#CANTIERIAPERTI

Lavori in corso sulla Provinciale 66 di Villa Brozzi, nel comune di Montorio al Vomano

Teramo, 17 gennaio 2024. Cantiere aperto a Villa Brozzi sulla SP 66, nel territorio del comune di Montorio al Vomano. I lavori in corso riguardano il rifacimento della pavimentazione e l’adeguamento delle diverse componenti dell’infrastruttura stradale.

Questa mattina il presidente D’Angelo ha effettuato un sopralluogo sul posto, dove i lavori procedono spediti, prevedendo di riaprire la strada al transito entro la settimana prossima.




IL CCR SCEGLIE I SUOI VERTICI

la Presidente è Alice Ferrara, il vice è Giulio Cola. Sindaco e assessore Giammarino: “Uno spettacolo la loro passione. Pronti a camminare insieme per il bene della città”

Chieti, 17 gennaio 2024. Prima riunione operativa ieri per il Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi di Chieti, all’ordine del giorno l’elezione del Presidente e vice presidente. Erano 5 i consiglieri candidati, ciascuno dei quali presentato da 4 consiglieri di scuole e ordini diversi. La seduta si è svolta in presenza dell’assessore alla Pubblica Istruzione Teresa Giammarino, della Garante per l’Infanzia Matilde Giammarco e della ex presidente dell’assise, Giorgia Caramanico, che, insieme, hanno costituito il seggio elettorale e organizzato le operazioni di voto. Nessuno dei candidati ha raggiunto la maggioranza assoluta alla prima votazione, pertanto si è proceduto al ballottaggio tra i due candidati che avevano riportato più voti ed è risultata eletta presidente Valentina Alleva, alunna delle Vicentine, vicepresidente Giulio Cola della scuola Mezzanotte.

“Abbiamo visto crescere la passione per la ricomposizione del Consiglio assemblea dopo assemblea – così il sindaco Diego Ferrara e l’assessora alla Pubblica Istruzione Teresa Giammarino – e a ogni riunione e incontro utile tenuto nelle scuole fino al voto e dal voto all’insediamento. I ragazzi hanno davvero fatto campagna elettorale, esprimendo le loro idee e stilando dei programmi volti alla crescita culturale e sociale della città. Ai nuovi vertici di questo speciale organismo consultivo vogliamo fare il più grande in bocca al lupo, il grazie di rito va anche alla coordinatrice del CCR Carmela Caiani che con la sua tenace passione fa da riferimento ai ragazzi e da ponte fra il Consiglio senior e quello junior da sempre. Non vediamo l’ora di interfacciarci con i nostri colleghi rappresentanti per puntare l’attenzione sulle istanze che vorranno sottoporci e che porteremo avanti in sinergia e con tutta la serietà che richiede una causa perorata dai cittadini più sensibili e importanti che abbiamo, i nostri ragazzi”.




CORSI DI SCI E SNOWBOARD

Bus navetta per Roccaraso

Pescara, 17 gennaio 2024. Lo Sci Club Aterno Pescara, fondato nel 1984 e prossimo a celebrare 40 anni di attività, unico riferimento per gli appassionati degli sport invernali dell’intera area metropolitana Pescara-Chieti, per la stagione sociale 2024 ha programmato diverse tipologie di corsi: Scuola Sci Alpino Junior, Scuola Sci Alpino Adulti, Scuola Snowboard Junior, Classe Speciale Adulti, Corso Sci Alpinismo, Corso Sci Freeride. Le attività avranno inizio domenica prossima, 21 gennaio, e termineranno domenica 10 marzo. Un’offerta per tutti i soci, dai più piccini ai più grandi:

– Scuola sci alpino Junior principiante/base/intermedio/preagonismo

– Scuola sci alpino Adulti principianti

– Corso speciale sci alpino Adulti

– Scuola snowboard Junior

– Corso base Sci Alpinismo

– Corso Sci Freeride

Da domenica 21 gennaio (e fino a domenica 10 marzo) sarà inoltre operativo il servizio di bus navetta da Pescara e San Giovanni Teatino per Roccaraso – Aremogna (Località Gravare).

Per i soci dello Sci Club Aterno Pescara sono previste tariffe speciali scontate sullo Ski pass giornaliero del comprensorio dell’Alto Sangro (impianti dell’Aremogna, di Pratello e di Pizzalto), mentre per i ragazzi di età inferiore ai 14 anni la tariffa speciale per lo stagionale è di 210 euro.

Durante la stagione invernale lo Sci Club Aterno Pescara, con la collaborazione dei soci e dei partner, organizza eventi goliardici, culinari, di socializzazione e divertimento sulla neve. La partecipazione alle attività è gratuita e rientra nella quota di iscrizione annuale allo Sci Club Aterno Pescara.




IL DEBUTTO DELLA LANCIANO PALLANUOTO

Stasera per  il Campionato di serie C

Lanciano, 17 gennaio 2024. Debutta questa sera, nel campionato di serie C, Lanciano Pallanuoto, della società sportiva Lanciano Nuoto. L’incontro, contro la Swim Action di Città Sant’Angelo (Pe), si disputerà dalle 20.30 nel Centro sportivo “Le Gemelle” a Lanciano.

Lanciano Pallanuoto è la squadra sportiva cittadina che milita nel campionato di più alto grado. “Un campionato – spiega l’allenatore Giovanni Sarnicola, di Pescara, che sarà anche in vasca – che si presenta piuttosto difficile, con avversarie ostiche che annoverano atleti che hanno anche maturato esperienze in A2 e A1. Anche nella nostra rosa, comunque, ci sono giocatori di esperienza e altri che stanno crescendo. Insomma, ogni partita andrà affrontata con il massimo impegno”.

Questa la rosa dei giocatori della Lanciano Pallanuoto: Romano Adezio, Andrea D’Intino, Alberto Nativo, Andrea D’Aloisio, Stefano Sabatini, Enrico Di Domenico,  Carlo Bottazzi,  Antonio Monaco, Lorenzo Cocchia, Federico Barbieri, Pasquale Di Frenza,  Giovanni Sarnicola, Pierpaolo Provenzano, Mattia Di Giovanni,  Luca Lattanzio, Francesco Gianmarco,  Alessandro Ceci,  Marco Travaglini. Preparatore atletico Alessandro De Iuliis, mentre Luca Fasoli è responsabile del Settore acqua della società.




MUDI GORIANO VALLI

La casa medievale più piccola al mondo riapre le sue porte. La dimora di appena 8 metri quadrati, abitata 140 anni fa da una coppia di contadini dediti ad aiutare i bambini orfani, farà parte del Museo diffuso del parco Sirente-Velino, con inaugurazione a giugno 

L’Aquila, 17 gennaio 2024. A Goriano Valli, paese nel cuore dell’Abruzzo aquilano, è stata riscoperta quella che si candida a essere la casa, di epoca medievale, più piccola al mondo.

Gioiello architettonico di appena 8 metri quadrati, questa minuscola e preziosa dimora è una vera e propria “capsula del tempo”, rimasta chiusa per più di 140 anni a causa della scomparsa dei suoi ultimi occupanti, Rachele Mariani e Pierfelice Capestrani. La casa farà parte del MuDi, il museo diffuso del parco Sirente-Velino, ideato dai fratelli Di Giulio, che sarà inaugurato a giugno, con le sue prime stazioni nel borgo.

Nato come tributo al paese dei loro antenati, il Mudi è un progetto di give back, ossia di restituzione alla comunità il cui fine è salvaguardare, ed esaltare, i segni di una cultura contadina millenaria, tipica dei borghi minori del Sirente-Velino, ormai estinta. Custodi di un’umanità dimenticata, Rachele Mariani e Pierfelice Capestrani hanno dedicato la loro esistenza ai bambini abbandonati nel vicino convento francescani Osservanti di San Giorgio.

“Entrando in questa abitazione – spiega l’ideatore di Mudi, Fausto di Giulio – si ritorna magicamente alla quotidianità rurale del passato: un letto realizzato con tavole di legno e un materasso di paglia, un camino, due sedie, una cassapanca e una conca, ovvero oggetti che narrano le quotidiane fatiche dei contadini al servizio del barone locale. Priva di servizi igienici e acqua corrente, questa piccola struttura domestica conserva un’autenticità medievale che consente ai visitatori di immergersi in un’epoca lontana”.

E aggiunge allargando lo sguardo al progetto MuDi: “nostro obiettivo è ispirare altri a fare meglio, di più e diversamente invitando chi possiede strutture storiche nella valle dell’Aterno e nel parco Sirente-Velino – come stalle, cantine o pagliai – a recuperarle e proteggerle per tramandarle alle generazioni future, offrendo l’opportunità di inserirle gratuitamente nel percorso museale per partecipare attivamente alla conservazione della memoria locale”.

Le prime stazioni del MuDi verranno inaugurate a giugno, con la casa medievale e l’adiacente casa risalente al 1494, nella quale è stato recentemente scoperto e restaurato lo stemma dei Marchesi Sannesio – Malaspina, potenti famiglie nobiliari, tra loro imparentate, i Sannesio, famiglia patrizia romana, originaria di Belforte del Chienti, nella diocesi di Camerino, e i Malaspina, originariamente marchesi di Toscana, discendenti dai Longobardi, che avevano come loro feudi in Abruzzo anche Collelongo nella Marsica, Picenze, e San Demetrio né vestini nell’Aquilano.

Al suo interno troverà spazio il Me-To-Me, il CEO Museum for the Future, creazione di REX Roundtables, l’organizzazione internazionale, con sede a New York, che si occupa di innovazione per executive.

“Il Me-To-Me sarà un luogo unico – anticipa Fausto Di Giulio – dedicato a imprenditori e CEO, impreziosito da foto storiche, oggetti d’arte povera locale e venti libri ‘speciali’, accuratamente selezionati da REX per aiutare e ispirare gli executive a fermarsi, riflettere, rigenerarsi e pianificare con ‘ottimismo urgente’ un futuro migliore per le loro aziende, per loro stessi, per le loro comunità e per il Pianeta. Uno scrigno nel quale regalarsi preziose pause di disconnessione, per riconnettersi con sé stessi e con la natura, per assaporare l’autenticità dei luoghi aquilani e svolgere i venti esercizi di Future Thinking che aiutano a ‘ricordare il futuro’ e ‘prevedere il passato'”.




NUOVE SENTINELLE DI CIVILTÀ E FELICITÀ

Alla direzione didattica 115

Montesilvano, 17 gennaio 2024.  È la volta degli alunni e delle alunne di sei classi quinte delle primarie della Direzione Didattica di Montesilvano di Via Vitello D’Oro e Via Valle D’Aosta che guidate dal Cav. Claudio Ferrante diverranno a breve tante nuove “ Sentinelle di Civiltà e di Felicità” .

Nella cornice del Pala Dean Martin messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Montesilvano e con il patrocinio della Farmacia Canto’ di Montesilvano, Claudio Ferrante ideatore realizzatore di questo progetto ha accompagnato i ragazzi in un percorso di analisi delle proprie emozioni e dei propri comportamenti.

Ponendo la felicità come centro e obiettivo del vivere quotidiano di tutti e cercando di apprendere gli strumenti per trovarla anche quando “… Lei si dimentica di noi”, gli alunni hanno poi discusso delle parole da dire e da non dire, delle parole difficili, della discriminazione, del pregiudizio arrivando ad interiorizzare un nuovo modo di concepire la disabilità.

Attraverso laboratori empatici e Circle time hanno appreso come la disabilità è una condizione determinata dall’ambiente concettualmente separata dalla malattia che talvolta la determina.

Seduti in carrozzina hanno concretamente messo in atto quanto studiato nell’articolo articolo 1 nella convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità, per partecipare in condizioni di uguaglianza alla società le persone che vivono una condizione di disabilità necessitano di un mondo universalmente accessibile in cui tutte le barriere architettoniche vengano abbattute.

Marciapiedi troppo stretti, scivoli inesistenti, barriere architettoniche disseminate tutte intorno alla scuola hanno fatto comprendere come ci sia ancora molto da fare per consentire a tutti di esercitare i propri diritti.

La dottoressa Canto’ non si è limitata a patrocinare il progetto ma ha partecipato attivamente e si è congratulata per il valore pedagogico morale ed empatico di questo percorso ringraziando dell’opportunità.

Con il patrocinio dell’associazione Carrozzine Determinate e la fattiva collaborazione della segretaria Avv. Mariangela Cilli nonché della sanitaria Artes Ortopedia di Montesilvano per la fornitura delle carrozzine, continua l’opera di sensibilizzazione nelle scuole del territorio per creare una nuova coscienza sociale nelle future generazioni .

Claudio Ferrante

Presidente Associazione Carrozzine Determinate




INSIEME: DAL MANIFESTO A PARTITO DI PROGRAMMA

di Domenico Galbiati

Politicainsieme.com, 17 gennaio 2024. Se la considerassimo a ritroso nel tempo, per giungere almeno nei pressi della metà del XIX secolo, ai giorni del non expedit e alla nascita dell’ Opera dei Congressi, si potrebbe dire che la presenza attiva dei cattolici democratici e popolari nella vita politica del nostro Paese, si è sviluppata a mantice, secondo un movimento ritmico, quasi che il suo cuore ideale e morale, culturale e politico si sia mosso secondo una sequenza di fasi di diastole e di sistole.

Da quella lunga, dolorosa stagione di separatezza dalla vita istituzionale dell’ Italia, fiorisce la breve, ma intensa stagione del Partito Popolare creato da Luigi Sturzo, cui fa seguito un ventennio e poco più, ancora una volta di forzata esclusione, nel cui decorso crescono, prendono forma e consapevolezza di sé, idee e sensibilità, convinzioni e progetti che maturano nel Codice di Camaldoli, nelle Idee ricostruttive di Alcide De Gasperi ed, infine, nella lunga esperienza della Democrazia Cristiana.

Come fosse necessario – e, anzi, in effetti è così – un succedersi fisiologico di momenti di riflessione e di studio, di costruzione e di accumulo di pensieri forti, capaci di leggere, decifrare e comprendere il momento storico, per poter dare impronta e valore, voce ed incisività a fasi di decisivo impulso, orientate al bene comune della collettività nazionale. A tal punto che, se si volesse insistere nella metafora, si potrebbe sostenere che la stagione della Democrazia Cristiana ha rappresentato una fase di sistole talmente e necessariamente prolungata – in altri termini, obbligata, nelle condizioni storiche date, a servizio del Paese – da esitare in una sorta di arresto cardiaco.

Da allora, se ne sono andati tre decenni ed è tempo di riordinare, tempo di mettere di nuovo a tema i fondamentali della nostra cultura politica, tempo di passare da un lavoro teoretico ad un impegno espressamente politico. Per quanto riguarda INSIEME abbiamo fatto da tempo, con piena consapevolezza delle difficoltà quasi proibitive che questo implica, il transito dalla riflessione prepolitica all’ assunzione di un compito militante ed espressamente partitico, per quanto di un tale strumento conosciamo i limiti e le necessarie trasformazioni.

Dal Manifesto al Partito di Programma, si può sintetizzare così il cammino che INSIEME intraprende dopo la nomina della nuova segreteria collegiale che porta a compimento la fase del suo secondo congresso nazionale. Ad ogni modo, stare nel solco della tradizione popolare ed assumere un impegno politico ispirato ad una visione cristiana dell’uomo e della vita, nell’ attuale frangente storico , è  fors’anche più complesso di quanto non sia stato per Sturzo e per De Gasperi.

Oggi è, in larga misura, smarrita l’evidenza di un concerto di sentimenti e di criteri di giudizio, di categorie interpretative e di aspirazioni, di attese, di speranze che, largamente condivise, trasmettano con immediatezza un’idea di popolo, l’immagine di una comunità vitale e generativa, oggi talmente disarticolata, percorsa da interessi così frammentati ed individuali da risultare spesso evanescente, inafferrabile, declinata, se mai, in una chiave populista, banale contraffazione dell’ autentico, reale, vero ideale popolare. Il quale significa reciprocità solidale, accoglienza e condivisione, coesione sociale, appartenenza ad un orizzonte comune, in altri termini un modo d’ intendere sé stessi, la propria umanità secondo un codice antropologico antitetico a quello populista che privilegia forme di arroccamento nel perimetro di pur legittimi, ma particolari interessi.

Va, altresì, considerato come PPI E Democrazia Cristiana, partiti laici ed aconfessionali, nelle condizioni storiche date, necessariamente trovavano nel mondo cattolico il loro più immediato riferimento politico ed elettorale. Oggi il pluralismo delle opzioni politiche dei cattolici è un dato acquisito, strutturale del nostro sistema politico e va, anzi, anche da noi, addirittura considerato non una dissipazione, ma una ricchezza. Ma su questo versante è necessario tornare in altra occasione.




DALL’ABRUZZO ALL’ETNA

Per studiare il vulcanismo di Venere

Teramo, 17 gennaio 2024. Una soluzione per studiare il vulcanismo di Venere proprio dietro l’angolo? A risolvere il problema viene in aiuto un gruppo di ricercatori guidati dall’INAF – Osservatorio Astronomico d’Abruzzo, i quali propongono l’Etna come un possibile analogo terrestre per lo studio di Idunn Mons, un vulcano venusiano forse tutt’ora attivo e che in base ai dati attualmente disponibili si ritiene abbia eruttato in tempi geologici recenti. Venere e i suoi vulcani (attivi e non) sono tra gli obiettivi principali delle future missioni che studieranno il gemello infernale della Terra, il secondo pianeta più vicino al Sole. L’articolo, pubblicato di recente sulla rivista Icarus, riaccende i riflettori sull’Etna, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, che permetterà ai geologi di testare tecniche di analisi dei dati radar per l’individuazione di attività vulcanica in corso. Allo studio hanno partecipato diversi istituti e università in tutto il mondo, come l’Osservatorio Etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV).

Piero D’Incecco, primo autore dell’articolo e ricercatore presso l’INAF d’Abruzzo, spiega che “la comparazione ha evidenziato che entrambi i vulcani interagiscono con una zona di rift e che la presenza sui fianchi di Idunn Mons di strutture vulcaniche di piccole dimensioni, morfologicamente simili ai coni di scorie presenti sui fianchi dell’Etna”. 

L’Etna è un vero e proprio laboratorio naturale a cielo aperto per i geologi che si occupano di vulcanismo, perché facile da raggiungere e perché è possibile effettuare osservazioni in-situ prelevando campioni di lava che saranno poi comparati con quelli prodotti dalle future missioni su Venere. I dati aiuteranno a definire il livello di similarità con le lave dei vulcani venusiani. Due le future missioni con obiettivo Venere: quelle della NASA VERITAS e DAVINCI, la missione ESA EnVision e la missione ISRO Shukrayaan-1. Alla ricerca ha partecipato anche Gaetano Di Achille, ricercatore dell’INAF d’Abruzzo, co-investigator della missione VERITAS ed esperto di geologia planetaria. Di Achille ha di recente preso parte anche a una spedizione della NASA in Islanda per lo studio dei vulcani islandesi come possibili analoghi terrestri per Venere.

“La facilità di accesso permetterà anche di utilizzare l’Etna come possibile area di test per operazioni di perforazione del suolo da parte dei lander che atterreranno sulla superficie di Venere grazie a future missioni come la Roscosmos Venera-D”, spiega D’Incecco, di recente nominato nel Comitato direttivo del Venus Exploration Analysis Group (VEXAG) della NASA, per un mandato di 3 anni.

La comunità scientifica concorda sul fatto che il vulcanismo su Venere sia comparabile al vulcanismo di tipo hot-spot terrestre. Un esempio lampante sono i vulcani hawaiani, effusivi e caratterizzati da lave molto fluide. La presenza su Venere di strutture vulcaniche morfologicamente simili ai coni di cenere terrestri, che invece sono tipici di un vulcanismo esplosivo, apre una serie di interrogativi sulla possibilità che anche su Venere – seppur localmente – possano verificarsi episodi di vulcanesimo esplosivo. “Le future missioni su Venere ci aiuteranno a far luce anche su questa possibilità, che se confermata rivoluzionerebbe la visione attuale che abbiamo del vulcanesimo venusiano”, aggiunge il ricercatore INAF.

Stefano Branca, direttore dell’Osservatorio Etneo dell’INGV, evidenzia: “Il vulcano Etna a partire dal XIX secolo in poi è stato, e continua ad essere, un laboratorio di ricerca per tutta la comunità scientifica italiana e internazionale riguardo gli studi di tipo geologico, vulcanologico, geofisico e geochimico e, grazie al sistema di monitoraggio multiparametrico dell’Osservatorio Etneo dell’INGV, è uno dei vulcani meglio studiati al mondo. Questo lavoro evidenzia ancora di più questo aspetto anche per quanto riguarda lo studio del vulcanismo planetario, come nel caso di Venere. Infatti le notevoli conoscenze sulla storia eruttiva del vulcano siciliano, acquisita durante gli studi realizzati per la pubblicazione della carta geologica dell’Etna alla scala 1:50.000, unitamente alla conoscenze sull’attività recente hanno permesso di fare una comparazione morfostrutturale con il vulcano Idunn al fine di individuare possibili evidenza di vulcanismo attivo su Venere”.

L’analisi delle differenze e delle analogie tra strutture vulcaniche di pianeti diversi come Venere e Terra ci ricorda che non esiste un analogo “perfetto”, e che quindi è fondamentale studiare quanti più analoghi possibile, dato che ogni vulcano terrestre può aiutarci ad approfondire e comprendere meglio un aspetto specifico del vulcanismo venusiano.

L’articolo pubblicato su Icarus è il primo tassello del progetto “Analogs for VENus’ GEologically Recent Surfaces” (AVENGERS), a guida INAF e che è stato ufficialmente presentato alla Lunar and Planetary Science Conference a Houston a marzo del 2023. Questo progetto, durante i prossimi anni, si occuperà proprio di selezionare e studiare una serie di vulcani attivi sulla Terra che possano fungere da analoghi per Venere.




FRENTAUTO EXPERIENCE 2024

La convention allo stabilimento Stellantis di Atessa

Una tavola rotonda sulle tematiche della mobilità e dell’automotive aperta alle aziende del territorio. L’amministratore delegato Frentauto, Alberto Rolli: “Apriamo le porte all’innovazione e creiamo il cambiamento”

Atessa, 17 gennaio 2024. Innovazione, nuove tecnologie e condivisione di strategie sono i punti sui quali si discuterà il 16 febbraio prossimo allo stabilimento Stellantis di Atessa, all’evento “Frentauto Experience 2024”. L’iniziativa, organizzata da Frentauto Spa, punto di riferimento nel settore automobilistico, sarà suddivisa in due momenti.

La mattina sarà dedicata al tour guidato dello stabilimento automotive per toccare con mano il processo di realizzazione di Fiat Ducato. Nel pomeriggio, la tavola rotonda sulle tematiche della mobilità alla quale parteciperanno i vertici dell’azienda, autorità politiche e rappresentanti di associazioni ed enti.

La convention, aperta a tutte le realtà aziendali del territorio,  offrirà la preziosa opportunità di  scoprire il metodo Frentauto e i più recenti sviluppi nel panorama B2B automotive. I partecipanti, infatti, avranno modo di esplorare le tecnologie di domani e  l’evoluzione del settore, di incontrare gli esperti del comparto automobilistico, di creare alleanze strategiche che spingeranno la propria impresa al livello successivo, di unirsi a una comunità di innovatori, condividere idee e progetti e costruire il futuro insieme alle menti più brillanti del settore.

“Frentauto Experience 2024 è una chiamata all’azione per tutte le aziende desiderose di plasmare il proprio futuro nel mondo automobilistico – spiega Enrico Bevilacqua, business manager Frentauto -. Questo non è solo un evento, è un’enorme opportunità per immergersi in un mondo di innovazione e diventare protagonisti di questa rivoluzione”.

L’amministratore delegato Alberto Rolli aggiunge: “Il nostro non è solo un invito a partecipare, vorremmo che conduciate, che diventiate artefici attivi della vostra affermazione nel mercato.  Non stiamo solo aprendo le porte dell’innovazione, stiamo aprendo le porte per voi, affinché possiate definire il futuro del vostro successo. Questo evento è l’arena in cui si crea il cambiamento, dove connessioni strategiche diventano il catalizzatore per il progresso. Colgo l’occasione per ringraziare il direttore generale di Stellantis Atessa, Paolo Accastello, che ci ha aperto le porte di casa per organizzare questo evento”.

Barbara Del Fallo




CONTRO ALLA PROLIFERAZIONE DI PROGETTI DI EOLICO

Venerdì 19 gennaio, alle ore 17, presso la sala Aldo Moro del Comune di Vasto

Palmoli, 17 gennaio 2024. Il Forum per la Salvaguardia del Comprensorio Vastese e della Valle del Trigno, che comprende 5 amministrazioni del Medio e Alto Vastese e 11 rappresentanze associative territoriali, indice per venerdì 19 gennaio, alle ore 17, presso la sala Aldo Moro del Comune di Vasto, una conferenza stampa per illustrare le ragioni della contrarietà alla proliferazione di progetti di eolico sui territori interessati, già oggetto di un precedente comunicato stampa.

Comune di Palmoli- Comune di Tufillo – Comune di Furci – Comune di Fresagrandinaria – Comune di Cupello – Italia Nostra del Vastese – Delegazione FAI di Vasto – Forum Salviamo il Paesaggio Molise – Centro Studi Alto Vastese e Valle del Trigno – Stazione Ornitologica Abruzzese – Arci Vasto – Terre di Mezzo – Itinerari d’Abruzzo – Lupi del Gesso – Centro Ricerche sui Gessi (C.R.G.) – Comitato Cittadino per la Tutela del Cristallo d’Abruzzo.

Foto: Il Centro




NASCE IL COMITATO SCIENTIFICO regionale del Co.na.l.pa. Abruzzo.

La presidente D’Aurelio: ”Validi esperti multidisciplinari per divulgare la cultura degli alberi e del paesaggio”.

Pescara, 17 gennaio 2024. Il coordinamento regionale Co.n.al.pa Abruzzo, struttura del Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio, ha il suo comitato scientifico.

Lo annuncia la presidente regionale Monica D’Aurelio, soddisfatta per il lavoro svolto in questo inizio anno. “Seguendo la linea adottata dalla nostra associazione, abbiamo deciso di costituire un comitato scientifico multidisciplinare, formato da più esperti in vari campi per la tutela del territorio. È questo il lavoro che fa il nostro coordinamento: collaborare con tutte le figure professionali impegnate nel mondo degli alberi e del paesaggio.”

Gli esperti del comitato scientifico regionale sono i seguenti: Alessia Brignardello, botanico paesaggista, esperta di giardini e paesaggio; Luigi Giannangelo, agronomo del paesaggio, esperto di giardini, arboricoltura e verde urbano; Cristiano del Toro, architetto paesaggista, esperto in eco-landscaping, verde urbano e recupero dell’agrobiodiversità; Luigi Barlafante, perito agrario, esperto di cura del verde e di paesaggio. 

Il comitato scientifico avrà un ruolo consultivo e sarà impegnato nella organizzazione di eventi, convegni, conferenze, attività di educazione ambientale, divulgazione scientifica e culturale sugli alberi e sul paesaggio. “Siamo soddisfatti per questo traguardo raggiunto che riteniamo molto importante per potenziare la nostra attività divulgativa in Abruzzo a favore del verde.

Continua D’Aurelio: “Intanto abbiamo in programma l’organizzazione di diversi eventi per incrementare la cultura degli alberi e la loro conoscenza tecnico-scientifica con particolare riferimento alle criticità del territorio abruzzese.”




FACCIA A FACCIA TRA RELIGIONI

Dialogo e confronto tra mons. Valentinetti, Mariangela Falà e Moustapha Batzami

Pescara, 17 gennaio 2024. Faccia a Faccia. Questo il titolo del dialogo e confronto tra religioni organizzato dall’Arcidiocesi di Pescara-Penne per venerdì 19 gennaio.

Appuntamento alle 18.30, nella Biblioteca Carlo Maria Martini (piazza Spirito Santo, 5 Pescara), per confrontarsi con Tommaso Valentinetti,  arcivescovo di Pescara-Penne, Mariangela Falà, Buddologa, Moustapha Batzami, Imam di Teramo.

«L’appuntamento è il primo di una serie di incontri che abbiamo denominato “seminando la pace” – spiega monsignor Valentinetti – e “Faccia a Faccia” dice il desiderio di entrare in confidenza tra di noi, di confrontarsi in modo sincero, così come esprime la ricerca di dialogo non solo tra gli uomini, ma anche con Dio e comunque con il trascendente. “Faccia a faccia” è l’atteggiamento maturo per costruire la pace che si realizza nella capacità di guardare e ascoltare gli altri senza pregiudizi, arricchendosi della diversità».




L’EMPOWERMENT DELLE DONNE

Le cinque priorità della strategia nazionale del PNRR (lavoro, reddito, competenze, tempo, potere) per le pari opportunità e l’innovazione social

L’Aquila, 17 gennaio 2024. Martedì 16 gennaio 2024 – Il 18 gennaio 2024, a partire dalle ore 10.00, si svolgerà, nell’aula magna Alessandro Clementi dipartimento di Scienze umane (viale Nizza 14) il convegno di apertura del Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale (PRIN 2022) finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), di cui è principal investigator la prof.ssa Francesca Colella, sociologa e docente del dipartimento di Scienze umane UnivAQ, in partenariato con l’Università Parthenope di Napoli (coordinatrice prof.ssa Valentina Grassi, sociologa e docente del Dipartimento di Giurisprudenza). 

Nel corso della conferenza – patrocinata dalla Fondazione Marisa Bellisario e dalla sezione Studi di genere dell’Associazione italiana di sociologia (AIS) – si approfondirà il tema dell’empowerment femminile a partire dai concetti di leadership, potere, lavoro, competenze e parità di genere, in una società come quella attuale caratterizzata da profonde disuguaglianze sociali. 

In tal senso, il progetto di ricerca finanziato è orientato a sviluppare strategie innovative che abbiano delle ricadute positive per la società intera, attraverso specifici interventi di contesto. L’originalità del progetto si esprime attraverso l’utilizzo combinato di quattro principali strumenti: due strumenti di ricerca sociologica (web-survey e tecnica Delphi) e due di intervento (mentoring e diversity management in aziende pubbliche e private) che, insieme, consentiranno la produzione di azioni innovative ed efficaci in ottica di acquisizione e rafforzamento di empowerment potenziale e primario. 

Il tema, di stretta attualità, sarà approfondito grazie al contributo di: Marco Segala (direttore di dipartimento di Scienze umane), Paolo De Nardis (professore emerito di Sociologia generale, Sapienza Università di Roma), Pasquale Lelio Iapadre (Prorettore delegato per lo sviluppo sostenibile, professore ordinario di Economia applicata, Università degli Studi dell’Aquila), Claudia Cattani (Presidente BNL BNP PARIBAS e Referente Fondazione Bellisario Lazio), Maria Carmela Agodi (professoressa ordinaria di Sociologia generale, Università degli studi di Napoli Federico II), Giovanna Gianturco (professoressa ordinaria in Sociologia generale, Sapienza Università di Roma),  Filomena Buonocore (professoressa ordinaria di Organizzazione aziendale, Università Parthenope di Napoli), Daniela Grignoli (professoressa associata di Sociologia generale, Università del Molise), Silvia Fornari (professoressa associata di Sociologia generale, Università degli studi di Perugia, Coordinatrice della Sezione AIS Studi di Genere), Veronica Lofrano (Matematica, Educatrice finanziaria), Patrizia Laurano (professoressa associata di Sociologia generale, Università degli studi dell’Aquila), Gloria Giorgianni (produttrice cinematografica, Amministratrice delegata Anele). 




PIANO NEVE 2023-2024

Un milione di euro, 7 turbine, 1890 tonnellate di sale per la viabilità provincia

Chieti, 17 gennaio 2024. Il piano neve della Provincia di Chieti per la stagione invernale 2024 potrà contare su 7 turbine e ulteriori mezzi pesanti di proprietà dell’ente, 1890 tonnellate di sale e 77 ditte private cui sono stati affidati 98 lotti di intervento per assicurare il servizio di sgombero neve e spargisale lungo i 1630 km di strade gestite dalla Provincia.

Si tratta di un piano, quello redatto dal settore 2 della Provincia di Chieti diretto dall’ingegnere Paola Campiteli, che ha l’obiettivo di garantire le condizioni di sicurezza alla circolazione stradale ed evitare gravi disagi alla popolazione in caso di forti precipitazioni nevose, in particolare sulle strade provinciali di alta montagna.

L’importo complessivo stanziato per l’attuazione dei vari servizi previsti nel piano neve della Provincia di Chieti ammonta ad oltre 1 milione di euro. Per una efficace e migliore gestione del piano neve, il territorio provinciale è stato suddiviso in 98 lotti di intervento affidati a 77 ditte, alcune delle quali utilizzeranno mezzi di proprietà dell’ente in comodato d’uso, tra cui le turbine. L’impegno di spesa complessivo del piano è di 1.019.540 euro, un importo suscettibile di variazione in ragione dell’imprevedibilità e della consistenza degli eventi nevosi. L’intervento delle imprese che collaboreranno alle operazioni di sgombero neve e spargimento di sale sulle strade provinciali sarà monitorato in tempo reale attraverso sistemi di localizzazione GPS, con relativa gestione da remoto: questo consentirà di calibrare al meglio gli interventi e di fornire informazioni utili in diretta alla Prefettura e quindi alle forze dell’ordine e ai mezzi di soccorso. Sono stati già acquistati e distribuiti nei 36 centri di smistamento della Provincia 1890 tonnellate di sale per disgelo (sia sfuso che in sacchi da 25 kg) per un importo complessivo di 167.636 euro.

Per l’aggiudicazione delle operazioni di sgombero della neve e di spargimento del sale del lotto Pretoro–Maielletta, lungo gli 8,5 km della SP 220 dove si trovano gli impianti sciistici di Passolanciano e Maielletta, è stato predisposto un piano specifico con gara di appalto per una spesa complessiva di 75.033 euro.

“La Provincia di Chieti è pronta a dare il suo contributo a garanzia della transitabilità dei 1630 km di strade provinciali in caso di nevicate. Il piano redatto dal settore, che ringrazio per il tramite della dirigente Paola Campitelli, prevede un dispiegamento di forze in termini di risorse sia economiche che professionali notevole: oltre 1 milione di euro sarà impegnato per garantire il transito in sicurezza lungo le strade provinciali in caso di neve, con particolare attenzione a quelle di alta montagna”, dichiara il Presidente della Provincia di Chieti Francesco Menna. “Le ditte individuate saranno allertate e pronte ad intervenire non appena le condizioni e le autorità preposte lo richiederanno. In caso di neve o altre allerte meteo, raccomandiamo alla cittadinanza prudenza e invitiamo sempre a consultare il sito della Protezione Civile www.allarmeteo.regione.abruzzo.it per i bollettini e le previsioni meteo”.




AL KURSAAL: ‘NDUCCIO SHOW

Venerdì prossimo, 19 gennaio,  per raccogliere fondi a favore della Fondazione Avsi. Inizio alle 21

Giulianova, 17 gennaio 2024. Sarà l’intramontabile ‘Nduccio a salire, venerdì 19 gennaio, sul palco del Kursaal.  L’evento, con inizio alle 21, è organizzato da Avsi e patrocinato dal Comune di Giulianova.

Si tratta di una bella occasione per trascorrere una serata in allegria ma soprattutto per raccogliere offerte a favore della fondazione.

La Fondazione Avsi, ricordiamo,  è un’ organizzazione non governativa senza scopo di lucro. Nata a Cesena nel 1972,  realizza progetti di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario in 38 Paesi, inclusa l’Italia.

L’inizio dello show è alle 21. Prenotazione obbligatoria.




OMAGGIO A PUCCINI

Domenica 21 gennaio 2024  ore 17.30. Teatro Comunale Paolo Francesco Tosti. Jessica Ricci soprano, Mariapaola Di Carlo soprano, Maurizio Pace tenore vincitori del Cocorso Internazionale M.Caniglia Leonardo Angelini pianoforte

Castel di Sangro, 17 gennaio 2024. Nel centenario della morte di Giacomo Puccini la Camerata Musicale di Sulmona propone al Teatro Comunale “Francesco Paolo Tosti”di Castel di Sangro,  una serata dedicata al grande compositore toscano, per il quarto appuntamento della stagione organizzata in collaborazione con il Comune e la Pro Loco.  Domenica 21  gennaio alle ore 17.30  si alza il sipario su tre giovani protagonisti emergenti alle cui voci è affidato l’ Omaggio a Puccini. Si tratta del soprano Jessica Ricci, vincitrice del Primo Premio al 37° Concorso di Canto Lirico Maria Caniglia nell’ edizione 2023, assegnato dalla Giuria presieduta da Cecilia Gasdia (Sovrintendente all’Arena di Verona); la seconda voce è in palcoscenico è il soprano Mariapaola Di Carlo, vincitrice del “Premio Speciale Filippo Tella”nella stessa edizione 2023. Il terzo interprete della serata sarà il tenore Maurizio Pace, anche lui vincitore nel 2006 del primo premio alla 24ª edizione del Concorso Caniglia; ad accompagnarli al pianoforte il maestro Leonardo Angelini. Sarà una serata speciale con un programma interamente dedicato alle arie pucciniane più famose: da “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi a “E lucevan le stelle” da Tosca, a “Signore ascolta!” e “Tu che di gel sei cinta” da Turandot, fino a Bohème “Che gelida manina”, “Sì mi chiamano Mimì” e il duetto “O soave fanciulla”. Il programma si completa con arie da “Madame Butterfly”, “Suor Angelica”e “La Rondine”.

Giacomo Puccini nato a Lucca nel 1858 e morto a Bruxelles nel novembre 1924, si colloca tra i più grandi compositori di tutti i tempi. Molte delle sue opere, ancora oggi sono tra le più rappresentate al mondo.

Gli interpreti tutti e tre vincitori nelle precedenti edizioni del Concorso Internazionale “Maria Caniglia” sono: Jessica Ricci, primo premio al Concorso del 2023, soprano ventisettenne, abruzzese, laureata presso il Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara, segue numerose masterclass per il perfezionamento nel canto e conclude gli studi nel 2022. Il suo debutto in Suor Angelica di Puccini è al Teatro Marrucino di Chieti, poi nel Don Pasquale di Donizetti e nella Cambiale di Matrimonio di Rossini. Nel 2023 si aggiudica anche il  premio “Voce emergente” al Concorso lirico Internazionale di Taranto.

Mariapaola Di Carlo soprano, abruzzese di nascita (Atri), 25 anni ma già una carriera promettente con molti importanti riconoscimenti ed una attività intensa. A ottobre scorso si è aggiudicata il “Premio Speciale Filippo Tella” al Concorso “M. Caniglia” a Sulmona.

Maurizio Pace tenore,  primo premio alla 24° edizione del Caniglia 2006, vincitore al concorso lirico sperimentale di Spoleto, a 23 anni debutta nel il ruolo di Alfredo ne “La traviata”,  vincitore di numerosi altri concorsi lirici internazionali (primo premio al concorso Mario Lanza, primo premio e premio della critica al Premio AMAK Associazione amici Alfredo Kraus al concorso di Bilbao-Spagna, primo premio al concorso Enrico Caruso) ha cantato con Leo Nucci, Rolando Panerai, Arthur Rucinsky, Ludovic Tézier, Ramon Vargas, Ismael Jordi, José Cura, Cecilia Gasdia. Attualmente è cantante lirico presso il Teatro La Fenice.

Fondato nel 1984 il Concorso di Canto M. Caniglia è diventato  una   importante vetrina per tutti i giovani cantanti che si affacciano nel difficile mondo della lirica internazionale. I partecipanti   sono selezionati tra  domande  che arrivano da vari paesi del mondo, 133 sono i vincitori delle terne delle passate edizioni,  per molti dei quali si sono aperte le porte del successo entrando a far parte di importanti cast e produzioni. Organizzato dall’Associazione Musicale Maria Caniglia, di cui è Presidente Vittorio Masci e Direttore Artistico Gaetano Di Bacco, il concorso rappresenta un fiore all’occhiello per la città di Sulmona e, a  40 anni dalla fondazione, continua a svolgere un ruolo di trampolino per le voci nuove della lirica internazionale. Hanno fatto parte della Giuria prestigiose personalità del mondo della lirica, tra le quali Cecilia Gasdia, Giulietta Simionato, Teresa Berganza, Magda Olivero, Antonietta Stella, Gianni Raimondi, Renato Bruson, Luciana Serra, June Anderson, Luis Alva, Jaume Aragall, Anita Cerquetti.

La stagione concertistica al Teatro “P.F.Tosti”  è proposta  per il terzo anno consecutivo dalla Camerata Musicale Sulmonese con la direzione artistica del M°Gaetano Di Bacco, nell’ambito della collaborazione ormai collaudata con il Comune e l’Associazione Turistica Pro Loco , e con il riconoscimento, da quest’anno, della Regione Abruzzo, Provincia dell’Aquila e Ministero della Cultura.

Programma

O mio babbino caro   Gianni Schicchi   soprano Jessica Ricci

Senza mamma  Suor Angelica   soprano Mariapaola Di Carlo

Addio fiorito asil  Madame Butterfly   tenore Maurizio Pace

Quando men vò  La Bohème   soprano Jessica Ricci

Donde lieta uscì  La Bohème   soprano Mariapaola Di Carlo

E lucevan le stelle  Tosca   tenore Maurizio Pace

Signore ascolta!   Turandot   soprano Jessica Ricci

Tu che di gel sei cinta   Turandot   soprano Mariapaola Di Carlo

Sole e amore   soprano Jessica Ricci

Dimmi che vuoi   La Rondine   tenore Maurizio Pace

Chi il bel sogno di Doretta    La Rondine   soprano Jessica Ricci

Che gelida manina Bohème   tenore Maurizio Pace

Sì mi chiamano Mimì  Bohème   soprano Jessica Ricci

O soave fanciulla  Bohème   Mariapaola Di Carlo e Maurizio Pace




A PESCARA VUELVO AL SUR

La casa della musica e del cuore. Una rassegna dedicata alla musica del Sud del mondo con momenti di danza e canto per adulti e piccini da febbraio ad aprile 2024. 18 febbraio, 9 marzo, 20 e 21 aprile 2024 presso la libreria i Luoghi dell’Anima  

Pescara, 17 gennaio 2024. Tre incontri musicali, una milonga con gli artisti dal vivo, due stage dedicati a bambini e adulti e inclusivi per le varie disabilità, che avranno luogo da febbraio ad aprile 2024 presso la sede del centro multiculturale e psicolibreria i Luoghi dell’Anima, a Pescara, in via di sotto 120/8.

Il progetto artistico nasce dalla volontà di vivere un viaggio attraverso sonorità musicali del Sud del mondo in grado di condurci nella storia di popoli e migrazioni in un ambiente di casa, familiare, dove l’incontro e lo scambio culturale con gli artisti, testimoni indiscussi di diversità e ricchezza, restituiscono valore alla condivisione e testimoniano la ricchezza della diversità in ogni sua forma.

L’evento è patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara e realizzato mediante la partecipazione di Partner tecnici e Main Sponsor quali Pizzeria Giampiero al 58/1, Bonjour Boulangerie, Volavola audiovisivi e Franco Glieca Fotografia che l’organizzazione ringrazia vivamente.

È previsto uno sconto del 50% sull’acquisto dei biglietti per persone con disabilità. Per informazioni, acquisto biglietti e abbonamenti è necessario chiamare il 3388008599 o recarsi presso la libreria in via di sotto 120/8 a Pescara.

Programma

18 febbraio 2024

ore 18:30 Concerto aperitivo: Tango Cruzados

Franco Luciani (armonica e voce) e Fabrizio Mocata (pianoforte)

ore 21:00 Milonga con esibizione degli artisti

9 marzo 2024

ore 20 presentazione di vini naturali a cura di Antidotes

ore 21 Concerto Uno Buscando Martin Diaz Gonzalez (chitarra e voce)

20 aprile 2024, ore 21

Concerto aperitivo Djembè Kan

Seydou Kienou (djembè e voce)

21 aprile 2024

Ore 10:30 stage di percussioni per bambini

Ore 15:30 Viaggio nella danza e nei canti afro – stage per adulti




INAUGURATO IL DORMITORIO COMUNALE

Sette i posti letto in uno spazio dotato di cucina e lavatrice

Giulianova, 17 gennaio 2024. È stato inaugurato ieri mattina il dormitorio comunale, in via Migliori. Si tratta di una struttura unica, in Provincia di Teramo, l’unica di proprietà pubblica.

Il dormitorio si ispira a modelli di gestione a dimensione familiare. Le persone ospitate non potranno solo trascorrervi la notte, ma avranno modo di abitare h 24 i locali, dotati di servizi, cucina e lavatrice. Una delle finestre si apre sullo stadio Fadini.

Presenti al taglio del nastro, il Sindaco Jwan Costantini, il Vicesindaco Lidia Albani, l’assessore Soccorsa Ciliberti, il capogruppo consiliare Paolo Vasanella, il parroco di San Flaviano don Enzo Manes, che ha impartito la benedizione.

“Gli utenti verranno presi in carico dal nostro Servizio Sociale – spiega il Vicesindaco Lidia Albani – Saranno ammessi dopo un colloquio e dopo l’adesione ad un progetto individualizzato che prevede il raggiungimento, durante la permanenza, di precisi obiettivi. Non si tratta infatti di un’iniziativa di mero assistenzialismo, ma di un accompagnamento finalizzato alla conquista dell’autonomia personale. Due anni fa il Consiglio Comunale ha approvato il regolamento relativo al suo utilizzo. Il tempo massimo di accoglienza, fissato a dodici mesi, potrà subire variazioni in base alle valutazioni delle assistenti sociali, a cui è affidata la supervisione generale.  Il primo   utente entrerà già in serata. Nostra intenzione – prosegue Lidia Albani –  è restituire almeno in parte la serenità a quanti vivono il dramma della mancanza di un tetto. La permanenza nella struttura, per quanto temporanea, permetterà loro di concentrarsi magari sulla formazione professionale o sulla ricerca di un lavoro. Partiamo dunque oggi con molta fiducia, riservandoci la possibilità di apportare modifiche e miglioramenti sulla scorta delle dinamiche osservate.”

Nel dormitorio è garantito l’utilizzo della lavatrice per l’igiene degli indumenti. Agli utenti è affidata la pulizia ordinaria, mentre una cooperativa si occuperà ogni 15 giorni di quella straordinaria e del cambio delle lenzuola.

“Siamo soddisfatti di questo risultato – sottolinea il Sindaco Jwan Costantini – frutto di una politica fortemente orientata al sociale. Non è escluso, qualora l’esperienza fosse oltremodo positiva, che altri spazi comunali vengano adibiti allo stesso uso”.




FURTI A FOSSACESIA

Il sindaco chiede ai carabinieri di aumentare i controlli

Fossacesia, 16 gennaio 2024. “I furti registrati nelle ultime settimane, in particolare nelle abitazioni delle zone periferiche, sono fatti che meritano ancora di più la nostra attenzione. Per questa ragione, in accordo con i carabinieri della locale stazione, che stanno svolgendo il loro compito per risalire agli autori, ho chiesto che i controlli siano intensificati. Abbiamo bisogno del sostegno e supporto di tutti e di un lavoro di squadra per presidiare maggiormente il territorio”.  È quanto afferma il sindaco Enrico Di Giuseppantonio, che ha concordato con i carabinieri della Stazione di Fossacesia, Compagnia di Ortona, di aumentare per quanto possibile la vigilanza, in considerazione che la loro competenza riguarda non solo Fossacesia ma anche i comuni di Mozzagrogna, Santa Maria Imbaro e Rocca San Giovanni. Il fenomeno dei furti è in crescita in tutta Italia e in Abruzzo hanno avuto un’ impennata.

“Alla sicurezza, per quanto nelle possibilità del mio ruolo di sindaco, ho sempre prestato la massima attenzione – ricorda Di Giuseppantonio – Ho fatto in modo che fosse potenziata la stazione dei carabinieri e, inoltre, quando il Ministero dell’Interno ha riavviato la graduatoria per ottenere il finanziamento per sistema di videosorveglianza in città, dal quale eravamo stati esclusi dai numerosi bandi negli anni precedenti perché il punteggio di Fossacesia relativo al numero dei reati compiuti sul nostro territorio era inferiore a quello degli altri comuni, siamo riusciti ad ottenere uno stanziamento di circa 90 mila euro (di cui 30 mila da attingere dai fondi comunali).

“Nei prossimi giorni – spiega l’assessore Umberto Petrosemolo, che ha coordinato oggi una riunione dei tecnici e Polizia Locale – sarà presentato il progetto definitivo e successivamente si procederà all’affidamento dei lavori con l’installazione di videocamere sull’intero territorio comunale, che permetterà il monitoraggio e il controllo delle vie di accesso alla città e della periferia. Non solo: abbiamo avuto, nei giorni scorsi,  comunicazione dalla Regione Abruzzo di un contributo di 30mila, previsto nel bilancio regionale del 2023, destinato all’acquisto di altre videocamere”.

Prefettura e Forze dell’Ordine, nel frattempo, proprio per l’aumento dei furti in tutto il territorio regionale e in provincia di Chieti, chiedono ai cittadini di segnalare tempestivamente anomalie in modo da predisporre interventi celeri per prevenire qualsivoglia azione criminosa. 




SCORCI D’ABRUZZO – ESCHER

Escher l’artista che sognava l’infinito

Pescara, 16 gennaio 2024. Maurits Cornelis Escher, nato in Olanda è famoso soprattutto per i suoi soggetti basati su curiose simmetrie, paradossi matematici e prospettive impossibili: alla fine degli anni ’20 l’artista vagava per l’Abruzzo con la sua “matita” pronta; proprio Escher è il protagonista della puntata di “Scorci d’Abruzzo”, rubrica di Paolo Pacitti, andata in onda ieri, dopo una breve pausa natalizia, su Buongiorno Regione con le telecamere Rai di Sem Cipriani e lo scrittore Peppe Millanta.

Forte è il suo legame con l’Italia, visse a Roma per più di dieci anni, visitando spesso l’Abruzzo. La sua opera “Castrovalva”, raffigura l’omonimo borgo nell’aquilano, posto in cima ad un ripido pendio, con una prospettiva che si apre verso il cielo nuvoloso; sullo sfondo una vallata con Anversa degli Abruzzi e Casale in lontananza, come spiega la storica dell’arte Sibilla Panerai: “nel 1922 compie una sorta di Grand Tour ottocentesco che lo porta a visitare i luoghi più belli d’Italia, e nella nostra penisola conosce la moglie che sposa a Viareggio per poi andare a vivere a Roma; da qui si muoverà verso i piccoli borghi che lo affascinarono immensamente e faranno sì che diventi specializzato in quelle tecniche paesaggistiche che caratterizzano la sua opera”.

Escher arrivò a Castrovalva di sera molto tardi, cercò un alloggio ed andò subito a dormire; alle 5 del mattino però dei pesanti colpi bussarono alla sua porta: erano i carabinieri. Fu subito portato in prigione dove passò la notte per aver preso parte all’attentato al Re d’Italia, avvenuto il giorno prima a Torino. Il motivo? arrivato nel borgo ad un orario un po’ insolito, non aveva partecipato alla processione che s’era tenuta a Castrovalva ed una donna del luogo lo segnalò alla Polizia perché “aveva lo sguardo cattivo”, ma riuscì a dimostrare la sua innocenza e venne rilasciato il giorno dopo.

Opi, Scanno, Fara San Martino, Goriano Sicoli, Pettorano sul Gizio, sono solo alcuni dei luoghi immortalati della regione abruzzese.

Alessandra Renzetti




LA DISTRUZIONE DI VIALE PRIMO VERE

Oggi un altro pino è stato abbattuto

Pescara, 17 gennaio 2024. Nel viale protetto di Pescara, assaltato da un progetto che chiamano di riqualificazione, oggi è stato abbattuto un albero che, ironia della sorte o malafede degli uomini, nello stesso progetto era definito come “conservato”.

 Il 5 gennaio un altro pino, tra quelli che si dovevano conservare, era caduto in viale Primo vere n.20, mostrando a tutti la dura realtà: le radici strappate e recise. Queste radici danneggiate ci raccontano una storia, e purtroppo anche quello che avverrà. Gli abbattimenti dei lecci e delle tamerici di Viale Primo Vere sono stati fermati da un esposto della Sezione pescarese di Italia Nostra che ha dimostrato lo stato di salute di quegli alberi e il vincolo di legge che li tutela.

Si stava agendo al di fuori delle autorizzazioni e delle procedure corrette pur di trovare spazio a delle postazioni per i parcheggi. Ma il cantiere, che è andato avanti nelle lavorazioni con i suoi manufatti grigi le vasche di cemento, l’asfalto, le basi per i marciapiedi, ha danneggiato inesorabilmente le radici del pino che è caduto il 5 gennaio.

Oggi a poca distanza ne è stato abbattuto un altro al numero civico 14: l’indirizzo di un albero storico in meno. Siamo certi che ci diranno “era a pericolo di caduta”.

Così succede che vengano abbattuti anche gli alberi che erano segnati in progetto come “da salvare”: sono condannati dalle errate lavorazioni che proprio la nostra perizia agronomica denunciava. Quanti alberi di quelli che siamo riusciti a salvare vedremo perire perché ruspe e benne hanno tagliato le loro radici e attaccato il loro spazio vitale?

 Far avanzare un cantiere senza garantire le prescrizioni di legge come i Criteri Ambientali Minimi (CAM) prescritti per le Pubbliche Amministrazioni o il Regolamento del Verde che lo stesso Consiglio Comunale si è dato vuol dire una cosa sola: non c’è controllo e non c’è consapevolezza del proprio agire; si provocano i danni che poi portano all’impoverimento della città. Distruggere il patrimonio pubblico di una città non può e non deve far parte dei compiti di una amministrazione. Invece è proprio quello che sta accadendo.

Italia Nostra sezione L. Gorgoni – Pescara




VONGOLE DESTINATE AL MERCATO NERO

La guardia costiera ne sequestra 150 chili

Giulianova, 16 gennaio 2024. Sarebbero stati destinati al mercato nero i 150 chili di vongole sequestrati dai militari della Capitaneria di porto, nel corso delle costanti attività di vigilanza esperite sull’intera filiera ittica. In questo caso, l’attenzione del personale della Guardia Costiera veniva attirata dal comportamento sospetto di due uomini che alla vista dei militari cercavano di allontanarsi velocemente da un’area portuale dove avevano occultato i sacchetti di vongole adagiati sulla pavimentazione, senza alcuna accortezza necessaria a garantire la qualità del prodotto.

I due venivano identificati e sanzionati per un importo di 4.000 euro, poiché detenevano prodotto ittico privo di certificazione comprovante il transito presso un centro di spedizione.

Un ennesimo colpo inferto dal personale dell’Ufficio Circondariale marittimo di Giulianova al mercato nero dei prodotti della pesca, alimentato nella maggior parte dei casi dal prodotto pescato in eccesso che non può trovare collocazione nella filiera regolare, circostanza per la quale anche nei prossimi giorni resterà alta l’attenzione dei militari a tutela dei consumatori e degli operatori della pesca che svolgono il proprio lavoro nel rispetto delle norme.




I POPOLARI NON POSSONO CHE RIPARTIRE DA STURZO

di Giancarlo Infante

Politicainsieme.com, 16 gennaio 2024. Il 18 gennaio si terrà un convegno a Roma organizzato da Tempi nuovi, che ha la principale figura di riferimento in Giuseppe Fioroni, dal titolo “L’Appello di Sturzo tra progressisti e conservatori”. Il convegno vedrà la partecipazione di rappresentanti di quell’area ampia che, in teoria, potrebbe davvero dare vita alla novità di creare quell’ elemento centrale diretto ad assicurare la definizione di un “baricentro” del sistema politico italiano. Quel “baricentro” tanto necessario al Paese e di cui siamo stati i primi ad auspicarne la nascita a partire dall’oramai lontano luglio 2020 quando ancora non si era tanto diffusa, così com’è oggi, anche grazie al lavoro di Politica Insieme e di Insieme, la consapevolezza della necessità di lavorare al superamento del sistema bipolare.

Ho usato il termine “in teoria” perché la recente esperienza ci ha portato, nel frattempo, a cocenti delusioni. Quali sono state, in successione, la nascita e la morte del cosiddetto Terzo polo e, poi, il tentativo di dare vita ad una ricongiunzione di molti dei movimenti popolari e cristiani democratici, così come fu pensata e definita il 25 febbraio dell’anno scorso.

È evidente come l’incontro di dopodomani raccolga più di ciò che sta nel recinto del popolarismo. In questo può esserci, assieme, una ricchezza potenziale e una problematicità. E questo perché, inevitabilmente, si fanno sentire le elezioni europee con tutto il carico di elementi positivi, un elemento vitale, le passioni che un impegno elettorale suscitano. Ma anche con delle oggettive questioni che si presentano critiche. Sappiamo dei problemi che permangono tra quanti avevano avviato e, poi, chiuso l’esperienza del Terzo polo. In più, esistono diversità d’opinione sulle scelte da fare per quanto riguarda la collocazione nelle grandi “famiglie” che concorrono a formare il Parlamento di Strasburgo. Resta pertanto da chiarire il punto della caratterizzazione, “dell’abito” che s’intende adottare nel partecipare alla chiamata al voto per Strasburgo.

Il titolo del convegno di giovedì 18 si presenta a questo proposito molto intrigante. Perché don Luigi Sturzo andò oltre quel “tra” che divide progressisti e conservatori. Per una scelta che egli aveva sempre ben definita, ma che si trovò poi a più nettamente ad esplicitare con l’emergere dello scontro con il fascismo: il conservatorismo era da considerare il vero avversario del popolarismo.

Di nuovo, nelle condizioni attuali, c’è la necessità di chiarire quale sia una possibile scelta progressista per i popolari. Non solo per restare nella continuità sturziana, ma soprattutto nella considerazione dei problemi strutturali del Paese e del complesso quadro europeo. Purtroppo, è anche lo stesso Partito popolare europeo a contribuire ad una certa indeterminatezza presentandosi esso diviso al proprio interno tra la prosecuzione della cosiddetta “alleanza Ursula” e il tentativo di Weber di aprire ai conservatori. D’altro canto, non mancano i problemi nell’altro fronte e si tratta, per ciò che riguarda ad esempio Emanuel Maron e Renew Europe, cioè il progressismo d’impronta liberista, di sapere quale sia il tasso di popolarismo che c’è intenzione di accogliere.

Io credo che ci debba essere la forza, e la capacità, di andare al cuore dei problemi che oggi hanno dinanzi quanti restano convinti popolari e cristiano democratici. La scelta progressista non è e non può essere solo confinata nella valutazione dello schieramento in cui collocarsi.

Ancora oggi, essere popolari significa lavorare per innestare negli equilibri sociali, negli assetti istituzionali e nella vita quotidiana dei cittadini un tasso in più di solidarietà, d’inclusione e di sostegno per le componenti del ceto medio e delle fasce crescenti dei più deboli.

Per questo partecipammo con convincimento al 25 febbraio del 2023. E riteniamo che a quel punto si debba tornare superando, collettivamente, limiti e vizi mostrati in questi anni da gran parte dei cattolici interessati alla partecipazione alla vita politica. E sapendo anche che i popolari hanno un grande patrimonio da mettere in campo con delle basi specifiche, particolari ed autonome da far valere agli occhi degli italiani.

Intanto, la grande e decisiva battaglia contro lo stravolgimento della Costituzione. E già sarebbe bene che, tra due giorni,  nel corso del confronto con le altre voci partecipi a questa potenziale area più larga, si ponessero due questioni importanti, per quanto riguarda sostanza e spirito costituzionale, quali sono quelli del premierato e dell’autonomia differenziata. Verrà una voce chiara comune in questo senso?

L’altro grande impegno non può che essere costituito dalla difesa dell’universalità della Sanità e della Scuola, questioni su cui sono evidenti i grandi passi indietro che il Paese è costretto a registrare.

Esistono, poi, i temi del cambiamento della politica economica, di quella del lavoro e della fiscalità e del Mezzogiorno. Su tutti questi versanti, non possiamo certo rinunciare ad opinioni e visioni che non ci fanno stare  pienamente, come accadde a Sturzo, né con i liberali né con i socialisti. E ciò vale a maggior ragione sui temi etici più sensibili che richiamano al senso della Vita e alle relazioni interpersonali. Un confronto vero e leale è più che mai necessario.

Resta dunque la necessità che i popolari e i cristiano democratici, senza venire meno alla loro naturale propensione al dialogo e alla collaborazione con altre culture politiche, mettano in campo un rinnovato patrimonio concettuale che facciamo risalire a don Luigi Sturzo: quello della essenza programmatica e di una politica di servizio individuata e coerentemente condotta sulle cose. Un insieme del tutto originale. Proprio di una tradizione di contenuti e di metodo che salvaguarda, insieme, il senso dell’autonomia e lo spirito della “coalizione”. Una specificità di pensiero, e nel concepire l’azione popolare, che non è un elemento di separatezza, bensì un’autentica partecipazione all’arricchimento complessivo dell’intero Paese su basi certe e chiare.

I popolari non possono che ripartire da Sturzo – di Giancarlo Infante – Politica Insieme




PREMIO DONNA 2024 – CITTÀ DI ROSETO

L’amministrazione comunale e la Cpo premiano le donne che hanno contribuito allo sviluppo e al benessere della comunità. Le candidature per il premio potranno essere presentate entro il prossimo 10 febbraio

Roseto degli Abruzzi, 16 gennaio 2024. Il Comune di Roseto degli Abruzzi e la Commissione Pari Opportunità premiano le donne che si sono distinte in ambito sociale, culturale, sportivo ed economico.

In occasione della Giornata Internazionale dei diritti della Donna (il prossimo 8 marzo), il Comune di Roseto degli Abruzzi ha organizzato anche quest’anno il concorso che ha lo scopo di valorizzare le donne che, con il loro impegno, la loro professionalità e la loro creatività, hanno contribuito allo sviluppo e al benessere della comunità rosetana.

Le candidature al “Premio Donna 2024” vanno presentate entro il 10 febbraio 2024, tramite PEC o brevi manu all’Ufficio URP, con l’indicazione dell’oggetto “Candidatura Premio Donna”. La scheda di candidatura è disponibile sul sito istituzionale del Comune. La Commissione Pari Opportunità, successivamente, esaminerà le proposte pervenute e selezionerà le vincitrici, tenendo conto dei criteri di valutazione previsti dal regolamento e riservandosi di valutare e inserire altri nominativi nella rosa delle candidate.

Le donne che possono partecipare devono essere originarie di Roseto, nate o residenti attualmente sul territorio, oppure devono aver vissuto almeno dieci anni in Città o comunque avere un legame con il territorio. Il premio potrà essere assegnato anche alla memoria.

Le candidature al Premio possono essere presentate da associazioni, enti, organismi o privati cittadini che vogliano sostenere e valorizzare una figura femminile che abbia i requisiti richiesti. La proposta deve essere accompagnata da una presentazione in cui siano esposte le motivazioni alla base della candidatura oltre che una breve biografia della candidata. Non sono ammesse autocandidature e si possono ripresentare richieste per donne già premiate senza diritto di prelazione.

La cerimonia di premiazione si svolgerà il prossimo 8 marzo in un luogo che sarà reso noto nei prossimi giorni. Tutte le informazioni sono a disposizione sul Sito Istituzionale dell’Ente.

Il Sindaco di Roseto degli Abruzzi Mario Nugnes e la Presidente del Consiglio Gabriella Recchiuti hanno espresso il loro apprezzamento per la conferma del Premio, sottolineando come il concorso rappresenti un esempio e uno stimolo per tutte le donne e per l’intera società. Il Sindaco e la Presidente hanno anche ringraziato la Commissione Pari Opportunità per il lavoro svolto e invitano tutti i cittadini e le cittadine a partecipare alle iniziative promosse dal Comune in occasione della Giornata Internazionale dei diritti della Donna.

“Sono orgogliosa di annunciare che il Comune di Roseto degli Abruzzi conferma l’organizzazione del Premio Donna anche per il 2024 – afferma la Consigliera con delega alle Pari Opportunità Toriella Iezzi – Si tratta di un’occasione per rafforzare i valori della parità di genere e per dare il giusto riconoscimento alle donne rosetane che portano lustro alla nostra città. Si tratta di una occasione per lanciare un importante messaggio e per far conoscere le storie e le esperienze delle donne rosetane, che sono una fonte di ispirazione e di orgoglio per tutti noi. Il “Premio Donna 2024” è un modo per celebrare il ruolo delle donne nella nostra società e per promuovere la cultura delle pari opportunità”.

“Rinnoviamo l’impegno del Premio Donna con grande entusiasmo – afferma la Presidente della Cpo di Roseto Silvia Mattioli – Quest’anno all’interno della Sezione “Impresa” potranno partecipare anche le candidature di donne che hanno raggiunto importanti traguardi e ruoli di responsabilità all’interno delle aziende e delle istituzioni pubbliche e private. Un modo per valorizzare i percorsi professionali di coloro che si sono distinte anche come valide professioniste e non solamente nel campo dell’imprenditoria”.




UNA NECESSITÀ IRRIMANDABILE

Il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime. Lavoratore morto alla Proma spa di Atessa

Pescara, 16 gennaio 2024. Aveva 46 anni Roberto ed è morto nella mattinata lavorando alla Proma SpA, azienda di Atessa che produce pezzi per il settore automotive. Quasi sempre questi non sono incidenti ma il frutto di insufficienti investimenti e attenzione delle aziende sulla sicurezza.  Il 2023 è stato un anno orribile per l’Abruzzo che è risultata la regione con il maggior incremento di morti sul lavoro rispetto al 2022, anno in cui era già aumentato il numero di morti rispetto al 2021.

Ribadiamo che la politica deve intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi consiliari regionali, che è necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle ASL e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole. Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa l’attività e prevedere dei controlli stringenti periodici: meglio lavoratori cassintegrati che morti.

Naturalmente ribadiamo con forza che bisogna introdurre un reato specifico nella legislazione: il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime. A tal proposito da mesi stiamo raccogliendo firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare che prevede l’introduzione di tali reati e che costringerebbe il parlamento ad affrontare il tema. L’Usb ha ribadito anche nella riunione del Comitato Regionale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro, tenutasi a Pescara lo scorso 20 dicembre, che non bastano formazione ed informazione ma serve ben altro per fermare questa carneficina.

Nei prossimi giorni programmeremo scioperi in tutte le aziende della Val di Sangro in cui siamo presenti, per ricordare Roberto, tutti i lavoratori morti sul lavoro e per chiedere vera giustizia per loro e per le loro famiglie. In questo momento sentiamo che è il modo migliore per mostrare la nostra vicinanza alla famiglia di Roberto. Se i lavoratori muoiono il minimo è che, se vi sono responsabilità, chi le ha deve pagare con la galera.

Il Coordinamento USB lavoro privato Abruzzo e Molise 




IL CULTO DI SANT’ERASMO in territorio di Acciano …

un capitolo sconosciuto di religiosità popolare abruzzese

[Articolo pubblicato in Rivista Abruzzese, Anno XLIII, n°3-4, Lanciano 1990, pp. 231-235.]

Nella desolata area montuosa situata tra la piana di Navelli ed il medio corso dell’Aterno, s’erge un brullo massiccio, il monte Offermo, che con i suoi 1303 m. di altitudine funge da spartiacque fra il territorio di Caporciano e Bominaco e quello delle frazioni appartenenti al Comune di Acciano, cioè Succiano, Beffi, S. Lorenzo e Roccapreturo.

In quest’area geografica e propriamente alle pendici sud-orientali del monte Offermo, sorge un piccolo santuario dedicato a S. Erasmo vescovo e martire, che è meta nella prima domenica di giugno di numerosi fedeli provenienti da tutti i centri della media valle dell’Aterno e della piana di Navelli. La chiesetta, ascrivibile alla tipologia della ecclesia ruralis e sorta probabilmente come ex voto, presenta elementi architettonici che permettono di farne risalire la costruzione alla seconda metà del ‘500.

In un’altra zona del monte Offermo, in direzione nord-ovest e quindi opposta a quella dove è situato il piccolo santuario, vi sono altri due toponimi legati al culto erasmiano e cioè i calmi di S. Erasmo e la cunetta (o cunicella) di S. Erasmo, mentre lo stesso oronimo Offermo sembra indicare una ulteriore testimonianza del culto professato al santo martire, in quanto il nome Erasmus si rinviene in lingua mediolatina alterato in Ermus e Fermus (Fermo) nonché in Elmas (Elmo) e può pertanto aver contribuito alla designazione oronimica dell’Offermo.

Se la nostra supposizione fosse esatta, tutto il massiccio dell’Offermo designerebbe dunque un’area geografica sacrale posta sotto la protezione del vescovo martire, di cui si hanno scarse ed incerte notizie storiche. Infatti, sia il “Martyrologium romanum” che gli “Acta Sanctorum” ci presentano tre santi di nome Erasmo: il Confessore, il Martire di Antiochia ed il Vescovo di Formia, città di cui è patrono e dove all’epoca di Diocleziano subì, secondo una tradizione consolidata, un crudele martirio, l’esportazione cioè delle viscere mediante un argano a manovella. Un noto quadro del Poussin, conservato nella Pinacoteca del Vaticano, mostra appunto il martirio di S. Erasmo mediante l’argano, sicché tale attrezzo è diventato un attributo delle raffigurazioni antiche e moderne del vescovo martire, come il pane per S. Nicola di Bari, il maialetto per S. Antonio Abate e via dicendo.

Il martirio per estrazione delle viscere ha conferito a S. Erasmo patronati corrispondenti, come quello sui dolori del ventre, sulle coliche e sulle malattie dell’intestino. Molti santi diventano infatti protettori degli stessi organi che nel loro corpo subirono il martirio e ne causarono la morte: così S. Lucia protegge gli occhi e la vista, Sant’Agata, cui furono recisi i seni, protegge il petto da carenze di latte o dai tumori (si confronti per tale patronato il culto di S. Agata a Castelvecchio Subequo e Montenerodomo). Come si è detto, l’area geografica consacrata al culto di S. Erasmo coincide con il territorio di Acciano, che comprende le frazioni di Succiano, Beffi, S. Lorenzo e Roccapreturo. A S. Lorenzo, nella chiesa sub eodem titulo, si ammira una bella tela seicentesca che raffigura la terribile tortura cui fu sottoposto il santo.

L’ignoto artista, che probabilmente conosceva l’opera del Poussin, ha saputo ricostruire efficacemente l’atmosfera drammatica del martirio: i carnefici hanno strappato a S. Erasmo i paramenti da vescovo che giacciono per terra; e mentre alcuni lo sorreggono con forza disteso su una panca, altri gli estraggono gli intestini avvolti ad un argano a manovella. A Beffi (chiesa di S. Michele Arcangelo) e Succiano (chiesa di S. Giovanni Battista), si conservano due statue, lignea la prima e di gesso la seconda, che raffigurano invece S. Erasmo in veste da vescovo, con mitra e pastorale, senza l’attributo dell’argano. Queste due statue sono involontarie protagoniste di una singolare contesa, in quanto le due frazioni di Succiano e Beffi ne rivendicano ciascuna l’autenticità, sottolineando in tal modo la priorità del culto, con piati che esplodono proprio in occasione della festa, cioè nella prima domenica di giugno.

L’episodio conferma dunque un aspetto caratteristico della religiosità popolare, in quanto i devoti sogliono attribuire poteri miracolosi solo alle immagini ‘originarie’ e perciò più antiche di santi e madonne, venerate in quel particolare spazio sacro che è il santuario e dove solitamente si manifesta il portentoso.

Due sono pertanto le processioni organizzate separatamente nel dies natalis di S. Erasmo: la prima parte da Succiano e la seconda da Beffi. In prossimità del santuario agreste si originano talvolta forti contrasti per il diritto di precedenza, che ricordano quelli che si verificano fra le varie confraternite fondate in una medesima città. Comunque, devoti e pellegrini intervistati, non residenti né a Beffi e né a Succiano, sono stati concordi nel riconoscere che Succiano è il vero epicentro del culto ed è proprio in questa frazione che essi accorrono numerosi nella prima domenica di giugno (il dies natalis del santo cade però il 2 giugno) per rendere omaggio a S. Erasmo.

Già nelle prime ore del mattino la chiesa di S. Giovanni a Succiano è gremita di pellegrini provenienti da tutti i centri limitrofi. La statua del santo, che poggia sopra un pesante baldacchino, è costellata di catenine, collane, anelli d’oro offerti come ex voto al santo, dalla cui mano destra pende un nastro rosso sul quale si appuntano offerte in denaro. Dollari USA e canadesi testimoniano la preesistenza del culto presso comunità originarie di questi luoghi e trapiantatesi in America. Verso le sette di mattina lo sparo assordante dei mortaretti annuncia l’inizio della festa; si forma quindi una processione che lentamente imbocca il ripido sentiero che conduce al santuario, sito in una zona brulla e montagnosa, molto distante da Succiano.

In testa al corteo sfilano tre alti stendardi; il primo di S. Antonio da Padova (bianco), il secondo di S. Erasmo (rosso) ed il terzo della Madonna di Loreto (azzurro). Seguono quindi la banda e la statua di S. Erasmo. Il sentiero è ripido, impervio e faticoso. Dai circa 700 m. di Succiano si sale fino a 1.165 m., l’altitudine cioè in cui è situato il piccolo santuario; sicché coloro che portano la statua ricevono di tanto in tanto il cambio e riprendono fiato. Dopo circa un’ora di cammino la banda si stacca dal corteo ed imbocca un sentiero più breve che porta alla chiesetta, in modo da accogliere con musica i pellegrini al loro arrivo. Il corteo continua frattanto la sua faticosa marcia e compie la prima sosta alla cosiddetta cunicella o cunetta di S. Erasmo, cioè una edicola votiva in pietra dalla quale si può osservare lontano in basso l’abitato di Succiano.

Secondo la tradizione S. Erasmo avrebbe sostato nei pressi di questa edicola durante il suo peregrinare in Abruzzo, notizia questa non sorretta da documenti storici perché non risulta da alcuna fonte la presenza del santo nelle nostre contrade. Nell’interno della cunicella, forse alterazione dialettale indicante “piccola icona”, sono visibili tracce di un affresco raffigurante un tempo, con ogni probabilità, lo stesso S. Erasmo, di cui non esistono, in questa località, riferimenti relativi ad “impronte miracolose”.

Ricevuta la benedizione del sacerdote officiante, il corteo dei pellegrini riprende il suo cammino e passando per i “calmi di S. Erasmo” perviene infine alla solitaria chiesetta, addossata alla quale è stato costruito, in epoca successiva alla sua edificazione, un locale adibito a ricovero per i pastori sorpresi da tempeste atmosferiche, particolare questo degno di nota e sul quale tomeremo in seguito.

L’interno della chiesetta presenta una volta a botte ed un altare in pietra incassato in una nicchia. Sulla parte alta della medesima parete sono visibili tracce di un affresco deturpato dall’umidità. Alcune iscrizioni votive, effettuate sull’affresco con punte di chiodi o con temperini e risalenti anche alla prima metà del secolo scorso, attestano la presenza costante dei devoti nel piccolo santuario, le loro speranze, le loro angosce o la gioia per le grazie ricevute. L’affresco raffigura S. Erasmo con paramenti da vescovo, manto rosso, mitra e pastorale; con un braccio sollevato sembra additare una Madonna col Bambino, dipinta in alto sulla sua destra.

Ai piedi del santo, su uno sfondo azzurro cupo, si nota un gruppo di case sovrastate da una torre, forse una delle caratteristiche torri medievali di Beffi o Roccapreturo, supposizione che, se esatta, potrebbe costituire un indizio sull’origine del devoto che ha commissionato l’affresco, in epoca forse immediatamente successiva a quella dell’erezione del piccolo santuario.

Alla fine della funzione religiosa il sacerdote benedice i pani di S. Erasmo ed il vino offerti separatamente dalle “deputazioni” di Succiano e di Beffi.

Verso mezzogiorno il corteo si ricompone per far ritorno a Succiano.

Altrettanto fa l’altro corteo venuto da Beffi. Le due statue, riposte nelle rispettive chiese, restano esposte per tutto il pomeriggio all’adorazione dei fedeli. I pani benedetti nel piccolo santuario vengono donati a parenti ed amici che per qualsiasi motivo non hanno preso parte al pellegrinaggio in montagna. Anche una semplice mollica di questo pane preserva lo stomaco da una vasta gamma di malattie. Il pane di S. Erasmo si aggiunge così alla lunga lista dei pani sacrali ed apotropaici che esercitano il loro potere soprattutto se mangiati nel “dies natalis” del santo da cui prendono nome, il “tempo sacro” appunto della religiosità popolare.

Tutta l’area geografica compresa tra le pendici occidentali del monte Offermo ed il medio corso dell’Aterno, fiume che secondo l’umanistica Guido da Montopoli era chiamato anticamente Aperno per la grande presenza di cinghiali (Aper), sembra così consacrata a S. Erasmo. Il toponimo Acciano, menzionato nell’8l6 dal “Chronicon Vulturnensis” come possedimento del monastero benedettino di S. Pietro in Trite, compare nelle forme Azano e Anzano, mentre le sue attuali frazioni di Beffi, Succiano, Roccapreturo e S. Lorenzo sono attestate in documenti redatti in epoche diverse. Questo territorio attraversato dall’Aterno faceva parte della Diocesi di Valva e Sulmona, ma più tardi, con la Costituzione di Papa Martino V del 1426, fu assegnato alla Diocesi aquilana. I toponimi che in tale sede interessano appaiono alla Costituzione nelle forme di Roche de preturo (Roccapreturo), Aczani

(Acciano) e Beffiy (Beffi). Non sono citate dunque le altre due frazioni di Acciano, cioè Succiano e S. Lorenzo. In quest’ultima località, tuttavia, la chiesa sub eodem titulo presenta nella parte posteriore materiale riutilizzato per il suo ampliamento e di evidente stile romanico, sicché il borgo deve essersi formato successivamente attorno alla primitiva chiesetta. La Bolla corografica di Clemente III (1188), menziona per Beffi le chiese di S. Savino, S. Pietro e S. Maria; per Roccapreturo le chiese di S. Cecilia, S. Giovanni e S. Pelino; per Acciano le chiese di S. Pietro, S. Petronilla e S. Lorenzo.

Nessuna notizia ci hanno tramandato dunque i documenti più antichi, relativi a chiese esistenti in territorio di Acciano e consacrate al culto di S. Erasmo. Lo stesso Calendario valvense, affrescato nel XIII secolo nella chiesa di S. Pellegrino nella vicina Bominaco, non contiene alcun riferimento in merito al vescovo martire di Formia ed avvalora l’ipotesi che il culto stesso sia stato introdotto in territorio di Succiano nel corso del XVI secolo e registra la massima diffusione in concomitanza con l’erezione del santuario campestre di Succiano.

Va sottolineato che il culto di S. Erasmo doveva essere presente anche ad Introdacqua, nei pressi di Sulmona. Gaetano Susi, nella sua opera Introdacqua nella storia e nel folklore (Sulmona, 1970, pp. 311-12), ci dice infatti che in una “Memoria” del 1714 si parla delle chiese campestri esistenti in territorio di Introdacqua e fra queste ve ne era una dedicata a S. Erasmo, “divenuto poi Ermo per facilità di pronuncia, come il cognome locale D’Erasmo diventò D’Eramo”. Dell’esistenza di questa chiesetta fa tuttora fede una grotta di S. Erasmo sita in loco, ai piedi della Plaja, e ricordata anche dalla Canziani nella sua nota opera Attraverso gli Appennini e le Terre degli Abruzzi (Londra 1928).

Come si diceva in precedenza, S. Erasmo, per il particolare martirio subìto, l’asportazione cioè delle viscere mediante un argano, esercita un patronato nei confronti di tutte le malattie viscerali e dello stomaco. Il Wörterbuch der deutschen Volkskunde (s.v Erasmus), sottolinea tuttavia che l’attributo dell’argano, che appare in molti dipinti raffiguranti il santo (per es. nel quadro conservato nella frazione di S. Lorenzo) “stammt aus seiner westeuropäischen Geltung als Patron der Schiffer”, deriva cioè dal suo patronato, diffuso nell’Europa occidentale, nei confronti dei marinai, essendo il verricello a mano un attrezzo indispensabile per il sollevamento delle merci da caricare sulle navi. Pertanto con il termine Erasmuswickel (gomitolo di S. Erasmo), i marinai indicavano l’argano con la fune aggomitolata, espressione che ben proìettava l’idea del martirio subito dal vescovo di Formia.

Il nome Erasmo si trasforma inoltre in lingua mediolatina in Ermo ed Elmo; e proprio con l’espressione “fuochi di S. Elmo”, i marinai indicavano quelle manifestazioni luminose di elettricità atmosferica, assumenti la forma di un velo incandescente, che apparivano di notte sull’estremità degli alberi delle navi, ed anche su aste metalliche, preposte a vari usi, in campagna o montagna. Ed è proprio questo il secondo patronato esercitato da S. Erasmo nell’area di Acciano. Specialmente nelle notti tempestose il fuoco di S. Erasmo fa ritrovare la via smarrita agli atterriti viandanti che lo invocano. I “miracoli” avvenuti in tal senso per intercessione del santo sono numerosissimi, come hanno riferito i miei informatori. Così una volta un uomo di Succiano, vagando per la notte alla ricerca della giusta strada da seguire per far ritorno in paese, scorse un lumicino che gli fu da guida fino alla chiesetta campestre di S. Erasmo, dove poté trovare riparo. In un’altra occasione, una intera banda musicale si era persa per queste montagne e poté ritrovare la strada seguendo “il lumicino di S. Erasmo”.  Una “strada” intesa anche in senso metaforico, per cui anche il malato di mente, il disoccupato ed in genere gli ‘indecisi’, cioè coloro che non sanno ‘quale strada scegliere’ nella vita, ricorrono al vescovo martire e ne implorano l’aiuto.

S. Erasmo, dunque, sembra decisamente esercitare patronati che sono, oggi, di grande attualità.

Franco Cercone




GO GO AROUND ITALY

La serie animata che racconta le venti regioni del Bel Paese. Martedì 16 Gennaio su Rai Yoyo in programmazione la diciottesima puntata dedicata all’Abruzzo. L’Aquila, Sulmona, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Teramo e Chieti e la splendida costa dei trabocchi.

Bari, 16 gennaio 2024.  Oggi, martedì 16 Gennaio su Rai Yoyo, alle ore 12:55 andrà in onda la diciottesima puntata di “Go Go Around Italy”, dedicata all’Abruzzo. Mia, Cipo e l’agente speciale alieno Zet, in questa stagione, saranno impegnati in un viaggio alla scoperta di storie, tradizioni e personaggi che dall’Aquila, Sulmona, passando per il Parco Nazionale d’Abruzzo e poi Teramo e Chieti, fino alla costa dei trabocchi.

Una serie animata per la regia di Francesco Colombo e prodotta dalla “Intergea” di Donatella Altieri e dalla “Armosia Italia” di Francesco Romeres, in collaborazione con Rai Kids. Le puntate sono state realizzate inoltre, con il contributo del Ministero della Cultura, della Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020 e dell’Apulia Film Commission.

Come fa una nazione così piccola, che rappresenta soltanto lo 0,2% del territorio mondiale a possedere una così alta concentrazione di storia e di cultura? La missione di Zet, parte da questo quesito e dalla ricerca di una formula segreta che sia in grado di svelare il mistero della grande bellezza dell’Italia. A bordo della Nuvola Volante, con un rocambolesco atterraggio, l’alieno giunge in una cittadina dell’entroterra barese, Gravina in Puglia, e proprio qui incontra i suoi compagni di avventure, i cuginetti Mia e Cipo.

L’indissolubile amicizia che va rafforzandosi di pari passo con le esperienze messe insieme, con sullo sfondo tante simpatiche mirabolanti peripezie, rendono “Go Go Around Italy” un prodotto adatto anche al mercato internazionale che da sempre, guarda all’industria della cultura italiana con grande interesse per la profondità e la qualità dei contenuti proposti. Fini educativi, didattici, di conoscenza del territorio e delle diversità, fanno di ciascuna delle puntate, ognuna dedicata ad una delle venti regioni italiane, un viaggio ricco di sottotrame e spunti interessanti anche per la promozione turistica nazionale ed internazionale, più specificatamente dedicata ai piccini. Con un messaggio che non si vuole celare: lasciare che i bambini si prendano il proprio tempo per tornare ad esplorare, anche soltanto con la fantasia, luoghi che poi avranno voglia di visitare anche nella realtà.




COSA TI CUCINO AMORE? Sabato 20 Gennaio, ore 21 Teatro De Nardis

RACCONTI D’INVERNO a Teatro con Mamma e Papà. Domenica 21 Gennaio, ore 17.30 Teatro De Nardis

Orsogna, 16 gennaio 2024.  Gli appuntamenti invernali proseguono con Cosa Ti Cucino Amore? una commedia scritta e diretta da Linda Brunetta con Caterina Casini, Maria Cristina Fioretti, Debora Mattiello. Il solito scherzo del destino riunisce a casa di Agata, la sera del suo compleanno, la svagata vicina Eleonora e Doga, una interprete turca di passaggio, unica ospite del suo improvvisato Bed & Breakfast. Il marito di Agata, Tito, è il grande assente, di cui si parla continuamente. Solo alla fine le due invitate, che hanno fatto di tutto per divertire la “povera” Agata, capiranno dov’è sparito Tito e nello stesso istante perché sono state coinvolte nei preparativi di una festa senza invitati.

Una sarabanda di equivoci, fraintendimenti, colpi di scena. Uno humour sarcastico e surreale, che gioca con il linguaggio, i luoghi comuni, le convenzioni, le apparenze, svelando la doppia e tripla natura dei personaggi, allo stesso tempo profondi e superficiali, crudeli e innocenti, scaltri e ingenui.

L’amore, la morte, la pasta per le tagliatelle, la danza del ventre, tutto ha lo stesso peso, entra a far parte del gioco, nell’unità di uno spazio scenico, che ha la dimensione molto femminile di una semplicissima cucina, dove può succedere e succede di tutto.

Gli ingredienti della commedia e della vita delle tre donne e si mescolano, si impastano, si mangiano e si buttano, come quelli per preparare i cibi della festa sul grande tavolo che domina la scena. Nell’arco di poco più di un’ora, assolutamente in tempo reale, le tre donne, che fino ad allora nemmeno si conoscevano, si scontrano e si confrontano, si alleano e si detestano, ridono e si commuovono, inventano storie, leggende, bugie e grandi verità, trasformandosi completamente e alla fine trovando anche un modo per stare insieme affrontando allegramente una nuova vita.

Cosa Ti Cucino Amore? è uno spettacolo comico, nella direzione stilistica dello humour nero inglese, dove, coniugando understatement e situazioni paradossali, non si ricorre alle facili battute, ma si coinvolge lo spettatore in modo sottile, spiazzandolo e sorprendendolo, per ritrovare un’ironia al femminile moderna e originale.

La programmazione di gennaio si chiude con il secondo spettacolo della rassegna Racconti d’Inverno – a teatro con mamma e papà; I Vestiti Nuovi dell’Imperatore di Andrea Calabretta  per la regia di Emanuela La Torre  (da H.C. Andersen). Un re vanesio e civettuolo pensa unicamente a cosa e come indossare. Un giorno due imbroglioni lo convincono a comprare un tessuto straordinario per bellezza ed eleganza. Questa stoffa ha una piccola particolarità: la può vedere solo chi è intelligente.

Chi non la vede vuol dire che è uno stupido. Con questa scusa i due furfanti fanno finta di tessere tessuti meravigliosi e nessuno, per paura di passare da stupido, osa confessare che non vede niente. Alla fine, il re si mostrerà nudo al suo popolo, il quale popolo loderà le meraviglie di un abito inesistente. Tra tanta gente solo un bambino ha il coraggio (o l’incoscienza) di dire la verità e di urlare a tutti che il re è nudo. I Vestiti dell’Imperatore è una partitura per attori e musicisti, in un connubio di immagini, testo, musica.

Per le scene e le immagini ci siamo lasciati ispirare dai colori e dal segno di Matisse. I bambini vengono coinvolti nella storia, la musica dal vivo accompagna tutto il racconto che alterna alle parti narrate quelle cantate. Oggetti, figure e parole si muovono insieme alla storia. La fiaba diventa voce, narrazione, musica, figura, movimento, ci suggerisce di non fermarsi alle apparenze.




LETTURA AD ALTA VOCE

Laboratorio di Fonderie Ars al Mumi

Francavilla al Mare, 15 gennaio 2024.  Libridine dà il via alle sue attività dal 19 gennaio 2024:  sarà il Laboratorio di Lettura ad alta voce a cura dell’attrice e regista Annalica Bates Casasanta di Fonderie ARS a tagliare il nastro per il Cepell progetto vinto dal Comune di Francavilla al Mare. Il corso, di 25 partecipanti, prevede 12 lezioni della durata di un’ora e mezza di venerdì pomeriggio dalle 18.00 alle 19,30 presso il Mumi (sala ipogea). Quello di Fonderie Ars, è solo uno dei 14 progetti di Libridine per il 2024.

Esercizi di respirazione, elementi di dizione, elementi di recitazione,  linguaggio paraverbale, analisi del testo e della punteggiatura, esercizi e giochi di lettura espressiva, sono questi gli argomenti del laboratorio che al termine prevede un reading aperto al pubblico come restituzione del lavoro svolto. Il reading sarà accompagnato dalla musica dal vivo a cura di Identità Musicali del M° Alfredo Bruno.

Così recita Victor Hugo né I miserabili : “Leggeva ad alta voce, parendole così di capir meglio. Leggere ad alta voce significa affermare a sé stessi la propria lettura. Ci sono persone che leggono a voce altissima e sembrano dare a sé stessi la parola d’onore di quel che leggono”.

Imparare a leggere a voce alta, infatti significa mettersi in gioco sviluppando empatia, competenze comunicative e capacità di trasmettere e veicolare le emozioni celate nei testi; inoltre permette di combattere la timidezza e acquisire maggiore sicurezza in sé stessi. La lettura ad alta voce è una lettura capace di destare interesse, di far sentire il fascino e la forza della scrittura ed è questo lo scopo del  laboratorio di Annalica Bates Casasanta.

La voce narrante è l’anello di collegamento tra autore, storia e pubblico e ha la responsabilità di restituire le corrette intenzioni al testo anche attraverso il linguaggio paraverbale. Il corso è strutturato in moduli ed intende formare, attraverso esercitazioni e lezioni frontali, la figura del narratore moderno, capace di raccontare e leggere in pubblico con efficacia.

Per informazioni sul progetto di “Lettura ad alta voce” è possibile consultare le pagine social alle voci @arsFonderie e @identitamusicali.

Si ricorda che “Libridine” è promosso dal Centro Per il Libro e la Lettura (CEPELL), istituto del Ministero della Cultura; le associazioni partecipanti al fianco del Comune di Francavilla al Mare sono l’Aps Macondo, Fonderie Ars, l’Associazione Alphaville – nonsolocinema, la Neo edizioni snc di Francesco Coscioni e Biasella Angelo, Sophia Aps e l’Associazione Identità Musicali che a loro volta coinvolgeranno location strategiche, culturali, turistiche del territorio, oltre alla Mondadori di Francavilla e all’Azienda di Trasporti Abruzzese TUA.




MANIFESTAZIONE SOTTO LA PREFETTURA

Emendamento Costa, giovedì 18 gennaio 2024

Pescara, 15 gennaio 2024. “La presunzione di innocenza è fornire un’informazione corretta“: facciamo nostre le parole del procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, per spiegare le ragioni per cui il Sindacato dei giornalisti abruzzesi sarà in piazza, con tutti i colleghi, per difendere il diritto dei cronisti a svolgere senza ostacoli e senza bavagli il proprio lavoro. L’emendamento Costa, con la modifica dell’articolo 114 del Codice di procedura penale, renderà non pubblicabili le ordinanze di custodia cautelare fino al termine delle indagini preliminari ovvero all’udienza preliminare: l’ennesimo impedimento in un settore particolarmente delicato, quello della cronaca giudiziaria, che la politica sembra voler cancellare.

Il sindacato e i giornalisti abruzzesi scendono in piazza per garantire ai cittadini un’informazione corretta e imparziale, verificata e fondata su elementi certi.

Il 18 gennaio dalle ore 10:30 si svolgerà dunque anche a Pescara, come già in altre città italiane, un presidio in piazza Italia, sotto la sede della Prefettura: una manifestazione aperta anche agli altri sindacati, alle associazioni e a tutte quelle persone che si riconoscono nella necessità di assicurare al nostro territorio una buona informazione.

La correttezza di una notizia può essere garantita solo attraverso a conoscenza accurata dei fatti e un rapporto virtuoso  con le fonti già assottigliato s non addirittura cancellato dalla riforma Cartabia, che ha ottenuto il risultato perverso di un’anonimizzazione dei contenuti che spesso danneggia intere categorie. Oltre a creare pericolose disparità basate su personali convinzioni riguardo la diffusione delle notizie di cronaca. Tutti elementi che contribuiscono anche a minare la percezione di sicurezza dei cittadini.

Alla manifestazione di giovedì 18 gennaio parteciperà anche la segretaria generale della Federazione nazionale della stampa italiana che, tra l’altro, aggiornerà i giornalisti sui contenuti dell’emendamento Costa.