LIBERTÀ DI PENSIERO E LIBERTÀ DI COSCIENZA
… non sono la stessa cosa
di Roberto Leonardi
Politicainsieme.com, 28 gennaio 2024. È notizia dell’ultima ora che la deputata del PD Anna Maria Bigon è stata rimossa dalla carica di vicesegretaria provinciale a Verona per aver causato – con la sua astensione e senza uscire dall’aula – il respingimento della proposta di legge sul suicidio assistito fortemente voluta dal presidente della regione Veneto Luca Zaia del partito della Lega.
Il Segretario provinciale del PD, Franco Bonfante, ha rivendicato a sé la decisione sostenendo di averla presa in totale autonomia dai vertici nazionali e regionali. A pensar male si fa peccato, ricordava spesso Giulio Andreotti, ma spesso ci si azzecca: sospetto piuttosto che la decisione sia “romanissima” e che Bonfante sia il paravento costretto a nascondere una manus longa et subtilis …
Il PD afferma di voler rispettare la libertà di coscienza ma sono propenso a credere che la confonda con la libertà di pensiero. I vertici del partito potrebbero anche tollerare che la Bigon non condivida in cuor suo la battaglia per uno dei “diritti” che tanto stanno cari alla Schlein (assieme alla massima parte della Sinistra italiana e ai radicali) ma a patto che tale riprovazione resti un fatto privato – di coscienza appunto – e che non si traduca in atti concreti. Insomma, l’iscritta pensi ciò che vuole ma agisca secondo la linea dettata dal partito a cui ha liberamente scelto di aderire.
Secondo il mio sentire, la coscienza – il foro interno di una persona – non è un’istanza che deve esercitare solo il discernimento del retto giudicare ma anche (e soprattutto) informare la prassi concreta in modo che sia determinata, coraggiosa e coerente con i valori in cui si è deciso di credere. Orbene, la disobbediente “incriminata” non voleva solo esprimere il suo pensiero bensì – seguendo la propria coscienza – adoperarsi affinché quella legge non fosse approvata.
Quanto la Bigon avesse ragione lo illustra benissimo un articolo esauriente, chiaro ed ineccepibile scritto da Francesco Farri ed apparso sul sito del Centro Studi Livatino il 19 u.s. (CLICCA QUI). In esso vengono smontate, punto per punto, tutte le argomentazioni dei sostenitori di quel progetto di legge. Purtroppo, l’ideologia è capace di calpestare non solo le leggi ma anche il diritto di coscienza e di farlo con ragionamenti capziosi che disgustano.
Qualche voce di dissenso si leverà: le belle anime dei cattolici che si sentono autorizzati a definirsi tali e al contempo militare nel partito della Schlein si lagneranno un poco ma poi saranno ridotti al silenzio per evitare altre “purghe” (ecco l’avvertimento che “da Verona” cala sui militanti di tutta Italia!).
Propongo ai dirigenti di INSIEME di contattare ad uno ad uno i sedicenti cattolici che militano nel PD e di invitarli ad “uscire da Babilonia”: che si dimettano o che confluiscano in un gruppo misto o che … chiedano di iscriversi ad INSIEME. La loro eventuale richiesta ci farà piacere ma non ci esimerà dall’essere più prudenti che in passato vagliando con maggior cura e parrhesia se sia saggio o meno accoglierla.