ECHI DI BELLEZZA di Luciano Primavera

A cura di Giuseppe Bacci. Ascoli Piceno Tacconi art space, Zona Industriale Campolungo, Via 328/ma, 2-4, (di fronte al Centro Commerciale Città delle Stelle) 2 Febbraio – 4 Marzo 2024. Inaugurazione Venerdì 2 Febbraio 2024 ore 18:00. Calendario catalogo Grafiche Tacconi Group in mostra

Chieti, 1° febbraio 2024. Venerdì 2 Febbraio alle ore 18,00 si inaugura, nello spazio espositivo Tacconi Art Space all’interno degli ampi spazi dello stabilimento Grafiche Tacconi Group di Ascoli Piceno, la mostra Echi di bellezza di Luciano Primavera, a cura di Giuseppe Bacci.

L’esposizione, voluta per illustrare l’annuale calendario-catalogo delle Grafiche Tacconi Group, sottolinea la validità della collaborazione tra arte e industria, presentando una selezione di opere tra le più̀ significative della produzione artistica di Luciano Primavera, realizzate in un arco temporale che narra l’evoluzione della loro poetica in relazione all’innovazione del linguaggio della pittura permeato di sperimentazioni artistiche concretizzate con colori, forma e luce a lui consone, che ci permettono di cogliere una visione totalizzante dell’intenso lavoro dell’artista.

In mostra sono presenti una ventina di opere in cui la poetica stilistica si esprime in una svettante dinamicità che le rende “voce del vento”, cosicché la tridimensionalità è tessuta in un vigoroso rincorrersi di superfici fascicolari, che disegnano il corpo umano senza mai coprire del tutto le superfici pittoriche. Si contrappongono, dunque, vigore e leggerezza tanto da muovere l’immaginazione a fare dell’opera una figura di vento il cui sibilo, concesso dal gioco delle vesti, infonde un’aura monumentale e sacrale, quasi a significare che la storia di un’anima non si può catturare e fermare in un’immagine. Per l’artista abruzzese, la pittura è stato uno dei principali strumenti d’esplorazione, vissuto nel solco della tradizione rinascimentale, ma, al tempo stesso, aperto e sensibile alle dinamiche delle più avanzate indagini contemporanee. Le forme artistiche di Primavera dipendono dunque dal contesto culturale, cioè dal modo di concepire e di rappresentare il soggetto. La variabilità dei contesti è dovuta al rapporto tra abilità tecnica, genio creativo, convincimenti personali, impostazione pittorica, ambiente naturale.

Scrive in proposito il curatore Giuseppe Bacci: “L’artista rielabora la pittura, lasciandola vivere di luce propria e il simbolismo adottato per esprimere le passioni dell’anima si desume dal decorativismo ornamentale e dalla forma che dà all’opera con sobria modernità, dialogando ed interagendo con la natura. Nell’ammanierata semplicità di volumi puri, la pittura e la scultura di Luciano Primavera si riempiono di bellezza e luminosità materica.

Luciano Primavera aggiunge la propria voce al mirabile concetto di bellezza, che appartiene tanto ai poeti quanto ai pittori e scultori, e questo Calendario delle Grafiche Tacconi Group ne è una fattiva dimostrazione: è una festa di luce”.

E Carlo Fabrizi Carli scrive: “La pittura di Luciano Primavera è un canto votato alla bellezza. Più esattamente, vorrei parlare di canto elegiaco, perché una vena malinconica percorre e sottende costantemente ai dipinti dell’artista guardiese, in quanto tutta la realtà è labile e più fugace ancora è la bellezza. Ma proprio all’arte è stato affidato il prodigio, un po’ magico e sciamanico, di salvare parvenze di appagante pienezza e di sottrarle agli artigli impietosi del fisico decadere e dissolversi delle forme”.

La serata inaugurale della mostra procederà con la tradizionale apericena in collaborazione con Osteria Ophis a cura dello chef Daniele Citeroni accompagnata dalla musica live del gruppo World Trio. Il calendario-catalogo, edito da Grafiche Tacconi Group, con testi di Giuseppe Bacci, Carlo Fabrizio Carli, Giampiero Perrotti, Domenico Purificato e con dedica dell’artista, sarà donato ai presenti.

La mostra proseguirà fino al 1° marzo 2024. Calendario-catalogo in mostra a cura delle Grafiche Tacconi Group di Ascoli Piceno.

Nota biografica

Luciano Primavera

Luciano Primavera, pittore/scultore, è nato in Abruzzo, a Guardiagrele (Chieti), nel cuore di quella che spesso ama definire la “sua” Maiella.  Giovanissimo si è trovato a fronteggiare in prima persona, e spesso in compagnia del suo solo coraggio, gli orrori di una guerra che non potrà mai dimenticare e che spesso torna nella memoria soprattutto come monito alla tristezza.

Il suo estro e la sua passione per tutto ciò che è colore e forma cominciano a prendere vita attraverso semplici strumenti: un pezzo di carbone e un muro di casa diventano ben presto il suo pennello e la sua tela. Dopo le prime esperienze, inizia un percorso di studi lungo ed appassionato: dall’Istituto d’Arte di Chieti al diploma del Magistero d’Arte di Porta Romana a Firenze sotto la preziosa guida di grandi maestri, fino alla specializzazione al Corso libero del Nudo presso l’Accademia di Belle Arti sempre a Firenze dove compie tutta la sua formazione artistica.

Nella città toscana, centro d’arte per eccellenza, viene invitato, ancora giovanissimo, dalla Galleria d’arte L’Indiano del grande Piero Santi e inserito nel gruppo degli artisti toscani contemporanei tra i quali spiccavano Ottone Rosai, Mino Maccari e altri. I primi anni Cinquanta si rivelano un momento importante di ricerca e di crescita per Luciano Primavera che espone con successo agli Incontri con la gioventù (1953-1955) vincendo il premio per la grafica e la scultura sia nella manifestazione tenutasi a Chieti che nella manifestazione tenutasi a Roma a Palazzo Barberini. A Firenze espone al Chiosco Nuovo e al Grande Italia e si aggiudica il premio Primavera.

Critici d’arte, scrittori e poeti fiorentini lo stimano e gli riconosco un gran talento. In questo periodo Luciano Primavera ha l’occasione di conoscere e frequentare molti di essi: Alessandro Parronchi, suo professore, Alfonso Gatto, Giorgio La Pira, Pietro Annigoni, Antonio Berti, Piero Bargellini, Giovanni Papini, e tanti altri. Il Maestro Mario Moschi lo assume come assistente a scuola e nel suo studio di Via degli Artisti 18, vicino Piazza Donatello. Con la vicinanza di questo grande maestro, Luciano Primavera completa la sua formazione collaborando alla realizzazione e realizzando “ab initio” numerosi monumenti.

La seconda metà degli anni Cinquanta segna l’inizio della partecipazione alle rassegne pittoriche ai concorsi alle collettive e alle personali. La sua attività creativa è inesauribile e sono molteplici gli ambiti in cui il suo estro spazia: oltre alle opere di pittura e scultura la sua creazione artistica si amplia verso le produzioni grafiche realizzate con le più svariate tecniche. Le esposizioni si susseguono anno dopo anno, le sue opere cominciano a rintracciarsi da un capo all’altro della penisola: da Palazzo Serbelloni a Milano (Mostra dell’autoritratto) fino a Messina presso la Galleria dell’O.S.P.E. di Antonio Saitta e a Taormina a Palazzo Corvaja.

Nel giugno 1960 è a La Puy en Veley (Francia) con una personale. Con questa esposizione intraprende inconsapevolmente la strada del mercato estero dove le sue qualità di artista italiano vengono particolarmente apprezzate. Nel 1963 gli viene assegnato il 1° premio per la scultura alla III Biennale di Arte/Sport di Firenze, ma le sue esposizioni cominciano pian piano a spostarsi oltre il confine nazionale. Negli anni successivi si trova a Parigi (Francia) all’Exposition de la Peinture Italienne Salon Babylon; a Palma de Mallorca (Spagna) presso la Galleria Rincon de l’artista; a Lugano (Svizzera) alla Galleria La Madonnetta; a Toronto (Canada) all’O.I.S.E. Negli anni a seguire si sposta verso Est dove espone a Kofu-Yamanashi (Giappone) alla Galleria d’Arte Athoire e al Method -Eurographica di Bucarest (Romania). Ancora una volta torna a Kofu-Yamanashi dove espone al palazzo della Provincia, mentre nel 1977 e nel 1979 espone nella Madison Gallery di Toronto (Canada). Queste esposizioni suscitano grande entusiasmo nei collezionisti locali. Il canale televisivo 47 Multilingual utilizza un dipinto di Luciano Primavera per una sigla televisiva e la stampa locale accoglie con grande entusiasmo l’iniziativa e l’arte espressa nel dipinto.

Durante questi anni l’attività di Luciano Primavera non si svolge solo all’estero. In Italia partecipa al Premio Vasto, con una mostra omaggio, e al Premio Michetti. Si aggiudica l’Antonello da Messina e il Tibidabo d’oro ad Ostia e numerosi altri riconoscimenti. Realizza in questi anni il monumento a grandezza naturale del pugile Rocky Marciano, che oggi troneggia nella città natia del pugile, nonché numerosi monumenti dedicati ai caduti della Grande Guerra e ai donatori dell’Avis.

Nel 1987 inizia ad esplorare per la prima volta il mercato americano che lo accoglie con entusiasmo e ammirazione presso la Galleria d’Arte Michel Ottin di Dallas (Texas, USA), al Cedar Springs di Dallas e all’Historical Museum di Waxahachie (Texas, USA). Negli ultimi venti anni sono tantissime le mostre tra collettive e personali come quella Mille e un colore realizzata presso la prestigiosa sede del Palazzo Valentino di Roma e come la personale alla Banca Monte Paschi di Bruxelles, e la personale a Breil Sur Roya in Francia e al World Art Museum di Pechino (Cina).

Luciano Primavera non è solo il pittore della luce con colori entusiasmanti e dalle forme echeggianti l’arte classica. Egli è infatti considerato uno dei pochi artisti che hanno portato avanti il discorso del recupero della forma e della potenzialità dei colori. I suoi soggetti, ora nature silenti, ora figure, non sono altro che un pretesto per realizzare un altro tassello della sua ricerca. La sua poliedrica attività spazia dalla pittura ad olio all’affresco, dalla scultura alla grafica, dalla satira alla pura illustrazione in decine e decine di pubblicazioni.

Per quanto concerne la scultura, Luciano Primavera ha realizzato in molti spazi pubblici e chiese numerose statue dalle dimensioni imponenti. Si annoverano tra queste le statue raffiguranti i patroni di Chieti e Pescara, rispettivamente San Giustino e San Cetteo, San Camillo de Lellis, presente all’ingresso dell’Ospedale Clinicizzato di Chieti, Padre Alessandro Valignano e la statua del Sacro Cuore di Gesù presente all’interno del giardino del Seminario Regionale di Chieti. Nel maggio 2006 Luciano Primavera è stato insignito dal Santo Padre Benedetto XVI della onorificenza Augustae Crucis Insigne Pro Ecclesia et Pontefice.




IL ROMANZO GRAFICO PARTIGIANO di Carbonetti

Nella cinquina dei finalisti del Premio nazionale Benedetto Croce

Lanciano, 1° febbraio 2024. È entrato nella cinquina dei finalisti del Premio nazionale di cultura “Benedetto Croce” il graphic novel del disegnatore e fumettista di Lanciano, Ernesto Carbonetti,  dal titolo “Partigiano”.

L’opera, edita dalla Casa editrice Carabba di Lanciano, è stata realizzata, nel 2023, per celebrare, a ottant’anni di distanza, la Resistenza del Sud, ancora poco conosciuta, dell’autunno del ’43 lungo la Linea Gustav. La storia è ispirata alla figura di Americo Di Menno Di Bucchianico, comandante della Brigata partigiana di Lanciano “Trentino La Barba”, città Medaglia d’oro al Valor Militare per la rivolta del 5-6 ottobre 1943.  Il testo di Carbonetti è tra i finalisti della sezione Giornalismo letterario.

È stato un lavoro importante – commenta Gianni Orecchioni, presidente della Editrice Carabba – ed è già questo un risultato prestigioso, di cui andiamo fieri. Va a premiare una scelta editoriale che sta puntando proprio sul filone del graphic novel”.

Carabba, sempre con Carbonetti, ha infatti pubblicato anche un altro romanzo grafico, “Fantini e Bartali”, che, in un mix di realtà e finzione, racconta le vicende sportive di Gino Bartali, campione del ciclismo italiano e internazionale, particolarmente legato alla città di Fossacesia dove soggiornava tutte le estati, e di Alessandro Fantini, uno dei più grandi talenti del ciclismo abruzzese di tutti i tempi. “Fantini e Bartali” è giunto finalista al Premio di letteratura sportiva “Sandro Ciotti” di Milano. “Un plauso – riprende Orecchioni – al nostro autore, ormai disegnatore affermato nel panorama nazionale”. 01 feb. 2024




LE MILLE BOLLE BLU

Le canzoni di Mina, Lucio Dalla, Tenco ed altri  in chiave jazz

Sulmona 1° febbraio 2024. I brani più popolari di Mina e delle voci indimenticabili di Lucio Dalla e Luigi Tenco, rivisitati in chiave jazz da due grandi interpreti come Stefano Di Battista e Nicky Nicolai in uno spettacolo dal titolo “Le mille bolle blu”  in programma al Teatro Comunale “M.Caniglia” per la stagione della Camerata Musicale di Sulmona domenica 4 febbraio alle ore 17.30. Una serata sicuramente accattivante per un pubblico di appassionati del genere, ma anche per giovani che scoprono la musica pop di fine millennio.  

Con la Jazz Big Band,trio d’eccezione che vede al pianoforte Andrea Rea, al contrabbasso Daniele Sorrentino e Luigi del Prete alla batteria, la voce inconfondibile di Nicky Nicolai e il sax di Stefano Di Battista interpreteranno grandi successi  degli anni ’60 e ’70, brani entrati nella storia della canzone italiana, come Non gioco più (Mina), Se stasera sono qui (Luigi Tenco), Piazza Grande, 4 Marzo, Disperato erotico stomp (cavalli di battaglia di Lucio Dalla) e riproposti in una inedita veste musicale   che unisce swing e jazz.  

Coppia sul palcoscenico e anche nella vita, Nicky Nicolai e Stefano Di Battista dimostrano interesse per la musica fin da giovanissimi. Le loro vite si incontrano in un concerto a Roma. Insieme partecipano al Festival di Sanremo 2005 conquistando il quarto posto. Inizia così per loro una lunga e fruttuosa collaborazione artistica.

Stefano Di Battista, sassofonista di levatura internazionale,nato a Roma da una famiglia di musicisti, inizia a studiare sassofono a 13 anni e scopre la sua passione, il jazz. Perfeziona la tecnica in Conservatorio e si diploma con successo a 21 anni. Al Calvi Jazz Festival fa un incontro decisivo, conosce Jean-Pierre Como che lo invita a suonare a Parigi. Qui  la sua vita cambia e la sua carriera decolla. È il 1994 e già tiene concerti e collabora con prestigiosi nomi del mondo del jazz.

Il suo primo album per la Label Bleu, dal titolo “Volare”, è del ’97.  Nel ’98 il suo primo ingaggio per la storica Blue Note per la quale incide l’album “A prima vista”, accompagnato dalla formazione di musicisti che diventerà il suo gruppo stabile di riferimento. È del 2000 la registrazione di un disco magistrale dove è affiancato da Elvin Jones alla batteria (leggendario batterista di John Coltrane), Jacky Terrasson al piano e Rosario Bonaccorso al contrabbasso. Il disco ottiene grandi riconoscimenti da parte della critica internazionale, e vince il prestigioso premio Telerama, conquistandosi il primo posto nelle classifiche europee come disco più venduto.

Tra 2016 e 2022 pubblica l’album “Womman’s dedicato alla figura femminile, realizza  due colonne sonore:del film “futura” e di “solo cuore e amore” che gli vale la candidatura al David  Di Donatello. Esce in tutto il mondo il suo album dedicato al maestro Morricone in versione jazz. Il progetto “Morricone Stories” prodotto dalla Warner Germania è stato in testa alle classifiche jazz francesi e tedesche.

Nicoletta, poi Nicky Nicolai, nata a Roma da genitori di origini abruzzesi, fin da bambina si appassiona al canto. Studia canto lirico e si diploma al conservatorio Piccinni di Bari. Con il gruppo le Compilations per quattro edizioni  è a Domenica in di Boncompagni.  Per il sindaco Veltroni collabora con il sassofonista Di Battista alla colonna sonora del video che promuove la capitale. Seguono partecipazioni a rassegne e concerti: Le Signore del jazz, Donne in jazz; il suo primo album  esce con ospiti come Lucio Dalla, Arbore e Nicolò Fabi.

Inizia poi una straordinaria stagione di concerti e collaborazioni. La coppia Nicolai-Di Battista calca importanti palcoscenici in Italia e in Europa con “Dalla in jazz”. È del 2005 la partecipazione a Sanremo dove, con Di Battista jazz Quartet, vince nella categoria Gruppi. Ci torna da solista l’anno successivo in cui pubblica anche  il primo album per Sony BMG cui collaborano Piovani, Jovanotti, Allevi. Impegnata anche in teatro nella commedia musicale con Alessandro Preziosi e la regia di Gianni Quaranta, torna a Sanremo nel 2009 con un brano scritto da Jovanotti. Considerata tra le migliori vocalist jazz italiane, la sua attività poliedrica procede tra palcoscenici, registrazioni di album, presenze in tv.

PROGRAMMA

Tutto passa

Che mistero è l’amore

Più sole

Dall’inizio dei finali

Io qui tu lì

Ancora

Non gioco più

4 Marzo

Se stasera sono qui

Piazza Grande

Disperato erotico stomp

PROSSIMO APPUNTAMENTO

domenica 18 febbraio 2024  ore 17.30

ORCHESTRA FEMMINILE DEL MEDITERRANEO

(musiche: M.Martines, J.Haydn, G,Bacewicz, A.Part,

G.Sollima, S.Rachmaninov, W.Szpilman)




UN’OMBRA GRIGIA SULLE ZONE 30

di Giancarlo Odoardi, Direttore Ri-media.net,  Esperto promotore mobilità ciclistica (EPCM)

Pescara, 1° febbraio 2024. Nel web ormai si trova una ricca documentazione relativa alle “zone 30” e ora anche alle “città 30”. Terminologie diventate note al grande pubblico soprattutto per via della loro recente adozione da parte del Comune di Bologna per “condizionare” la velocità veicolare in ambito urbano.

Dal punto di vista informativo, il concetto che però viene più spesso percepito dall’utente è legato soprattutto, e forse unicamente, al limite dei 30 km/h e a quello che ne consegue in termini percettivi. Ma quale utente? Quello a bordo del veicolo o quello esterno? Ovvero, quel limite riguarda solo chi si sposta con un mezzo a a quattro ruote a motore, per adesso ancora termico, o anche chi muovendosi in altro modo, ad esempio a piedi o in bici, subisce lo spostamento dei primi? Perché è forse su questa apparente sottile distinzione interpretativa che si fonda il confronto tra chi è contrario e chi è a favore.

Nel mese di luglio dello scorso anno è stata presentata, su iniziativa delle Associazioni della piattaforma “Città 30 subito” una proposta di legge con l’inequivocabile titolo: “Norme per lo sviluppo delle Città-30 e l’aumento della sicurezza stradale nei centri abitati”. Una norma improntata alla sicurezza, quindi, e, considerate le velocità, soprattutto di chi è fuori dei veicoli, cioè delle auto, e alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e anche acustico (alcuni dicono che nelle “zone 30” scende il silenzio!).

Il Dicastero di riferimento, per inciso delle “infrastrutture e dei trasporti” (non già più della “mobilità”, termine che, insieme a “sostenibile” è stato cancellato rispetto alla precedente denominazione: “Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili”), ha provveduto ad emanare con sollecitudine una “direttiva” interpretativa del concetto di “zona 30”, incappando tra l’altro in una serie di bisticci di corrispondenza terminologica e pianificatoria con quanto riportato dallo stesso Ministero, e con la stessa firma, nel Piano Nazionale Sicurezza Stradale.

Abbassare il limite di 50 km/h, dice il chiarimento, può essere consentito solo in deroga a quanto previsto dal Codice della Strada (50 km/h fino a salire a 70) e “in conformità alle direttive del Ministero dei LL PP“. Ed in particolare, per portarsi avanti nella correttezza interpretativa, solo se si verificano le seguenti condizioni (in strade o tratti di strade, non in zone):

assenza di marciapiedi e movimento pedonale intenso;

anormali restringimenti delle sezioni stradali;

pendenze elevate;

andamenti planimetrici tortuosi tipici di nuclei storici e vecchi centri abitati;

frequenza di ingressi e uscite carrabili da fabbriche, stabilimenti, asili, scuole, parchi gioco e simili;

pavimentazioni sdrucciolevoli o curve in vario modo pericolose (ad esempio durante la cattiva stagione o in condizioni meteorologiche avverse).

A Pescara sono state istituite diverse “zone 30” (che poi in effetti tali “zone” dovrebbero essere ben altro che un semplice limite) e lungo vie difficilmente compatibili con l’elenco di cui sopra: Via R. Margherita, Via Marconi, Via Luisa D’Annunzio, Viale Pindaro, di recente la Tiburtina e, quando aperto, il tratto del Pendolo interno alla Riserva Dannunziana (600 metri a 30 km/h).

Ecco, ci si chiede: quanto tempo ancora lungo questi assi stradali “lenti”, dove però il limite 30 è nei fatti solo quello indicato sulla segnaletica, il provvedimento rimarrà tale? O finirà in quell’area grigia interpretativa di chi ritiene debba prevalere la velocità, ma non il tempo totale, a discapito della sicurezza dei cittadini, soprattutto quando vittime della strada?




MEDICI SÌ, MA NON IN OSPEDALE

Sanità, Giuliano (UGL): Il 72% dei medici ospedalieri pronto a lasciare SSN. È un dato che fa paura”

Roma, 1° febbraio 2024. “Medici sì, ma non in ospedale. È questa la preoccupante deriva che, almeno per ora, la nostra sanità non riesce ad arrestare. La vita giornaliera in corsia per i nostri camici bianchi è sempre più stressante. Carichi di lavoro eccezionali, impossibilità di fruire in tempi e modi adeguati di riposi o ferie, incolumità personale messa a rischio da aggressioni.

Questi alcuni degli elementi che hanno contribuito a quella grande fuga che, per ora, non si riesce a frenare con molti professionisti che si sono arresi lasciando il SSN per accettare le migliori condizioni di lavoro ed economiche offerte dall’estero o passando in regime privato” dichiara Gianluca Giuliano, segretario della UGL Salute.

“La pressione cui tanti professionisti sono sottoposti ha portato molti a superare la soglia del burn-out non avendo più la possibilità di reggere lo stress dovuto alle condizioni di lavoro estreme. Il recente rinnovo del contratto è un raggio non sufficiente se è vero che il 72% di professionisti che hanno partecipato ad un recente sondaggio ha dichiarato la propria volontà di voler lasciare il SSN. 

È un dato che fa paura. Tanti di loro si sentono abbandonati, non soddisfatti da una professione che avevano abbracciato con entusiasmo e che oggi non restituisce in termini economici e di gratificazione professionale gli sforzi compiuti. Serve agire non solo sulla leva retributiva ma anche sul miglioramento delle condizioni di lavoro che faccia da propulsore per chi è in attività e attragga i più giovani.

Ben venga quindi, come ha dichiarato recentemente il Ministro della salute Schillaci, anche la auspicata collaborazione tra medici di base e specialisti e guardie mediche nelle case e negli ospedali di comunità. La medicina territoriale, lo sosteniamo da tempo, può e deve essere una delle armi per allentare la pressione sugli ospedali e sui professionisti che lì operano. Il Governo ha per questo programmato ingenti investimenti per il 2025 e 2026. Anni decisivi per costruire la buona sanità del futuro” conclude.




ODINO FACCIA IN CONCERTO

Concerto-evento per la Pace. Venerdì 2 febbraio 2024, ore 21:00 Cineteatro Circus di Pescara

Pescara, 1° febbraio 2024. Venerdì 2 febbraio, alle ore 21.00, presso il Cineteatro Circus di Pescara si terrà il Concerto per la Pace di Odino Faccia, cantante italo-argentino di origini abruzzesi e candidato, per diverse edizioni, al Premio Nobel per la Pace.

Rinviato per maltempo il 4 agosto scorso allo Stadio del Mare, l’evento musicale in programma venerdì 2 febbraio è promosso e organizzato dalla Fondazione Pescarabruzzo e dalla Fondazione Red Voz por la Paz, con il patrocinio della Regione Abruzzo, della Provincia di Pescara e dei Comuni di Pescara, Montesilvano e Spoltore, per promuovere e favorire la diffusione della cultura della pace, in continuità con i tanti appelli che anche Papa Francesco rivolge ormai in ogni occasione pubblica, dall’inizio del conflitto russo-ucraino.

Il cantautore italo-argentino, dal 2009 ad oggi, ha ricevuto moltissimi riconoscimenti e premi come quello di “Voce per la Pace nel mondo”, consegnatogli dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Peres Esquivel. Ha composto ed eseguito opere inedite di prosa e poesia scritte da Papa Giovanni Paolo II, come il brano “Busca la Paz” cantato per la prima volta allo Stadio Azteca in Messico nel 2011 davanti a più di 70.000 persone e nel 2014 in Vaticano, nella storica occasione della canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, davanti a Papa Francesco, al Papa emerito Benedetto XVI e in collegamento con centinaia di milioni di telespettatori.

Nel 2015, su richiesta di Papa Francesco, Odino ha cantato il suo Nuovo Inno per la Pace con le parole scritte da Papa Francesco, intitolato “Perché tutti siano una cosa sola”. Dopo innumerevoli concerti per la Pace tenuti in tutto il mondo, torna in Italia e, in particolare, nella sua terra d’origine, in Abruzzo per un concerto che rappresenta in questo periodo storico un monito per le comunità locali, nazionali e internazionali affinché ricerchino percorsi di pace che favoriscano la cessazione di tutte le guerre.

Odino Faccia è stato scelto per realizzare un album intitolato “A New Beginning” che, tra gli altri, include testi dei maggiori premi Nobel per la pace, come il Dalai Lama, Desmond Tutu, Barack Obama, Adolfo Pérez Esquivel, Rigoberta Menchu Turn, Shirin Ebadi, Leymah Gbowee e Jodie Williams. Si tratta di un album di grande importanza, in cui le parole dei vincitori del Premio sono inserite nelle canzoni per sensibilizzare il mondo alla pace, ai veri valori universali e all’uguaglianza attraverso la musica.

Da 20 anni il cantautore di origini abruzzesi lavora instancabilmente, promuovendo il valore della convivenza, dell’inclusione sociale e della giustizia, arrivando ad essere visto come un punto di riferimento per la Pace e i valori nel mondo, sensibilizzando l’unione dei popoli.

Prima del concerto, dopo i saluti istituzionali del Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio, interverranno i sindaci dei Comuni di Pescara, Carlo Masci, di Montesilvano, Ottavio De Martinis, e di Spoltore, Chiara Trulli, che hanno ricevuto, nei mesi scorsi, il riconoscimento di “Città impegnata per la Pace e i Valori” dalla Fondazione Red Voz por la Paz, al fine di continuare a sensibilizzare le comunità abruzzesi ai valori universali della pace.




GLI INFORTUNI SUL LAVORO

Nel 2023 in Abruzzo 36 persone hanno perso la vita lavorando

Pescara, 1° febbraio 2024. Trentasei persone in Abruzzo, lo scorso anno, sono uscite per andare a lavoro ma non hanno fatto più ritorno a casa. Un dato drammatico e superiore a quello già tragico del 2022 quando a morire furono in 21. Una tendenza inversa rispetto all’andamento degli infortuni sul lavoro scesi dai 15.686 del 2022 ai 12.112 del 2023.

Le vittime, in tutti i casi maschi (28 di nazionalità italiana ed 8 stranieri), sono state 13 nelle province di Teramo e Chieti, 8 in quella di Pescara e 2 all’Aquila. L’edilizia, con 7 morti, ha fatto registrare il maggior numero di casi, seguita dai settori dell’industria chimica, dell’agricoltura e del commercio in cui si sono contate 5 vittime ciascuno. 31 gli incidenti avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, mentre 5 durante il percorso casa-lavoro.

Dai dati INAIL, poi, emerge che diversa è la situazione generale degli infortuni che diminuiscono del 23%, facendo registrare un calo in tutte le province (442 in meno in provincia dell’Aquila, 1.300 a Teramo, 558 a Chieti e 1.235 a Pescara). Poco meno del 20% di questi si registra nei servizi sanitari (in particolare negli ospedali e nelle case di cura e nell’assistenza), più del 10% nell’edilizia e circa l’8% in agricoltura.

Dei complessivi 12.112 incidenti, che hanno visto coinvolti 7.236 uomini e 4.876 donne, l’88% è avvenuto in azienda durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, mentre il 12% in itinere, ovvero nel trasferimento da casa al posto di lavoro.

I dati degli infortuni evidenziano una situazione inaccettabile: nonostante tutte le opportunità che oggi la tecnologia offrirebbe rispetto a migliori e più efficaci misure di sicurezza, sono sempre di più le persone che muoiono sul lavoro e sempre più gravi gli incidenti che occorrono.

Numeri che evidenziano tutte le criticità ed i limiti del mondo del lavoro in Abruzzo, rimarcando la necessità di politiche nazionali e regionali che riducano la precarietà e le forme flessibili  come i  lavori a chiamata, somministrazione spinta, utilizzo crescente dei  voucher , ricorso massiccio ai sub appalti.

Così come è necessario rafforzare il sistema dei controlli attraverso l’aumento del personale degli enti preposti per contrastare quelle imprese che non rispettano i dettami legislativi e, risparmiando sull’adeguamento normativo, producono possibili rischi per la vita e la salute dei lavoratori oltre che una concorrenza sleale verso quelle aziende che invece correttamente investono nella sicurezza.

Necessario poi formare e aggiornare i lavoratori in maniera permanente dedicando ore specifiche durante il regolare lavoro e prevedere controlli annuali mirati sul territorio in più ambiti lavorativi e un piano regionale di interventi da attivarsi come previsto dal  Dl 81.

Investimenti in sicurezza ed innovazioni tecnologiche, rispetto di leggi e contratti, maggiori controlli e risorse agli enti ispettivi, lavoro stabile e sicuro, formazione, coinvolgimento delle parti sociali e contrattazione, attenzione della politica nazionale e locale sul tema: questi gli elementi necessari perché il lavoro smetta di essere causa di morte e diventi solo strumento di crescita economica e sociale.

Francesco Spina, Segretario CGIL Abruzzo Molise,

Mirco D’Ignazio, Coordinatore regionale INCA CGIL Abruzzo Molise,




DEDICATO A CLAUDIO MONTEVERDI. Il primo evento in Abruzzo

L’iniziativa celebra 400 anni dalla prima esecuzione del Combattimento di Tancredi e Clorinda

L’Aquila, 1° febbraio 2024. Il Conservatorio di Musica “Alfredo Casella”, con il patrocinio del Comune dell’Aquila e in collaborazione con il Convitto Nazionale “Domenico Cotugno”, organizza a L’Aquila la prima Festa Monteverdiana in Abruzzo, interamente dedicata a Claudio Monteverdi e alla sua più celebre composizione: Il Combattimento di Tancredi e Clorinda.

La festa Monteverdiana si terrà a L’Aquila domenica 11 febbraio 2024 presso Piazza Santa Margherita e si svolgerà in due prestigiose sedi del centro storico della città capoluogo d’Abruzzo, entrambe situate a Piazza Santa Margherita: la settecentesca sala lignea Palazzetto dei Nobili, del Comune dell’Aquila, e il Palazzo Pica Alfieri, edificio riportato al suo antico splendore a seguito di una complessa opera di restauro dai danni del terremoto, terminata nel 2018.

Il Palazzetto dei Nobili e Palazzo Pica Alfieri è destinato rispettivamente per le performance musicali e coreutiche il primo, e per il percorso espositivo il secondo. Per questa straordinaria occasione l’evento, che vedrà coinvolti oltre quaranta musicisti e artisti, è gratuito e aperto al pubblico di qualunque età con prenotazione obbligatoria. Posti limitati. Si tratta certamente del più importante evento realizzato in Abruzzo su Claudio Monteverdi e sul “madrigale in genere rappresentativo” che ha reso famoso il compositore cremonese in tempi moderni.

I posti sono limitati ed è obbligatoria la prenotazione. Le attività prevedono un percorso espositivo, interventi e un repertorio concertistico dalle ore 10.30 – 13.00 e dalle ore 13.00 – 19.00. È prevista la partecipazione in totale di oltre quaranta performers, coordinati dalla messa in scena del regista Fabrizio Pompei. L’evento è articolato in tre turni, uno mattutino e due pomeridiani. Il primo turno è dalle ore 10.00 circa alle ore 13.00, alla presenza delle autorità e dei dirigenti delle istituzioni cittadine, e ha inizio a Palazzo Pica Alfieri. Prevede una prima breve esibizione strumentale e coreutica e l’inaugurazione del percorso espositivo.

A seguire, intorno alle 10.30, rimanendo comunque la mostra fruibile per tutta la giornata, ci si sposta a Palazzetto dei Nobili per ascoltare e vedere le numerose esibizioni previste (teatrali, vocali e strumentali, coreutiche), inframezzate dai saluti degli enti realizzanti l’iniziativa, e da alcuni interventi di musicisti e ricercatori di fama, specializzati sulla figura di Claudio Monteverdi e sul “Combattimento di Tancredi e Clorinda”.

Dopo la pausa pranzo avranno inizio i turni pomeridiani, con due repliche del nutrito programma musicale e la riapertura della mostra, dalle ore 16.00 alle ore 17.15, e dalle 17.30 alle 19.15. Alle ore 19.15 grande chiusura della giornata, con la partecipazione di tutti gli oltre 40 performers, i quali omaggeranno la figura di Claudio Monteverdi con un’ultima composizione musicale.

4 SECOLI DI COMBATTIMENTO

Il “Combattimento di Tancredi e Clorinda” è una composizione in genere rappresentativo di Claudio Monteverdi. Durante una sortita notturna, Tancredi, senza riconoscere la sua amata Clorinda, ingaggia con lei un feroce combattimento. La tragica scoperta della sua identità avviene solo quando la luce dell’alba rivela il volto di Clorinda, rendendo il conflitto una dolorosa e struggente constatazione di amore e morte. A rendere la composizione di particolare importanza è proprio la caratteristica struttura del madrigale “rappresentativo” monteverdiano, ossia un’innovativa fusione tra parola e musica, dove la seconda è figlia ed espressione della prima. La figura e l’opera di Monteverdi, già ai suoi tempi considerato un innovatore del linguaggio musicale dell’epoca, nel Novecento sono state oggetto di un fenomeno di riscoperta e valorizzazione, le cui conseguenze sono ancora oggi rintracciabili nella produzione delle più recenti generazioni dei compositori occidentali. L’evento musicale è parte integrante del progetto 1624-2024:4 secoli di Combattimento, un’originale iniziativa nata per celebrare degnamente i 400 anni dalla prima esecuzione del “Combattimento di Tancredi e Clorinda” (Venezia, Palazzo Mocenigo, Carnevale 1624).

Al progetto partecipano i più importanti enti culturali e musicali d’Abruzzo. Aderiscono infatti il Conservatorio di Musica “Gaetano Braga” (Teramo), l’Istituto Nazionale Tostiano di Ortona, l’Istituto Abruzzese di Storia Musicale, Abruzzo Beni Musicali, e il Centro Ricerche Musicali “Francesco Masciangelo”. La manifestazione si avvale inoltre del patrocinio del Dipartimento di Scienze della Comunicazione del DAMS – Università di Teramo, e del Dipartimento di Lettere Arti e Scienze Sociali dell’Università “d’Annunzio” di Chieti.

RINGRAZIAMENTI

I musicisti strumentisti, i cantanti, i danzatori, gli attori e tutti i collaboratori alla Festa Monteverdiana ringraziano i seguenti enti che con la loro preziosa e fattiva collaborazione hanno reso possibile l’evento a L’Aquila, domenica 11 febbraio 2024.

Conservatorio di Musica “Alfredo Casella” – L’Aquila

Comune di L’Aquila

Convitto Nazionale “Domenico Cotugno” – L’Aquila

Conservatorio di Musica “Gaetano Braga” – Teramo

Istituto Nazionale Tostiano – Ortona

Istituto Abruzzese di Storia Musicale – L’Aquila-Teramo

Abruzzo Beni Musicali

Centro Ricerche Musicali “Francesco Masciangelo” – Lanciano

Dipartimento Scienze della Comunicazione, Università DAMS – Teramo

Dipartimento di Lettere Arti e Scienze Sociali, Università “D’Annunzio” – Chieti-Pescara




SUONI ULTERIORI

Il nuovo libro del compositore Paolo Cavallone. Un canzoniere di 46 poesie

Roma, 1° febbraio 2024. Si intitola Suoni ulteriori il nuovo libro del compositore Paolo Cavallone. L’opera, edita dal Gruppo Santelli Poetica, contiene 46 testi poetici che l’autore ha composto nell’arco di 24 anni. L’opera si arricchisce della presentazione del giornalista e scrittore Giuseppe M. Gnagnarella e della prefazione del musicologo Renzo Cresti.

È difficile separare la poesia dalla musica perché in Paolo Cavallone prendono vita contemporaneamente: non vi è un prima e un dopo, un distacco, ma si formano insieme. Potremmo azzardare il termine poesica, poesia/musica contratte in un’unica parola, arti che pur conservando le loro naturali caratteristiche si penetrano attraverso il suono e il ritmo, indistinguibili e imprescindibili l’una dall’altra. Dal suono di una vocale o di una frase nasce la musica, la quale è già contenuta in quella parola e in quel verso.

Non è una questione di creare una poetica o una drammaturgia, il fatto è che poesia/musica sono connaturati alla sensibilità, alla forma mentis di Cavallone o meglio egli diviene la sua poesia/musica. Un suono senza tempo (“Spirali”), intrasonico polifonico (“Madrigale”), ci regala Cavallone, corpo dello spirito (“Corpo”), vivo raro (“Sorriso”). “Per onestà / nella purezza dell’intenzione / dell’immaginazione” (“Ero Dandy e non sapevo”), ci dona la dolcezza delle emozioni (Stanze), in “Rivelazioni” meditate e fulminee, in un percorso di vita e d’arte più unico che raro, profondo e originale. Il libro si arricchisce della copertina tratta dall’opera “Il vento dell’ovest” della pittrice Emma D’Alessandro.

Paolo Cavallone (Sulmona, 1975) è uno dei maggiori compositori di oggi. Affianca a una formazione musicale di alto prestigio la laurea in Lettere all’Università dell’Aquila dove studia Letteratura Italiana con Walter Siti. L’apertura di senso del suo pensiero compositivo, nell’ideazione del concetto di possibilità applicato alla creazione musicale, è divenuta canone estetico di riferimento. Fra le collaborazioni ricordiamo: Siemens Foundation, Dilijan Music Series di Los Angeles, Orchestre National de Bretagne, Orchestra della Toscana, EOC ensemble, Pascal Gallois, Rohan De Saram, Roberto Fabbriciani, Magnus Andersson, Marco Guidarini, Daniel Kawka e Andrea Lo Vecchio. In qualità di regista ha realizzato il film di animazione d’arte “Magasin de métaphores”.

Già collaboratore di ricerca all’Università di New York e professore di orchestrazione alla Victoria University di Wellington (Nuova Zelanda), è titolare della cattedra di Elementi di Composizione al Conservatorio Vivaldi di Alessandria. I suoi lavori sono pubblicati da Rai Com e da MEP e sono disponibili su dischi Tactus e Albany Records. Nel 2022 è stato insignito dalla Regione Abruzzo dell’onorificenza di Ambasciatore della cultura nel mondo.




CIAO LUCIO. OMAGGIO A LUCIO DALLA

Per la stagione di prosa, cinema e musica al teatro Talia torna la musica

Tagliacozzo, 1° febbraio 2024– Ad incantare con bravura e con il repertorio di uno degli artisti più amati della nazione, sul palco del Teatro Talia di Tagliacozzo domenica 4 febbraio alle ore 18:00, sarà lo spettacolo musicale Ciao Lucio – Omaggio a Lucio Dalla, sesto appuntamento della Stagione di prosa, musica e cinema 2023/24 promossa da Meta Aps in collaborazione con il Comune di Tagliacozzo.

Per la seconda annualità Meta Aps ha proposto una stagione composta da spettacoli di prosa, proiezioni cinematografiche e show musicali che si alternano per donare al pubblico un’esperienza a tutto tondo all’interno dell’incantevole cornice del Teatro Talia.

La band protagonista del secondo appuntamento in musica, i Ciao Lucio – Omaggio a Lucio Dalla, nasce nel 2024 per volere del cantante e leader del gruppo, Valentino Aquilano, che canta Lucio sin da bambino; Work In Progress Lucio Dalla, iniziale nome della band che poi diventa Ciao Lucio, è un progetto che esalta le melodie e i testi, ma soprattutto la teatralità e l’anima di Lucio. La naturale somiglianza fisica e vocale del cantante, la cura e la rivisitazione degli arrangiamenti, racconti e aneddoti, danno vita ad uno spettacolo unico ed indimenticabile.

Il gruppo, composto da Valentino Aquilano (Voce), Mirko Minetti (Batteria), Francesco D’alessandro (Basso), Roberto Mastro (Chitarre), Carmine Cubellis (Tastiere) e Alberto Grossi (Sassofono), riscuote successo nei festival, nelle piazze e nei teatri di tutta Italia, ed è capace di trasmettere le emozioni degli iconici brani del celebre musicista bolognese; nella performance ogni membro della band dimostra maestria nei propri strumenti e, in particolare, il frontman, appare quasi come un’incarnazione autentica di Lucio Dalla, sia esteticamente che vocalmente, grazie alla sua capacità di catturare e trasmettere l’anima delle canzoni di uno dei più grandi e amati cantautori italiani.

I biglietti sono in vendita presso il Tagliacozzo Turismo – Info Point in piazza Duca degli Abruzzi e sulla piattaforma online I-ticket, con le seguenti tariffe: I settore € 20 (ridotto € 18) + DIP, II settore € 18 (ridotto € 16) + DIP, III settore € 16 (ridotto € 14) + DIP. Per studenti e ragazzi fino ai 25 anni la tariffa unica per Prosa e Musica è di € 10. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.




LUCI INTERIORI

Adriano Segarelli Premio Pittura 2023 Fondazione Amedeo Modigliani. Inaugurazione domenica 4 febbraio 3^ stagione arti visive contemporanee ottobre 2023/maggio 2024

Pescara, 1° febbraio 2024. Domenica 4 febbraio dalle ore 16:00, inaugurazione di “Luci interiori” mostra personale dell’artista romano Adriano Segarelli, Premio Pittura 2023 Fondazione Amedeo Modigliani. La mostra si terrà presso “Ci vuole un villaggio aps_ArtGallery” (Via Villetta Barrea 24 – Pescara), proseguirà fino a domenica 25 febbraio 2024. Promossa da Bibliodrammatica aps e AP/ArteProssima progetto #npittic, direzione artistica curatoriale Beniamino Cardines, nell’ambito della 3^ stagione di arti visive contemporanee, col Patrocinio del Comune di Pescara. Un progetto di promozione scoperta e sensibilizzazione sulla nuova pittura italiana.

Da quest’anno il programma si arricchisce di un’attenzione particolare verso la poesia contemporanea con il progetto #Distorsioni – La Poesia dialoga con l’Arte, ospiteremo: Simona Novacco, Caterina Franchetta, Giulia Madonna, Sandra De Felice, Antonella D’Arrezzo, Annarita Pasquinelli, Alessio Scancella, Assunta Di Basilico, Mariagrazia Genova.

Adriano Segarelli, artista: “Le opere in mostra sono del filone appartenente a quello che chiamo il mio destrutturalismo interiore. Immagino l’arte come purezza, come istinto viscerale, come creatività necessaria, eruttiva. Arte che nasce e trabocca dalla vita, dalle emozioni, dagli stati d’animo che continuamente mutano, si trasformano e trasformano la mia pittura.”

Beniamino Cardines, curatore e direttore artistico: “La pittura di Adriano Segarelli è poesia, essenza, tragedia. Scena aperta non sulla vita ma sulle emozioni, sulle interiorità umane che spesso diventano oscurità impenetrabili. Sferzate di luce e tenebre che duellano cercando di rubare lampi l’una alle altre. Adriano Segarelli non è solo un artista con uno straordinario talento di sintesi ed essenzialità, ma anche un uomo appassionato, autentico, sporco di pittura nell’anima. Quando lo incontri di persona capisci perché i suoi quadri sono così espressivi, così intensi. Veri e propri squarci nell’esistenza, domande di senso, richieste forti da parte di una umanità illuminata come in un gran teatro, a volte nascosta tra le ombre, ma pur sempre presente e orizzonte raggiungibile.”

Collaborano al progetto: Bibliodrammatica aps, AP/ArteProssima_pinacoteca d’arte contemporanea, Ci vuole un villaggio aps, La Casa di Cristina odv-ets, coop La Minerva, OL/Officine Letterarie e Ooops! (scrittura e narrazione), Eracle – Templari Federiciani aps, www.condividiamocultura.it, SL/SegnalazioniLetterarie, www.rtradioterapia.it, www.zaffiromagazine.it, Radio Città Pescara/Popolare Network, Cipas Abruzzo, www.alternewspress.eu.

AP/ArteProssima – terza stagione arti visive contemporanee 2023-2024

Terzo Anno del progetto #npittic/nuova pittura italiana contemporanea a cura di AP/ArteProssima – pinacoteca d’arte contemporanea, direzione artistica curatoriale Beniamino Cardines.

-sabato 28 ottobre/giovedì 30 novembre: (mostra collettiva) AP/ArteProssima – terzo anno di collezione: The Dwarf Artist/Luca Fagioli; EGO/Walter Colombo; Matteo Favi; Mauro Molle; Mauro Bellucci; Fabrizio Molinario; Gino Berardi; Vittorio Vertone; Anja Kunze; Gianni Chiriatti.

-domenica 3 dicembre/sabato 13 gennaio 2024: (mostra personale) Tiziano Calcari (Brescia – Lombardia)

-domenica 4 febbraio/domenica 25 febbraio: (mostra personale) Adriano Segarelli (Roma – Lazio)

-sabato 2 marzo/domenica 31 marzo: (mostra personale) Gianni Chiriatti (Borgagne – Puglia)

-sabato 6 aprile/domenica 28 aprile: (mostra personale) Michel’Art/Michela Di Fabio (Vasto – Abruzzo)

-sabato 4 maggio/domenica 26 maggio: (mostra personale) Vittorio Vertone (Pietragalla – Calabria)

L’intera programmazione si terrà presso Ci vuole un villaggio aps/ART_GALLERY, nuovo spazio per l’arte contemporanea a Pescara (Via Villetta Barrea 24). Ingresso gratuito. Info: 339 5223285




SIAMO STATI I PRIMI E RESTEREMO I MIGLIORI!

di Giuseppe Arnò

LaGazzettaitalobrasiliana, 1° febbraio 2024. È la parafrasi di una vecchia e indimenticabile pubblicità di una nota azienda dolciaria che presentava sul mercato nazionale il Giandujot col motto: «Sono stato il primo e resto il migliore!» Certamente i bambini di ieri, ottantenni di oggi, ricorderanno con una punta di nostalgia quell’epoca e la prelibatezza della «Pasta Gianduja» o «Giandujot» a base di nocciole, avvolta in carta stagnola che, tagliata a fettine, si spalmava sul pane.

Detto slogan è comunque rimasto un modo di dire, ma anche un modo di fare. E noi italiani, quando si tratta di fare sul serio, le cose le sappiamo fare a dovere, da primi della classe: siamo maestri, artisti, inventori, poeti, scrittori, musicisti, sportivi e tant’altro ancora.

D’altronde, se il mondo ci invidia ci sarà pure un perché! Chi non conosce, per esempio, i nostri grandi classici della letteratura; della musica colta, sacra e profana; dell’arte; e della nostra cucina gourmet, i cui piatti rappresentano il delirio o, meglio ancora, l’orgasmo gustativo dei buongustai di tutto il mondo? Jean Anthelme Brillat-Savarin, noto politico e gastronomo francese, autore della famosa opera intitolata “Fisiologia del gusto”, affermava: «Gli animali si nutrono, l’uomo mangia e solo l’uomo intelligente sa mangiare».

Ed è sull’enogastronomia che ci piace soffermarci in questo appuntamento mensile con i nostri lettori, dal momento che gli Italiani, a detta di tutti, sanno mangiare. Tuttavia, ci limiteremo, per motivi di spazio, a ricordare solo alcuni tra i primi piatti, con qualche accenno all’abbinamento formaggio vini, che notoriamente si basa sull’equilibrio, retto dal giusto contrasto e soprattutto dall’armonia.

E voilà in rapida sequenza una selezione di specialità da capogiro: oltre ai vari risotti, vanto della cucina italiana, e naturalmente all´arcinota pizza napoletana, riconosciuta dall’Unesco e iscritta nella lista del «patrimonio immateriale dell’umanità», ricordiamo le penne all’arrabbiata, gli gnocchi alla sorrentina, le orecchiette con le cime di rapa, le trofie alla ligure, i bucatini all´Amatriciana, gli spaghetti alla carbonara, le tagliatelle al ragù bolognese o napoletano, la lasagna nelle varie ricette regionali, la pasta alla Norma, la pasta con la nduja, gli spaghetti alle vongole e via dicendo… e non ce ne vogliano, casomai si sentissero trascurati, gli altri primi, tutti squisiti, nonché i secondi piatti gourmet, i prosciutti e gli insaccati, un trionfo di gusti e presentazioni, capaci di estasiare i palati più esigenti e sofisticati. In realtà i primi e secondi piatti meriterebbero un vero trattato gastronomico e qui, purtroppo, lo spazio a nostra disposizione è, come dicevamo, piuttosto breve.

Ma, a proposito di brevità, ci torna in mente il buongustaio Wolfgang Goethe, amante della nostra cucina, allorché afferma: «La vita è troppo breve per bere vini mediocri» e ciò vale senz’altro anche per i cibi, cui essi si abbinano. Ciò detto, accediamo automaticamente al mondo dell’enogastronomia. In esso si apre un affascinante universo di sapori, profumi e sensazioni, i cui sapienti abbinamenti ci trasportano in un’apoteosi gustativa, delizia del palato e dell’anima. Alludiamo ai vini, ai dolci e ai formaggi, di cui siamo produttori per eccellenza.

In verità, questi elementi meritano un capitolo a parte, tanta e tale è la diversificata qualità delle nostre produzioni, nonché l’arte di creare l’armonia e l’abbinamento tra gli stessi: i formaggi a pasta erborinata (fra i più diffusi, Castelmagno, Gorgonzola e Blue D’Aoste) ben si sposano con vini dolci (Moscato d’Asti, Vin Santo del Chianti Classico, Verduzzo, Primitivo di Manduria Dolce Naturale etc.); quelli saporiti (come il Pecorino stagionato, il Bitto, il Ragusano e più in generale il Formaggio di fossa) si abbinano invece piacevolmente con il Mandrolisai DOC, il Cannonau di Sardegna, il rosso di Piceno, il Sangiovese di Romagna Superiore e tanti altri ancora…

V’è di più: la magnificazione dei prodotti lattiero-caseari è rappresentata dagli insuperabili Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Mozzarella di Bufala campana. Prodotti consacrati a livello nazionale ed europeo con denominazione di origine e tipica, nonché con il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta. Va da sé che stiamo navigando nell’oceano della migliore tradizione enogastronomica italiana e, in questo campo, siatene certi, diamo dei punti a tutti, indistintamente.

Ecco, infine, un particolare importante: non siamo improvvisatori! I nostri prodotti, riconosciuti tra i migliori al mondo, incarnano tutta la qualità della nostra centenaria tradizione. A riprova di ciò KPMG, una delle quattro “Big Four”, ovvero le quattro società di revisione che a livello mondiale si spartiscono la grande parte del mercato, classifica il marchio Made in Italy al terzo posto al mondo per notorietà dopo Coca Cola e Visa. È non è cosa da poco!

IL MADE IN ITALY

Il Made in Italy è diventato un’icona di qualità della produzione e della creazione. Infatti, le quattro A che lo contraddistinguono riguardano: Abbigliamento, Alimentare, Automazione e Arredamento. Ne consegue che il marchio «Made in Italy» non è solo l’indicazione del Paese di fabbricazione di un determinato prodotto, come il diffusissimo Made in PRC (Popular Republic of China), ma e soprattutto il marchio in senso assoluto, ovvero un simbolo identificativo che raccoglie la reputazione, i valori, la ricercatezza delle eccellenze realizzate dalle grandi firme dell’artigianato e dell’industria italiana. Settori che esprimono un’atavica e sempiterna attitudine del nostro popolo alla qualità, al buon gusto e alla creatività.

La sovranità produttiva e in particolare quella alimentare, in epoca di deglobalizzazione, sono i punti forti e, a seconda delle circostanze e dei tempi che corrono, le ancore di salvezza della nostra economia. Non a caso, nell’attuale composizione governativa, l’Italia può contare su un apposito ministero, quello dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste. Ed è ad opera di detto ministero che la tutela del Made in Italy diventa legge (L. 27 dicembre 2023, n. 206).

“All´art. 34 della legge viene introdotta la possibilità per i ristoratori italiani all’estero di richiedere il rilascio della certificazione di “ristorante italiano nel mondo”, per valorizzare quelle attività che, all’estero, offrono prodotti legati alle migliori tradizioni italiane, contrastando, allo stesso tempo, l’italian sounding e sostenendo la candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco”. È quanto dichiara il ministro Francesco Lollobrigida.

LA DIETA MEDITERRANEA

Fiore all’occhiello del made in Italy gastronomico è di sicuro la universalmente nota dieta mediterranea, per essere la più appropriata di tutte, a livello nutrizionale e salutare. Essa è stata dichiarata dall’Unesco «Patrimonio intangibile» sin dal 2010 e non per nulla, per sette anni di fila, continua a conquistare il titolo di migliore dieta in assoluto; ne dà notizia la CNN basandosi sulle scelte del 2024, riportate da U.S. News & World Report.

Oltre a ciò, la stessa rappresenta un comprovato elisir di lunga vita; uno stile di vita alimentare presente tradizionalmente nei soli Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Gli studi scientifici internazionali, iniziati nel 1950, confermano che a tutt’oggi la dieta mediterranea, associata ad un corretto stile di vita, rimane la dieta tra le più benefiche per la nostra salute. Il segreto consiste in una alimentazione prevalentemente vegetale (verdura, frutta fresca e secca, legumi, pane, pasta e altri cereali se possibile integrali), con l’aggiunta di carne bianca, magra, olio extra vergine di oliva preferibilmente a crudo e in moderate quantità, uova e pesce in abbondanza.

C’è molto affanno (azioni diplomatiche, trattative, congressi, concessioni…) tra i grandi protagonisti della politica mondiale, per accreditarsi come buoni partner commerciali o per imporre nuove forme di colonialismo economico. «Come tanti altri fenomeni politici ed economici, il neo colonialismo economico, scrive Papa Francesco, si virtualizza, si mimetizza, si nasconde, rendendone difficile l’identificazione e l’eliminazione».

Validi esempi potrebbero essere, da un lato, la nuova via della seta (la Belt & Road) e, dall’altro lato, il ‘Land grabbing’ o ‘corsa alle terre’ (la gestione iniqua delle terre ricche di materie prime, principalmente in Africa, date in concessione per lo sfruttamento delle risorse energetiche a spregiudicate potenze straniere, che poi agiscono uti dominus e non per il bene delle parti interessate). Noi, invece, alla chetichella, abbiamo realizzato il Food & Road, trasformando elegantemente l’italian sounding in vero Made in Italy, conquistando così i palati degli abitanti del pianeta con l’arte dei nostri gastronomi, con la creatività dei nostri chef e con la bontà dei nostri prodotti. Questione di stile!

NEL MONDO SI CUCINA ITALIANO

La cucina italiana nel mondo ha raggiunto un valore complessivo di ben 228 miliardi, mentre il mercato nazionale vale 75 miliardi (dati Deloitte). Konstantin Markidin, capo cuoco della cucina del Cremlino, ad esempio, ha arricchito la propria esperienza lavorativa con gli chef italiani nel ristorante dell’albergo “Kosmos”; le pappardelle italiane preparate dallo chef del famoso ristorante «Alfredo 100», situato sulla 54esima strada a New York, sono il piatto preferito di Trump; Joe Biden, notoriamente amante delle paste, va matto soprattutto per gli spaghetti al pomodoro; Angela Merkel ha sempre amato la musica classica e la cucina italiana; Carlo III d’Inghilterra, secondo quanto scrive Fabiana Salsi, adora la cucina italiana; ha fatto il bis di spaghetti ai moscioli e mangiato scialatielli «in incognito» con Camilla; e la lista è lunga, molto lunga.

Non v’è chi non veda, a questo punto, che noi italiani, principalmente nell’ambito dell’intera filiera gastronomica, siamo veramente bravi; fatto sta che abbiamo ‘conquistato´ il mondo. Ma per quanto si diventi bravi, a detta dello psicologo maltese Edward de Bono, occorre sempre desiderare di essere migliori e noi, modestia a parte, in non pochi campi siamo stati i primi e resteremo i migliori.

Un’ulteriore conferma? «La vita è una combinazione di magia e pasta» parole di Federico Fellini buonanima. Beh, noi, che bellezza! di detta combinazione siamo ritenuti gli artisti per eccellenza. Tant’è!




PREMIO NAZIONALE PAOLO BORSELLINO

Presiede la 32^ edizione il vicecapo della Polizia, il prefetto Vittorio Rizzi

Teramo, 1° febbraio 2024. Lunedì 5 febbraio alle ore 10:30, nella corte interna della Biblioteca Delfico sarà presentato il programma degli incontri educativi del 32° Premio Nazionale Paolo Borsellino per la legalità e l’impegno sociale e civili.

Presiederà l’incontro il Prefetto Vittorio Rizzi, vicedirettore generale vicario della Pubblica sicurezza (vicecapo vicario della Polizia di Stato) e Presidente del Premio Borsellino. Interverranno Fabrizio Stelo (Prefetto di Teramo), Carmine Soriente (Questore di Teramo), David Mancini (Procuratore del tribunale per minorenni de l’Aquila e membro del comitato dei garanti del Premio), Pietro Quaresimale (Assessore regionale alla pubblica istruzione).

Il Premio Borsellino “tutto l’anno”, organizzato dal 1992 dall’Associazione culturale “Società Civile E.T.S”, prima associazione teramana iscritta nell’albo del terzo settore, da più di 30 anni organizza la sua rassegna culturale educativa dedicata principalmente ai giovani, ricca di interventi, testimonianze, spettacoli teatrali e musicali, nella consapevolezza che il pur necessario versante repressivo, da solo, non sia sufficiente nell’opera di contrasto all’illegalità




ARRIVA IL CENTRO STUDI IL CENACOLO

Il territorio di Francavilla al Mare spalanca le sue porte alla cultura di spessore, ed ecco che arriva una grande novità

Francavilla al Mare, 1° febbraio 2024. Sono felice ed entusiasta di comunicare la brillante iniziativa alla quale sono particolarmente legata – commenta l’assessore alla Cultura, Cristina Rapino – Una promessa fatta dall’amministrazione comunale insieme all’Università ‘Gabriele d’Annunzio’ Chieti-Pescara, con l’impegno del Prorettore Carmine Catenacci e del Professor Ugo Perolino, e grazie ai finanziamenti ottenuti dal CEPELL lo scorso settembre”.

Il Centro Studi si fa promotore della crescita culturale e personale di studentesse e studenti, e si va ad inserire all’interno di quel progetto di sensibilizzazione della cittadinanza verso una cultura artistica e letteraria. L’obiettivo è la valorizzazione dell’esperienza del Cenacolo, stimolando lo studio e l’approfondimento della manifestazione francavillese.

Come spiega l’assessore: “Presto verrà reso pubblico un bando internazionale per le universitarie e gli universitari che vorranno approfondire le origini della nostra tradizione culturale. La premiazione dei vincitori del bando avverrà nel corso di un convegno organizzato nella giornata del 2 ottobre, una data non casuale ma scelta perché cade nel giorno del compleanno di Francesco Paolo Michetti. Inoltre, durante l’incontro verrà acquisito il fondo bibliotecario che darà vita a una sala interamente dedicata al maestro e all’artista all’interno del MuMi”.

Il progetto è possibile grazie al Centro Per il Libro e la Lettura (CEPELL), istituto del Ministero della Cultura, al Comune di Francavilla e all’Università ‘Gabriele d’Annunzio’ Chieti-Pescara.