BENEDETTO XVI e gli Angeli

Grande risonanza ha avuto sui mass media il riferimento agli spiriti celesti che il Santo Padre Benedetto XVI, nato nel 1928 e defunto alla fine di dicembre 2022, fece durante l’Angelus del 2 ottobre 2011

di don Marcello Stanzione, 3 gennaio 2023

Ecco le testuali parole del Pontefice: “Cari amici, il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’augusta regina Maria delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio”.

Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica edito nel 2005 sotto il pontificato di Benedetto XVI alla domanda chi sono gli angeli? risponde al n. 60: “Gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, esseri spirituali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, contemplando incessantemente Dio a faccia a faccia, Lo glorificano, Lo servono e sono i suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini”. Sulle modalità poi della presenza degli spiriti celesti nella Chiesa, il Compendio, citando San Basilio Magno che affermò che ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore per condurlo alla vita, sottolinea che la Chiesa si unisce agli angeli per adorare Dio, invoca la loro assistenza e di alcuni celebra liturgicamente la memoria. Il papa Benedetto XVI, Il 2 ottobre 1977, parlando alla radio bavarese quand’era ancora cardinale, dopo aver ricordato che il 2 ottobre da circa trecent’anni la Chiesa Cattolica celebra la festa dei Santi Angeli Custodi, disse che poche cose erano diventate estranee ai cristiani d’oggi quanto l’idea dell’Angelo custode. Poi aggiunse: “L’Antico Testamento dice dell’angelo al popolo di Israele: “Prestagli attenzione e ascolta la sua voce”. Cioè, devo farmi attento e sensibile a quest’idea divina che mi abbraccia e guida, e non devo contrapporle ostinatamente i miei desideri ed i miei umori del momento. Di angeli custodi ora non si parla più se non in qualche locuzione convenzionale. Lo stesso vale se si parla di protezione e si discute di come sia possibile proteggerci dai fenomeni inquietanti e dai pericoli della vita moderna. Parlare degli “Angeli” significa invece essere convinti che il mondo è dappertutto colmo dalla viva presenza di Dio e che questa presenza si rivolge a ciascun individuo, a ciascuno di noi come potenza che ci chiama e ci protegge.

Alla fine del corso degli esercizi spirituali per la Quaresima del 2007, il predicatore era stato l’arcivescovo emerito di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi che si era a lungo soffermato sugli spiriti celesti e, al momento del ringraziamento, il Papa Benedetto XVI affermò:  “Mi sono accorto che negli intarsi del mio inginocchiatoio è raffigurato il Cristo risorto, circondato da angeli che volano. Ho pensato che questi angeli possono volare perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto; e che noi potremmo volare se uscissimo un po’ dalla gravitazione del materiale ed entrassimo nella gravitazione nuova dell’amore del Risorto”.

Il 29 settembre 2007 il papa Benedetto durante l’omelia di una ordinazione episcopale dichiarò: “Celebriamo questa Ordinazione episcopale nella festa dei tre Arcangeli che nella Scrittura sono menzionati per nome: Michele, Gabriele e Raffaele. Questo ci richiama alla mente che nell’antica Chiesa – già nell’Apocalisse – i Vescovi venivano qualificati “angeli” della loro Chiesa, esprimendo in questo modo un’intima corrispondenza tra il ministero del Vescovo e la missione dell’Angelo. A partire dal compito dell’Angelo si può comprendere il servizio del Vescovo. Ma che cosa è un Angelo? La Sacra Scrittura e la tradizione della Chiesa ci lasciano scorgere due aspetti. Da una parte, l’Angelo è una creatura che sta davanti a Dio, orientata con l’intero suo essere verso Dio. Tutti e tre i nomi degli Arcangeli finiscono con la parola “El“, che significa “Dio”. Dio è iscritto nei loro nomi, nella loro natura. La loro vera natura è l’esistenza in vista di Lui e per Lui. Proprio così si spiega anche il secondo aspetto che caratterizza gli Angeli: essi sono messaggeri di Dio. Portano Dio agli uomini, aprono il cielo e così aprono la terra. Proprio perché sono presso Dio, possono essere anche molto vicini all’uomo. Dio, infatti, è più intimo a ciascuno di noi di quanto non lo siamo noi stessi. Gli Angeli parlano all’uomo di ciò che costituisce il suo vero essere, di ciò che nella sua vita tanto spesso è coperto e sepolto. Essi lo chiamano a rientrare in se stesso, toccandolo da parte di Dio. In questo senso anche noi esseri umani dovremmo sempre di nuovo diventare angeli gli uni per gli altri – angeli che ci distolgono da vie sbagliate e ci orientano sempre di nuovo verso Dio. Se la Chiesa antica chiama i Vescovi “angeli” della loro Chiesa, intende dire proprio questo: i Vescovi stessi devono essere uomini di Dio, devono vivere orientati verso Dio. “Multum orat pro populo” – “Prega molto per il popolo”, dice il Breviario della Chiesa a proposito dei santi Vescovi. Il Vescovo deve essere un orante, uno che intercede per gli uomini presso Dio. Più lo fa, più comprende anche le persone che gli sono affidate e può diventare per loro un angelo – un messaggero di Dio, che le aiuta a trovare la loro vera natura, se stesse, e a vivere l’idea che Dio ha di loro. Tutto ciò diventa ancora più chiaro se ora guardiamo le figure dei tre Arcangeli la cui festa la Chiesa celebra oggi. C’è innanzitutto Michele. Lo incontriamo nella Sacra Scrittura soprattutto nel Libro di Daniele, nella Lettera dell’Apostolo san Giuda Taddeo e nell’Apocalisse. Di questo Arcangelo si rendono evidenti in questi testi due funzioni. Egli difende la causa dell’unicità di Dio contro la presunzione del drago, del “serpente antico”, come dice Giovanni. È il continuo tentativo del serpente di far credere agli uomini che Dio deve scomparire, affinché essi possano diventare grandi; che Dio ci ostacola nella nostra libertà e che perciò noi dobbiamo sbarazzarci di Lui. Ma il drago non accusa solo Dio. L’Apocalisse lo chiama anche “l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusa davanti a Dio giorno e notte” (12, 10). Chi accantona Dio, non rende grande l’uomo, ma gli toglie la sua dignità. Allora l’uomo diventa un prodotto mal riuscito dell’evoluzione. Chi accusa Dio, accusa anche l’uomo. La fede in Dio difende l’uomo in tutte le sue debolezze ed insufficienze: il fulgore di Dio risplende su ogni singolo. È compito del Vescovo, in quanto uomo di Dio, di far spazio a Dio nel mondo contro le negazioni e di difendere così la grandezza dell’uomo. E che cosa si potrebbe dire e pensare di più grande sull’uomo del fatto che Dio stesso si è fatto uomo? L’altra funzione di Michele, secondo la Scrittura, è quella di protettore del Popolo di Dio (cfr. Dn 10, 21; 12, 1). Cari amici, siate veramente “angeli custodi” delle Chiese che vi saranno affidate! Aiutate il Popolo di Dio, che dovete precedere nel suo pellegrinaggio, a trovare la gioia nella fede e ad imparare il discernimento degli spiriti: ad accogliere il bene e rifiutare il male, a rimanere e diventare sempre di più, in virtù della speranza della fede, persone che amano in comunione con il Dio-Amore. Incontriamo l’Arcangelo Gabriele soprattutto nel prezioso racconto dell’annuncio a Maria dell’incarnazione di Dio, come ce lo riferisce san Luca (1, 26 – 38). Gabriele è il messaggero dell’incarnazione di Dio. Egli bussa alla porta di Maria e, per suo tramite, Dio stesso chiede a Maria il suo “sì” alla proposta di diventare la Madre del Redentore: di dare la sua carne umana al Verbo eterno di Dio, al Figlio di Dio. Ripetutamente il Signore bussa alle porte del cuore umano. Nell’Apocalisse dice all’”angelo” della Chiesa di Laodicea e, attraverso di lui, agli uomini di tutti i tempi: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (3, 20). Il Signore sta alla porta – alla porta del mondo e alla porta di ogni singolo cuore. Egli bussa per essere fatto entrare: l’incarnazione di Dio, il suo farsi carne deve continuare sino alla fine dei tempi. Tutti devono essere riuniti in Cristo in un solo corpo: questo ci dicono i grandi inni su Cristo nella Lettera agli Efesini e in quella ai Colossesi. Cristo bussa. Anche oggi Egli ha bisogno di persone che, per così dire, gli mettono a disposizione la propria carne, che gli donano la materia del mondo e della loro vita, servendo così all’unificazione tra Dio e il mondo, alla riconciliazione dell’universo. Cari amici, è vostro compito bussare in nome di Cristo ai cuori degli uomini. Entrando voi stessi in unione con Cristo, potrete anche assumere la funzione di Gabriele: portare la chiamata di Cristo agli uomini. San Raffaele ci viene presentato soprattutto nel Libro di Tobia come l’Angelo a cui è affidata la mansione di guarire. Quando Gesù invia i suoi discepoli in missione, al compito dell’annuncio del Vangelo vien sempre collegato anche quello di guarire. Il buon Samaritano, accogliendo e guarendo la persona ferita giacente al margine della strada, diventa senza parole un testimone dell’amore di Dio. Quest’uomo ferito, bisognoso di essere guarito, siamo tutti noi. Annunciare il Vangelo, significa già di per sé guarire, perché l’uomo necessita soprattutto della verità e dell’amore. Dell’Arcangelo Raffaele si riferiscono nel Libro di Tobia due compiti emblematici di guarigione. Egli guarisce la comunione disturbata tra uomo e donna. Guarisce il loro amore. Scaccia i demoni che, sempre di nuovo, stracciano e distruggono il loro amore. Purifica l’atmosfera tra i due e dona loro la capacità di accogliersi a vicenda per sempre. Nel racconto di Tobia questa guarigione viene riferita con immagini leggendarie. Nel Nuovo Testamento, l’ordine del matrimonio, stabilito nella creazione e minacciato in modo molteplice dal peccato, viene guarito dal fatto che Cristo lo accoglie nel suo amore redentore. Egli fa del matrimonio un sacramento: il suo amore, salito per noi sulla croce, è la forza risanatrice che, in tutte le confusioni, dona la capacità della riconciliazione, purifica l’atmosfera e guarisce le ferite. Al sacerdote è affidato il compito di condurre gli uomini sempre di nuovo incontro alla forza riconciliatrice dell’amore di Cristo. Deve essere “l’angelo” risanatore che li aiuta ad ancorare il loro amore al sacramento e a viverlo con impegno sempre rinnovato a partire da esso. In secondo luogo, il Libro di Tobia parla della guarigione degli occhi ciechi. Sappiamo tutti quanto oggi siamo minacciati dalla cecità per Dio. Quanto grande è il pericolo che, di fronte a tutto ciò che sulle cose materiali sappiamo e con esse siamo in grado di fare, diventiamo ciechi per la luce di Dio. Guarire questa cecità mediante il messaggio della fede e la testimonianza dell’amore, è il servizio di Raffaele, affidato giorno per giorno al sacerdote e in modo speciale al Vescovo. Così, spontaneamente siamo portati a pensare anche al sacramento della Riconciliazione, al sacramento della Penitenza che, nel senso più profondo della parola, è un sacramento di guarigione. La vera ferita dell’anima, infatti, il motivo di tutte le altre nostre ferite, è il peccato. E solo se esiste un perdono in virtù della potenza di Dio, in virtù della potenza dell’amore di Cristo, possiamo essere guariti, possiamo essere redenti”.

La prima domenica di Quaresima del 2009, all’Angelus il Papa tedesco ha sottolineato che nel vangelo di Marco si dice che “Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da satana” (Mc 1,12). Ma “di fronte a questa figura oscura e tenebrosa che osa tentare il Signore, appaiono gli angeli, figure luminose e misteriose”. Gli angeli, dice il Vangelo, “servivano” Gesù (Mc 1,13); essi sono il contrappunto di satana”. E dopo aver elencato la presenza degli angeli nell’Antico e nel Nuovo testamento, Benedetto XVI ha aggiunto: “Gli angeli servono Gesù, che è certamente superiore ad essi, e questa sua dignità viene qui, nel Vangelo, proclamata in modo chiaro, seppure discreto. Infatti, anche nella situazione di estrema povertà e umiltà, quando è tentato da Satana, egli rimane il Figlio di Dio, il Messia, il Signore”. “Domandiamo loro – concluse il papa in quel primo marzo 2009 – in particolare quest’oggi, di vegliare su di me e sui collaboratori della Curia romana che in questo pomeriggio, come ogni anno, inizieremo la settimana di Esercizi spirituali. Maria, regina degli Angeli, prega per noi!”




GAETANO BRAGA L’ARTISTA e il violoncello incantatore

Consegnate oggi in municipio cento copie del volume di Giovanni Di Leonardo

Giulianova, 3 gennaio 2023. Il presidente della onlus “Braga” Piccone Stella: “Un libro fondamentale, che colma una lacuna storico-documentaria”.

Alla presenza del Sindaco Jwan Costantini e dell’ assessore alla Cultura Paolo Giorgini, il maestro Sergio Piccone Stella, presidente dell’associazione “Gaetano Braga onlus”, ha consegnato oggi cento copie del libro “Gaetano Braga, l’artista e il violoncello incantatore” di Giovanni Di Leonardo, che da oggi sono a disposizione dell’Amministrazione Comunale.

 La pubblicazione del  volume, edito lo scorso maggio dalla EditPress di Castellalto,  è stata sostenuta dalla Città di Giulianova e dal Consiglio regionale abruzzese

“Sono particolarmente felice di essere qui, stamattina – ha detto il maestro Piccone Stella a margine dell’incontro – Porto i saluti dell’autore, il professor Di Leonardo, ed esprimo, anche a suo nome, i ringraziamenti a quanto hanno creduto e credono nel valore di quest’opera, arrivata a colmare un’atavica lacuna storico-documentaria. La nostra riconoscenza, dunque, va a quanti hanno reso possibile la pubblicazione e ai lettori, giuliesi e no, che si accosteranno a queste pagine con piacere e grande curiosità”.




A PESCARA IN SCENA Jekyll e Hyde

Arriva presso il teatro Cordova (in viale Giovanni Bovio) il prossimo 6 gennaio alle ore 16,30 lo spettacolo per tutta la famiglia JEKYLL & HYDE

Pescara, 3 gennaio 2023.  Il noto romanzo di Robert Louis Stevenson viene proposto dalla Realtà teatrale Skenexodia, una produzione indipendente marchigiana con attori professionisti provenienti da ogni regione. Sul palcoscenico cittadino saranno Cinzia Damassa e Carla Lama a dare vita alle atmosfere misteriose londinesi che caratterizzano questo capolavoro gotico.

“La scelta di far interpretare questo testo famosissimo a due attrici – racconta il regista Guerini – nasce dalla voglia di leggere l’opera in una maniera diversa. Non sono due donne che recitano parti maschili, ma due donne che vivono (veramente o per gioco) le vicende inspiegabili legate alla figura di Hyde. I loro comportamenti, dunque, assumono interessanti ed originali motivazioni, nonché sfumature che non ci immagineremmo mai”.

“Inizialmente pensavo di lavorare molto sul maschile – racconta Cinzia Damassa – invece è un maschile filtrato dal femminile. Mi sono dovuta giostrare tra la passione di Poole il maggiordomo, i caratteri di Jekyll e le tenebre di Hyde.”

Sulla stessa lunghezza d’onda Carla Lama: “È un esperienza interessante con esperienze particolari dove i personaggi tutti maschili sono una sfida per le attrici donne – prosegue l’attrice – il punto di vista è quello di non imitare sé stesse, ma cercare il maschile dentro ognuno di noi”. 

Lo spettacolo continuerà la sua tournée nazionale a Bologna, Tolfa (RM), Orvieto, Milano, Roma, Bedizzole (BS) nel corso del 2023. Per le prenotazioni è possibile rivolgersi al 3384116671 (solo whp), i biglietti sono acquistabili poco prima dello spettacolo.




PACCHI SPESA per le famiglie bisognose

Lions Club Vasto Adriatica Vittoria Colonna per le Festività natalizie

Vasto, 3 gennaio 2023. Anche quest’anno il Lions Club Vasto Adriatica Vittoria Colonna ha inteso aderire alla campagna promossa dal Multidistretto Lions 108 Italy denominata Aggiungi un posto a tavola. Declinabile in varie forme l’adesione al service è stata realizzata mediante la fornitura di buste della spesa a famiglie bisognose sulla scia di quanto realizzato nella prima edizione del passato anno sociale.

In particolare sono state quaranta le buste recanti beni alimentari di prima necessità destinate a 20 famiglie che pochi giorni prima del S. Natale i soci del Lions Club hanno consegnato nelle mani di padre Luigi Stivaletta, parroco di S. Maria Stella Maris a Vasto Marina, che ha provveduto alla successiva distribuzione.

Ai soci accolti nei locali del refettorio padre Luigi, che ha ringraziato i Lions per il gesto e per tutto quello che fanno, ha ricordato l’importanza della solidarietà e dello stare accanto alle famiglie in questo delicato momento in cui il numero dei poveri aumenta giorno dopo giorno.

‘Viviamo in un momento particolarmente difficile – ha detto la presidente del Lions Club Vasto Adriatica Vittoria Colonna Maria Pia Smargiassi – e il nostro Club da sempre attento ai bisogni della comunità non poteva non aderire all’invito riproposto dal Multidistretto. E d’altronde la lotta alla fame, che i Lions italiani portano avanti anche con campagne di sostegno al Banco Alimentare, è uno dei 5 service globali del Lions Clubs International. Si è trattato di un piccolo gesto che, speriamo, posso aver donato almeno qualche attimo di spensieratezza e qualche sorriso a chi è davvero meno fortunato di noi’.

Un ringraziamento da parte dei soci del Lions Club a padre Luigi che ha contribuito all’efficacia dell’iniziativa.




NEL FINE SETTIMANA DEL’EPIFANIA tanti eventi

Dalla Befana alle mascotte, passando per la parata delle bolle magiche fino alla cerimonia di consegna dei giocattoli per AGBE

Città sant’Angelo, 3 gennaio 2023. Anno nuovo e festività ancora al centro del cartellone eventi del Città Sant’Angelo Village Outlet. Nel fine settimana che va da venerdì 6 a domenica 8 gennaio 2023, ci saranno diversi appuntamenti che catalizzeranno l’attenzione dei visitatori. Nel giorno dell’Epifania, a partire dalle ore 11:00 fino alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00, all’interno della casetta di Babbo Natale, situata in piazza Verde, ci sarà la Befana per la gioia di tutti i bambini.

Sarà anche l’occasione per la festa finale, alle ore 18:00, di Giocattolando l’iniziativa portata avanti con AGBE, patrocinata dal Comune di Città Sant’Angelo, per la raccolta di giochi da destinare ai bambini emopatici dell’ospedale di Pescara. Tutti i giocattoli che i visitatori del Village Outlet hanno donato, sono stati sanificati e verranno consegnati all’associazione.

Sabato 7 gennaio, invece, sarà la volta della Bubble Parade, dalle 16:00 alle 19:00, un momento di divertimento con bolle di sapone magico e in perfetto tema natalizio che lascerà grandi e piccini con in naso all’insù.

Domenica 8 gennaio sarà la volta delle mascotte di Pinocchio e Freeda, con sette uscite giornaliere, al mattino dalle 10-30-10:55; 11:30-11:55; 12:30-12:55 e nel pomeriggio, invece, dalle 15:00-15:25; 16:00-16:25; 17:00-17:25; 18:00-18:25.

Riprenderanno, invece, le attività del Toys Factory da giovedì 5 a domenica 8 gennaio 2023, una vera e propria fucina di creatività, in cui i bambini potranno divertirsi a realizzare decorazioni natalizie, segnalibri, segnaposto, renne, cappellini e molto altro. Gli appuntamenti inizieranno dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00. Sempre aperta, invece, la mostra intitolata Il villaggio dei presepi che sta riscontrando un grandissimo successo tra i visitatori.

Il direttore del Città Sant’Angelo Village Outlet, Giuseppe Di Gianvincenzo, commenta così questi prossimi appuntamenti: “Non ci fermiamo con gli eventi. Il calendario che abbiamo realizzato ci accompagnerà fino al 14 gennaio. Questo fine settimana, con l’Epifania di mezzo, abbiamo voluto renderlo magico diversificando, come sempre, gli eventi. Ci auspichiamo l’arrivo di tantissime persone vista anche la concomitanza dei saldi invernali che prenderanno il via il prossimo 5 gennaio. Ma non finirà così, perché, nei prossimi giorni, annunceremo gli ultimi appuntamenti che andranno a chiudere il Christmas Festival”.




INFORTUNI SUL LAVORO: si chiude il 2022

Numero degli incidenti in crescita

Pescara, 3 gennaio 2023. Si chiude un anno ancora funesto per gli infortuni sul lavoro in Abruzzo e in Molise. Sebbene i dati al momento si fermino al 30 novembre 2022, si può già registrare un aumento degli incidenti rispetto all’intero 2021 e comunque in crescita, nei primi 11 mesi dell’anno, del 41% in Abruzzo e del 46% in Molise.

Numeri che da un lato confermano l’emergenza sicurezza sul lavoro e dall’altro testimoniano quanto urgenti siano azioni ed investimenti affinché si inverta questa tendenza. Vanno potenziati gli enti preposti ai controlli così come vanno pretesi investimenti dalle aziende: investimenti in cultura della sicurezza e  in macchinari, tecnologie e manutenzioni che impediscano che un turno di lavoro possa trasformarsi in un turno di morte.

Abruzzo

Sono 14.774 gli infortuni registrati dall’INAIL nel 2022, 4.293 in più dell’anno precedente. Il primato in questa triste classifica va alla provincia di Chieti con 4.616 denunce, seguita da Teramo con 4.309, Pescara con 3.072 e L’Aquila con 2.777.

Il 45% degli eventi ha coinvolto donne: una percentuale più alta di quella del numero delle donne occupate, a conferma che troppo spesso l’occupazione femminile, oltre ad essere peggio retribuita, è anche più rischiosa.

Calano gli infortuni mortali, ma in questo senso influisce fortemente il Covid: erano 37 quelli complessivi nel 2021 di cui 15 a causa dei contagi, mentre sono stati 20 nel 2022 senza nessun caso attribuibile al corona virus.

Dei 20 incidenti mortali, 4 sono state le vittime di sesso femminile così come 4 i cittadini di nazionalità straniera. In 5 casi le morti sono avvenute a causa di incidenti stradali nel percorso casa-lavoro e la fascia di età più colpita è stata quella tra i 50 e 59 anni (8 morti).

Chieti e L’Aquila, con sei infortuni mortali, le province più falcidiate da questa drammatica tragedia. L’Aquila che tra l’altro evidenzia  il preoccupante dato di un infortunio mortale ogni 463, rapporto ben più basso di quello regionale pari ad uno ogni 739. Sono stati 5 i morti in provincia di Teramo e 3 in quella di Pescara.

Molise

Crescono di 704 gli infortuni denunciati all’INAIL rispetto al 2021: fino a novembre dell’anno precedente erano 1.546 mentre nel 2022 sono stati 2.250 con un’alta percentuale di donne coinvolte (41%, con 926 casi). 1.612 le denunce di incidenti in provincia di Campobasso, mentre 638 quelle in provincia di Isernia.

Gli incidenti mortali nel 2022 sono stati 5 a fronte dei 17 (di cui 8 per Covid) del 2021.

Di questi 4 (di cui 1 in itinere) hanno riguardato la provincia di Campobasso, mentre uno quella di Isernia, con un incidente nel percorso casa-lavoro che ha visto coinvolta una donna di 46 anni di origine straniera.

Il Segretario CGIL Abruzzo Molise, Francesco Spi

Foto La Repubblica




SALDI SALDI, le iniziative e i consigli dell’Adoc Abruzzo

L’associazione dei consumatori predispone decalogo antitruffa e punti informativi.

Monica Di Cola, presidente Adoc Abruzzo: “Pronti ad orientare i consumatori negli acquisti”

L’Aquila, 3 gennaio 2023. Adoc Abruzzo aderisce alla campagna nazionale dell’Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori e lo fa con una serie di iniziative in vista dei saldi, che in Abruzzo partiranno il 5 gennaio. Nello specifico con la diffusione di un decalogo per l’acquisto consapevole e poi con una giornata, prevista per il 14 gennaio, in cui l’associazione dei consumatori sarà presente nei maggiori centri commerciali delle quattro province con punti informativi, a sostegno dei consumatori.

“Siamo pronti con le nostre iniziative ad orientare i consumatori nei propri acquisti – spiega Monica Di Cola, presidente Adoc Abruzzo -. Siamo da sempre vicini alle persone e alle famiglie e lo saremo anche in questo momento particolare. Certi che gli sconti possano alleggerire la pressione dettata dalla crisi economica che il Paese sta vivendo”. Poi aggiunge: “Auspichiamo inoltre ad un dialogo costruttivo con Confesercenti, Confartigianato e Confcommercio perché riteniamo che insieme si possa affrontare meglio la crisi. E invitiamo tutti gli abruzzesi a fare spese negli esercizi locali, in segno di riconoscenza per i tanti commercianti onesti che lavorano quotidianamente con serietà e dedizione”.

Importante iniziativa dell’Adoc è il decalogo antitruffa che si articola in dieci punti e che stila una serie di consigli per effettuare acquisti sicuri, per evitare di cadere nelle trappole degli sconti eccessivi o della proposta di merce “avanzo di magazzino” a prezzi stracciati. Il decalogo, che è consultabile su tutti i canali di comunicazione di Adoc nazionale e Adoc Abruzzo, sarà contenuto in un volantino consegnato ai consumatori durante le iniziative introdotte dall’associazione.




EMERGENCYFania

Il 5 Gennaio la prima serata targata Consulta Giovani Castellalto

Castellalto, 3 Gennaio 2023. La Consulta Giovani di Castellalto vi invita all’evento “EmergencyFania” che si terrà il 5 Gennaio presso il suggestivo borgo di Castelbasso e che vedrà la collaborazione di Emergency, l’organizzazione umanitaria che da oltre 20 anni lavora per fornire assistenza sanitaria alle popolazioni colpite da conflitti, epidemie e povertà estrema.

A partire dalle 21 avremo il piacere di ospitare il Coordinatore Nazionale dei Volontari, Pietro Protasi, che parlerà con noi del libro “Una Persona alla Volta” di Gino Strada, fondatore di Emergency. Dopo la presentazione festeggeremo l’arrivo dell’Epifania con le note dei Soul Buddies e con un Dj Set che vi farà ballare fino a tardi! Il ricavato della serata sarà interamente devoluto ad Emergency. Vi aspettiamo il 5 Gennaio per passare insieme una splendida serata e sostenere Emergency nel suo importante lavoro.




L’ASD CONFETTI PELINO RICORDA Geppino Madrigale

Sulmona, 3 gennaio 2023. Il direttivo e gli atleti dell’ASD Confetti Pelino di Sulmona sono rimasti sconvolti e senza parole alla notizia dell’improvvisa scomparsa di Geppino Madrigale, medico e sportivo da sempre vicino alla squadra ciclistica, scomparso improvvisamente nel pomeriggio di martedì 2 gennaio.

“Geppino Madrigale oltre che un importante medico è stato anche un grande sportivo. Negli anni ha dimostrato e testimoniato fattivamente un forte attaccamento all’ASD Confetti Pelino, con cui era tesserato da tanti anni” scrive nel messaggio di cordoglio la presidente dell’ASD Pelino, Antonietta Ramunno.

“Ci ha improvvisamente lasciati un grande amico”, prosegue Antonietta Ramunno, “Un abbraccio affettuoso e condoglianze a tutta la famiglia. Geppino era veramente una persona stupenda, un amico, sempre disponibile, sorridente, accogliente, ti metteva a suo agio. Amava la sua famiglia, la nostra città, la montagna e lo sport. Era un uomo del fare e gli piaceva impegnarsi per le persone e la sua comunità. Grazie Geppino per la Tua amicizia. Ti vogliamo ricordare con la divisa della nostra società”.




ARIANNAH Concerto dell’Epifania

Al teatro comunale

Alanno, 2 gennaio 2023. Il 5 gennaio 2023 alle ore 20:30 presso il Teatro Comunale di Alanno, la Biblioteca Comunale con il patrocinio del Comune, presenta il Concerto dell‘Epifania con la cantautrice abruzzese Ariannah. In occasione della Vigilia dell’Epifania la Biblioteca Comunale di Alanno propone un appuntamento con la musica: Ariannah in concerto, produzione curata da Sandro Odoardi.

Pietro Di Fiore, responsabile della Biblioteca: «L’evento ad ingresso libero sarà un’occasione per iniziare insieme il nuovo anno. L’invito è rivolto a tutti ed offrirà anche l’opportunità di visitare ed apprezzare le bellezze del nostro Centro Storico». Ariannah eseguirà brani di cantautori italiani, alcune canzoni natalizie e presenterà il suo nuovo singolo “Vecchio Piumone” semifinalista ad Area Sanremo 2022. Biografia Ariannah, pseudonimo di Arianna D’Angelo, è una cantautrice abruzzese anno ’96.

Apre i concerti di artisti nazionali come Arisa e Rossana Casale. Nel 2018 è co-conduttrice del programma “People Move”, di cui scrive la sigla, sul network radiofonico “Radio Studio Più”. Collaborando con il produttore Sandro Odoardi (compositore di singoli come “Love Shine”, ha lavorato con: Andrea Love, Carl Fanini, Roby Santini e remixer per Fabrizio Moro), pubblica “Fuori Tempo” e partecipa a progetti musicali dance che le aprono il mondo verso la scrittura in inglese.

Il 14 maggio 2021 esce il brano di debutto “Hope” (BIT Records), con il quale entra nella top10 di Absolute Beginners di Radio Airplay alla 9 posizione e sale alla 7 posizione restando in classifica per tre settimane consecutive. Dopo il successo ottenuto con le ultime due pubblicazioni “Red Traffic Lights” ed “In Your Eyes” arriva il primo singolo di Ariannah in italiano “Vecchio Piumone” canzone con la quale è arrivata alle semifinali di Area Sanremo 2022, su etichetta BIT Records.




QUANTI CANI DEVONO PAGARE il loro tributo di sangue?

Quante ferite e morti prima che si sveglino le coscienze?

Chieti, 2 gennaio 2023. È accaduto nuovamente il 31 dicembre in via Pianell a Chieti alle ore 13.00 mentre AP era a passeggio con le sue piccole Wendy e Frida quando un grosso cane Molosso è sfuggito da un’abitazione e si è scagliato su una cagnolina con ferocia.

Una scena straziante, tra guaiti e urla disperate della padrona tanto da richiamare i soccorsi dei passanti.

AP si è avventata per strappare dalle fauci del grande cane la piccola Wendy riuscendo a metterla in salvo.

Entrambe hanno riportato ferite profonde tanto da essere trasportate d’urgenza e sotto shock al pronto soccorso del Santissima Annunziata e al Pronto Soccorso Veterinario.

Anche il runner di nome C si è prontamente prodigato per prestare soccorsi é rimasto ferito tanto da richiedere cure mediche.

Purtroppo, ancora una triste storia che evidenzia come le aggressioni da parte di cani stia diventando un fenomeno dilagante dovuto alle custodie irresponsabili.

È necessario un intervento da parte delle istituzioni per far in modo che le normative vengano rigorosamente osservate, che le adozioni siano fatte in maniera consapevole e che i proprietari siano adeguatamente formati nella gestione dei cani soprattutto se si tratta di animali di mole importante e di caratteristiche di razza impegnative.

E a breve nascerà l’associazione L’Altra Parte Del Guinzaglio che avrà lo scopo di sollecitare istituzioni e cittadini proprio al raggiungimento di questi obiettivi.

Passeggiare con il proprio cane deve essere un piacere e non un percorso in città schivando agguati di cani incustoditi.

Cittadini e istituzioni devono impegnarsi per garantire la sicurezza e la pacifica e piacevole convivenza con tutti.

Foto: La Piccola Wendy




ANNO NUOVO, Nuove Follie

Le nuove forme di protesta dal mondo dell’ambientalismo

Chieti, 2 gennaio 2023. Se queste sono le nuove forme di protesta, con l’indifferenza mediatica e qualche sparuto intervento istituzionale, a breve si può solo assistere al danno irreparabile. Si registra tanto silenzio, troppo silenzio intorno a questi nuovi modi di protestare. Si attendono provvedimenti istituzionali, intanto sul canale You Tube di TeleAmbiente queste sono le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Picchetto Fratin.

“Ultima Generazione imbratta con la vernice Palazzo Madama. Il Ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin: Esprimo ferma condanna per il gesto. Alla base del gesto, la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell’umanità.”  




LA BEFANA VIEN…nel Borgo!

Il 5 e 6 gennaio artisti, musica, street food e regali per i più piccoli

Rocca San Giovanni, 2 Gennaio 2023. Giovedì 5 gennaio e venerdì 6 a Rocca San Giovanni si terrà l’evento “La Befana vien…nel Borgo!”, organizzato dal Comune con la collaborazione di tutte le associazioni presenti ed attive in paese. Un evento dedicato a grandi e piccini con artisti di strada, musica itinerante e numerosi stand di street food per gustare le specialità gastronomiche del territorio e le sue tradizioni. E poi lei, l’immancabile Befana che porterà i doni a tutti i bambini presenti.

“Un appuntamento imperdibile con il quale chiuderemo in allegria le festività natalizie – dichiara il sindaco Fabio Caravaggio -. Il borgo è pronto ad accogliere la Befana che scenderà in piazza e stringerà a sé, in un abbraccio virtuale, tutti i visitatori presenti a Rocca San Giovanni il 5 e 6 gennaio”. “Doverosi sono i ringraziamenti che rivolgo pubblicamente al capogruppo Emanuele D’Amario, coadiuvato nell’organizzazione della parte logistica dai consiglieri Lino Caravaggio e Francesco Minervino, agli assessori Carmelita Caravaggio ed Erminio Verì per la parte artistica, la programmazione e gli spettacoli, nonché indistintamente a tutte le associazioni, le attività e i volontari  del paese che hanno dimostrato una lungimirante coesione e collaborazione”.

L’evento inizierà il 5 gennaio alle ore 16:00 in piazza degli Eroi con la caccia al tesoro, a seguire i giochi in piazza e il trucca-bimbi a cura della cooperativa Praticabile e l’esibizione dell’Associazione I Piccoli Musici nella Sala Convegni. Apertura degli stand con musica ed animazione dalle ore 19:00.

Il 6 gennaio gli spettacoli pomeridiani inizieranno alle 17:00 con l’Animazione Bel-sav Savio – Il circo degli spazzacamini, che accoglieranno la Befana. Dopo la distribuzione dei doni ai più piccoli, dalle ore 19:00, si replicherà con l’apertura degli stand e l’animazione. Le serate saranno allietate dalla Hobos Street Band.




UN BEL LIBRO DI RICORDI e memoria di Mira Carpineta

Uscito in questi giorni “Na ota no’…”

di Goffredo Palmerini

L’Aquila, 2 gennaio 2022. È uscito in questi giorni, per i tipi dell’editore Tabula Fati, un bel libro di Mira Carpineta, ricordi e memoria, lacerti di vita vissuta da Diomira e Antonio in un paese della Marsica, Capistrello, dai primi anni del Novecento ai primi anni Settanta dello stesso secolo. Sono i nonni dell’autrice. Ma è soprattutto Diomira la protagonista del racconto.

Diomira è una contadina analfabeta, nata nel 1898 a Capistrello, nell’Abruzzo più povero e disperato, ma nel corso della sua vita lei è testimone di eventi epocali: terremoti (in particolare quello della Marsica che il 13 gennaio 1915 fece 30 mila morti), pandemie (la terribile “spagnola”), due guerre mondiali, poi l’arrivo della televisione, delle macchine a motore, del frigorifero e della lavatrice.

Diomira attraversa un secolo in cui la società rurale dei “cafoni” di siloniana memoria diventa sempre più tecnologica. Eppure, grazie alla sua prodigiosa memoria riesce a trasmettere, insieme ai ricordi della sua vita, la testimonianza di una cultura scomparsa e lo fa solo con la sua voce, con i suoi racconti, con i canti della tradizione popolare.

Il viaggio che l’autrice compie invece a ritroso nel tempo ha lo scopo di ritrovare in quei ricordi, testimonianze e documenti, una persona straordinaria nella sua semplicità, che lei chiama Mammuccia, perché a Capistrello così si chiamano affettuosamente le nonne. Nel testo anche belle foto d’epoca in bianco e nero, attinte dalla pagina Facebook “Capistrello il mio paesello”, curata da Ester Fasciani e Carmina Marche Palleschi.

Mira Carpineta è nata a Teramo nel 1964. Laureata in Comunicazione internazionale e interculturale con indirizzo giornalistico, è giornalista pubblicista. Ha diretto fino al 2015 il magazine mensile “PrimaPagina”, periodico abruzzese di cui attualmente gestisce i contenuti nella versione on line. Scrive articoli per numerose testate in lingua italiana nel mondo, dalla Svizzera all’Argentina, dal Brasile all’Australia. Con i racconti arriva alla scrittura narrativa. In questo libro realtà storica e fantasia trovano la sintesi nel riportare alla luce ricordi e lessico familiare. L’autrice ha chiesto a chi scrive di redigere la Presentazione che apre il volume. Qui di seguito, per chi abbia interesse e pazienza anche per avere altri elementi sul libro, volentieri la condivido.

***

PRESENTAZIONE

Per la verità avevo promesso all’autrice di questo bel libro che le avrei consegnato il testo della Prefazione un paio di settimane fa. Invece impegni e scadenze ti travolgono e ti cambiano lo scenario. Così siamo arrivati ad oggi, domenica 24 luglio, tarda serata mentre scrivo. Proprio quando annoto la data, ciò che appare un caso si chiarisce quasi come una rivelazione. Già, perché oggi 24 è la “Giornata mondiale dei nonni e degli anziani”, una ricorrenza voluta da Papa Francesco da celebrarsi ogni anno nella quarta domenica di luglio, quella più prossima alla festività dei santi Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù. Quest’anno, seconda edizione della Giornata, osservo che è caduta proprio nell’odierna domenica.

Quale coincidenza più opportuna, dunque, per l’incipit di queste annotazioni al volumetto di Mira Carpineta, che proprio dai nonni Diomira e Antonio, e dalla loro vita, trova motivo ed ispirazione per intraprendere un delicato ed intenso viaggio dell’anima, alla ricerca delle proprie radici, alla rivisitazione di antichi ed incorrotti valori morali, camminando nei meandri della memoria e dei ricordi adolescenziali. Una vera e propria trasmissione di saggezza contadina, di profonda sensibilità, d’una umanità semplice ed essenziale nelle forme quanto densa di significati e di valori formativi.

Proprio il particolare rapporto di affetto e complicità tra Diomira e la nipotina – Mira, autrice del volume – immagino abbia impresso decisamente l’abbrivio per raccontare queste storie di vita, nella Marsica d’inizio Novecento, dalle parti di Capistrello. «Na òta no’», (Una volta, nonna), così iniziavano i racconti delle nonne ai nipotini, chiamati non per nome proprio, ma con il rimando affettivo alla propria ascendenza di “nonna” troncato in «no’», quasi a stabilire quella confidenza e complicità che poi si dipanava nella narrazione.

Una storia difficile, quella tra la giovane Diomira e il corteggiatore Antonio, come poteva esserlo a quei tempi quando anche i rapporti d’amore votati al matrimonio dovevano passare all’esigente vaglio dei genitori, che ne verificavano la compatibilità tra le due famiglie e l’utilità, anche in termini di risultato economico. Nel caso dei due giovani Diomira e Antonio, al godibilissimo fraseggio dei dialoghi nella “madre lingua” dialettale, proprio non doveva essere questo il caso, tanto che si discuteva di fare una “fuga” per sposarsi altrove e mettere poi tutti davanti al fatto compiuto.

Si legge con piacere e tutto d’un fiato questo bel libro, seguendo la narrazione, ampiamente dialogica, dei vari periodi di questa coppia di giovani marsicani di Capistrello, con le fatiche, le preoccupazioni, i problemi, le sofferenze, ma anche il coraggio e la determinazione. Incrociano la Grande Storia italiana, nelle condizioni della povera gente – braccianti, contadini e piccoli artigiani – con la dura situazione sociale della Marsica soggiogata dai Torlonia (come tornano alla memoria i cafoni dei romanzi di Silone, come Fontamara, Pane e vino, Il segreto di Luca, e gli altri), massacrata dal terremoto del 13 gennaio 1915 con le sue distruzioni e le 30mila vittime, dalle conseguenze della Grande Guerra e dalla pandemia “spagnola”, dalla durezza della dittatura fascista, dalla spietatezza dell’occupazione nazista, specie nel terribile eccidio di Capistrello, il 4 giugno 1944 quando i tedeschi catturarono, torturarono e fucilarono 33 persone inermi.     

Tutti questi fatti, come gli altri seguiti nel secondo dopoguerra e fino ai primi anni del nuovo secolo, sono il condensato di vicende piccole e grandi, tutte tessere d’un mosaico che è andato a costituire, insieme alle altre, la Storia d’Italia, con tutto il suo portato di dolori, fatiche, tragedie, speranze. Nel libro la narrazione è scorrevole. Coinvolgente. Intrigante, specie per il ricorso abbondante al dialogo ed all’uso del dialetto, che dà non solo freschezza al racconto, ma anche quella densità e ricchezza alla parola, nell’appropriatezza delle accezioni quale solo il vernacolo riesce ad esprimere. 

C’è poi il valore della memoria e quello della scrittura. Ricordi come questi sono affidati alla trasmissione orale tra due o tre generazioni, poi rischierebbero di perdersi se non ci fosse l’opera di chi, come in questo caso l’autrice, non li riporta in un libro, affidandoli così ai lettori attuali e futuri. In un tempo in cui l’attenzione è sempre più effimera, la scrittura e i libri restano un antidoto sicuro alla conservazione della memoria e alla salvaguardia del suo valore profondo. “La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare”, affermava Octavio Paz, premio Nobel per la letteratura.

Voglio infine soffermarmi sui valori essenziali della civiltà contadina che dominano tutta la narrazione. Davvero uno scrigno di sapienze ataviche, di solide pazienze, di profonda umanità, di condivisione solidale. Nella loro semplicità ed autenticità quei valori disegnano nettamente per il lettore – specie per colui che per età non ha vissuto o lambito quei periodi storici e sociali – una società più umana e meno straniante di quella che oggi viviamo nel parossismo della modernità. Può essere certamente utile, per le nuove generazioni, leggerne e comprenderne valori, significati, singolarità e qualità, utili a rendere l’attuale società più sensibile alla solidarietà, più disponibile all’attenzione verso gli altri, più consapevole che – seppure nelle differenze sociali, economiche e culturali – condividiamo il medesimo destino con tutta l’Umanità.

La riscoperta delle radici, qual è la ragione di questo racconto di vita d’una famiglia semplice ed onesta della nostra terra d’Abruzzo mentre dispiega la sua storia lungo un intero secolo, deve portare a questa consapevolezza, nell’alternanza di generazioni capaci di trasmettersi memorie e valori. Proprio come con chiarezza richiamava Papa Francesco alcuni anni fa in un’udienza generale per le famiglie: «Ciascuno è unico e irripetibile; e al tempo stesso inconfondibilmente legato alle sue radici. Essere figlio e figlia, infatti, secondo il disegno di Dio, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, originale e nuovo.» Questo bel libro anche a queste riflessioni ci conduce. E se oltre all’apprezzamento della storia narrata, che tanti elementi di comunanza può avere per molti di noi, ci porta ad una meditazione sui valori più autentici, potremo peraltro sperare in un nuovo umanesimo per le nostre società di oggi.

Goffredo Palmerini




RETICOLI – LINEE DI SENSO e di segno nell’azione scenica

Stage per attrici e attori diretto da Claudio Di Scanno

Prima attività del nuovo anno per il Drammateatro che dal 17 al 20 Gennaio propone a Popoli uno stage di formazione e lavoro teatrale dal titolo Reticoli – Linee di senso e di segno nell’azione scenica. È rivolto ad attrici ed attori con precedenti esperienze di scena o didattico/pedagogico (scuole, laboratori…) ed è inoltre aperto inoltre a danzatrici/danzatori, performer, cantanti lirici ma anche a persone interessate ad avviare un proprio percorso nel teatro. Claudio Di Scanno, regista e drammaturgo del Drammateatro, lavora con i partecipanti alla costruzione di una situazione scenica nella quale si evidenziano le linee di senso delle azioni attoriali, la loro energia e complessità, fino a determinare il reticolo compositivo del segno drammaturgico in funzione della presenza efficace dell’attore sulla scena.

Storicamente, la trasmissione del sapere teatrale accade per esperienza relazionale diretta tra l’allievo e il maestro. Diverse sono le componenti che intervengono, con simultaneità, nella determinazione della “presenza efficace” dell’attore nello spazio dell’azione scenica, dalle tecniche del corpo ai principi di orientamento dell’energia, dalla consapevolezza auto drammaturgica all’intreccio delle relazioni con gli altri attori, tra loro e con gli spettatori che qui intesi quale parte integrante della messa-in-forma drammaturgica. Anche altre sono le temperature relazionali, vettori altrettanto necessari per processi di creazione scenica che vivono di sensibilità e cognizioni, percezioni e sguardi, in una dinamica di compromissione umana che apre varchi di libertà creativa e di invenzione alla possibile, a volte imposta, rigidità dei principi e delle tecniche stesse. Peraltro, il gioco della mente e della immaginazione, così centrale nell’arte di creazione scenica, è il veicolo attraverso il quale la forma dell’azione attoriale si riempie non già di significati, ad esaudire ed esaurire la narrazione dell’azione già presente nel testo letterario, ma di micro-azioni significanti che affermano il valore del senso, il suo dispiegarsi come segno e suo intrinseco significante. E’ nella costruzione delle micro azioni e reazioni consapevolmente connesse al senso, nutrimento del segno significante, che poggia solidamente l’azione d’arte, la presenza efficace dell’attore nella dinamica relazionale e compromissoria che il teatro d’arte richiede, affinché sia relazionalmente, umanamente, culturalmente ed artisticamente plausibile. L’azione scenica costruisce alterità, ed è in questa precisa e convenzionale dimensione che l’attore invita lo spettatore ad una complicità data ma non scontata, giacché sarà l’arte “seduttiva” che si afferma, lì e in quel momento, nella minuziosa concatenazione dei segni agiti dal corpo e dalla mente dell’attore a creare varchi per l’accesso e l’interazione dello spettatore, per la relazione al vivo nello spazio-tempo dell’accadimento scenico. Laddove la libertà ricettiva e creativa dello stesso compartecipe al rito sarà di indispensabile completamento e di incidenza sul risultato del segno attoriale, la sua drammaturgia.

Per informazioni e iscrizioni (entro il 12 Gennaio) si può scrivere una mail all’indirizzo drammateatro418@gmail.com oppure un messaggio WhatsApp al 333.1107187.

Claudio Di Scanno è il regista e dramaturg, nel 1985 fonda a Popoli (Pescara) il gruppo Drammateatro. Nel 1987 partecipa all’ISTA International School of Theatre Antropology diretta da Eugenio Barba.

Ha realizzato tutte le regie degli spettacoli del Drammateatro, presentati in Italia e in altri paesi dell’Europa all’interno di Festival del nuovo teatro. Tra l’altro, dal 1992 al 1994 al Festival Santarcangelo dei Teatri d’Europa. È Premio Nazionale Franco Enriquez, Premio Miglior Spettacolo al Festival del monodramma di Umag (Croazia), Premio Nazionale Pratola, menzione del critico teatrale del Corriere della Sera Franco Cordelli ai Premi Ubu quale Migliore Regia 2009. Recensioni ai suoi spettacoli sono apparse sui principali quotidiani italiani e su diverse riviste di teatro e spettacolo. Ha diretto seminari e laboratori per gruppi di teatro, all’interno di DAMS delle Università di Venezia, Bologna, Pescara, Chieti, L’Aquila, nonché alla RESAD Real Escuela Superior de Arte Dramatico di Madrid e al Teatro Misiju di Durazzo (Albania). E’ incluso in diversi volumi di storia del teatro e dello spettacolo.

Claudio Di Scanno




LA GIORNATA MONDIALE della Pace

Lettera del Vescovo ai Giovani della Diocesi

Teramo, 1° gennaio 2023. Tanti i fedeli accorsi questa mattina nel Duomo di Teramo per la Celebrazione Eucaristica che si è tenuta in occasione della 56ª Giornata Mondiale della Pace, evento mondiale che, dal 1968, per volere di Paolo VI, si celebra ogni prima giornata dell’anno. Il tema scelto dal Santo Padre per il 2023 è stato: “Nessuno può̀ salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”.

Al termine della Messa una copia del messaggio integrale del Pontefice è stata distribuita ai presenti dal nostro Vescovo Lorenzo Leuzzi che ha presieduto la funzione.

La Messa odierna è stata anche la prima occasione per la comunità diocesana per riunirsi in preghiera e in suffragio del Papa emerito Benedetto XVI.

L’iniziativa è stata particolarmente sentita e promossa dall’ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato” della Diocesi di Teramo-Atri, che con il suo direttore don Paolo Daniele Di Mattia ha commentato così la tematica scelta da Papa Francesco: «La pandemia, una crisi mondiale senza precedenti, ha rivelato più chiaramente diseguaglianze e fragilità sociali e ha minato la pace in tanti luoghi del mondo. Sono emersi il virus della disuguaglianza e il problema dell’isolamento come l’altra faccia della Pandemia con tutte le limitazioni della libertà che si sono avute. Tuttavia, c’è ancora una grande opportunità di conversione e ci sono la speranza e la possibilità di costruire la Pace e la Giustizia in questo nostro mondo ed in questo Cambiamento d’Epoca, grazie alla stessa fraternità e solidarietà vissute durante la pandemia stessa, con la grande rinnovata lezione che “Nessuno può salvarsi da solo”! Non possiamo più pensare solo al nostro “io”, ma dobbiamo pensarci come un “noi” aperto alla fraternità universale. Le grandi sfide che ci interpellano e su cui dobbiamo spenderci sono: la guerra (il cui “virus” è molto peggio di quello della pandemia, perché viene “dal di dentro dell’uomo”); il cambiamento climatico; la fame; le disuguaglianze; le migrazioni forzate; l’urgenza di un lavoro dignitoso per tutti».

E proprio l’urgenza di interpretare diversamente la nostra realtà, e di agire coraggiosamente in questo difficile quadro internazionale per aprire nuove vie alla pace e alla speranza, è al centro della lettera del Vescovo Lorenzo ai giovani per il primo mese dell’Anno Berardiano 2023, il cui testo completo è allegato al presente comunicato stampa.

Cari giovani,

avrei preferito scrivere la mia lettera per voi dopo le feste natalizie, con la ripresa, per molti di voi, degli impegni di studio.

La situazione internazionale nella quale siamo immersi mi ha sollecitato a commentare con voi l’episodio della iscrizione del nome di Gesù nel Tempio, otto giorni dalla sua nascita, che per noi è l’inizio del nuovo anno.

Riflettere sul dono del nome che ci è stato consegnato nel giorno del Battesimo è una via importante per accogliere le sfide e costruire un futuro di pace.

È sorprendente che anche quel Bambino, nato nella grotta di Betlemme, abbia avuto bisogno di ricevere un nome: era il Figlio di Dio.

Iniziare un nuovo anno riscoprendo il vero significato dell’aver ricevuto un nome e di essere riconosciuto da Dio per nome è il vero augurio che desidero rivolgere a tutti voi.

Mi ha molto impressionato il racconto di un docente che riferiva la crisi di un giovane perché aveva ricevuto meno like del suo amico di scuola.

Il bisogno di essere riconosciuti!

La società contemporanea crea sempre nuove attese di riconoscimento, fino alla crisi della nostra esistenza, che per molti ha il nome di depressione.

Essere depressi perché non siamo riconosciuti!

Scopri invece che tu hai ricevuto un nome: sei già riconosciuto.

Pensiamo alla guerra: è una via per essere riconosciuti!

Per essere più vicini a noi stessi: quanti litigi per essere riconosciuti.

Papa Francesco ha definito questa esperienza col nome: “tutti-noi”!

Nel “tutti-noi” ognuno di noi è un oggetto anonimo che prima o poi andrà alla ricerca del riconoscimento, qualunque sia la via, purché sia riconosciuto.

Iniziando il nuovo anno torniamo alla grotta di Betlemme: quel Bambino è la certezza che tu sei qualcuno!

Lui è venuto per promuovere il “noi-tutti” e superare l’illusione del “tutti-noi”.

Si apre davanti a noi uno scenario davvero sorprendente: è la via della partecipazione e del desiderio di far crescere la comunità nella quale sono inserito.

Ciò comporterà qualche rinuncia, qualche verifica delle tue scelte: sii coraggioso!

È il coraggio di chi non vuole lasciarsi vivere, ma essere protagonista della e nella storia.

Consegnando il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace ho desiderato condividere un passaggio che desidero affidare a tutti voi: “Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà”.

Confido molto sul vostro entusiasmo giovanile in questo Anno berardiano per costruire insieme un futuro di gioia e di speranza.

Auguri di cuore per un anno 2023 pieno di tanta consolazione per il bene che saremo capaci di promuovere e sviluppare.

Con la mia benedizione.

Vostro,

+ Lorenzo, vescovo




UN SALUTO NEL SEGNO DELLA VICINANZA e della fiducia nell’anno appena iniziato

Il Sindaco Jwan Costantini ed il vicesindaco Lidia Albani, nel primo giorno del 2023, visitano i reparti di degenza dell’ Ospedale di Giulianova.

Giulianova, 1° gennaio 2023. Alle 12.30 di oggi, il Sindaco Jwan Costantini ed il Vicesindaco Lidia Albani hanno varcato l’ingresso del Maria SS. dello Splendore. Una visita ai reparti, questa di stamattina, pensata da giorni, con l’intento di portare a personale e degenti gli auguri dell’ Amministrazione Comunale e della Città. “Abbiamo deciso di essere qui personalmente – sottolinea il Vice Sindaco – per esprimere la nostra vicinanza e quella dei giuliesi ai medici, agli operatori, e soprattutto alle persone che stanno trascorrendo queste ore in corsia”. ” Abbiamo voluto lasciare un messaggio di incoraggiamento – conferma il Sindaco – : un augurio di speranza, di fiducia in un anno che sia per tutti di serenità e di ritrovata salute”.




SPERANZA PER TUTTI

Basilica del Volto Santo, 31 dicembre 2022, ore 18:30 Manoppello

Manoppello 1° gennaio 2023. Tutto è dono di Dio; fondamentale è dunque il ringraziamento per il dono della nostra vita.

Gli ultimi hanno speranza: è la notizia di questa sera. Gli ultimi hanno speranza perché la luce viene per loro, per i pastori per gli uomini ai margini.

In una misera grotta la luce per i pastori; Maria e Giuseppe lì nel silenzio a contemplarla a dirci di osservare quello che ognuno vive nella storia, nella propria vita; dove c’è l’orma di Dio c’è la speranza per noi disgraziati: il messaggio di speranza per tutti … per questo nuovo anno …




UN ANNO DI PACE, ricordando papa Benedetto

Coordinatori e iscritti di INSIEME rinnovano a tutti i lettori della newsletter l’augurio di un nuovo anno in cui si possa ritrovare la pace in Ucraina e negli altri teatri di guerra sparsi nel mondo, portando a tutti la serenità derivante dalla salute, dagli affetti, e da una ritrovata speranza nel futuro.

1° gennaio 2023

Abbiamo chiuso l’anno con la notizia del ritorno alla casa del Padre di papa Ratzinger. Ricordiamo la figura di Benedetto XVI con questa nota di Domenico Galbiati.

Con la scomparsa di papa Benedetto se n’è andato da questo mondo un “lavoratore nella vigna del Signore”, come ebbe a definirsi, dal balcone della Basilica, appena eletto al soglio di Pietro.

Grande Pontefice – a mio avviso il più grande, almeno da oltre un secolo a questa parte – teologo profondo, grande intellettuale, forse il maggiore dell’intero ‘900, docente appassionato, ricercatore della verità, perennemente orientato a scoprire e mostrare l’impronta di Dio in ogni angolo del creato e nel cuore dell’uomo anzitutto.

Allievo di Romano Guardini, vicino al pensiero di Jacques Maritain, ha saputo illuminare il rapporto tra fede e ragione, ci ha segnalato come religione e cultura laica siano, infine, votate ad approdare a una sintesi naturale, a ritrovarsi sinergicamente, in modo semplice e diretto, a sostegno della dignità della persona.

Deus caritas est, Spe salvi, Charitas in veritate – le encicliche che ha dedicato alle virtù teologali – i discorsi di Ratisbona e del College des Bernardins, le opere precedenti il pontificato, Escatologia, Introduzione al cristianesimo che considerava il suo capolavoro, i volumi con cui ha ripercorso la vita di Gesù, è sterminata la sua produzione da rileggere, studiare e meditare.

Credo sia da considerare un autentico maestro, un uomo di Dio che offre ai non credenti un linguaggio nuovo, originale, moderno, colto che sappia parlare del Creatore anche a coloro che non lo riconoscono come tale.

A chi assuma, nella comunità civile, un personale impegno politico e sociale, ha mostrato l’intensità della parola evangelica laddove recita: “la verità vi farà liberi”.

Ha segnalato il nesso necessario che, anche nel discorso pubblico, lega indissolubilmente verità e libertà.

Convinto testimone delle radici cristiane dell’Europa, si direbbe Papa eminentemente europeo, ha incardinato la sua riflessione e il suo insegnamento sulla crisi del vecchio continente e dell’uomo europeo, intesa come nodo essenziale della modernità, della nuova stagione destinata a succederle, delle sfide che, ad un tempo, lo assediano e ne esaltano la statura.

Il messaggio che lascia a chi, sia o meno credente, è destinato a inoltrarsi in un tempo della storia straordinariamente nuovo, si può riassumere in quelle tre semplici parole che ha più volte richiamato : “Etsi Deus daretur”. Se accettassimo questa scommessa, sostiene papa Benedetto, la fede illuminerebbe la ragione a tal punto che anche quest’ultima ci aprirebbe alla verità.