SAVE THE DATE

Stati generali della disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo in Abruzzo

Pescara, 29 gennaio 2024. Si terrà a Pescara, giovedì 8 febbraio 2024, dalle ore 9:00 alle ore 17:30, presso l’Hotel Mood (Via Tito de Caesaris, 8 – Marina di Città Sant’Angelo PE) la prossima tappa degli “Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo“, promossi da Anffas Abruzzo in collaborazione con Anffas Nazionale, dando seguito all’importante percorso di confronto con le istituzioni a livello regionale, per ciò che concerne le disabilità intellettive e del neurosviluppo.

L’evento, dal titolo ““Co-programmare la Qualità di Vita della Persona con Disabilità” Dal progetto di vita alla riconversione inclusiva dei servizi”, ha come obiettivo quello di fare il punto sui punti di forza e di criticità presenti nell’attuale sistema dei servizi e sull’esigibilità dei diritti nella Regione Abruzzo, con espresso riferimento alla condizione delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e dei loro familiari. 

L’iniziativa sarà, quindi, l’occasione per ribadire quali sono i diritti delle persone con disabilità intellettive e del neurosviluppo ed il loro livello di esigibilità, dando voce, a partire dagli autorappresentanti e dalle famiglie, ad esperti, associazioni di settore con cui Anffas si relaziona, alle organizzazioni sindacali, alle reti di appartenenza, etc.

Inoltre, attraverso l’organizzazione degli Stati Generali, verrà sottolineato il nuovo ruolo e protagonismo che assume il Terzo Settore nelle relazioni con le istituzioni anche al fine di fare il punto su come vengono, in concreto, declinati i nuovi istituti della co-programmazione e co-progettazione e, più in generale, dell’amministrazione condivisa.

Il programma è disponibile qui:




OSMOCI È UNA TESI UNIVERSITARIA

Pescara, 29 gennaio 2024.  Anche se nato da una intuizione di qualche anno fa, l’Osservatorio sulla Mobilità Ciclistica (OSMOCI) ha preso in effetti corpo all’interno del Corso di Formazione post-universitario dell’Università degli Studi di Verona, e in particolare di perfezionamento e aggiornamento in: “Esperto promotore della mobilità ciclistica – EPMC“.

Giunto alla sua decima edizione  con la consegna di 300 diplomi (ma è stata già annunciata la undicesima),  il corso mira a formare una nuova figura professionale di raccordo tra pianificatori, progettisti, portatori di interesse, operatori economici e turistici, politici ed amministratori, al fine di promuovere la mobilità ciclistica.

Grazie ad un lavoro di ricerca e di elaborazione durato sei mesi, sabato 3 febbraio avrò il piacere di presentare OSMOCI nella sede del Corso di Laurea in Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Verona.

Per coloro che non potranno essere presenti, è possibile scaricare o consultare la tesi alla pagina che segue: https://www.osmoci.it/la-tesi/

OSMOCI prende corpo all’interno del Corso di Formazione post-universitario dell’Università degli Studi di Verona, e in particolare di perfezionamento e aggiornamento in: “Esperto promotore della mobilità ciclistica – EPMC“. Ideatore, curatore e referente del progetto è Giancarlo Odoardi.

Tutte le informazioni sono reperibili sul sito: www.osmoci.it e sulla relativa pagina FB

Segui OSMOCI sul canale Telegram: https://t.me/OSMOCI

Giancarlo Odoardi – Ri-media.net – Direttore Editoriale – Web Content Editor




A PROTESTA DEGLI AGRICOLTORI

Presente anche Luciano D’Amico

Chieti, 29 gennaio 2024. “Oggi ho ascoltato con attenzione le rimostranze degli agricoltori che si sono riuniti in corteo a Chieti Scalo. Una protesta itinerante, di cittadini in difficoltà, in cui si lancia una richiesta di aiuto che non può essere ignorata. Non sono andato a fare promesse irrealizzabili, non è il mio modo di pensare la politica, ma ho voluto confrontarmi e ascoltare con attenzione le loro richieste.

La Regione deve garantire una sostenibilità dei servizi e, contestualmente, l’efficienza di tutto il sistema. Quello degli impianti irrigui, per esempio, è un tema tutt’altro che semplice e quindi non può essere trattato con superficialità, o peggio ancora con incapacità, come sembra essere accaduto negli ultimi anni. Il nostro obiettivo, una volta al governo della Regione, sarà quello di rendere sostenibili economicamente, ed efficienti tecnicamente, i sistemi di irrigazione con un adeguamento del sistema infrastrutturale. Il comparto agricolo rappresenta il cuore pulsante della nostra regione e merita supporto e attenzione, poiché è uno di quei settori in cui si producono eccellenze non delocalizzabili che continueranno per sempre a garantire valore alla nostra terra” così Luciano D’Amico, candidato alla presidenza di Regione Abruzzo di Patto per l’Abruzzo, dopo aver preso parte questa mattina alla cosiddetta protesta dei trattori




I LAVORI PUBBLICI 2024-2026 DELLA PROVINCIA

Pubblicato lo schema del programma triennale

Chieti, 29 gennaio 2024. La Provincia di Chieti ha pubblicato lo schema del programma triennale dei lavori pubblici per gli anni 2024 – 2026, adottato con decreto presidenziale n.7 del 19 gennaio 2024. La pubblicazione dello schema adottato rappresenta un passo significativo nella pianificazione e realizzazione di opere pubbliche importanti, puntualmente elencate nel documento disponibile per la consultazione nel sito istituzionale www.provincia.chieti.it, per le quali sono in programma investimenti per quasi 120 milioni di euro nel prossimo triennio.

Gli interventi inclusi nel programma dei lavori pubblici riguardano la viabilità, l’edilizia scolastica e la Via Verde della Costa dei Trabocchi, con impegno di risorse pari a 119.495.759 euro. In tema di viabilità, è prevista la costruzione di due nuovi ponti, Guastacconcia di Paglieta lungo la SP 97  e il ponte lungo la SP 133 tra Pennadomo e Villa Santa Maria, entrambi in programma per l’anno 2024, nonché il miglioramento delle condizioni di sicurezza di numerose strade provinciali. Un altro pilastro fondamentale dello schema è la messa in sicurezza degli edifici scolastici dal punto di vista sismico, per garantire un ambiente di apprendimento sicuro e all’avanguardia per gli studenti degli istituti scolastici superiori di proprietà della Provincia; oltre alla tutela e valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente, sono in programma anche progetti per la realizzazione di nuove strutture come la costruzione di un nuovo convitto a servizio dell’istituto alberghiero “Marchitelli” di Villa Santa Maria e l’ampliamento del liceo scientifico di Francavilla al Mare “Volta”, per potenziare l’offerta formativa degli istituti e fornire strutture moderne e funzionali agli studenti. Sono previsti nello schema anche gli interventi di completamento della Via Verde della Costa dei Trabocchi attraverso la rigenerazione delle ex stazioni ferroviarie che si trovano lungo la pista ciclopedonale nei comuni di San Vito Chietino, Fossacesia, Torino di Sangro e Vasto. Oltre al programma dei lavori pubblici, con lo stesso decreto è stato adottato anche quello relativo a beni e servizi, per il quale saranno investiti oltre 24 milioni di euro nel prossimo triennio: tra gli interventi del 2024, sono stati programmati i finanziamenti per la redazione dei progetti necessari alla nuova strada di collegamento Lanciano-Val di Sangro e al potenziamento della viabilità tra i caselli A14 Vasto Nord-Vasto Sud mediante la sistemazione e l’adeguamento funzionale delle strade di Fondo Valle e di Bonifica, Sinello-Cena-Treste.

“Questo schema che porteremo all’attenzione del Consiglio provinciale per la discussione e l’approvazione dopo gli adempimenti di legge, rappresenta fedelmente l’impegno che la nostra Amministrazione intende mettere in campo nel prossimo triennio per la realizzazione di opere che sappiano rispondere al meglio alle richieste e alle esigenze della comunità. Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto per la programmazione degli interventi su viabilità, edilizia scolastica e Via Verde della Costa dei Trabocchi che pianificano oltre 144 milioni di euro nel prossimo triennio, aggiungendo ai 120 milioni dei lavori i 24 milioni dello schema relativo a beni e servizi”, commenta il presidente della Provincia Francesco Menna.




ACLI ELEGGE NUOVO CONSIGLIO

L’8 febbraio il presidente. Presenza del presidente nazionale, Emiliano Manfredonia, e l’arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Forte

Chieti, 29 gennaio 2024. È stato celebrato presso la Sala Conferenze del «S Hotel» di Sambuceto di San Giovanni Teatino il XXVIII congresso provinciale delle ACLI di Chieti: i quasi cinquanta delegati, provenienti dai circoli territoriali di tutta la provincia, si sono confrontati sul tema «Le ACLI della provincia di Chieti per un rinnovato impegno di ecologia sociale», che avevano come base di riflessione l’esortazione apostolica di papa Francesco «Laudate Deum».

Sono intervenuti il presidente nazionale delle ACLI, Emiliano Manfredonia, quello regionale, Giuseppe Placidi, e l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, autore di uno dei più apprezzati commenti all’esortazione apostolica del pontefice.

A tirare le somme di quattro anni di lavoro è stato il presidente provinciale, Giulio Totaro, che ha ricordato le difficoltà in cui le strutture associative di base si sono dibattute negli anni dell’emergenza Covid, che ha trasformato profondamente il modo di vivere l’associazionismo e il volontariato; purtuttavia, le Acli di Chieti hanno dimostrato di avere la capacità di mantenere aggregati gli iscritti, che sono leggermente aumentati di numero nel corso del quadriennio.

«Le ACLI – ha detto il presidente nazionale Manfredonia – hanno storicamente avuto un radicamento molto forte nella società italiana ed ha vissuto, dal 1944, anno di fondazione, molti dei momenti difficili del Paese, offrendo sempre un sostegno e una prospettiva, facendo da stimolo alla politica per ricucire il tessuto sociale. L’Aclista è un cittadino che è attrezzato a cogliere le emergenze e a rispondere con intelligenza alle situazioni contingenti, perché fondamentalmente è un uomo assetato di giustizia».

«Nessuno si salva da solo – ha confermato nel suo intervento mons. Forte – e occorre prendere decisioni politiche che abbiano ricadute nel campo ecologico e sociale: in questo tempo c’è necessità di multilateralismo perché è responsabilità dell’intero corpo sociale la cura della casa comune. In questa prospettiva è fondamentale il dialogo con tutti i componenti della vita sociale, economica e politica: il compito delle Acli è stimolare, porre domande, mettere in primo piano l’ecologia umana più che l’ecologia sociale, sensibilizzando il mondo del lavoro alle scelte fondamentali».

Come da statuto, i delegati hanno eletto 10 dei 15 consiglieri provinciali per il quadriennio 2024-2028, a cui si sono aggiunti i cinque eletti dal Comitato dei presidenti di circolo: i primi hanno eletto: Antonello Antonelli, Mimmo D’Alessio, Leda D’Alessio, Esmeralda D’Auria, Francesco D’Angelo, Paolo Cacciagrano, Miranda Di Matteo, Annalisa Sdrubolini, Paolo Rullo, Pietro Scarinci; i secondi hanno invece eletto: Giulio Totaro, Maurizio Adezio, Pietro Figurilli, Alfonso Frattura, Luciano Di Nardo. Inoltre, le delegate hanno eletto come nuova responsabile provinciale delle Acli Donne: Gabriella Orlando, che partecipa di diritto alle riunioni del Consiglio e della Presidenza provinciale.

Toccherà al più giovane degli eletti, Francesco D’Angelo, presidente del circolo ACLI di Orsogna, convocare il primo consiglio provinciale, che si riunirà l’8 febbraio prossimo con all’ordine del giorno l’elezione del nuovo presidente provinciale e della nuova presidenza.

                                           Maurizio Adezio




A TRENT’ANNI DALLO SCIOGLIMENTO

La singolarità della DC

di Domenico Galbiati

Politicainsieme.com, 29 gennaio 2024. Ricorre oggi – 29 gennaio – il trentesimo anniversario dello scioglimento della Democrazia Cristiana, il partito che ha assicurato al popolo italiano quell’ esperienza pluridecennale di vera libertà, di vita democratica, di autentico esercizio, per ognuno, di personale responsabilità civile, che, mai, aveva conosciuto prima.

La DC è stata una “singolarità” della storia, nel senso in cui questo termine ricorre anche nel linguaggio scientifico.

Cioè, un evento unico ed irripetibile. Frutto della contestualità di condizioni storiche talmente particolari da non essere replicabili, tutte assieme, in altro contesto spazio-temporale. La sua nascita, lo sviluppo della sua parabola politica, la sua aderenza al “momento” che le è stato dato vivere ha fatto dell’ Italia del secondo dopoguerra uno straordinario “laboratorio politico” e solo uno studio ponderato, una riflessione pacata e matura non potranno fare a meno di rilevarlo, quando le passioni ancora vive cederanno il passo ad un esame oggettivo di quella fase storica.

Per quanto sia intervenuta entro la cornice di “tangentopoli”, la ragione vera che ha condotto alla conclusione del ciclo vitale della Democrazia Cristiana, è data dal fatto che la DC ha condotto in porto il suo compito storico. Le coordinate fondamentali che tuttora reggono sia l’ ordinamento democratico del nostro Paese, sia il quadro della sua collocazione internazionale – cioè i capisaldi che presiedono alla convivenza civile del popolo italiano – risalgono ai primi atti della sua iniziativa politico-istituzionale.

Al concorso, tuttora irrevocabile, che la cultura liberal-democratica e popolare del movimento politico dei cattolici ha offerto alla redazione della Carta Costituzionale ed alla sua ispirazione “personalista” e solidale. Alla scelta “euro-atlantica” che la Democrazia Cristiana ha saputo imporre in un contesto di radicale, durissima contrapposizione da parte di coloro che, in questi riferimenti, hanno poi dovuto ammettere di trovare rifugio e la protezione necessaria a liberarsi dai viluppi e dai lacci soffocanti dell’ ideologia in cui erano irretiti.

La Democrazia Cristiana ha guidato la ricostruzione materiale dell’ Italia, ma soprattutto ha condotto il popolo italiano alla riconquista morale ed alla piena, rinnovata consapevolezza di quei sentimenti di umanità, di reciprocità solidale, di profondo rispetto della persona, della famiglia, del lavoro, della pace e della vita che appartengono alla sua consolidata, millenaria esperienza storica.

Un Paese umiliato dalla dittatura fascista, piegato dal conflitto mondiale e dalla susseguente guerra civile, moralmente schiacciato sotto il peso delle leggi razziali e della corresponsabilità con il crimine nazista, ha ritrovato la sua anima, anzitutto nella lotta di resistenza che ha cementato i valori tradotti nelle norme costituzionali che tuttora siamo chiamati a preservare e poi in quel nuovo sentimento di speranza e di fiducia che ha innervato la sua straordinaria ripresa economica e produttiva.

Anni in cui il valore autentico della ”nazione”, del tutto diversamente da quanto succede oggi, è stato testimoniato e messo alla prova della tessitura nel Mediterraneo, in Europa, nella complessiva dimensione internazionale, di una rete di relazioni che hanno reso onore al nostro Paese, anziché isolarlo ed intristirlo nella palude del sovranismo demagogico e populista.

La Democrazia Cristiana ha impedito che, nell’immediato dopoguerra, in un Paese collocato su frontiere impervie, proiettato nel Mediterraneo ed esposto al confine della “cortina di ferro”, caratterizzato dalla presenza del più forte partito comunista dell’ intero Occidente, ambienti e ceti sociali, comprese talune frange integriste del mondo cattolico, mosse da un intento conservatore, scivolassero verso l’ opzione reazionaria di un “blocco d’ ordine”, che avrebbe letteralmente spaccato in due il Paese e messo a rischio la tenuta dell’ ordinamento democratico.

Non solo ha impedito tale possibile deriva, ma, addirittura, coinvolgendole in una strategia orientata all’ interesse generale dell’ Italia, ispirata ad una comune vocazione popolare, ha impegnato tali forze in una competizione con la sinistra, che ha mostrato come la postura “moderata” dei cattolici abbia saputo interpretare un’autentica istanza di reale progresso.

Lo sanno anche i comunisti, che – diversamente da quanto avvenuto, ad esempio, in Francia ed in Spagna – nel nostro Paese sono andati incontro ad una maturazione democratica, che non era nei presupposti dell’ideologia marxista e non hanno conosciuto altrove, dove è mancato il confronto serrato, che, qui da noi, per forza di cose, hanno dovuto sostenere con la cultura politica del cattolicesimo liberal-democratico e popolare. Va rovesciato nel suo contrario il comodo cliché della cosiddetta “conventio ad excludendum”.

Dalla “coalizione centrista” che ha fatto seguito al 18 aprile ‘48 – quando la Dc poteva essere tentata di indulgere e crogiolarsi, si potrebbe dire, nell’ autosufficienza della “vocazione maggioritaria” di quel tempo – al “centro-sinistra”, alla politica di “solidarietà nazionale”, l’intera vicenda della Democrazia Cristiana si è ispirata, piuttosto, ad una autentica “conventio ad includendum”, alla costante e progressiva ricerca di un allargamento delle basi democratiche dello Stato. Ne fa fede la stessa istituzione delle Regioni, attuata nel momento in cui, sull’ onda della contestazione studentesca e dell’ autunno caldo, vecchi equilibri andavano archiviati per costruirne di nuovi e la Democrazia Cristiana, anziché arroccarsi in una difesa ossessiva ed autoreferenziale del potere, ha accettato la sfida di un confronto aperto e leale con un PCI, che sapeva benissimo sarebbe prevalso in Regioni vitali del Paese.

La DC non è stata, si potrebbe dire, il “Mose” della politica italiana, cioè una “diga anticomunista” in senso statico, meramente meccanico. Ha contenuto il comunismo costringendolo ad un esercizio di pedagogia democratica e – questo va riconosciuto – di reciproca fecondazione sociale. Solo Occhetto che, evidentemente, di questa alta funzione storica della Democrazia Cristiana, non ha capito nulla, a metà degli anni ‘90, è caduto nell’abbaglio di ritenere che, scomparsa la DC, il Paese sarebbe naturalmente, inevitabilmente caduto, come una pera matura, nelle mani della “gioiosa macchina da guerra”.

Come si sa, le cose sono andate diversamente e siamo all’oggi, a riconsegnare, ad ottant’anni anni data, il Paese agli epigoni della cultura autoritaria del ventennio. Ora è tempo, conclusa – conclusa davvero ed una volta per tutte – la preziosa e ricchissima vicenda della Democrazia Cristiana, che la cultura politica del cattolicesimo democratico e popolare, senza nostalgie, senza rimpianti, senza recriminazioni, senza ripensamenti, secondo nuove forme, adatte al tempo che oggi ci è dato, riprenda il suo cammino.




SICUREZZA DOMESTICA

Corso gratuito del Gruppo Chieti della Protezione Civile Valtrigno

Chieti, 29 gennaio 2024. La Protezione Civile Valtrigno di Chieti, in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco, sezione di Chieti, organizza un corso gratuito, con posti limitati, sulla prevenzione dei rischi domestici, aperto a tutta la cittadinanza.

L’incontro formativo e informativo, che vede anche la collaborazione dell’Associazione Erga Omnes, si svolgerà sabato 17 febbraio alle ore 15:30, presso l’ex centro sociale San Martino, in via Monte Grappa n. 176 a Chieti Scalo e sarà condotto da personale esperto e qualificato.

“Un’opportunità unica per imparare pratiche essenziali a garantire la sicurezza in casa che comincia sempre dall’accurata conoscenza – dichiara Marco Rosati, responsabile della Valtrigno di Chieti e aggiunge – miriamo a offrire, anche attraverso questa iniziativa, con impegno e passione, supporto alla cittadinanza, con professionalità, rafforzando i valori del volontariato e della rete associativa”.

Per ulteriori dettagli e iscrizioni, contattate il numero 0871-450291 (segreteria Erga Omnes) oppure inviate un’e-mail a valtrignochieti@hotmail.it




FINAL 4 DI COPPA ITALIA

Amicacci al quarto posto, trionfa Cantù

Giulianova, 29 gennaio 2024. Il week-end di Final 4 di Coppa Italia non sorride alla Deco Metalferro Amicacci Abruzzo, che sul parquet del Palasport “Alberto Mura” di Porto Torres non va oltre il quarto posto. La compagine giuliese ha lottato ad armi pari nella semifinale di sabato contro la Briantea84 Cantù, sfiorando il colpaccio, mentre nella finale per il terzo posto ha ceduto alla Dinamo Lab Sassari, pagando le fatiche del giorno precedente. Il trofeo è finito nelle mani di Cantù, che ha superato il Santo Stefano Kos Group 73-67 al termine di una finale per il titolo avvincente e combattuta, succedendo proprio ai marchigiani nell’albo d’oro della manifestazione.

UnipolSai Briantea84 Cantù – Deco Metalferro Amicacci Abruzzo 66-63

Ottima partenza della squadra di coach Di Giusto, che si porta al comando nelle prime fasi del primo quarto con le giocate sottocanestro di Cavagnini e Benvenuto, toccando il +5 con l’australiano Brown. Cantù però tiene testa e va al primo intervallo corto in scia grazie ai canestri degli azzurri Carossino e De Maggi (16-17). Il secondo quarto e altrettanto avvincente: la Briantea opera il sorpasso con Carossino e Serio ma l’Amicacci non demorde affidandosi alla classe del veterano Cavagnini e alle intuizioni del giovanissimo Boganelli. Si prosegue sul filo dell’equilibrio, con le squadre che danno spettacolo sul parquet. Il finale di tempo però si chiude con l’inerzia a favore dei brianzoli, che vanno all’intervallo sul +4 con le giocate in contropiede del duo Serio-Carossino (38-34).

Nella ripresa Cantù continua a guidare le operazioni trascinata dall’inarrestabile Pippo Carossino. La Deco Metalferro soffre la difesa avversaria ma prova a restare in scia grazie in particolare all’apporto di Boganelli e Brown. Ancora una volta però la Briantea chiude alla grande il periodo, con i canestri di Santorelli e il solito Carossino (55-46). L’ultimo quarto si apre con l’appoggio dell’ex De Maggi ma l’Amicacci non si arrende mai e si riporta progressivamente in partita guidata da un Jaylen Brown in grande spolvero. Torna in scena anche Cavagnini che realizza dalla media il -1 ma risponde subito l’altro ex di giornata, l’argentino Berdun, che piazza due tiri dei suoi a ridare slancio alla Briantea. Nel finale l’Amicacci con orgoglio riapre ancora i giochi riportandosi a -3 con Benvenuto, prima che il rimbalzo offensivo di Steve Serio spegni le ultime speranze degli abruzzesi (66-63).

Tabellino

UnipolSai Briantea84 Cantù: Sbuelz, Makram, Patzwald, Tomaselli, Santorelli 8, Serio 8, Berdun 16, Geninazzi 2, Carossino 26, De Maggi 4, Ruggeri 2, Carrigill. All. Jaglowski.

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Brown 21 (13reb), Nagle, Benvenuto 8, Marchionni 2, Blasiotti, Topo, Cavagnini 19 (9reb), Stupenengo, Mandjam, Boganelli 7 (6reb), Greco Brakus, Barbibay 6 (9ast). All. Di Giusto.

Dinamo Lab Banco di Sardegna Sassari – Deco Metalferro Amicacci Abruzzo 41-55

La domenica in terra sarda si apre con la finale di consolazione per il podio tra Deco Metalferro e Dinamo Lab Sassari, battuta 41-52 dal Santo Stefano Kos Group nell’altra semifinale. La squadra abruzzese parte con le polveri bagnate nel primo quarto e dopo un avvio equilibrato vede Sassari scappare via trascinata da un Saliou Diene dominante nel pitturato (4-16). L’Amicacci prova a rientrare affidandosi a Jaylen Brown ma nel finale di tempo la Dinamo Lab torna ad allungare con i canestri di Lindblom ed Esteche (19-33).

La squadra di Di Giusto rientra dall’intervallo con un altro piglio e riapre la partita sempre guidata da Brown, fino a toccare il -3 con una tripla di Barbibay e Cavagnini dalla lunetta. Sassari però chiude il terzo quarto in fiducia andando a segno sull’asse McIntyre-Ghione (34-41). Nella frazione conclusiva i tentativi dell’Amicacci s’infrangono sui canestri di Diene, con il senegalese che torna ad essere un’efficace arma tattica per coach Foden. Gli abruzzesi tirano i remi in barca e la Dinamo Lab nel finale sigilla il terzo posto con i canestri di capitan Spanu (41-55).

Tabellino

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Brown 22 (8reb), Nagle 2, Benvenuto 2, Marchionni, Blasiotti, Topo, Cavagnini 3 (8reb, 3rec), Stupenengo, Mandjam, Boganelli 2, Greco Brakus 2, Barbibay 8. All. Di Giusto.

Banco di Sardegna Dinamo Lab Sassari: Cegil, Esteche 9, Hansson, Spanu 6, Lindblom 20, Diene 12, Bellers 2, Uras, Quaranta, Mcintyre 2, Ghione 4. All. Foden.

Stefano D’Andreagiovanni




LA SIECO CEDE AL TIE-BREAK

Contro i Lupi e torna con un punto in saccoccia

Ortona, 29 gennaio 2024. La Sieco Service Impavida Ortona illude i tanti tifosi collegati in streaming portandosi avanti due set a zero contro una Kemas Lamipel Santa Croce che ha sofferto il gioco degli adriatici per almeno un set e mezzo senza riuscire a trovare il bandolo della matassa. La svolta arriva a metà del secondo parziale quando, con gli impavidi avanti 12-17 un turno al servizio di Allik suona come una sveglia per i Lupi e come una ninna nanna per i ragazzi di Coach Lanci. I padroni di casa trascinati da un Lawrence in grande spolvero cominciano a giocare sempre più di frequente al centro, riuscendo a confondere il muro ortonese che va in grande difficoltà. I toscani prendono fiducia nei propri mezzi, recuperano tutto lo svantaggio fino quasi a rischiare di vincere il secondo set. È solo grazie ad un colpo di reni della Sieco che grazie a Cantagalli e Lapkov strappano il primo punto in palio.

Tuttavia, l’abbrivio dei Lupi non si spegne e Ortona comincia a soffrire in ricezione. Di conseguenza gli attaccanti bianco-azzurri si fanno sterili grazie anche ad una capacità di copertura degli avversari degna di nota. Tanti gli errori al servizio da parte di entrambe le formazioni. La Sieco non riesce a contenere gli attacchi di Santa Croce che riesce alla fine a completare la rimonta vincendo al tie-break. Un punto per Ortona, dunque, che vede allontanarsi i cugini di Pineto ma va a tre punti da Aversa che deve però recuperare una gara in trasferta proprio contro la Kemas Lamipel Santa Croce il prossimo 31 gennaio alle 19:00.

Molti errori al servizio per i padroni di casa nelle prime fasi di gioco del primo set. Ortona prende subito il break e poi le due squadre se la giocano punto a punto con i Lupi bravi a tornare avanti quando la prima rotazione è chiusa. Lapkov punge al servizio e gli attaccanti di casa tirano fuori e la Sieco a metà parziale trova un buon vantaggio da provare a gestire. Ortona continua far male dai nove metri, che invece sono la croce dei padroni di casa. La Sieco scava un notevole solco tra sé e gli avversari e rimane in controllo della situazione fino alla vittoria della prima frazione di gioco.

Anche il secondo set parte con la Sieco che mette in difficoltà dai nove metri la ricezione dei padroni di casa. Santa Croce fa fatica ad ingranare e Ortona tenta subito una semi fuga portandosi sul 2-6. Il time-out di coach Bulleri da una scossa ai suoi che riducono lo svantaggio rosicchiando qualche punto alla Sieco. Dimitrov comincia ad aumentare il gioco al centro e Ortona mantiene un piccolo vantaggio quando si entra nella seconda parte del set. Qualche ingenuità individuale per i padroni di casa aiutano la Sieco a mantenere un vantaggio di sicurezza. Arriva però il più classico dei colpi di coda dei Lupi. Ortona cala in difesa e la Kemas ne approfitta per colmare clamorosamente un vantaggio che sembrava incolmabile. In questo frangente Ortona soffre molto il servizio di Allik ma è brava Santa Croce a difendere le bordate in arrivo dagli attaccanti adriatici. Sullo sprint finale i Lupi ribaltano la situazione e si portano avanti 22-23. Ortona reagisce e ci vuole un Cantagalli freddo dai nove metri ad impensierire la ricezione di Santa Croce che non riesce a ricostruire e Ortona ne approfitta per mettere una toppa e vincere il set.

Più equilibrato il terzo set con i padroni di casa che hanno trovato un buon ritmo o comunque un grimaldello efficace per entrare tra le maglie ortonesi. La prima parte del set viaggia su ritmi di equilibrio perfetto. È Santa Croce questa volta a trovare il primo break grazie ad una fase difesa-ricostruzione che comincia a risultare più efficace. Ortona va in difficoltà e non riesce a chiudere bene a muro. Santa Croce sembra aver trovato un ritmo inarrestabile. La Sieco cala di tono e la Kemas Lamipel fa quel che vuole in contro-attacco. Nulla da fare per Ortona che non riesce più a muro. La Kemas riapre la gara vincendo il terzo set.

Meglio i padroni di casa che trovano subito il vantaggio all’inizio del quarto set. Ortona fa ancora difficoltà in fase di difesa-ricostruzione non riuscendo più a “sottomettere” i padroni di casa come nei primi due set. Le due squadre tornano ad essere fallose al servizio. Nessuna delle due, però, riesce ad approfittare degli errori degli avversari. Allungo dei padroni di casa con la Sieco che non trova un modo per fermare Lawrence e Cargioli. Ortona lima punti e si affaccia allo sprint finale con un distacco minimo. La rimonta però non durerà molto. Santa Croce approfitta degli errori di Ortona e porta la gara al tie-break.

Il Tie-Break è a tutti gli effetti una propaggine del quarto set. Gli Impavidi non riescono a trovare concretezza a muro e sbagliano troppo dai nove metri. Al contrario i padroni di casa sono attenti su ogni pallone e il più delle volte la rigiocata si concretizza.

PRIMO SET

Padroni di casa in campo con Coscione palleggiatore e Lawrence opposto. Cargioli e Mati centrali, Allik e Colli in banda. Loreti libero. La Sieco, che deve rinunciare al suo capitano Marshall schiera Dimitrov regista e Cantagalli opposto. Al centro ci sono Fabi e Patriarca mentre schiacciatori Bertoli (oggi capitano) e Lapkov. Libero Benedicenti.

Dopo il minuto di silenzio per la scomparsa di Gigi Riva, si comincia con il primo servizio è tra le mani di Allik. La Kemas ricostruisce e il muro di Ortona finisce fuori 1-0. Questa volta Allik forza e la palla va in rete. Per la Sieco va in servizio Dimitrov. Sbaglia il servizio anche Mati 2-2. Mura Cantagalli 2-3. Lapkov 2-4 dopo che Bertoli aveva battuto forte. Ancora un errore dai nove metri per la Kemas 3-5. Fuori l’attacco di Patriarca 6-6. Murato Lapkov da Coscione 7-6. Lawrence non sfrutta il contrattacco e la sua parallela è fuori 7-7. Allik ingannato dal servizio di Dimitrov 9-10. Ancora un errore in ricezione per Allik e ancora Dimitrov trova l’ace 9-11. Fuori la pipe di Allik 10-13. È sulla linea la parallela di Lawrence 12-15. Cantagalli passa al terzo tentativo 12-16. Mati murato da Patriarca 13-18. Patriarca murato 15-19. Fuori l’attacco di Cantagalli 16-19. Muro di Fabi su Mati 16-21. Cade a terra il pallonetto di Lawrence 17-21. Out il servizio di Parodi 17-22. Lawrence ferma Cantagalli con un gran muro 18-22. Del Vecchio passa in Pipe 18-23 e poi esce per far posto a Lapkov in prima linea. Cantagalli tira troppo forte, il muro respinge fuori. Set point Ortona 19-24. Colli trova il cambio palla 20-24. Lo stesso Colli forza il servizio ma sbaglia malamente 25-20.

SECONDO SET

Tocca alla Sieco servire il primo pallone di questo set e dai nove metri c’è Dimitrov che subito mette in difficoltà Santa Croce. Ortona ricostruisce e finalizza con Bertoli 0-1. Lo stesso Dimitrov poi serve lungo 1-1. Pallonetto di Fabi 1-2. Muro di Cantagalli su Lawrence 1-3. Lawrence tenta la parallela ma il suo attacco colpisce l’asta 2-5. Invasione per Lapkov 3-6. Il muro di Cantagalli va fuori 4-6. Mani fuori per Colli 5-7. Lawrence dalla seconda linea 6-8. Dentro il primo tempo di Mati 7-10. Furbo Fabi a buttare la palla sulle mani del muro di Santa Croce. La palla finisce fuori 7-12. Invasione chiamata a Cargioli 10-14. Ortona ricostruisce ancora e Cantagalli capitalizza 10-15. Colli in Pipe disorienta il muro di Ortona 11-15. Del Vecchio non riesce a superare il nastro su una palla complicata la palla non passa ed è 12-15. Parodi schiaccia sull’asticella 12-17. Rischia il colpo Cantagalli ma la palla, difficile, finisce fuori 15-18. In difficoltà Ortona sul servizio di Allik 16-18. Lapkov rientra per Del Vecchio e fa il 19-18. Benedicenti non trattiene l’attacco di Parodi 21-21. Lapkov in pipe 21-22. Mani-fuori di Parodi 22-22. Prodi 22-23. Cantagalli tocca la palla a muro ed è set point 24-23. Lapkov 24-24. Cantagalli mette in difficoltà la ricezione dei padroni di casa con un servizio potente 24-25. Azione confusa, batti e ribatti ma alla fine Cargioli mura fuori di pochissimo un attacco di Lapkov e Ortona riesce a vincere il set. 24-26.

TERZO SET

Ortona ricostruisce e Cantagalli trova le dita del muro 0-1. Bertoli 1-2. È forte la diagonale di Parodi ma la palla è fuori 2-3. Fuori il servizio di Fabi 3-3. Ace per Lawrence 4-3. Mani-fuori cercato da Lapkov 4-4. Passa ancora Lawrence 6-4. Lapkov pesta la riga 9-8. Murato Fabi 10-8. Bel colpo piazzato di Bertoli 10-9. Fuori il servizio di Bertoli 11-9. Parodi finalizza un’azione che sembrava impossibile da capitalizzare e porta i suoi sul 13-9. Lapkov forza sul muro dei Lupi e la palla rimbalza fuori 14-11. Passa Cargioli in primo tempo 17-12. Cantagalli dalla seconda linea trova il punto del 19-13. Mani-fuori per Lawrence 22-15. Cargioli 23-16. Lawrence trova il set point 24-17. Patriarca tira fuori un tap-in 25-17.

QUARTO SET

Batte Lapkov ma il punto è di Lawrence 1-0. Ancora Lawrence sulle mani di Cantagalli 2-0. Colli sbaglia il servizio 2-1. Cantagalli sbaglia il servizio 5-3. Fuori anche il servizio di Lapkov 6-4. Diagonale di Colli 8-5. Fuori il servizio di Mati 10-8. Fuori la diagonale di Cantagalli 12-8. Murato Cantagalli 13-8. Lapkov per il mani fuori del 13-9. Fuori ancora il servizio di Cantagalli 14-9. Fuori la parallela di Lawrence 16-13. Dimitrov mette in difficoltà la ricezione di Santa Croce ma i padroni di casa sono ancora avanti 16-14. Allik sbaglia il servizio 17-15. Rocambolesco punto messo a segno da Fabi 18-16. Lapkov gioca bene sul muro 20-18. Arriva un muro di Ortona con Bertoli 21-20. Fuori il muro di Cantagalli e la gara va al tie break 25-22.

QUINTO SET

Ortona si stringe in gruppo prima di affrontare l’ultimo set. Il primo punto è di Cantagalli 0-1. Allik trova il mani-fuori 1-1. Fuori il muro di Parodi su Bertoli 1-2. Va a buon fine il contrattacco dei lupi 3-2. Ancora Cargioli al centro 5-2. Ace di Lawrence 5-2. Lapkov mani e fuori 6-5. Fuori il servizio di Lapkov 7-5. Fuori il servizio di Patriarca 8-6 e cambio campo. Murato Cantagalli 9-6.  Bertoli fa carambolare la palla sul muro 10-8. Muro di Cantagalli 10-9. Va fuori il muro di Ortona 12-9. Cantagalli prova a tenere a galla la Sieco 13-10. Fuori il servizio di Lawrence 14-11. Poco dopo lo stesso Lawrence passa sul muro impavido e chiude la rimonta. 

Kemas Lamipel Santa Croce – Sieco Service Impavida Ortona 3-2 (20-25 / 24-26 / 25-17 / 25-22 / 15-11)

Durata Set: I: 26’  / II: 36’ / III: 26’ / IV: 31’ / V: 19’

Durata Totale: 2h, 18’

Kemas Lamipel Santa Croce: Coscione 5, Allik 4, Mati 11, Lawrence 31, Colli 12, Cargioli 8, Gabbriellini (L) n.e., Parodi 12, Brucini, Giannini, Loreti (L) 76% – 32% perfetta, Matteini, Petratti, Gatto n.e. All. Bulleri. Coach: Bulleri M. Vice: Pagliari A.

Aces: 3 – Errori Al Servizio: 21– Muri Punto: 9 – Ricezione Positiva: 62% – Attacco: 58%

Sieco Service Ortona: Fabi 9, Broccatelli (L) % –% n.e., Bertoli 17, Benedicenti (L) 40% – 5% perfetta, Del Vecchio 1, Marshall n.e, Patriarca 3, Cantagalli 21, Falcone n.e., Tognoni n.e., Donatelli n.e., Lapkov 17, Dimitrov 2, Lanci E. n.e. Coach: Lanci N. Vice: Di Pietro L.

Aces: 2 – Errori Al Servizio: 17 – Muri Punto: 9 – Ricezione Positiva: 45% – Attacco: 47%

Arbitri: Prati Davide e Vecchione Rosario




UN QUESTION TIME SUGLI APPALTI VERDI (GPP)

Pescara, 28 gennaio 2024. In occasione della seduta del Consiglio Comunale di lunedì 29 gennaio 2024 sarò ascoltato nell’ambito dello spazio del “Question time del cittadino” sul tema dell’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) previsti dal Codice degli appalti, ovvero la norma che impone alle Pubbliche amministrazioni di acquistare prodotti e servizi ecosostenibili (i cd “Appalti verdi”, o Green public procurement – GPP).

Il cd Codice degli appalti (DL n. 36 del 31/3/2023) è la norma che regolamenta la materia dei contratti pubblici e a cui gli EELL devono rigorosamente attenersi. Per quelli relativi alla gestione del verde pubblico è necessario adottare quanto previsto dai citati CAM, che dettagliano la formulazione e gestione degli incarichi.

Il comma 2 dell’art. 17 del DL 36/23 recita: “Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso l’inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi (…).

I CAM sono stati adottati con DECRETO n. 63 del 10/3/2020 ed i contenuti operativi sono esplicitati nell’allegato 1 (Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione) laddove si definiscono gli ambiti di riferimento applicativo.

Nel question time si chiede in particolare “se nella predisposizione degli appalti pubblici ad oggi espletati nella materia richiamata i CAM siano stati inseriti nella documentazione progettuale e di gara come esplicitati alla voce: E. Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico del richiamato allegato 1, come dettagliato ai seguenti punti: 6. Piano della comunicazione; 8. Reimpiego di materiali organici residuali; 9. Valorizzazione e gestione del materiale residuale, e, se l’Ente appaltante abbia provveduto ad effettuare, come previsto, le idonee e obbligatorie verifiche.

Giancarlo Odoardi – Direttore Ri-media.net




COLDIRETTI CON IL VESCOVO LEUZZI

Oltre settanta trattori e centinaia di agricoltori festeggiano la giornata del ringraziamento

Teramo, 28 gennaio 2024. Oltre settanta trattori questa mattina hanno sfilato a festa in occasione della Giornata del Ringraziamento provinciale di Coldiretti  Teramo che questa mattina è stata celebrata nel centro storico di Atri con la presenza del Vescovo della diocesi S.E. Lorenzo Leuzzi, del viceprefetto di Teramo nonché commissario prefettizio Alberto Di Gaetano, il presidente della provincia di Teramo Camillo D’Angelo, la direttrice del dipartimento agricoltura della Regione Abruzzo e numerose autorità politiche, civili e religiose, forze dell’ordine e mondo associativo. Insieme al presidente di Coldiretti Teramo Emanuela Ripani, al direttore Roberto Rampazzo, al segretario di zona Alberto italiani e al consiglio direttivo, centinaia di agricoltori hanno festeggiato un suggestivo e antico rito che, inaugurato dalla Confederazione nazionale Coltivatori diretti nel 1951, nacque per ribadire l’ispirazione dell’organizzazione professionale alla dottrina sociale cristiana e per ringraziare il Signore del raccolto concesso. “La Giornata del Ringraziamento – spiega la presidente di Coldiretti Teramo Emanuela Ripani – è nata per ribadire il legame con la dottrina sociale cristiana, è una tradizione molto sentita dai nostri soci, è un segno di speranza e di fiducia anche in un momento molto difficile e complesso come quello attuale”.

Ad aprire la manifestazione l’arrivo dei mezzi agricoli presso parcheggio Campi da Tennis a cui è seguito il corteo nel centro storico atriano e alle 11.00 il raduno dei mezzi a Piazza Duomo e corso Elio Adriano. A seguire, intorno alle 11.30, la Santa Messa con il Vescovo Monsignor Lorenzo Leuzzi in una cattedrale “vestita” di giallo e affollata da centinaia di agricoltori che hanno offerto, secondo il tradizionale canovaccio della manifestazione, ortaggi e confetture, olio e vino, pane e pasta e altri prodotti provenienti direttamente dalle campagne teramane. Il Vescovo si è soffermato sulle problematiche del mondo agricolo, ricordando che “i temi del raccolto a volte sono lunghi e richiedono il rispetto della natura” e, a conclusione, la preghiera del coltivatore letta dall’imprenditrice agricola Francesca Petrei Castelli, del pastificio Verrigni. Poi, tutti in piazza per la benedizione dei trattori parcheggiati, gli animali arrivati dalle campagne (c’erano caprette, asinelli e pecore) e l’esibizione del coro Di Iorio di Atri. “Una giornata di speranza – commenta il direttore Roberto Rampazzo – a cui i nostri soci hanno partecipato con entusiasmo e responsabilità per ricordare il grande valore dell’agricoltura e l’attaccamento ad una organizzazione che lavora da anni per la costruzione di un futuro nonostante le tante difficoltà”.

Alessandra Fiore




SORELLE ROM

Il libro nelle mani del presidente Mattarella e del ministro Valditara

Roma, 28 gennaio 2024. Lo scorso 26 gennaio Giulia Di Rocco romnì  italiana abruzzese è stata invitata dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella come rappresentante Donna rom per la Commemorazione del Giorno della Memoria. In quell’occasione la Di Rocco nello stringere la mano al Presidente  ha donato il suo libro “Romanì – Pina  Sorelle – Rom”  libro che parla delle donne rom italiane della loro battaglia contro la discriminazione e la parità di genere.

La presenza della Di Rocco proprio in codesti istituzionali  e non solo è molto importante per il Femminismo ed emancipazione  delle donne rom in Italia. il libro è stato donato anche al  Ministro della Cultura e del Merito Giuseppe Valditara che ha molto gradito il libro ringraziandola  per le  informazioni sulle condizioni delle  donne rom italiane  illustrato dalla Di Rocco.

Il Libro ”Romanì – Pina Sorelle – Rom”  è il primo libro in assoluto che parla delle donne rom direttamente dalle donne rom italiane, è quasi un libro inchiesta che illustra la situazione delle donne rom in Italia.   Scritto da Giulia Di Rocco con Alessandra Montesanto giornalista e scrittrice dell’associazione dei diritti umani di Milano pubblicato dalla Multimage  proprio la casa editrice dei diritti umani di Milano con il patrocinio della Fondazione FIDAPA.

Giulia Di Rocco romnì Italiana abruzzese è membro del Forum RSC istituito dall’UNAR Ufficio Anti Discriminazione Razziale presso il Ministero delle pari Opportunità, membro dell’IRU International Roma Union che rappresenta i rom presso il Consiglio D’Europa e all’ONU.




LE STELLE DELLA VELA: I PREMIATI

Sfilano i campioni del mare della IX Zona FIV Abruzzo e Molise

Pescara, 28 gennaio 2024. Sorrisi, emozione, soddisfazione. Gli atleti del mare dopo un anno di allenamenti e regate raccolgono il frutto di tanti sacrifici nella classica manifestazione annuale “Le Stelle della Vela”, una sorta di gran galà che la IX Zona FIV Abruzzo e Molise organizza ogni anno per premiare i velisti grandi e piccoli che si sono distinti durante i campionati appena conclusi. Sono stati più di 50 coloro che hanno raccolto applausi e trofei ieri all’Aurum a Pescara, un numero sempre maggiore di giovani e meno giovani accomunati dalla passione per il mare che si sono messi in luce nelle classi Optimist, Ilca, Hobie Cat, Dragoon, Nacra 15, Snipe, Windsurfer, Minialtura e Altura.

A premiare sono state le massime autorità della Federazione Italiana Vela e locali: il presidente nazionale FIV Francesco Ettorre, il presidente della IX Zona FIV Domenico Guidotti, il presidente del Coni Abruzzo Enzo Imbastaro, la vicepresidente IX Zona FIV Alessandra Berghella, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, il sindaco Carlo Masci, l’assessore Patrizia Martella.

Questo l’elenco dei premiati.

Campionato Italiano Zone: 2^ classificato l’equipaggio di Giancarlo Casuscelli (Team manager CV La Scuffia), Serguei Chevtsov (timoniere CV La Scuffia), Riccardo Di Genova, Vittoria Rozzi, Sofia Carnevale, Stefano Troiano (LNI sez. Ortona);

Vittorio Blardi (CV Termoli) 2^ categoria leggeri Regata Nazionale Spring Cup Windsurfer Anzio e 3^ cat.leggeri Classe Windsurfer Porto Pino, Sardegna;

Enrica Morelli e Stefano Troiano (Svagamente) 1^ assoluti Campionati nazionali giovanili in doppio classe NACRA 15;

Vincenzo Sebastiani e Marta Fiorenza 1^ assoluti Campionati giovanili in doppio classe NACRA 15 under 17;

Rocco Del Proposto (Surfing Sport Pe)1^ Campionato Italiano Windsurfer juniores U19, Luca Del Gatto (Surf. Sport Pe) 1^ Campionato Italiano Windsurfer U15,

Francesca Pozzo (Surf. Sport Pe) 1^ Camp. Italiano Windsurfer juniores U19 femminile;

Luigi Masturzo  (CNP2018) 1^ Camp. Europeo Orc Malta, 1^ Camp. Eur. Minimaxi Sorrento e 3^ Camp. Ita. Orc Marina di Massa Carrara.

Campionato zonale Optimist Divisione B: 1^ Nicole Colaizzi (LNI sez Ortona) 2^ Filippo Costanzo (LNI sez Ortona), 3^ Nicola Forleo (LNI sez Pescara);

Campionato zonale Optimist Divisione A: 1^ Thomas Colaizzi (LNI sez Ortona), 2^ Michele Tessitore (LNI sez Pescara) 3^ Giulio Cipolloni (LNI sez Ortona); 1^ Femminile Giorgia Cicchelli (LNI sez Ortona);

Campionato zonale ILCA 4: 1^ Alisia Ranieri (LNI sez Ortona), 2^ Francesco Lamante (LNI sez Pescara), 3^ Paolo Ruzzi (LNI sez Ortona);

Campionato zonale ILCA 6: 1^ Stefano Troiano (LNI sez Ortona), 2^ Martin Ruzzi ( LNI sez Ortona), 3^ Vincenzo Lamberto ( LNI sez Ortona), 1^ Femminile  Noemi Lanuti (LNI sez Ortona);

Campionato zonale HOBIECAT 16: 1^ Carlo Metadow (timoniere) e Stefano Barbagallo (prodiere) Svagamente, 2^ Marcello Cozzolino (timoniere) e Mattia Ciattoni (prodiere) Svagamente, 3^ Massimo Di Nicolantonio (timoniere), 3^ Batman Di Tillio (prodiere) Svagamente;

Campionato zonale Dragoon:1^ Federico D’Alesio (timoniere) e Giulia Di Tillio (prodiere) Svagamente, 2^ Edoardo Filiani (timoniere) e Eleonora D’Onofrio (prodiere) Circolo Svagamente, 3^ Carlo D’Amico (timoniere) e Valerio Muleri (prodiere) Svagamente;

Campionato zonale NACRA 15 1^ Vincenzo Sebastiani (timoniere) e Marta Fiorenza (prodiere) Circolo Svagamente, 2^ Enrica Morelli (timoniere) e Stefano Troiano (prodiere) Circolo Svagamente, 3^ Ludovica Puntillo (timoniere ) e Sara Stella ( prodiere) Circolo Svagamente; Campionato zonale SNIPE 1^ Classificato Marco D’Ambrosio (timoniere) CV La Scuffia e Andrea Leuci (prodiere) LNI Giulianova, 2^ Federico Cerimele (timoniere) CV La Scuffia e Eleonora Spina (prodiere) Surfing Sport Pescara, 3^ Rodolfo Fiorini (timoniere) CV La Scuffia e Federica Monaco (prodiere) CV La Scuffia;

Campionato Zonale MINIALTURA 1^ Nannarella (CV Ventoforte), 2^ Jonathan (CV La Scuffia). 3^ Movida Junior (CV La Scuffia);

I premi alle società sono stati assegnati alla LNI sez. di Giulianova, alla LNI sez. di Pescara e al CV Roseto “Azzurra”.




SULMONA NEGLI SCRITTI DEI VIAGGIATORI TEDESCHI DEL XVIII E XIX SECOLO

[Introduzione al testo Sulmona negli scritti dei viaggiatori tedeschi del XVIII e XIX secolo, di Franco Cercone. Sulmona, Centro Studi P. Serafini, 1985. pgg.68. Il volume è corredato da IX Tavole.]

Introduzione.

In occasione del “Terzo Convegno sui Viaggiatori Europei negli Abruzzi e Molise”, svoltosi a Teramo nel settembre del 1974[1] , il Prof. Lehmann-Brockhaus, direttore della Biblioteca Hertiana di Roma, svolse una importante relazione dal titolo: Gli stranieri negli Abruzzi e nel Molise durante il 700-800[2], grazie alla quale mi è stato possibile ricostruire nelle linee essenziali un particolare capitolo di storia patria, la descrizione cioè della Città di Ovidio e della Conca Peligna contenuta nei resoconti di colti viaggiatori tedeschi del XVIII e XIX secolo. Sulla scia delle indicazioni bibliografiche del Lehmann-Brockhaus non è stato difficile richiedere alla Städtische Bibliothek di Monaco le fotocopie dei testi da tradurre e che ora vengono sottoposti in versione italiana all’attenzione dei lettori [n.d.r.: i testi tradotti dall’A. sono presenti nel volume da cui è tratta l’Introduzione].

Dagli Atti del Convegno teramano emerge subito un dato di fatto sorprendente e cioè che i viaggiatori tedeschi che hanno soggiornato a Sulmona nell’Ottocento sovrastano di molto per numero quelli provenienti da altri Paesi europei e tale circostanza, da ritenersi non casuale, reclama pertanto qualche riflessione.

Va rilevato innanzitutto che fin dal Medioevo il poeta Ovidio e di riflesso la sua terra natia hanno esercitato in Germania, e non solo in ambienti letterari [3], un costante fascino che è diventato irresistibile allorché, dopo il declino degli Svevi, fu difficile per le popolazioni del Reno cancellare i

ricordi che legavano Sulmona a questa sfortunata dinastia.

Già verso il 1210 Albrecht von Halberstadt aveva tradotto le Metamorfosi, mentre Heinrich von Morungen, vissuto nella prima metà del XIII secolo, si era ispirato agli Amores per la composizione di alcune liriche amorose.

Ma la testimonianza più significativa della popolarità di cui godeva il Poeta peligno presso corti, università e persino Klöster di ogni comunità religiosa, è data da quel prezioso documento di vita medievale che è appunto la raccolta dei Carmina Burana, composti per lo più come sottolinea il Müller in una recente edizione di tali canti, da Vaganten, Goliarden, Kleriker che avevano individuato proprio in Ovidio il loro “grosses Vorbild”, cioè il loro grande modello [4].

L’introduzione dell’arte della stampa accelera ovviamente la conoscenza delle opere ovidiane e proprio a Colonia, città di antica tradizione romana, fa la sua apparizione nell’ultimo decennio del XVI secolo la prima veduta di Sulmona. Si tratta come è noto di una incisione curata da G. Braun e F. Hogenberg in cui è ben evidenziata la didascalia Sulmo Ovidii Patria [5], mutuata forse dal famoso emistichio “Sulmo mihi Patria est”, le cui lettere iniziali (S.M.P.E.) fanno bella mostra di sé sullo stemma cittadino.

Nel XVII secolo vanno particolarmente annoverati fra i viaggiatori quei giovani nobili o borghesi i quali secondo una usanza che si diffonde rapidamente in tutta l’Europa e che in Germania fu chiamata Kavalierstour, incominciarono ad effettuare dei viaggi premio a coronamento degli studi fatti, soprattutto nel settore umanistico. È riuscito a qualcuno di essi di raggiungere la Patria di Ovidio?

È difficile rispondere ad una tale domanda. Va ricordato, comunque, che un viaggiatore ante litteram può essere considerato quel magister Gualterius de Alemania, che scolpisce nel 1412 il sepolcro Caldora nell’Abazia Morronese.

Allo stato attuale della documentazione in nostro possesso, si può dire che solo nei primi decenni del sec. XVIII si registra a Sulmona la presenza di un colto Wanderer, cioè quell’Adam Ebert cui si deve una notizia, non priva di qualche interesse, sulla ubicazione della statua di Ovidio che si ammira oggi nel cortile del Palazzo dell’Annunziata.

Ebbene, il percorso compiuto dall’Ebert assume grande importanza proprio perché viene a spezzare lo schema rigido del Kavalierstour, il quale non ammetteva, una volta pervenuti a Roma ed a Napoli, di effettuare delle deviazioni dall’itinerario tirrenico verso l’interno della Penisola. Ciò era determinato dalle incognite e dai pericoli incombenti su una area geografica che veniva a coincidere, all’incirca, con le attuali estensioni territoriali dell’Abruzzo e del Molise.

Si può affermare pertanto che fino al completamento della linea ferroviaria Roma-Sulmona, inaugurata nel luglio 1888, sono stati pochi i viaggiatori che, partiti dalla Germania, sono riusciti superando non lievi difficoltà a specchiarsi nelle acque, un tempo limpide, del Gizio e del Vella e tali difficoltà vengono individuate dagli studiosi, sulla base dei resoconti degli stessi viaggiatori stranieri, nella mancanza di una adeguata rete viaria nel regno di Napoli e nel pericolo costituito, soprattutto lungo la dorsale appenninica, dal brigantaggio. Così “l’Abruzzo – sottolinea il Russi – benché sia una regione del regno borbonico e confinante con il Lazio, resta tagliato fuori non solo dagli itinerari turistici di chi attraversa in lungo la Penisola, ma anche dai programmi di chi, soggiornando nella capitale napoletana o nella città del papa, è solito muoversi per conoscere altri luoghi” [6] .

Di conseguenza la posta internazionale sfiora l’Abruzzo e “soltanto alla fine dell’epoca asburgica, nell’anno 1734, nasce il progetto di creare una via postale che avrebbe dovuto legare il regno di Napoli con l’Austria per via d’acqua da Pescara a Fiume. Ma la successiva perdita del Regno di Napoli non permise la realizzazione di questo progetto” [7]. Esso fu ripreso com’è noto (limitatamente al tratto Castel di Sangro-Sulmona) nell’ultimo ventennio del ‘700 da Andrea Pigonati ma la “real strada di fabbrica” sarà portata a termine solo nel secolo successivo, assumendo nel tratto Roccapia-Pettorano il nome di via Napoleonica che tuttora conserva [8].

Nell’ambito del citato Convegno sui Viaggiatori Europei sono state tuttavia acutamente messe in luce, da parte di alcuni relatori, le cause effettive della mancata realizzazione, nel settore nord-orientale del regno di Napoli, di una efficiente rete stradale, dovute ad un preciso disegno politico-militare dell’amministrazione borbonica. Il Russi, per es., pone in grande evidenza (ivi, p. 71) come in una Memoria sulla frontiera nord-orientale del regno di Napoli, redatta dal giovane Pisacane che prestava servizio militare nella fortezza di Civitella del Tronto, sia ancora ravvisabile la funzione strategica del territorio abruzzese in cui  “centomila uomini in armi fanno testa a duecentomila invasori”, mentre il Clemente ha sottolineato come “L’isolamento degli Abruzzi non è questione risolubile nella indicazione del dato naturale e viario: è invece una circostanza che proietta tali premesse in una linea politica che fa dei nostri territori, per lunghissimi periodi, quasi una terra bruciata, una zona di cuscinetto strategico” [9].

Circa il problema del brigantaggio, il Colapietra ha puntualizzato come, almeno all’indomani dell’Unità d’Italia,  l’Abruzzo costituisse “la regione in cui le due componenti principali del brigantaggio, la politica legittimistica borbonica e la sociale contadina autonoma, si intersecano più strettamente”[10] , mentre per il secolo precedente, come ritengo, la circostanza che gli agguati fossero più frequenti sugli altopiani o lungo i  tratturi, in aree dunque vitali per l’industria ovina, sembrerebbe escludere ogni aspetto di sovversione politica in tale fenomeno, da cui vanno sottratte quelle azioni di mero banditismo che si intensificano con veri e propri “attacchi alla diligenza” sulla Napoleonica subito dopo il suo completamento [11].

Non pochi sono i paesi abruzzesi ritenuti, nei resoconti dei viaggiatori stranieri, “sede ideale per i briganti”, sicché ora è Roccapia, ora Villalago o Castel di Sangro – ma l’elenco non si esaurisce certamente qui – a fregiarsi di tale triste ed indesiderata nomea che, ingigantita fuori misura in Europa, finisce in ultimo per coinvolgere tutto l’Abruzzo, considerato in Germania, ancora nel 1911, «terra di briganti» [12].

E quando alcune voci, come il Frommel ed il Kaden, si levarono per ricondurre il fenomeno ad aspetti più obiettivi e realistici, la nostra Regione ben poco guadagnerà da un quadro non più dipinto a tinte fosche. Per il Kaden, ad esempio, come vedremo in seguito, l’Abruzzese “odia il ladro e stima il brigante”, mentre per il Frommel le popolazioni delle nostre montagne conservano una fisionomia “da masnadieri”. Va osservato ai fini di una migliore comprensione della genesi di tali pregiudizi, che anche negli scritti dei viaggiatori tedeschi della seconda metà dell’800 affiora una Weltanschauung che è ancora tipicamente romantica. Nella concezione del “wandern” (letteralmente: peregrinare), donde i titoli di molti libri di viaggio (Wandertage, giorni di peregrinazione; Wanderjahre, anni di peregrinazione) predomina il desiderio di evadere dal proprio ambiente, di errare senza meta stabilita

per cancellare ogni sensazione di noia, tuffandosi soprattutto nel luccicante paesaggio meridionale visto come proiezione di un particolare stato d’animo e di tale paesaggio fanno parte il brigante ed il pastore, che regnano incontrastati sui monti aspri e solitari dell’Appennino e ne diventano ben presto i simboli. Rare volte tuttavia è dato leggere in queste pagine elegiache dedicate all’Abruzzo una parola di condanna sulle misere condizioni in cui versavano le popolazioni dei nostri paesi. Nessuna reazione provocano nel Lear, sempre attento però all’ospitalità “dovuta” nei suoi confronti da parte dei ricchi signori della Marsica o dell’area peligna, le parole della vecchia mendicante di Villalago, che confida al viaggiatore inglese: “Siamo qui senza denaro, senza pane, senza panni, senza speranza, senza niente”.  Per il Lear, infatti, l’Abruzzo rappresenta comunque “il quadro di una serena attività pastorale” e proprio mentre il Kaden annotava sul suo taccuino le impressioni suscitategli dal superbo paesaggio che da Pettorano si schiude verso la Conca Peligna ed il Gran Sasso, ben diversi “appunti” prendeva in questa località Filippo Destephanis, per la sua Memoria da inviare a sua maestà, il re di

Napoli, ed in cui si sostiene la necessità – siamo nel 1859 – di trasformare in campi coltivati la parte del tratturo che si snodava ai piedi del paese, dato che, denuncia il Destephanis, “esuberando le braccia, sono obbligati gli infelici Pettoranesi andar raminghi l’inverno, o nell’Agro Romano, o a Terra di Lavoro, o alle Puglie, imitando gli armenti, pervero anche in Calabria, dove guadambiando il vitto gli uomini, riportano poche monete alla famiglia, che per lo più a stenti ha tirato l’invernata…”[13].

Tornando ora ai viaggiatori tedeschi, occorre ricordare che meritano una particolare menzione quegli studiosi i cui interessi restano legati, come per es. il Mommsen, all’archeologia ed all’epigrafia, oppure ad altri campi artistici, come appunto Heinrich Schulz ed Heinrich Dressel. Dello Schulz apparve postuma l’opera dal titolo: Denkmäler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien (Monumenti artistici del Medioevo nell’Italia Meridionale), Dresda 1860, voll. 3, il secondo dei quali è dedicato ai monumenti dell’Abruzzo e del Molise.

Il Dressel invece, che era nato a Roma nel 1845, collaborò al Corpus inscriptionum latinarum del Mommsen e secondo il Lehmann-Brockhaus, particolare degno di nota, “riconobbe per primo che negli oggetti dell’oreficeria il punzone SUL era una abbreviazione del nome della Città di Sulmona”[14].

Nel 1840 vide la luce a Monaco di Baviera l’opera di Ernst Förster: Handbuch für Reisende in Italien (“Manuale per viaggiatori in Italia”) In essa le località italiane, importanti sotto il profilo storico e artistico, appaiono in ordine alfabetico ma nessuna menzione si fa di Sulmona e di altri centri abruzzesi, anche se il Lehmann-Brockhaus rileva che in tale Manuale “gli Abruzzi e il Molise sono descritti nel capitolo Da Ancona a Napoli, nel quale si parla di Teramo, L’Aquila, Atri, Sulmona, Isernia, Venafro” [15]. Sicuramente le descrizioni in questione sono contenute in un’altra ristampa del volume, che ha avuto ben otto edizioni. Il Manuale del Förster si distingue decisamente, per la mole delle notizie fornite, dalle pur famose Guide dell’editore Karl Baedecker, morto a Coblenza nel 1859, e relative a molti Paesi europei. L’opera del Baedecker fu portata avanti dal figlio Federico che nel 1861 curò probabilmente il primo volume dedicato all’Italia centrale e di cui si hanno anche versioni in inglese ed in francese.

Queste Guide divennero ben presto ovunque note grazie alla loro praticità. Esse furono inoltre continuamente ampliate con ulteriori edizioni apparse nell’ultimo ventennio dell’800 e la velocità di tali aggiornamenti fu resa possibile soprattutto dallo sviluppo della rete ferroviaria, che diventava nella nostra Penisola sempre più fitta e permetteva quindi di raggiungere in breve tempo Regioni fino ad allora poco conosciute, come appunto la nostra.

Soprattutto in conseguenza dell’inaugurazione della linea ferroviaria Roma-Sulmona, avvenuta il 28 luglio 1888 [16], l’Abruzzo faceva dunque il suo ingresso ufficiale nel cuore dell’Europa centrale. E ciò si verificava, a mio avviso, in un particolare momento delle scelte politiche operate dal giovane regno d’Italia, che proprio nel 1887 aveva rinnovato la Triplice Alleanza con Austria e Germania.

Sicché gli studiosi di lingua tedesca si trovano in questi anni in una particolare condizione psicologica che li spinge a privilegiare, come meta del loro wandern, piuttosto “l’amica Italia” che altri Paesi e questo stato d’animo emerge chiaramente, come si vedrà in seguito, negli scritti di alcuni autori che non solo tessono elogi alla Dreibund (Triplice Alleanza) ma si compiacciono anche, come fa per es. il Kaden, del diffuso spirito antifrancese che serpeggia a Sulmona ed in altre città d’Abruzzo.

Dopo questo breve ma necessario prologo entrano in scena gli Autori che per aver visitato e descritto Sulmona sono quelli che più direttamente interessano. I loro scritti appaiono nella presente raccolta in ordine cronologico e sono preceduti da brevi notizie biografiche desunte dal fondamentale lavoro del Lehmann-Brockhaus, più volte citato.

Tra i primi viaggiatori del Settecento che visitano Sulmona e l’Abruzzo va annoverato il giureconsulto Adam Ebert, nato a Francoforte sull’Oder nel 1653 ed ivi morto nel 1735. Sotto lo pseudonimo di Aulus Apronius egli pubblicò a Villa Franca, nel 1723, il resoconto di un suo viaggio in vari Paesi d’Europa di cui non mi è stato possibile avere dalla Biblioteca di Monaco la fotocopia del frontespizio; e ciò al fine di accertare l’esattezza del titolo, che si presenta alquanto diverso in un noto Saggio del D’Ancona e nella relazione del Lehmann-Brockhaus [17]. L’Ebert dedica una sola pagina a Sulmona ma essa, come si vedrà, non risulta priva di qualche interesse.

Altrettanto spazio occupa la Città d’Ovidio nell’opera di Carl Frommel (1789-1863) dal titolo Pittoreskes Italien (“Italia pittoresca”), pubblicata a Lipsia nel 1840. L’Autore, che era direttore di una importante galleria d’arte di Karlsruhe, fa delle acute osservazioni sul fenomeno del brigantaggio in Abruzzo ma si dimostra talvolta impreciso nella descrizione dei luoghi visitati (per es. pone Sulmona “sulle rive del Sora”!).

Del grande storico Ferdinando Gregorovius (1821-1891) ho ritenuto opportuno riportare alcune belle pagine, relative a Corfinio e Sulmona, che sono contenute nel 2° dei 5 volumi dell’opera Wanderjahre in Italien, pubblicata a Lipsia nel 1876 e che nella traduzione italiana ora appare con il titolo di “Anni di peregrinazione in Italia” ora con quello di “Passeggiate per l’Italia”, come appunto nell’edizione curata da M. Corsi e pubblicata a Roma nel 1907.  Le pagine in questione come si è detto, sono tratte dal 2° volume e precisamente dal VII capitolo dal titolo Eine Pfingstwoche in den Abruzzen (“Una settimana di Pentecoste in Abruzzo”), recentemente riproposto all’attenzione degli studiosi in forma anastatica dall’Ed. Polla di Avezzano.

Al Gregorovius fa seguito la personalità forse più interessante tra gli Autori tedeschi che visitano Sulmona nel corso dell’Ottocento, cioè Woldemar Kaden, colto viaggiatore nato a Dresda nel 1838 e morto a Monaco di Baviera nel 1909. Le pagine che dedica a Pettorano e Sulmona sono contenute

nel suo volume dal titolo Wandertage in Italien (“Passeggiate in Italia”), pubblicato a Stoccarda nel 1874 per i tipi degli Editori Meyer & Zeller’s.

Grande conoscitore di opere latine, soprattutto di Virgilio, Ovidio, Orazio (e di conseguenza del buon vino peligno) [18], il Kaden ci offre una affascinante descrizione notturna della Città d’Ovidio, non priva di alcuni documenti di rilevante interesse etnografico (il volume manca però di disegni ed illustrazioni). Insieme a C. Stieler ed E. Paulus, che lo avevano accompagnato nelle sue peregrinazioni nel Mezzogiorno d’Italia, il Kaden pubblicò, probabilmente nel 1875, un altro volume di cui conosciamo una versione in italiano ed un’altra in inglese. La prima, con il titolo: Italia. Viaggio pittoresco dall’Alpi all’Etna, vide la luce nel 1876 per i tipi della Casa Editrice Treves, Milano, ed è arricchita da ben 73 tavole fuori testo, firmate e datate quasi tutte 1874, anno dunque che si riferisce al primo viaggio in Italia. La seconda invece ha per titolo: Italy from the Alpes to mount Etna e fu pubblicata a Londra nel 1887 dagli Editori Chapman & Hall.

Il “Viaggio pittoresco” di Stieler, Paulus e Kaden riscosse un buon successo. come è confermato dalle numerose edizioni del volume, che è corredato, come si è detto, di magnifiche incisioni. In quella del 1876, apprendiamo dal Marino, vanno notati “sei disegni del Kaden: ragazzo abruzzese, ragazza abruzzese, rovine d’Amiterno (S. Vittorino), la Valle del Sangro, una via negli Abruzzi, Gran Sasso d’Italia” [19].

Nell’edizione del volume che ho potuto consultare, la terza, pubblicata nel 1885 a Milano sempre dalla Casa Editrice Treves (e da essa sono tratte le pagine che si riferiscono a Sulmona), la bellissima incisione dal titolo Ragazza abruzzese, datata 1874, è firmata invece chiaramente: Keller, un artista dunque che deve aver partecipato insieme al Kaden, Paulus e Stieler all’avventuroso viaggio nel meridione della Penisola [20], mentre l’altra dal titolo Ragazzo abruzzese è opera del Kaden.

Al Kaden segue Eberhard Gothein, professore di economia politica a Bonn ed Heidelberg, strenuo difensore della Kulturgeschichte, cioè della necessità di considerare la storia come “storia della civiltà” e della cultura dei popoli. Per i tipi dell’editore Kölbner di Breslau egli pubblicò nel 1866 l’opera: Die Kulturentwicklung Sud-Italiens in Einzeldarstellungen (“Lo sviluppo della civiltà del Sud Italia in monografie”), che ebbe successivamente, pur nella diversità degli argomenti trattati, ulteriori edizioni. In quella del 1886 troviamo un capitolo dal titolo: Die Heimath Ovid’s (“La Patria di Ovidio”), in cui lo storico tedesco, profondo conoscitore dell’Italia, ci dà una vivace descrizione di miti e leggende fiorite dal medio evo in poi intorno alla figura del Poeta degli Amores e pertanto il Gothein va considerato come un precursore di tale genere d’indagini, che saranno, come è noto, completate da lavori analoghi del Ciampoli, De Nino e Pansa [21].

Noi non sappiamo come il Gothein [22] sia approdato a Sulmona, poiché la linea ferroviaria collegante Roma con la Città d’Ovidio sarà inaugurata nel 1888, cioè alcuni anni dopo il suo viaggio in Abruzzo. L’utilizzazione della carrozza ha permesso tuttavia allo studioso tedesco di poter trattenere più a lungo lo sguardo sul paesaggio peligno, dove, sottolinea egli, “ogni coltivazione dei campi si trasforma in giardinaggio”.

Quasi una descrizione “a volo d’uccello” è invece quella che fa dallo scompartimento del treno G. Vom Rath, professore di economia all’Università di Bonn. Il viaggio da Rimini a Pescara e da qui per l’Aquila e Rieti via Sulmona risale alla primavera del 1881. L’A. prima parla brevemente di Popoli e poi ci dà con efficaci pennellate cromatiche una bella visione di quel grandioso “anfiteatro naturale” che è appunto la Conca Peligna.

L’opera del Vom Rath, in due volumi, ha per titolo: Durch Italien und Griechenland nach dem Heiligen Land. Reisebriefe (“Attraverso l’Italia e la Grecia verso la Terra Santa. Lettere di viaggio”, Heidelberg 1882; seconda edizione: 1888).

L’ultimo brano tradotto, Vier Wochen in den Abruzzen: Sulmona (“Quattro settimane in Abruzzo: Sulmona”), apparve il 15 settembre 1895 sul quotidiano di Colonia “Kölnische Volkszeitung und Handelsblatt” senza la firma degli Autori che, come si evince agevolmente dal testo, erano comunque due sacerdoti impegnati nella trascrizione di bolle corografiche ed altri antichi documenti giacenti presso gli archivi di alcune cattedrali abruzzesi. Ed è proprio tale lavoro che i due studiosi compiono a Sulmona presso l’archivio di San Panfilo, “gentilmente” messo a loro disposizione dal vescovo di quel tempo, Tobia Patroni.

Si tratta comunque dei professori M. Klinkenborg e L. Schiapparelli entrambi di nazionalità tedesca, di cui il Pansa parla nella “Rassegna Abruzzese” nel recensire una nota opera del Kehr. Sottolinea infatti lo storico sulmonese: “Pochi dotti stranieri visitarono l’Abruzzo e i suoi monumenti per ricavarne profitto e pochissimi si occuparono dei suoi preziosi archivi e fecero tesoro delle carte che vi si conservavano. Gli archivi abruzzesi, sui quali versa la memoria che prendo in esame, sono stati esplorati dai dott. M. Klinkenborg e L. Schiapparelli delegati per l’Italia. Più fortunate furono le ricerche condotte a Sulmona, specialmente nell’archivio della Cattedrale, in cui vennero trascritte dagli originali dieci bolle comprese nel periodo da Innocenzo II (1138) a Celestino III (1196)” [23].

Si chiude così il sipario su questa rassegna dedicata a colte personalità tedesche che nei secoli XVIII e XIX hanno soggiornato a Sulmona e descritto la Città di Ovidio. Premesso che una tale ricerca è auspicabile anche per i viaggiatori francesi ed inglesi (quest’ultimi non rappresentati, certamente, solo dal Lear o dal Kraven), occorre spendere qualche parola sulla versione italiana dei testi in lingua tedesca. Rendere in italiano efficacemente alcuni periodi, specie quelli scaturiti dalla fantasia del Kaden, non è stata impresa facile e talvolta la sterile traduzione letterale è stata sacrificata in onore della freschezza ed immediatezza delle immagini.

In molti punti, inoltre, i testi si prestavano a ripetuti commenti, ma questi sono stati omessi e ridotti all’essenziale per non interrompere ed appesantire la lettura con una serie di note.

Mi piace sottolineare, nel concludere questa presentazione, che in epoche in cui non esistevano macchine fotografiche, i viaggiatori europei hanno saputo lo stesso ritrarre con i loro resoconti momenti di vita che appartengono alla storia della nostra Sulmona, la quale ha acquisito da tempo e non solo recentemente (come sembrano indicare le scritte di alcuni segnali turistici) il diritto a fregiarsi del titolo di Città d’Europa.


[1] Gli Atti del Convegno sono stati pubblicati a Teramo nel 1975 a cura del “Centro Ricerche Storiche Abruzzo Teramano” In seguito saranno citati con la sigla ACVE.

[2] In ACVE. cit., pp. 15-48. Poco utili sono risultate ai fini della presente ricerca le opere di A. D’Ancona, Saggio di una bibliografa ragionata dei viaggi e delle descrizioni d’Italia e dei costumi italiani in lingue straniere (Città di Castello 1889) e di L. Tresoldi, Viaggiatori tedeschi in Italia. 1452-1870, (Roma 1975), che presentano lacune soprattutto nella parte relativa ai viaggiatori dell’Ottocento.

[3]Anche il Lehmann-Brockhaus sottolinea (ivi, p. 27) che “i tedeschi erano i visitatori più frequenti degli Abruzzi”. Fra i viaggiatori inglesi vanno particolarmente ricordati il Lear ed il Craven, cui si devono importanti testimonianze su Sulmona e l’area peligna raccolte durante le loro escursioni nell’Abruzzo della prima metà dell’800. Di E. Lear cfr.:  Illustrated Excursions in Italy, London 1846; la parte relativa all’Abruzzo, Viaggio illustralo nei Tre Abruzzi è stata pubblicata a Sulmona per i tipi della Labor e nella traduzione di B. Di Benedetto-Avallone. Di K. Craven cfr.: Excursions in the Abruzzi and northern Provinces of Naples, London 1837; i due volumi del Craven sono stati tradotti da I. Di Iorio e pubblicati nel 1979 e 1982 a Sulmona per i tipi della Libreria Editrice Di Cioccio con il titolo: Viaggio attraverso gli Abruzzi e le province settentrionali del Regno napoletano. Va ricordato che del primo volume esiste un’altra edizione a cura di D. Lepore e R. Cincione, Escursioni negli Abruzzi (Sulmona, Tip. Labor, 1981) e che alcuni brani tratti dai due volumi del Craven erano già apparsi in versione italiana ne “Il Giomale Enciclopedico Napoletano”, an. I, vol. IV, Napoli 1840. Fra i viaggiatori francesi va menzionato soprattutto A. Valery, autore di un’opera dal titolo: Voyages Historiques et littéraires en Italie pendans les années 1826, 1827 et 1828. Ou l’Indicateur Italien, voll. 3, Bruxelles 1835.

[4]Cfr. Carmina Burana, a cura di R. Clemencic e U. Müller, p. 194 sgg., Monaco di Baviera, Heimeran Ed., 1979. Già nel 1482 aveva visto la luce ad Augsburg con commento di J Hartlieb l’opera Ars Amatoria. Das Buch Ovídij von der liebe zu erwerben, mentre a cura di G. Bersmann apparve nel 1582 a Lipsia la prima edizione completa delle opere ovidiane (seconda edizione, cum notis variorum, Francoforte 1601), seguita da quella di N. Heinsius (Leyden, 1629, voll. 3), che riscosse buon successo editoriale. Singole opere di Ovidio o commenti alle stesse si registrano con frequenza a partire dal XVII secolo in poi.

[5] Cfr. E. Mattiocco, Vedute prospettiche della Città di Sulmona dal XVI secolo all’Unità d’Italia, p. 13, Sulmona 1980.

[6] L. Russi, Viaggiatori europei nell’Abruzzo dell’Ottocento, in ACVE, cit., p. 70.

[7] O. Lehmann-Brockhaus, in ACVE, cit., p. 15. Di itinerari postali, detti camini, si hanno notizia per l’Abruzzo dopo il 1777 Cfr. al riguardo A. Di Vittorio, Gli Austriaci e il Regno di Napoli. 1707-1734. Ideologia e politica di sviluppo, p. 385 sgg., Napoli 1783.

[8]Cfr A. Pigonati, La parte di strada degli Abruzzi da Castel di Sangro a Sulmona, Napoli 1783. I lavori per la realizzazione della strada da Roccapia a Pettorano erano iniziati nel 1789. Cfr. C. Ulisse De Salis Marschlins, Viaggio attraverso l’Abruzzo (1789), rist. anast. dell’edizione italiana, Trani 1906, a cura dello «Studio Bibliografico A. Polla», Avezzano, senza data. L’A. sottolinea che «le due province dell’Abruzzo fanno parte delle regioni più inesplorate del Regno di Napoli; e viene ciò attribuito tanto al pericolo dei briganti, quanto alla mancanza di una via maestra, diretta, attraverso le due province».

[9]V. Clemente, L’Istituto Archeologico Germanico di Roma ed i corrispondenti abruzzesi (1829-1838), spunti sulla scoperta romantica degli Abruzzi, in ACVE, p. 195. Di diverso avviso è il Di Vittorio (op. cit., p. 376), per il quale «le carenze del sistema stradale del Regno dipendevano da difficoltà finanziarie».

[10]R. Colapietra, Abruzzo. Un profilo storico, p. 157, Lanciano 1977; cfr. anche di R. Colapietra l’introduzione al volume di G. Morelli, Il brigante Giulio Pezzola del Borghetto e il suo Memoriale (1598-1673), Roma 1982. L’opera del Morelli risulta indispensabile per la ricca bibliografia sull’argomento “brigantaggio” nel secolo diciassettesimo.

[11]L’ipotesi sembra suffragata dai resoconti degli stessi viaggiatori stranieri in cui si sottolineano l’audacia dei briganti e la loro pericolosità nei confronti degli inermi viandanti soprattutto sul Piano delle Cinque Miglia ed a Forca Caruso. Cfr. C. Ulisse De Salis-Marschlins, op. cit. p. 84 e F. Gregorovius, Wandersjahre in Italien, vol. II, cap. VII, p.417, Lipsia 1876 (per l’edizione italiana vedi oltre).

[12] Cfr A. Steinitzer, Aus dem unbekannten Italien, p. 193, München, Piper & Co. Verlag, 1911. Il capitolo XIII del volume, dal titolo Drei Wochen in den Abruzzen (“Tre settimane in Abruzzo”), da me tradotto, è stato  pubblicato a Sulmona nel 1977 per i tipi de «La Moderna».

[13]Cfr. F. Cercone, Pastorizia ed Agricoltura a Pettorano sul Gizio in un drammatico documento di Filippo Destephanis, in “Rivista Abruzzese”, n. 1, 1985, p. 41 sgg., Lanciano 1985. Sul rapporto di parentela tra Filippo e Pietro Destephanis cfr. V. Orsini in “Quaderni della Biblioteca Diocesana di Sulmona”, p. 5, Sulmona 1985.

[14] Cfr. O. Lehmann-Brockhaus, in ACVE, cit., p. 30. Come è noto, la prima importante opera sull’oreficeria abruzzese, dal titolo: Die mittelalterliche Goldschmiedekunst in den Abruzzen, si deve a Leopold Gmelin e vide la luce a puntate nel 1890 in una rivista edita a Monaco di Baviera. Di essa si ha una traduzione italiana: L’oreficeria medioevale negli Abruzzi, traduzione di G. Crugnola, pubblicata nei fascicoli 4, 6, 7 ed 8 della “Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti”, Teramo 1891 e per estratto: Teramo, Tip. del Corriere Abruzzese, 1891, pp. 80. Va ricordato che nella traduzione di L.F. de Magistris era apparsa a puntate sullo stesso periodico (l897: fasc. VI, pp. 270-75; fasc. IX, pp. 417-25) una “Memoria” di K. Hassert dal titolo: Gli Abruzzi («Die Abruzzen»). L’Autore, docente di geografia all’Università di Lipsia, visitò l’Abruzzo nel 1895 e fra i tipici prodotti regionali menziona particolarmente “le confetture di Sulmona”.

[15] Cfr. O. Lehmann-Brockhaus, in ACVE, cit., p. 28.

[16]Fra tre anni [1988] ricorrerà dunque il centenario dell’inaugurazione di tale linea ferroviaria ed è auspicabile che in una eventuale pubblicazione diretta a ricordare l’importante evento trovi posto anche una raccolta di giudizi ed impressioni dei primi viaggiatori stranieri che la utilizzarono per raggiungere Sulmona.

[17]Nel Lehmann-Brockhaus (ivi, p. 31), il titolo del volume è riportato nel modo seguente: Adam E. Ebert, “Auli Apronii Reisebeschreibung von Villa Franca… durch Teutschland, Holland und Braband… ferner nach Turin, gantz Italien, Rom, Neapolis”;  nel D’Ancona invece (op. cit. p. 53) esso appare più completo, ma tale circostanza non ne implica necessariamente l’esattezza:  Aulus Apronius Reisebeschreibung von Villafranca, durch Deutschland, Holland, England, Frankreích, Spanien and Italien, Francfurt zur Oder, 1723, 1728; (quest’ultima data si riferisce probabilmente alla seconda edizione del libro di viaggio). È da ritenersi tuttavia che il titolo esatto dell’opera sia quello riportato da Lucia Tresoldi, op. cit., pp. 35-36, la quale ritiene erroneamente che il viaggio dell’Ebert risalga agli anni 1679-80. Cfr. anche O. Lehmann-Brockhaus, in ACVE, cit., p. 30.

[18]Nel frontespizio delle sue Passeggiate il Kaden riporta i seguenti versi tratti da una non ben individuata Ode di Orazio e che pertanto ho tradotto alla lettera: «Portate amici, vino ed unguenti, ed un grazioso bocciolo di rosa che troppo rapidamente sfiorisce, giacché, gioventù, fortuna ed il nero tessuto delle Tre Parche ce lo permettono ancora».

[19]Cfr A. Marino, Bibliografia dei viaggi e delle descrizioni d’Abruzzo in Lingue straniere, in ACVE, cit. pp. 297-98.

[20]Nella terza edizione del Viaggio pittoresco (1885), vi sono anche incisioni di Edmund Kaneldt, datate: Rom, 1875. È probabile allora che anche quest’ultimo facesse parte del “gruppo” di tali instancabili viaggiatori.

 

[21]Cfr.: D. Ciampoli, La leggenda d’Ovidio in Sulmona, in “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, diretto da G. Pitrè, vol. IV,1885 (l’articolo era stato tuttavia pubblicato in precedenza ne “La vita italiana. Rivista contemporanea, n. 19, Torino 1880; A. De Nino, Ovidio nella tradizione popolare di Sulmona, Casalbordino 1886 (nuova ristampa a cura di B. Mosca, L’Aquila, Japadre Ed. 1972); G. Pansa, Ovidio nel Medioevo e nella tradizione popolare, Sulmona 1924. Un ampio saggio sulle leggende popolari fiorite nell’area peligna intorno ad Ovidio si deve ad Ettore Paratore ed è apparso con il titolo: Le tradizioni popolari abruzzesi su Ovidio alla luce delle nuove esperienze, nel volume degli “Atti del VII congresso Nazionale delle Tradizioni Popolari (Chieti 4-8 sett. 1957)”, Firenze 1959.  Nel trattare gli studiosi che si sono occupati dell’argomento, il Paratore ricorda anche il Gothein.

[22]Una edizione italiana del citato volume dello storico tedesco, è apparsa nel 1915 a cura del Persico con il titolo, alquanto discutibile, di: Il Rinascimento nell’Italia Meridionale.

 

[23] Cfr. G. Pansa, P. Kehr. Papsturkunden in Apulien. Papsturkunden in den Abruzzen und am Monte Gargano (Aus den Nachrichten der K. Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen. Philosophisch-historische Klasse, Heft 3), in “Rassegna Abruzzese di Storia ed Arte”, n. 5-6, p. 303 sgg., Casalbordino 1898. Vedasi anche A. Matino, in ACVE, cit., p. 301.




TINGELTANGEL VARIETÀ

Prove aperte con Franco Mannella e la Compagnia dell’Aratro

Pianella, 28 gennaio 2024. Domenica 4 febbraio alle 18, l’Arotron di Pianella, presso l’ex asilo Sabucchi in Vico delle Dee 10, apre le sue porte per permettere agli spettatori di assistere alle prove di uno spettacolo in via di allestimento, dal titolo provvisorio: Tingeltangel Varietà: si tratta di uno spettacolo che combina testi originali a testi tratti da Tingeltangel, raccolta di testi teatrali degli anni ’20-’30 del’900 del geniale Karl Valentin, commediografo e attore che ha ispirato il teatro dell’assurdo.

In occasione di questo appuntamento gli spettatori potranno così scoprire una fase del lavoro degli attori e del regista che solitamente resta segreta, la fase creativa per eccellenza, dove avvengono improvvisazioni, proposte, ma anche errori. La comicità paradossale dei testi estremamente attuali combinata al carattere sperimentale della fase delle prove garantisce risate e sorprese.

Inoltre, la prova aperta al pubblico risulta essere anche un’occasione unica per scoprire il ‘dietro le quinte’ del lavoro del regista e padre dell’Arotron, Franco Mannella, noto attore e doppiatore che proprio ora è sul grande schermo come voce del candidato all’oscar Paul Giamatti in The Holdovers.

L’ingresso è libero a donazione volontaria, ma la prenotazione è obbligatoria perché i posti sono limitati. Per Informazioni e prenotazioni contattare il 345.5411135.




LIBERTÀ DI PENSIERO E LIBERTÀ DI COSCIENZA

… non sono la stessa cosa

di Roberto Leonardi

Politicainsieme.com, 28 gennaio 2024. È notizia dell’ultima ora che la deputata del PD Anna Maria Bigon è stata rimossa dalla carica di vicesegretaria provinciale a Verona per aver causato – con la sua astensione e senza uscire dall’aula – il respingimento della proposta di legge sul suicidio assistito fortemente voluta dal presidente della regione Veneto Luca Zaia del partito della Lega.

Il Segretario provinciale del PD, Franco Bonfante, ha rivendicato a sé la decisione sostenendo di averla presa in totale autonomia dai vertici nazionali e regionali. A pensar male si fa peccato, ricordava spesso Giulio Andreotti, ma spesso ci si azzecca: sospetto piuttosto che la decisione sia “romanissima” e che Bonfante sia il paravento costretto a nascondere una manus longa et subtilis …

Il PD afferma di voler rispettare la libertà di coscienza ma sono propenso a credere che la confonda con la libertà di pensiero. I vertici del partito potrebbero anche tollerare che la Bigon non condivida in cuor suo la battaglia per uno dei “diritti” che tanto stanno cari alla Schlein (assieme alla massima parte della Sinistra italiana e ai radicali) ma a patto che tale riprovazione resti un fatto privato – di coscienza appunto – e che non si traduca in atti concreti. Insomma, l’iscritta pensi ciò che vuole ma agisca secondo la linea dettata dal partito a cui ha liberamente scelto di aderire.

Secondo il mio sentire, la coscienza – il foro interno di una persona – non è un’istanza che deve esercitare solo il discernimento del retto giudicare ma anche (e soprattutto) informare la prassi concreta in modo che sia determinata, coraggiosa e coerente con i valori in cui si è deciso di credere. Orbene, la disobbediente “incriminata” non voleva solo esprimere il suo pensiero bensì – seguendo la propria coscienza – adoperarsi affinché quella legge non fosse approvata.

Quanto la Bigon avesse ragione lo illustra benissimo un articolo esauriente, chiaro ed ineccepibile scritto da Francesco Farri ed apparso sul sito del Centro Studi Livatino il 19 u.s. (CLICCA QUI). In esso vengono smontate, punto per punto, tutte le argomentazioni dei sostenitori di quel progetto di legge. Purtroppo, l’ideologia è capace di calpestare non solo le leggi ma anche il diritto di coscienza e di farlo con ragionamenti capziosi che disgustano.

Qualche voce di dissenso si leverà: le belle anime dei cattolici che si sentono autorizzati a definirsi tali e al contempo militare nel partito della Schlein si lagneranno un poco ma poi saranno ridotti al silenzio per evitare altre “purghe” (ecco l’avvertimento che “da Verona” cala sui militanti di tutta Italia!).

Propongo ai dirigenti di INSIEME di contattare ad uno ad uno i sedicenti cattolici che militano nel PD e di invitarli ad “uscire da Babilonia”: che si dimettano o che confluiscano in un gruppo misto o che … chiedano di iscriversi ad INSIEME. La loro eventuale richiesta ci farà piacere ma non ci esimerà dall’essere più prudenti che in passato vagliando con maggior cura e parrhesia se sia saggio o meno accoglierla.

Libertà di pensiero e libertà di coscienza non sono la stessa cosa – di Roberto Leonardi – Politica Insieme




LA SUA FAMA SI DIFFUSE SUBITO DOVUNQUE

Nel mondo delle tv e dei social media Gesù sarebbe forse passato inosservato

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 28 gennaio 2024. È difficile oggi ricevere attenzione e, ancora più, stupore e timore se il tutto non è esagerato, eclatante, appariscente. Invece Gesù nella sinagoga di Cafarnao…

Il Vangelo odierno. In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli, infatti, insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.

Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».

La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. (Mc 1, 21-28)

Abbiamo tanti testi sulla profezia e i profeti; forse ci manca una storia sull’accoglienza dei profeti, in diversi tempi e luoghi. I cittadini di Cafarnao “erano stupiti del suo insegnamento: egli, infatti, insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. Gli scribi (forse) non brillavano per contenuti, comunicazione e coerenza. E quando vedono un vero profeta all’opera, cioè la liberazione di un uomo posseduto da spirito immondo, sono presi da timore perché capace di comandare “persino agli spiriti impuri”. 

Approfondiamo un attimo. Le reazioni a Gesù profeta sono: stupore per l’insegnamento e timore per la sua forza soprannaturale. Dovremmo, in maniera semplice, chiederci se c’è qualche persona e/o evento nella vita che ci procura stupore e timore di questo tipo. In un contesto culturale, come il nostro, in cui, molto spesso, persone ed eventi devono essere estremizzati per ricevere attenzione (dalla televisione ai social media, ai grandi eventi religiosi o laici che siano) Gesù sarebbe, forse, passato inosservato.

È difficile oggi ricevere attenzione e, ancora più, stupore e timore se il tutto non è esagerato, eclatante, appariscente. Non c’è solo chi la spara grossa o la fa grossa per attirare attenzione e ritenersi un profeta, per così dire; c’è anche chi dichiara esaurita qualsiasi spinta profetica, religiosa o laica che sia, perché deve attirare con il suo essere sempre “contro”, “duri e puri” fino alla fine.

La sinagoga di Cafarnao era un luogo normale, con gente normale, semplice, senza tante pretese e nessuna attenzione mediatica. Gesù “dice bene e fa bene”: potremmo sintetizzarsi così la sua profezia. La Arendt scriverebbe che realizza un potere “dove parole e azioni si sostengono a vicenda, dove le parole non sono vuote e i gesti non sono brutali”.

Allora la profezia autentica è dire bene parole non vuote: dire ciò che è bello, buono, vero, lasciandosi docilmente ispirare e guidare dal buon Dio. Ma è anche fare bene, compiere gesti non brutali: fare il bene di chi incontriamo partendo, sempre e comunque, dalle loro esigenze e aiutandoli a fare un passo in avanti, nel corpo e nello spirito. Non abbiamo bisogno di eventi e persone straordinarie; apparizione religiose ad orario; profeti di sventura; accademici che parlano in pubblico solo se ci sono migliaia di euro per compenso; leader che coltivano solo il proprio ego, ossessionati dal consenso e dall’ultimo sondaggio, mentre se infischiano di quelli che hanno intorno; leader che comandano di uccidere in maniera spietata, sia da una parte del conflitto che dall’altra (come succede oggi tra Israele e Palestina) e via discorrendo. 

I giorni di guerra, che stiamo vivendo, aumentano, nelle persone di buona volontà, il desiderio di profezie autentiche, di ascoltare chi dice bene e di ammirare chi fa bene. Ma, allo stesso tempo, aumentato il rischio (e la realtà) di falsi profeti, come si diceva prima. Per identificarli? Basterebbe ricordare quanto scrive Georges Bernanos: «Quando incontri una verità di passaggio, guardala bene, in modo da poterla riconoscere, ma non aspettare che ti faccia l’occhiolino. Le verità del Vangelo non fanno mai l’occhiolino…».

Nel mondo delle tv e dei social media Gesù sarebbe forse passato inosservato (globalist.it)




LA GIORNATA PROVINCIALE DEL RINGRAZIAMENTO

Benedizione dei trattori e degli animali con il vescovo

Atri, 27 gennaio 2024. Ci saranno anche i piccoli animali domestici e della fattoria in occasione della tradizionale Giornata provinciale del Ringraziamento di Coldiretti, prevista domenica 28 gennaio ad Atri per ricordare lo stretto legame esistente tra l’agricoltore e la comunità cristiana. Grandi e piccini, imprenditori agricoli e semplici cittadini anche provenienti dalle comunità limitrofe, si ritroveranno per celebrare un suggestivo e antico rito della tradizione contadina.

La giornata inizierà alle 9:00 con l’arrivo mezzi agricoli presso parcheggio Campi da Tennis, seguirà alle 09.30 il corteo nel centro storico Atriano e alle 11:00 i mezzi agricoli si ritroveranno a Piazza Duomo occupando anche Corso Elio Adriano. A seguire, intorno alle 11.30, la Santa Messa con il Vescovo Monsignor Lorenzo Leuzzi  durante la quale verranno offerti ortaggi e confetture, olio e vino, pane e pasta e altri prodotti provenienti direttamente dalle campagne teramane e al termine, alle 12:30, la benedizione dei Mezzi Agricoli e degli animali.

Ci saranno infatti pecore, caprette, maialini e piccoli animali domestici come cani e gatti per celebrare che riceveranno la benedizione del vescovo secondo un antico uso delle campagne nella settimana del Sant’Antonio patrono degli animali.

Alla giornata saranno presenti il presidente di Coldiretti Emanuela Ripani, il direttore roberto Rampazzo e i presidenti di sezione insieme ai dirigenti provinciali di Coldiretti Donne Impresa, Giovani Impresa e Pensionati.

“La Giornata del Ringraziamento – spiega la presidente di Coldiretti Teramo Emanuela Ripani – è una tradizione che, inaugurata dalla Confederazione nazionale Coltivatori diretti nel 1951, venne in seguito mutuata dalla Conferenza episcopale italiana per essere inserita nel calendario liturgico. Nacque, per intuizione del presidente di Coldiretti Paolo Bonomi, per ribadire l’ispirazione dell’organizzazione professionale alla dottrina sociale cristiana e per ringraziare il Signore del raccolto concesso. Un rito antico che non perde mai il suo fascino e che, in alcuni paesi con tradizione agricola, è diventata una tradizione che richiama centinaia di visitatori”.

foto: abruzzoservito.it/




CONCERTO SINFONIA INCANTO

Domani,  28 gennaio al Kursaal l’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese. Inizio ore 18.

Giulianova 27 gennaio 2024. La grande musica arriva a Giulianova, e lo fa con un evento d’eccezione. Domani, 28 Gennaio, al  Kursaal, si terrà alle 18 il concerto “Sinfonia Incanto”, a cura dell’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese (ISA) diretta dal Maestro Cristian Lupes, con la partecipazione del soprano giuliese Giorgia Cinciripi.

L’evento, organizzato dall’Associazione Culturale Musicale “Nota Fulgens” con il Patrocinio del Comune di Giulianova, segna un nuovo e importante sodalizio tra la città e questa rinomata istituzione nazionale.

“Siamo davvero orgogliosi – sottolinea la presidentessa dell’ associazione Nota Fulgens Susy Rizzo-  del percorso di crescita che la nostra associazione ha messo in atto fin dai primi anni della sua attività musicale, e che oggi raggiunge un traguardo importante con la presenza dell’Orchestra dell’ISA a Giulianova.

Pensiamo che occorra promuovere i talenti abruzzesi sul territorio, formatisi presso le storiche istituzioni musicali locali e regionali, come l’Istituto Statale Superiore di Studi Musicali e Coreutici ‘G. Braga’. L’evento di domani al Kursaal, reso possibile dalla sensibilità dell’ Assessorato alla Cultura del Comune di Giulianova e dalla disponibilità del Maestro Pellegrino, dà avvio in questo senso ad un percorso musicale di altissimo livello, inserendo la 49^ stagione dei concerti dell’ISA nel panorama culturale di questa città”.

L’ISA, fondata a L’Aquila nel 1970, rappresenta una delle tredici istituzioni concertistico-orchestrali italiane riconosciute dal Ministero della Cultura allo scopo di promuovere e coordinare attività musicali nel territorio di riferimento; svolge la sua attività concertistica in Italia e all’estero sotto la direzione artistica del Maestro Ettore Pellegrino. Nel corso della sua pluriennale attività, l’Orchestra dell’ISA si è esibita con le più prestigiose istituzioni musicali italiane, tra cui L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma e il Teatro alla Scala di Milano. Il Maestro Riccardo Muti l’ha diretta in un importante concerto commemorativo tenutosi a pochi mesi dal sisma che ha colpito il capoluogo abruzzese.




INSIEME PER LA RICERCA ADOTTIAMO UNA STELLA

Presentazione del  progetto AIL. Pescara Calcio, Pescara Runners e Pescara Pallanuoto, insieme al Comune di Pescara, hanno adottato una camera della casa AIL

Pescara, 27 gennaio 2024. Domani, domenica 28 gennaio 2024, alle ore 13:00, al Caffè Letterario di via delle Caserme a Pescara, ci sarà la presentazione del progetto dedicato all’AIL, intitolato “insieme per la ricerca – adottiamo una stella”. L’ASD Pescara Runners, la Pescara Calcio, la Pescara Pallanuoto col patrocinio del Comune di Pescara, si sono unite per adottare una delle undici stanze della casa AIL. Le “stelle” non sono altro che le camere da letto presenti nella struttura “G. Ferrini” che offre gratuita ospitalità ai pazienti in cura presso il Reparto di Ematologia dell’Ospedale Civile di Pescara provenienti da lontano e ai familiari che li assistono. Il mantenimento di Casa AIL implica la copertura di notevoli costi di gestione. Per questo motivo la Sezione AIL di Pescara Odv ha lanciato un appello agli imprenditori, agli enti, alle istituzioni e anche ai semplici cittadini affinché condividano il progetto “Adotta una Stella”. Appello raccolto dall’ASD Pescara Runners, Pescara Caclio e Pescara Pallanuto, insieme al Comune di Pescara, che hanno voluto contribuire alla gestione di una delle camere. All’evento in programma domani, domenica 28 gennaio, alle ore 13:00, saranno presenti:

Sindaco di Pescara, Carlo Masci

Presidente del consiglio Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri

Assessore dello Sport città di Pescara, Patrizia Martelli

Presidente ASD Pescara Runners, Pietro Nardone

Presidente della Pescara Calcio, Daniele Sebastiani

Presidente Pescara Nuoto e Pallanuoto, Stefania Scolta

Dg. Pescara Nuoto e Pallanuoto, Giampiero Lattanzio

Presidente All pro tempore, Antonella De Angelis Componente SCD AIL, Rosaria Pari




TRASPORTI E COMPETITIVITÀ

Gli investimenti Trenitalia trainano lo sviluppo

Pescara, 27 gennaio 2024. Per l’economia abruzzese – fortemente orientata all’export, alla manifattura e al turismo – trasporto e logistica rappresentano vere e proprie leve di competitività. Oggi l’unica prospettiva percorribile è il rafforzamento delle connessioni europee e di affermazione di un nuovo ruolo dell’Abruzzo. Pertanto, Confindustria Abruzzo Medio Adriatico riveste un ruolo attivo nella promozione di iniziative volte ad integrare domanda e offerta e ad individuare politiche industriali in questo ambito.

Il Direttore Generale di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico, Luigi Di Giosaffatte, interviene così sul recente accordo tra Trenitalia e la Regione Abruzzo, sottolineato dal nuovo Contratto di Servizio per l’affidamento decennale dei servizi di interesse regionale: “Costituisce una notizia di grande rilevanza per la popolazione abruzzese e per le imprese del territorio, portando con sé numerosi vantaggi tangibili. L’investimento complessivo di oltre 180 milioni di euro è destinato a migliorare significativamente i servizi ferroviari nell’area, garantendo un sistema più efficiente e all’avanguardia. Questa iniezione di fondi è fondamentale per potenziare l’accessibilità e la connettività, agevolando gli spostamenti dei cittadini all’interno della regione.”

Prosegue Di Giosaffatte: “Il fatto che oltre 152 milioni di euro sono a carico di Trenitalia, società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane, è un segnale positivo, indicando un impegno tangibile da parte dell’operatore ferroviario nazionale nel contribuire al potenziamento del sistema ferroviario regionale. Ciò significa un maggiore coinvolgimento da parte del settore privato per supportare lo sviluppo regionale.

L’introduzione di 5 nuovi elettrotreni di ultima generazione è un ulteriore passo avanti verso l’innovazione nel settore ferroviario. Questi treni non solo contribuiranno a migliorare la qualità complessiva del servizio, ma anche a ridurre l’impatto ambientale grazie alle tecnologie più avanzate e sostenibili. Inoltre, l’acquisto di nuovi treni contribuirà a ridurre l’età media della flotta regionale, aumentando l’affidabilità e la sicurezza dei viaggiatori.

Il lavoro di Trenitalia, che si conferma azienda leader per sviluppo tecnologico (28,7 milioni l’investimento previsto solo per le nuove tecnologie) rappresenta un notevole contributo per l’economia abruzzese e per il suo sviluppo sostenibile, offrendo un servizio ferroviaria più moderno, efficiente ed interconnesso. Questi investimenti non solo promuovono la mobilità e l’accessibilità, ma sottolineano anche la collaborazione tra enti regionali e operatori privati per migliorare l’esperienza di viaggio e sostenere lo sviluppo economico della regione”.




LA CORTE INTERNAZIONALE SUL GENOCIDIO A GAZA

Politicainsieme.com, 27 gennaio 2024. La Corte Internazionale ha stabilito che ci sono tutti gli estremi per valutare la denuncia di genocidio presentata dal Sudafrica contro Israele per quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza dove ieri si è raggiunto il bilancio di oltre 26 mila morti, stando ai dati quotidianamente forniti dalle autorità di Hamas che Gaza controlla. Per una decisione finale si dovrà attendere molto tempo.

Intanto, la Corte ha “ordinato” a Israele un immediato intervento per evitare azioni che possano essere considerate genocidio e di consentire l’arrivo a Gaza di tutto ciò che può servire alla popolazione civile. Non ha ordinato l’immediata cessazione delle operazioni militari.

I sudafricani, i palestinesi e molti paesi arabi hanno apprezzato la sentenza. Benjamin Netanyahu l’ha invece fortemente criticata rilevando che, comunque, questo primo pronunciamento della Corte non ordina ad Israele di fermare il proprio esercito, mentre ha chiesto ad Hamas un immediato rilascio degli ostaggi ancora nelle sue mani.

Si tratta di una sorta di avvertimento che costringe il Governo di Israele a valutare bene il prosieguo della propria campagna militare e tutti ad affrontare il punto fondamentale della questione.

Israele ha diritto alla propria esistenza. Esistenza riconosciuta dalla stragrande maggioranza dei paesi presenti alle Nazioni Unite. Ha il diritto di mettere in atto tutte le misure necessarie a garantire la propria sicurezza. E, tra l’altro, fino al 7 ottobre del 2023, quel giorno sanguinoso in cui Hamas sferrò un attacco costato la vita a migliaia di persone del tutto innocenti, gran parte dei paesi arabi erano coinvolti in un processo di “pacificazione” che avrebbe portato ad una “normalizzazione” dei rapporti in una regione in cui lo Stato ebraico si è trovato per decenni in un permanente stato generalizzato di guerra con molti dei suoi vicini. Il problema è quello dei limiti entro cui Israele può condurre le proprie azioni militari.

Sullo sfondo resta la questione centrale, quella che ha ricordato ieri, nel giorno della Shoah, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul diritto che anche i palestinesi hanno alla costituzione di un loro stato.

In effetti, la decisione preliminare della Corte, costringe le autorità dello Stato ebraico ad interrogarsi se la loro risposta alla strage perpetrata da Hamas non sia andata, e non continui ad andare, oltre i limiti del consentito provocando un numero altissimo di morti e feriti tra i civili, costringendo a continui spostamenti di centinaia di migliaia di persone ridotti a vivere in condizioni catastrofiche. Quelle che, stando alle dichiarazioni di importanti esponenti del Governo di Netanyahu, che la Corte ha preso in considerazione, porrebbero agli abitanti di Gaza la sola prospettiva di essere sradicati dalla loro terra e di aggiungersi alla “diaspora” dei palestinesi iniziata con il 1948.

Israele è una democrazia, l’unica in quel delicato scacchiere del mondo in cui si trova. Non può fare finta che la Corte non sia stata chiara, così come i paesi arabi mediorientali che aspirano anch’essi alla pace debbono impegnarsi di più per risolvere lo storico conflitto che li coinvolge in ogni caso.




SOLIDARIETÀ AL POPOLO DELL’OLOCAUSTO

di Domenico Galbiati

Politicainsieme.com, 27 gennaio 2024. Oggi, Giorno della Memoria, il ricordo dei sei milioni di ebrei trucidati, nel cuore dell’Europa, nei campi di sterminio nazisti, cade nel pieno dei combattimenti nella striscia di Gaza.

La reazione di Israele all’eccidio di Hamas dello scorso 7 ottobre, ha risposto con un’ecatombe ad un’altra e la sua misura, eccessiva sul piano delle vittime civili, è, per molti, il pretesto per risvegliare un antisemitismo coriaceo e feroce, espressione di un’ odio antico ed implacabile, insensato e cieco. Quasi lo si volesse legittimare, a costo di risvegliare i fantasmi cupi di una ferita che ancora sanguina e disonora chi la inferse e chi l’assecondò.

La condotta del governo Netanyahu contestata da molti anche all’ interno del suo Paese, nulla toglie al ricordo, al tributo di memoria e di solidarietà, alla condivisione di una sofferenza immane, che tutti gli uomini, il mondo intero, devono alle vittime della Shoah, al dolore indicibile di un popolo – è il caso di dirlo – crocifisso, inchiodato come Cristo al patibolo.

La sofferenza degli ebrei, la brutalità del genocidio messo in atto contro di loro da un potere fanatico e perverso è un mistero della storia, un evento che non finirà mai di interrogarci, ben oltre le ragioni di cui possono dar conto i criteri dell’ analisi culturale, chiamati ad esplorare le radici più’ antiche di un antisemitismo che ci sembra tuttora, in troppi ambienti, inestirpabile.

L’ intento dei nemici di Israele, la strategia di Hamas nulla ha a che vedere con le ragioni pur sempre deprecabili di ogni guerra, bensì, ancora una volta, mira alla soluzione finale, alla eradicazione di un’ intera etnia dalla faccia delle Terra.

È altrettanto devastante il sacrificio imposto al popolo palestinese, inaccettabile e ripugnante la morte cruenta di migliaia e migliaia di bambini, destinata a seminare germi di odio che neppure il succedersi delle generazioni potrà attenuare, se non in tempi lunghi che oggi nessuno può cogliere, neppure in un orizzonte lontano.

Eppure, dovrebbe essere l’esperienza comune di un dolore insanabile a spingere due popoli l’uno verso l’altro, maturando quella più profonda consapevolezza di sé, quella coscienza compiuta del proprio posto nella storia che la sofferenza patita, dall’ una e dall’ altra parte, può fecondare.




LE VITTIME DIMENTICATE DEL REGIME NAZISTA

di Serfilippi Denis

Chieti, 27 gennaio 2024. Oggi ricorre il Giorno della Memoria, che commemora le vittime dell’Olocausto. La data scelta corrisponde all’anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, il più grande campo di concentramento e sterminio nazista.

Il Giorno della Memoria è stato istituito per informare il pubblico sull’Olocausto e commemorare ufficialmente tutte le vittime del regime nazista. Tra queste si contano sei milioni di ebrei e milioni di altre persone, tra cui polacchi, slavi, rom e sinti, omosessuali e persone con disabilità.

Un altro gruppo che è stato vittima di persecuzione sono i Testimoni di Geova.

Il professor Detlef Garbe, ex direttore del Memoriale del campo di concentramento di Neuengamme, ha spiegato: “I testimoni di Geova, che nel Terzo Reich subirono un’implacabile persecuzione, sono tra le cosiddette vittime dimenticate del regime nazista. Per decenni sono stati ignorati […] nonostante il fatto che un considerevole numero di testimoni di Geova subì persecuzione e morte”.

I Testimoni furono oppressi perché si rifiutarono di imbracciare le armi o di conformarsi all’ideologia nazista dell’odio.

“I testimoni di Geova erano l’unico gruppo cristiano sotto il Terzo Reich a essere contrassegnato da un simbolo specifico per i prigionieri: il triangolo viola. Erano perseguitati solo sulla base delle loro convinzioni religiose”, dice Luca Didò portavoce dei Testimoni di Geova. “I nazisti offrirono loro la libertà se avessero rinunciato alla loro fede e avessero sostenuto il regime. Eppure, hanno avuto il coraggio di attenersi ai valori cristiani: la lealtà a Dio e l’amore per il prossimo”.

Alcune statistiche sulla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il regime nazista:

·              Dei circa 35.000 Testimoni che si trovavano nell’Europa occupata, circa 13.400 furono vittime della persecuzione nazista.

·              Circa 11.300 persone furono arrestate.

·              Circa 4.200 furono mandati nei campi di concentramento.

·              Più di 1.250 testimoni di Geova vittime della persecuzione nazista erano minorenni.

·              Circa 600 figli di testimoni di Geova furono sottratti ai loro genitori dal governo nazista.

·              Almeno 72 testimoni di Geova furono uccisi con l’eutanasia.

·              Almeno 548 Testimoni, alcuni dei quali minorenni, morirono per esecuzione o omicidio volontario.

·              In totale circa 1.600 Testimoni persero la vita a causa della persecuzione nazista.

·              Si stima che circa 6.000 Testimoni fossero detenuti in prigioni o campi di concentramento durante il periodo dell’Olocausto.




PER L’ABRUZZO AMBIZIONE E PROGETTO DI SVILUPPO

D’Amico all’evento su Pescara e Regione

Pescara, 27 gennaio 2024. “Dobbiamo essere ambiziosi e riprendere un progetto di sviluppo che è mancato in questi anni. Ripristinare una politica di programmazione che abbia come faro l’interesse della comunità”: lo ha detto Luciano D’Amico, candidato alla Presidenza della Regione per il Patto per l’Abruzzo, intervenendo nella Sala consiliare del Comune di Pescara all’incontro “Pescara al plurale, ci vuole la Regione”, organizzato dall’Officina del senatore Luciano D’Alfonso.

Al centro dell’intervento di D’Amico l’idea di Abruzzo tra vent’anni: “Serve una politica industriale e di sviluppo per l’agricoltura e il turismo. Il sistema manifatturiero abruzzese è sempre più solo, benché incida per il 28 per cento sul Pil, più della Germania. Non possiamo più permetterci l’assenza di una bussola, è la Regione che deve giocare un ruolo di regia e coordinamento. Di questo passo rischiamo di perdere anche la produzione dei furgoni della Val di Sangro. Per evitarlo è necessario adeguare i porti e le infrastrutture: è la Regione che se ne deve occupare. Va applicata la Carta di Pescara, un’intuizione straordinaria nata in questa regione, dove per la prima volta si sostiene che non c’è sviluppo senza sostenibilità economica, sociale e ambientale. Vale ancora di più oggi poiché viviamo una fase storica ricca di opportunità: i grandi gruppi industriali stanno tornando a produrre in Europa ma non in Abruzzo”.

Per D’Amico “serve lavoro sicuro e di qualità. La nostra risorsa sono le giovani e i giovani abruzzesi. Dobbiamo puntare sulla loro formazione. Va garantito il pieno esercizio del diritto allo studio e spetta alla Regione farlo. Serve una Regione che elabori una politica di indirizzo del sistema universitario. Va offerto al sistema economico di trasformare la conoscenza scientifica in conoscenza utile per le imprese. Le nostre quattro Università possono essere anche un sistema propulsivo per il sistema economico”.

D’Amico ha citato anche l’importanza di politiche di sostegno per il turismo e per gli agricoltori che “non possono essere lasciati soli di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico”. Fondamentali anche le ragioni dell’equità: trasporto e diritto alla salute. “Vogliamo offrire il trasporto pubblico – continua D’Amico – a tutti gli abruzzesi, per ragioni di sostenibilità ambientale, sociale, territoriale. Sulla sanità riteniamo che una spesa due miliardi e ottocento milioni non sia compatibile con queste liste d’attesa e con questo basso livello di servizio sanitario”.




INAUGURATA OGGI LA MOSTRA LA RAZZA NEMICA

Il Vicesindaco Lidia Albani, il direttore del Polo Museale Sirio Maria Pomante e lo studioso della Shoah Cesare Moscati accompagnano i ragazzi delle Scuole Medie in una mattinata di riflessione e conoscenza

Giulianova, 27 gennaio 2024. È stata una rappresentanza di studenti delle Terze Medie cittadine, ad inaugurare ieri mattina la mostra La Razza Nemica, allestita fino al 18 febbraio nel Loggiato Cerulli nell’ambito delle iniziative organizzate per il Giorno della Memoria. La mostra offre un percorso visivo e documentale degli anni che hanno segnato la storia mondiale del secolo scorso, ferita dall’ideologia nazi-fascista e dalla conseguente tragedia dell’ Olocausto.

La mattina è iniziata in sala Buozzi, dove i ragazzi hanno ascoltato con grande interesse le parole di Cesare Moscati, volontario del Museo della Shoah di Roma, che ha spiegato con grande efficacia strategie e finalità della propaganda antisemita.

Quindi, l’inaugurazione della mostra itinerante La Razza Nemica, che ragazzi ed insegnanti hanno visitato, guidati da Cesare Moscati. Sempre ieri mattina, gli studenti si sono recati all’ingresso del municipio. Qui sono state loro mostrate le pietre d’inciampo collocate negli anni scorsi. Nella piazza alle spalle del Comune, hanno sostato presso la stele che commemora le vittime del tragico bombardamento del 29 febbraio ‘44.

“Siamo grati – ha detto il Vicesindaco Albani – al Museo della Shoah di Roma e a Cesare Moscati che volontariamente mette a disposizione le sue conoscenze e le sue esperienze. L’obiettivo principale, anche quest’anno, è coinvolgere i ragazzi, offrendo loro la possibilità di riflettere sulla storia e comprendere i meccanismi che hanno condotto le masse a porre in atto, o a tollerare, la pratica aberrante dello sterminio di massa”.




SOSTEGNO CONTRO LA CHIUSURA DEL CANILE DI SANTE MARIE

Alle ore 15:00 in Piazza Risorgimento ad Avezzano, la manifestazione “Giù le mani dai MarsiCANI” organizzata dalle associazioni animaliste del Coordinamento Associazioni Volontari Abruzzesi Animali e Ambiente contro la chiusura

Pescara, 27 gennaio 2024. La vicenda, che da settimane sta alimentando il malumore di tutti i volontari del territorio, ha già portato ad una petizione on-line che in un mese ha superato le 7.000 firme, ed è ormai sotto i riflettori tanto da coinvolgere a macchia d’olio tutte le realtà che operano a tutela del mondo animale in Abruzzo.

“Anche il M5S Pescara parteciperà alla manifestazione – commenta il consigliere comunale Paolo Sola – per una battaglia di civiltà che deve vederci tutti uniti. Nella nostra città abbiamo appena vissuto il dramma della chiusura del canile di Via Raiale per le scelte folli e sconsiderate del centrodestra targato Carlo Masci, che ha condannato una città come Pescara a restare senza alcun presidio di cura e di tutela per gli animali di affezione. Quindi conosciamo bene questa tendenza a mortificare il lavoro delle associazioni animaliste, che purtroppo si sta propagando in tutta la Regione ed in tutto il Paese, sempre più distante e disinteressato a questi temi. La minaccia che incombe su Sante Marie rappresenta l’ennesimo taglio sconclusionato – prosegue Sola – che persegue una logica di svuotamento dei territori da quei presidi che invece, grazie al lavoro silenzioso e sommerso di centinaia di volontarie e volontari, sempre più spesso si sostituiscono ad amministrazioni locali assenti e disinteressate”.

A preoccupare, infatti, non sono solamente le difficoltà nel trasporto dei cani verso una nuova struttura da realizzare a L’Aquila, con il pericolo di congestionarla nel ricevere i flussi da tutta la Marsica, ma soprattutto il rischio di compromettere un delicato equilibrio tra le entrate in canile e le adozioni, finora garantito solo grazie all’operato dei volontari marsicani che, per ovvie ragioni di tempo e di distanza, non potrebbero offrire agli ospiti nel canile aquilano il loro prezioso contributo. “Invitiamo tutti i volontari e le realtà abruzzesi ad esprimere il proprio sostegno a questa manifestazione e a questa battaglia – conclude Sola – per dare un segnale forte e consolidare quella rete tra associazioni che è il nostro miglior strumento di difesa”.




L’EX RAVASCO DIVENTERÀ HOSPICE

Sisma 2016: 3,6 milioni il valore dell’intervento finanziato. Per il Commissario Castelli la ricostruzione sta dimostrando capacità di visione futura per i territori

Teramo, 27 gennaio 2024. Questa mattina a Teramo il Commissario Straordinario al sisma 2016 Guido Castelli ha partecipato a una conferenza stampa nel corso della quale è stato illustrato il progetto per il recupero e utilizzo dell’ex Ravasco.

L’edificio della Asl di Teramo sarà destinato alla funzione di hospice, in grado di accogliere fino a dieci malati terminali. L’importo complessivo per la realizzazione dell’opera, finanziata dalla Struttura commissariale, è pari a 3,65 milioni di euro (150 mila euro derivano dal contributo incentivo Conto Termico – GSE).

Il Commissario Guido Castelli ha dichiarato: “Quello che abbiamo presentato oggi è il primo di una serie di lavori che riguardano l’edilizia pubblica a Teramo, per un valore complessivo di 25 milioni di euro, e che riguardano la Prefettura, la Asl e scuole.

L’importanza di quest’intervento per l’ex Ravasco, i cui lavori saranno avviati nelle prossime settimane e avranno una durata di due anni, sta nel fatto che la ricostruzione post sisma dimostra la capacità di orientarsi verso la futura funzione degli immobili già prima del loro recupero.

Una capacità sia di visione che progettuale frutto del costante scambio e confronto con tutti gli attori impegnati, a partire dal Presidente Marco Marsilio, il Direttore dell’Usr Vincenzo Rivera e il Direttore generale dell’Asl Teramo, Maurizio Di Giosia. Si tratta di una ricostruzione che va oltre la mera ricomposizione del patrimonio immobiliare, prospettando una nuova logica per i servizi pubblici. Il futuro dei nostri territori, e delle aree interne in particolare, dipende anche e soprattutto dalla capacità che avremo di costruire realtà funzionali alle nuove esigenze delle nostre comunità”.




CONTINUIAMO A SEMINARE PER IL FUTURO

Coldiretti, i quattro punti per l’agroalimentare abruzzese

Avezzano, 26 gennaio 2024. Salvaguardia del made in Italy attraverso la promozione dell’alimentazione naturale, tutela della risorsa acqua e delle filiere “fragili” e snellimento delle procedure dei bandi comunitari. Sono alcune delle proposte emerse nell’incontro “Continuiamo a seminare per il futuro” che, promosso da Coldiretti Abruzzo, si è svolto oggi pomeriggio nel Castello Orsini di Avezzano. Obiettivo dell’evento: illustrare il “Documento Politico sul cibo e sull’agroalimentare abruzzese” ai candidati alla presidenza della Regione Abruzzo in vista delle elezioni del 10 marzo. Affollatissima la sala del castello, con forze dell’ordine, sindaci e amministratori, politici e istituzioni, centinaia di agricoltori e dirigenti Coldiretti, oltre al ministro all’Agricoltura e alla sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, al sottosegretario di stato al ministero dell’agricoltura Luigi D’Eramo, al presidente della giunta regionale (nonché candidato del centrodestra) Marco Marsilio, all’assessore regionale all’agricoltura Emanuele Imprudente. Presente anche il vicepresidente nazionale di Coldiretti David Granieri. Un momento di confronto sul futuro dell’agricoltura regionale a cui seguirà il secondo evento con il candidato del centrosinistra Luciano D’Amico.

Ad aprire il convegno, moderato dal direttore regionale di Coldiretti Roberto Rampazzo, il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio seguito dal presidente di Coldiretti Abruzzo Pietropaolo Martinelli che ha illustrato i quattro punti che costituiscono il Documento politico (ai quali corrispondono dodici proposte concrete):

1.    Semplificazione amministrativa e sburocratizzazione.

2.    Potenziamento dell’economia agricola attraverso la valorizzazione della multifunzionalità, la tutela dei territori e delle produzioni agroalimentari di eccellenza, l’incentivazione e il supporto dell’imprenditoria giovanile e femminile oltre che delle imprese tradizionali.

3.    Corretta gestione dell’ambiente e del territorio attraverso il potenziamento delle infrastrutture idriche e idrauliche, la tutela della risorsa acqua e l’utilizzo di energie alternative nel rispetto del consumo del suolo ad uso agricolo.

4.    Tutela del made in Italy attraverso la lotta al cibo sintetico e la valorizzazione della filiera agricola abruzzese con particolare riferimento alle produzioni di qualità (vino, olio, ortaggi, latte e carne) anche in considerazione della crisi economica, degli elevati costi di gestione e dei cambiamenti climatici che caratterizzano l’era contemporanea.

«I temi che sono al centro del documento sono i punti nevralgici dell’agricoltura del futuro – ha detto il Presidente di Coldiretti Abruzzo Pietropaolo Martinelli – nonostante il difficile momento storico, bisogna imprimere al settore la giusta spinta e rafforzare gli strumenti a disposizione attraverso una normativa e una progettualità adeguate al contesto economico e sociale. Ecco perché il nostro documento ha uno spirito programmatico, propositivo e lungimirante e elenca proposte concrete”. Da qui, l’elenco delle proposte sulle varie sfaccettature di un settore in difficoltà ma con potenzialità straordinarie e riconosciute. Coldiretti chiede la semplificazione delle procedure amministrative con particolare riferimento ai bandi comunitari, la gestione efficiente della risorsa “acqua” attraverso il buon funzionamento dei consorzi di bonifica e il potenziamento delle strutture idriche nel rispetto ambientale (piano laghetti), il sostegno alle filiere locali che vivono un momento di “fragilità”, la promozione di una “diffusa cultura del cibo” – in linea con la legge recentemente approvata a livello nazionale contro il cibo sintetico –  attraverso la valorizzazione delle filiere locali nonché il potenziamento delle fattorie didattiche, delle aziende di eccellenza e dei mercati a filiera corta. Una serie di proposte che, in occasione dell’incontro, sono state condivise e sottoscritte da Marco Marsilio, che ha ribadito “la necessità di potenziare il lavoro fatto per il settore agricolo con nuovi investimenti” e ha confermato l’arrivo dei fondi (90 milioni di euro) per l’impianto irriguo del Fucino che contribuirà ad alzare il livello qualitativo di produzione con ritorno di salubrità ed immagine per l’intero settore agricolo abruzzese.  Dal canto suo, il vicepresidente di Coldiretti David Granieri ha ricordato il lavoro di Coldiretti nella lotta al cibo sintetico anche attraverso una petizione nazionale di 2milioni di firme, argomento su cui il ministro Lollobrigida ha rimarcato l’impegno del governo nazionale anche in sede europea per il contrasto al cibo sintetico “che non costituisce un’alternativa sostenibile alla produzione primaria basata sugli allevamenti” e la recentissima approvazione del decreto per il riconoscimento dello stato di calamità naturale legato alla peronospora.

Alessandra Fiore




A ROSETO LA FINAL EIGHT

La Coppa Italia di serie A2 di basket femminile

Roseto degli Abruzzi, 26 gennaio 2024. La Lega Basket Femminile ha comunicato che la Final Eight di Coppa Italia di Serie A2, in programma dall’8 al 10 marzo, si disputerà al PalaMaggetti di Roseto degli Abruzzi. HBS Group sarà il title sponsor. La manifestazione, che mette a confronto le migliori otto squadre del campionato di Serie A2 al termine del girone d’andata, è organizzata in collaborazione con il Comune di Roseto degli Abruzzi, l’A.S.D. Roseto Eventi e il Comitato Regionale FIP Abruzzo.

Per la Lega Basket Femminile è fonte di grandissima soddisfazione e felicità poter organizzare la Final Eight di Coppa Italia di Serie A2 a Roseto, città che oltre ad annoverare una delle protagoniste della competizione come le Panthers, può vantare una grandissima tradizione e passione cestistica, in aggiunta a un importante know how in termini di eventi e tornei di pallacanestro anche nel recente passato. C’è la certezza che l’esperienza nella città abruzzese non sarà soltanto indimenticabile per squadre e pubblico coinvolto, ma sarà anche un eccezionale spot per il movimento e una vera festa dello sport in una piazza storica del nostro basket.

“Come Primo Cittadino sono orgoglioso di poter ospitare a Roseto, ancora una volta, un evento sportivo di questa portata – afferma il Sindaco Mario Nugnes – Una kermesse di caratura nazionale che avrà sicuramente l’attenzione di tutti gli amanti dello sport e della grande pallacanestro, in un contesto che vede la squadra femminile della nostra città rappresentare un’eccellenza nel campionato di A2. Come avvenuto con altre manifestazioni di questo livello, come ad esempio la Final Eight di Coppa Italia di Serie A2 e Serie B di Basket maschile, Roseto saprà di nuovo coniugare lo sport con il turismo, coinvolgendo anche le associazioni che si mettono al servizio della comunità durante tali eventi. Il mio ringraziamento va, ovviamente, a tutti coloro che hanno reso possibile il raggiungimento di questo traguardo a partire dalla Lega Basket Femminile e dal Comitato Regionale FIP Abruzzo che hanno puntato sulla nostra città e sulla sua capacità di essere attrattiva”.