LA SCHLEIN IGNORA LA STORIA

Campagna senza argomenti e senza contenuti, fatta di mera demagogia

di Riccardo Leone, responsabile organizzazione DC

L’Aquila, 5 febbraio 2024. Se questo è il livello e il tenore del confronto politico, il Pd può solo augurarsi di fare presto un cambio di segretario nazionale. Quando la Schlein apre bocca si verificano situazioni imbarazzanti, grottesche, ridicole.

E in politica si può tollerare quasi tutto, ma non il ridicolo.

Quando la Schlein attacca il governatore uscente dell’Abruzzo Marsilio, uomo di provata capacità amministrativa e di indiscusso valore politico, ci troviamo di fronte ad una dispensatrice di Demagogia spiccia, tipica di chi è senza storia e senza cultura politica.

Davvero viene voglia di replicare: ma da che pulpito viene la predica?

La Schlein forse ignora che il centralismo democratico, di staliniana memoria, appartiene alla cultura del partito di cui è segretaria?

Capiamo che lo sia diventata da semplice cittadina, da militante senza tessera e senza storia, ma almeno si aggiorni prima di dare del cornuto all’asino. A proposito di appartenenze, la Schlein critica l’Abruzzese Marsilio, che ha vissuto a Roma, di venire da Roma.

Suona strano da una globalista come lei che viene dalla Svizzera, eppure è stata vicepresidente della Regione Emilia e oggi fa il segretario nazionale di un partito in Italia. Noi in Abruzzo come lista UDC-DC sosteniamo Marsilio con convinzione e faremo una campagna elettorale all’insegna del lavoro, della sanità e della buona amministrazione.

Il centrosinistra sta purtroppo ricalcando la campagna elettorale della volta scorsa, una campagna senza argomenti e senza contenuti, fatta di mera demagogia. Noi per onestà intellettuale non parliamo male di D’Amico, professore stimabile, ma vittima di giochi di partito e presa di interessi locali del Pd, tant’è che è in atto una lotta con le liste centriste che non riescono ad emergere e ad avere il loro giusto riconoscimento e spazio politico perché schiacciate dalla macchina di potere del Partito Democratico che in questo modo si candida a perdere già a tavolino.