giocattolo, non sarà mai maltrattato o abbandonato. Questo il messaggio del video della campagna natalizia dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) accompagnata dallo slogan Non comprare, adotta consapevolmente. (Guarda e scarica il video della campagna natalizia Oipa).
Adottare da un canile o da un gattile è anche un modo di contrastare il crudele traffico illegale di cuccioli che arrivano soprattutto dall’Europa dell’Est al termine di viaggi estenuanti in condizioni assai penose. Gli animali, per lo più cani, arrivano in Italia dopo lunghi viaggi nascosti in furgoni e Tir, stipati in scatole e gabbie senza cibo né acqua. La mortalità di questi sfortunati cuccioli è molto alta, essendo stati strappati troppo presto alle loro madri, povere fattrici, e messi in viaggio senza controlli veterinari né vaccinazioni. I cagnolini che arrivano clandestinamente dall’Europa dell’Est hanno falsi pedigree e documentazione contraffatta. Non mancano casi di cani venduti come cani di razza, ma che non lo sono. Grazie ai sempre maggiori controlli delle forze dell’ordine e delle guardie zoofile aumentano i sequestri, ma questo crudele traffico – che viaggia anche online – non si ferma.
L’Oipa raccomanda di fare molta attenzione agli annunci online che riguardano la cessione di animali (non solo cani e gatti) poiché, nonostante l’adozione o la vendita di animali da compagnia sul web sia legale, molto spesso questi annunci possono nascondere un traffico illecito punito come reato con pene molto severe (reclusione, multa elevata e confisca degli animali) e anche acquistare animali online può comportare il concorso in tale traffico.
«Alcuni commercianti per guadagnare di più fanno da tramite tra i trafficanti e i compratori, che spesso non conoscono la reale provenienza dei cuccioli», spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Anche per questo lanciamo una campagna di sensibilizzazione affinché a Natale non si acquistino cuccioli ma si adottino cani e gatti ospitati nei rifugi. Gli animali non sono oggetti e, quando diventano un regalo da mettere sotto l’albero, talvolta chi li riceve non è preparato o non sa davvero cosa implichi avere in casa un familiare con la coda. In vista del Natale lo diciamo con forza: gli animali non sono oggetti da regalare».
I volontari dell’associazione in estate si trovano ogni anno a soccorrere animali molto giovani probabilmente acquistati in occasione del Natale o dell’Epifania. Insomma, un cane o un gatto comprato e regalato a Natale può diventare un randagio a Ferragosto. Chi apre la sua casa a un amico con la coda deve sapere che un animale è per sempre e che va amato e accudito non solo quando è un tenero cucciolo. Per questo l’Oipa lancia in vista delle feste un accorato appello: non comprate cuccioli da regalare, né a Natale né in altre ricorrenze e ricorda che abbandonare un animale è un crimine punito dal Codice penale.
Se è vero che gli animali possono colmare un vuoto, occorre riflettere bene prima di far entrare in casa un cane o un gatto. L’uso strumentale degli animali sempre sbagliato, e non sono mancati casi di persone che hanno acquistato un cane solo per poter uscire di casa durante il lockdown per poi liberarsene.
Se si vuole adottare un animale, lo si può fare recandosi nei canili o nei gattili o rivolgendosi ai volontari delle associazioni animaliste, che potranno seguire l’adozione con adeguati controlli.
OIPA Italia Odv – Organizzazione internazionale protezione animali, Organizzazione non governativa (ONG) affiliata al Dipartimento della Comunicazione Globale (DGC), al Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) e all’Assemblea permanente sull’Ambiente dell’ONU. Associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente (DM del 1/8/2007 pubblicato sulla G.U. n. 196 del 24/8/2007) e dal Ministero della Salute (Decreto n. 6/2021 En. As. del 26/10/2021). Iscritta nel Registro unico nazionale del Terzo settore (numero di repertorio 98178). Indirizzo: Via Gian Battista Brocchi 11 – 20131 Milano – Tel. 02 6427882 Fax 1782206601
NOI E L’AMBIENTE
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Come difenderlo per salvarlo e salvare noi stessi
di Angela Casilli
L’Aquila, 17 dicembre 2023. Oggi tutti parlano di ambiente e tutti si dichiarano suoi difensori, anche se ognuno si riferisce al proprio vissuto fatto di esperienze pregresse o in essere.
C’è chi fa la raccolta differenziata, chi combatte lo spreco alimentare, chi risparmia l’acqua, tutte iniziative lodevoli, però poi, quando si arriva al dunque, non sappiamo dare una risposta che sappia convincere, alla domanda che ormai tutti si pongono, su come salvare l’ambiente in cui viviamo e quindi il nostro Pianeta.
Se difendere l’ambiente vuol dire salvare la Terra, allora non dobbiamo temere il futuro, perché la natura ha dimostrato in miliardi di anni, di sapersi rinnovare, di saper ricostruire gli equilibri distrutti dall’uomo, principale colpevole del suo degrado, causa prima dei problemi che stanno determinando la fine dell’attuale ecosistema.
In natura, tutto è interconnesso e ogni cambiamento, spontaneo o indotto, fortuito o voluto, ha ripercussioni inimmaginabili, perché le conoscenze che oggi noi abbiamo raggiunto, sono tali da permetterci di monitorare praticamente tutto e quindi di avere assolute certezze di ciò che potrebbe accadere.
Conosciamo gli errori commessi, sappiamo quali sono i rimedi per salvare il salvabile e come possiamo metterli in atto, ma continuiamo a correre verso la rovina, che sarà di tutti non del solo singolo.
Sarà la Rivoluzione verde e la Transizione ecologica che ci salveranno? Bella domanda a cui però non sappiamo dare una risposta convincente, perché sono idee nobilissime ma che rimangono tali, perché la verità è un’altra: noi pensiamo di salvare l’ambiente e noi stessi, facendo affidamento solo sulle nostre esperienze più o meno dirette, dimenticando che il pianeta Terra è solo quello su cui viviamo e che la sopravvivenza dovrà essere di tutti, nessuno escluso.
Basta fare l’esempio delle energie alternative, di cui si è discusso nei giorni scorsi a Dubai, alla Coop 28, dove il Summit sul clima ha posto sotto accusa i gas serra, colpevoli dei cambiamenti climatici e dichiarato il 2023 l’anno più caldo finora registrato.
Non erano presenti i due Paesi che più producono gas-serra, Stati Uniti e Cina, quest’ultima grande produttrice di metano, ma si spera che anche loro si ravvedano e cerchino energie alternative, che non abbiamo un costo ambientale elevatissimo sia per la loro realizzazione che per il loro smaltimento.
Oggi, qualche passo avanti è stato fatto; i rifiuti plastici divenuti ingombranti, non possono più essere esportati senza il consenso dei Paesi destinatari di un tempo, ma devono essere smaltiti negli stessi luoghi di produzione. Si parla in questo caso, di economie circolari, cioè di quelle economie che sanno trarre profitto dai rifiuti, anche plastici, con una notevole riduzione dell’impatto ambientale.
Anche le Nazioni Unite hanno finalmente capito che al termine delle missioni di pace assolte in tante parti del Pianeta, non era più possibile cedere ai Paesi, che avevano beneficiato del suo intervento, l’onere dello smaltimento di non conveniente rimpatrio, alcuni altamente inquinanti, perché si trattava di Paesi privi di benessere e competenze, quindi non in grado di provvedere allo smaltimento. Per questa ragione, in qualsiasi intervento delle Nazioni Unite oggi sono calcolate anche le spese per le bonifiche ambientali a fine missione.
In sintesi, le rivoluzioni e le transizioni in materia ecologica sono materia di approfondimento e cambiamento delle nostre abitudini di vita. E’ indispensabile un profondo cambiamento culturale, che non vuol dire aggiornamento delle priorità nelle agende dei politici, ma piuttosto un cambiamento nelle idee di ognuno di noi, perché l’ambiente siamo noi e siamo noi tutti chiamati a difenderlo.
GRUPPO DI LETTURA con la Scuola Macondo
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Domani appuntamento con Melusina
Pescara, 17 dicembre 2023. Torna il Gruppo di Lettura della Scuola Macondo di Pescara ed occasionalmente per questo terzo incontro ci sarà di lunedì e non martedì: l’appuntamento, dunque, è per domani 18 dicembre alle ore 19.00 con “Melusina” (Hacca Edizioni) di Laura Pugno, interverrà anche Francesca Chiappa. Dopo il successo di “Sirene”, Laura Pugno torna a scrivere di acqua: “Ecco chi era, cos’era, cos’erano.
Melusina, Mélusine.
La sirena che vive tra gli esseri umani come se fosse fatta solo di carne e non d’acqua e di squame, non di spuma e di sale, non di gelo e di lago, ondina, rousalka, che mette a tacere tra gli esseri umani il bisogno di mutare, fino a non sentirlo, a negarlo, annegarlo come se il sangue fosse un’altra acqua”.
Quando Alice raggiunge Nostra Signora della Foresta – o Santuario, o Isola Stella, come la chiamano gli abitanti di quelle parti – per salutare le ceneri di sua nonna Marie-Ange che non ha mai conosciuto, sarà Emma a raccontarle tutta la storia. Quella del suo arrivo dalla Francia negli anni Settanta per fondare una comune di donne. Quella delle Luci del Nord, unite nel sogno, nell’utopia, nel desiderio di trasformazione. Quella di sua madre Agnès, che giovanissima si è allontanata per cercare una strada diversa. Ascolta, Alice, e le sembra di ricordare o intuire ciò che è accaduto, finché, con un salto, un tuffo, anche lei entra nella storia.
“Melusina” è una fiaba contemporanea e antichissima, azzurra come acqua e traslucida come alabastro, custodita tra costellazioni e abissi.
Il libro presenta le illustrazioni di Elisa Seitzinger che si classifica tra i dieci illustratori più influenti d’Italia, è stata selezionata alla mostra annuale della Society of Illustrators 2021 all’Illustration Museum di New York, shortlisted per i World Illustration Awards 2021.
LAURA PUGNO
Poeta, saggista e scrittrice. Tra gli ultimi libri, i romanzi Sirene e La ragazza selvaggia, Premio Campiello Selezione Letterati (Marsilio 2016-2018); il saggio In territorio selvaggio (Nottetempo 2018); l’Oracolo manuale per poete e poeti, con Giulio Mozzi (Sonzogno 2020) e le raccolte di poesia Noi (Premio Franco Fortini 2021, Amos/A27 2020) e L’alea (Perrone 2019). Collabora con «L’Espresso» e «Le parole e le cose» ed è tra i curatori della collana di “I domani” di Aragno. Ha ideato il festival di poesia “I quattro elementi” (Madrid 2018-2019), la serie di podcast “Oltrelontano. Poesia come paesaggio” per Radio3Suite e la Mappa immaginaria della poesia italiana contemporanea (Il Saggiatore, 2021). Scrive per il cinema e il teatro e fa parte del comitato scientifico del Premio Strega Poesia. Dal 2015 al 2020 ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.
Per partecipare o ricevere il link, è necessario contattare la Scuola al 370.3525381, o via mail a scuolamacondo@gmail.com; sui social @scuolamacondopescara. La Scuola è in via Clemente De Cesaris 36, Pescara.
ESA LIFE RIPORTA LA PALLANUOTO A CHIETI
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Primo incontro valevole per il campionato regionale Allievi FIN Abruzzo
Chieti, 17 dicembre 2023. Dopo 8 anni, una squadra di pallanuoto torna a rappresentare i colori del capoluogo teatino, e lo fa con gli atleti della Esalife Chieti, che oggi, domenica 17 dicembre, affronteranno i ragazzi della Pescara Nuoto e Pallanuoto nel primo incontro valevole per il campionato regionale Allievi FIN Abruzzo.
Il progetto sportivo, partito dallo scorso anno con l’avvio della scuola pallanuoto voluto dalla Esa Life, vede quest’anno i ragazzi cimentarsi nel Campionato federale giovanile. Inoltre, durante la stagione anche i ragazzi della Prima squadra parteciperanno al campionato regionale di Promozione (serie D).
A prescindere dal risultato tecnico che la stagione porterà, questo è un primo passo importante per lo sport di Chieti e in particolare per la pallanuoto. Tutto questo è possibile grazie al contributo dell’azienda madre ESA ENERGIE.
IL NATALE DEI DEMAGOGHI è abbuffata e corruttela ma Betlemme è un’altra cosa
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Giovanni era tutt’altro che un populista, o un demagogo o un salvatore della patria; come diversi dei politici in giro per il mondo. Giovanni si era formato e preparato per essere quello che fu, cioè ciò che Dio gli chiedeva
di don Rocco D’Ambrosio
L’Aquila, 17 dicembre 2023. Il Vangelo odierno: Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. (Gv 1, 6-28 – III Avv. A).
Per preparare la sua venuta, il Signore, sceglie una figura scomoda: Giovanni Battista. Egli è il “più grande tra i nati di donna” (Mt 11,11), come lo definisce Gesù. In un periodo storico, in cui l’aquila romana dominava con arroganza sui territori occupati, il Battista seppe denunciare con forza le gravi contraddizioni di un potere fortemente corrotto, sia in termini relazionali, che politici. Per Erode Giovanni Battista non risparmiò moniti e invettive, essendo questi signore nell’arte degli abusi e delle nefandezze. Agli israeliti, specie ai capi, Giovanni rivolse forti richiami alla conversione, invitandoli ad avere una misura sobria di se stessi. Giovanni era tutt’altro che un populista, o un demagogo o un salvatore della patria; come diversi dei politici in giro per il mondo. Giovanni si era formato e preparato per essere quello che fu, cioè ciò che Dio gli chiedeva.
Non è solo un problema politico è un problema istituzionale generale. Non abbiamo autentici leader perché non li formiamo – né si autoformano – ad essere autentici, a pagare per quello che credono, a cercare più coerenza che appartenenza, più sostanza che visibilità mediatica. E non nasceranno profeti da un tessuto umano, che pensa solo al proprio benessere e che, al massimo, tutela i vicini e le persone care. In questo clima di egoismo la profezia sul potere nasce difficilmente e facilmente muore. Giovanni Battista è genuinamente non curante di sé e credo, anche per questo, può essere fedele alla sua missione: è stato messo al mondo e deve lavorare per preparare la strada al Cristo. Noi non siamo Giovanni Battista, né abbiamo una missione così alta e impegnativa, ma abbiamo una missione! Essa è autentica nella misura in cui ci distraiamo da noi stessi e prepariamo la strada al Cristo o, direi ai miei amici non credenti, prepariamo la strada a tutto ciò che è buono e giusto e ispira la nostra vita.
«Vi prego di fare un certo sforzo per superare il metodo della mitologia politica. Non ci sono uomini straordinari. Vi dirò di più, non ci sono uomini dentro il partito e fuori pari alla grandezza del problema che ci sta di fronte. Bisogna presentarsi dinanzi agli avvenimenti esterni ed interni con l’umiltà di riconoscere che essi superano la nostra misura… Per risolvere i problemi vi sono vari metodi: quello della forza, quello dell’intrigo, quello dell’onestà… sono un uomo che ha l’ambizione di essere onesto. Quel poco d’intelligenza che ho la metto al servizio della verità… mi sento un cercatore, un uomo che va a ricercare i filoni della verità della quale abbiamo bisogno come l’acqua sorgente e viva delle fonti. Non voglio essere altro». Lo diceva Alcide De Gasperi a un Convegno DC nel 1945.
Non so che Natale ci aspetta, o è meglio dire: sarà Natale come Dio vorrà. E’ comunque l’occasione buona per fermarci un attimo a pensare a chi stiamo facendo strada: a noi stessi o al Cristo? Nel primo caso non arriveremo mai alla grotta di Betlemme. Lì non ci sono politici “mito”, populisti, demagoghi e salvatori della patria. Lì c’è tutt’altra musica, tutt’altra gente, tutt’altra aria. Lì c’è gente autentica, sobria, coerente. Solo per questi sarà Natale. Per gli altri, il loro “natale”, è la solita abbuffata, corruttela e farsa di sempre, non diversa dal loro quotidiano standard. Ma Betlemme è tutt’altro…
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
L’Associazione UdU L’Aquila denuncia. Nel corso di questi mesi è tutto immutato
L’Aquila, 17 dicembre 2023. Nonostante la recente nomina di un nuovo direttore dell’ADSU, dopo che il posto è rimasto scoperto per quattro mesi paralizzando completamente l’ente, le cose non sono affatto cambiate. Gli studenti continuano ad aspettare le borse di studio: secondo quanto scritto nel bando, le matricole avrebbero già dovuto ricevere il 20% della somma di borsa studio del 2023/24 entro il 10 Novembre 2023, cosa ancora non avvenuta.
Ad aggravare notevolmente il quadro, c’è la situazione delle studentesse e degli studenti dell’Accademia Delle Belle Arti e del Conservatorio che non ricevono ancora la borsa di studio relativa all’anno accademico 22/23.
Ad aggiungersi alle inadempienze dell’ente ci sono ancora dei rimborsi della tassa regionale dello scorso anno non erogati e dei premi di laurea 2021/2022 non corrisposti alle studentesse e agli studenti richiedenti. Inoltre, alcune studentesse ed alcuni studenti devono ancora ricevere le monetizzazioni del servizio mensa: in particolare chi studia nelle sedi distaccate di Teramo e Avezzano, che attende ormai da mesi, e le studentesse e gli studenti dei poli di Roio, Economia e Scienze Umane che, nonostante le deliberazioni del CdA che si esprimevano in tal senso, attendono la monetizzazione del servizio da quasi due anni.
Sul fronte dell’erogazione dei servizi lo scenario è lo stesso. Lo studentato del Moro a Cansatessa continua ad essere sprovvisto dei servizi fondamentali, dei collegamenti con i vari poli universitari e la mensa di Coppito, che abbiamo chiesto venisse aperta anche per la cena, continua a non fornire il servizio serale.
La mensa che, invece, avrebbe dovuto aprire a Piazza Duomo a novembre non si sa più a che punto stia e questo vuol dire non garantire agli studenti del polo di Scienze Umane un servizio considerato essenziale dalla legge. Tutto ciò è complicato dal fatto che l’ADSU non interagisce con la popolazione studentesca: se si prova a telefonare o a mandare un’e-mail nessuno risponde e se si va in presenza agli sportelli è veramente difficile riuscire a risolvere un qualsivoglia problema.
Con l’ex presidente Eliana Morgante dimessasi per candidarsi alle regionali, in mezzo a innumerevoli problematiche, innumerevoli scontri e con il posto da dirigente rimasto vacante per mesi, l’ente risulta in grave difficoltà. Come se non bastasse, al mutismo dell’ADSU si aggiunge il silenzio da parte delle istituzioni: una Regione che oltre a non stanziare i fondi, non dice nulla a riguardo (nemmeno banalmente per giustificarsi) ed impiega quattro mesi per nominare il nuovo direttore, seguita dal silenzio di Comune ed Università.
Nel mentre, in tutto questo tempo, sono gli studenti e le studentesse a pagare lo scotto di questi giochini partitici. Chiediamo che vengano erogati tutti i pagamenti dovuti alle studentesse e agli studenti e che sia il diritto allo studio il vero tema centrale dell’ADSU. L’ente del diritto allo studio dovrebbe occuparsi appunto di diritto allo studio, senza rincorrere aspirazioni politiche.
UdU
MARCO FOLLINI a Teramo
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
A Salotto Culturale per discutere di democrazia digitale
Teramo, 17 dicembre 2023. Il prossimo 20 Dicembre 2023 alle 18:15 il Salotto culturale di Prospettiva persona (Patrocinio MIC e Fondazione Tercas) Teramo – via Nicola Palma 33, presenterà il tema La democrazia nella bolla, relativa all’ultimo numero di Prospettiva persona.
Flavio Felice, direttore di Prospettiva Persona, ne discuterà con Marco Follini, Ivo Germano, Vincenzo Di Marco e Settimio Luciano presso la Sala del Conservatorio musicale di Teramo ( Via San Giorgio – fronte Prefettura).
Approfondimento
Una delle ultime fasi di trasformazione della democrazia contemporanea è caratterizzata dalla prepotente ascesa dell’intelligenza artificiale e dalla profonda invadenza degli algoritmi che alimentano nuove forme di polarizzazione, sempre più radicali, all’interno della società. La vita virtuale del cittadino democratico si consuma all’interno di “bolle” che filtrano tutte le informazioni provenienti dal mondo esterno e creano dei recinti che intrappolano al loro interno persone che la pensano allo stesso modo e rafforzano gli autoconvincimenti personali a scapito di una sana dialettica democratica. Quelle appena descritte sono le caratteristiche della “Bubble Democracy” che sta cambiando radicalmente lo “stile di vita” delle democrazie. Infatti, i partiti sono diventati liquidi, la partecipazione politica sempre più effimera, i leader sempre più decisionisti. Il dato più allarmante è dovuto al fatto che gli elettori non si sentono più parte di una comunità di intenti e infatti vengono attratti da forme di rappresentanza individuale (F.F.)
PRENDETEVI LA LUNA di Paolo Crepet
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Tutto esaurito al teatro Maria Caniglia di Sulmona. Meta Aps è pronta ad accogliere pubblico da tutta la regione
Sulmona, 17 dicembre 2023. Meta Aps annuncia il tutto esaurito per la conferenza evento Prendetevi la luna del Dott. Paolo Crepet, organizzata in collaborazione con Mia Eventi Live, prevista per sabato 20 gennaio 2024 presso il Teatro Maria Caniglia di Sulmona, nell’ambito di Oltre la stagione, ovvero il cartellone di eventi collaterali proposti dall’Associazione in aggiunta a quelli previsti per la stagione di prosa 2023/2024 in partenariato con il Comune di Sulmona.
Dopo il successo di Amori Rubati del 25 novembre e di Filottete di Sofocle con l’università La Sapienza del 5 dicembre, il terzo appuntamento, tra i più attesi, con Prendetevi la luna è già sold out a più di un mese dal suo debutto sul palcoscenico cittadino.
Nel dichiararsi soddisfatta per il risultato ottenuto Meta Aps, allo stesso tempo, esprime rammarico per coloro che non potranno partecipare all’evento a causa dell’esaurimento dei posti disponibili. L’associazione consiglia vivamente di acquistare i biglietti per gli eventi desiderati con ampio anticipo al fine di evitare il rischio di non trovare disponibilità a ridosso degli stessi.
“Siamo entusiasti e pronti ad accogliere moltissimi spettatori provenienti da ogni parte della regione e oltre. Questo evento conferisce un ulteriore valore e significato alla nostra meravigliosa e partecipata stagione teatrale, contribuendo ad arricchire l’ampia offerta culturale promossa dalla nostra associazione.” queste le parole del direttore artistico della stagione di prosa Patrizio Maria D’Artista.
Meta Aps ricorda inoltre che presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona è possibile acquistare a prezzi vantaggiosi coupon validi per la scelta di 1, 3 o 5 spettacoli della stagione di prosa da donare ad amici e parenti durante le festività natalizie.
Si ricorda che i singoli biglietti sono in vendita presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona e sulla piattaforma online oooh.events. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.
Per informazioni contattare il numero 329 9339837, collegarsi alle pagine social Facebook, Instagram, X del Teatro Maria Caniglia o al sito www.teatromariacaniglia.com, oppure scrivere una mail all’indirizzo info@teatromariacaniglia.com
CENTO ANNI DALLA NASCITA DI PADRE SERAFINO COLANGELI
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
La Piccola Opera Charitas e la comunità francescana del Santuario della Madonna dello Splendore ricordano con il Vescovo Leuzzi. Il Presidente Rega annuncia l’avvio della richiesta di beatificazione del fondatore della Poc. Il Sindaco: “Padre Serafino, capace di vedere nei piccoli l’immensamente grande”
Giulianova, 17 dicembre 2023. Il Presidente della Piccola Opera Charitas Domenico Rega di Giulianova ha annunciato che la Fondazione ha inoltrato richiesta formale al Vescovo di Teramo- Atri, Monsignor Lorenzo Leuzzi, per l’avvio della fase diocesana del processo di beatificazione di padre Serafino Colangeli. Lo ha fatto nel corso della cerimonia che si è tenuta questa mattina nel Santuario della Madonna dello Splendore, organizzata per commemorare il centesimo anniversario della nascita del compianto fondatore della Poc, uomo di immensa fede, cultura e umanità. A ricordarlo, con il presidente Rega, il Sindaco di Giulianova Jwan Costantini, il Vescovo Leuzzi e padre Germano Di Pietro. Presenti anche il Primo Cittadino di Roseto Mario Nugnes, il Comandante della Compagnia Carabinieri Nicolò Morandi, il capogruppo consiliare Paolo Vasanella, l’ex sindaco e senatore Antonio Franchi, e la comunità francescana del santuario, retto da padre Wilson D’ Souza.
Nel suo intervento, il Sindaco Costantini ha espresso la riconoscenza della città a padre Serafino, un uomo che più di tutti è stato capace di vedere nei piccoli la grandezza di Dio. Impegno di Giulianova e dei giuliesi, quello di fare memoria e tesoro della sua testimonianza. Il Vescovo Leuzzi ha insistito sulla missione vera della Piccola Opera e della Chiesa, che è quella di promuovere, sempre e comunque, l’ Uomo. Padre Germano, che di padre Serafino ha trascritto molti testi, ha delineato il suo francescanesimo e sottolineato la centralità dell’ Eucarestia nella vita del frate, innamorato di Dio, della Madonna, dei fratelli. Da Domenico Rega, un discorso denso ed articolato sulla personalità di padre Serafino, sullo spirito della fondazione e sulla grande responsabilità che oggi la investe, quella di custodire il suo spirito originario per consegnarlo intatto al futuro. In un messaggio letto dallo stesso presidente, il padre provinciale Simone Calvarese ha portato il suo saluto ed espresso il personale auspicio che venga dato a padre Serafino di percorrere il luminoso cammino del riconoscimento di santità.
Prima della Messa, il Vescovo ha benedetto due grandi e preziose icone, una ritraente San Berardo, l’altra San Flaviano, che saranno collocate nella cappella della struttura assistenziale di Villa Volpe, dove già sono conservate le reliquie dei due santi, custodi della cristianità del nostro territorio.
COSMO. Tra tela, palcoscenico e danza
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
L’Imago Museum svela il capolavoro di Mario Schifano
Pescara, 17 dicembre 2023. L’Imago Museum è lieta di annunciare l’esposizione straordinaria dell’opera “COSMO. Tra tela, palcoscenico e danza” di Mario Schifano a partire da martedì 19 dicembre 2023, ore 18:00. Per la prima volta in assoluto i visitatori avranno l’opportunità di ammirare questa imponente opera, un autentico capolavoro che guida lo spettatore attraverso un viaggio emozionante ai confini della pittura, della danza, della musica e di una visione universale sul significato della vita e della sua origine.
COSMO è uno dei lavori più suggestivi del Maestro, realizzato con tecnica mista nel 1990 per l’allestimento della pièce teatrale “Due Madri” di Miguel de Unamuno, in collaborazione con il compositore Marco Schiavoni, il coreografo Aurelio Gatti e il regista Patrick Latronica, andata in scena tra il 1991 e il 1993 per un totale di oltre cento repliche in tutta Italia. Un’opera scenica circolare di oltre sette metri di diametro concepita dall’esponente più noto della pop art italiana ed europea.
Il dipinto è stato acquistato dalla Fondazione Pescarabruzzo nel 2020 per il tramite dello stesso Aurelio Gatti, all’epoca produttore e direttore artistico anche di alcune performance di danza/teatro realizzate con l’utilizzo dell’opera COSMO presso il Teatro Basilica di Roma.
La fruizione di COSMO al pubblico museale definisce l’ultimo tassello di un organico progetto della Fondazione Pescarabruzzo/Imago Museum dedicato all’artista, in occasione del 25° anniversario della sua scomparsa.
Il 1° gennaio 2023 all’Imago Museum è stata inaugurata l’esposizione permanente “Mario Schifano. Il trionfo della Pop Art italiana”. La mostra offre al pubblico una profonda retrospettiva del percorso creativo del Maestro, tra i più importanti artisti italiani del Novecento. Attraverso un repertorio di opere che abbraccia il classicismo e il contemporaneo, la collezione racconta il Maestro dalla fase iniziale monocromatica degli anni ’60 fino alla maturità degli anni ’90, culminando con il prezioso ciclo Matres Matutae ispirato a reperti archeologici votivi, risalenti tra il VI e il II secolo a.C.
Inoltre, il 26 gennaio, giorno dell’anniversario, la Pescarabruzzo ha promosso e realizzato lo spettacolo “Cosmogonia” al suo Cineteatro Circus. Un affascinante mix di teatro, danza e musica che ha riportato in vita l’essenza di COSMO – opera scenica davvero maestosa – attraverso la maestria di attori come Sebastiano Tringali, la vocalità di Chiara Meschini e l’arte di talentuosi danzatori, per la regia e coreografia di Aurelio Gatti e le musiche originali di Marco Schiavoni (MDA Produzioni Danza). Questo evento speciale, concepito come un omaggio all’artista, ha trasformato l’opera COSMO in un’esperienza multisensoriale oltremodo coinvolgente.
Il Presidente della Fondazione Pescarabruzzo/Imago Museum, Nicola Mattoscio, dichiara: «Con l’apertura del padiglione permanente all’Imago Museum dedicato a Mario Schifano, con lo spettacolo Cosmogonia realizzato al Circus e con l’esposizione di COSMO al pubblico, per la prima volta in assoluto, la Fondazione completa un lavoro durato anni, con l’obiettivo di preservare e offrire agli studiosi e ai visitatori un patrimonio artistico e culturale unico nel panorama internazionale che continua a brillare nella storia dell’arte contemporanea».
All’evento, che coincide con l’apertura dei nuovi spazi museali (la sala lettura e il bookshop), interverranno: Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Carlo Masci, Sindaco di Pescara, e Generoso Bruno, storico e critico d’arte.
In foto: “Cosmo” di Mario Schifano immagine di Luciano D’Angelo
SPOLTORE NASCOSTA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 19 Dicembre 2023
Visita al convento Di San Panfilo fuori le Mura
Spoltore, 17 dicembre 2023. Oggi, domenica 17 dicembre, in mattinata, si aprono di nuovo le porte del Convento di San Panfilo fuori le Mura di Spoltore (PE) per un nuovo appuntamento di “Spoltore Nascosta” previsto per le ore 10: l’evento è a cura della Pro Loco Spoltore Terra dei 5 Borghi; anche in questa edizione speciale, in pieno clima natalizio, i visitatori potranno scoprire il tesoro custodito nel Chiostro, gli affreschi delle ventisei lunette francescane, degustando i prodotti genuini del territorio. Dopo il classico percorso che prevede le seguenti tappe: Castello, Largo Fosse del Grano, piazza D’Albenzio e Società Operaia di Mutuo Soccorso, la cisterna sotto piazza D’Albenzio, residence degli artisti, via del Pozzo con visita presso dimore private, Cripta di San Panfilo dentro le Mura, si prosegue verso il Convento appunto, dove ci sarà anche una degustazione.
È proprio nell’atmosfera fiabesca dei giardini che si concluderà la visita guidata completa che offre al visitatore di scoprire anche luoghi chiusi e sotterranei, storie e personaggi con l’intenzione di portare alla luce la bellezza del centro storico attraverso un tour arricchito nelle tappe e nei luoghi meno noti. Le visite guidate prevedono il coinvolgimento del pubblico nell’intima atmosfera della vita quotidiana degli abitanti, con la possibilità di condividere i meno noti spazi del cuore di Spoltore.
Il punto di ritrovo è la nuova sede dell’infopoint alle ore 10.00, presso la biblioteca comunale ‘Piero Angela’ (via Dietro le Mura, 10) con avvio del tour alle 10.30.
Per informazioni e prenotazioni, il numero da contattare è 328.7626829.