URBANISTICA PARTECIPATA

La rifunzionalizzazione del teatro romano

Teramo 2 gennaio 2024. Siamo rimasti piuttosto colpiti dall’annuncio che il Sindaco di Teramo ha affidato con grande e giusta enfasi alla stampa, col quale si comunica, dopo più di due anni dall’abbattimento di palazzo Salvoni che ha fatto seguito a quello di palazzo Adamoli, l’avvio di un ulteriore step nel lungo e faticoso iter della “rifunzionalizzazione” del Teatro Romano. Si tratta dell’affidamento alle Ditte che si sono aggiudicate l’appalto dei lavori.

Quello che ha veramente colpito noi di Demos non è ovviamente l’annunciata firma del contratto, che era nell’ordine delle cose, ma il commento con cui il Sindaco afferma che il progetto, nato da un confronto costante con la Sovrintendenza e col Consiglio comunale (e tutto questo dovrebbe essere ed è normale prassi), è stato arricchito da adeguamenti e prescrizioni emersi dal confronto con associazioni e cittadini, «in un attento percorso di partecipazione».

Come, infatti, non restarne colpiti, noi di Demos, che proprio sul Teatro romano, sull’area circostante, sul delicato e attualissimo tema del restauro urbano di un monumento-rudere, abbiamo realizzato un importante percorso di urbanistica partecipata, come mai era stato fatto a Teramo? Abbiamo istituito, infatti, un prestigioso Tavolo di lavoro formato da esperti internazionali di chiara fama, esperti che, attraverso continui incontri anche in streaming, hanno portato avanti un metodo rigoroso di approccio all’intervento sul teatro, alla riqualificazione del suo intorno, al rapporto tra memoria e futuro, tra restauro e riuso, tra città di ieri e città di domani. Il Tavolo ha definito così la città di oggi cercando di riflettere sul genius loci, così come percepito dai teramani nel tentativo di ritrovare per Teramo una vera forma urbis.

Questo percorso è documentato e rappresenta un patrimonio a disposizione della Città (si può rivedere per intero sulla nostra pagina Face Book “Sondaggio Deliberativo area archeologica Teramo”); ma, fatta salva l’unica presenza del Sindaco (ne diamo volentieri atto) alla presentazione del documento conclusivo, tale percorso è stato in realtà costantemente e pervicacemente ignorato dall’Amministrazione comunale che non ne ha mai fatto menzione alcuna, pur essendo stata costantemente informata ed invitata. Soprattutto, è stato ignorato un percorso tipico di urbanistica partecipata, strumento vero di partecipazione democratica per le scelte che riguardano la Città, pur avendo concesso inizialmente il patrocinio.

È vero, il Sindaco ha incontrato le associazioni in appuntamenti pubblici (distinguendosi da altre pratiche escludenti, questo lo riconosciamo), in questi, però, veniva sempre presentato il progetto con scelte già fatte. Non sono mai state messe in atto procedure di democrazia partecipata. Questa, infatti, non consiste nel comunicare ai cittadini cosa si intende fare e come si intende farlo, ma nel far emergere la percezione e le aspettative della gente su interventi urbani strutturandole poi attraverso un metodo rigoroso.

Ecco perché noi di Demos siamo colpiti dalle dichiarazioni del Sindaco: non vorremmo che questa sia la Sua idea di urbanistica partecipata; di certo non è la nostra.

Prof. Carlo Di Marco Leone, presidente Demos

Arch. Maria Antonietta Adorante, coordinatrice del percorso di urbanistica partecipata




L’ABBANDONO DEI RIFIUTI

Scattati i controlli 2024 per il contrasto

Fossacesia, 2 gennaio 2024. La Polizia Locale ha intensificato in questi primi giorni del nuovo anno i controlli sul fronte dell’abbandono dei rifiuti sul territorio comunale. In via Scata, nei pressi dell’uscita della Fondovalle Sangro, su segnalazione pervenuta al Comandante della PL Sebastiano Arboretti Giancristofaro,  è stato rinvenuto un consistente abbandono di sacchi di spazzatura di vario genere. Gli agenti stanno procedendo all’individuazione dei responsabili per le sanzioni del caso. Per la rimozione dei rifiuti sono intervenuti gli operatori Ecolan.

“Molti materiali che avrebbero potuto prendere la strada della discarica, sono stati lasciati in zone agricole – commentano il sindaco Enrico Di Giuseppantonio e l’assessore alla Sicurezza ed Ambiente Umberto Petrosemolo – Purtroppo,  si tratta di fenomeni isolati ma che si verificano e contro i quali è stata implementata l’azione della Polizia Locale e delle Guardie Ecologiche volontarie, che da tempo operano prima di tutto con il  compito di sensibilizzare ulteriormente su una differenziazione adeguata, spiegando al cittadino quali errori commette e fornendo indicazioni per una corretta gestione dei rifiuti”.

Dopo i dovuti accertamenti, scatteranno le sanzioni previste in base al tipo di violazione.




OPEN DAY SU CESARE DE LOLLIS

Il 7 gennaio porte aperte alla sua villa

Casalincontrada, 2 gennaio 2024. Il Centro Culturale Cesare de Lollis Aps di Casalincontrada, il 7 Gennaio aprirà le porte di Villa de Lollis al pubblico con il primo Open day su Cesare de Lollis.

Il nostro illustre concittadino sarà protagonista di un percorso di conoscenza che partirà con la proiezione del documentario, da noi orgogliosamente realizzato, per poi proseguire con una visita guidata della prima mostra permanente con esposti oggetti e documenti donati dai familiari eredi di C. de Lollis.




PARADIGMA MEDIOEVO

La nuova produzione discografica dell’ensemble Aquila Altera

L’Aquila, 2 gennaio 2024. L’ensemble Aquila Altera inizia il 2024 con un nuovo entusiasmante progetto discografico dal titolo Paradigma Medioevo, prodotto dalla casa discografica olandese Brilliant Classics. Il cd registrato dal 1 al 4 maggio 2022 nella stupenda cornice del Monastero Fortezza di Santo Spirito di Ocre, con il contributo del Comune di Ocre e del Comune dell’Aquila, è corredato dalla sapiente introduzione di Arnaldo Morelli, professore associato di Musicologia e Storia della Musica dell’Università dell’Aquila.

Questa nuova produzione dell’ensemble Aquila Altera mira a mettere in luce la vivacità culturale e creativa della scena musicale medievale italiana tra il XIV e il XV secolo. Troppo spesso, infatti, si tende a non tenere in considerazione come, nell’età medievale, le connessioni culturali fossero intense e molteplici, specchio di una società che non era autoreferenziale e chiusa in sé stessa, ma che aveva invece un forte senso di relazione e di scambio.

Il cd presenta oltre ad autori di cui conosciamo la vita e le opere ma anche composizioni di anonimi musicisti dei quali, purtroppo, ci sono state tramandate le musiche ma non i nomi, ma che tanto hanno contribuito a rendere così ricco il patrimonio musicale del Medioevo.

Tra i musicisti e i codici in programma sono presenti Francesco Landini, Antonio Zacara da Teramo, Andrea da Firenze e gli anonimi musicisti dei codici Rossi, Squarcialupi, di Londra e di Faenza. Il cd è stato registrato da Diego Ceruti, producer, sound engeneer and editing, e il video clip di presentazione è stato realizzato da Francesco Paolucci, videomaker.

Le voci e gli strumenti dell’ensemble Aquila Altera sono di: Maria Antonietta Cignitti, canto, tamburello e tammorra, Carlotta Colombo, canto, Luca Cervoni, canto, Gabriele Pro, viella, Antonio Pro, liuto, Matteo Nardella, flauti, flauto doppio, ceccola, Beatrice Dionisi, arpa, Federico Perotti, organo.




LA SAGRA DELLA POLENTA

Torna il 6 gennaio

Pettorano sul Gizio, 2 gennaio 2024. Torna il prossimo 6 gennaio per la sua sessantaduesima edizione la Sagra della Polenta a Pettorano sul Gizio. Sarà ancora una volta piazza Umberto I nel comune che si trova al centro della Riserva del Monte Genzana il cuore di una giornata di festa che servirà di nuovo per scoprire e riscoprire il piatto della tradizione peligna che ha nel mais la sua componente principale, ma che si esalta col condimento fatto di carne di maiale.

Dalle ore 12, con strutture al coperto allestite per prevenire l’eventuale maltempo, si potrà gustare il piatto di polenta che deve la sua discendenza dall’uso che ne facevano per sfamarsi gli antichi carbonai che prima e dopo la loro attività di lavoro, si rifocillavano con questa leccornia che nel tempo ha deliziato persone di ogni età.

E quale migliore occasione per festeggiare la festività della Befana che ritrovarsi a Pettorano sul Gizio, gustarsi un piatto di polenta, con buon bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo, ma anche i mugnoli e chezzerije, ovvero gnocchetti fatti con acqua e farina, e la verdura tipica del paese peligno; e gustarsi il panorama da uno dei punti più suggestivi di tutto l’Abruzzo?

Prevista come sempre musica dal vivo durante tutto il periodo di svolgimento della sagra, mentre da segnalare come quest’anno fra i maestri polentari che prepareranno il piatto per eccellenza pettoranese ci saranno sei-sette giovani leve che nei mesi scorsi hanno frequentato un corso specifico per fare la polenta, con gli organizzatori della sagra che sono reduci fra l’altro da uno straordinario successo di pubblico e critica per un doppio evento svoltosi nello scorso mese di dicembre ad Ostia.

E se come detto piazza Umberto I sarà il centro della festa, tutte le attività di ristoro di Pettorano hanno approntato qualcosa di speciale per la giornata del 6 gennaio prossimo a partire dal Fralè in via Roma (telefono 334 830 3700), che oltre alla polenta rognosa preparerà i panini con la salsiccia gustabili nelle sale interne o nella terrazza esterna coperta da un gazebo.

Punto di riferimento per gli amanti dello sport e non solo il Bar Ristoro il Chiosco (telefono 348 920 2460), nella zona del centro sportivo a Pettorano, offre carne di qualità top, fra cui gustosissimi arrosticini, birre selezionate, ed esattamente come il Fralè, ci sarà anche un megaschermo per vedere l’anticipo del campionato di serie A delle 12:30 fra Inter e Verona.

Chi cerca prodotti genuini, piatti della tradizione e un contesto scenografico da cinema, non potrà che fermarsi che a Il Torchio in Piazza Zannelli (tel. 333-6403577) dove oltre alla polenta rognosa, cucinerà carne alla brace, arrosticini, le crustole, una selezione formaggi di Gregorio Rotolo del Bio Agriturismo di Valle Scannese, ed un lungo elenco di dolci fra cui un tiramisù da leccarsi baffi e le mitiche pizzelle.

Per chi vorrà fare colazione, o pensa ad un aperitivo o una merenda, tappa obbligatoria al Bar Al Cortile (telefono: 347 968 7124), punto di ritrovo soprattutto di giovani e giovanissimi, con la somministrazione di bevande di altissima qualità e vassoi di affettati, oltre che per torte squisite come il mitico dolce di San Martino. Per l’agnello migliore di tutta la vallata, per salumi e verdure a km zero e per la scamorza, oltre che anche qui per la polenta rognosa tipica, la giusta opzione si chiama La Locanda in via Muraglione 6 (tel. 0864 48212).

Ultima ma non meno meritevole di menzione, la Pizzicheria di Costantino in piazza San Nicola a Pettorano, che pur avendo aperto da meno di un anno, è diventato punto di riferimento per gli amanti dei prodotti di qualità superba con i propri formaggi, la ricotta, la porchetta calda, e un’infinità di variazioni di taglieri in termini di insaccati e prodotti tipici. Insomma, il prossimo 6 gennaio Pettorano sul Gizio tornerà a vestire l’abito buono della festa, dunque non si può proprio mancare.




NON DI SOLO PANE VIVRÀ L’UOMO…

Pane e salame: lo spuntino per eccellenza!

A tutt’oggi pane e salame, accompagnati da un buon bicchiere di vino, rappresentano la classica merenda consumata dai contadini nelle pause del duro lavoro nei campi.

Da ciò si evince che il pane, da solo, non satolla il corpo e men che meno l’anima, ma ora cerchiamo di intendere qual è il senso metaforico dell’espressione «Non si vive di solo pane», con riferimento all’attuale struttura sociale che alberga in questo misero mondo.

Parafrasando quanto si legge nel libro del Deuteronomio (Dt 8,3), diremmo che non di solo pane si vive, ma anche del desiderio di trovare un valore nella vita, una vita diversa da quella puramente biologica: divenire finalmente, perché ancora non lo siamo, veri esseri umani.

L’uomo primitivo era più intelligente di noi?

Oltre duemila anni fa gli uomini erano più intelligenti. «L’umanità è in un processo di involuzione; le mutazioni nei geni che codificano per le attività cerebrali starebbero infatti compromettendo il funzionamento del cervello.» Questa è la sorprendente teoria di Gerald Crabtree, genetista dell’Università di Stanford, che spiegherebbe… tante cose. Tuttavia, teorie a parte, la realtà è che oggi viviamo in un mondo di matti e, senza dubbio, siamo peggiori dei popoli primitivi: questi ultimi nei conflitti tribali provocavano appena qualche vittima; le guerre moderne-supertecnologiche con un solo colpo coventrizzano intere popolazioni.

In natura, come è noto, non c’è alcun essere vivente che tende all’autodistruzione. L’uomo è l’unica eccezione. Ed ecco che, prima che avvenga il peggio, si rende necessaria la transizione verso l’umanizzazione dell’uomo moderno. D’altronde questo non è altro che lo scopo cui mirano sotto differenti aspetti sia il Cristianesimo sia l’Umanesimo.

Purtroppo, dobbiamo però convenire che siamo ancora ben lungi da questo tanto agognato risultato! L’austriaco Konrad Lorenz, considerato il fondatore della moderna etologia scientifica, surclassando l’eclatante e questionata teoria sulla scoperta del Danuvius guggenmosi, secondo cui questi è una scimmia e un essere umano in un solo corpo e perciò l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo, ha di converso affermato che «l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo siamo noi». Ergo, spetta solo a noi umanizzarci!

È questa la grande sfida che ci aspetta?

Si! Secondo la scienza, ora più che mai, nonostante nella nostra cultura occidentale il dogmatismo religioso e il pensiero scientifico si trovino da tempo di fronte ad una duplice antropogonia (l’origine dell’uomo sulla terra). Da una parte, infatti, abbiamo il disegno di Dio-Creatore: la Bibbia descrive la creazione dell’essere umano – “Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza” (imago Dei) -, e dall’altra la scienza ci spiega che l’uomo è un mammifero appartenente all’ordine dei Primati e che con le scimmie condivide un antenato comune, creato dall’intreccio delle complesse leggi della natura.

Orbene, senza addentrarci oltre nelle controverse origini della specie umana, ci soffermeremo brevemente, invece, sulla natura della stessa. «L’uomo è un mistero tremendo» afferma Sofocle nel coro dell’Antigone; e ne ha ben donde! Da quel tempo sono passati oltre due millenni e mezzo e accipicchia non è ancora avvenuta la transizione tra l’animalità e l’umanità vera.

Che pena! Ai nostri giorni si assiste sempre di più, anziché alla transizione verso la vera umanità, all’esplosione della disumanizzazione, della bestialità e della barbarie che stanno dentro di noi: impera l’homo homini lupus (l’uomo è lupo per l’uomo); e la sregolatezza prevale sulla ragione. Com’è attuale il pensiero del filosofo stilese, Tommaso Campanella, espresso nelle sue Poesie! In particolare, ci sembra appropriato ricordare quella dal titolo «Delle radici de’ gran mali del mondo» laddove recita: «Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia; […]».

«Il mondo in fiamme. Contro il capitalismo per salvare il clima»

È il titolo dell’ultimo libro di Naomi Klein. In esso la giornalista, scrittrice e attivista canadese ci propone, come soluzione alla devastante crisi ambientale e al fallimentare sistema economico–sociale, il Green New Deal, che in parole povere è un programma il cui obiettivo è quello di raggiungere le neutralità climatica e l’interruzione dell’inarrestabile divario sociale. Ora, per rimanere in tema, noi riterremmo che una soluzione vada cercata anche e soprattutto per spegnere le fiamme provocate dai conflitti nel mondo in modo da porre così fine alla bestialità umana. Basti pensare che, secondo Oxfam Italia, un giorno senza spese militari salverebbe dalla fame 34 milioni di persone. E non è poco!

D´altronde se esaminassimo l’infografica del nostro pianeta realizzata da Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED), classificata come reputata ong statunitense specializzata nella collezione di dati, analisi, mappature dei conflitti nel mondo nonché del numero delle vittime e del tipo di ogni violenza contro i diritti umani, ci renderemmo conto che viviamo in una immensa bolgia dantesca e che nei pochi Paesi dove non esistono conflitti armati dilagano, in compenso, esecrabili conflitti d´interessi intrecciati con la politica nazionale e non solo.

Insomma, se è vero, per come dice il Santo Padre, che senza pace non c’è futuro, è altrettanto vero che oggigiorno, per non parlare dei tempi andati, non c’è un solo angolo di pace in questo vecchio mondo, forse ormai stanco di esistere, sovrastato, per dirla con Dante, da «Le tre disposizion che ’l ciel non vole, incontenenza, malizia e la matta bestialitade».

Eleanor Ann Roosevelt, attivista e first lady statunitense, sosteneva: «Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci. E non basta crederci. Bisogna lavorarci sopra.» E per lavorarci sopra, a parer nostro, dobbiamo per prima cosa riconquistare la nostra libertà, nell’accezione più ampia del termine: quella stessa libertà che il potere politico, quello economico e quello ideologico tentano di conculcare.

Una volta liberi possiamo propugnare gli obiettivi del Green New Deal; i diritti umani; e così praticare la solidarietà universale, che ci consente di creare un legame di fraternità con i nostri simili al fine di poterci, tutti assieme, sedere al tavolo del mondo per nutrirci delle risorse della Madre Terra. È solo in questo modo che si crea quello stato di pace e felicità basato sulla convivialità, così tanto cara all’umanista viennese Ivan Illich, piuttosto che sull’accumulazione frenetica, sui conflitti e sui tentativi di sopraffazione reciproca.

Ci avvieremo dunque verso l’umanizzazione?

Magari! Sarebbe una svolta epocale, però ciò potrebbe realizzarsi solo nel momento in cui, oltre a quanto sopra esposto, saranno riscattati anche i nostri valori sacri; saranno debellati gli speculatori, i guerrafondai, i moderni satrapi; e, senza indugio, sarà preso sul serio il concetto di dignità. Per i credenti detta condizione di nobiltà morale proviene da Dio, alla cui immagine l’umanità è stata creata; per i sociologi dalla condizione di suità (il fatto di essere sé stesso) in cui l’uomo è posto dalla sua sola condizione umana, a prescindere da particolari meriti; e, infine, per gli studiosi di antropologia biologica dal senso di rispetto non solo per se stessi, ma per ogni forma di vita.

In altre parole, per completare il processo di transizione verso l’umanizzazione, uno dei due principi fondamentali che governano la vita umana e che corrispondono alle pulsioni originarie, concepite da Freud, dovrà vincere: il bene sul male; la vita (Eros) sulla morte (Thanatos).

E ciò quando avverrà?

Avverrà, chissà, un giorno! Dipende solo da noi: «L’uomo non si accorge quanto ei possa fare, se non quando tenta, medita e vuole» (Ugo Foscolo).

Buon anno, e sia la pace con noi!

Giuseppe Arnò




LA FAMIGLIA GENERATIVA

Motore di crescita della società  

di Mario Antenucci

Politicainsieme.com, 2 gennaio 2024.  Non è raro, di questi tempi di incertezze morali, di diverse filosofie della vita, di difficoltà contingenti, sentir parlare e leggere articoli che riguardano la famiglia. Molti ne parlano a sproposito e non  adeguatamente.

L’art. 29 della nostra Carta costituzionale recita: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.”

La famiglia è la cellula fondamentale della società ed è costituita naturalmente da un uomo e da una donna che generano figli che apparterranno alla società. Essa si realizza sull’unione tra due persone di diversa identità attraverso il matrimonio e nella famiglia la vita umana viene concepita, nasce e si sviluppa.; è quella che intesse relazioni all’interno e all’esterno del nucleo costituto tra un uomo e una donna. La donna ne costituisce la parte preminente perché genera con atto d’amore; essa è il basamento su cui poggia l’intera famiglia e da cui parte ogni azione. È moglie nell’assolvere alla funzione naturale di genitrice, madre per svolgere il ruolo di educatrice primaria dei figli nell’accompagnarli alla edificazione della loro identità e nell’abilitarli alle relazioni sociali.

La famiglia, oggi più di ieri, è sfasciata – si sono rotte le fasce, i legami che li tenevano unita si sono spezzati. Fattori, eventi, situazioni ne minacciano e attaccano l’unità e l’integrità. L’istituzione famiglia viene sempre più spogliata della sua valenza di nucleo fondante della società e diventa sempre più teatro di scontri e di violenze come dimostrano la lunga serie di femminicidi.  Le evidenti carenze umane e morali sono mortificate quotidianamente da attacchi esterni. Tante le cause: la mancanza di conoscenza delle insidie che l’attaccano, la mancanza di principi sani e indissolubili, la mancanza di lavoro per certi versi o la troppa presenza al lavoro per altri, la vita  frenetica  e, a volte, dissoluta che si vive da parte dei membri della stessa.

Non stiamo qui ad analizzare le singole tematiche che intercettiamo giorno dopo giorno e che minano l’unità della famiglia ma riteniamo che lo Stato e le sue varie istituzioni, la Chiesa, che con la sua dottrina ha tanto illuminato, facciano la loro parte per rendere salda la società di cui è il motore principale di crescita e di benessere.

Lo Stato deve fornire alla famiglia adeguati supporti che non siano concepiti come, costi ma come risorse e investimenti per la crescita sociale, economica e demografica del Paese tutto. È necessario promuovere una cultura della famiglia che aiuti le nuove generazioni, in questo tempo disgregato, ad apprezzare la vita familiare con le sue risorse e le sue sfide.

La famiglia generativa. Motore di crescita della società – di Mario Antenucci – Politica Insieme




IL COMPLESSO SCOLASTICO DI MARCIANESE

Approvazione progetto di urbanizzazione a servizio  

Lanciano, 2 gennaio 2024. Il 13 dicembre 2023 con delibera di giunta n.467 è stato approvato il progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica dei lavori di Progettazione, finalizzata alla realizzazione delle opere di urbanizzazione a servizio del complesso scolastico Asilo Nido Comunale il Sorriso e Istituto Comprensivo 2 Don Milani di Marcianese per un importo pari a € 655.000.

“Con questa soluzione, intendiamo risolvere in modo definitivo le severe problematiche della Zona Marcianese il cui traffico congestiona l’intera zona per la presenza di edifici scolastici, in special modo negli orari di punta, nonché a conseguire una maggiore fluidità del traffico veicolare in uscita dal complesso scolastico della zona” dice l’Assessore ai LL.PP. Paolo Bomba.

Grazie a continui incontri tenutesi con l’ANAS, quale proprietaria della ex SS84, si prevede di far realizzare una rotatoria stradale lungo la stessa, all’altezza del quadrivio sulla medesima tratta statale in corrispondenza dell’accesso alla Zona Industriale e della bretella di collegamento stradale con la zona di Villa Andreoli;

“Abbiamo chiesto a questa maggioranza, fin dai primi giorni del nostro insediamento, di farsi carico in maniera definitiva della soluzione di questo annoso problema, siamo molto soddisfatti del percorso intrapreso. Stiamo lavorando in silenzio, concentrati solo sul raggiungimento dei risultati, le polemiche le lasciamo agli altri. Con questa opera strategica, finalmente ci sarà una vera e propria infrastruttura viaria che potrà solo fare bene allo sviluppo economico ed urbanistico dell’intera contrada. Lo avevamo promesso e adesso lo stiamo facendo“ dicono Giuseppe Luciani e Gabriele Di Bucchianico rappresentanti della zona in seno al consiglio comunale.

“Questa soluzione secondo noi, costituisce un più naturale deflusso di traffico dalla zona scolastica, con una naturale apertura ed avvicinamento al centro cittadino, che eviterà la congestione che si potrebbe creare perseguendo la soluzione iniziale, concettualmente errata, della precedente amministrazione, che prevedeva l’ingresso e l’uscita sulla stessa strada comunale di Marcianese” concludono i due consiglieri.




I PROBLEMI DI ITALEXIT

Italexit Abruzzo – Creati ribatte sulle dimissioni dell’ex segretario nazionale e sprona alla rivincita del partito “Gianluigi Paragone ha il merito di aver diffuso competitività pur dimostrando di voler cavalcare un’onda e non un ideale. Chimerico far ricadere i propri fallimenti o mutazioni di bonaccia sui proseliti che hanno dato fiducia al progetto”

Pescara, 2 gennaio 2024. Italexit Per L’Italia – favorevole al rilancio, successivo alle dichiarazioni dimissionarie dell’ex Segretario Nazionale, stimolato da un sostegno sollevato dall’inerzia degli ultimi mesi e pronto a rimettersi in gioco per un ideale collettivo vacillante nell’anno appena concluso. Marius Creati ha rilasciato la seguente dichiarazione: Gianluigi Paragone – afferma Marius Creati – lascia le redini del partito inviando le sue dimissioni irrevocabili dalla sua carica di Segretario Nazionale, stabilendo di voler lasciare il partito, negando la possibilità di continuare ad usare il suo nome sul simbolo di Italexit e di non associarvi il suo nominativo che da oggi tornerà ad essere l’unico ed originario Italexit Per L’Italia.

Per il nostro ex segretario nazionale – continua Creati – l’anno 2023 non è stato molto propizio come leader di un partito minoritario in crescita. In molti si sono mostrati scettici sul suo operato politico di questi ultimi mesi, intravedendo nella sua inerzia una grande mancanza di stimoli; in molti a domandarsi le ragioni della sua riluttanza ad alimentare discussioni politiche verso svariate problematiche importanti, tra cui la guerra in Ucraina ad esempio; in molti ad allontanarsi dal partito proprio a causa della sua gravosa inoperosità. Non è galante biasimare altrove a causa dei propri fallimenti politici o cambiamenti radicali dei propri ideali, consapevole di generare scompiglio, allorché sembrano sventolare sul maestrale. Presto lo si vedrà in una nuova trasmissione o magari, perché no, all’interno di un altro partito, nonostante egli abbia escluso questa possibilità. C’è chi potrebbe fare anche delle ipotesi. Le sue intenzioni erano già evidenti e anzi manifeste a luglio alla presentazione del suo libro, durante la quale erano percettibili i primi segnali della sua possibile dipartita dal partito – scusate il gioco di parole – noi scegliemmo comunque di essere fiduciosi.

Italexit esisteva già prima di Gianluigi Paragone – prosegue il Coordinatore pescarese di Italexit Per L’Italia – egli lo ha reso un partito competitivo, di questo bisogna darne merito! Ma un partito non svanisce se qualcuno al suo interno, un leader, abbandona o tradisce le aspettative, specialmente in politica dove le conoscenze alimentano cambi di opinione e altro. Al di là delle considerazioni personali, posso asserire con certezza che un individuo, seppur sia stato risonante sotto un certo punto di vista, non rappresenta l’intera collettività.

Mi rincresce – conclude Creati – dover fare la parte del cinico. Ma il suo distacco mellifluo è stato un distacco in realtà del tutto cinico nonostante abbia conservato un savoir-faire stucchevole. Le persone possono essere mutevoli e bisogna accettare i cambiamenti seppur recriminando. Egli si sarebbe dovuto comportare diversamente, da gentiluomo rimanere un tesserato silenzioso e continuare il suo operato professionale conservando la massima disponibilità almeno fino alla nomina del nuovo segretario. Tutti i vari personaggi mediatici di spicco, volente o nolente, sono tesserati di un partito. Non si biasima il distacco piuttosto si recriminano le modalità. Dalla sua dichiarazione dimissionaria evince che egli abbia preferito girare le spalle, chiudere i ponti, togliere il sigillo e mandarci a casa con tanti saluti auguri e baci. Come dico sempre, il resto è solo un “pour parler pour rien!”. Per chi crede nei presupposti del partito il suo congedo definitivo non è un ostacolo insormontabile, anzi diventa uno sprone per proseguire, seppur reduci da un colpo di coda alla vigilia della nuova tornata elettorale. C’è un detto che dice che dopo aver toccato il fondo si torna sempre in superficie. Dopo il buio pesto della notte sull’oceano è possibile scorgere la luce del sole sulla brezza marina!




RIFORESTARE AREE RECUPERATE DAL DEGRADO

Al Parco paesaggistico Lauretum messi a dimora 200 nuovi alberi e arbusti

Loreto Aprutino, 2 gennaio 2024. Il Parco paesaggistico Lauretum a Loreto Aprutino saluta il 2024 con il completamento di una nuova area verde con la riqualificazione ambientale di terreni prima abbandonati. Sono in totale 200 i nuovi alberi e arbusti messi a dimora su un’area a pochi passi dal centro abitato.

I lavori di riforestazione, che si sono svolti a più riprese in dicembre 2023, hanno ridato valore e qualità paesaggistica a una parte di territorio che per anni era stata lasciata nel degrado, tra rovi e tanti rifiuti di ogni genere. L’obiettivo è quello di incrementare la biodiversità locale e contribuire alla tutela degli ecosistemi urbani e periurbani.

I benefici dell’intervento sul territorio saranno molteplici in quanto le nuove piantine, crescendo, contribuiranno alla rigenerazione ambientale di queste aree, agiranno come filtro per le polveri sottili in prossimità di zone urbane e potranno incrementare con il tempo il valore paesaggistico di questi luoghi.

“Abbiamo ridato vita a un altro tassello del paesaggio agreste loretese – commenta il curatore del parco paesaggistico Alberto Colazilli – Il progetto di riqualificazione, fortemente voluto dallo staff del Parco Lauretum e dal CEA di interesse regionale Giardino dei Ligustri, si inserisce nell’articolato sviluppo dei giardini, frutteti e orti panoramici che valorizzano le aree prospicienti al borgo loretese.”

“Sul terreno oggetto dei lavori sono stati realizzati boschetti di Laurus nobilis, l’albero simbolo di Loreto, insieme con Leccio e altre latifoglie sempreverdi autoctone, ed è stata sistemata la sentieristica – continua Colazilli – È stato anche recuperato, salvato dai rovi e dall’abbandono, un annoso esemplare policormico di Laurus. La nuova area verde avrà valore anche come laboratorio all’aperto di educazione ambientale per svolgere attività didattiche con le scolaresche e per divulgare e far conoscere dal vivo azioni di recupero ambientale.”




BUON ANNO 2024

Buon difensore civico in Abruzzo. Rispettare competenza, esperienza, indipendenza

L’Aquila, 2 gennaio 2024. Civicrazia, quale rete nazionale di oltre quattromila Associazioni per la tutela dei diritti del Cittadino, ha preso impegno, anche con le Associazioni locali abruzzesi e con l’Associazione Nazionale dei Difensori Civici Italiani,  di verificare attentamente la nomina in corso di Difensore Civico in Abruzzo, ove si assiste a un indecoroso ritardo e anche ad assurde ipotesi di nomi.

Dalla modalità e dalla correttezza della nomina di Difensore Civico deriva un giusto approdo alla tutela dei diritti e una precisa responsabilità politica ed elettorale dei Consiglieri regionali abruzzesi rispetto al mandato dato dagli elettori.

Non è  il Difensore Civico abruzzese la posizione per immettere ex amministratori locali (sindaci, assessori …)   per riciclarli in tale ruolo imparziale, indipendente e con necessaria alta qualificazione specifica.

Occorre che, a seguito del pubblico avviso,  siano considerati e comparati i requisiti dei curricula richiesti ai candidati e sia nominata, trasparentemente e motivatamente, la persona che abbia più specifici titoli, esperienze e competenza nella pubblica amministrazione, a tutela dei diritti dei Cittadini abruzzesi.

In tal senso occorre procedere alla nomina  di Difensore Civico abruzzese, Garante del Cittadino per l’imparzialità e il buon andamento della pubblica amministrazione, canoni imprescindibili  previsti dell’articolo n. 97 della Costituzione.

Loredana Amore, Direzione Nazionale di Civicrazia

Daniela Guerriero, Direzione Nazionale di Associazione Nazionale Difensori Civici Italiani




TAGLIO DELLA RISEVA BORSACCHIO

Da un post in 4 ore oltre 100 persone in spiaggia da Roseto per dire no al taglio. Sui social migliaia di adesioni e una rete di associazioni è in marcia in tutta Italia

Roseto degli Abruzzi, 2 gennaio 2024. Roseto degli Abruzzi ha scelto da che parte stare. Nel taglio alla riserva Borsacchio fatto di notte da un manipolo di consiglieri regionali che non hanno minimamente contatti con il territorio ed hanno ascoltato esponenti (due di numero) di una associazione non riconosciuta e non registrata dove i due unici rappresentanti non sono residente e non sono agricoltori.

Unico passato di questi esponenti in riserva è la vendita di un immobile a un grosso costruttore per realizzare una grande struttura turistica.

Azione fallita con il fallimento e bocciatura del PAN del cemento del 2011

Le motivazioni poste sono ridicole. Siamo al livello del terrapiattismo. Non si possono portare ulivi, non si possono coltivare terreni, non si possono fare ristoranti, non si possono fare B&B. Senza nemmeno entrare nel tecnico basta vivere il territorio.

Nella realtà potete tutti prenotare nei B&B nati nella riserva su ogni piattaforma, andare a mangiare nei ristoranti nati nella riserva e percorrere la statale per vedere ulivi potati, le colture e le viti.

Tutti sanno le reali motivazioni , anche i veri agricoltori che già nel 2009 in una riunione denunciarono come gruppi di costruttori chiedevano di acquistare terreni nella riserva . Qualcuno ha venduto qualcuno ha resistito per difendere i terreni dei padri e nonni.

In poche ore oltre 100  persone si sono radunate in spiaggia e migliaia e migliaia sui social si esprimono contro questa operazione.

Solo pochi non del territorio possono credere a simili follie che hanno motivato il taglio.

Le aziende agricole sono 18 in riserva Borsacchio. Ed è nata da una proposta di legge del 2004 con 17 consiglieri regionali firmatari di ogni schieramento. Nel 2005 è stata approvata nella legge di bilancio e nel 2006 una nuova legge aggiunse la foce del Tordino e corresse un refuso nel titolo .

Inizia un anno di manifestazioni e ricorsi . Ma questo taglio non rimarrà.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto